sabato 1 aprile 2023

da 1 a 5..JOHN BONHAM LE TRACCE DI BATTERIA..L'INSUPERABILE (31 maggio 1948--25 settembre 1980)


 https://www.blogger.com/blog/post/edit/768228516587029319/8409966243638767267


https://auralcrave.com/2020/12/14/john-bonham-cuore-e-tecnica-di-uno-dei-piu-grandi-batteristi-di-sempre/

John Bonham: cuore e tecnica di uno dei più grandi batteristi di sempre

È ormai consuetudine annoverare John Bonham tra i migliori batteristi rock di sempre. Evitando di assegnarli una posizione in una classifica di stampo sanremese, in quanto le arti eludono le logiche della competizione sportiva, possiamo riconoscere l’importanza della sua figura all’interno della tradizione musicale rock. Infatti il suo approccio allo strumento, il suo stile musicale e le sue scelte di arrangiamento hanno sicuramente mutato il ruolo della batteria all’interno di un brano rock. La sua grandezza artistica è quindi determinata non tanto dalle abilità tecniche e dalla potenza espressiva, ma dalla sua attitudine musicale e dalle scelte timbriche messe in atto, tant’è che dopo la sua tragica morte avvenuta il 25 settembre del 1980, i Led Zeppelin decisero di non sostituirlo e dunque di sciogliersi definitivamente. Oltre il grande affetto che legava i membri della band, Bonham costituiva una parte determinante del sound degli Zeppelin.

Il primo album della band britannica esce nel 1969 con in nome di Led Zeppelin I e sin dalla traccia d’apertura Good Times Bad Times si avverte la differenza stilistica tra John Bonham e gli altri batteristi rock britannici coevi come Charlie Watts, Ringo Starr, Ginger Baker, Keith Moon ecc.
Di fatto, che cosa è avvenuto? Ascoltando i brani precedenti al 1969 dei Rolling Stones, i Cream, gli Who e tante altre band, si nota come la batteria – oltre che marcare determinati accenti all’interno del brano aumentandone la dinamica – o scandisce la pulsazione metronomica, o venivano creati dei groove regolari e rigidi. Emblematico è il caso di (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones, in cui Charlie Watts colpisce cassa, rullante e charleston scandiscono esattamente in sincrono il beat del brano. 
Nell’intro di Good Times Bad Times accade subito qualcosa di diverso. Il batterista britannico, dopo aver accentuato la doppia plettrata di Page, aziona il pedale del charleston per scandire i quarti, poi gli ottavi, di seguito aumenta la dinamica percuotendo con le bacchette il campanaccio. Inusuale è l’utilizzo di questo strumento, mai comparso in un set di una batteria rock prima di Bonham, così come l’enorme gong posizionato alle sue spalle. Infine, dopo un fill spezzato in cui sembra che un oggetto rotoli prima in avanti e poi torna indietro, risolve la tensione in un groove decisamente movimentato determinato dall’incastro irregolare di grancassa, rullante e charleston. Qui il lavoro di indipendenza degli arti era notevole in quanto con i due elementi della batteria egli crea delle figure groovemiche complesse su un ostinato fisso formato dal campanaccio (suonato con la mano destra) e dal charleston a pedale (suonato con piede sinistro).

Possiamo asserire che queste scelte stilistiche provengono da uno dei più importanti batteristi bebop: Max Roach. È infatti evidente come Bonham assimili le espressioni del solo The Third Eye e The Drum Also Waltzes, per poi rivisitarle in chiave rock in God Times Bad Times, nelle improvvisazioni di matrice psichedelica di Whole Lotta Love e Dazed And Confused ed infine nel solo di Moby Dick.

A testimoniare l’importanza della tradizione jazz per il batterista britannico (in particolare del bepop) vi è una dichiarazione del suo tecnico personale Jeff Ocheltree:

John ascoltava Max Roach, Alphonse Mouzon, Elvis Jones e un sacco di batteristi jazz. C’è una cosa che mi infastidisce a proposito di John Bonham – disse – tutti pensano che lui fosse un batterista duro che picchiava forte sui suoi tamburi. In realtà, Bonham era appassionato di swing e suonava con molta tecnica”.

Un altro elemento ripreso dal sound della tradizione jazz riguarda l’accordatura delle pelli della batteria. All’ascolto dei dischi dei Led Zeppelin, è evidente come egli tirasse le pelli di tutti i tamburi per avere un suono più squillante e potente. Questa caratteristica è riscontrabile in particolare in molti batteristi delle big band degli anni ’30, in pieno periodo della Swing Era. Tra i nomi più importanti sia per la qualità musicale, sia per l’ammirazione di Bonham nei loro confronti, dobbiamo segnalare Buddy Rich e Gene Krupa.

Di quest’ultimo possiamo notare la consonanza tra l’intro di Sing, Sing, Sing (brano di Luis Palma del 1936 e coverizzato da Benny Goodman nel 1937, con alla batteria proprio Gene Krupa) – in cui lo swing è decisamente più marcato e aggressivo rispetto al brano di Luis Palma – e quello di Poor Tom, contenuto nell’album Coda successivo allo scioglimento della band.

Inoltre quel motivo percussivo viene rivisitato in chiave rock nella seconda parte della traccia conclusiva di Led Zeppelin I, ossia How Many More Times, in particolare nel momento in cui la band termina l’improvvisazione psichedelica e compie una transizione verso il finale in cui viene ripreso il riff principale. 

https://youtu.be/2Vbn2XQ7GPo

Tornando a God Times Bad Times, a circa 30 secondi del brano emerge subito una delle peculiarità di Bonham, ossia invece di percuotere la grancassa con un solo colpo, lui ne inserisce due consecutivi suonati molto rapidamente con la tecnica dello slide sul mitico pedale Speed King della Ludwig. Questo sound simula quello prodotto dal doppio pedale, mai utilizzato durante la sua carriera. I due rapidi colpi sulla grancassa immediatamente successivi al beat tenuto sul campanaccio (o sul charleston) formano una terzina: un gruppo di tre beat molto ravvicinati. Questa tecnica da lui spesso utilizzata garantisce una maggiore dinamicità e potenza al groove, entrambe caratteristiche provenienti dal genere funky. Perciò il jazz ed il funky erano i due poli musicali riuniti da John Bonham, motore pulsante degli Zeppelin. Quegli stilemi groovemici o quella modalità di esprimere lo swing, inseriti poi nel rock, aumentavano notevolmente la vivacità di un brano. Del resto, qual è uno degli aspetti peculiari di un grande un artista? Sicuramente la capacità di miscelare in modo originale le estetiche artistiche esistenti, riuscendo ad ottenere un risultato innovativo.    

In particolare è interessante notare come in Darlene ci sia una reinterpretazione rock di Funky Drummer di James Brown e di Ziggy Modeliste di Danny Adler, altro capostipite del funky. Queste modalità di concepire un groove con accenti spostati rispetto alla convenzionale cadenza sul secondo e quarto beat del 4/4, pause che troncano le battute in anticipo rispetto alla regolare cadenza, volti anche a diffondere delle reazioni psico-motorie nel pubblico, sono rintracciabili anche in altri brani ben più noti come Ramble onImmigrant Song, nella parte tra le strofe e l’assolo di In My Time of DyingCustard PieThe Crunge, ma anche nella prima sezione del già citato How Many More Times

È interessante notare come in Fool In The Rain vi sia una atipica apertura di charleston con cui si innesca un ondeggiamento ritmico volto a sbilanciare la sua regolarità. Alcuni elementi di questo groove sono stati ripresi in un secondo momento da Jeff Porcaro in Rosanna, noto brano dei Toto.

https://youtu.be/lWnhz1ZcF74

John Bonham - Led Zeppelin - Fool In The Rain - Isolated Drum Track AWESOME
In Four Sticks invece si riscontra un ritorno alle sonorità delle big band, questa volta però amalgamato con una peculiarità tipica del funky. Ossia, mentre il charleston scandisce i quarti su cui si innesta il groove principale ottenuto percuotendo il tom ed un timpano, i colpi della grancassa, per incrementare il senso ritmico del brano, vengono posizionati in levare. Tuttavia essendo in un contesto hard rock, quindi l’attenzione di Bonham è rivolta anche alla massa di volume prodotta, utilizza 4 bacchette legate tra loro a coppie da due, in modo da generare un notevole impatto sonoro tipico dell’estetica rock.
https://youtu.be/T8GP2j7NdSo

Quei colpi così pesanti derivano dallo stile di Keith Moon, con cui i Led Zeppelin si esibirono, e Ginger Baker, altro batterista decisamente apprezzato da Bonham. Questo è deducibile dall’autobiografia del musicista dei Cream intitolata Hellraiser: The Autobiography of the World’s Greatest Drummer, in cui scrisse:

“John Bonham una volta fece una dichiarazione, nella quale affermò che c’erano solo due batteristi nella storia del rock ‘n’ roll inglese: lui stesso e Ginger Baker.”

Oltre all’abilità nell’unire organicamente differenti tradizioni musicali per innovare le sonorità del rock, un’altra peculiarità di John Bonham riguarda la ricerca sonora in studio di registrazione e l’equilibrato temperamento musicale all’interno dei brani.

È attestato che egli, durante le registrazioni di Led Zeppelin IV e Houses of the Holy, avesse posizionato la batteria in un sottoscala del castello di Jimmy Page ad Hedley Grange. L’intenzione era di produrre un ampio riverbero, una scelta che ha caratterizzato in parte il suono del suo strumento.

Tali scelte risaltano in The Crunge, in D’yer Mak’er, nella celebre No Quarter, ma anche in When The Levee Breaks, brano di chiusura di Led Zeppelin IV. In quest’ultimo si nota la sua elevata abilità nel gestire l’utilizzo dei piatti, infatti il riverbero presente nel sottoscala condiziona notevolmente le caratteristiche timbriche di un piatto e questo rischierebbe di compromettere l’intero sound del brano sovrastando gli altri strumenti e la voce di Robert Plant. Perciò il crash – uno dei piatti più invasivi – viene utilizzato soltanto nei fill che determinano il passaggio da una sezione all’altra del brano.  

https://youtu.be/jF5L0hZtwVs

Dunque le scelte stilistiche innovative ed inconsuete apportate nella tradizione rock, fino ad allora in linea di massima legata al blues e al folk britannico, hanno determinato l’importanza di John Bonham. Egli ha portato questo genere su un altro piano espressivo: di fatto il batterista non si limita più ad accompagnare gli altri musicisti della band ma diventa parte centrale dell’arrangiamento di un brano. Nel suo lavoro carpisce sonorità del passato, è attento al gusto musicale contemporaneo e personalizza lo stile proponendo dei risultati all’avanguardia. Questa attitudine è stata fondamentale per le generazioni successive, ed è evidente ascoltando alcuni tra i più importanti batteristi attuali come Gavin Harrison e Danny Carey.

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Durante i momenti più bui della mia vita, quando ho perso mio figlio e la mia famiglia era allo sbando, è stato Bonzo a venire da me. Gli altri ragazzi (Page & Jones) erano del Sud (dell'Inghilterra) e non avevano lo stesso tipo di etichetta sociale che abbiamo qui al Nord che potrebbe effettivamente colmare quella scomoda voragine con tutte le sensibilità richieste ... per consolare. "

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Intervista a Jimmy che parla del gioco di Bonzo e del perché è insostituibile. Jimmy è così articolato quando parla. 🥁❤️
"Beh, la prima traccia del primo album è "Good Times, Bad Times", e non è un caso. Il motivo per cui è lì è perché in realtà è un brano musicale piuttosto breve, ma racchiude così tanto in tante idee, tutto in un colpo solo. È solo un'esplosione che ti colpisce Ma uno dei fattori chiave, a parte il riff, è la batteria reale, perché quello che fa alla batteria durante quel brano cambia l'atteggiamento della gente verso la batteria durante la notte. Questo è tutto. ” Una delle altre cose che poteva fare era rullare la batteria con un piede e un pedale. Non erano due batteria, era un piede. Potresti sentire la gente dire: "Oh, posso farlo. ” Ma il fatto è che vedi per quanto tempo possono farlo, e presto faranno i bagagli. Potrebbero farlo solo per poco, ma lui potrebbe farlo per secoli. La sua tecnica era appena fuori da questo mondo, ma aveva anche l'immaginazione di accompagnarla. ”
“E allora sì, Bonzo poteva togliere molto volume dalla sua batteria, non per colpi di mano, ma solo perché sapeva accordare la batteria in modo tale che avrebbero proiettato. Avrebbe avuto un equilibrio naturale con tutto quello che stava giocando. E poi dava un accento basso che lo sentivi entrare nello stomaco. La sua tecnica era semplicemente fantastica. Era così divertente giocare con lui. Ma l'altra cosa era che amava i Led Zeppelin. Amava davvero la band, e suonava la musica a casa. Nessuno potrà mai sostituirlo”


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JOHN BONHAM: BONZO, GLI ZEPPELIN E IL FRATELLO MICK
Il celebre batterista “che al posto del piede destro aveva le nacchere”, come disse Jimi Hendrix, nel libro “privato” scritto dal fratello Mick John Bonham
«Durante i primi anni mi accorsi che John aveva la passione di percuotere gli oggetti: barattoli di biscotti, scatole di dolcetti, qualsiasi cosa producesse un suono. Per me quello fu un periodo particolarmente stressante, perché scoprii che anch’io facevo parte della finta batteria di John. Ma fu quello l’inizio della carriera di batterista di John “Bonzo” Bonham!». Mick Bonham non fu solo disc jockey, scrittore e fotografo, ma anche e soprattutto il fratello minore del più grande batterista della storia del rock.
Con lui condivise tutto e il fratellone batterista dei Led Zeppelin non gli fece mancare mai affetto e riconoscenza. Lo difendeva nelle risse, si faceva in due per assicuragli il rispetto dei suoi amici e riusciva anche ad accollarsi le colpe che non fossero le sue. «Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».
https://xl.repubblica.it/articoli/john-bonham-bonzo-gli-zeppelin-e-il-fratello-mick/9030/?fbclid=IwAR2JCyKQHzT3FG5hu6NFDaWE1v17_uZJ45X54ZgZT_7jOPCZb6lMZi79Wq4

JOHN BONHAM: BONZO, GLI ZEPPELIN E IL FRATELLO MICK

Il celebre batterista “che al posto del piede destro aveva le nacchere”, come disse Jimi Hendrix, nel libro “privato” scritto dal fratello Mick John Bonham
«Durante i primi anni mi accorsi che John aveva la passione di percuotere gli oggetti: barattoli di biscotti, scatole di dolcetti, qualsiasi cosa producesse un suono. Per me quello fu un periodo particolarmente stressante, perché scoprii che anch’io facevo parte della finta batteria di John. Ma fu quello l’inizio della carriera di batterista di John “Bonzo” Bonham!». Mick Bonham non fu solo disc jockey, scrittore e fotografo, ma anche e soprattutto il fratello minore del più grande batterista della storia del rock.
Con lui condivise tutto e il fratellone batterista dei Led Zeppelin non gli fece mancare mai affetto e riconoscenza. Lo difendeva nelle risse, si faceva in due per assicuragli il rispetto dei suoi amici e riusciva anche ad accollarsi le colpe che non fossero le sue. «Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».
Questa e tante altre testimonianze sono contenute nel libro John Bonham, il motore dei Led Zeppelin  (Arcana, p.p.256, euro 23,00) nella traduzione di Marco Lascialfari, con inserto fotografico e 50 scatti inediti di Mick. Più che essere una biografia il libro è un ritratto di famiglia (c’è anche uno scritto della sorella Deborah in appendice), un diario intimo e confidenziale che mostra i lati nascosti e poco conosciuti, la bontà d’animo e le fragilità umane di un musicista imponente, God of Thunder, il dio del tuono lo soprannomineranno in seguito. Un gigante buono e generoso, nonostante la fama negativa che lo accompagnerà. Gli occhi che lo scrutano non sono quelli di un estraneo, ma di un fratello che non può far altro che rendere pubblica l’umanità di un artista, sottacendo con un pizzico di ironia i lati più controversi, i luoghi comuni di quella perdizione che affligge da sempre, come una maledizione, la vita delle rockstar.

Dall’infanzia passando per l’adolescenza, John dimostrò in ogni occasione la sua passione per la batteria, passando dai fusti di latta all’ascolto smodato e appassionato di Gene Krupa, uno dei più importanti batteristi jazz che legò il suo nome alle fortune dell’orchestra di Benny Goodman.

Per mantenersi, John fece il carpentiere e tanti altri lavori pur di alimentare il sogno di suonare in una band. Suonò in tanti gruppi di Birmingham e dintorni: l’inizio di una carriera che si sarebbe rivelata nel giro di alcuni anni entusiasmante. La grande occasione non si fece attendere quando Robert Plant (che aveva conosciuto nei Band of Joy) gli chiese di entrare a far parte dei New Yardbirds con Jimmy Page e John Paul Jones, prima che cambiassero il nome in Led Zeppelin e dessero alle stampe nel 1969 due dischi che avrebbero cambiato la storia del rock (Led Zeppelin I e Led Zeppelin II, quest’ultimo scalzò dal primo posto delle classifiche di Billboard, Abbey Road dei Beatles).

Tecnica batteristica eccelsa, potente e incisiva quanto raffinata e precisa: John Bonham fece scuola e continua a essere un punto di riferimento per chiunque si avvicini allo strumento. Nella storia, su tutto, resterà il celeberrimo assolo di Moby Dick. « posto del piede destro ha le nacchere», confessò Jimi Hendrix a Robert Plant. Ancora, nel libro, Phil Collins, il batterista dei Genesis che lo avrebbe sostituito nella reunion sul palco del Live Aid nel 1985, racconta: «Rimasi sconcertato dal batterista. Faceva cose con la grancassa che non avevo mai visto prima. Mi ripromisi di tenere d’occhio questo John Bonham e ne seguii i progressi. Anche allora ebbe un’influenza importantissima sul mio modo di suonare». Ancora, il suo collega di band, il bassista John Paul Jones ricorda che durante un festival in cui si esibiva anche James Brown (uno degli idoli di Bonham) i tre batteristi dell’afroamericano vedendo la potenza di Bonzo rimasero increduli a fissarlo mentre suonava, chiedendosi com’era possibile che da solo facesse l’equivalente alle percussioni di quello che loro facevano in tre.

fu collezionista di macchine costosissime e spesso non aveva alcun timore a mostrare il lato più esuberante del suo carattere. In un’altra gustosa testimonianza Glen Matlock ricorda che durante un concerto dei suoi Sex Pistols e dei Damned successe il pandemonio: «Rimasi stupefatto quando vidi John in piedi dietro alla batteria con un ghigno rabbioso stampato sul viso. Se ne stava lì dritto e tutto impettito e partì con una violenta invettiva contro la band. Gridò: “Dove cazzo è andata la band? Hanno suonato solo quindici minuti. Noi suoniamo per tre ore, cazzo, perché siamo uomini veri, non un branco di smidollati. Fu così che John Bonham uscì dalla scena punk, accompagnato dall’idea che alla veneranda età di ventinove anni uno è già un vecchio hippy».

Irascibile (fu soprannominato The Beast, la bestia, per i suoi scatti d’ira indotti spesso dall’alcol), ma anche umilissimo. Come quando, dopo un concerto dei Police, per i quali stravedeva, si complimentò con il batterista, Stuart Copeland, mentre un giovane e spocchioso Sting gli diceva: «Ehi, attento a non calpestarmi le scarpe di camoscio blu», senza che il portentoso batterista battesse ciglio.

Dell’essere un batterista diceva: «Se il tuo sound si basa solo sulla tecnica, suonerai come chiunque altro. Ciò che conta è essere originale».
Questa raccolta di ricordi è stata pubblicata postuma alla morte di Mick Bonham avvenuta a 49 anni nel 2000. La moglie Linda ha curato la pubblicazione non facendo mistero di sottolineare: «<Coloro che conoscono più da vicino la nostra famiglia si renderanno conto che Mick ha dato un taglio leggero e spensierato alla sua storia, e ha taciuto parecchi ricordi, poiché di natura troppo intima e personale o troppo dolorosi: ad esempio, la descrizione da lui fornita della morte di John è concisa, poiché non riusciva a trovare le parole giuste per esprimere il suo dolore».

John “Bonzo” Bonham morì il 25 settembre 1980 soffocato dal suo stesso vomito. Aveva solo 32 anni. Il 4 dicembre dello stesso anno con un comunicato stampa i Led Zeppelin annunciavano al mondo intero la loro fine:«Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo».




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Una bellissima intervista..ricordi mitici
Grazie Jason 😘
A wonderful interview..mythical memories
Thank you Jason 😘
Jason Bonham
Jason Bonham ha detto di aver trovato nastri anonimi tra gli effetti personali di suo padre e ha ricordato la reunion dei Led Zeppelin del 2007
Jason Bonham ha discusso in una nuova intervista podcast di aver trovato nastri da bobina a bobina non contrassegnati tra gli effetti personali di suo padre John Bonham e ha ricordato come è avvenuta la riunione del 2007 dei Led Zeppelin.
Parlando al podcast The Vinyl Guide, Bonham ha detto di non aver ancora riprodotto nessuno dei nastri non contrassegnati che sono mix in studio inediti delle canzoni dei Led Zeppelin.
Che tu ci creda o no, a papà non piaceva affatto suonare a casa", ha detto Bonham al presentatore del podcast Nate Goyer. “Non aveva apparecchiature di registrazione. Abbiamo il suo vecchio Revox a due tracce ed era letteralmente solo per poter suonare i mix quando tornava dallo studio.
"Ho trovato una scatola di nastri, da bobina a bobina, a casa l'ultima volta che ci sono stato", ha detto Bonham. “Ma ho bisogno di far funzionare la macchina e collegarla, il che … lo conserverò per un episodio per YouTube, come 'Mettiamo in funzione questa cosa. Scopriamo se abbiamo qualcosa che non è ancora stato rilasciato.' Perché sono tutti non contrassegnati, questo è il meglio. Oppure si sono semplicemente deteriorati.
“Potrebbero semplicemente … li metti nella macchina e li cancella nel momento in cui premi start. Penso che dovessero farlo quando stavano facendo il missaggio di Knebworth. Dovevano cuocere il ... avevano solo i nastri U-matic e dovevano cuocere i nastri per preservare ciò che c'era lì. Immagina tutti i multitraccia che hanno, da un pollice a due pollici, seduti nella struttura di Jimmy o altro.
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La riunione di matrimonio dei Led Zeppelin del 1990 era decisamente non pianificata
Altrove nell'intervista podcast, Goyer ha chiesto a Bonham della riunione non pianificata dei Led Zeppelin al suo matrimonio il 28 aprile 1990.
"Sicuramente non era pianificato perché uno, se lo avessimo pianificato, mi sarei sicuramente assicurato che la mia batteria fosse sul palco e non quella di qualcun altro", ha detto Bonham. “La house band che suonava era davvero una mia buona amica, ma il batterista aveva un kit sonoro molto diverso da qualsiasi cosa avessi mai suonato. Sicuramente non eravamo preparati per questo. E probabilmente sarei rimasto molto più sobrio se avessi saputo che sarebbe successo alla fine della serata.
“Penso che volessero più fare una piccola commedia e l'hanno vista come... 'Dovremmo, sai, vuoi fare una jam?' Era un improvvisato "Siamo qui, vero?" Jonesy, il ragazzo aveva un basso Jazz, quindi era tipo 'Sì, OK, va bene.' E all'improvviso Jimmy fa il piccolo saluto e il ragazzo porta la sua Les Paul, ha portato con sé la chitarra. Dice "Non si sa mai". Sicuramente è stato improvvisato perché non avevo mai fatto nessuna di quelle canzoni in vita mia. Abbiamo fatto "Sick Again", abbiamo fatto "Bring It On Home". Ce n'erano un intero... quattro. Qualcuno l'ha contrabbandato ed è là fuori.
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La storia interna della reunion dei Led Zeppelin del 2007
Bonham ha anche parlato di come era stato pianificato lo spettacolo di reunion dei Led Zeppelin del 10 dicembre 2007 a Londra tenuto in onore di Ahmet Ertegun.
“Ho ricevuto una telefonata dal mio manager dell'epoca, che era un caro amico di Robert ed era uno dei capi dell'Atlantic in Europa. Ha detto 'Robert ti chiamerà, vuole uscire a cena con te, vuole chiederti qualcosa.'”
"Fino a quel momento, avevamo avuto un piccolo ostacolo lungo la strada, io e Robert, ed è stato probabilmente a causa del mio... A un certo punto, quando hanno fatto la riunione di Page e Plant e io ero probabilmente al massimo delle mie bevute, ci sono voluti un sacco di deglutizione perché ovunque andassi e ovunque suonassi, tutte le persone mi chiedevano 'Non sei abbastanza bravo per giocare con loro? Perché non te l'hanno chiesto? Quindi c'era sempre questo enorme... Non è come se fosse un dono di Dio...", ha detto Bonham.
“Siamo usciti a cena e poi abbiamo fatto una chiacchierata davvero, davvero, davvero bella che non farò... è stata una chiacchierata molto speciale. Fondamentalmente era una chat senza guanti. Era brutalmente onesto e io ero brutalmente onesto.
“E poi la prossima cosa che so, a marzo, arriva un'e-mail che dice 'Va bene, ci riuniremo il 10 giugno e faremo un piccolo gioco e vedremo cosa ne pensiamo.' E io sono tipo 'Chi è questo?' Hanno detto "Ecco un elenco di canzoni, scegli cinque canzoni da questo elenco". Quindi tutti hanno scelto qualcosa e io mi sono unito a loro.
“Suonavo, ero in tour. Quindi letteralmente ho dovuto trovare un altro batterista che mi sostituisse per alcuni concerti. Ero in Foreigner e stavamo aprendo per i Def Leppard e così sono tornato in Inghilterra e sono atterrato la mattina, sono entrato nella stanza, ho sistemato la batteria e poi ho avuto circa un'ora e mezza chiudendo gli occhi sul pavimento dietro la batteria e poi sono arrivati.
“È stato bello vedere tutti e dire 'Cosa vuoi suonare allora?' e Jimmy ha detto "Cominciamo con qualcosa di facile, che ne dici di Houses Of The Holy?" E ho detto 'Non era sulla lista!' E lui ha detto 'Oh, stai zitto!' E questo è tutto, la prima cosa [abbiamo suonato]. Non era sulla lista, ci siamo entrati. Era proprio come 'Sì, ecco qua.' Avrei dovuto saperlo, non fidarti della lista.
“E poi ne abbiamo fatti un altro paio e abbiamo fatto 'Kashmir'. Alla fine, Jimmy si è voltato e ha detto: "Beh, è ​​bello come sembra, Jason". E Robert ha detto 'Fenomenale, OK ragazzi. Jimmy, ti parlerò tra una settimana. Jason, resta, Jimmy vuole parlarti di una cosa. Devo scappare.' L'ho abbracciato e poi John Paul Jones ha detto 'Va bene, ci vediamo più tardi, ciao, è stato fantastico suonare con te'. E Jimmy ha detto 'Va bene, come vuoi... voglio fare questo concerto, ti piacerebbe suonare la batteria con i Led Zeppelin?'”
"Dio mio. E c'era qualcosa in più. In realtà stavamo pensando di fare altre cose... Abbiamo avuto sei settimane di prove".
“Sono uscito con loro tre, una sera. Siamo stati in questo ristorante indiano. Amiamo il cibo indiano e Robert era entusiasta, ha detto 'Oh, conosco questo posto.' Era un autentico ristorante indiano perché dovevamo condividere un tavolo con un'altra famiglia. Continuavo a dire 'Oh mio Dio, è così... quei ragazzi non hanno idea che stiamo parlando di riformare i Led Zeppelin e stanno chiedendo, puoi passare i poppadoms per favore? Grazie mille.' Continuavo a pensare 'Oh mio Dio, nessuno ha idea di cosa stiamo pianificando a questo tavolo'".
"Ho sempre detto che se avessimo suonato così la prima sera, tutti dicevano immagina come sarebbe stata la quarta notte o immagina cosa avremmo fatto a metà del tour".
“Avevamo provato 'You Shook Me' e penso che l'abbiamo lasciato cadere all'ultimo minuto. Ricordo di aver detto loro 'Forse fate la vostra parte acustica perché poi siete solo voi ragazzi. In realtà sono solo i tre ragazzi davanti che suonano acusticamente.' E loro hanno detto 'Perché dovremmo volerlo fare?'”
“Dicono 'Cosa vuoi sentire?' Ho detto "Mi piacerebbe sentire Going To California". Quindi, ero lì, in una sala prove, nessun altro in giro, stavamo per andarcene e loro hanno preso gli strumenti acustici, si sono seduti sul divano e hanno cantato "Going To California" per me. Solo loro nella stanza e poi 'Tangerine' da soli".

