BEHIND SONG LED ZEPPELIN..NASCITA BRANI LED ZEPPELIN RECENSIONI E ARTICOLI BRANI LED ZEPPELIN 1968-1980
LED ZEPPELIN, JIMMY PAGE SVELA IL TITOLO ORIGINALE DI STAIRWAY TO HEAVEN: "ECCO PERCHÉ LA CHIAMAMMO COSÌ"
In occasione del cinquantesimo anniversario di Led Zeppelin IV il chitarrista ha raccontato le fasi di lavorazione del 1971 ad Headley Grangeimmy Page, John Paul Jones e Robert Plant hanno ricordato Led Zeppelin IV in occasione del cinquantesimo anniversario della sua uscita, (è stato pubblicato il 8 novembre 1971). Un disco senza titolo, senza nome, con quattro simboli misteriosi al posto dei nomi della band e una foto enigmatica in copertina. Sembra un suicidio discografico, invece vola al numero uno in classifica in Inghilterra, al numero due in America e vende fino ad oggi 32 milioni di copie.
«I nomi delle band e i titoli del dischi non hanno alcun senso: cosa vuol dire Led Zeppelin? Niente! L’unica cosa che conta è la musica» dice Jimmy Page presentando il disco alla stampa. Per registrare Led Zeppelin IV i Led Zeppelin cominciano a lavorare agli Island Studios di Londra nel dicembre 1970, poi decidono di isolarsi da tutto e scelgono Headley Grange, una antica casa sperduta nelle campagne del Galles dove restano quattro mesi, suonano in continuazione e costruiscono il monumento del rock’n’roll anni settanta: il martello di John Bonzo Bonham, gli arrangiamenti di John Paul Jones, la chitarra di Jimmy Page e la voce di Robert Plant. In una nuova intervista con la rivista Mojo, Jimmy Page ha raccontato di aver guidato la band in una vera immersione nel suono e nell’atmosfera dei Led Zeppelin: «Non c’erano distrazioni, non c’era il pub, niente di niente» ha detto, «Dovevamo stare lì per mangiare, dormire, e lavorare. Ma non è che andassi in giro con la frusta. C’era una specie di corrente magica che attraversava quel posto e che è finita nel disco».
«Headley Grange era un posto freddo, sporco e puzzolente» ha raccontato John Paul Jones, «Ma un giorno Jimmy e Robert sono arrivati dalle montagne con l’intro di chitarra e la prima strofa di una canzone davvero speciale. Ci siamo seduti davanti al camino e abbiamo cominciato a costruirla».
Il primo titolo di quel pezzo è Cow and Gate, perché Robert Plant si è appena comprato una fattoria. «Non suonava come nessuna altra cosa che avessimo sentito fino a quel momento» ha detto Jimmy Page.
I Led Zeppelin lavorano alle diverse sezioni e Cow and Gate diventa il pezzo forse più famoso nella storia del rock, Stairway to Heaven.
Otto minuti, un crescendo dal folk al blues all’hard rock, un assolo leggendario (suonato con una Fender Telecaster e non con la Gibson Les Paul che Page usa in tutto il disco) e tutto il misticismo degli anni ’70: «Tutti i musicisti vogliono fare qualcosa che duri per sempre, noi abbiamo fatto questo» ha detto Jimmy Page a proposito di Stairway to Heaven «Non so se potrò mai suonare meglio di così».
I nomi dei volti presenti nella copertina dell’album Led Zeppelin II
Da sinistra: Richard Cole, road manager dei LZ, il blueman Blind Willie Johnson, non si sa, Peter Grant manager dei LZ, l’attrice Glynis Johns in onore del tecnico del suono Glyn Johns (o forse la modella di Andy Warhol, Mary Woronof, conosciuta anche come Ultra Violet), l’astronauta Frank Borman (creduto erroneamente Louis Armstrong dall’ideatore della copertina David Juniper), l’ultimo in piedi è il batterista del gruppo John Bonham.
Seduti: Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones.
La foto è ricalcata da una storica che immortala una divisione della forza aerea tedesca della Prima guerra mondiale, la Jasta 11 (abbreviativo di Jagdstaffel, squadriglia da caccia) poi ribattezzata il Circo Volante guidato da Manfred von Richthofen, alia Il Barone Rosso.
Io per anni ho ceduto che la donne fosse un uomo, anzi che fosse il poeta Algernon Swinburne: un altro difetto del possedere il cd con la sua copertina piccola, a differenza del vinile.
