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la "cosa strana" o meglio la focalizzazione su Bonzo è che tutti o quasi tutti sapevano della sua potenza e della sua genialità ..
ma c'è voluto un documentario per esaltarne a 360 gradi la sua magnifica aurea..
milioni ne sono sempre stati affascinati,noi di questa generazione lo sapevamo da tempo, ma altri non lo conoscevano affatto pur avendo ascoltato miriadi dii volte i brani LED..
questo documentario è servito a far "quadrato" di quattro ragazzi alla ricerca veramente di visione planetaria..e in molti ancora non hanno ben chiaro a quale compimento celestiale abbiano assistito..
Lella..
La folle batteria isolata di John Bonham nella canzone dei Led Zeppelin "Stairway To Heaven"
Non c'è battitore più pesante nella storia del rock and roll di John Bonham. Attraverso un decennio di lavoro registrato con i Led Zeppelin, Bonham ha dimostrato il suo potere su canzoni come "Good Times, Bad Times", "Immigrant Song" e "The Ocean". Ma è stata la sua performance in "Stairway to Heaven" che ha consolidato il posto di Bonham tra gli dei della batteria.
Bonham non arriva nemmeno fino a metà di 'Stairway', e la delicata strumentazione folk che stanno suonando i suoi compagni di band richiede che Bonham suoni con dinamiche più morbide. Tuttavia, non può fare a meno di esplodere, e mentre la canzone aumenta sia nel tempo che nel volume, Bonham trasforma la sua versione in un tour de force che diventa una clinica nella batteria rock.
Jimmy Page aveva una formula semplice per far giocare bene Bonham: farlo arrabbiare . Il tentativo di Page di far innervosire Bonham durante la registrazione della canzone includeva la richiesta di rifare quello che tutti pensavano fosse una ripresa perfetta. Bonham era furioso e reagì suonando ancora più forte, ottenendo una performance leggendaria. Era subdolo, ma è difficile discutere con i metodi di Page. Basta ascoltare i risultati.
Il produttore Glyn Johns ha aperto la strada al modo perfetto per catturare il potere di Bonham dietro il kit. Si trattava di soli tre microfoni, posizionati strategicamente sulla grancassa, sul timpano e sopra la batteria, il cui bilanciamento si tradurrebbe in un suono esplosivo. Quando la band stava registrando Led Zeppelin IV , stavano sperimentando tecniche di registrazione, aiutati dal fratello di Glyn, Andy Johns. È così che sono state create canzoni come "When the Levee Breaks", ma sembra che Andy abbia probabilmente mantenuto la posizione originale del microfono di Glyn per "Stairway to Heaven". Qualunque siano le specifiche, i risultati parlano da soli e Bonham rimane uno dei batteristi più influenti di tutti i tempi.
..anzi il più influente!!!
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John Henry Bonham (Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980)
eccezionale talento, la classe sconfinata, l'estro siderale e la capacità di innovare radicalmente quella che è una colonna del tipico sound rock moderno - la batteria -
un amico fedele..padre..marito..
John The Beast
di lui sono state scritte fiumi di parole spesso fuori ruolo e senza una minima cognizione di verità..
io lo ricordo con alcune parole che sono l'emblema di tutto..
..i ricordi di un fratello..
«Durante i primi anni mi accorsi che John aveva la passione di percuotere gli oggetti: barattoli di biscotti, scatole di dolcetti, qualsiasi cosa producesse un suono. Per me quello fu un periodo particolarmente stressante, perché scoprii che anch’io facevo parte della finta batteria di John. Ma fu quello l’inizio della carriera di batterista di John “Bonzo” Bonham!». Mick Bonham non fu solo disc jockey, scrittore e fotografo, ma anche e soprattutto il fratello minore del più grande batterista della storia del rock.