"Quindi, ero lì, in una sala prove, nessun altro in giro, stavamo per andarcene e loro hanno preso gli strumenti acustici, si sono seduti sul divano e hanno cantato “Going To California” per me. Solo loro nella stanza e poi “Tangerine“, da soli."..beh per me queste parole racchiudono MAGIA PURA..quella emozione che Jason ha tagliato con il coltello quanto era spessa e luminosa🥰🌹..grazie Jason il tuo papà ha vissuto con te quel momento.

https://youtu.be/KrZOUnmPSvQ
https://ledzepnews.com/.../jason-bonham-said-he-found.../...
https://ledzepnews.com/.../jason-bonham-said-he-found.../... 


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Jason parla della sua conversazione con Robert e del perché Robert non avrebbe fatto più reunion show. Questo dimostra quanto Robert amasse Bonzo.
"Abbiamo fatto sei settimane di prove per uno show, quindi stavo pensando che dovremmo fare di più", ma dopo essersi unito a Plant per una partita di calcio in Inghilterra, Jason ha scoperto che non sarebbe stato così.
"Al ritorno ho detto [a Pianta], 'Devo chiedertelo... Rimetteremo insieme la band? '". "E lui disse: 'Ho amato tuo padre troppo. Non è mancanza di rispetto nei tuoi confronti; Tu conosci la roba meglio di tutti noi, e nessun altro vivo può suonarla come te. Ma non è la stessa cosa. Non posso uscire e fingere. Non posso essere un jukebox. Non posso andare là fuori e provare a farlo così. ” Bonham aggiunge che Plant si sentiva fortemente per la dichiarazione di Zep poco dopo la morte del padre nel 1980 che la band era davvero finita.
"Mi ha detto: 'Quando tuo padre ci ha lasciati, ha lasciato il mondo, è finita per i Led Zeppelin. Non potevamo fare quello che hanno fatto gli Who. Era troppo vitale. »
"E l'ho preso. Mi stava benissimo. Mio padre e Robert, si conoscevano da quando avevano, tipo, 15 anni. Era molto più profondo per [Plant]. Quindi mi andava bene. È stato un bel momento, e concludere così, con quel grande concerto, è stato meglio così. [Plant] ha detto: "Dovevamo fare un altro grande concerto, e poi magari metterlo a tacere. '"




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https://www.cheatsheet.com/entertainment/led-zeppelin-john-bonhams-favorite-hobby-made-someone-mistake-him-for-a-farmer.html/?fbclid=IwAR2KwbQ7xyThflGMB9i6bHo3dLwFeVe1d1f8V6il8LAUmR1_ZaD8rV9qP-U

Led Zeppelin: l'hobby preferito di John Bonham ha fatto sì che qualcuno lo scambiasse per un contadino
il modo di suonare la batteria di John rispecchiava
il suo personaggio Bonzo Almeno quando andava in tour con la band. Una volta ha speso $ 85.000 in contanti su un'auto mentre era in tournée solo per mettere in imbarazzo il venditore. Eppure un hobby di Bonham mentre era a casa si è rivelato una grande passione. Lo ha dimostrato un caso di identità errata da parte della fidanzata del bassista dei Rolling Stones Bill Wyman.
L'hobby di John Bonham che allevava bestiame e tori ha portato a un caso di identità errata
Bonham si è guadagnato il soprannome di Bonzo prima di entrare a far parte dei Led Zeppelin. Il batterista è stato all'altezza mentre era in viaggio con la band. Ha spesso affrontato la noia della vita on the road e l'adrenalina di fare concerti sold-out con l'alcol. E quando Bonham si serviva troppo, spesso ne seguivano guai.
Quel lato selvaggio era in netto contrasto con il lato più casalingo di Bonham. Il batterista dei Led Zeppelin ha vissuto una normale vita domestica quando non era in viaggio. Uno degli hobby di Bonham - allevare bovini e tori - era una passione tanto quanto suonare la batteria o il biliardo.
La passione di Bonham ha portato a un caso di identità errata. Il tour manager dei Led Zeppelin Richard Cole ha detto che la fidanzata del bassista dei Rolling Stones Bill Wyman ha scambiato Bonham per un contadino mentre si vantava del suo bestiame durante un volo (secondo l' autore di Beast CM Kushins).
“John [era] raggiante di orgoglio come un padre che parla dei suoi figli. Sull'aereo indossava una tuta e un cappello a tesa larga che qualsiasi contadino avrebbe potuto utilizzare come riparo diurno dal sole. La ragazza di Wyman si sporse [e chiese], 'Perché ragazzi avete portato quel contadino con voi? Lavora in una delle proprietà dei ragazzi?'”
Bonham era orgoglioso dei suoi hobby lontani dalla batteria
Bonham non sapeva che il suo hobby ha portato la ragazza di Wyman a pensare che fosse un contadino. Potrebbe non averlo preso come un distintivo d'onore se l'avesse fatto. Il batterista era orgoglioso dei suoi sforzi senza suonare la batteria.
Quando acquistò la fattoria dove allevava tori e bestiame, l'ex carpentiere raccolse un martello e aiutò a fare lavori di ristrutturazione. Bonham amava passare il tempo con la sua collezione di auto, che andava ben oltre la Rolls Royce per cui pagava in contanti. Amava passare il tempo con la sua famiglia e insegnare a suo figlio Jason a suonare la batteria.
Come scrive Kushins in Beast , Bonham ha assunto un allevatore professionista per aiutarlo ad allevare il suo bestiame, ma il batterista non era uno spettatore. Partecipava con entusiasmo al suo hobby.
"Per un ragazzo che si guadagnava da vivere sbattendo le pelli di tamburo, sono rimasto stupito dall'affetto che Bonzo ha mostrato per il bestiame", ha detto Cole (per Kushins). "'È diverso dal suonare musica, ovviamente', mi ha detto, 'ma provo lo stesso senso di realizzazione per quello che ho fatto con questi tori.'"
Il batterista non ha sentito la ragazza di Wyman fare il commento del contadino, ma probabilmente non gli sarebbe importato se l'avesse fatto. Bonham prendeva sul serio il suo hobby ed era orgoglioso di ciò che aveva realizzato con i suoi tori e il suo bestiame.
Il batterista dei Led Zeppelin possedeva un lato sentimentale che la gente raramente vedeva
Sebbene potesse essere distruttivo, birichino, violento e impulsivo, Bonham possedeva anche un lato più sentimentale.
I Led Zeppelin hanno girato l'Australia e la Nuova Zelanda solo una volta nella loro carriera. Dopo la fine del concerto di Auckland, la zia di Bonham, Dorothy, che ha lasciato l'Inghilterra quando lui era bambino, ha trovato suo nipote ad aspettarla nel backstage, scrive Kushins. Bonham ha regalato a sua zia il disco d'oro che ha ricevuto per le vendite dei Led Zeppelin I in Australia in un premuroso esempio del suo lato tenero .
Non c'è dubbio che il lato Bonzo della sua persona sia emerso con il comportamento selvaggio nei tour dei Led Zeppelin. Ma l'hobby di John Bonham ha dimostrato che la facciata di Bonzo nascondeva un individuo profondamente appassionato e premuroso.

https://www.cheatsheet.com/entertainment/led-zeppelin-john-bonhams-favorite-hobby-made-someone-mistake-him-for-a-farmer.html/?fbclid=IwAR2KwbQ7xyThflGMB9i6bHo3dLwFeVe1d1f8V6il8LAUmR1_ZaD8rV9qP-U


https://www.cheatsheet.com/entertainment/led-zeppelin-john-bonham-bonzo-nickname.html/

Le origini del soprannome "Bonzo" del batterista dei Led Zeppelin John Bonham

Si sedeva dietro una batteria nella parte posteriore, ma John Bonham era una forza trainante nei Led Zeppelin . Il suo modo di suonare potente è emerso negli album e i suoi assoli nei concerti sono quasi leggendari. Anche Bonham si è difeso da solo: ha chiamato Jimmy Page mentre registrava il classico "Stairway to Heaven". Apparentemente aveva una grande personalità, ma l'origine del soprannome "Bonzo" di Bonham è anteriore ai suoi giorni di Zeppelin. 

John Bonham aveva una reputazione per il comportamento selvaggio

Bonham ha battuto positivamente la sua batteria mentre suonava. Si agitò e colpì forte. Sembrava essere in grado di colpire simultaneamente ogni parte del suo kit. Lo stile di Bonham ha dato ai Led Zeppelin un fragoroso controtempo.

Il batterista sembrava selvaggio dietro il kit e Bonham aveva una meritata reputazione di uomo selvaggio lontano dal palco. Era un forte bevitore che sembrava divertirsi a provocare il caos. Il tour manager dei Led Zeppelin ha rotto due volte il naso a Bonham per evitare che il batterista finisse in guai seri mentre era ubriaco. 

Tra il suo modo di suonare e il suo comportamento, il soprannome Bonzo di Bonham sembrava calzare a pennello. Potrebbe far venire in mente la parola Gonzo, il titolo autoapplicato dell'autore Hunter S. Thompson per il suo marchio di giornalismo a rotta di collo. Scambia la G con una B e, voilà, il soprannome perfetto per il leggendario batterista dei Led Zeppelin.

Tuttavia, le origini del soprannome di Bonham sono antecedenti ai suoi giorni con i Led Zeppelin e provengono da un luogo innocente.

Il soprannome Bonzo di Bonham ha un'origine addomesticata che precede i suoi giorni da Led Zeppelin

https://youtu.be/IOb8otk7Y0U

Il comportamento di Bonham alla fine ha portato alla sua morte. Morì nel sonno nel settembre 1980 dopo una giornata di forti bevute, che più o meno costrinse Zep a gettare la spugna.

Ma il soprannome di Bonzo non aveva nulla a che fare con lo stile di vita dei Led Zeppelin di Bonham. Come scrive George Case in Led Zeppelin FAQ , le origini del soprannome di Bonham sono iniziate molto prima che diventasse un famoso batterista:

“È stato dato a Bonham da adolescente a Birmingham, [Inghilterra], in riferimento a un personaggio dei cartoni animati britannico di lunga data creato da George Studdy. L'immaginario Bonzo era un adorabile cucciolo raffigurato in una varietà di innocenti disavventure, e la somiglianza del suo nome e del suo carattere con il giovane percussionista ha reso inevitabile il soprannome.

John Bonham si è guadagnato il soprannome di Bonzo da bambino

 Bonham non era l'unico Bonzo in Gran Bretagna negli anni '60. Case scrive che la Bonzo Dog Doo-Dah Band, un gruppo comico musicale inglese, era all'apice della sua popolarità negli anni '60, proprio quando i Led Zeppelin si lanciavano nella stratosfera.

Il batterista è diventato il Bonzo più famoso per le sue capacità

Il soprannome di Bonham ha avuto origine da un luogo più addomesticato di quanto suggerirebbe il suo comportamento successivo. Quando si trattava di musica, lo stile selvaggio di Bonzo dietro il kit ha portato a diverse esibizioni leggendarie.

Jimmy Page ha mentito su come l'ha registrato, ma Bonham ha scritto una delle migliori tracce di batteria di sempre in "When the Levee Breaks". Al batterista non è piaciuto essere spinto da Page durante la registrazione di "Stairway to Heaven", ma il processo ha funzionato. Bonham ha incanalato la sua rabbia nel fornire la parte di batteria definitiva sotto l'assolo di Page.

Anche il cantante degli Zep Robert Plant ha elogiato Bonham per il suo lavoro in "Achilles Last Stand". Plant ha definito la batteria di Bonzo non umana (in senso buono), e la canzone rimane una delle tracce distintive del cronometrista.

Il soprannome Bonzo di John Bonham deriva da un cane dei cartoni animati, ma ha fatto suo il nome con il suo leggendario modo di suonare la batteria.

https://www.blogger.com/blog/post/edit/768228516587029319/2587947219601505010

https://www.cheatsheet.com/entertainment/robert-plant-john-bonham-drumming-led-zeppelin-track-sound-human.html/

Robert Plant una volta ha detto che la batteria di John Bonham in 1 canzone dei Led Zeppelin non suonava umana, e ha ragione

 quando si sente la batteria di Bonham in una canzone che il cantante degli Zep Robert Plant ha detto che non suonava umana.

Robert Plant ha detto che una traccia di batteria di John Bonham era così bella che "nessuno poteva credere che un essere umano potesse farla"

Bonham ha creato diverse parti di batteria straordinarie durante il suo periodo con i Led Zeppelin. 

Manca due delle otto canzoni del seminale Led Zeppelin IV , ma lascia comunque il segno. Bonham poteva fare solo due riprese di "Four Sticks", ma ha inchiodato il ritmo complicato con cui suonava - aspettalo - quattro bacchette. Alcune ingegnose tecniche di registrazione elevano il suo ritmo in "When the Levee Breaks" da semplicistico a epico.

Ogni album dei Led Zeppelin includeva Bonzo che lasciava il segno. Tuttavia, Plant ha indicato la batteria di Bonham in "Achilles Last Stand" di Presence come forse il suo coronamento. Era una "traccia di Bonzo in cui nessuno poteva nemmeno credere che un essere umano potesse farlo", disse una volta Plant, per Far Out . 

Un ascolto chiarisce che "Achilles Last Stand" è uno dei migliori esempi delle capacità di batteria di Bonham.

Plant ha ragione: "Achilles Last Stand" è una delle migliori percussioni di Bonham

https://youtu.be/1t4KLOm7pO0

Bonham ha raggiunto diverse vette come batterista durante il suo periodo con i Led Zeppelin, ma "Achilles Last Stand" potrebbe essere il suo momento migliore. È un tour de force fino in fondo.

Bonzo ha affrontato tempi in chiave difficili su canzoni come "Four Sticks" e "The Crunge". Fa lo stesso di nuovo in "Achilles", passando da 4/4 a 5/4 negli oltre 10 minuti della canzone. Quasi non appena Bonham si unisce alla canzone, tratta l'ascoltatore con rapidi riempimenti di rullante. Più tardi, quando Jimmy Page emette rapidamente un riff transitorio, Bonham lo abbina a ritmi di mitragliatrice che mette a segno altrettanto rapidamente. Bonham varia più volte il suo rullante arrotolato e il suo fragore di piatti durante la canzone, e si unisce perfettamente alla canzone dopo ognuno di essi.

La batteria di Bonham è impressionante anche quando è circondata dall'esercito di chitarre di Page, dalla voce di Plant e dalla base di John Paul Jones. L'ascolto della traccia di batteria isolata (tramite YouTube ) rende il lavoro con le bacchette di Bonham ancora più ispirato.

Plant ha ragione: la batteria di Bonham in "Achilles Last Stand" non suona umana. La maggior parte dei batteristi farebbe fatica a replicare i cambi di tempo, il ritmo propulsivo e i riempimenti a rotta di collo. La sua reputazione di potente cronometrista non è mai stata messa in discussione, ma la canzone epica ha dimostrato quanto fossero eccellenti le capacità di percussionista di Bonham. 

'La reputazione di Presence è cresciuta nel corso degli anni

L'epico “Achilles Last Stand” dà il via a Presence con il botto, ma non è stato facile. Il bassista dei Led Zeppelin Jones non pensava che avrebbe funzionato a causa del suo complicato arrangiamento e delle chitarre stratificate di Page. In effetti, Page ha avuto difficoltà a suonare la canzone dal vivo senza l'aiuto di chitarre extra.  

Altrove nell'album, Plant ha chiamato Page e il manager dei Led Zeppelin con un ritornello selvaggio su "Hots on for Nowhere". Presence termina con il lento blues di "Tea for One". Zep ha incluso alcuni momenti spensierati nell'album ("Royal Orleans" e "Candy Store Rock"), ma è probabilmente l'album più oscuro ed emotivamente pesante della band.

Presence è diventato disco d'oro in un mese e disco di platino in sei settimane, secondo la Recording Industry Association of America , ma non ha eguagliato il successo di vendite dei primi lavori dei Led Zeppelin. Tuttavia, l'album ha una buona dose di fan che sorprendono Page con il loro amore per esso. La batteria di John Bonham in "Achilles Last Stand", impressionante ad ogni angolo, potrebbe essere una delle ragioni per cui l'album ha un seguito così forte.



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https://www.cheatsheet.com/entertainment/jimmy-page-reason-led-zeppelin-replace-john-bonham.html/

Jimmy Page una volta spiegò il motivo per cui i Led Zeppelin non potevano sostituire John Bonham

Il chitarrista Jimmy Page ha messo insieme i Led Zeppelin dalle ceneri degli Yardbirds, e il quartetto è diventato rapidamente una delle più grandi band di tutti i tempi. Ogni membro ha portato sul palco il proprio considerevole talento, incluso il batterista John Bonham. Altri batteristi lo considerano il più grande batterista di sempre , e i suoi compagni di band sembravano essere d'accordo. I Led Zeppelin si sono sciolti piuttosto che soldati dopo la morte di Bonham, e una volta Page ha rivelato il vero motivo per cui non potevano sostituirlo.

I Led Zeppelin si sono sciolti piuttosto che sostituire il batterista John Bonham

Il bassista John Paul Jones ha formato la sezione ritmica dei Led Zeppelin insieme a Bonham. Ha rivelato un'importante critica alla batteria di Bonzo anni dopo, ma JPJ ha anche valutato Bonham come un musicista fiducioso la prima volta che gli Zep hanno suonato insieme. Jones era perfetto.

La potente tecnica e l'esperto cronometraggio di Bonham su canzoni come "Four Sticks", "In My Time of Dying" e l'assolo di batteria dal vivo "Moby Dick" hanno dato ai  Led Zeppelin un suono distintivo.

Bonham morì improvvisamente nel 1980 alla vigilia di un tour, ei Led Zeppelin decisero di sciogliersi piuttosto che sostituirlo con un nuovo cronometrista. Page una volta ha rivelato che non è stata solo la tecnica di Bonham a costringere la band a farla finita.

Jimmy Page una volta ha rivelato che non erano solo le abilità di batterista di Bonham che i Led Zeppelin non potevano sostituire

https://youtu.be/HA1gytJDo_E
La musica dei Led Zeppelin potrebbe non essere ciò che viene in mente quando si sente il termine "jam band". La band ha pubblicato i suoi primi tre album in studio in poco più di 20 mesi, e il loro debutto è avvenuto in un lasso di tempo sorprendente , ma gli Zeppelin sono sopravvissuti al tour. 

Come una volta Page ha rivelato a David Letterman (tramite YouTube ), i Led Zeppelin non potevano sostituire John Bonham perché le loro canzoni hanno preso una nuova vita on the road:

"Il fatto è che, sai, avevamo pubblicato i dischi e abbiamo inserito quelle canzoni nel set [live], è stato quasi come un altro inizio, un secondo vento per quelle canzoni perché cambiavano ogni sera con l'improvvisazione che Non c'era modo, con la quantità di lavoro e di mutazione che era andata avanti con quelle canzoni, che potessimo dire a un altro batterista: "Puoi imparare questo e quel pezzo?" Semplicemente non funzionerebbe.

Jimmy Page spiega perché i Led Zeppelin non sono riusciti a sostituire John Bonham

 Non era solo la tecnica di Bonzo che non poteva essere replicata. I Led Zeppelin non hanno potuto sostituire Bonham perché è stato lui a dare forma alle canzoni in quello che sono diventate. Era un quarto di un'unità che condivideva una mente quando suonavano dal vivo. Gli Zep hanno sviluppato quella mentalità collettiva suonando insieme per 12 anni. Non c'era modo che un nuovo arrivato potesse duplicare la conoscenza radicata di Bonham di come Page, Jones e il cantante Robert Plant si esibissero dal vivo.

Bonzo non si preoccupava della precisione nel suo modo di suonare

https://youtu.be/IOb8otk7Y0U

Bonham in genere si unisce alla conversazione quando si parla dei migliori batteristi della musica rock. Il suo stile è quasi immediatamente identificabile, ma non si è mai preoccupato troppo della sua tecnica di batteria . Preferiva suonare in base ai sentimenti e alle emozioni che si adattavano alla canzone piuttosto che esibirsi sempre secondo il libro. Bonzo suonava la batteria in un modo che servisse alle canzoni, non impressionasse gli altri batteristi.

In effetti, Bonham non si è mai preoccupato di sbagliare durante i numerosi assoli di batteria che ha suonato in concerto. Se inciampava durante la sua esibizione, era segno che aveva provato qualcosa di nuovo. Faceva parte dell'evoluzione della canzone che Page ha detto essere la ragione per cui i Led Zeppelin non hanno potuto sostituire John Bonham quando è morto.


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https://www.cheatsheet.com/entertainment/why-led-zeppelins-john-bonham-was-the-greatest-drummer-according-to-lars-ulrich.html/

Perché John Bonham dei Led Zeppelin è stato il più grande batterista, secondo Lars Ulrich



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https://www.cheatsheet.com/entertainment/why-led-zeppelins-john-bonham-considered-drum-solo-blunders-to-be-a-good-sign.html/

Perché John Bonham dei Led Zeppelin considerava gli errori di assolo di batteria "un buon segno"


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https://www.cheatsheet.com/entertainment/led-zeppelin-john-paul-jones-major-criticism-john-bonhams-drumming.html/

John Paul Jones dei Led Zeppelin ha avuto 1 grande critica alla batteria di John Bonham

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https://www.cheatsheet.com/entertainment/john-paul-jones-john-bonham-led-zeppelins-first-meeting.html/

Come John Paul Jones ha valutato John Bonham al primo incontro dei Led Zeppelin


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"ma non so cantare come Robert Plant. Nessuno può."
Chris Robinson
..lui ha cantato e suonato con jimmy Page..
"Custard Pie"
Jimmy Page e The Black Crowes che fanno "Custard Pie"
“Quindi è stato bello che anche Jimmy, Jimmy dicesse, 'Fai le tue cose. Fare ciò che sai fare.' Lo sento di tanto in tanto mentre andiamo in giro, Earle Bailey lo suonerà su Deep Tracks su Sirius XM, e suonerà come "Custard Pie" come hai detto tu, e io dirò: "Huh, è piuttosto fantastico, Uomo. Abbiamo fatto un buon lavoro'. E Robert mi ha detto che ho fatto un buon lavoro, quindi mi ha dato la sua benedizione, quindi è tutto ciò di cui avevo bisogno.
The Black Crowes & Jimmy Page - Custard Pie.
si..nessuno può cantare come Robert Plant, perchè non è solo canto..è chimica🥰

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Led Zeppelin - ''Bring it on Home'' (Bath festival & Royal Albert Hall)1970,Remasreted by RudenkoArt
Led Zeppelin - We're Gonna Groove (January 9, 1970) Royal Albert Hall
LED ZEPPELIN LIVE 8mm - LA Forum Aug. 21, 1971 - ORIGINAL FILM
LED ZEPPELIN LIVE 8mm - LA Forum Sept. 4, 1970 "Blueberry Hill" - THE FILM
Eddie Vincent
sono geniali...portavano tutto ad altro livello..quello primordiale..il sottosopra universale..
Led Zeppelin-Live @ Royal Albert Hall, January 9, 1970, Part 9



geniali...portavano tutto ad altro livello..quello primordiale..il sottosopra universale..
Nessuno come Bonzo
dopo di lui nessuno più riuscirà a tenere così bene il palco ed a essere così determinante
...e quando è scomparso..noi abbiamo pianto..abbiamo capito che il palco si sarebbe chiuso..
la nostra brama di vederli ancora insieme si mescolava a quello che non poteva più essere...Robert, Jimmy e Jonsey lo avevano detto chiaro...i LED chiudono..
certo abbiamo sperato in reunion ma come ha sempre detto Robert..niente poteva essere come prima..
non c'entra la genialità della musica..
il legame che li univa era fatto soprattutto di alchimie emozionali, batture di ciglia, schioccar di dita..era fatto di sensibilità ,di universalità,di complicità..
molte volte sul palco quando magari le performance non erano delle migliori,
usciva sempre LUI Bonzo,dalle sue mani creava e distruggeva,ricreava e inventatava..erano in sintonia emotiva
e tutto questo hanno fatto i LED ZEPPELIN..
quattro ragazzi primordiali che hanno fatto la storia..
Qualcuno ha scritto..
"Molte band hanno fatto rock, poche band hanno fatto storia..
I LED ZEPPELIN non si sono accontentati e hanno fatto tutte e due le cose"..
e Robert dal canto suo..riteneva il suono di John non umano...e di questo credo che se ne intendeva..come del resto Jimmy e Jonsey..
tutti per uno e uno per tutti..
ed io approvo





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Si inizia con Rock and Roll, in cui Percy suona molto bene; Sick Again suona molto bene e il pubblico sembra apprezzarla; subito dopo Sick Again Percy spiega al pubblico che l'uscita del nuovo album è stata ritardata, quindi ci saranno nuove canzoni per la serata; Over the Hills and Far Away suona più familiare al pubblico, con una strana introduzione di batteria da parte di Bonzo, ed è qui che il dito rotto di Jimmy inizia a interferire con la performance.
Questo spettacolo si rivela speciale quando iniziano con When the Levee Breaks, suonata per la prima volta dal vivo!!! Naturalmente, il dito di Jimmy disturba ancora la sua performance, ma è comunque grandiosa
The Wanton Song, come When the Levee Breaks, viene eseguita per la prima volta dal vivo e ha un suono straordinario! Uno dei momenti salienti della serata (a parte l'assolo di chitarra, che non è un granché); Jonesy sfrutta il poco tempo a disposizione per i riflettori regalandoci un'incredibile jam in No Quarter; Trampled Under Foot suona molto forte, e il pubblico la adora!
In My Time of Dying è sorprendente come in studio, e ancora una volta il pubblico si diverte molto, l'atmosfera dello show si alza molto dopo la sua esecuzione.
Stairway to Heaven viene applaudita con grande entusiasmo ai primi accordi e Jimmy la esegue correttamente nonostante il suo dito.
Il bis prevede un minuto di Whole Lotta Love, che, a causa della registrazione, non si sente per niente, poi si passa a Black Dog, con epici cambi di linea da parte di Percy.
When The Levee Breaks - Led Zeppelin live at Brussels (1/12/1975)

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https://xl.repubblica.it/articoli/john-bonham-bonzo-gli-zeppelin-e-il-fratello-mick/9030/

JOHN BONHAM: BONZO, GLI ZEPPELIN E IL FRATELLO MICK


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https://auralcrave.com/2023/02/02/cosa-resta-delleredita-di-john-bonham/?utm_content=cmp-true

Cosa resta dell’eredità di John Bonham

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https://suonarelabatteria.it/il-suono-di-batteria-di-john-bonham-ab0fb37e5690

Il Suono di Batteria di John Bonham

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https://www.blogger.com/blog/post/edit/768228516587029319/8409966243638767267


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 https://xl.repubblica.it/articoli/john-bonham-bonzo-gli-zeppelin-e-il-fratello-mick/9030/

Il celebre batterista “che al posto del piede destro aveva le nacchere”, come disse Jimi Hendrix, nel libro “privato” scritto dal fratello Mick John Bonham

«Durante i primi anni mi accorsi che John aveva la passione di percuotere gli oggetti: barattoli di biscotti, scatole di dolcetti, qualsiasi cosa producesse un suono. Per me quello fu un periodo particolarmente stressante, perché scoprii che anch’io facevo parte della finta batteria di John. Ma fu quello l’inizio della carriera di batterista di John “Bonzo” Bonham!». Mick Bonham non fu solo disc jockey, scrittore e fotografo, ma anche e soprattutto il fratello minore del più grande batterista della storia del rock.
Con lui condivise tutto e il fratellone batterista dei Led Zeppelin non gli fece mancare mai affetto e riconoscenza. Lo difendeva nelle risse, si faceva in due per assicuragli il rispetto dei suoi amici e riusciva anche ad accollarsi le colpe che non fossero le sue. «Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».bonham 3

Questa e tante altre testimonianze sono contenute nel libro John Bonham, il motore dei Led Zeppelin  (Arcana, p.p.256, euro 23,00) nella traduzione di Marco Lascialfari, con inserto fotografico e 50 scatti inediti di Mick. Più che essere una biografia il libro è un ritratto di famiglia (c’è anche uno scritto della sorella Deborah in appendice), un diario intimo e confidenziale che mostra i lati nascosti e poco conosciuti, la bontà d’animo e le fragilità umane di un musicista imponente, God of Thunder, il dio del tuono lo soprannomineranno in seguito. Un gigante buono e generoso, nonostante la fama negativa che lo accompagnerà. Gli occhi che lo scrutano non sono quelli di un estraneo, ma di un fratello che non può far altro che rendere pubblica l’umanità di un artista, sottacendo con un pizzico di ironia i lati più controversi, i luoghi comuni di quella perdizione che affligge da sempre, come una maledizione, la vita delle rockstar.