Jim Tatano
‘Led Zeppelin II’, il capolavoro del rock
Oggi nel 1969 usciva un disco con cui Jimmy Page e soci avrebbero scritto la storia della musica, da ‘Whole Lotta Love’ a ‘Bring It On Home’
Sul secondo disco si sente l’identità della band che si afferma», ha detto Page. Se il primo album è stato registrato in tre settimane dopo un solo tour di due settimane iun Scandinavia, Led Zeppelin II nasce nel corso di sei mesi di tour tra Londra, New York, Vancouver e Los Angeles, con la band che si porta dietro i nastri master anche in nave. «È stato folle», ricorda Page, «non avevamo tempo e scrivevamo le canzoni nelle stanze d’albergo. Quando è uscito l’album ero veramente stufo, non lo sopportavo più. Lo avevo ascoltato così tante volte in così tanti posti diversi, avevo perso fiducia». In realtà è uno dei dischi più grandi, potenti e osceni di sempre, con le radici piantate sia nel blues del Delta che in quello di Chicago, nella psichedelia anni ’60 e in una dinamica musicale capace di andare dalla delicatezza alla cattiveria pura.
Dal caos apocalittico di Whole Lotte Love al riff veloce come un proiettile di Heartbreaker fino al blues impazzito di Bring It on Home. «Sono state le prime canzoni scritte espressamente per la band», ha detto Page allo scrittore Mick Wall, «musica fatta su misura per gli elementi a disposizione. Sapevo per esempio che Bonzo avrebbe cominciato a pestare a un certo punto e quindi gli davo l’occasione per farlo». Meno di quattro mesi dopo l’album di debutto, uscito nel gennaio del ’69, la Atlantic Records sta già incitando la band a pubblicare altro materiale in tempo per il Natale. Ad aprile i Led Zeppelin entrano agli Olympic Studios con il tecnico del suono George Chkiantz. Whole Lotta Love è una delle prime cose che registrano, un pezzo costruito intorno a un riff che Page inventa durante una delle loro esecuzioni dal vivo da 15 minuti di As Long As I Have You, con Plant che prende il testo direttamente da You Need Love, un pezzo registrato da Muddy Waters nel ’62.
La finiscono a New York con Eddie Kramer, tecnico del suono di Hendrix, che aiuta a realizzare la terrificante sezione di mezzo incorporando una varietà di suoni: la chitarra slide di Page mixata al contrario, un misterioso theremin, un orgasmo femminile e un’esplosione di napalm. «È quello che la psichedelia sarebbe diventata se fosse riuscita ad arrivare fino a lì». Gli assoli di chitarra vengono registrati nei corridoi dello studio, Bonham suona la parte di percussioni di Ramble On su una custodia della chitarra, lo sgabello della batteria o un cestino della spazzatura (nessuno se lo ricorda) e il suo momento più importante, l’assolo di Moby Dick, viene costruito mettendo insieme diverse registrazioni fatte in vari studi separatamente.
La registrazione è fatta in questo modo personalizzato, ma il risultato è pienamente realizzato. What Is and What Should Never Be usa il missaggio in stereo per far rimbalzare la chitarra di Page e il grido di Plant da una cassa all’altra, come in un bad trip sotto acido. The Lemon Song, la loro versione di Killing Floor di Howlin’ Wolf, viene registrata dal vivo con un cambio di tempo tra frenetico e calmo apparentemente senza soluzione di continuità, mentre Plant grida la famosa frase: “Spremi il mio limone finché il succo non gocciolerà dalle mie gambe”. Thank You, un canto folk immerso nel suono dell’organo di Jones e nella chitarra a dodici corde di Page, è uno dei primi pezzi scritti da Plant, dedicato alla moglie. È un periodo di intensi cambiamenti: in meno di un anno, la band passa da girare in macchina in Inghilterra sotto la neve per andare a fare concerti a passare settimane allo Chateau Marmont, guardare gli show di Elvis a Las Vegas in prima fila e passare il tempo con l’elite delle groupie di Los Angeles, le leggendarie GTO.