Mick e John
Con lui condivise tutto e il fratellone batterista dei Led Zeppelin non gli fece mancare mai affetto e riconoscenza. Lo difendeva nelle risse, si faceva in due per assicuragli il rispetto dei suoi amici e riusciva anche ad accollarsi le colpe che non fossero le sue. «Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».
i ricordi di chi con lui ha attraversato orizzonti meravigliosi..e che poi di colpo si sono sbiaditi..
«Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo».
Led Zeppelin..
e questo è il mio saluto nel ricordarlo
Ciao John, continua a guidare le bacchette di tutti i batteristi da lassù, in cima alla scalinata per il paradiso.
lella..25 settembre
"comune mortale benedetto da Divinità"
Exceptional talent, boundless class, sidereal flair and the ability to radically innovate what is a pillar of the typical modern rock sound - the drums -
a faithful friend .. father .. husband ..
John The Beast
and this is my greeting in remembering him
Hi John, keep driving all the drummers' sticks from up there, to the top of the stairway to heaven.
lella..
rivers of words have often been written about him out of role and without a minimum knowledge of the truth ..
I remember it with some words that are the emblem of everything ..
..the memories of a brother ..
“During the first few years I noticed that John had a passion for hitting objects: cookie jars, candy boxes, anything that made a sound. For me that was a particularly stressful time, because I discovered that I was also part of John's fake drums. But that was the beginning of John "Bonzo" Bonham's drumming career! " Mick Bonham was not only disc jockey, writer and photographer, but also and above all the younger brother of the greatest drummer in rock history.
Mick and John
With him he shared everything and the big brother drummer of Led Zeppelin never made him lack affection and gratitude. She defended him in fights, she did two to assure him the respect of his friends and she was also able to take on the sins that were not his own. “From day one, John and I slept in the same room, even though our house was full of rooms. It was really nice to be able to chat about what had happened during the day and what the future held. Also, sometimes John and I would fight and beat each other up, and being in the same room we could do it right there, not to mention that at least I had a soft bed to land on when he grabbed me and threw me in the air. '
the memories of those who crossed wonderful horizons with him .. and then suddenly faded ..
"We wish to announce that the loss of our dear friend and the deep sense of respect we have for his family have led us to decide - in full harmony between us and our manager - that we can no longer continue as we were".
Led Zeppelin ..
and this is my greeting in remembering him
Hi John, keep driving all the drummers' sticks from up there, to the top of the stairway to heaven.
lella..
Io e Bonzo ne abbiamo passate tante prima del "big time". Ci leggevamo l'un l'altro come libri, eravamo come fratelli. Nella realtà, nella fisicità e spiritualmente, perdendo John, ci siamo riuniti e ci siamo detti: "Senza lui non può più funzionare". (Robert Plant)
In memoria di John Henry Bonham (31 maggio 1948 – eternità)
John Henry Bonham (Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980)
“Mi è sempre piaciuto che la batteria fosse grande e potente. Non uso mai molto i piatti, li uso per entrare o uscire da un assolo, ma generalmente preferisco un altro suono.
John Henry ′′ Bonzo ′′ Bonham
La fragorosa presenza
31 maggio 1948 Redditch, Worcestershire, Inghilterra
25 settembre 1980 Windsor, Berkshire, Inghilterra
Rinnovato per il suo potere, piede destro veloce, suono caratteristico e ′′ sentimento ′′ per il solco. Bonham è descritto dall'Encyclopádia Britannica come ′′ il modello perfetto per tutti i batteristi hard rock che lo hanno seguito ".
Lui è molto mancato e ricordato dalla famiglia, dalla band, dai fan e dai coetanei, con affetto e riconoscenza.
′′ John Henry Bonham, secondo me umile opinione," afferma Chad Smith enfaticamente, ′′ è il più grande batterista rock di tutti i tempi. Il suo suono, la tecnica, la musicalità, il groove e il sentimento non sono mai stati duplicati. Nessuno si avvicina oggi e probabilmente nessuno lo farà mai."
Glen Hughes è d'accordo: ′′ Tutti, dalle rockstar agli uomini del latte, amano Bonham."