1970, da sin.: John Bonham, Robert Plant, Sandie Denny e Jimmy Page

1970, da sin.: John Bonham, Robert Plant, Sandy Denny e Jimmy Page

Dall’infanzia passando per l’adolescenza, John dimostrò in ogni occasione la sua passione per la batteria, passando dai fusti di latta all’ascolto smodato e appassionato di Gene Krupa, uno dei più importanti batteristi jazz che legò il suo nome alle fortune dell’orchestra di Benny Goodman.

Per mantenersi, John fece il carpentiere e tanti altri lavori pur di alimentare il sogno di suonare in una band. Suonò in tanti gruppi di Birmingham e dintorni: l’inizio di una carriera che si sarebbe rivelata nel giro di alcuni anni entusiasmante. La grande occasione non si fece attendere quando Robert Plant (che aveva conosciuto nei Band of Joy) gli chiese di entrare a far parte dei New Yardbirds con Jimmy Page e John Paul Jones, prima che cambiassero il nome in Led Zeppelin e dessero alle stampe nel 1969 due dischi che avrebbero cambiato la storia del rock (Led Zeppelin I e Led Zeppelin II, quest’ultimo scalzò dal primo posto delle classifiche di Billboard, Abbey Road dei Beatles).bonham 5

Tecnica batteristica eccelsa, potente e incisiva quanto raffinata e precisa: John Bonham fece scuola e continua a essere un punto di riferimento per chiunque si avvicini allo strumento. Nella storia, su tutto, resterà il celeberrimo assolo di Moby Dick. « posto del piede destro ha le nacchere», confessò Jimi Hendrix a Robert Plant. Ancora, nel libro, Phil Collins, il batterista dei Genesis che lo avrebbe sostituito nella reunion sul palco del Live Aid nel 1985, racconta: «Rimasi sconcertato dal batterista. Faceva cose con la grancassa che non avevo mai visto prima. Mi ripromisi di tenere d’occhio questo John Bonham e ne seguii i progressi. Anche allora ebbe un’influenza importantissima sul mio modo di suonare». Ancora, il suo collega di band, il bassista John Paul Jones ricorda che durante un festival in cui si esibiva anche James Brown (uno degli idoli di Bonham) i tre batteristi dell’afroamericano vedendo la potenza di Bonzo rimasero increduli a fissarlo mentre suonava, chiedendosi com’era possibile che da solo facesse l’equivalente alle percussioni di quello che loro facevano in tre.


Bonzo non disdegnò ogni tipo di eccesso (alcol su tutto), fu collezionista di macchine costosissime e spesso non aveva alcun timore a mostrare il lato più esuberante del suo carattere. In un’altra gustosa testimonianza Glen Matlock ricorda che durante un concerto dei suoi Sex Pistols e dei Damned successe il pandemonio: «Rimasi stupefatto quando vidi John in piedi dietro alla batteria con un ghigno rabbioso stampato sul viso. Se ne stava lì dritto e tutto impettito e partì con una violenta invettiva contro la band. Gridò: “Dove cazzo è andata la band? Hanno suonato solo quindici minuti. Noi suoniamo per tre ore, cazzo, perché siamo uomini veri, non un branco di smidollati. Fu così che John Bonham uscì dalla scena punk, accompagnato dall’idea che alla veneranda età di ventinove anni uno è già un vecchio hippy».

Irascibile (fu soprannominato The Beast, la bestia, per i suoi scatti d’ira indotti spesso dall’alcol), ma anche umilissimo. Come quando, dopo un concerto dei Police, per i quali stravedeva, si complimentò con il batterista, Stuart Copeland, mentre un giovane e spocchioso Sting gli diceva: «Ehi, attento a non calpestarmi le scarpe di camoscio blu», senza che il portentoso batterista battesse ciglio.

Mick e John

Mick e John

Dell’essere un batterista diceva: «Se il tuo sound si basa solo sulla tecnica, suonerai come chiunque altro. Ciò che conta è essere originale».
Questa raccolta di ricordi è stata pubblicata postuma alla morte di Mick Bonham avvenuta a 49 anni nel 2000. La moglie Linda ha curato la pubblicazione non facendo mistero di sottolineare: «<Coloro che conoscono più da vicino la nostra famiglia si renderanno conto che Mick ha dato un taglio leggero e spensierato alla sua storia, e ha taciuto parecchi ricordi, poiché di natura troppo intima e personale o troppo dolorosi: ad esempio, la descrizione da lui fornita della morte di John è concisa, poiché non riusciva a trovare le parole giuste per esprimere il suo dolore».

Mick Bonham

Mick Bonham

John “Bonzo” Bonham morì il 25 settembre 1980 soffocato dal suo stesso vomito. Aveva solo 32 anni. Il 4 dicembre dello stesso anno con un comunicato stampa i Led Zeppelin annunciavano al mondo intero la loro fine:«Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo».

cop
John Bonham
Il motore dei Led Zeppelin
Mick Bonham
Arcana Edizioni
p.p. 256, euro 23

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http://www.we-rock.info/news/john-bonham-bonzo-gli-zeppelin-il-fratello-mick/

«Durante i primi anni mi accorsi che John aveva la passione di percuotere gli oggetti: barattoli di biscotti, scatole di dolcetti, qualsiasi cosa producesse un suono. Per me quello fu un periodo particolarmente stressante, perché scoprii che anch’io facevo parte della finta batteria di John. Ma fu quello l’inizio della carriera di batterista di John “Bonzo” Bonham!». Mick Bonham non fu solo disc jockey, scrittore e fotografo, ma anche e soprattutto il fratello minore del più grande batterista della storia del rock.

Mick e John
Mick e John

Con lui condivise tutto e il fratellone batterista dei Led Zeppelin non gli fece mancare mai affetto e riconoscenza. Lo difendeva nelle risse, si faceva in due per assicuragli il rispetto dei suoi amici e riusciva anche ad accollarsi le colpe che non fossero le sue. «Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».bonham-3Questa e tante altre testimonianze sono contenute nel libro John Bonham, il motore dei Led Zeppelin  (Arcana, p.p.256, euro 23,00) nella traduzione di Marco Lascialfari, con inserto fotografico e 50 scatti inediti di Mick. Più che essere una biografia il libro è un ritratto di famiglia (c’è anche uno scritto della sorella Deborah in appendice), un diario intimo e confidenziale che mostra i lati nascosti e poco conosciuti, la bontà d’animo e le fragilità umane di un musicista imponente, God of Thunder, il Dio del tuono lo soprannomineranno in seguito. Un gigante buono e generoso, nonostante la fama negativa che lo accompagnerà. Gli occhi che lo scrutano non sono quelli di un estraneo, ma di un fratello che non può far altro che rendere pubblica l’umanità di un artista, sottacendo con un pizzico di ironia i lati più controversi, i luoghi comuni di quella perdizione che affligge da sempre, come una maledizione, la vita delle rockstar.

1970, da sin.: John Bonham, Robert Plant, Sandy Denny e Jimmy Page
1970, da sin.: John Bonham, Robert Plant, Sandy Denny e Jimmy Page

Dall’infanzia passando per l’adolescenza, John dimostrò in ogni occasione la sua passione per la batteria, passando dai fusti di latta all’ascolto smodato e appassionato di Gene Krupa, uno dei più importanti batteristi jazz che legò il suo nome alle fortune dell’orchestra di Benny Goodman. Per mantenersi, John fece il carpentiere e tanti altri lavori pur di alimentare il sogno di suonare in una band. Suonò in tanti gruppi di Birmingham e dintorni: l’inizio di una carriera che si sarebbe rivelata nel giro di alcuni anni entusiasmante. La grande occasione non si fece attendere quando Robert Plant (che aveva conosciuto nei Band of Joy) gli chiese di entrare a far parte dei New Yardbirds con Jimmy Page e John Paul Jones, prima che cambiassero il nome in Led Zeppelin e dessero alle stampe nel 1969 due dischi che avrebbero cambiato la storia del rock (Led Zeppelin I e Led Zeppelin II, quest’ultimo scalzò dal primo posto delle classifiche di Billboard, Abbey Road dei Beatles). bonham-5Tecnica batteristica eccelsa, potente e incisiva quanto raffinata e precisa: John Bonham fece scuola e continua a essere un punto di riferimento per chiunque si avvicini allo strumento. Nella storia, su tutto, resterà il celeberrimo assolo di Moby Dick«al posto del piede destro ha le nacchere», confessò Jimi Hendrix a Robert Plant. Ancora, nel libro, Phil Collins, il batterista dei Genesis che lo avrebbe sostituito nella reunion sul palco del Live Aid nel 1985, racconta: «Rimasi sconcertato dal batterista. Faceva cose con la grancassa che non avevo mai visto prima. Mi ripromisi di tenere d’occhio questo John Bonham e ne seguii i progressi. Anche allora ebbe un’influenza importantissima sul mio modo di suonare». Ancora, il suo collega di band, il bassista John Paul Jones ricorda che durante un festival in cui si esibiva anche James Brown (uno degli idoli di Bonham) i tre batteristi dell’afroamericano vedendo la potenza di Bonzo rimasero increduli a fissarlo mentre suonava, chiedendosi com’era possibile che da solo facesse l’equivalente alle percussioni di quello che loro facevano in tre.

Bonzo non disdegnò ogni tipo di eccesso (alcol su tutto), fu collezionista di macchine costosissime e spesso non aveva alcun timore a mostrare il lato più esuberante del suo carattere. In un’altra gustosa testimonianza Glen Matlock ricorda che durante un concerto dei suoi Sex Pistols e dei Damned successe il pandemonio: «Rimasi stupefatto quando vidi John in piedi dietro alla batteria con un ghigno rabbioso stampato sul viso. Se ne stava lì dritto e tutto impettito e partì con una violenta invettiva contro la band. Gridò: “Dove cazzo è andata la band? Hanno suonato solo quindici minuti. Noi suoniamo per tre ore, cazzo, perché siamo uomini veri, non un branco di smidollati. Fu così che John Bonham uscì dalla scena punk, accompagnato dall’idea che alla veneranda età di ventinove anni uno è già un vecchio hippy». Irascibile (fu soprannominato The Beast, la bestia, per i suoi scatti d’ira indotti spesso dall’alcol), ma anche umilissimo. Come quando, dopo un concerto dei Police, per i quali stravedeva, si complimentò con il batterista, Stuart Copeland, mentre un giovane e spocchioso Sting gli diceva: «Ehi, attento a non calpestarmi le scarpe di camoscio blu», senza che il portentoso batterista battesse ciglio. Dell’essere un batterista diceva: «Se il tuo sound si basa solo sulla tecnica, suonerai come chiunque altro. Ciò che conta è essere originale».

Mick, fratello di John Bonham
Mick, fratello di John Bonham

Questa raccolta di ricordi è stata pubblicata postuma alla morte di Mick Bonham avvenuta a 49 anni nel 2000. La moglie Linda ha curato la pubblicazione non facendo mistero di sottolineare: «Coloro che conoscono più da vicino la nostra famiglia si renderanno conto che Mick ha dato un taglio leggero e spensierato alla sua storia, e ha taciuto parecchi ricordi, poiché di natura troppo intima e personale o troppo dolorosi: ad esempio, la descrizione da lui fornita della morte di John è concisa, poiché non riusciva a trovare le parole giuste per esprimere il suo dolore».

John “Bonzo” Bonham morì il 25 settembre 1980 soffocato dal suo stesso vomito. Aveva solo 32 anni. Il 4 dicembre dello stesso anno con un comunicato stampa i Led Zeppelin annunciavano al mondo intero la loro fine:

«Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo».

john bonham - il motore dei led zeppelin





Fratelli Mick e John Bonham, Knebworth 79 anni. Questo accadeva molto prima del set degli Zeppelin. Stavano osservando le masse che cercavano di individuare la loro giovane sorella, Deborah. Bonzo le aveva proibito di venire ma hanno sentito che era tra il pubblico. È riuscita a trovare la sua strada dietro le quinte.
Brothers Mick and John Bonham, Knebworth 79. This was well before the Zeppelin set. They were looking out at the masses trying to spot their young sister, Deborah. Bonzo had forbidden her from coming but they heard that she was out in the audience. She did manage to find her way backstage.



Jack Bonham con i figli John e Mick

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https://zerotodrum.com/it/john-bonham-il-miglior-batterista-di-sempre/
John “Bonzo” Bonham è stato una leggenda nel settore della batteria; tuttavia, descriverlo esclusivamente in questo modo sarebbe fin troppo semplice e non gli renderebbe giustizia.
Questo uomo ha suonato la batteria in una delle band che più di tutte viene ricordata per aver segnato la storia del rock e della musica in generale: sto parlando dei Led Zeppelin, gruppo britannico composto dal frontman Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page e dal bassista John Paul Jones.

Si dice che questo batterista abbia cambiato completamente la musica rock attraverso la sua tecnica, il suo modo di suonare pieno di passione e la sua apertura a nuovi stili.

Essendo in prima linea nell’LP fondamentale dei Led Zeppelin, le sue capacità da batterista erano invidiate da tutti all’interno dell’industria.

Anni dopo la sua scomparsa, Jimmy Page, uno dei più bravi chitarristi di tutti i tempi nonché suo compagno di band, ammise di essere rimasto affascinato dal contributo di questo artista alla musica rock.

John Bonham – Il Motore Dei Led Zeppelin

Dopo aver venduto nove milioni di dischi ed aver fatto molte tournée da record, i Led Zeppelin giunsero ad una brusca e prematura fine.

Scritto dal fratello Mick, questo libro è un resoconto molto intimo sulla vita del nostro batterista; partendo dall’adolescenza di entrambi, il libro racconta (grazie anche al contributo delle testimonianze di Robert Plant e John Paul Jones) la vita e la carriera di Bonham, dagli esordi alla fama planetaria, come membro della più potente band rock’n’roll della storia.

Attraverso questo libro è possibile capire per quale motivo “Bonzo” venga considerato come il motore di questo incredibile progetto; si tratta di uno scritto che un vero fan non può perdersi.

Foto Di John Bonham E Dei Led Zeppelin
Foto di John Bonham e dei Led Zeppelin

John Bonzo Bonham E I Led Zeppelin

Prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1980, la creatività ed il suono di Bonham avevano già contrassegnato il gusto di molti amanti del rock in tutto il mondo, lasciandoli alla ricerca continua di quel grande impatto simbolo del modo in cui suonava nel gruppo.

In seguito alle loro conclusioni si parlava a lungo di ognuna delle esibizioni di questo batterista. Ciò che emergeva ogni volta in maniera piuttosto chiara era che la performance fosse pesante, vivace, virtuosistica e deliberata.

Ogni ascoltatore sarebbe elettrizzato dallo spettacolo mostrato dalle abili percussioni di questo batterista. Questo è il motivo; forse rimane nei libri di storia come uno tra i più grandi batteristi di tutti i tempi.

Si dice che quando Bonham fosse al minimo, non suonasse mai in modo noioso. Tutti potevano ancora sentire l’impatto del suo potere e della sua forza.

Era come se stesse solo parlando alla batteria e questa avesse seguito alla lettera le sue istruzioni. Quando era al suo meglio dal punto di vista ritmico, non ha mai dato al suo pubblico alcuna delusione.

Ogni notte in cui Bonham era in tournée con i Led Zeppelin, l’atmosfera si riempiva di vita e divertimento.

Sembrava sapere come sfuggire ad ogni difficoltà con il suo drumming travolgente; ne è un esempio il pezzo “Moby Dick “.

https://youtu.be/IOb8otk7Y0U

Questo suo modo particolare di suonare la batteria e le percussioni era la sua firma e la sua tecnica per lasciare tutti i fan a chiedere di più.

Ogni performance che ha fatto durante il suo periodo di attività con i Led Zeppelin era migliore della precedente; facendo così, Bohnam lasciava il palco tra gli applausi di tutti.

Dave Grohl, un altro famoso batterista, non ha perso l’occasione di elogiare lo stile di questo musicista quando ha scritto per “Rolling Stone”.

Grohl dice di aver passato anni nella sua camera da letto ascoltando il lavoro di Bonham e cercando di emulare il suo stile.

Era affascinato dallo swing e dalla spavalderia dietro al ritmo, alla velocità ed alla potenza della batteria di Bonham.

Lui stesso ha ammesso di voler raggiungere lo stesso senso di direzione istintiva, oltre che memorizzare ciò che ha fatto Bonham alla batteria mentre suonava con i Led Zeppelin.

Scommetto che, se guardassi John in azione, saresti costretto anche tu a provare quello che abbiamo descritto. Si tratta di portare la musica nel sangue.

John Bonham Drum Kit
John Bonham dietro al suo drum kit

Per anni, ogni rocker post-Bonham ha desiderato seguire le orme di questo batterista in un caso o nell’altro. È anche vero che i più grandi batteristi oggi sul mercato hanno ricevuto la sua ispirazione.

Ci sono così tante registrazioni delle sue esibizioni che qualsiasi tua esigenza di batteria potrebbe essere soddisfatta.

È sempre stato il desiderio di molti batteristi crescere allo stesso livello del più grande di tutti i tempi e questa ricerca ha permesso loro di trovare la strada giusta.

La Morte Di John Bonham

I Led Zeppelin sono ricordati come una delle band più grandi e produttive di sempre; il loro talento è noto tanto quanto il loro successo. Tuttavia è ben conosciuta anche la loro reputazione per gli eccessi nella vita privata.

Questo gruppo britannico era famoso per le storie che lo ritraevano al centro di numerose storie di dissolutezza, tra cui numerose avventure sessuali e l’abuso di alcool e droghe.

Nel ’75 Robert Plant, il frontman, ebbe un tragico incidente con la moglie e ne uscì con una prognosi di sei mesi bloccato su una sedia a rotelle: la conclusione più ovvia fu il ritiro del gruppo dalla scena rock, che avvenne nel 1976.

A seguito di questo spiacevole episodio, la band visse un periodo piuttosto buio che culminò con la morte di John Bonham, avvenuta il 25 Settembre 1980, quando il batterista dei Led Zeppelin aveva solo 32 anni.

Durante le prove con i compagni di gruppo nella villa di Jimmy Page a Windsor, Inghilterra, il nostro batterista era ubriaco e non accennava a smettere di bere.

Fu così che la sera dello stesso giorno, John venne trasportato in una stanza e lasciato là a dormire, venendo poi ritrovato senza vita a causa del vomito che lo aveva soffocato.

Successivamente all’accaduto, il 4 Dicembre del medesimo anno i Led Zeppelin rilasciarono un comunicato all’interno del quale dichiaravano l’interruzione dell’attività artistica della band, la quale si riunirà in seguito solamente altre cinque volte, tra cui il Live Aid dell’85 ed il loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, avvenuto dieci anni dopo.

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Bonham was the son of John 'Jacko' Henry Bonham, Snr (d. 1989) and Joan Bonham née Sargent (1926 - 2011). Like his brother, Mick Bonham attended Wilton House Private School in Redditch, but completed secondary education at Ridgeway Comprehensive School. Throughout the 1970s, Bonham worked at the Old Hyde Farm in Worcestershire. His brother John placed him in charge of maintenance and helping run the family farm.

Bonham was a collector of Motown music and introduced John to various artists when he had returned home from touring with Led Zeppelin. He first saw Led Zeppelin in action at Club Lafayette, Wolverhampton on 24 February 1969 and was impressed by their performance. Bonham later was invited on-stage and played congas during 'Whole Lotta Love', when Led Zeppelin performed at the Preston Public Hall on 23 November 1971. He also had a brief cameo appearance in the film The Song Remains the Same when John was playing billiards in the local public house. Bonham was also a photographer and took hundreds pictures of John and the Old Hyde Farm, of which a number were published in his biographies of John, and some unpublished ones later reused as part of the background projection during Jason Bonham's Led Zeppelin Experience tours of North America. These images gave an in-sight into an intimate family-side of John Bonham which was rarely reported in the media. Mick also took photographs of the Worcestershire area which have been used in local history displays.

In late 1975, at the height of the disco era, Mick Bonham operated the first Dolly Disc franchise in the United Kingdom. Professional entertainers with Dolly Disc included Connie Chapman, Karen Pennington, Jilly Davies, and Vicky Harten.

After John's death, Mick briefly looked after the Old Hyde Farm. A long-time friend of tribute band Fred Zeppelin, he used to introduce them when they performed in Redditch. It was after reading sensationalist news stories about John that Mick decided to set the record straight. Contributing to Chris Welch's and Geoff Nicholls' 2001 book John Bonham: A Thunder of Drums, Bonham had only just arranged to have his first book published when he died suddenly from a myocardial infarction on 14 January 2000. Writing in a warm but direct style, his first biography Bonham by Bonham: My Brother John was published posthumously in 2003. This book was followed up with John Bonham: The Powerhouse Behind Led Zeppelin in 2005, which included additional interviews and was based on a near-completed manuscript Mick Bonham was finishing at the time of his death.

Bonham era il figlio di John "Jacko" Henry Bonham, Snr (morto nel 1989) e Joan Bonham nata Sargent (1926-2011). Come suo fratello, Mick Bonham ha frequentato la Wilton House Private School a Redditch, ma ha completato l'istruzione secondaria alla Ridgeway Comprehensive School. Per tutti gli anni '70, Bonham ha lavorato presso l'Old Hyde Farm nel Worcestershire. Suo fratello John lo ha incaricato della manutenzione e della gestione dell'azienda agricola di famiglia.

Bonham era un collezionista di musica Motown e presentò John a vari artisti quando tornò a casa dal tour con i Led Zeppelin. Ha visto per la prima volta i Led Zeppelin in azione al Club Lafayette, Wolverhampton, il 24 febbraio 1969 ed è rimasto colpito dalla loro performance. Bonham in seguito è stato invitato sul palco e ha suonato congas durante "Whole Lotta Love", quando i Led Zeppelin si sono esibiti alla Preston Public Hall il 23 novembre 1971. Ha anche avuto un breve cameo nel film The Song Remains the Same quando John stava suonando biliardo nella taverna locale. Bonham era anche un fotografo e ha scattato centinaia di foto di John e della Old Hyde Farm, alcune delle quali sono state pubblicate nelle sue biografie di John, e alcune inedite successivamente riutilizzate come parte della proiezione di sottofondo durante i tour Led Zeppelin Experience di Jason Bonham nel Nord America. Queste immagini hanno dato una visione di un lato intimo e familiare di John Bonham che è stato raramente riportato dai media. Mick ha anche scattato fotografie dell'area del Worcestershire che sono state utilizzate nelle mostre di storia locale.

Alla fine del 1975, al culmine dell'era della discoteca, Mick Bonham gestì il primo franchise di Dolly Disc nel Regno Unito. Gli intrattenitori professionisti con Dolly Disc includevano Connie Chapman, Karen Pennington, Jilly Davies e Vicky Harten.

Dopo la morte di John, Mick si è occupato brevemente della Old Hyde Farm. Amico di lunga data della tribute band Fred Zeppelin, li presentava quando si esibivano a Redditch. È stato dopo aver letto notizie sensazionalistiche su John che Mick ha deciso di mettere le cose in chiaro. Contribuendo al libro del 2001 di Chris Welch e Geoff Nicholls John Bonham: A Thunder of Drums, Bonham aveva appena organizzato la pubblicazione del suo primo libro quando morì improvvisamente per un infarto miocardico il 14 gennaio 2000. Scrivendo in uno stile caloroso ma diretto, la sua prima biografia Bonham di Bonham: My Brother John è stata pubblicata postuma nel 2003. Questo libro è stato seguito da John Bonham: The Powerhouse Behind Led Zeppelin nel 2005, che includeva interviste aggiuntive ed era basato su un manoscritto quasi completato che Mick Bonham stava finendo al momento della sua morte.