In mezzo a tutto questo caos, tuttavia, i Led Zeppelin riescono a rimanere concentrati e a lavorare affannosamente. Page è un perfezionista dello studio che si oppone a ogni forma di distrazione. A luglio, subito dopo la festa per il disco d’oro vinto da Led Zeppelin al Plaza Hotel di New York, convoca la band in studio per registrare. «C’era la necessità di stare in America», ha detto Bonham, «mi ricordo che siamo usciti dall’aeroporto per incontrare le nostre mogli, le abbiamo accompagnate in hotel e poi siamo andati direttamente in studio a registrare Bring It on Home. Abbiamo trascorso la maggior parte dell’anno così». «Potevo vedere le conseguenze della fatica in Jimmy», ha detto Richard Cole a proposito delle session di registrazione a Londra, «aveva il volto tirato, le occhiaie sempre più profonde, e ha cominciato a fumare più del solito». Una fatica che viene ripagata. Persino Living Loving Maid (She’s Just a Woman), un pezzo rock che Page ha detto di aver scritto a proposito di “una donna degenerata di una certa età che cerca in tutti i modi di essere giovane” e che definirà come la canzone dei Led Zeppelin che gli piace di meno, ha una qualità innegabile. In agosto la band finisce di registrare, e Page e Kramer mixano il disco in due giorni agli A&R Studios di New York usando un mixer Altec a 12 piste: «Il più primitivo che si possa immaginare», come ha detto Kramer.
Led Zeppelin II esce il 22 ottobre del 1969 e vende tre milioni di copie in sei mesi, superando Abbey Road dei Beatles al n.1 in classifica. Whole Lotta Love arriva al n.4 in America nel gennaio del 1970, anticipando l’heavy metal di un decennio. «Tutta la nostra vita è cambiata», ha detto Page, «in un modo così rapido che non eravamo certi di riuscire a gestirlo».
Led Zeppelin II: Il martello degli dei
Il secondo album è sempre il più difficile. Non sempre e non per tutti. In questo caso il dirigibile più famoso del rock si stacca da terra e prende il volo. Dopo un ottimo debutto, nel 1968, con l’album omonimo, i Led Zeppelin, nati quasi per caso dalle ceneri degli Yardbirds, smettono di essere una buona band per vestire i panni di demiurghi dell’hard rock. E come fanno? Semplice, elevando il blues all’ ennesima potenza. Distorcono le chitarre, accelerano i ritmi, sporcano i suoni, ispessiscono il basso e ingigantiscono le percussioni. Il risultato è una miscela esplosiva su cui si innesta una voce stridula e acuta che non esita a dissertare su temi considerati tabù, uno su tutti: il sehttps://legendarycover.it/le-canzoni-parlano-led-zeppelin-ii-now-flying/sso. Led Zeppelin II è carne e sangue, amo
Dall ’indiavolato balbettio di Jimmy Page in Whole Lotta Love, al rombo tonante di John Bonham in “Moby Dick“, passando per l’incandescente riff di “Heartbreaker”, la sorprendente tenerezza di “Thank You”, o gli incredibili fraseggi di John Paul Jones in “Lemon Song”, il gruppo non fa sconti. Registrato in tour, nei ritagli di tempo tra una data e l’altra, è un album che fa dell’immediatezza il suo punto di forza. Non è il cervello, infatti, ad essere colpito, ma lo stomaco e l’anima di chiunque ne entri in possesso. C’è poco da capire o da decifrare. Bisogna ascoltarlo più col cuore che con la testa. E’ necessario lasciarsi trasportare dal ritmo travolgente e dall’ululato selvaggio di Robert Plant, per entrare definitivamente nel fantastico mondo degli Zep.
Considerato immediatamente “un classico”, Led Zeppelin II mise immediatamente d’accordo pubblico e critica arrivando a scalzare dai primi posti in classifica nientemeno che “Abbey Road”, l’ultimo grande capolavoro dei Beatles. Agli inizi del 1970, ne furono vendute tre milioni di copie solo negli Stati Uniti. L’immenso successo di un album così decisamente in controtendenza con le mode musicali del momento (siamo nel 1969, l’anno di Woodstock, della psichedelia e del flower power), dimostra, senza ombra di dubbio, il suo valore intrinseco, capace di trascendere rigide classificazioni stilistiche e gusti musicali. Le sue eco, infatti, sono ovunque.
La Gibson Les Paul di Page o la batteria mastodontica di Bonham sono, ormai, delle vere e proprie icone. Il look e lo stile di Plant hanno contribuito a concettualizzare e definire il termine rockstar. Da questo momento in poi, decine di gruppi hanno cercato, per tutta la vita, di somigliare, anche solo lontanamente ai Led Zeppelin. AC/DC, Van Halen, Bon Jovi, Guns ‘N’ Roses, Aerosmith e Iron Maiden, solo per citarne alcuni, hanno a più riprese ammesso l’enorme importanza che quest’album ha avuto per le loro carriere. Page & Co. in futuro non scriveranno più pezzi così eccitanti e travolgenti. Certo, scriveranno altri capolavori ma non avranno la stessa furia e lo stesso suono delle tracce contenute nel loro secondo disco. E’ considerato il lavoro più duro e “virile” della band, ma nel contempo il più seminale e influente.