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In Memoria di John Henry Bonham (31 maggio 1948 - 25 settembre 1980)
Quando si verifica una morte orribilmente prematura, ma in qualche modo annunciata da tanti piccoli segnali che tuttavia nessuno sembra essere in grado di interpretare correttamente come sirene d’allarme, il dolore, il senso di colpa e d’impotenza di chi è rimasto possono avere effetti devastanti come quelli prodotti dal più terribile dei tornado. La morte di John Bonham avvenuta il 25 settembre 1980 ha avuto esattamente questo effetto irreparabilmente distruttivo prima di tutto sulle vite dei suoi tre compagni Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e poi sull’esistenza stessa dei Led Zeppelin come band.
“Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo”.
Questo è il comunicato dei Led Zeppelin che semplicemente, con poche scarne parole, il 4 dicembre 1980 annuncia al mondo che in quell’orrendo 25 settembre è come se non fosse morto solo John Bonham, uno di loro, ma anche tutti gli altri. Le parole che spiccano e si imprimono indelebili nella nostra mente come se fossero scritte con il fuoco sono: CARO AMICO, RISPETTO, ARMONIA, NON POSSIAMO PIU’ CONTINUARE COME ERAVAMO. Qui si dice che erano loro quattro, proprio loro, e non era possibile nulla di diverso da questo dato di fatto.
E io li ho immaginati così, i tre membri superstiti dei Led Zeppelin, Robert, Jimmy, John Paul che, provenendo da entrate diverse del cimitero di St Michael Churchyard a Rushock, si trovano, senza essersi messi d’accordo prima, il 25 settembre 2021, quarantuno anni dopo la scomparsa di Bonzo, davanti alla sua tomba…
“WHEN ALL IS ONE AND ONE IS ALL,
TO BE A ROCK AND NOT TO ROLL”
di Cecilia Vitelli
Le nostre mani ancora una volta
su questa pietra grigia e ruvida
l’una sull’altra sono posate.
Noi tre
per sempre incompleti
senza di te.
Dai nostri occhi chiusi
lentamente scendono lacrime,
percorrono le rughe sui nostri volti,
chinati sulla tua lapide muta.
Sei stato un marito,
un padre amato,
così è inciso sulla pietra.
E noi?
Noi ti abbiamo amato, sì.
Quando noi quattro
eravamo lassù
tra le luci,
le note scintillanti
di una musica mai esistita prima
erompevano inarrestabili
sgorgando dalle nostre mani
dalle nostre gole,
potenti
magnifiche.
Gli Dei
parlavano agli uomini
attraverso i nostri corpi
e noi sentivamo quella corrente divina
magnetica
fluida
brillante
che ci attraversava.
Tu la dominavi,
nostro Dio del Tuono,
roteando nell’aria le magiche bacchette
facendo cantare le tue percussioni
come mai nessuno prima.
Ma dentro
la tua anima urlava
sotto la sferza del destino
che ti dilaniava le carni
con colpi invisibili a tutti
ma non a te.
Tu continuavi, intanto,
con i tuoi tocchi inconfondibili.
Ma le carezze alla batteria
risuonanti
piene di furia
piene d’amore
non bastavano a farti scudo.
Il veleno antico
scavava la sua strada
dentro di te.
E noi?
Noi non abbiamo saputo vedere.
Noi ti abbiamo lasciato
ad aspettare, da solo,
i cani del destino
anche se avremmo potuto sentirli,
i loro ululati,
gorgogliare lungo il collo della tua bottiglia
strisciare dal fondo del tuo bicchiere
che si svuotava
consumandosi
goccia dopo goccia
come la tua vita.
I loro occhi rossi
fiammeggianti
erano ormai i tuoi,
sempre più lontani e remoti
già morti.
Noi tre oggi siamo qui,
con te
ancora una volta
sulla tua tomba
tra le centinaia di bacchette
deposte,
pegno dell’amore eterno di tanti sconosciuti
cui hai dato tanto, tutto.