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Intervista a Bill Harvey
Intervista a Bill Harvey, batterista e vecchio amico di Bonham.
Colloquio:
John era un po' più giovane di me. Avevo più di 20 anni e non dovevo più essere nel club giovanile, ma ci sono andato perché era un posto dove giocare. Avevano una band diversa ogni mercoledì sera, e abbastanza spesso Roy Wood e Bev Bevan [più tardi di "The Move"] suonavano lì. Era una delle loro prime band. Ridevano e scherzavano sempre sul palco.
Gestivo anche una band a Redditch che si esercitava in un club chiamato The Cellar, in Queen Street. John è apparso lì una notte. Era un ragazzino minuscolo, anche se è sbocciato più tardi. Immagino che fossimo un po' diffidenti l'uno dell'altro, ma abbiamo instaurato una relazione. Suonavo da alcuni anni e John era molto invadente, anche allora. Ma siamo usciti insieme e in seguito abbiamo lavorato entrambi nei negozi di Redditch. Quando John aveva 16 anni lavorò in un negozio di abbigliamento; Il mercoledì pomeriggio era chiuso per mezza giornata e quindi andavo a casa di John. Suo padre aveva una roulotte parcheggiata in giardino e teneva i suoi tamburi lì dentro un kit scintillante verde Ludwig. Ci allenavamo e suo padre impazziva. Diceva:
" Oh, ci siete di nuovo voi due. Vattene - vattene! "
[Un giorno Bill ebbe una discussione con i membri della sua band (Blue Star Trio) e John Bonham si sedette al suo posto una notte.]
Erano un po' pigri nell'aiutarlo a caricare l'attrezzatura e io dissi: "Maledizione, se è il tuo atteggiamento"... ed è così che John si è seduto per me. Avevo il furgone e dovevo caricare e scaricare l'attrezzatura ogni notte. Mi sono appena stufato e mi sono fatto esplodere. Quando sono andato al club mi sono sentito male allo stomaco nel vedere John che suonava il mio concerto. Ma lui ha detto: " Dai, facciamo un assolo insieme, sono solo seduto per te ". Quindi ci siamo alzati entrambi con lo stesso kit. Ho suonato i due tom tom e John ha suonato il rullante. Successivamente John disse: " Come diavolo sapevi cosa stavo per fare? " Ho fatto notare che ogni notte tendeva a fare gli stessi brutti scherzi. "Oh, vedo... "
[John ha suggerito a Bill di fare una caratteristica regolare del loro doppio atto. A Bill piaceva l'idea]
Quindi provavamo il nostro assolo ogni mercoledì pomeriggio nella roulotte. Al concerto mi tirava fuori dal pubblico, o viceversa, e facevamo insieme questa fantastica routine di batteria. Tutti dicevano: " Come hanno fatto? " Non si rendevano conto che lo avevamo provato per ore. E sembrava che fossimo rivali, che giocavamo l'uno contro l'altro.
Anche se John era un batterista rock di gran lunga migliore di me, ero cresciuto come un fan delle big band e potevo suonare alcune cose che lui non poteva fare. La gente veniva da me e mi diceva: " Ho visto John Bonham suonare la scorsa notte. Era migliore di te ". O viceversa, perché entrambi avevamo i nostri fan e non si erano mai resi conto che eravamo i migliori amici".
Pensavamo di essere i re della strada, questo era prima che si sposasse, anche se penso che vedesse una ragazza.
Era solito lasciare il suo sgabello da tamburo fuori dalla porta d'ingresso di casa sua - c'era un piedistallo di cemento sopra la porta di casa sua con l'edera che cresceva sul lato, e nascondeva lo sgabello dietro l'edera in modo da poter arrampicarsi fuori dalla finestra, in basso il tubo di scarico e sullo sgabello per sgattaiolare fuori di notte. E poi sarebbe tornato indietro allo stesso modo. Me lo disse in confidenza una sera e disse: " Per l'amor di Dio, non dirlo a mio padre ". Era un po' un Jack the Lad, ma io andavo d'accordo con lui. Alcune persone non lo fecero e lo trovarono un po' prepotente. Essendo anche io un batterista, non me ne sono accorto.
Sono andato pazzo per Joe Morello, ho comprato tutti i dischi e sono andato a vedere tutti i suoi concerti e clinic. Joe ha fatto questo tocco con le dita in cui si è bagnato il pollice e lo ha strofinato sul rullante per produrre un ruggito di leone. Imitava un arco e una freccia, e faceva anche questo ritmo africano toccando le dita che era assolutamente favoloso.
Ho passato ore a copiarlo e alla fine sono arrivato quasi bene. Ho pensato di metterlo nel mio assolo di batteria di 150 minuti con il Blue Star Trio. Così John è venuto una notte e mi ha sentito suonare con le dita. Disse: " Dannazione, come hai fatto? Devi mostrarmelo " .
Due giorni dopo l'ho visto con le bende di Elastoplast su tutte le dita. Ho detto "John, cosa hai fatto?" Si era tagliato le mani colpendo il bordo dei piatti. Gli ho detto di non picchiarli così forte. Ma ha usato quella tecnica su "Moby Dick", che è stato uno dei primi assoli di batteria che ha fatto su disco con i LEd Zeppelin.
Non gli ho mai mostrato come suonare gli esercizi di paradiddle e di batteria. Era semplicemente dotato di natura. Era anche molto pesante. Ho provato a fargli usare i pennelli una volta e non era molto entusiasta. Ho detto: "Dovresti provare a usare i tuoi pennelli per un po' di finezza, John".
Ha solo detto: " No. Colpiscili più forte che puoi " .
"Come hai fatto a fare quella terzina di grancassa, John?" una volta ho chiesto. " Ah, " disse Bonzo in tono disinvolto " devi avere la tecnica " e si limitò a ridere. Non ero troppo infastidito, perché mi piaceva più il jazz che il rock. Se l'avessi insistito, mi avrebbe detto come ha fatto. Penso solo che fosse molto intelligente con il suo tempismo e il suo gioco di gambe. Sapeva interpretare cose a cui non avrei mai pensato. Aveva anche tanta spinta ed energia. Non si sedeva e risolveva qualcosa. Avrebbe semplicemente provato, con una specie di sesto senso interiore ad aiutarlo. La sua passione per la musica rock era incredibile.
Si è seduto per me a un matrimonio una volta, quando mi sono rotto un dito. Poteva fare tutti quei valzer e quei passi veloci, ma non gli piaceva davvero suonare quello stile. Suo padre Jack mi diceva sempre: " Vorrei che il nostro John suonasse la batteria come fai tu ". Mi vedeva suonare jazz al locale Conservative Club dopo l'orario di lavoro e mi dava da bere. Ma quando è andato a vedere John suonare con i Led Zeppelin, ha cambiato idea. Era orgoglioso di lui.
Sono uscito con lui un paio di sere per vedere una band e la prima cosa che mi ha detto è stata: "Quel batterista è una merda". Quando uscivano per una pausa, andava dritto dal capobanda e diceva: " Il tuo batterista non è molto bravo, vero? Fammi provare e te lo mostro " .
Si metteva alla batteria e tutti sarebbero stupiti. Quindi il poveretto si sarebbe licenziato e John si sarebbe preso il lavoro. Era invadente ed entrava dove voleva, ma aveva un cuore d'oro.
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Intervista a Garry Allcock
Informazioni sull'intervista:
Breve intervista a Garry Allcock, un collega batterista e consigliere di un giovane John Bonham.
Suonavo con le orchestre da alcuni anni. John stava lavorando in un cantiere in quel momento - era ovviamente molto più giovane di me, ma qualcuno gli aveva detto che c'era un batterista che viveva alla Astwood Bank con cui avrebbe dovuto parlare. Quindi il campanello della porta d'ingresso ha suonato e c'è questo ragazzo in piedi sulla soglia di casa che dice: " Sei Garry Allcock? Suoni la batteria? Lavori ad Austin? Mi chiamo John Bonham, sono un batterista e sono un vasino per le macchine ."Si è presentato a casa e ha chiesto di entrare. Non gli ho mai dato lezioni in quanto tali - non gli ho insegnato affatto - ma ci sedevamo in prima stanza con i bastoncini e un tappetino per esercizi e mostragli alcune cose. Era solo un caso di: 'sai questo?' Ricordo che lui suonava su uno dei miei rullanti e io che dicevo: "Per Chrissakes, John, stai tranquillo!" Pensavo che l'avrebbe fatto cadere attraverso le assi del pavimento. Di certo ha colpito forte.
Uno dei punti che interessava a Kenny (il batterista di Johnny Dankworh) era un potente doppio colpo. È stato qualcosa che ho imparato da Kenny che mi ha aiutato durante la mia carriera da giocatore. È difficile da descrivere, ma ha sempre detto che dovresti trattare un doppio battito come un colpo singolo, in termini di movimento di una mano o del braccio. Anche una gorgiera a quattro tempi [una sequenza di batteria a quattro tempi] era solo due movimenti della mano. Diceva: " È tutto nella mente, Garry ". Quindi posso ricordare di aver affrontato tutto questo con John, e ha davvero preso quell'idea e l'ha capitalizzata per diventare un giocatore molto potente. Ma non dipendeva da me. Stavo solo trasmettendo le informazioni di Kenny Clare.
Ad essere onesti, non ho mai pensato che John fosse molto bravo, anche se imparava velocemente. Essendo cresciuto con Count Basie e Stan Kenton, mi piaceva suonare la batteria nelle big band. Per me tutta la roba del gruppo beat è stata relativamente facile.
È venuto a casa un paio di volte e abbiamo sistemato dei kit nella stanza di fronte, anche se era una casa molto piccola e mia moglie non era troppo entusiasta. Era come, " Abbiamo davvero bisogno di una grancassa in cucina? " La metà delle volte parlavamo di macchine. Ho capito perché mi ha cercato, perché ero un batterista e facevo un apprendistato come designer di automobili.
Siamo diventati buoni amici e ricordo che quando ha iniziato a registrare con Robert Plant in The Band Of Joy, è venuto a casa mia e mi ha mostrato un assegno da £ 600. Uscì e comprò una Jaguar di seconda mano.




 https://www.r3m.it/.../led-zeppelin-il-bassista-john.../

Colloquio:
Mick Bonham: Beh John, dimmi la tua versione di come tutto è iniziato.
John Paul Jones:
Ho chiamato Jimmy quando ho letto che avrebbe formato una nuova band, perché stavo facendo delle sessioni in quel momento, e gli ho chiesto se aveva bisogno di un bassista. Mi ha detto che sarebbe andato a Birmingham per vedere un cantante che conosce un batterista e che potremmo avere una band quando tornerà.
Quando è tornato mi ha chiamato per dirmi che John stava suonando con Tim Rose, e che in quel momento, credo, guadagnava 100 sterline a settimana; o era £ 40? Ad ogni modo, potremmo superarlo? John non voleva davvero lasciare Rosy perché pensava che fosse un lavoro fisso, quindi ci volle molto tempo e fatica per convincerlo ad andarsene.
La prima volta che ho incontrato John è stato in una minuscola stanza nel seminterrato che avevamo affittato a Lyle Street. Avevamo solo un sacco di amplificatori e casse acustiche lì che erano stati implorati, presi in prestito o rubati ed era letteralmente, ' Questo è Robert, questo è John '
'Come va? Cosa dovremmo fare ora?'
' Cosa sai? '
Ho detto che stavo suonando in session e non sapevo niente, quindi Page ha semplicemente detto: " Beh, non lo so, conosci qualche canzone degli Yardbirds? " ci ha contato e c'è stata come questa esplosione istantanea e un riconoscimento istantaneo che questo sarebbe stato davvero un bel vestito con cui stare.
La prima cosa che mi ha colpito di Bonzo è stata la sua sicurezza, e sai che a quei tempi era un vero bastardo presuntuoso. Tuttavia, devi esserlo per giocare così. Era una concentrazione fantastica, istantanea. Non si stava mettendo in mostra, ma era solo consapevole di cosa poteva fare. Era semplicemente solido come una roccia.
John era solido come una roccia e siccome batteristi e bassisti devono lavorare così a stretto contatto tra loro, si arriva presto a riconoscere le capacità l'uno dell'altro. Presto saprai se hai un duffer a bordo.
Quando sei giovane e vieni su attraverso le band lo sai immediatamente, beh, non ha molto da fare o mio Dio, non posso lavorare con questo tipo. Con Bonzo ed io ci siamo ascoltati piuttosto che guardarci e lo abbiamo capito subito perché eravamo così solidi. Dal primo conteggio eravamo assolutamente insieme.
Dovevo ancora fare degli arrangiamenti o avevo ancora qualche altro impegno perché, dopo una breve pausa durante le prove a casa di Page vicino al fiume a Pangbourne, dovevo tornare indietro e finire un disco dei PJ Proby che avevo già fatto il disposizioni per. Quindi, per mantenere le casse piene (perché nessuno guadagnava soldi), ho prenotato tutti noi per la sessione. Ho detto loro: "Sapete che Jimmy ed io abbiamo questo fantastico nuovo batterista che dovreste avere", e ho persino fatto entrare Percy al tamburello solo per non sentirsi escluso. Quindi il nostro primo impegno professionale è stato quel disco di PJ Proby.
Sapevamo subito che sarebbe andato tutto bene e che saremmo diventati una grande sezione ritmica. Inoltre John non è stato influenzato da altri gruppi rock. Nessuno di noi ascoltava davvero altri gruppi rock. Forse John ha fatto un po' con i Brum band e gli piacevano i Beatles, ma era più interessato alla musica soul e amava le canzoni. Stranamente, ero dal parrucchiere questa mattina quando una delle vecchie canzoni dei Delphonics è arrivata alla radio e ho pensato a lui, perché era una canzone che gli piaceva. In realtà tutti i migliori batteristi ascoltano i testi, che ci crediate o no, e lui ascoltava sempre i testi. Bonzo suonava le canzoni dei Beatles e molte altre canzoni e cantava e suonava la batteria perché tutto il fraseggio ha a che fare con i testi. Se hai bisogno di conoscere le parole di una canzone chiedi al batterista. Amavamo anche James Brown e la musica soul in generale.
Bonzo l'ha fatto.


https://www.r3m.it/2020/11/07/led-zeppelin-il-bassista-john-paul-jones-rivela-perche-i-led-zeppelin-sono-unici/?fbclid=IwAR3lzfzI9fgGqzC_YgQNXPjThYUlBMBwRT4RYhVTHCNx4fnPt6bAGJ3bypQ
http://rockandrollgarage.com/what-makes-led-zeppelin-be-different-according-to-john-paul-jones/amp/

Ciò che rende i Led Zeppelin diversi secondo John Paul Jones

John Paul Jones rivela cosa rende i Led Zeppelin così diversi:

Quando i Led Zeppelin si sono formati per realizzare la visione di Jimmy, avevi due esperti professionisti londinesi di prim'ordine (tu e Jimmy) che reclutavano due giovani scagnozzi delle Midlands (Robert Plant e John Bonham). Ma poi, ovviamente, dovevi legare con Bonzo come sezione ritmica, proprio come Plant e Page si alleavano come frontmen e cantautori. Ecco come appare dall'esterno: come ha funzionato dall'interno?

LED Zeppelin

“Avevo già suonato con dei bravi batteristi, ma ho capito che Bonzo era un batterista assassino fin dall'inizio. È stato molto divertente suonare con qualcuno così fottutamente sexy con una tale grande musicalità; sapeva cosa stava facendo - alla grande. Jimmy aveva decisamente una visione di come dovrebbero essere le cose, e noi abbiamo recitato la nostra parte, ma ci abbiamo portato le nostre cose".

“All'inizio scrivevamo tutti canzoni insieme. A differenza di molte altre band, i Led Zeppelin non erano basati sulle canzoni ma sulle performance. Gli Who sono basati su canzoni; quasi non importa chi li abbia suonati, come vediamo ora che sono solo due membri originali".

“Mentre con i Led Zeppelin, le altre persone che suonano le canzoni non traducono molto bene. Robert è stato uno scrittore di ogni canzone come l'unica persona che ha scritto i testi; nessun altro lo farebbe. C'è stato un periodo dopo un tour in cui io e Bonzo siamo tornati dalle nostre famiglie e Jimmy e Robert sono andati al loro cottage e hanno scritto le canzoni dei Led Zeppelin III, così quella è diventata una collaborazione per la scrittura di canzoni. Generalmente chiunque avesse un riff lo portava dentro, e se funzionava farebbe l'album".

Lui continuò:

“E la musica emergeva in jam e veniva lavorata in sezioni. Per quanto riguarda i crediti di scrittura, il mio contributo è stato più di quanto sembrerebbe, così come quello di Bonzo – molto di più. Noi quattro eravamo molto stretti. Dato che Jimmy e Robert erano fuori, hanno ottenuto la maggior parte delle fotografie. Robert diceva sempre che dovevo andare in prima fila, cosa che ho fatto per il primo numero.

“Ma il mio problema era che non riuscivo a sentire la batteria. Mi piace essere vicino al batterista, quindi tornerei sempre indietro. Avevi bisogno del contatto visivo. I monitor di allora erano spaventosi, ma anche oggi con un monitoraggio sofisticato mi piace ancora essere accanto alla batteria. Mi piace sentire il vento della grancassa!”

“Bonzo, figlio di un muratore di Redditch e tu, ex corista del Christ College: come ti sei trovata personalmente? Molto facilmente. Sì, ero nel coro di una scuola privata minore a Blackheath. Ma i musicisti con cui avevo suonato prima provenivano da tutti i ceti sociali. I musicisti non si preoccupano molto di questo genere di cose: in pratica sei tu o non sai suonare? Semplice come quella. Tutti e quattro eravamo ragazzi della classe media; non c'era molta differenza tra il modo in cui siamo stati educati".

“Ho avuto una vita molto strana perché i miei genitori erano sempre in viaggio e non li vedevo molti; Ero in collegio molto, molto giovane. Poi mi sono unito a loro sul palco in modo vario, quindi la mia vita non si adattava a nessuno che conoscevo, motivo per cui ero molto tranquillo e non avevo troppi amici perché sapevo che non li avrei più visti. "

“Mio padre ha recitato in una commedia musicale con mia madre, e li ho visti su un cartellone con Ronnie Aldrich e gli Squadronaires, in cui era il padre di Pete Townshend – posso immaginare il concerto. La vita era diversa per noi. La gente chiedeva dove sei andato in vacanza; erano arrivati ​​in una città di mare, io ne andavo in otto: uno a settimana!”


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John Bonham e Robert Plant parlano di come la scena musicale sia diversa da quando stavano crescendo, nel programma della BBC London & The South East: NationWide
Dopo 8 anni consecutivi in ​​cui i Beatles hanno vinto l'annuale Melody Makers Pole Winners Awards, i Led Zeppelin bussano loro fuori dall'alto. L'intervista è stata condotta nel 1970.
John Bonham and Robert Plant talk about how the music scene is different from when they were growing up, on the London & The South East BBC show: NationWide
After 8 consecutive years of The Beatles winning the annual Melody Makers Pole Winners Awards, Led Zeppelin knock them off the top. The interview was conducted in 1970.
John Bonham Robert Plant TV Interview - BBC NationWide

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Mi sono seduto a gambe incrociate nella sezione centrale di "Dazed and Confused", ed era così fottutamente pesante che mi ha fatto piangere. Un'altra volta che ho pianto per i Led Zeppelin è stata un'ora dopo, quando Jimmy Page è uscito dal camerino con una bella ragazza al braccio. Sarei rimasto molto colpito, tranne per il fatto che era la ragazza con cui avevo vissuto fino a quel momento, e stavo ottenendo un'immagine incredibile di tutti i miei vestiti gettati nel vicolo della 21a strada. - Steven Tyler

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https://www.virginradio.it/news/rock-news/256875/led-zeppelin-svelati-dal-manager-della-band-i-retroscena-dei-contrasti-tra-jimmy-page-e-robert-plant.html


https://www.radiofreccia.it/notizie/articoli/led-zeppelin-robert-plant-intimidito-dal-talento-di-jimmy-page-e-john-paul-jones/

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Informazioni sull'intervista:
Breve intervista a LuLu (cantante)
Fonte: Mick Bonham Book
Colloquio:
D: Come hai valutato John come batterista?
LuLu:
John era il batterista più straordinario, un genio; Non credo di aver visto un batterista da confrontare con John.
D: Vi siete incontrati molto spesso?
LuLu:
Quando era a Londra per registrare, veniva a casa nostra insieme a Robert Plant, Keith Moon e Ringo Starr. Fratello Billy e Maurice sarebbero stati lì e avremmo festeggiato tutta la notte. Riuscivo il più a lungo possibile, cercando di essere uno dei ragazzi. È stato molto
divertente
ogni volta che ci siamo incontrati.
D: Ho saputo che hai passato delle bellissime vacanze con Pat e John, era una persona
divertente
con cui stare?
LuLu:
La gente diceva cose su John, a cui non potevo credere; Non l'ho mai visto da quando l'ho conosciuto. Siamo andati in vacanza nel sud della Francia con Pat e John e abbiamo trascorso una vacanza fantastica. Quando siamo stati con loro, erano dei padroni di casa perfetti, anche rinunciando alla loro camera da letto, così saremmo stati più a nostro agio. Mentre eravamo lì abbiamo incontrato il loro figlio Jason che a sei anni aveva un talento incredibile suonando la batteria come un budello di molti anni più vecchio.
D: Come vorresti che le persone ricordassero John?
LuLu:
John e io avevamo molto in comune, non si trattava di essere una star, o di farlo per diventare ricchi e famosi, lo stavamo facendo perché è in ogni fibra del tuo corpo, ed è per questo che penso che sia un po' dolce che posso dire di averlo conosciuto. John era molto generoso e incredibilmente appassionato, il che gli ha permesso di suonare come faceva.
Ha rappresentato il Regno Unito all'Eurovision Song Contest 1969 vincendo con la canzone Boom Bang-a-Bang a pari merito con i Paesi Bassi, la Francia e la Spagna. Tra la fine degli anni 60 ed i primi anni 70 è stata sposata con Maurice Gibb dei Bee Gees.
Nel 1967 il singolo To Sir With Love raggiunge il primo posto nella Billboard Hot 100 per cinque settimane. Il singolo faceva parte della colonna sonora del film La scuola della violenza che vedeva come protagonista Sidney Poitier. Il successo della canzone e del film diede inizio ad una carriera televisiva della cantante che ottenne diverse serie con il suo nome nel titolo.
Nel 1974 ha cantato la canzone del film Agente 007 - L'uomo dalla pistola d'oro interpretato da Roger Moore, nono film con protagonista il noto agente segreto britannico 007 dei romanzi di Ian Fleming. Sempre nel 1974 ha interpretato una versione di The Man Who Sold The World di David Bowie, con lo stesso Bowie ospite alla voce e sax. Nel 1993 Lulu ha duettato con i Take That in Relight My Fire, cover di un successo di Dan Hartman. Nel periodo natalizio 2009 è tornata sulle scene con lo spettacolo Here Come the Girls Tour al quale hanno anche partecipato Anastacia e Chaka Khan.
La famosa cantante Lulu è nata Marie McDonald McLaughlin Lawrie il 3 novembre 1948 a Glasgow, in Scozia. Lulu potrebbe aver ereditato la sua voce stellare da suo padre, che lavorava in un mercato della carne. All'età di 15 anni, era già diventata una sensazione di canto.