Qui, d’altronde, c’è già tutto: le radici blues, i sentori psichedelici, le divagazioni tolkeniane, i richiami folk, le love ballad, perfettamente amalgamati ed eseguiti con tecnica stupefacente ed incredibile potenza. In altre parole la rabbia, gli istinti animaleschi, i punti deboli e l’energia dei Led Zeppelin catturati da un microfono e distillati in nove magnifici brani. E’ il manifesto programmatico di gran parte del rock che verrà negli anni successivi; “le tavole della legge” per una intera corrente musicale che da quel momento prenderà il nome di hard rock per evolversi, poi, in heavy metal (e suoi derivati). Negli anni, schiere di ascoltatori e di musicisti si sono confrontati con gli standard zeppeliniani qui contenuti cercando di riprodurne i riff funambolici ed i vocalizzi inarrivabili, a dimostrazione che, a trentaquattro anni dallo scioglimento, gli Zep continuano a solcare cieli talmente alti che solo il loro dirigibile è in grado di raggiungere.
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È il disco dei Led Zeppelin con le canzoni più spinte. È un album molto diretto e senza simboli, perché i simboli, quelli che metteranno i quattro ragazzi ancora più in discussione e che faranno credere a una maledizione nei loro confronti, verranno fuori pochi mesi dopo.
Led Zeppelin II, per il colore della sua copertina e il gruppo di persone con il dirigibile sullo sfondo, è chiamato il bombardiere marrone dai fans.
TESTI E TRADUZIONI DEI BRANI
SIDE A
A1 – Whole Lotta Love
A2 – What Is And What Should Never Be
A3 – The Lemon Song
A4 – Thank You
SIDE B
B1 – Heartbreaker
B2 – Living Loving Maid (She’s Just a Woman)
B3 – Ramble On
B4 – Moby Dick
B5 – Bring It On Home
Jimmy Page ha detto che la reunion del Live Aid del 1985 dei Led Zeppelin è stata "davvero non molto intelligente"
Jimmy Page ha detto che riunire i Led Zeppelin per esibirsi al Live Aid il 13 luglio 1985 "non è stato molto intelligente".
Parlando al Cheltenham Literature Festival il 13 ottobre per promuovere il suo libro del 2020 "Jimmy Page: The Anthology " , Page ha incolpato Phil Collins, che ha suonato la batteria per l'esibizione del 1985 insieme a Tony Thompson, come uno dei motivi per cui i Led Zeppelin si sono comportati male.
Page ha detto che i Led Zeppelin erano "nei guai seri" dopo che un batterista ha lottato per imparare la canzone di apertura, "Rock And Roll", secondo un rapporto del Times .
"Il batterista non è riuscito a ottenere l'inizio del 'Rock And Roll", ha detto Page durante il festival, secondo The Times, "quindi eravamo davvero nei guai con questo."
Secondo quanto riferito, Page ha affermato che la riunione del 1985 "non è stata davvero molto intelligente". Ha fatto riferimento alla reunion del 1985 come a uno dei "due sfortunati incidenti", presumibilmente inclusa la reunion dei Led Zeppelin il 14 maggio 1988 per il quarantesimo anniversario dell'Atlantic Records.
Come Phil Collins ricorda il Live Aid
Collins ha condiviso le sue opinioni sulla performance del 1985 nella sua autobiografia del 2016 "Not Dead Yet" e in un'intervista del 2017 con Classic Rock Magazine .
“I Led Zeppelin non permetteranno che la performance sia inclusa nel DVD ufficiale del Live Aid. Perché, ovviamente, se ne vergognavano", ha scritto Collins nella sua autobiografia. “E scopro che di solito sono io la colpa per questo. Non poteva essere colpa dei santi Led Zep. È stato quel tizio che è venuto sul Concorde che non ha fatto le prove. Era lui il colpevole. Quella esibizione".
"Siamo usciti e siamo stati intervistati da MTV", ha detto Collins a Classic Rock Magazine nel 2017, "e Robert è un diamante, ma quando quei ragazzi si riuniscono appare una nuvola nera. Poi Page dice: "Un batterista era dall'altra parte dell'Atlantico e non sapeva le cose". E mi sono incazzato. Forse non lo sapevo bene come avrebbe voluto che lo sapessi, ma… sono diventato l'ammiraglia, e sembrava che mi stessi mettendo in mostra”.