Con te
dopo infiniti anni di solitudine,
ecco, qui noi celebriamo
la nostra
unica
possibile
REUNION:
“WE FOUR, LED ZEPPELIN,
FOREVER FRIENDS:
JOHN BONHAM
ROBERT PLANT
JIMMY PAGE
JOHN PAUL JONES.
WHEN ALL IS ONE
AND ONE IS ALL,
TO BE A ROCK
AND NOT TO ROLL.”
Un giorno
alla fine di tutto
giungeremo
all’ultimo gradino della nostra Scala,
allora vedremo ancora una volta
e per sempre
il tuo volto che ci sorride
mentre avanzeremo
verso le porte del Paradiso
e sarà di nuovo
l’inizio di tutto.
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“Ma per me il concerto più divertente è stato quando The Band of Joy ha suonato Queen Mary Ballroom a Dudley. Una delle cover che hanno suonato è stata "If I Were a Carpeneter" di Tim Hardin. Ma a differenza dell'originale, la loro versione è cresciuta costantemente in un potente crescendo, ed è stato durante le battute finali della canzone, mentre Robert ha cantato "Marry me, Marry me" ha avvolto le gambe attorno a uno dei pilastri a lato del il palco ed emulato, quello che a tutti gli effetti era un tremante al ginocchio. Quella fu l'ultima goccia per la mamma, che aveva guardato lo spettacolo. Con la borsetta appesa al braccio si è avvicinata al palco e sopra gli applausi si sentiva: 'John! Scendi subito da quei tamburi! Non stai giocando con quel ragazzo, è un pervertito!'”
- Mick Bonham, dal suo libro John Bonham: the Powerhouse Behind Led Zeppelin
1967 - Queen's Ballroom, Wolverhampton,
Terza formazione dal novembre 1967 al giugno 1968
Robert Plant voce, armonica
Chris Brown organo, voce
John Bonham batteria
Kevyn Gammond chitarra solista, voce
Paul Lockey basso, voce
Il Pensiero di alcuni "colleghi"
« La batteria non c'entrava. John si sedette dietro un kit in miniatura: una cassa da 18", un rullante alto 4", un tom da 12" e uno da 14"... ed eraquelsuono! Rimasi annichilito da quello che stavo sentendo, e da come lo stava suonando: da quel minuscolo kit stava uscendo ilsounddei Led Zeppelin! »
Dave Mattacks, Fairport Convention
« Avevamo ottenuto unbackstage passper le due serate del festival di Knebworth [1979, NdA]. Bonham arrivò insieme a suo figlio e si sedette alla batteria per controllare l'accordatura. L'impianto di amplificazione non era ancora acceso, e lui fece qualche acciaccatura: il palco iniziò a tremare, io e John Deacon ci guardammo negli occhi, e ci abbracciammo »
(Roger Taylor-Queen)
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La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. (Ludwig van Beethoven)
Basta sentire una nota musicale, e ci viene subito annunciata una vita che non ci è stata narrata da alcuno, che non è predicata da alcun predicatore. Supponete ch’io cerchi di riferire esattamente quel che vedo attraverso la musica: il campo della mia vita diviene una pianura illimitata che è bello attraversare, e alla cui fine non v’è morte né delusione.
“Quando ho lasciato la scuola ho iniziato a lavorare con mio padre. Aveva un'impresa edile e mi piaceva. Ma suonare la batteria era l'unica cosa in cui ero bravo, e ci sono rimasto per tre o quattro anni. Se le cose si mettevano male potevo sempre tornare a costruire».
il più grande batterista del mondo, John Henry “Bonzo” Bonham,
“Bonzo era totalmente e assolutamente devoto a farlo bene. Tutto ciò che ascoltava poteva andare oltre, non solo poteva ricrearlo ma poteva portarlo in un posto nuovo. Sapeva di essere una potenza tra i batteristi... sembrava che avessimo una grande affinità l'uno con l'altro.“
-Robert Plant
Ogni genio rimane un po’ bambino; guarda il mondo come qualcosa di strano, uno spettacolo incantevole,
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