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Bonham: Dal punto di vista dei suoi coetanei
DI WAYNE BLANCHARD
“Bonzo se n'è andato. Lo Zeppelin è finito". Sono passati 30 anni da quando la tragica notizia è arrivata dalla Mill House di Jimmy Page, a Pangbourne, nel Berkshire. La memoria di John Bonham, alimentata da fatti e fantasia, da allora è cresciuta fino a diventare leggenda. Ma la realtà è che Bonham era altrettanto bravo come si suol dire. Era l'uomo con il ritmo d'oro, le costolette sensazionali e quel grande, grande suono.
Amici e fan ricordano il ragazzo rumoroso ma adorabile di Birmingham con gratitudine e rispetto. Per loro, ha definito e dignitoso il tamburo rock. E dopo tutti questi anni rimane l'Uno. Sì, ci sono stati giocatori più veloci, più rumorosi e più tecnici, ma alla fine si sono tutti inchinati a Bonham.
Dalla slam-down intro di "Good Times, Bad Times", l'album di debutto dei Led Zeppelin ha preso a calci in faccia il rock and roll. Con riempimenti funky, campanaccio che spingeva il groove, lavoro di tripletta e atteggiamento puro, la sua batteria era straordinariamente fresca e devastantemente potente.
Grazie agli arrangiamenti di Jimmy Page, la batteria è stata mostrata in ambienti spaziosi ma intensi. Quindi, quando quella corsa a tutto campo ha ruggito in "Communication Breakdown" o quei riempimenti attraverso la barra ti hanno trascinato più in profondità in "Dazed And Confused", c'era un palpabile senso di dramma. Non era più "rock and roll". Questo era rock . Hard rock. Metalli pesanti, anche.
E prima ancora che il debutto degli Zeppelin lasciasse il giradischi, la nuova band più calda del pianeta era tornata con i Led Zeppelin II , con brani che viravano dal ritmo tempestoso di "Whole Lotta Love" all'assolo di batteria mozzafiato di "Moby Dick". e quel rauco riff-o-rama "Ramble On". Non si trattava di ridefinire qualcosa di vecchio. Bonham voleva definire qualcosa di nuovo. La batteria rock non aveva mai suonato così bene. Alcuni potrebbero obiettare, non l'ha mai più fatto.
METTERE TUTTO IN CONTESTO
Facciamo un primo passo indietro ai primi anni '60 per vedere come Bonham è sopravvissuto a un decennio di transizione musicale per diventare il batterista giusto al posto giusto al momento giusto. La Gran Bretagna degli anni '50 vide le band jazz e dance tradizionali cedere il passo al rock and roll e al rhythm and blues americano, con skiffle e i successi strumentali di The Shadows che fecero da cornice alla Beatlemania e allo Swinging '60s.
Tony Meehan e Brian Bennett, entrambi dei The Shadows, erano gli eroi della batteria britannica, mentre Charlie Watts, Keef Hartley, Jon Hiseman, Tony Newman, Mickey Waller, Ginger Baker, Aynsley Dunbar e Mitch Mitchell erano giovani "jazzer" che si muovevano nel blues e, in alcuni casi, nel rock. Gene Krupa, Elvin Jones, Buddy Rich, Joe Morello, Davey Tough - i grandi del jazz americano - erano i loro eroi, quindi lo swing ride "ting-ting-a-ting" dominava, le accordature della batteria erano alte e il tono e il tocco erano tra i requisiti.
Nel 1964, il re della sessione Bobby Graham e Ringo Starr dei Beatles erano due dei musicisti più rock della radio, con i ritmi sbattuti di Graham su Dave Clark Five stompers "Glad All Over" e "Do You Love Me", così come Kink's i successi "You Really Got Me" e "All Of The Day And All of The Night" segnalano un approccio sempre più aggressivo. Ancora più importante, questi successi hanno evidenziato il passaggio dal suonare in stile swing all'ottavo diritto, spingendo anche da parte l'obbligatorio ritmo pop del giorno " boom -ta ta — boom ta ".
Ma Bonham? "Non sono sicuro che John fosse un fan dei batteristi britannici, anche se deve essere stato influenzato da Tony Meehan e Brian Bennett e dal lavoro di sessione di Clem Cattini", afferma Bev Bevan, batterista con i leggendari toppers delle classifiche degli anni '60 The Move, poi ELO , e per un po', i Black Sabbath. "John e io generalmente condividevamo gusti musicali, tutti americani". Qualche jazz? "Non ricordo che fosse un jazzista, anche se avrei fatto un assolo di batteria in 5/4 in un adattamento di 'Take 5' di Dave Brubeck, e questo gli è piaciuto".
Secondo Jon Hiseman - che ha sostituito Ginger Baker quando ha lasciato la Graham Bond Organization per i Cream, ha preso il posto di Mitch Mitchell con Georgie Fame quando Mitchell si è unito a Hendrix, e poi ha inserito il jazz nei Bluesbreakers di John Mayall prima di lanciare la sua rivoluzionaria unità jazz-rock, Colosseum - molti jazzisti non sono stati così generosi con Zeppelin o Bonham.
“Gli irriducibili semplicemente non l'hanno capito, e in una certa misura non l'hanno mai fatto. Ma i musicisti blues-rock che conoscevo erano tutti grandi fan dei Led Zeppelin e del suono grande e aperto di John. Quanto a me, ho sempre sentito che il problema con il ritmo jazz era che era legato a una sorta di convenzione, e i musicisti jazz ti giudicavano in base a quanto bene hai "ricreato" le sensazioni dei maestri affermati. Quando ho iniziato a esplorare la sensazione di croma, mi sono sentito libero. Mi sentivo in un territorio inesplorato”.
INIZI DI BIRMINGHAM
Bill Ward dei Black Sabbath parla con affetto del suo amico. “Il mio primo ricordo dell'incontro con John Bonham risale al 1964 al The Wharf Pub di Ombersley, nel Worcestershire. Era con i Crawling King Snakes, suonando canzoni popolari di quell'epoca, oltre a blues e R&B. I suoi ritmi erano immacolati, rendendo ogni canzone sua, trasformandola in qualcosa di superbo. Un ottimo esempio è stato "Morning Dew". Di tutte le versioni che ho sentito, inclusa l'originale, nessuna è paragonata a quella di King Snakes, con John Bonham in testa al gruppo".
Ward ricorda che, "A volte durante un viaggio a Drum City, il negozio del centro di Birmingham di proprietà del batterista della BBC Light Jazz Orchestra Mike Evans, mi imbattevo in Bonham, insieme ad altri bravi batteristi, ramificazioni delle orde cosmopolite che avevano scelto Birmingham come casa.
Alcune visite si sono trasformate in mini-cliniche. Guarderei Mike mentre fa il suo "Purdie". Penso che abbia fatto interessare tutti a Bernard Purdie, il cui lavoro con il charleston era incomparabile. Bonham si sedeva e si divertiva, la sua grancassa suonava quella lingua che tutti sembravano parlare ma ancora non si applicava bene come lui.
Esistevano molti stili di batteria diversi e in qualche modo sono finiti tutti nel negozio di batteria di Mike. Eravamo ricchi di rudimenti e sani nella musica del giorno”. Ma Ward ha un'ammissione. “Nel 1964/'65 non capivo cosa stesse facendo John.
Spesso, nelle tante occasioni in cui lo guardavo suonare, pensavo che stesse rovinando la canzone, come se forse avesse perso la sua 1 . Stranamente, tuttavia, dopo diverse battute, avrebbe allineato i suoi ritmi con chiunque stesse suonando. Alla fine, ho capito cosa aveva fatto. Era sempre nel suo 1 , anche quando sembrava che non lo fosse. "
Anche i ricordi del bassista/cantante dei Trapeze e dei Deep Purple Glenn Hughes, il cui nuovo progetto, Black Country Communion, vede suonare la batteria dal figlio di John, Jason Bonham, sono sinceri. “Ho visto John suonare per la prima volta nel 1968. È salito sul palco con la mia baby band, Finders Keepers, al Rum Runner di Birmingham, e ha praticamente demolito la batteria. Avevo sentito storie di Big Bloke da Redditch con le grandi "e". Un paio di anni dopo si unì a me e Trapeze in molti spettacoli. Era lo stronzo del cane... fantastico!”
Ward ricorda che, sebbene spesso rumoroso ea volte sembrasse quasi sbranare i suoi tamburi, il talento di Bonham risiedeva nel fatto che era uno studente naturale e molto colto. “Dietro il suo aspetto quasi brutale e caotico era un uomo affettuoso, studioso e un uomo irrimediabilmente preso dalla batteria e dai batteristi. La sua conoscenza della batteria era straripante. Questo era il Bonham che conoscevo".
Nel '66/'67 la psichedelia guidata da Jeff Beck e Jimmy Page del singolo "Happenings Ten Years Time Ago" degli Yardbirds , il revolver che espande la mente dei Beatles e il successo di Cream e Hendrix, evidenziarono il vero potenziale di potere in Pop e rock britannico. Ma ora anche le band blues britanniche Chicken Shack, Bluesbreakers di John Mayall e Fleetwood Mac di Peter Green facevano parte del mix.
"Bonham è stato un'ispirazione quando si suonava il blues a metà tempo", ricorda Ward. "I suoi groove erano sempre al punto giusto, e riempiva il vuoto tra i quattro rullante con terzine e poliritmi, stupindo l'ascoltatore e raccogliendo applausi felici per ogni splendida esecuzione di ciò che sembrava l'impossibile." Come osserva Hiseman, la musicalità negli anni '60 contava.
“I musicisti erano considerati degni di attenzione a pieno titolo. L'interesse dei media non era per lo stile di vita, ma per le capacità di suonare che producevano la musica. Ho appena comprato un Melody Maker [carta da musica] del 1970, con tre oggetti in prima pagina: Jimi Hendrix Dead; Colosseum (la mia band) Ingaggia Chris Farlowe come cantante; Harry James e la Big Band arrivano in Gran Bretagna".
Questo non vuol dire che le cose fossero perfette, ma con i Beatles che hanno praticamente cancellato tutto ciò che era accaduto prima, la musica era roba seria. Nel frattempo, negli studi di Londra, Jimmy Page e John Paul Jones sono stati i primi turnisti nei dischi con tutti, dai Kinks e The Who, a Donovan e Dusty Springfield prima che Page si unisse agli Yardbirds. Mentre quel gruppo prosperava con Jeff Beck, con Page si agitavano, anche se sul palco il chitarrista ha adottato un approccio più pesante, con canzoni come "Dazed And Confused" che prendevano forma.
Quando aveva bisogno di un nuovo cantante e batterista, Page andò a Birmingham, dove i cieli opachi nascondevano un passato industriale un tempo glorioso e il mondo dei concerti era costituito dalle centinaia di pub e club fumosi in tutta la città turbolenta e nei dintorni di Black Country of England's Midlands. Scelse il piagnucolone hippy-blues Robert Plant come suo cantante, e Plant raccomandò il rauco Bonham. La pagina era agganciata.
STA SUCCEDENDO QUALCOSA
Nel numero del 12 ottobre 1968 di Melody Maker , un titolo diceva "Solo Jimmy è rimasto per formare i New Yardbirds". Della sua nuova band, il giovane chitarrista ha commentato: “È blues, fondamentalmente, ma non in stile Fleetwood Mac. [Quella band all'epoca, con il chitarrista Peter Green, era rigorosamente una band blues.] Odio il termine "blues progressivo", ma è più o meno quello che suonavano gli Yardbirds alla fine. È bello sapere che oggi puoi formare un gruppo per suonare la musica che ti piace e le persone ascolteranno”.
All'inizio dell'anno, il Jeff Beck Group, con il compianto, grande Mickey Waller alla batteria, ha gettato le basi per l'heavy blues-rock con il suo debutto, Truth , in cui sono stati ospiti Jimmy Page, John Paul Jones e Keith Moon degli Who. Il seguito rauco e pesante, Beck-Ola , ha visto Tony Newman introdurre un funky spaventoso, con interpretazioni da Led di "Jailhouse Rock" e "All Shook Up" di Elvis Presley.
Sempre astuto, Page era sul concetto. “Quando i 'New Yardbirds' sono tornati dai loro primi appuntamenti in Europa”, dice Newman, “ci fu un vero fermento intorno a Londra. Ti ha fatto venire un brivido lungo la schiena, perché sapevamo che stava succedendo qualcosa di radicale”. [Il manager di Beck e Zep] Peter Grant ha portato i ragazzi degli Zeppelin a vedere il Beck Group in molte occasioni, dicendo: "Vieni a vedere questo lotto, perché questa è una band che non durerà". [ ride ] Ma il nostro gruppo – tre musicisti e un cantante che suonavano rock heavy blues – era un concetto su cui Peter sapeva poteva essere ampliato.
Una delle prime esibizioni di Zep è stata in cartellone con Buddy Miles, Buddy Guy, Jack Bruce e il Colosseo di Jon Hiseman. "Per me", dice Hiseman, "I Led Zeppelin erano un'altra band che percepivo avrebbe avuto più successo dei Colosseum perché aveva spettacolo e canzoni relativamente semplici. Colosseum proveniva da un pianeta diverso, ma questo significava che potevo apprezzare ancora di più John e la band: ero un fan. Ho comprato i dischi. Ma non l'ho mai visto come qualcosa che avrei voluto fare".
LE INFLUENZE DI BONHAM
Ricordando i loro tempi in tour insieme, Carmine Appice dei Vanilla Fudge è rimasto colpito: “John era nuovo e fresco, con molta aggressività ed energia. Sono rimasto sbalordito dalla sua terzina di piede destro di semicrome. Ha detto di averlo preso dal primo album di Vanilla Fudge, cosa che mi ha confuso, perché non ricordavo di averlo fatto. Quindi mi ha mostrato dove l'ho suonato - una volta! Ha preso quella leccata e ha creato la sua tripletta caratteristica. Aveva mani, piedi e sensibilità eccezionali e diceva che i suoi idoli erano gli stessi dei miei. Ma ascoltava anche i musicisti contemporanei del '67/'68".
Un contemporaneo era Rob Henrit, dei popster pre-British Invasion Adam Faith & The Roulettes, i rocker prog degli anni '70 Argent, l'incarnazione dei Kinks degli anni '80, e ora è tornato sul palco con Argent nel 2010. “Sono stato molto in TV con Adam Faith, ed era un musicista sgargiante poiché la musica mi permetteva di mettermi in mostra. Ho sentito che a Bonham piaceva e ho detto che aveva imparato molto da me".
Liberty DeVitto, la cui batteria ha dato impulso ai numerosi successi di Billy Joel, ritiene che “John Bonham fosse un batterista R&B in una band heavy metal. Aveva il suono pesante e l'attacco di Carmine con "D'yer Maker", i riempimenti R&B e le sensazioni di Roger Hawkins in "What Is And What Should Never Be" e man mano che si sviluppava aggiunse sensazioni jazz o più swing, come il Mescolare in stile Purdie per 'Fool In The Rain.'"
Appice dice: "A John piacevano i grandi artisti Motown, Atlantic e Stax, e il rock and roll come Little Richard, Bo Diddley". Sia Bonham che Bevan amavano il rock and roll americano. "Ricordo che John e io eravamo d'accordo sul fatto che i due migliori batteristi rock and roll fossero Earl Palmer e Hal Blaine", dice Bevan. "La batteria di Palmer in 'Somethin' Else' di Eddie Cochran ha ovviamente ispirato l'introduzione di Bonzo a 'Rock And Roll' di Zep."
Ma ancora più rivelatore, "Abbiamo adorato l'enorme suono di batteria che Phil Spector ha ottenuto nelle sue produzioni". Quindi è da lì che è nata l'idea del grande suono di batteria degli Zeppelin ? “La mia ipotesi”, commenta Hiseman, “è che Bonham avesse un orecchio naturale per ciò che accadeva intorno a lui. Ho imparato molto tempo fa a non suonare la batteria ma a suonare la band. Penso che sia quello che ha fatto John".
Ma Bonham aveva anche il potere della croma dritta. E il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith sottolinea che, "Per quanto riguarda il modello di corsa punteggiato fino all'ottavo dritto, quello sarebbe il compianto, grande Earl Palmer. È stato il primo”. Quindi Bonham ha ottenuto qualcosa di più dell'introduzione "Rock And Roll" dal re della sessione americano.
Molto è stato fatto della sua attrezzatura, ma Bonham potrebbe far suonare enormemente qualsiasi batteria. "È l'atteggiamento", dice Henrit. Come ha detto Lance Armstrong, "Non si tratta della bici!" Mike Portnoy dei Dream Theater afferma: “Il suono di Bonzo proveniva da una combinazione di forza bruta, finezza sottile e groove impeccabile. John Bonham è l'unico che potrebbe mai suonare veramente come John Bonham. Quel suono era lui, non necessariamente la sua batteria".
Bill Ward la vede diversamente. “Bonham era leggero nei piedi e leggero nei polsi. Era la sua destrezza, il suo tocco che sembrava sapere intuitivamente come trovare i punti di forza su ogni tamburo". Page lo ha certamente riconosciuto. Dopotutto, aveva suonato con alcuni dei migliori batteristi di sessione, e loro sapevano sicuramente quando, dove e come suonare un tamburo. Ovviamente, anche Bonham.
Ward ricorda la batteria di Bonham ai tempi. “Erano gli stessi di tutti gli altri negli anni '60. Aveva diversi kit prima degli Zeppelin, per lo più Ludwig, credo. Quando gli Zeppelin sbarcarono in America per il primo dei due tour con i Vanilla Fudge, il kit di Bonham era minuscolo accanto alla possente bionda Ludwigs dell'headliner.
Secondo Appice, "Aveva un 22″ x 14″, 13″ x 9″ sulla cassa, e forse due timpani da 16″ x 16″ con un rullante Ludwig cromato da 14″ x 5″, un giro, due crash, e cappelli da 14 pollici. Quando ha visto le mie due grancasse in acero da 26″, i tom sovradimensionati e il rullante profondo, ha voluto lo stesso. Ho chiamato Ludwig: "Penso che questa band sarà davvero grande". Com'è per un eufemismo! Gli hanno dato la stessa configurazione del mio, completo di gong. Lo adorava".
Sebbene il secondo calcio – su insistenza di Page e Jones – fosse presto scomparso, ciò non ha ostacolato la sua capacità di fornire le terzine vesciche e i bassi insoliti che personificavano il suo approccio audace, ma sempre musicale. Alcuni anni dopo Ward vide Bonham su una configurazione diversa. “L'ho visto suonare il kit di suo figlio Jason negli anni '70. Era piccolo rispetto a un kit normale, ma John suonava in modo incredibile. Qualunque batteria avesse, poteva farla suonare enorme e molto tonale".
SI TRATTA DI “ARIA”
Page è stato veloce nell'integrare i suoni e lo stile di Bonham nelle composizioni di Zep: lui e Jones spesso si bloccavano sul misuratore e lasciavano che il batterista fluttuasse nel tempo. Oggi, fai clic sulle tracce e dipende dal batterista per mantenere il limite di tempo e l'opportunità di far respirare la musica come faceva con gli Zeppelin. Uno dei brani Bonham preferiti da Chad Smith è "Wanton Song". “L'uso dello spazio nel verso è mozzafiato. Adoro anche 'Since I've Been Loving You', dal vivo all'Albert Hall, con il suo fantastico uso delle dinamiche e quel famoso gioco di gambe in piena mostra".
Sì, era davvero tutta una questione di "aria - quello spazio che ha fatto una tale differenza. "Penso che la sua sensazione fosse un prodotto del suo suono ampio", afferma Rob Henrit. “È stato probabilmente il primo batterista ad avere una stanza tutta per sé in cui registrare, quindi non c'è mai stato un problema con le perdite, il che significa che ogni insolito potrebbe essere 'più grande della vita.' Sospetto che sia stato il primo ad avere un'eco sulla batteria nelle sue lattine e questo gli ha permesso di suonare in modo più scarso.
BIRMINGHAM DIVENTA PIÙ PESANTE
Un'altra cosa che John Bonham aveva da offrire per lui era il volume. Bevan pensa di averlo influenzato. “Verrebbe a vedermi suonare intorno al '63, '64, ma non so se è stato influenzato dal mio modo di suonare o dal mio volume! Sono stato il primo dei rumorosi batteristi della zona di Birmingham: Bevan, Bonham, Bill Ward, Cozy Powell: tutto ad alto volume! Ma perché le band di Birmingham stavano diventando così rumorose? "I Black Sabbath", dice Bevan, "sono stati la prima band davvero heavy a uscire dalla nostra zona".
Di sicuro, i Sabbath si sono presentati per esprimere il loro punto carico di sventura e angoscia, ma secondo Bill Ward, “La sfida più grande era farsi ascoltare. Quando Marshall Stacks si è presentato, come batterista, ho dovuto triplicare la mia produzione di energia. Tuttavia, suonare più forte all'inizio non era sempre accurato.
Ho dovuto imparare ad essere preciso e energico. E quando si sono presentati i sistemi PA e i microfoni, ho dovuto imparare di nuovo tutto da capo. E qui sta un'altra qualità di John Bonham: la capacità di groove profondo come lui e di tirare fuori le costolette, il tutto mentre si suona ad alto volume.
PARLA DI FAN
Come altri hanno influenzato Bonham, così ha influenzato gli altri. “I batteristi hot rock degli anni '60?” ride Chad Smith. “Ginger, Ringo, Charlie, Bonzo, Mitch, Moonie e Paice-y. Solo i maledetti inglesi per me! Il grande musicista britannico Geoff Dugmore, che ha registrato con John Paul Jones e Jimmy Page, ricorda: "Da bambino, trascorrevo giorni con Houses Of The Holy , cercando di capire il ritmo di 'The Crunge'".
Jones una volta disse a Dugmore che la seconda parte del riff "Black Dog" era stata modificata in modo che la batteria potesse suonare direttamente ed uscire nella stessa tasca dall'altra parte. "Lui e Bonham hanno lavorato sulle parti in modo che la grancassa e il basso non cadessero insieme, quindi ogni strumento suonava ancora più grande." Con Page, Dugmore si ritrovò agli Olympic Studios, allestiti allo stesso modo in cui registravano gli Zeppelin.
“Sono su un montante con gli amplificatori di Jimmy all'altro capo dello studio. È anche sul riser, proprio tra il mio piatto ride e il rack tom, suonando con me. Sapevo di non essere Bonham, quindi dovevo essere consapevole delle sue aspettative. Sia Jimmy che John Paul volevano solo che fossi me stesso e che sentissi il ritmo con loro. Questo mi ha fatto capire quanto fosse speciale l'unità Zep. Può succedere solo quando tutti sono sulla stessa lunghezza d'onda".
Qualche clausola? "Sì. Niente cuffie. Nessuna traccia di clic. E nessun conteggio. Abbiamo appena sentito il momento di iniziare, ed è stato sorprendente come istintivamente ciò sia arrivato. Jones ha il suono più massiccio, grasso e rotondo ed è calmo, rilassato e totalmente in controllo del suo strumento. Sono sicuro che la sicurezza ha permesso a Bonham di avere la creatività e il fuoco che aveva".
Mike Portnoy , la cui Hammer Of The Gods, una tribute band degli Zep, lo ha visto con indosso una tuta da lavoro bianca e una bombetta nera dietro un kit Bonzo di perspex arancione, ha una prospettiva unica. “I miei più grandi eroi della batteria sono John Bonham, Keith Moon, Ringo Starr e Neil Peart, ma penso che Bonham sia il più universalmente amato. Forse Moon era troppo sconsiderato per alcuni, Ringo troppo semplice per alcuni e Peart troppo tecnico per alcuni. Eppure lo stile di Bonham era qualcosa che tutti apprezzavano, quindi sì, forse era davvero il batterista rock per eccellenza".
C'è qualcuno che Portnoy sente abbracciare quell'estetica Bonham? “Mi viene in mente Dave Grohl. Anche se Jason Bonham era davvero l'unica persona per la reunion degli Zeppelin del '08. Ha fatto un lavoro incredibile, catturando lo spirito, il fuoco e lo stile di suo padre. Era l'ultimo tributo. Nessun altro dovrebbe suonare la batteria con Plant, Page e Jones a parte un Bonham!
ANDARE VIA
Fino alla fine, Bonham ha continuato, quasi da operaio, ad essere il batterista dei Led Zeppelin. È sfuggito ai rigori della celebrità con la sua famiglia e i suoi amici a casa, dove raramente ha toccato la batteria, ma si è divertito ad ascoltare di tutto, da Elvis Presley e James Brown a Stylistics e Supertramp sul suo jukebox. Di mentalità aperta, si è evoluto con gli Zeppelin, da un musicista indaffarato a suonare il groove e ispirato al soul ascoltato in Presence e In Through The Out Door .
Sebbene innamorato dell'audacia tecnica dei pionieri della fusione Billy Cobham, (Narada) Michael Walden e Alphonse Mouzon, sapeva che la loro influenza non aveva posto negli Zeppelin. Tutto questo era molto lontano dalle sue prime prove con The New Yardbirds, quando la sua batteria eccessivamente impegnata ed extra forte ha suscitato parole di avvertimento. Naturalmente, in quei primi tempi Bonham stava probabilmente cercando di assicurarsi di non essere trascurato. Non avrebbe dovuto preoccuparsene!
John Bonham: le ultime parole di un batterista
A quarantadue anni da quelle prime prove, e esattamente a 30 anni questo mese dalla sua prematura scomparsa, come viene ricordato Bonham? “John Henry Bonham, a mio modesto parere”, afferma Chad Smith con enfasi, “è senza dubbio il più grande batterista rock di tutti i tempi. Il suo suono, la sua tecnica, la sua musicalità, il suo groove e le sue sensazioni non sono mai stati duplicati. Nessuno si avvicina oggi e probabilmente nessuno lo farà mai".
Glen Hughes è d'accordo: "Tutti, dalle rock star agli uomini del latte, amano Bonham".
Jon Hiseman considera il potenziale perduto: "La reputazione di Bonham è stata costruita in una band e, a causa della sua morte prematura, non abbiamo mai sentito sviluppi successivi".
Liberty DeVitto considera le opzioni: "Se dicessi che è il migliore, lo metterei al di sopra di Keith Moon, Mick Avory, Bobby Elliott, Micky Waller, ma dirò che John Bonham era lì con il meglio di loro".
Senza esitazione, Bill Ward ricorda con affetto Bonham come The One. "Assolutamente! Lo ammiravo. Lo rispettavo. Era il maestro del groove. Ha scritto la Bibbia sulla batteria rock. Per imparare le basi primarie che porteranno un batterista all'era attuale della batteria rock o metal, bisogna ascoltare John Bonham. Era un'istituzione a sé stante. Era il suo ragazzo. Grazie, signor Bonham.

https://drummagazine.com/bonham-from-the-perspective-of-his-peers/?fbclid=IwAR2MwMcGCjQZyAbfNvKY-vfaxUZPZ3hMWLiSJ16fyk6OnXkRsvb48yz6bkw

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“Fra cinquant'anni, la gente ascolterà ancora i Led Zeppelin. Non si ricorderanno nemmeno di me".
Ahmet Ertegun


The Genius Of John Bonham
Led Zeppelin’s John Bonham was one of the greatest rock drummers in history. Known to fans as “Bonzo”, his power and energy behind the kit were unmatched.

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LED ZEPPELIN – SONO UN DIO DORATO!
Nel corso del 1974 i Led Zeppelin non effettuarono alcun tour, dedicandosi invece alla registrazione dei brani destinati al nuovo album. PHISICAL GRAFFITI uscì nel 1975 e comprendeva, oltre alle composizioni nuove, alcuni pezzi rimasti fuori dai lavori precedenti. Tra questi anche Houses of the Holy, che aveva dato il titolo al disco omonimo. Al fine di raccogliere tutto questo materiale si rese dunque necessario dare alle stampe un doppio LP. Furono comunque solo i brani nuovi ad entrare nelle scalette dei concerti: Sick Again, Kashmir, In My Time of Dying, Ten Years Gone e Trampled Under Foot. Quest’ultima era caratterizzata da un clavinet che ricordava Superstition di Stevie Wonder, ed era la nuova versione di un blues di Robert Johnson che parlava della sua Ford Terraplane. The Wanton Song venne utilizzata solamente all’inizio del tour del 1975, per poi ricomparire come apertura dei concerti di Page & Plant negli anni Novanta. Anche la potente The Rover era una traccia che non aveva trovato posto su HOUSES OF THE HOLY. La maestosa e orientaleggiante Kashmir sarebbe stata definita da Robert Plant “Il vero orgoglio dei Led Zeppelin”. Il cantante aveva adesso una voce meno limpida e con estensione inferiore rispetto a due anni prima: eppure quella del 1975 sarebbe stata ricordata come la tournée migliore della band. La copertina del disco mostrava un edificio esistente anche nella realtà a New York. Gli spettacoli del tour cominciavano con Rock and Roll, seguita da Sick Again. Il tour si svolse quasi interamente tra Canada e Stati Uniti. E dal momento che la band aveva modo di rientrare dopo ogni spettacolo all’albergo di Los Angeles, questo divenne la loro seconda casa. Ogni mattina, quando era previsto un concerto, si ripeteva il rituale delle macchine in partenza, con dentro i componenti del gruppo, il manager e il loro seguito, mentre giornalisti più o meno accreditati cercavano di trovare posto nelle auto, per imbarcarsi poi nel Boeing in partenza.
La tournèe cominciò con due date di “riscaldamento” nei Paesi Bassi, a Rotterdam l’11 gennaio 1975 e la sera dopo a Bruxelles, per spostarsi poi tra Stati Uniti e Canada dal 18 dello stesso mese fino al 27 marzo al Forum di Inglewood. L’incidente automobilistico capitato a Robert Plant il 4 agosto mentre era in vacanza con la famiglia a Rodi impedì che la seconda parte della tournèe potesse avere luogo. Ogni concerto vedeva Jimmy Page dai capelli più ricci e lunghi rispetto a due anni prima, con un diadema verde appeso al collo e spesso in costume nero, Robert Plant con una sorta di tunica colorata aperta sul petto, mentre John Bonham compariva vestito come i protagonisti del film Arancia Meccanica, in tuta bianca e bombetta nera.
Non apparve così a Earls Court, dove le tre date previste per il mese di maggio divennero cinque per via delle numerose richieste di biglietti. Il set acustico, che vedeva Jimmy, Robert e Jones seduti, era costituito da Going To California, That’s The Way e Bon-Yr-Aur Stomp. Quest’ultimo brano era stato composto nell’omonimo cottage nel 1970, ed era stato dedicato da Plant al suo cane Strider: spesso, quando l’esecuzione del pezzo giungeva alla sua conclusione, Robert si alzava in piedi ed esclamava proprio: «Strider!». Durante una delle date a Earls Court, invece, prima di esibirsi in questa canzone, il vocalist canticchiò Old Man di Neil Young. Su That’s The Way Jones si serviva del mandolino e dei bass pedals, mentre nel corso di Bron-Yr-Aur Stomp, al contrario degli altri, suonava in piedi un sottile contrabbasso elettrico. Qui Bonzo era perfetto nel controcanto, e utilizzava anche le nacchere. In occasione dei cinque concerti londinesi venne eseguita una versione di Tangerine con Jimmy impegnato alla famosa chitarra elettrica double neck invece che a quella acustica. Fantastica l’esecuzione di In My Time of Dying, che vedeva Page scatenarsi con la chitarra Danelectro utilizzando il bottleneck, nel suo costume nero avvolto da spirali colorate. In altre occasioni utilizzò invece la Les Paul. A questo brano nuovo faceva seguito la vecchia accoppiata The Song Remauns the Same e The Raig Song. Durante Trampled Under Foot i faretti prendevano a pulsare trasformando il palco in una discoteca. A volte qui Plant cantava anche un breve verso di Gallows Pole. Nel corso della tenebrosa No Quarter il palco veniva invaso da un fumo denso e colorato che affascinava gli spettatori. Il tour del 1975 fu anche l’ultimo a vedere l’esecuzione integrale di Dazed and Confused nella sua versione live che toccava i 30 minuti. Ogni show si chiudeva subito dopo con l’enorme scritta luminosa “Led Zeppelin” che appariva in alto, dietro al palco, quando finiva Stairway To Heaven e la band salutava il pubblico. Il bis prevedeva invece Whole Lotta Love, con Jimmy Page impegnato al Theremin senza più la chitarra a tracolla, seguita da Black Dog e Heartbreaker.
Durante il tour John Bonham decise di suonare la batteria nella sua stanza d’albergo con la musica a tutto volume, tenendo svegli gli altri clienti per tutta la notte. Altre volte faceva scherzi terribili a John Paul Jones, che ostentava in risposta una serafica calma per non dargli soddisfazione. I primi mesi di quella tournèe videro Jimmy indossare spesso una bella camicia ricamata d’argento. Ogni componente della band aveva il suo soprannome: Pagey, Percy, Bonzo e Jonesy. E avevano anche le loro ragazze Le mogli lo sapevano, ma si rendevano conto che i rispettivi consorti non avrebbero potuto rimanere privi di compagnia femminile durante i lunghi mesi trascorsi in tour. La ragazza di Jimmy era la giovanissima Lori Maddox, che sostituì Pamela Des Barress.
Il 1975 fu anche l’anno che vide i Led Zeppelin concedersi alla stampa: le riviste musicali dell’epoca avevano infatti osteggiato la band, ignorando i loro primi dischi e limitandosi a brevi recensioni ben poco elogiative. Durante il tour di PHISICAL GRAFFITI venne invece rilasciato qualche pass a giornalisti selezionati per seguirli anche sullo Starship o per rilasciare qualche intervista. Fu così che Stephen Davis potè scrivere Il Martello degli dei, ottenendo un successo clamoroso. A sua volta Cameron Crowe sarebbe divenuto il regista del film Almoust Famous (“Quasi Famosi”) che citava più volte episodi realmente accaduti agli Zeppelin, compresa una frase pronunciata scherzosamente da Robert Plant: “Sono un dio dorato!”. Nel film possono ascoltarsi anche diversi brani dei Led Zeppelin: evento raro, dal momento che di solito non concedono il diritto di utilizzare la loro musica. Crowe era stato scelto dal gruppo come l’unico reporter cui avrebbero concesso un’intervista per il «Rolling Stone». L’hotel di Los Angeles presso il quale risiedevano, chiamato Continetal Hyatt House, venne soprannominato Riot House (la casa della rivolta) a causa dei “sommovimenti” che avvenivano al suo interno, con ragazze sdraiate nei corridoi del sesto piano nella speranza che qualcuno del gruppo aprisse loro la porta e televisori lanciati dalle finestre. In un’occasione Peter Grant chiese al direttore dell’albergo se non avesse avuto voglia di scaraventarne fuori uno anche lui. L’altro rispose che sognava da tempo di farlo. Grant pagò quanto dovuto, e un altro televisore volò dall’alto di una finestra per schiantarsi al suolo in mille pezzi.

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I veri fatti della vita di Robert Plant


I Led Zeppelin, la band composta da John Paul Jones, Jimmy Page, John Bonham e Robert Plant, hanno vissuto 12 anni pieni di buon rock, eccessi, successi, scandali, voci e tragedie; In quest'ultima area sono sorte diverse situazioni, che diverse persone hanno attribuito a un possibile patto con il Diavolo, alla passione di Page per l'esoterico e al satanismo, tra le altre voci.

Il dettaglio è che la band ha attraversato diversi momenti tragici e dolorosi che li hanno segnati come gruppo e come persone, uno di questi eventi è la strana morte del figlioletto di Robert Plant. Si scopre che nel 1977, dopo aver subito una pausa dalle esibizioni dal vivo a causa di un gravissimo incidente stradale subito da Robert e dalla sua famiglia, i Led Zeppelin stavano per riprendere le sue esibizioni dal vivo, iniziando negli Stati Uniti.

Durante l'autopsia è stato accertato che il piccolo Karac è morto per cause naturali, a causa di un'infezione acuta allo stomaco non identificata; Infatti, una settimana prima, Carmen, l'altra figlia di Robert Plant, aveva sofferto di gastroenterite acuta, che era stata controllata, apparentemente avendo sofferto dello stesso virus che aveva portato alla morte Karac.