"Ho parlato con Tony Thompson", ha anche detto Collins alla rivista, "perché ho suonato molto come due batteristi e può essere un disastro ferroviario - e io dico: 'Restiamo lontani l'uno dall'altro e suoniamo semplice.'"
“Thompson, pace all'anima sua, aveva provato per una settimana, e sto per rubargli il tuono – il famoso batterista è arrivato! – e ha fatto quello che voleva fare. Robert non era all'altezza. E se avessi potuto andarmene, l'avrei fatto, perché non ero necessaria e mi sentivo un pezzo di ricambio".
Scrivendo nella sua autobiografia, Collins ha accusato Thompson di ignorare i suoi consigli. “Sul palco non distolgo gli occhi da Tony Thompson. Sono incollato a lui. Devo seguirlo: sta prendendo il comando con la mano pesante e ha scelto di ignorare tutti i miei consigli".
“Mettendomi nei suoi panni, probabilmente starà pensando: 'Questo è l'inizio di una nuova carriera. John Bonham non c'è più. Vorranno qualcuno. Questo potrebbe essere l'inizio di una reunion dei Led Zeppelin. E non ho bisogno di questa stronza inglese sulla mia strada.'
“Non lo sto giudicando, che Dio l'abbia in pace. Thompson era un batterista fantastico. ma era molto scomodo, e se avessi potuto lasciare quel palco, l'avrei lasciato a metà di 'Stairway...' se non prima”.
Jimmy Page sulla reunion dei Led Zeppelin nel 2007
Page ha anche detto al festival della letteratura che i Led Zeppelin si sono assicurati di provare a fondo prima dello spettacolo di reunion della band a Londra il 10 dicembre 2007.
"Se dovevamo alzarci in piedi ed essere contati, dovevamo fare un lavoro adeguato", secondo quanto riferito. “Penso che sia stato un concerto superbo. Ci sono stati momenti in cui mi si rizzavano i capelli mentre suonavamo. Sfortunatamente è stato solo uno spettacolo.”
Page ha detto all'evento che era stato particolarmente nervoso per l'esibizione della reunion del 2007. "Molto di più potrebbe andare storto", ha detto. "Non volevo essere io a commettere l'errore".
Page ha parlato all'evento per promuovere il suo libro del 2020 "Jimmy Page: The Anthology". Al festival sono state vendute edizioni speciali del libro che includevano un ex libris esclusivo e una tote bag.
Page è stato intervistato sul palco dal capo critico rock e pop del Times Will Hodgkinson. Non ci sono state domande e risposte del pubblico.
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Robert Plant ha parlato di "Kashmir" in una clip della sua prossima intervista televisiva
Robert Plant ha detto che "Kashmir" è una delle sue canzoni preferite dei Led Zeppelin in una clip della sua prossima intervista con Dan Rather.
"Beh, è stato un grande risultato", ha detto Plant quando gli è stato chiesto se "Kasmir" è la sua canzone preferita dei Led Zeppelin, "prendere un pezzo musicale così mostruosamente drammatico e trovare un testo che fosse abbastanza ambiguo e una consegna che non avrebbe superato... pompato.”
"Era quasi come se l'antitesi della musica fosse questo tipo di testo e questa consegna vocale che era appena sufficiente per entrare lì, sai."
Piuttosto ha chiesto a Plant se "Kashmir" è davvero la sua canzone preferita di tutti i tempi dei Led Zeppelin.
"Beh, voglio dire, c'era una tale varietà di canzoni che immagino che avrei dovuto seguire", ha detto Plant. “Oggi dovrei dire di sì”.
"Domani forse qualcos'altro?" Piuttosto chiesto.
"Sì, esattamente", ha risposto Plant.
Plant sarà intervistato in un episodio di "The Big Interview with Dan Rather" su AXS TV alle 21:00 ET il 13 marzo. L'episodio è il primo della sesta stagione dello show.
Lo spettacolo era stato programmato per essere trasmesso il 27 febbraio, ma AXS TV ha annunciato il 18 gennaio che era stato posticipato al 13 marzo.
Il comunicato stampa per lo spettacolo riprogrammato include un breve riassunto degli argomenti trattati da Plant:
“Durante la discussione intima, Plant si apre sulla sua infanzia nella Gran Bretagna del secondo dopoguerra e sulla tragica perdita di suo figlio di cinque anni; condivide i suoi pensieri sugli standard dei Led Zeppelin "Kashmir" e "Stairway To Heaven"; e spiega come ha adattato la sua voce caratteristica nel corso degli anni".
Un'altra clip del prossimo episodio è inclusa nell'inizio del video teaser 2018 di AXS TV su YouTube. "Se uno cercasse sesso, droga e rock and roll... probabilmente una foto dei Led Zeppelin", dice Rather nel video. "È molto gentile da parte tua", risponde Plant.
https://youtu.be/JGZpJuy4Wf4
https://youtu.be/DO-uJcFHcHg
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È stata pubblicata una registrazione inedita dei Led Zeppelin che si esibivano a Detroit nel 1972
Una registrazione del pubblico inedita dei Led Zeppelin che si esibivano a Detroit il 6 giugno 1972 è stata recentemente pubblicata online.
La registrazione è stata rilasciata direttamente online in modo ufficioso, non attraverso un'etichetta bootleg.
Non sono emerse altre registrazioni dello spettacolo, sebbene la prima metà dello spettacolo manchi dal nastro.
La registrazione è stata caricata su YouTube:
https://youtu.be/0fFUBeEKL4Y
Ecco la scaletta della nuova registrazione:
- Bron-Y-Aur Stomp
- Disorientato e confuso
- Cos'è e cosa non dovrebbe mai essere
- Moby Dick
- Tutto Lotta Love
- Rock and roll
‘Led Zeppelin II’, il capolavoro del rock
Oggi nel 1969 usciva un disco con cui Jimmy Page e soci avrebbero scritto la storia della musica, da ‘Whole Lotta Love’ a ‘Bring It On Home’
Sul secondo disco si sente l’identità della band che si afferma», ha detto Page. Se il primo album è stato registrato in tre settimane dopo un solo tour di due settimane iun Scandinavia, Led Zeppelin II nasce nel corso di sei mesi di tour tra Londra, New York, Vancouver e Los Angeles, con la band che si porta dietro i nastri master anche in nave. «È stato folle», ricorda Page, «non avevamo tempo e scrivevamo le canzoni nelle stanze d’albergo. Quando è uscito l’album ero veramente stufo, non lo sopportavo più. Lo avevo ascoltato così tante volte in così tanti posti diversi, avevo perso fiducia». In realtà è uno dei dischi più grandi, potenti e osceni di sempre, con le radici piantate sia nel blues del Delta che in quello di Chicago, nella psichedelia anni ’60 e in una dinamica musicale capace di andare dalla delicatezza alla cattiveria pura.
Dal caos apocalittico di Whole Lotte Love al riff veloce come un proiettile di Heartbreaker fino al blues impazzito di Bring It on Home. «Sono state le prime canzoni scritte espressamente per la band», ha detto Page allo scrittore Mick Wall, «musica fatta su misura per gli elementi a disposizione. Sapevo per esempio che Bonzo avrebbe cominciato a pestare a un certo punto e quindi gli davo l’occasione per farlo». Meno di quattro mesi dopo l’album di debutto, uscito nel gennaio del ’69, la Atlantic Records sta già incitando la band a pubblicare altro materiale in tempo per il Natale. Ad aprile i Led Zeppelin entrano agli Olympic Studios con il tecnico del suono George Chkiantz. Whole Lotta Love è una delle prime cose che registrano, un pezzo costruito intorno a un riff che Page inventa durante una delle loro esecuzioni dal vivo da 15 minuti di As Long As I Have You, con Plant che prende il testo direttamente da You Need Love, un pezzo registrato da Muddy Waters nel ’62.
La finiscono a New York con Eddie Kramer, tecnico del suono di Hendrix, che aiuta a realizzare la terrificante sezione di mezzo incorporando una varietà di suoni: la chitarra slide di Page mixata al contrario, un misterioso theremin, un orgasmo femminile e un’esplosione di napalm. «È quello che la psichedelia sarebbe diventata se fosse riuscita ad arrivare fino a lì». Gli assoli di chitarra vengono registrati nei corridoi dello studio, Bonham suona la parte di percussioni di Ramble On su una custodia della chitarra, lo sgabello della batteria o un cestino della spazzatura (nessuno se lo ricorda) e il suo momento più importante, l’assolo di Moby Dick, viene costruito mettendo insieme diverse registrazioni fatte in vari studi separatamente.