Il colpo per Robert Plant è stato (logicamente) devastante, ma ha anche influito in pieno sulle dinamiche interne dei Led Zeppelin, non solo in termini di pausa dalle attività ma anche in termini di rapporto tra i membri della band, questo a causa di A piuttosto dettaglio sorprendente: l'unico membro del gruppo che ha partecipato al funerale di Karac era John Bonham, gli altri 2 membri, John Paul Jones e Jimmy Page, non sono venuti a sostenere il loro partner caduto in disgrazia, un fatto che a Robert non è piaciuto affatto.

https://youtu.be/kkDgkUelNiU

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Beh, non mi fido di nessuno a cui non piacciano i Led Zeppelin.
Jack White
Jack White/Robert Plant - 'The Lemon Song' (Led Zeppelin) Lollapalooza
"Sono una forza inamovibile nella musica", ha detto una volta Jack White sui Led Zeppelin prima di aggiungere. “Non mi fido di nessuno a cui non piacciono.” Nel 2019, l'ex cantante dei White Stripes ha persino condiviso una playlist delle sue 10 canzoni preferite degli Zeppelin, che era piena di tagli profondi. La sua playlist include mix alternativi di "Two Ones Are Won (Achilles Last Stand)" e "St. Tristan's Sword', così come 'The Girl I Love She Got Long Black Wavy Hair' e 'Traveling Riverside Blues' tratti dalle sessioni che lo Zep ha effettuato per la BBC .
Tuttavia, una canzone nella playlist occupa un posto speciale vicino al cuore di Jack White ed è "The Lemon Song". Quando è stato il protagonista di Lollapalooza Argentina nel 2015, White si è ritrovato a salire sul palco dopo Robert Plant e The Sensational Shapeshifters. Non c'era modo che non stesse sfruttando appieno il fatto di trovarsi così vicino al suo eroe e abbia tentato il suo braccio invitando Plant a unirsi a lui sul palco.
Il frontman dei Led Zeppelin non ci ha messo molto a convincere e il sentimento di rispetto tra i due titani del rock resta reciproco. "Adoro lo spirito bucaniere di Jack White e il modo in cui schiva gli orizzonti musicali", ha scritto Plant durante una chat su Facebook nel 2014. Ha anche rivelato ai suoi accaniti fan che sarebbe stato "felice" di registrare una canzone con il l'ex cantante dei White Stripes mentre era a Nashville,


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FOO FIGHTERS, L'OSSESSIONE DI DAVE GROHL PER JOHN BONHAM: "MI HA CAMBIATO E SEGNATO PER LA VITA"Il frontman spiega l'impatto che il batterista dei Led Zeppelin ha avuto sulla sua formazione musicale
Tra le fonti di ispirazione di Dave Grohl ci sono da sempre anche i Led Zeppelin . In particolare, John Bonham ha rappresentato un modello musicale da seguire per il frontman dei Foo Fighters che ha iniziato com'è noto, ha iniziato la sua carriera come batterista , per poi diventare in seguito anche chitarrista e cantante .
“ All'età di 13 o 14 anni – ha raccontato Grohl al Guardian – avevo una visione molto ristretta secondo la quale ogni cosa poteva essere solo e sempre punk rock. Setacciavo gli scaffali di dischi per cercare qualsiasi cosa che fosse dissonante e sovversiva, come il death metal e la musica industrial, cosa che non fosse passata alla radio e che sembrasse ribelle. Quando avevo 15 o 16 anni ho imparato a suonare la batteria sistemando i cuscini sul pavimento e sul letto, così da formare un set di tamburi e piatti così da poter provare a suonare i brani dei Bad Brains ”.
Poco dopo è nato l'amore per la band di Jimmy Page e Robert Plant : “ Ho scoperto i Led Zeppelin quando ho a migliorare come batterista – ha proseguito Dave – ho iniziato ad avere una vera e propria ossessione per John Bonham , per ciò che suonava e per i motivi per i quali suonava in un certo modo. È difficile da spiegare, ma il suo tocco e il suo suono sono inconfondibile e indefinibili. Chiunque può riuscire a suonare ciò che lui suonava, ma non sarà mai la stessa cosa, perché lui aveva qualcosa di unico, come una sorta di impronta digitale ”.
A quel punto Dave Grohl ha iniziato a studiare le canzoni dei Led Zeppelin “ come un monaco ”, cercando di memorizzare le parti di John Bonham che per lui erano “ come poesia ”. “ Ero così ossessionato che mi sono tatuato da solo il simbolo dei tre cerchi intrecciati (uno dei simboli Led Zeppelin ndr) con un ago per striscione e un po' di inchiostro – ha detto ancora – John Bonham mi ha segnato a vita ”.
Il musicista ha poi parlato di sua madre che era un' insegnante del liceo che lui frequentava: lei lo ha sempre sostenuto nei suoi progetti musicali, nei quali possono bastare a raggiungere risultati rispetto a quelli che raggiungeva a scuola. “ Per tutta la sua carriera lei ha avuto a che fare con dei come me – ha raccontato Grohl di sua madre – ma era nota per essere un'insegnante forte, perché lei capiva che ogni imparava in modo diverso e che, se qualcuno aveva qualche difficoltà a scuola, non voleva dire che non fosse in grado di imparare. Penso di essere stato il suo studente più problematico , malei si è resa conto della mia passione e della mia ossessione per la musica ”.
Avere l' appoggio di sua madre per Dave Grohl è stato fondamentale: “ Mia madre mi ha sostenuto in tutto e per tutto – ha raccontato ancora – in questo è stata incoraggiata dall'indipendenza e dalla creatività della scena punk rock underground , perché tutti chiamati tutto da soli . Non esistevano casi discografiche che ti aiutano. Tu mettevi su la band, scrivevi una canzone, organizzavi uno show, guadagnavi 50 dollari, poi andavi in ​​studio, registravi qualcosa, stampavi i dischi e pubblicavi il tuo album. Vedere il proprio figlio così appassionato di qualcosa a quell'età deve essere stato davvero stimolante per lei. È sempre la cosa che vuoi fare più di tutte quella che ti riesce meglio –ha concluso – dico davvero. E tutto ciò che io facevo era ascoltare musica ”.
Con la sua passione e con la sua tenacia, alla fine Dave Grohl è riuscito a realizzare il suo sogno di diventare un musicista, prima con i Nirvana e poi con una band che ha creato lui stesso, i Foo Fighters per l'appunto. Oggi il frontman può vantare una carriera ricca di successi: il prossimo 5 febbraio uscirà Medicine At Midnight , il nuovo album dei Foos che è stato anticipato dai singoli Shame Shame, No Son Of Mine e Waiting On A War che hanno già conquistato i fan.

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Per molti fan, i Led Zeppelin sono stati ancora più strabilianti sul palco che in studio. Con BBC Sessions , questo argomento è stato rafforzato, poiché ha mostrato il quartetto più potente della musica rock nella sua forma più giocosa e incisiva.
Rilasciato l'11 novembre 1997, e contenente anche un terzo disco di interviste in una tiratura iniziale limitata, BBC Sessions è stato diviso in due metà distinte ma ugualmente eccellenti.
Il primo - che inizia con la loro apparizione il 3 marzo 1969 con John Peel - comprende un'ampia gamma di materiale dai primi due album in studio della band, insieme a una manciata di cover inedite, registrate in varie sessioni della BBC nel corso del 1969. Il secondo disco presenta la maggior parte (ma, controverso, non tutto) di un clamoroso concerto del 1971 al Paris Theatre di Londra.
Le esibizioni sul disco uno sono all'unanimità essenziali. È affascinante sentire gli Zeppelin giocare con gli arrangiamenti in un vero e proprio studio, aggiungendo sottili nuove sfumature. "What Is and What Should Never Be", ad esempio, vede Robert Plant cantare attraverso un muro di riverbero, con armonie vocali più piene.
L'impennata "Communication Breakdown" in stile punk è ancora più distorta ed esplosiva della sua controparte dell'album. Ma i veri momenti salienti sono le copertine, in particolare un rinnovamento ricco di groove del classico blues di Robert Johnson "Traveling Riverside Blues", costruito sulla bruciante chitarra slide di Jimmy Page .
Le versioni live del secondo disco non sono sempre suonate alla perfezione, ma sono sempre state appassionate. "Going to California" è pieno di transizioni imbarazzanti e testi confusi, ma la sua ballata alimentata dal mandolino è incredibilmente toccante. "Heartbreaker" è ancora più grintoso e propulsivo della versione straordinaria dei Led Zeppelin II , in particolare con il basso amplificato di John Paul Jones .
BBC Sessions deve ancora affrontare alcune critiche per aver lasciato delle tracce (come il blues potenziato dall'armonica di "Sunshine Woman"), oltre alla performance modificata della lunga suite "Whole Lotta Love".
"Per coloro che lo ascoltavano per la prima volta, c'era un certo chitarrista che sussultava davvero per la parte stonata, perché la corda era caduta ed era stonata", ha detto Page alla BBC Radio nel 2009. "Stavo girando sulla sedia qui desiderando di poterla accordare. Comunque è stata accordata ed è tornata, ma ho sentito che stava rimandando la mia esecuzione."
Per fortuna, l' album è stato ampliato nel 2016 per includere un disco extra di materiale. Ma anche con il suo controverso montaggio originale, BBC Sessions dovrebbe essere celebrato per quello che c'è: la più grande rock band di sempre in tutta la loro imperfetta perfezione.

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mentre ce ne tornavamo in hotel lungo la A1, fummo testimoni di uno spettacolo che avrebbe toccato anche l'individuo più insensibile: sulla strada, a perdita d'occhio, si poteva scorgere l'esercito degli zeppelin che , vittorioso ma esausto, faceva ritorno a casa.sparsi ovunque piccoli faló illuminavano i volti di migliaia di fan che si preparavano a tornarsene a casa in autostop. Alcuni si erano addormentati dove si erano accampati, chi nei sacchi a pelo, chi nelle tende. Di fronte a quello spettacolo eccezionale, John affermó:" noi dobbiamo tutto a loro e se potessi me li porterei uno per uno con me in hotel." Poi abbassó il finestrino, mise fuori le mani e rivolse un applauso a quell'"Oceano". ( Mick bonham)
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 https://ledwallet.wordpress.com/john-bonham/

lo voglio ricordare così..
con qualche sua citazione
ma soprattutto con il suo grande talento, cuore, amicizia..
“Mi è sempre piaciuto che la batteria fosse grande e potente. Non uso mai molto i piatti, li uso per entrare o uscire da un assolo, ma generalmente preferisco un altro suono.”

“Rompevo sempre le pelli della batteria le prime volte che suonavo. Poi ho imparato a suonare più forte colpendo più piano: basta rullare”

“Noi non facciamo quello che fanno molti gruppi, registrare ogni strumento separatamente, penso che così si perda l’atmosfera della canzone”
Quando nell’agosto 1968 Plant suggerì a Page di contattare il suo amico Bonzo (così lo chiamava scherzosamente, in riferimento al cagnolino maldestro e dal cuore nobile protagonista di una serie animata degli anni Venti) per la formazione di un nuovo gruppo sulle ceneri degli Yardbirds, Bonham aveva tante possibilità da considerare: era oggetto della contesa tra Chris Farlowe e Joe Cocker, e il suo ingaggio con Tim Rose era stato il suo primo lavoro regolarmente retribuito. Ma il problema era un altro: “Non era un fatto di chi aveva le migliori possibilità, ma di chi avrebbe fatto il giusto tipo di roba… Sapevo cosa piaceva a Robert per averci suonato con la Band Of Joy, e sapevo a cosa si interessava Jimmy, così decisi che quella musica sarebbe stata meglio. E il tempo m’ha dato ragione”. Nonostante ciò ci furono molte insistenze da parte di Peter Grant, il manager della band, Plant e Page.
All’interno dei Led Zeppelin Bonham è a proprio agio: da una parte il suo bisogno di sentirsi parte di un gruppo è soddisfatto, Plant è in sostanza un amico di vecchia data, dall’altra può dare libero sfogo al suo modo di suonare, in una band in cui sin dal primo album una batteria potente e spontanea come la sua ha un posto centrale, basti pensare a come si apre il disco con Good Times Bad Times. Altre occasioni per mostrare il suo talento sono in pezzi come Dazed And Confused nelle rullate finali o in How Many More Times nel Bolero, ma Bonzo da il meglio di sé durante i concerti, dove si scatena in lunghi assoli comprendenti una parte a mani nude, che genera interminabili ovazioni del pubblico. Questo assolo si chiama Pat’s Delight e presto diventerà Moby Dick, brano proposto anche in Led Zeppelin II, ma, a detta di molti, riduttivo in confronto alle performance dal vivo, arrivate nel 1973-75 a durare di regola oltre i trenta minuti.
Al di là del suo talento di batterista..
c’era anche un padre di famiglia gentile e premuroso come ci ricorda suo figlio Jason: “Ogni volta che comprava un nuovo set, me ne comprava uno identico -solo un po’ più piccolo”. Bonham gli aveva infatti regalato un set di batteria identico al suo, ma in scala ridotta, quello che si può vedere nel film The Song Remains The Same. E anche: “Veniva da me e mi svegliava verso le tre o le quattro del mattino, e diceva: ‘Su, Jason. Vieni a suonare per me e i miei amici’. Così io mi alzavo, mi trascinavo per le scale, andavo alla batteria e suonavo. Lì sì che mi divertivo. Ma, crescendo, divenni più saggio, dicevo a mio padre: ‘Va bene, mi alzo se domani non mi fai andare a scuola’ e lui: ‘Va bene, domani niente scuola’. E io mi alzavo”. Nella tournée USA del 1977 il piccolo Jason, a 11 anni, fu anche portato a qualche concerto.

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 John Bonham

Premessa:La batteria di John Bonham è ricordata come la più potente della storia del rock. Sin da bambino aveva l’istinto di percuotere qualcosa, anche a mani nude, come negli spaventosi e indimenticabili assoli di Moby Dick.
Cresciuto a Kidderminster, nello stesso ambiente di Plant, suonò con varie band procurando spesso problemi per l’elevato “rumore” del suo strumento, che nei Led Zeppelin sarà l’elemento distintivo. Tra le band in cui suonò vanno ricordate The Band Of Joy e The Crawling King Snakes (insieme all’amico Robert Plant). Fu il più titubante ad entrare nella formazione dei Led Zeppelin, forse anche a causa della sua situazione economicamente instabile nonostante fosse già sposato (a diciassette anni) con Pat. Numerosi sono gli aneddoti sul suo selvaggio modo di suonare la batteria sulla sua foga inumana, sul suo amore per l’alcool e gli amici, sul suo carattere rissoso ma affidabile e riservato, che gli procurò il soprannome, divenuto celebre, di Bonzo (dal nome del protagonista di un cartone animato inglese).
Il suo instancabile amore per le percussioni e per la musica finirà con la sua morte il 25 settembre 1980, ma l’eco della sua Ludwig riecheggerà per sempre nella storia del rock n’ roll.

Biografia:Era il 31 maggio del 1948 quando, a Reddicth, un piccolo paese nella regione del Worchestershire, quasi al confine col Galles, nacque John Henry Bonham. Sebbene non fosse nato in una famiglia di musicisti, sin dalla giovane età era evidente il suo amore per le percussioni, come egli stesso racconta: “Volevo essere un batterista da quando avevo cinque anni. A quel tempo suonavo su un bidone per sali da bagno con fili di ferro sul fondo, e su una lattina di caffè tenuta da uno spagno un po’ allentato per dargli l’effetto di un rullante”. Cinque anni più tardi Bonham ebbe il suo primo rullante, e dopo altri cinque il padre gli comprò la prima vera batteria, e nonostante questa fosse un rudimentale arnese in pessime condizioni, fu in questo periodo che imparò a prendersi cura del proprio strumento, a coccolarlo e modificarlo, ritenendo che sapere suonare una batteria e prendersene cura personalmente fossero due requisiti complementari in un buon batterista.
In questo periodo Bonham abbandonò gli studi per dedicarsi alla batteria, mantenendosi lavorando insieme al padre per un’impresa edile, in modo che se non avesse sfondato nel mondo della musica avrebbe comunque avuto un’altra possibilità. Il primo gruppo in cui suonò stabilmente fu Terry Webb and The Spiders seguito poi da A Way Of Life, Steve Brett and the Mavericks e The Nicky James Movement, del quale Bonham ricorda con ammirazione il cantante, Nicky James appunto. Questo gruppo aveva un grosso seguito nell’area di Birmingham, grazie proprio al cantante, e girava per tutti i club della zona, ma a stimolare Bonham in quel periodo era più l’entusiasmo di fare parte in un gruppo musicale che un vero guadagno, tanto che aveva promesso alla sua ragazza e futura moglie, la bionda Pat, che avrebbe smesso di suonare una volta sposati, rendendosi però conto di quanto queste promesse fossero vane.

Siamo alla metà degli anni Sessanta e, nonostante Bonham abbia sposato Pat, le sue promesse non vengono mantenute: entra a far parte del gruppo The Crawling King Snake, dove conosce e fa amicizia con un altro interessante cantate solista cresciuto nel suo stesso ambiente, Robert Plant. E’ in questo periodo che la reputazione di Bonham inizia a circolare, sia con risultati positivi, sia con risultati negativi: c’è chi rifiuta di farlo suonare nel proprio locale per via di una batteria troppo rumorosa e per la foga che impiega quando la suona, batterie foderate di carta stagnola, pelli sfondate, assoli a mani nude, casse di birra consumate a tempi da record e risse occasionali sono causa ed effetto di questa reputazione. Il suo modo di suonare è influenzato dalla rivoluzione portata da Ginger Baker nell’ambito della batteria rock, il lavoro di questo grande musicista nella Graham Bond Organization è ciò che il giovane Bonham preferisce, insieme al sound e al groove del catalogo soul dell’epoca. Bonham preferisce affidarsi alla pratica più che alla teoria e come in seguito dichiarerà: “Quando iniziai a suonare ero molto interessato alla musica ed ero capace di leggerla. Ma quando cominciai a suonare nelle prime bands, stupidamente, lasciai perdere questo aspetto. Sono convito che sia una gran cosa se sei capace di scrivere in musica le tue idee. Ma penso anche che nella batteria il feeling sia molto più importante della tecnica”.
Dopo uno sporadico ritorno alla band A Way Of Life, e la nascita del suo primo figlio nel 1966, Jason, Bonham, nel 1967, entra a far parte della nuova band dell’amico Robert Plant: la Band Of Joy. Fino all’estate del 1968 i due rimarranno uniti, ma allo scioglimento della Band Of Joy le loro strade si dividono momentaneamente. In questo periodo Bonham suona in vari tour con Tim Rose, un talentuoso cantautore folk e blues dell’epoca.

Quando nell’agosto 1968 Plant suggerì a Page di contattare il suo amico Bonzo (così lo chiamava scherzosamente, in riferimento al cagnolino maldestro e dal cuore nobile protagonista di una serie animata degli anni Venti) per la formazione di un nuovo gruppo sulle ceneri degli Yardbirds, Bonham aveva tante possibilità da considerare: era oggetto della contesa tra Chris Farlowe e Joe Cocker, e il suo ingaggio con Tim Rose era stato il suo primo lavoro regolarmente retribuito. Ma il problema era un altro: “Non era un fatto di chi aveva le migliori possibilità, ma di chi avrebbe fatto il giusto tipo di roba… Sapevo cosa piaceva a Robert per averci suonato con la Band Of Joy, e sapevo a cosa si interessava Jimmy, così decisi che quella musica sarebbe stata meglio. E il tempo m’ha dato ragione”. Nonostante ciò ci furono molte insistenze da parte di Peter Grant, il manager della band, Plant e Page.

All’interno dei Led Zeppelin Bonham è a proprio agio: da una parte il suo bisogno di sentirsi parte di un gruppo è soddisfatto, Plant è in sostanza un amico di vecchia data, dall’altra può dare libero sfogo al suo modo di suonare, in una band in cui sin dal primo album una batteria potente e spontanea come la sua ha un posto centrale, basti pensare a come si apre il disco con Good Times Bad Times. Altre occasioni per mostrare il suo talento sono in pezzi come Dazed And Confused nelle rullate finali o in How Many More Times nel Bolero, ma Bonzo da il meglio di sé durante i concerti, dove si scatena in lunghi assoli comprendenti una parte a mani nude, che genera interminabili ovazioni del pubblico. Questo assolo si chiama Pat’s Delight e presto diventerà Moby Dick, brano proposto anche in Led Zeppelin II, ma, a detta di molti, riduttivo in confronto alle performance dal vivo, arrivate nel 1973-75 a durare di regola oltre i trenta minuti. Quando Bonham non è sul palco a percuotere una batteria lo si trova in giro a far danni, tanto che nella notte tra il 6 e il 7 marzo 1971 si rompe addirittura il naso in una rissa, ma del resto, come ricorda Richard Cole, Bonham era sempre stata una persona vivace: “A John Paul piaceva il gin and tonic. Robert beveva principalmente vino, e alle volte scotch. Jimmy era fissato col Jack Daniels. Ma Bonzo e io non eravamo così schizzinosi. Dal rum alla birra e allo champagne, bevevamo praticamente di tutto”. Il fatto fu che a notte inoltrata, all’Intercontinental di Dublino, dopo lo show, Bonham e uno dei roadies reclamavano per avere un pasto e Cole, per sedare la rissa che avevano fomentato con il cuoco dell’albergo, dovette tirare un forte pugno sul naso di Bonzo, rompendolo. Nonostante questo aspetto, dietro al rissoso batterista rock c’era anche un padre di famiglia gentile e premuroso come ci ricorda suo figlio Jason: “Ogni volta che comprava un nuovo set, me ne comprava uno identico -solo un po’ più piccolo”. Bonham gli aveva infatti regalato un set di batteria identico al suo, ma in scala ridotta, quello che si può vedere nel film The Song Remains The Same. E anche: “Veniva da me e mi svegliava verso le tre o le quattro del mattino, e diceva: ‘Su, Jason. Vieni a suonare per me e i miei amici’. Così io mi alzavo, mi trascinavo per le scale, andavo alla batteria e suonavo. Lì sì che mi divertivo. Ma, crescendo, divenni più saggio, dicevo a mio padre: ‘Va bene, mi alzo se domani non mi fai andare a scuola’ e lui: ‘Va bene, domani niente scuola’. E io mi alzavo”. Nella tournée USA del 1977 il piccolo Jason, a 11 anni, fu anche portato a qualche concerto.

Nel periodo d’oro dei Led Zeppelin, dal 1972 al 1975, Bonham era sul tetto del mondo: quando stava a casa in Inghilterra passava il tempo al pub, a curare il suo giardino e a giocare con suo figlio, o a guidare una a caso delle sue ventuno automobili d’epoca, che insieme alle moto costituivano la sua grande passione per i motori: una volta fu pure visto andare su una Harley Davidson nella lavanderia dell’Hyatt House di Los Angeles.
La vita durante le tournée era sregolata e selvaggia: fiumi di Black Russians al Rainbow di Los Angeles, incidenti con le camere d’albergo e televisori che volano dalle finestre. Sul palco c’era l’entusiasmo di sempre, come il 31 maggio 1973, quando durante il concerto al Forum di Los Angeles Plant invitò tutto il pubblico a fare gli auguri a Bonzo, cantando tutti insieme: “happy birthday to Bonzo”. Oltre ai concerti ci sono pure da considerare i tanti capolavori presenti nel catalogo dei Led Zeppelin, come più tardi ricorderà Jimmy Page: “E’ stato la ragione per cui abbiamo dovuto comprare amplificatori più grandi”, il suo suono andava valorizzato. E come si possono dimenticare gli intramontabili pezzi che lo vedono protagonista: Since I’ve Been Loving YouRock And RollBlack DogWhen The Leeve BreaksD’yer Mak’erThe OceanIn My Time Of Dying e molti altri. Tutti brani che, peraltro, saranno oggetto di innumerevoli campionamenti nell’epoca dei sintetizzatori.

Ma proprio dopo questo periodo, dopo l’epico tour USA del 1975, il comportamento sregolato comune a lui e alla band inizia a dare i suoi frutti più cattivi. E’ durante le sessions per la registrazione di Presence, a Monaco, che l’uso di droghe pesanti inizia a insinuarsi pericolosamente nella sua vita. Ce lo aveva portato lo stress accumulato negli anni, e non è nemmeno da dimenticare il clima terribile di quel periodo: Robert Plant, amico di Bonham da anni, aveva rischiato la vita insieme alla moglie a Rodi, pochi mesi prima, e le sue condizioni erano ancora incerte. Nell’album Presence, tuttavia, Bonzo risulta essere in gran forma: da Achilles Last Stand a Nobody’s Fault But Mine. La testimonianza del disagio della band viene fuori dall’undicesimo tour USA, nel 1977. Sebbene sul palco Bonzo sia sempre al massimo, Moby Dick (forse la canzone che i Led Zeppelin hanno suonato più volte dal vivo) contiene nuove ed interessanti sezioni e ha preso il nome di Over The Top, nei momenti morti Bonham non è più quello di una volta, e nemmeno la presenza della moglie e del figlio durante la tournée lo fanno stare meglio. Come ricorda la giornalista Lisa Robinson, mentre gli altri andavano in giro a divertirsi: “John Bonham è stato parecchio in camera a guardare la TV”. E quando stava chiuso nelle camere degli alberghi doveva dare in qualche modo sfogo al suo disagio. All’Ambassador East a Pontiac, Michigan Cole aveva prenotato due stanze per Bonham, una normale e una senza mobili e con un biliardo al centro, ma quando era sopraggiunta la noia al biliardo era stata presa di mira l’altra stanza e, metodicamente, demolita in ogni sua parte. Cole dovette pagare un conto di 5100 Dollari. Anche un altro tragico incidente avviene a Oakland, durante il penultimo concerto dei Led Zeppelin in America: il 23 Luglio. Un dipendente di Bill Graham, gestore del Coliseum e magnate dell’industria dello spettacolo, non aveva ceduto al figlio di Grant, Warren, un cartello con la scritta “Led Zeppelin”, e così era stato malmenato da Bonzo e massacrato durante il concerto da Grant, Cole e John Bindon, il roadie di Bonzo. I quattro, un anno più tardi, verrano poi giudicati colpevoli ma non condannati.

Il 1980 è l’anno più duro per la salute fisica e mentale della band. Nonostante il successo degli show a Copenhagen e Knebworth, con relativi applausi al loro nuovo album, In Through The Out Door, la tournée europea, che doveva essere di prova per una negli USA, da un lato riceve consenso presso il pubblico, ma dall’altro mette a nudo le condizioni di Bonham: il suo immortale assolo Pat’s Delight-Moby Dick-Over The Top è stato escluso dalla scaletta e il 27 giugno, a Norimberga, Bonzo sviene sul palco dopo solo tre canzoni. Non bisogna dimenticare che in questo periodo Richard Cole era stato allontanato da Peter Grant per il suo abuso di droghe pesanti. Nonostante tutti questi problemi la voglia di andare avanti c’è, e il progetto di una dodicesima tournée USA non era sfumato, ma proprio durante un party in casa di Page a Windsor, il 24 settembre 1980, dopo delle sessions di prova per il tour, Bonzo aveva per l’ennesima volta ecceduto con la vodka, fino allo svenimento, tanto che i roadies avevano dovuto coricarlo su un divano. Verso le prime ore del mattino seguente Bonzo viene trovato senza vita dal roadie Benji Le Fevre e da Robert Plant. Come possibili cause del decesso furono accreditate: edema polmonare, inalazione del proprio vomito e abuso di alcol, venne giudicata una morte accidentale. 

Frasi famose:“In effetti mi piace urlare quando suono. Urlo come un orso e suono con più foga. Mi piace che il nostro show sia una tempesta tonante”

“Sono sempre la stessa persona. Mi piacciono il giardinaggio e i lavori di casa, e sono ancora la testa calda di sempre. Non mi siedo mai a riflettere sulle cose”

“Mi è sempre piaciuto che la batteria fosse grande e potente. Non uso mai molto i piatti, li uso per entrare o uscire da un assolo, ma generalmente preferisco un altro suono.”

“Rompevo sempre le pelli della batteria le prime volte che suonavo. Poi ho imparato a suonare più forte colpendo più piano: basta rullare”

“Noi non facciamo quello che fanno molti gruppi, registrare ogni strumento separatamente, penso che così si perda l’atmosfera della canzone”

“Ci piace suonare. Ogni concerto è importante per noi. Qui non importa quanto tu sei famoso, non ti puoi permettere di dormire sugli allori: se fai così sei morto. Questo non ci accadrà mai”

“Non so fin quando dureremo, ma andremo avanti finchè potremo. Quando mi unii alla band non conoscevo Jimmy, mi sentivo un po’ in imbarazzo, lui era la grande star con anni di esperienza, come session man e con gli Yardbirds. Ora il gruppo è più unito che mai, e penso che abbiamo molto da dire.” 