La registrazione è fatta in questo modo personalizzato, ma il risultato è pienamente realizzato. What Is and What Should Never Be usa il missaggio in stereo per far rimbalzare la chitarra di Page e il grido di Plant da una cassa all’altra, come in un bad trip sotto acido. The Lemon Song, la loro versione di Killing Floor di Howlin’ Wolf, viene registrata dal vivo con un cambio di tempo tra frenetico e calmo apparentemente senza soluzione di continuità, mentre Plant grida la famosa frase: “Spremi il mio limone finché il succo non gocciolerà dalle mie gambe”. Thank You, un canto folk immerso nel suono dell’organo di Jones e nella chitarra a dodici corde di Page, è uno dei primi pezzi scritti da Plant, dedicato alla moglie. È un periodo di intensi cambiamenti: in meno di un anno, la band passa da girare in macchina in Inghilterra sotto la neve per andare a fare concerti a passare settimane allo Chateau Marmont, guardare gli show di Elvis a Las Vegas in prima fila e passare il tempo con l’elite delle groupie di Los Angeles, le leggendarie GTO.
In mezzo a tutto questo caos, tuttavia, i Led Zeppelin riescono a rimanere concentrati e a lavorare affannosamente. Page è un perfezionista dello studio che si oppone a ogni forma di distrazione. A luglio, subito dopo la festa per il disco d’oro vinto da Led Zeppelin al Plaza Hotel di New York, convoca la band in studio per registrare. «C’era la necessità di stare in America», ha detto Bonham, «mi ricordo che siamo usciti dall’aeroporto per incontrare le nostre mogli, le abbiamo accompagnate in hotel e poi siamo andati direttamente in studio a registrare Bring It on Home. Abbiamo trascorso la maggior parte dell’anno così». «Potevo vedere le conseguenze della fatica in Jimmy», ha detto Richard Cole a proposito delle session di registrazione a Londra, «aveva il volto tirato, le occhiaie sempre più profonde, e ha cominciato a fumare più del solito». Una fatica che viene ripagata. Persino Living Loving Maid (She’s Just a Woman), un pezzo rock che Page ha detto di aver scritto a proposito di “una donna degenerata di una certa età che cerca in tutti i modi di essere giovane” e che definirà come la canzone dei Led Zeppelin che gli piace di meno, ha una qualità innegabile. In agosto la band finisce di registrare, e Page e Kramer mixano il disco in due giorni agli A&R Studios di New York usando un mixer Altec a 12 piste: «Il più primitivo che si possa immaginare», come ha detto Kramer.
Led Zeppelin II esce il 22 ottobre del 1969 e vende tre milioni di copie in sei mesi, superando Abbey Road dei Beatles al n.1 in classifica. Whole Lotta Love arriva al n.4 in America nel gennaio del 1970, anticipando l’heavy metal di un decennio. «Tutta la nostra vita è cambiata», ha detto Page, «in un modo così rapido che non eravamo certi di riuscire a gestirlo».
Jimmy Page, John Paul Jones e Robert Plant hanno ricordato Led Zeppelin IV in occasione del cinquantesimo anniversario della sua uscita, (è stato pubblicato il 8 novembre 1971). Un disco senza titolo, senza nome, con quattro simboli misteriosi al posto dei nomi della band e una foto enigmatica in copertina. Sembra un suicidio discografico, invece vola al numero uno in classifica in Inghilterra, al numero due in America e vende fino ad oggi 32 milioni di copie.
«I nomi delle band e i titoli del dischi non hanno alcun senso: cosa vuol dire Led Zeppelin? Niente! L’unica cosa che conta è la musica» dice Jimmy Page presentando il disco alla stampa. Per registrare Led Zeppelin IV i Led Zeppelin cominciano a lavorare agli Island Studios di Londra nel dicembre 1970, poi decidono di isolarsi da tutto e scelgono Headley Grange, una antica casa sperduta nelle campagne del Galles dove restano quattro mesi, suonano in continuazione e costruiscono il monumento del rock’n’roll anni settanta: il martello di John Bonzo Bonham, gli arrangiamenti di John Paul Jones, la chitarra di Jimmy Page e la voce di Robert Plant. In una nuova intervista con la rivista Mojo, Jimmy Page ha raccontato di aver guidato la band in una vera immersione nel suono e nell’atmosfera dei Led Zeppelin: «Non c’erano distrazioni, non c’era il pub, niente di niente» ha detto, «Dovevamo stare lì per mangiare, dormire, e lavorare. Ma non è che andassi in giro con la frusta. C’era una specie di corrente magica che attraversava quel posto e che è finita nel disco».
«Headley Grange era un posto freddo, sporco e puzzolente» ha raccontato John Paul Jones, «Ma un giorno Jimmy e Robert sono arrivati dalle montagne con l’intro di chitarra e la prima strofa di una canzone davvero speciale. Ci siamo seduti davanti al camino e abbiamo cominciato a costruirla».
Il primo titolo di quel pezzo è Cow and Gate, perché Robert Plant si è appena comprato una fattoria. «Non suonava come nessuna altra cosa che avessimo sentito fino a quel momento» ha detto Jimmy Page.
I Led Zeppelin lavorano alle diverse sezioni e Cow and Gate diventa il pezzo forse più famoso nella storia del rock, Stairway to Heaven.
Otto minuti, un crescendo dal folk al blues all’hard rock, un assolo leggendario (suonato con una Fender Telecaster e non con la Gibson Les Paul che Page usa in tutto il disco) e tutto il misticismo degli anni ’70: «Tutti i musicisti vogliono fare qualcosa che duri per sempre, noi abbiamo fatto questo» ha detto Jimmy Page a proposito di Stairway to Heaven «Non so se potrò mai suonare meglio di così».
https://www.virginradio.it/.../led-zeppelin-jimmy-page...
ROCK NEWS
LED ZEPPELIN, JIMMY PAGE SVELA IL TITOLO ORIGINALE DI STAIRWAY TO HEAVEN: "ECCO PERCHÉ LA CHIAMAMMO COSÌ"
In occasione del cinquantesimo anniversario di Led Zeppelin IV il chitarrista ha raccontato le fasi di lavorazione del 1971 ad Headley Grange
Jimmy Page, John Paul Jones e Robert Plant hanno ricordato Led Zeppelin IV in occasione del cinquantesimo anniversario della sua uscita, (è stato pubblicato il 8 novembre 1971). Un disco senza titolo, senza nome, con quattro simboli misteriosi al posto dei nomi della band e una foto enigmatica in copertina. Sembra un suicidio discografico, invece vola al numero uno in classifica in Inghilterra, al numero due in America e vende fino ad oggi 32 milioni di copie.
«I nomi delle band e i titoli del dischi non hanno alcun senso: cosa vuol dire Led Zeppelin? Niente! L’unica cosa che conta è la musica» dice Jimmy Page presentando il disco alla stampa. Per registrare Led Zeppelin IV i Led Zeppelin cominciano a lavorare agli Island Studios di Londra nel dicembre 1970, poi decidono di isolarsi da tutto e scelgono Headley Grange, una antica casa sperduta nelle campagne del Galles dove restano quattro mesi, suonano in continuazione e costruiscono il monumento del rock’n’roll anni settanta: il martello di John Bonzo Bonham, gli arrangiamenti di John Paul Jones, la chitarra di Jimmy Page e la voce di Robert Plant. In una nuova intervista con la rivista Mojo, Jimmy Page ha raccontato di aver guidato la band in una vera immersione nel suono e nell’atmosfera dei Led Zeppelin: «Non c’erano distrazioni, non c’era il pub, niente di niente» ha detto, «Dovevamo stare lì per mangiare, dormire, e lavorare. Ma non è che andassi in giro con la frusta. C’era una specie di corrente magica che attraversava quel posto e che è finita nel disco».
«Headley Grange era un posto freddo, sporco e puzzolente» ha raccontato John Paul Jones, «Ma un giorno Jimmy e Robert sono arrivati dalle montagne con l’intro di chitarra e la prima strofa di una canzone davvero speciale. Ci siamo seduti davanti al camino e abbiamo cominciato a costruirla».
Il primo titolo di quel pezzo è Cow and Gate, perché Robert Plant si è appena comprato una fattoria. «Non suonava come nessuna altra cosa che avessimo sentito fino a quel momento» ha detto Jimmy Page.
I Led Zeppelin lavorano alle diverse sezioni e Cow and Gate diventa il pezzo forse più famoso nella storia del rock, Stairway to Heaven.
Otto minuti, un crescendo dal folk al blues all’hard rock, un assolo leggendario (suonato con una Fender Telecaster e non con la Gibson Les Paul che Page usa in tutto il disco) e tutto il misticismo degli anni ’70: «Tutti i musicisti vogliono fare qualcosa che duri per sempre, noi abbiamo fatto questo» ha detto Jimmy Page a proposito di Stairway to Heaven «Non so se potrò mai suonare meglio di così».
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