Hanno detto di lui:“Bonham… non ne trovi un altro come lui” — Charlie Watts

“Ragazzo, hai il piede destro più veloce di quello di un coniglio!” — Jimi Hendrix

“Il Rock and Roll è morto il giorno in cui è morto John Bonham” — Billy Joel

“Era il sogno di ogni bassista” — John Paul Jones

“Bonzo diceva sempre di essere il più grande batterista del mondo. Quando lo sentivamo suonare, sapevamo che lo era!” — Robert Plant

“In sostanza, credo che sia lassù o da qualche altra parte, pensando che si tratti di un bello scherzo. Lo puoi sentire dire: Facciamoci una bevuta e giochiamo a freccette. Ehi, divertente, no?” — Benoit Gautier  


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25 settembre 2022
Ma che ne sanno di noi.
Ma che ne sanno di quella prima volta e di Train kept a rollin
-Ma che ne sanno di me e di te prima di allora, di quando eravamo solo 2 assordanti musicisti e facevamo fatica a farci notare. Di quando tutto é esploso ed era così frenetico ed esaltante. Che ne sanno invece di quando tutto é crollato e di me e te su quel volo infinito verso il mio oblio. Che ne sanno che mi hai salvato dalla follia. Che ne sanno di quando ho dovuto dire a Pat e ai bimbi.
- ma che ne sanno di quando ti hanno proposto a me, di quando ascoltandoti mi é esploso il cervello pensando a ciò che avremmo potuto fare, di quelle risate assurde, di quelle nostre debolezze che ne sanno. Che ne sanno dei progetti futuri che avevamo io e te e che avrebbero spaccato le orecchie al rock... Di come mi sono sentito quel giorno...nella mia casa.
- Ma che ne sanno di noi sul palco, della nostra alchimia e dei nostri strumenti. Che ne sanno dei nostri sguardi d'intesa, delle barzellette, di quello che avevamo in comune, dell'amore identico per le nostre famiglie. Che ne sanno di quel giorno, che ne sanno del mio volto e delle mie lacrime, del mio terrore, della mia incredulità che ne sanno.
E che ne sanno di noi. Di questi 42 anni ricchi di NO, di "non é lo stesso", di "dobbiamo andare avanti", di "é il passato".
Che ne sanno della fatica e del tormento a dire queste cose, a crederci perché non possiamo fare altrimenti e nascondere i nostri pensieri sul cosa sarebbe stato, cosa avremmo fatto, come saremmo diventati.
Che ne sanno del nostro cuore spezzato e di una vita che non é stata più la stessa.
Siamo sopravvissuti senza te, John. Sopravvissuti.
MA CHE NE SANNO GLI ALTRI CHE LUI CI MANCA COME IL PRIMO GIORNO.
JOHN BONHAM 25 Settembre 1980.
E che ne sapete di me... che il loro dolore lo sento in ogni intervista, in ogni sguardo, ogni volta che si nominano lui, Karac e il mondo di allora...che ne sapete della mia empatia per chi soffre... chiunque sia.
Beh.... ora sapete tutto.
Ciao John.
Lu

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lo voglio ricordare così..
con qualche sua citazione
ma soprattutto con il suo grande talento, cuore, amicizia..
“Mi è sempre piaciuto che la batteria fosse grande e potente. Non uso mai molto i piatti, li uso per entrare o uscire da un assolo, ma generalmente preferisco un altro suono.”
“Rompevo sempre le pelli della batteria le prime volte che suonavo. Poi ho imparato a suonare più forte colpendo più piano: basta rullare”
“Noi non facciamo quello che fanno molti gruppi, registrare ogni strumento separatamente, penso che così si perda l’atmosfera della canzone”
Ciao Campione..🥰
𝘾𝙞𝙖𝙤 𝘾𝙖𝙢𝙥𝙞𝙤𝙣𝙚..🥰
𝙌𝙪𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙣𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙜𝙤𝙨𝙩𝙤 1968 𝙋𝙡𝙖𝙣𝙩 𝙨𝙪𝙜𝙜𝙚𝙧𝙞̀ 𝙖 𝙋𝙖𝙜𝙚 𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙖𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝘽𝙤𝙣𝙯𝙤 (𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖𝙫𝙖 𝙨𝙘𝙝𝙚𝙧𝙯𝙤𝙨𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙞𝙣 𝙧𝙞𝙛𝙚𝙧𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙖𝙡 𝙘𝙖𝙜𝙣𝙤𝙡𝙞𝙣𝙤 𝙢𝙖𝙡𝙙𝙚𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙣𝙤𝙗𝙞𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙖𝙜𝙤𝙣𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙨𝙚𝙧𝙞𝙚 𝙖𝙣𝙞𝙢𝙖𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙑𝙚𝙣𝙩𝙞) 𝙥𝙚𝙧 𝙡𝙖 𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙜𝙧𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙚 𝙘𝙚𝙣𝙚𝙧𝙞 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙔𝙖𝙧𝙙𝙗𝙞𝙧𝙙𝙨, 𝘽𝙤𝙣𝙝𝙖𝙢 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙞𝙙𝙚𝙧𝙖𝙧𝙚: 𝙚𝙧𝙖 𝙤𝙜𝙜𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙨𝙖 𝙩𝙧𝙖 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙁𝙖𝙧𝙡𝙤𝙬𝙚 𝙚 𝙅𝙤𝙚 𝘾𝙤𝙘𝙠𝙚𝙧, 𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙞𝙣𝙜𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙏𝙞𝙢 𝙍𝙤𝙨𝙚 𝙚𝙧𝙖 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤 𝙧𝙚𝙜𝙤𝙡𝙖𝙧𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙧𝙚𝙩𝙧𝙞𝙗𝙪𝙞𝙩𝙤. 𝙈𝙖 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙗𝙡𝙚𝙢𝙖 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤: “𝙉𝙤𝙣 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙡𝙚 𝙢𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤𝙧𝙞 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀, 𝙢𝙖 𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙫𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙤 𝙩𝙞𝙥𝙤 𝙙𝙞 𝙧𝙤𝙗𝙖… 𝙎𝙖𝙥𝙚𝙫𝙤 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙥𝙞𝙖𝙘𝙚𝙫𝙖 𝙖 𝙍𝙤𝙗𝙚𝙧𝙩 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙫𝙚𝙧𝙘𝙞 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝘽𝙖𝙣𝙙 𝙊𝙛 𝙅𝙤𝙮, 𝙚 𝙨𝙖𝙥𝙚𝙫𝙤 𝙖 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙨𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙚𝙨𝙨𝙖𝙫𝙖 𝙅𝙞𝙢𝙢𝙮, 𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙙𝙚𝙘𝙞𝙨𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙢𝙪𝙨𝙞𝙘𝙖 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙖 𝙢𝙚𝙜𝙡𝙞𝙤. 𝙀 𝙞𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙢’𝙝𝙖 𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙧𝙖𝙜𝙞𝙤𝙣𝙚”. 𝙉𝙤𝙣𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙘𝙞 𝙛𝙪𝙧𝙤𝙣𝙤 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙞𝙣𝙨𝙞𝙨𝙩𝙚𝙣𝙯𝙚 𝙙𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝙋𝙚𝙩𝙚𝙧 𝙂𝙧𝙖𝙣𝙩, 𝙞𝙡 𝙢𝙖𝙣𝙖𝙜𝙚𝙧 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙖𝙣𝙙, 𝙋𝙡𝙖𝙣𝙩 𝙚 𝙋𝙖𝙜𝙚.
𝘼𝙡𝙡’𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙇𝙚𝙙 𝙕𝙚𝙥𝙥𝙚𝙡𝙞𝙣 𝘽𝙤𝙣𝙝𝙖𝙢 𝙚̀ 𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙤 𝙖𝙜𝙞𝙤: 𝙙𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙗𝙞𝙨𝙤𝙜𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙧𝙨𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙜𝙧𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙚̀ 𝙨𝙤𝙙𝙙𝙞𝙨𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤, 𝙋𝙡𝙖𝙣𝙩 𝙚̀ 𝙞𝙣 𝙨𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝙙𝙞 𝙫𝙚𝙘𝙘𝙝𝙞𝙖 𝙙𝙖𝙩𝙖, 𝙙𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙥𝙪𝙤̀ 𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙞𝙗𝙚𝙧𝙤 𝙨𝙛𝙤𝙜𝙤 𝙖𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙢𝙤𝙙𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙧𝙚, 𝙞𝙣 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙖𝙣𝙙 𝙞𝙣 𝙘𝙪𝙞 𝙨𝙞𝙣 𝙙𝙖𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙖𝙡𝙗𝙪𝙢 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙥𝙤𝙩𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙚 𝙨𝙥𝙤𝙣𝙩𝙖𝙣𝙚𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙪𝙖 𝙝𝙖 𝙪𝙣 𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡𝙚, 𝙗𝙖𝙨𝙩𝙞 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙨𝙞 𝙖𝙥𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙂𝙤𝙤𝙙 𝙏𝙞𝙢𝙚𝙨 𝘽𝙖𝙙 𝙏𝙞𝙢𝙚𝙨. 𝘼𝙡𝙩𝙧𝙚 𝙤𝙘𝙘𝙖𝙨𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙥𝙚𝙧 𝙢𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙩𝙖𝙡𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙞𝙣 𝙥𝙚𝙯𝙯𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝘿𝙖𝙯𝙚𝙙 𝘼𝙣𝙙 𝘾𝙤𝙣𝙛𝙪𝙨𝙚𝙙 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙧𝙪𝙡𝙡𝙖𝙩𝙚 𝙛𝙞𝙣𝙖𝙡𝙞 𝙤 𝙞𝙣 𝙃𝙤𝙬 𝙈𝙖𝙣𝙮 𝙈𝙤𝙧𝙚 𝙏𝙞𝙢𝙚𝙨 𝙣𝙚𝙡 𝘽𝙤𝙡𝙚𝙧𝙤, 𝙢𝙖 𝘽𝙤𝙣𝙯𝙤 𝙙𝙖 𝙞𝙡 𝙢𝙚𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚́ 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙧𝙩𝙞, 𝙙𝙤𝙫𝙚 𝙨𝙞 𝙨𝙘𝙖𝙩𝙚𝙣𝙖 𝙞𝙣 𝙡𝙪𝙣𝙜𝙝𝙞 𝙖𝙨𝙨𝙤𝙡𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙖 𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙪𝙙𝙚, 𝙘𝙝𝙚 𝙜𝙚𝙣𝙚𝙧𝙖 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙣𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞 𝙤𝙫𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙤. 𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙖𝙨𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙨𝙞 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖 𝙋𝙖𝙩’𝙨 𝘿𝙚𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙚𝙧𝙖̀ 𝙈𝙤𝙗𝙮 𝘿𝙞𝙘𝙠, 𝙗𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙣 𝙇𝙚𝙙 𝙕𝙚𝙥𝙥𝙚𝙡𝙞𝙣 𝙄𝙄, 𝙢𝙖, 𝙖 𝙙𝙚𝙩𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙞, 𝙧𝙞𝙙𝙪𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤 𝙞𝙣 𝙘𝙤𝙣𝙛𝙧𝙤𝙣𝙩𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙣𝙘𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙫𝙞𝙫𝙤, 𝙖𝙧𝙧𝙞𝙫𝙖𝙩𝙚 𝙣𝙚𝙡 1973-75 𝙖 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙧𝙚𝙜𝙤𝙡𝙖 𝙤𝙡𝙩𝙧𝙚 𝙞 𝙩𝙧𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙢𝙞𝙣𝙪𝙩𝙞.
𝘼𝙡 𝙙𝙞 𝙡𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙩𝙖𝙡𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙨𝙩𝙖..
𝙘’𝙚𝙧𝙖 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙪𝙣 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙛𝙖𝙢𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙚 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙢𝙪𝙧𝙤𝙨𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙘𝙞 𝙧𝙞𝙘𝙤𝙧𝙙𝙖 𝙨𝙪𝙤 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙅𝙖𝙨𝙤𝙣: “𝙊𝙜𝙣𝙞 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙖𝙫𝙖 𝙪𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙨𝙚𝙩, 𝙢𝙚 𝙣𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙖𝙫𝙖 𝙪𝙣𝙤 𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙤 -𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙪𝙣 𝙥𝙤’ 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙤”. 𝘽𝙤𝙣𝙝𝙖𝙢 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙞𝙣𝙛𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙧𝙚𝙜𝙖𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙪𝙣 𝙨𝙚𝙩 𝙙𝙞 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙤 𝙖𝙡 𝙨𝙪𝙤, 𝙢𝙖 𝙞𝙣 𝙨𝙘𝙖𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙙𝙤𝙩𝙩𝙖, 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙥𝙪𝙤̀ 𝙫𝙚𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙢 𝙏𝙝𝙚 𝙎𝙤𝙣𝙜 𝙍𝙚𝙢𝙖𝙞𝙣𝙨 𝙏𝙝𝙚 𝙎𝙖𝙢𝙚. 𝙀 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚: “𝙑𝙚𝙣𝙞𝙫𝙖 𝙙𝙖 𝙢𝙚 𝙚 𝙢𝙞 𝙨𝙫𝙚𝙜𝙡𝙞𝙖𝙫𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙡𝙚 𝙩𝙧𝙚 𝙤 𝙡𝙚 𝙦𝙪𝙖𝙩𝙩𝙧𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙖𝙩𝙩𝙞𝙣𝙤, 𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙫𝙖: ‘𝙎𝙪, 𝙅𝙖𝙨𝙤𝙣. 𝙑𝙞𝙚𝙣𝙞 𝙖 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙢𝙚 𝙚 𝙞 𝙢𝙞𝙚𝙞 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙞’. 𝘾𝙤𝙨𝙞̀ 𝙞𝙤 𝙢𝙞 𝙖𝙡𝙯𝙖𝙫𝙤, 𝙢𝙞 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙘𝙞𝙣𝙖𝙫𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙡𝙚 𝙨𝙘𝙖𝙡𝙚, 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙫𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙚 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙫𝙤. 𝙇𝙞̀ 𝙨𝙞̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙧𝙩𝙞𝙫𝙤. 𝙈𝙖, 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙚𝙣𝙙𝙤, 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙣𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤, 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙫𝙤 𝙖 𝙢𝙞𝙤 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚: ‘𝙑𝙖 𝙗𝙚𝙣𝙚, 𝙢𝙞 𝙖𝙡𝙯𝙤 𝙨𝙚 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙢𝙞 𝙛𝙖𝙞 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙨𝙘𝙪𝙤𝙡𝙖’ 𝙚 𝙡𝙪𝙞: ‘𝙑𝙖 𝙗𝙚𝙣𝙚, 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙞𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙨𝙘𝙪𝙤𝙡𝙖’. 𝙀 𝙞𝙤 𝙢𝙞 𝙖𝙡𝙯𝙖𝙫𝙤”. 𝙉𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙤𝙪𝙧𝙣𝙚́𝙚 𝙐𝙎𝘼 𝙙𝙚𝙡 1977 𝙞𝙡 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙤 𝙅𝙖𝙨𝙤𝙣, 𝙖 11 𝙖𝙣𝙣𝙞, 𝙛𝙪 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙧𝙩𝙤.
“𝙄𝙣 𝙨𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖, 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙡𝙖𝙨𝙨𝙪̀ 𝙤 𝙙𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚, 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙘𝙝𝙚𝙧𝙯𝙤. 𝙇𝙤 𝙥𝙪𝙤𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙧𝙚: 𝙁𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙢𝙤𝙘𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙚𝙫𝙪𝙩𝙖 𝙚 𝙜𝙞𝙤𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙖 𝙛𝙧𝙚𝙘𝙘𝙚𝙩𝙩𝙚. 𝙀𝙝𝙞, 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙧𝙩𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙣𝙤?” — 𝘽𝙚𝙣𝙤𝙞𝙩 𝙂𝙖𝙪𝙩𝙞𝙚𝙧
When, in August 1968, Plant suggested that Page contact his friend Bonzo (as he jokingly called him, in reference to the clumsy and noble-hearted dog star of an animated series of the 1920s) to form a new group on the ashes of the Yardbirds , Bonham had so many possibilities to consider: he was the subject of contention between Chris Farlowe and Joe Cocker, and his engagement with Tim Rose had been his first regularly paid job. But the problem was another: “It wasn't a matter of who had the best chances, but who would do the right kind of stuff… I knew what Robert liked for playing with the Band Of Joy, and I knew what he cared about. Jimmy, so I decided that music would be better. And time has proved me right ". Despite this there was a lot of pressure from Peter Grant, the manager of the band, Plant and Page.
Inside Led Zeppelin Bonham is at ease: on the one hand his need to feel part of a group is satisfied, Plant is essentially a longtime friend, on the other he can give free rein to his playing, in a band in which since the first album a powerful and spontaneous drums like his have a central place, just think of how the record opens with Good Times Bad Times. Other occasions to show his talent are in pieces like Dazed And Confused in the final rolls or in How Many More Times in the Bolero, but Bonzo gives his best during concerts, where he unleashes in long solos including a part with his bare hands, which generates endless ovations from the audience. This solo is called Pat's Delight and will soon become Moby Dick, a song also proposed in Led Zeppelin II, but, according to many, an understatement compared to live performances, which arrived in 1973-75 and usually lasted over thirty minutes.
Beyond his talent as a drummer ..
There was also a kind and caring family man, as his son Jason reminds us: "Every time he bought a new set, he bought me an identical one - just a little smaller". Bonham had in fact given him a drum set identical to him, but on a smaller scale, the one that can be seen in the film The Song Remains The Same. And he too: "He would come to me and wake me up around three or four in the morning, and say, 'Come on, Jason. Come and play for me and my friends'. So I would get up, drag myself up the stairs, go to the drums and play. I had fun there. But as I got older, I became wiser, I said to my father: 'Okay, I'll get up if you don't let me go to school tomorrow' and he: 'Okay, no school tomorrow'. And I got up ”. In the US tour of 1977, little Jason, at 11, was also taken to some concerts.
“Basically, I think it's up there or somewhere else, thinking it's a good joke. You can hear him say: Let's have a drink and play darts. Hey, fun, isn't it? " - Benoit Gautier











https://drummagazine.com/bonham-from-the-perspective-of-his-peers/

Bonham: Dal punto di vista dei suoi coetanei


DI WAYNE BLANCHARD

“Bonzo se n'è andato. Lo Zeppelin è finito". Sono passati 30 anni da quando la tragica notizia è arrivata dalla Mill House di Jimmy Page, a Pangbourne, nel Berkshire. La memoria di John Bonham, alimentata da fatti e fantasia, da allora è cresciuta fino a diventare leggenda. Ma la realtà è che Bonham era altrettanto bravo come si suol dire. Era l'uomo con il ritmo d'oro, le costolette sensazionali e quel grande, grande suono.

Amici e fan ricordano il ragazzo rumoroso ma adorabile di Birmingham con gratitudine e rispetto. Per loro, ha definito e dignitoso il tamburo rock. E dopo tutti questi anni rimane l'Uno. Sì, ci sono stati giocatori più veloci, più rumorosi e più tecnici, ma alla fine si sono tutti inchinati a Bonham.

Dalla slam-down intro di "Good Times, Bad Times", l'album di debutto dei Led Zeppelin ha preso a calci in faccia il rock and roll. Con riempimenti funky, campanaccio che spingeva il groove, lavoro di tripletta e atteggiamento puro, la sua batteria era straordinariamente fresca e devastantemente potente.

Grazie agli arrangiamenti di Jimmy Page, la batteria è stata mostrata in ambienti spaziosi ma intensi. Quindi, quando quella corsa a tutto campo ha ruggito in "Communication Breakdown" o quei riempimenti attraverso la barra ti hanno trascinato più in profondità in "Dazed And Confused", c'era un palpabile senso di dramma. Non era più "rock and roll". Questo era rock . Hard rock. Metalli pesanti, anche.

E prima ancora che il debutto degli Zeppelin lasciasse il giradischi, la nuova band più calda del pianeta era tornata con i Led Zeppelin II , con brani che viravano dal ritmo tempestoso di "Whole Lotta Love" all'assolo di batteria mozzafiato di "Moby Dick". e quel rauco riff-o-rama "Ramble On". Non si trattava di ridefinire qualcosa di vecchio. Bonham voleva definire qualcosa di nuovo. La batteria rock non aveva mai suonato così bene. Alcuni potrebbero obiettare, non l'ha mai più fatto.

METTERE TUTTO IN CONTESTO

Facciamo un primo passo indietro ai primi anni '60 per vedere come Bonham è sopravvissuto a un decennio di transizione musicale per diventare il batterista giusto al posto giusto al momento giusto. La Gran Bretagna degli anni '50 vide le band jazz e dance tradizionali cedere il passo al rock and roll e al rhythm and blues americano, con skiffle e i successi strumentali di The Shadows che fecero da cornice alla Beatlemania e allo Swinging '60s.

Tony Meehan e Brian Bennett, entrambi dei The Shadows, erano gli eroi della batteria britannica, mentre Charlie Watts, Keef Hartley, Jon Hiseman, Tony Newman, Mickey Waller, Ginger Baker, Aynsley Dunbar e Mitch Mitchell erano giovani "jazzer" che si muovevano nel blues e, in alcuni casi, nel rock. Gene Krupa, Elvin Jones, Buddy Rich, Joe Morello, Davey Tough - i grandi del jazz americano - erano i loro eroi, quindi lo swing ride "ting-ting-a-ting" dominava, le accordature della batteria erano alte e il tono e il tocco erano tra i requisiti.

Nel 1964, il re della sessione Bobby Graham e Ringo Starr dei Beatles erano due dei musicisti più rock della radio, con i ritmi sbattuti di Graham su Dave Clark Five stompers "Glad All Over" e "Do You Love Me", così come Kink's i successi "You Really Got Me" e "All Of The Day And All of The Night" segnalano un approccio sempre più aggressivo. Ancora più importante, questi successi hanno evidenziato il passaggio dal suonare in stile swing all'ottavo diritto, spingendo anche da parte l'obbligatorio ritmo pop del giorno " boom -ta ta — boom ta ".

Ma Bonham? "Non sono sicuro che John fosse un fan dei batteristi britannici, anche se deve essere stato influenzato da Tony Meehan e Brian Bennett e dal lavoro di sessione di Clem Cattini", afferma Bev Bevan, batterista con i leggendari toppers delle classifiche degli anni '60 The Move, poi ELO , e per un po', i Black Sabbath. "John e io generalmente condividevamo gusti musicali, tutti americani". Qualche jazz? "Non ricordo che fosse un jazzista, anche se avrei fatto un assolo di batteria in 5/4 in un adattamento di 'Take 5' di Dave Brubeck, e questo gli è piaciuto".

Secondo Jon Hiseman - che ha sostituito Ginger Baker quando ha lasciato la Graham Bond Organization per i Cream, ha preso il posto di Mitch Mitchell con Georgie Fame quando Mitchell si è unito a Hendrix, e poi ha inserito il jazz nei Bluesbreakers di John Mayall prima di lanciare la sua rivoluzionaria unità jazz-rock, Colosseum - molti jazzisti non sono stati così generosi con Zeppelin o Bonham.

“Gli irriducibili semplicemente non l'hanno capito, e in una certa misura non l'hanno mai fatto. Ma i musicisti blues-rock che conoscevo erano tutti grandi fan dei Led Zeppelin e del suono grande e aperto di John. Quanto a me, ho sempre sentito che il problema con il ritmo jazz era che era legato a una sorta di convenzione, e i musicisti jazz ti giudicavano in base a quanto bene hai "ricreato" le sensazioni dei maestri affermati. Quando ho iniziato a esplorare la sensazione di croma, mi sono sentito libero. Mi sentivo in un territorio inesplorato”.

INIZI DI BIRMINGHAM

Bill Ward dei Black Sabbath parla con affetto del suo amico. “Il mio primo ricordo dell'incontro con John Bonham risale al 1964 al The Wharf Pub di Ombersley, nel Worcestershire. Era con i Crawling King Snakes, suonando canzoni popolari di quell'epoca, oltre a blues e R&B. I suoi ritmi erano immacolati, rendendo ogni canzone sua, trasformandola in qualcosa di superbo. Un ottimo esempio è stato "Morning Dew". Di tutte le versioni che ho sentito, inclusa l'originale, nessuna è paragonata a quella di King Snakes, con John Bonham in testa al gruppo".

Ward ricorda che, "A volte durante un viaggio a Drum City, il negozio del centro di Birmingham di proprietà del batterista della BBC Light Jazz Orchestra Mike Evans, mi imbattevo in Bonham, insieme ad altri bravi batteristi, ramificazioni delle orde cosmopolite che avevano scelto Birmingham come casa.

Alcune visite si sono trasformate in mini-cliniche. Guarderei Mike mentre fa il suo "Purdie". Penso che abbia fatto interessare tutti a Bernard Purdie, il cui lavoro con il charleston era incomparabile. Bonham si sedeva e si divertiva, la sua grancassa suonava quella lingua che tutti sembravano parlare ma ancora non si applicava bene come lui.

Esistevano molti stili di batteria diversi e in qualche modo sono finiti tutti nel negozio di batteria di Mike. Eravamo ricchi di rudimenti e sani nella musica del giorno”. Ma Ward ha un'ammissione. “Nel 1964/'65 non capivo cosa stesse facendo John.

Spesso, nelle tante occasioni in cui lo guardavo suonare, pensavo che stesse rovinando la canzone, come se forse avesse perso la sua 1 . Stranamente, tuttavia, dopo diverse battute, avrebbe allineato i suoi ritmi con chiunque stesse suonando. Alla fine, ho capito cosa aveva fatto. Era sempre nel suo 1 , anche quando sembrava che non lo fosse. "

Anche i ricordi del bassista/cantante dei Trapeze e dei Deep Purple Glenn Hughes, il cui nuovo progetto, Black Country Communion, vede suonare la batteria dal figlio di John, Jason Bonham, sono sinceri. “Ho visto John suonare per la prima volta nel 1968. È salito sul palco con la mia baby band, Finders Keepers, al Rum Runner di Birmingham, e ha praticamente demolito la batteria. Avevo sentito storie di Big Bloke da Redditch con le grandi "e". Un paio di anni dopo si unì a me e Trapeze in molti spettacoli. Era lo stronzo del cane... fantastico!”

Ward ricorda che, sebbene spesso rumoroso ea volte sembrasse quasi sbranare i suoi tamburi, il talento di Bonham risiedeva nel fatto che era uno studente naturale e molto colto. “Dietro il suo aspetto quasi brutale e caotico era un uomo affettuoso, studioso e un uomo irrimediabilmente preso dalla batteria e dai batteristi. La sua conoscenza della batteria era straripante. Questo era il Bonham che conoscevo".

Nel '66/'67 la psichedelia guidata da Jeff Beck e Jimmy Page del singolo "Happenings Ten Years Time Ago" degli Yardbirds , il revolver che espande la mente dei Beatles e il successo di Cream e Hendrix, evidenziarono il vero potenziale di potere in Pop e rock britannico. Ma ora anche le band blues britanniche Chicken Shack, Bluesbreakers di John Mayall e Fleetwood Mac di Peter Green facevano parte del mix.

"Bonham è stato un'ispirazione quando si suonava il blues a metà tempo", ricorda Ward. "I suoi groove erano sempre al punto giusto, e riempiva il vuoto tra i quattro rullante con terzine e poliritmi, stupindo l'ascoltatore e raccogliendo applausi felici per ogni splendida esecuzione di ciò che sembrava l'impossibile." Come osserva Hiseman, la musicalità negli anni '60 contava.

“I musicisti erano considerati degni di attenzione a pieno titolo. L'interesse dei media non era per lo stile di vita, ma per le capacità di suonare che producevano la musica. Ho appena comprato un Melody Maker [carta da musica] del 1970, con tre oggetti in prima pagina: Jimi Hendrix Dead; Colosseum (la mia band) Ingaggia Chris Farlowe come cantante; Harry James e la Big Band arrivano in Gran Bretagna".

Questo non vuol dire che le cose fossero perfette, ma con i Beatles che hanno praticamente cancellato tutto ciò che era accaduto prima, la musica era roba seria. Nel frattempo, negli studi di Londra, Jimmy Page e John Paul Jones sono stati i primi turnisti nei dischi con tutti, dai Kinks e The Who, a Donovan e Dusty Springfield prima che Page si unisse agli Yardbirds. Mentre quel gruppo prosperava con Jeff Beck, con Page si agitavano, anche se sul palco il chitarrista ha adottato un approccio più pesante, con canzoni come "Dazed And Confused" che prendevano forma.

Quando aveva bisogno di un nuovo cantante e batterista, Page andò a Birmingham, dove i cieli opachi nascondevano un passato industriale un tempo glorioso e il mondo dei concerti era costituito dalle centinaia di pub e club fumosi in tutta la città turbolenta e nei dintorni di Black Country of England's Midlands. Scelse il piagnucolone hippy-blues Robert Plant come suo cantante, e Plant raccomandò il rauco Bonham. La pagina era agganciata.

STA SUCCEDENDO QUALCOSA

Nel numero del 12 ottobre 1968 di Melody Maker , un titolo diceva "Solo Jimmy è rimasto per formare i New Yardbirds". Della sua nuova band, il giovane chitarrista ha commentato: “È blues, fondamentalmente, ma non in stile Fleetwood Mac. [Quella band all'epoca, con il chitarrista Peter Green, era rigorosamente una band blues.] Odio il termine "blues progressivo", ma è più o meno quello che suonavano gli Yardbirds alla fine. È bello sapere che oggi puoi formare un gruppo per suonare la musica che ti piace e le persone ascolteranno”.

All'inizio dell'anno, il Jeff Beck Group, con il compianto, grande Mickey Waller alla batteria, ha gettato le basi per l'heavy blues-rock con il suo debutto, Truth , in cui sono stati ospiti Jimmy Page, John Paul Jones e Keith Moon degli Who. Il seguito rauco e pesante, Beck-Ola , ha visto Tony Newman introdurre un funky spaventoso, con interpretazioni da Led di "Jailhouse Rock" e "All Shook Up" di Elvis Presley.

Sempre astuto, Page era sul concetto. “Quando i 'New Yardbirds' sono tornati dai loro primi appuntamenti in Europa”, dice Newman, “ci fu un vero fermento intorno a Londra. Ti ha fatto venire un brivido lungo la schiena, perché sapevamo che stava succedendo qualcosa di radicale”. [Il manager di Beck e Zep] Peter Grant ha portato i ragazzi degli Zeppelin a vedere il Beck Group in molte occasioni, dicendo: "Vieni a vedere questo lotto, perché questa è una band che non durerà". ride ] Ma il nostro gruppo – tre musicisti e un cantante che suonavano rock heavy blues – era un concetto su cui Peter sapeva poteva essere ampliato.

Una delle prime esibizioni di Zep è stata in cartellone con Buddy Miles, Buddy Guy, Jack Bruce e il Colosseo di Jon Hiseman. "Per me", dice Hiseman, "I Led Zeppelin erano un'altra band che percepivo avrebbe avuto più successo dei Colosseum perché aveva spettacolo e canzoni relativamente semplici. Colosseum proveniva da un pianeta diverso, ma questo significava che potevo apprezzare ancora di più John e la band: ero un fan. Ho comprato i dischi. Ma non l'ho mai visto come qualcosa che avrei voluto fare".

LE INFLUENZE DI BONHAM

Ricordando i loro tempi in tour insieme, Carmine Appice dei Vanilla Fudge è rimasto colpito: “John era nuovo e fresco, con molta aggressività ed energia. Sono rimasto sbalordito dalla sua terzina di piede destro di semicrome. Ha detto di averlo preso dal primo album di Vanilla Fudge, cosa che mi ha confuso, perché non ricordavo di averlo fatto. Quindi mi ha mostrato dove l'ho suonato - una volta! Ha preso quella leccata e ha creato la sua tripletta caratteristica. Aveva mani, piedi e sensibilità eccezionali e diceva che i suoi idoli erano gli stessi dei miei. Ma ascoltava anche i musicisti contemporanei del '67/'68".

Un contemporaneo era Rob Henrit, dei popster pre-British Invasion Adam Faith & The Roulettes, i rocker prog degli anni '70 Argent, l'incarnazione dei Kinks degli anni '80, e ora è tornato sul palco con Argent nel 2010. “Sono stato molto in TV con Adam Faith, ed era un musicista sgargiante poiché la musica mi permetteva di mettermi in mostra. Ho sentito che a Bonham piaceva e ho detto che aveva imparato molto da me".

Liberty DeVitto, la cui batteria ha dato impulso ai numerosi successi di Billy Joel, ritiene che “John Bonham fosse un batterista R&B in una band heavy metal. Aveva il suono pesante e l'attacco di Carmine con "D'yer Maker", i riempimenti R&B e le sensazioni di Roger Hawkins in "What Is And What Should Never Be" e man mano che si sviluppava aggiunse sensazioni jazz o più swing, come il Mescolare in stile Purdie per 'Fool In The Rain.'"

Appice dice: "A John piacevano i grandi artisti Motown, Atlantic e Stax, e il rock and roll come Little Richard, Bo Diddley". Sia Bonham che Bevan amavano il rock and roll americano. "Ricordo che John e io eravamo d'accordo sul fatto che i due migliori batteristi rock and roll fossero Earl Palmer e Hal Blaine", dice Bevan. "La batteria di Palmer in 'Somethin' Else' di Eddie Cochran ha ovviamente ispirato l'introduzione di Bonzo a 'Rock And Roll' di Zep."

Ma ancora più rivelatore, "Abbiamo adorato l'enorme suono di batteria che Phil Spector ha ottenuto nelle sue produzioni". Quindi è da lì che è nata l'idea del grande suono di batteria degli Zeppelin ? “La mia ipotesi”, commenta Hiseman, “è che Bonham avesse un orecchio naturale per ciò che accadeva intorno a lui. Ho imparato molto tempo fa a non suonare la batteria ma a suonare la band. Penso che sia quello che ha fatto John".

Ma Bonham aveva anche il potere della croma dritta. E il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith sottolinea che, "Per quanto riguarda il modello di corsa punteggiato fino all'ottavo dritto, quello sarebbe il compianto, grande Earl Palmer. È stato il primo”. Quindi Bonham ha ottenuto qualcosa di più dell'introduzione "Rock And Roll" dal re della sessione americano.

Molto è stato fatto della sua attrezzatura, ma Bonham potrebbe far suonare enormemente qualsiasi batteria. "È l'atteggiamento", dice Henrit. Come ha detto Lance Armstrong, "Non si tratta della bici!" Mike Portnoy dei Dream Theater afferma: “Il suono di Bonzo proveniva da una combinazione di forza bruta, finezza sottile e groove impeccabile. John Bonham è l'unico che potrebbe mai suonare veramente come John Bonham. Quel suono era lui, non necessariamente la sua batteria".

Bill Ward la vede diversamente. “Bonham era leggero nei piedi e leggero nei polsi. Era la sua destrezza, il suo tocco che sembrava sapere intuitivamente come trovare i punti di forza su ogni tamburo". Page lo ha certamente riconosciuto. Dopotutto, aveva suonato con alcuni dei migliori batteristi di sessione, e loro sapevano sicuramente quando, dove e come suonare un tamburo. Ovviamente, anche Bonham.

Ward ricorda la batteria di Bonham ai tempi. “Erano gli stessi di tutti gli altri negli anni '60. Aveva diversi kit prima degli Zeppelin, per lo più Ludwig, credo. Quando gli Zeppelin sbarcarono in America per il primo dei due tour con i Vanilla Fudge, il kit di Bonham era minuscolo accanto alla possente bionda Ludwigs dell'headliner.

Secondo Appice, "Aveva un 22″ x 14″, 13″ x 9″ sulla cassa, e forse due timpani da 16″ x 16″ con un rullante Ludwig cromato da 14″ x 5″, un giro, due crash, e cappelli da 14 pollici. Quando ha visto le mie due grancasse in acero da 26″, i tom sovradimensionati e il rullante profondo, ha voluto lo stesso. Ho chiamato Ludwig: "Penso che questa band sarà davvero grande". Com'è per un eufemismo! Gli hanno dato la stessa configurazione del mio, completo di gong. Lo adorava".

Sebbene il secondo calcio – su insistenza di Page e Jones – fosse presto scomparso, ciò non ha ostacolato la sua capacità di fornire le terzine vesciche e i bassi insoliti che personificavano il suo approccio audace, ma sempre musicale. Alcuni anni dopo Ward vide Bonham su una configurazione diversa. “L'ho visto suonare il kit di suo figlio Jason negli anni '70. Era piccolo rispetto a un kit normale, ma John suonava in modo incredibile. Qualunque batteria avesse, poteva farla suonare enorme e molto tonale".

SI TRATTA DI “ARIA”

Page è stato veloce nell'integrare i suoni e lo stile di Bonham nelle composizioni di Zep: lui e Jones spesso si bloccavano sul misuratore e lasciavano che il batterista fluttuasse nel tempo. Oggi, fai clic sulle tracce e dipende dal batterista per mantenere il limite di tempo e l'opportunità di far respirare la musica come faceva con gli Zeppelin. Uno dei brani Bonham preferiti da Chad Smith è "Wanton Song". “L'uso dello spazio nel verso è mozzafiato. Adoro anche 'Since I've Been Loving You', dal vivo all'Albert Hall, con il suo fantastico uso delle dinamiche e quel famoso gioco di gambe in piena mostra".

Sì, era davvero tutta una questione di "aria - quello spazio che ha fatto una tale differenza. "Penso che la sua sensazione fosse un prodotto del suo suono ampio", afferma Rob Henrit. “È stato probabilmente il primo batterista ad avere una stanza tutta per sé in cui registrare, quindi non c'è mai stato un problema con le perdite, il che significa che ogni insolito potrebbe essere 'più grande della vita.' Sospetto che sia stato il primo ad avere un'eco sulla batteria nelle sue lattine e questo gli ha permesso di suonare in modo più scarso.

BIRMINGHAM DIVENTA PIÙ PESANTE

Un'altra cosa che John Bonham aveva da offrire per lui era il volume. Bevan pensa di averlo influenzato. “Verrebbe a vedermi suonare intorno al '63, '64, ma non so se è stato influenzato dal mio modo di suonare o dal mio volume! Sono stato il primo dei rumorosi batteristi della zona di Birmingham: Bevan, Bonham, Bill Ward, Cozy Powell: tutto ad alto volume! Ma perché le band di Birmingham stavano diventando così rumorose? "I Black Sabbath", dice Bevan, "sono stati la prima band davvero heavy a uscire dalla nostra zona".

Di sicuro, i Sabbath si sono presentati per esprimere il loro punto carico di sventura e angoscia, ma secondo Bill Ward, “La sfida più grande era farsi ascoltare. Quando Marshall Stacks si è presentato, come batterista, ho dovuto triplicare la mia produzione di energia. Tuttavia, suonare più forte all'inizio non era sempre accurato.

Ho dovuto imparare ad essere preciso e energico. E quando si sono presentati i sistemi PA e i microfoni, ho dovuto imparare di nuovo tutto da capo. E qui sta un'altra qualità di John Bonham: la capacità di groove profondo come lui e di tirare fuori le costolette, il tutto mentre si suona ad alto volume.

PARLA DI FAN

Come altri hanno influenzato Bonham, così ha influenzato gli altri. “I batteristi hot rock degli anni '60?” ride Chad Smith. “Ginger, Ringo, Charlie, Bonzo, Mitch, Moonie e Paice-y. Solo i maledetti inglesi per me! Il grande musicista britannico Geoff Dugmore, che ha registrato con John Paul Jones e Jimmy Page, ricorda: "Da bambino, trascorrevo giorni con Houses Of The Holy , cercando di capire il ritmo di 'The Crunge'".

Jones una volta disse a Dugmore che la seconda parte del riff "Black Dog" era stata modificata in modo che la batteria potesse suonare direttamente ed uscire nella stessa tasca dall'altra parte. "Lui e Bonham hanno lavorato sulle parti in modo che la grancassa e il basso non cadessero insieme, quindi ogni strumento suonava ancora più grande." Con Page, Dugmore si ritrovò agli Olympic Studios, allestiti allo stesso modo in cui registravano gli Zeppelin.

“Sono su un montante con gli amplificatori di Jimmy all'altro capo dello studio. È anche sul riser, proprio tra il mio piatto ride e il rack tom, suonando con me. Sapevo di non essere Bonham, quindi dovevo essere consapevole delle sue aspettative. Sia Jimmy che John Paul volevano solo che fossi me stesso e che sentissi il ritmo con loro. Questo mi ha fatto capire quanto fosse speciale l'unità Zep. Può succedere solo quando tutti sono sulla stessa lunghezza d'onda".

Qualche clausola? "Sì. Niente cuffie. Nessuna traccia di clic. E nessun conteggio. Abbiamo appena sentito il momento di iniziare, ed è stato sorprendente come istintivamente ciò sia arrivato. Jones ha il suono più massiccio, grasso e rotondo ed è calmo, rilassato e totalmente in controllo del suo strumento. Sono sicuro che la sicurezza ha permesso a Bonham di avere la creatività e il fuoco che aveva".

Mike Portnoy , la cui Hammer Of The Gods, una tribute band degli Zep, lo ha visto con indosso una tuta da lavoro bianca e una bombetta nera dietro un kit Bonzo di perspex arancione, ha una prospettiva unica. “I miei più grandi eroi della batteria sono John Bonham, Keith Moon, Ringo Starr e Neil Peart, ma penso che Bonham sia il più universalmente amato. Forse Moon era troppo sconsiderato per alcuni, Ringo troppo semplice per alcuni e Peart troppo tecnico per alcuni. Eppure lo stile di Bonham era qualcosa che tutti apprezzavano, quindi sì, forse era davvero il batterista rock per eccellenza".

C'è qualcuno che Portnoy sente abbracciare quell'estetica Bonham? “Mi viene in mente Dave Grohl. Anche se Jason Bonham era davvero l'unica persona per la reunion degli Zeppelin del '08. Ha fatto un lavoro incredibile, catturando lo spirito, il fuoco e lo stile di suo padre. Era l'ultimo tributo. Nessun altro dovrebbe suonare la batteria con Plant, Page e Jones a parte un Bonham!

ANDARE VIA

Fino alla fine, Bonham ha continuato, quasi da operaio, ad essere il batterista dei Led Zeppelin. È sfuggito ai rigori della celebrità con la sua famiglia e i suoi amici a casa, dove raramente ha toccato la batteria, ma si è divertito ad ascoltare di tutto, da Elvis Presley e James Brown a Stylistics e Supertramp sul suo jukebox. Di mentalità aperta, si è evoluto con gli Zeppelin, da un musicista indaffarato a suonare il groove e ispirato al soul ascoltato in Presence e In Through The Out Door .

Sebbene innamorato dell'audacia tecnica dei pionieri della fusione Billy Cobham, (Narada) Michael Walden e Alphonse Mouzon, sapeva che la loro influenza non aveva posto negli Zeppelin. Tutto questo era molto lontano dalle sue prime prove con The New Yardbirds, quando la sua batteria eccessivamente impegnata ed extra forte ha suscitato parole di avvertimento. Naturalmente, in quei primi tempi Bonham stava probabilmente cercando di assicurarsi di non essere trascurato. Non avrebbe dovuto preoccuparsene!

John Bonham: le ultime parole di un batterista

A quarantadue anni da quelle prime prove, e esattamente a 30 anni questo mese dalla sua prematura scomparsa, come viene ricordato Bonham? “John Henry Bonham, a mio modesto parere”, afferma Chad Smith con enfasi, “è senza dubbio il più grande batterista rock di tutti i tempi. Il suo suono, la sua tecnica, la sua musicalità, il suo groove e le sue sensazioni non sono mai stati duplicati. Nessuno si avvicina oggi e probabilmente nessuno lo farà mai".

Glen Hughes è d'accordo: "Tutti, dalle rock star agli uomini del latte, amano Bonham".

Jon Hiseman considera il potenziale perduto: "La reputazione di Bonham è stata costruita in una band e, a causa della sua morte prematura, non abbiamo mai sentito sviluppi successivi".

Liberty DeVitto considera le opzioni: "Se dicessi che è il migliore, lo metterei al di sopra di Keith Moon, Mick Avory, Bobby Elliott, Micky Waller, ma dirò che John Bonham era lì con il meglio di loro".

Senza esitazione, Bill Ward ricorda con affetto Bonham come The One. "Assolutamente! Lo ammiravo. Lo rispettavo. Era il maestro del groove. Ha scritto la Bibbia sulla batteria rock. Per imparare le basi primarie che porteranno un batterista all'era attuale della batteria rock o metal, bisogna ascoltare John Bonham. Era un'istituzione a sé stante. Era il suo ragazzo. Grazie, signor Bonham.

https://drummagazine.com/bonham-from-the-perspective-of-his-peers/

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Bonham: Dal punto di vista dei suoi coetanei
DI WAYNE BLANCHARD
“Bonzo se n'è andato. Lo Zeppelin è finito". Sono passati 30 anni da quando la tragica notizia è arrivata dalla Mill House di Jimmy Page, a Pangbourne, nel Berkshire. La memoria di John Bonham, alimentata da fatti e fantasia, da allora è cresciuta fino a diventare leggenda. Ma la realtà è che Bonham era altrettanto bravo come si suol dire. Era l'uomo con il ritmo d'oro, le costolette sensazionali e quel grande, grande suono.
Amici e fan ricordano il ragazzo rumoroso ma adorabile di Birmingham con gratitudine e rispetto. Per loro, ha definito e dignitoso il tamburo rock. E dopo tutti questi anni rimane l'Uno. Sì, ci sono stati giocatori più veloci, più rumorosi e più tecnici, ma alla fine si sono tutti inchinati a Bonham.
Dalla slam-down intro di "Good Times, Bad Times", l'album di debutto dei Led Zeppelin ha preso a calci in faccia il rock and roll. Con riempimenti funky, campanaccio che spingeva il groove, lavoro di tripletta e atteggiamento puro, la sua batteria era straordinariamente fresca e devastantemente potente.
Grazie agli arrangiamenti di Jimmy Page, la batteria è stata mostrata in ambienti spaziosi ma intensi. Quindi, quando quella corsa a tutto campo ha ruggito in "Communication Breakdown" o quei riempimenti attraverso la barra ti hanno trascinato più in profondità in "Dazed And Confused", c'era un palpabile senso di dramma. Non era più "rock and roll". Questo era rock . Hard rock. Metalli pesanti, anche.
E prima ancora che il debutto degli Zeppelin lasciasse il giradischi, la nuova band più calda del pianeta era tornata con i Led Zeppelin II , con brani che viravano dal ritmo tempestoso di "Whole Lotta Love" all'assolo di batteria mozzafiato di "Moby Dick". e quel rauco riff-o-rama "Ramble On". Non si trattava di ridefinire qualcosa di vecchio. Bonham voleva definire qualcosa di nuovo. La batteria rock non aveva mai suonato così bene. Alcuni potrebbero obiettare, non l'ha mai più fatto.
METTERE TUTTO IN CONTESTO
Facciamo un primo passo indietro ai primi anni '60 per vedere come Bonham è sopravvissuto a un decennio di transizione musicale per diventare il batterista giusto al posto giusto al momento giusto. La Gran Bretagna degli anni '50 vide le band jazz e dance tradizionali cedere il passo al rock and roll e al rhythm and blues americano, con skiffle e i successi strumentali di The Shadows che fecero da cornice alla Beatlemania e allo Swinging '60s.
Tony Meehan e Brian Bennett, entrambi dei The Shadows, erano gli eroi della batteria britannica, mentre Charlie Watts, Keef Hartley, Jon Hiseman, Tony Newman, Mickey Waller, Ginger Baker, Aynsley Dunbar e Mitch Mitchell erano giovani "jazzer" che si muovevano nel blues e, in alcuni casi, nel rock. Gene Krupa, Elvin Jones, Buddy Rich, Joe Morello, Davey Tough - i grandi del jazz americano - erano i loro eroi, quindi lo swing ride "ting-ting-a-ting" dominava, le accordature della batteria erano alte e il tono e il tocco erano tra i requisiti.
Nel 1964, il re della sessione Bobby Graham e Ringo Starr dei Beatles erano due dei musicisti più rock della radio, con i ritmi sbattuti di Graham su Dave Clark Five stompers "Glad All Over" e "Do You Love Me", così come Kink's i successi "You Really Got Me" e "All Of The Day And All of The Night" segnalano un approccio sempre più aggressivo. Ancora più importante, questi successi hanno evidenziato il passaggio dal suonare in stile swing all'ottavo diritto, spingendo anche da parte l'obbligatorio ritmo pop del giorno " boom -ta ta — boom ta ".
Ma Bonham? "Non sono sicuro che John fosse un fan dei batteristi britannici, anche se deve essere stato influenzato da Tony Meehan e Brian Bennett e dal lavoro di sessione di Clem Cattini", afferma Bev Bevan, batterista con i leggendari toppers delle classifiche degli anni '60 The Move, poi ELO , e per un po', i Black Sabbath. "John e io generalmente condividevamo gusti musicali, tutti americani". Qualche jazz? "Non ricordo che fosse un jazzista, anche se avrei fatto un assolo di batteria in 5/4 in un adattamento di 'Take 5' di Dave Brubeck, e questo gli è piaciuto".
Secondo Jon Hiseman - che ha sostituito Ginger Baker quando ha lasciato la Graham Bond Organization per i Cream, ha preso il posto di Mitch Mitchell con Georgie Fame quando Mitchell si è unito a Hendrix, e poi ha inserito il jazz nei Bluesbreakers di John Mayall prima di lanciare la sua rivoluzionaria unità jazz-rock, Colosseum - molti jazzisti non sono stati così generosi con Zeppelin o Bonham.
“Gli irriducibili semplicemente non l'hanno capito, e in una certa misura non l'hanno mai fatto. Ma i musicisti blues-rock che conoscevo erano tutti grandi fan dei Led Zeppelin e del suono grande e aperto di John. Quanto a me, ho sempre sentito che il problema con il ritmo jazz era che era legato a una sorta di convenzione, e i musicisti jazz ti giudicavano in base a quanto bene hai "ricreato" le sensazioni dei maestri affermati. Quando ho iniziato a esplorare la sensazione di croma, mi sono sentito libero. Mi sentivo in un territorio inesplorato”.
INIZI DI BIRMINGHAM
Bill Ward dei Black Sabbath parla con affetto del suo amico. “Il mio primo ricordo dell'incontro con John Bonham risale al 1964 al The Wharf Pub di Ombersley, nel Worcestershire. Era con i Crawling King Snakes, suonando canzoni popolari di quell'epoca, oltre a blues e R&B. I suoi ritmi erano immacolati, rendendo ogni canzone sua, trasformandola in qualcosa di superbo. Un ottimo esempio è stato "Morning Dew". Di tutte le versioni che ho sentito, inclusa l'originale, nessuna è paragonata a quella di King Snakes, con John Bonham in testa al gruppo".
Ward ricorda che, "A volte durante un viaggio a Drum City, il negozio del centro di Birmingham di proprietà del batterista della BBC Light Jazz Orchestra Mike Evans, mi imbattevo in Bonham, insieme ad altri bravi batteristi, ramificazioni delle orde cosmopolite che avevano scelto Birmingham come casa.
Alcune visite si sono trasformate in mini-cliniche. Guarderei Mike mentre fa il suo "Purdie". Penso che abbia fatto interessare tutti a Bernard Purdie, il cui lavoro con il charleston era incomparabile. Bonham si sedeva e si divertiva, la sua grancassa suonava quella lingua che tutti sembravano parlare ma ancora non si applicava bene come lui.
Esistevano molti stili di batteria diversi e in qualche modo sono finiti tutti nel negozio di batteria di Mike. Eravamo ricchi di rudimenti e sani nella musica del giorno”. Ma Ward ha un'ammissione. “Nel 1964/'65 non capivo cosa stesse facendo John.
Spesso, nelle tante occasioni in cui lo guardavo suonare, pensavo che stesse rovinando la canzone, come se forse avesse perso la sua 1 . Stranamente, tuttavia, dopo diverse battute, avrebbe allineato i suoi ritmi con chiunque stesse suonando. Alla fine, ho capito cosa aveva fatto. Era sempre nel suo 1 , anche quando sembrava che non lo fosse. "
Anche i ricordi del bassista/cantante dei Trapeze e dei Deep Purple Glenn Hughes, il cui nuovo progetto, Black Country Communion, vede suonare la batteria dal figlio di John, Jason Bonham, sono sinceri. “Ho visto John suonare per la prima volta nel 1968. È salito sul palco con la mia baby band, Finders Keepers, al Rum Runner di Birmingham, e ha praticamente demolito la batteria. Avevo sentito storie di Big Bloke da Redditch con le grandi "e". Un paio di anni dopo si unì a me e Trapeze in molti spettacoli. Era lo stronzo del cane... fantastico!”
Ward ricorda che, sebbene spesso rumoroso ea volte sembrasse quasi sbranare i suoi tamburi, il talento di Bonham risiedeva nel fatto che era uno studente naturale e molto colto. “Dietro il suo aspetto quasi brutale e caotico era un uomo affettuoso, studioso e un uomo irrimediabilmente preso dalla batteria e dai batteristi. La sua conoscenza della batteria era straripante. Questo era il Bonham che conoscevo".
Nel '66/'67 la psichedelia guidata da Jeff Beck e Jimmy Page del singolo "Happenings Ten Years Time Ago" degli Yardbirds , il revolver che espande la mente dei Beatles e il successo di Cream e Hendrix, evidenziarono il vero potenziale di potere in Pop e rock britannico. Ma ora anche le band blues britanniche Chicken Shack, Bluesbreakers di John Mayall e Fleetwood Mac di Peter Green facevano parte del mix.
"Bonham è stato un'ispirazione quando si suonava il blues a metà tempo", ricorda Ward. "I suoi groove erano sempre al punto giusto, e riempiva il vuoto tra i quattro rullante con terzine e poliritmi, stupindo l'ascoltatore e raccogliendo applausi felici per ogni splendida esecuzione di ciò che sembrava l'impossibile." Come osserva Hiseman, la musicalità negli anni '60 contava.
“I musicisti erano considerati degni di attenzione a pieno titolo. L'interesse dei media non era per lo stile di vita, ma per le capacità di suonare che producevano la musica. Ho appena comprato un Melody Maker [carta da musica] del 1970, con tre oggetti in prima pagina: Jimi Hendrix Dead; Colosseum (la mia band) Ingaggia Chris Farlowe come cantante; Harry James e la Big Band arrivano in Gran Bretagna".
Questo non vuol dire che le cose fossero perfette, ma con i Beatles che hanno praticamente cancellato tutto ciò che era accaduto prima, la musica era roba seria. Nel frattempo, negli studi di Londra, Jimmy Page e John Paul Jones sono stati i primi turnisti nei dischi con tutti, dai Kinks e The Who, a Donovan e Dusty Springfield prima che Page si unisse agli Yardbirds. Mentre quel gruppo prosperava con Jeff Beck, con Page si agitavano, anche se sul palco il chitarrista ha adottato un approccio più pesante, con canzoni come "Dazed And Confused" che prendevano forma.
Quando aveva bisogno di un nuovo cantante e batterista, Page andò a Birmingham, dove i cieli opachi nascondevano un passato industriale un tempo glorioso e il mondo dei concerti era costituito dalle centinaia di pub e club fumosi in tutta la città turbolenta e nei dintorni di Black Country of England's Midlands. Scelse il piagnucolone hippy-blues Robert Plant come suo cantante, e Plant raccomandò il rauco Bonham. La pagina era agganciata.
STA SUCCEDENDO QUALCOSA
Nel numero del 12 ottobre 1968 di Melody Maker , un titolo diceva "Solo Jimmy è rimasto per formare i New Yardbirds". Della sua nuova band, il giovane chitarrista ha commentato: “È blues, fondamentalmente, ma non in stile Fleetwood Mac. [Quella band all'epoca, con il chitarrista Peter Green, era rigorosamente una band blues.] Odio il termine "blues progressivo", ma è più o meno quello che suonavano gli Yardbirds alla fine. È bello sapere che oggi puoi formare un gruppo per suonare la musica che ti piace e le persone ascolteranno”.
All'inizio dell'anno, il Jeff Beck Group, con il compianto, grande Mickey Waller alla batteria, ha gettato le basi per l'heavy blues-rock con il suo debutto, Truth , in cui sono stati ospiti Jimmy Page, John Paul Jones e Keith Moon degli Who. Il seguito rauco e pesante, Beck-Ola , ha visto Tony Newman introdurre un funky spaventoso, con interpretazioni da Led di "Jailhouse Rock" e "All Shook Up" di Elvis Presley.
Sempre astuto, Page era sul concetto. “Quando i 'New Yardbirds' sono tornati dai loro primi appuntamenti in Europa”, dice Newman, “ci fu un vero fermento intorno a Londra. Ti ha fatto venire un brivido lungo la schiena, perché sapevamo che stava succedendo qualcosa di radicale”. [Il manager di Beck e Zep] Peter Grant ha portato i ragazzi degli Zeppelin a vedere il Beck Group in molte occasioni, dicendo: "Vieni a vedere questo lotto, perché questa è una band che non durerà". [ ride ] Ma il nostro gruppo – tre musicisti e un cantante che suonavano rock heavy blues – era un concetto su cui Peter sapeva poteva essere ampliato.
Una delle prime esibizioni di Zep è stata in cartellone con Buddy Miles, Buddy Guy, Jack Bruce e il Colosseo di Jon Hiseman. "Per me", dice Hiseman, "I Led Zeppelin erano un'altra band che percepivo avrebbe avuto più successo dei Colosseum perché aveva spettacolo e canzoni relativamente semplici. Colosseum proveniva da un pianeta diverso, ma questo significava che potevo apprezzare ancora di più John e la band: ero un fan. Ho comprato i dischi. Ma non l'ho mai visto come qualcosa che avrei voluto fare".
LE INFLUENZE DI BONHAM
Ricordando i loro tempi in tour insieme, Carmine Appice dei Vanilla Fudge è rimasto colpito: “John era nuovo e fresco, con molta aggressività ed energia. Sono rimasto sbalordito dalla sua terzina di piede destro di semicrome. Ha detto di averlo preso dal primo album di Vanilla Fudge, cosa che mi ha confuso, perché non ricordavo di averlo fatto. Quindi mi ha mostrato dove l'ho suonato - una volta! Ha preso quella leccata e ha creato la sua tripletta caratteristica. Aveva mani, piedi e sensibilità eccezionali e diceva che i suoi idoli erano gli stessi dei miei. Ma ascoltava anche i musicisti contemporanei del '67/'68".
Un contemporaneo era Rob Henrit, dei popster pre-British Invasion Adam Faith & The Roulettes, i rocker prog degli anni '70 Argent, l'incarnazione dei Kinks degli anni '80, e ora è tornato sul palco con Argent nel 2010. “Sono stato molto in TV con Adam Faith, ed era un musicista sgargiante poiché la musica mi permetteva di mettermi in mostra. Ho sentito che a Bonham piaceva e ho detto che aveva imparato molto da me".
Liberty DeVitto, la cui batteria ha dato impulso ai numerosi successi di Billy Joel, ritiene che “John Bonham fosse un batterista R&B in una band heavy metal. Aveva il suono pesante e l'attacco di Carmine con "D'yer Maker", i riempimenti R&B e le sensazioni di Roger Hawkins in "What Is And What Should Never Be" e man mano che si sviluppava aggiunse sensazioni jazz o più swing, come il Mescolare in stile Purdie per 'Fool In The Rain.'"
Appice dice: "A John piacevano i grandi artisti Motown, Atlantic e Stax, e il rock and roll come Little Richard, Bo Diddley". Sia Bonham che Bevan amavano il rock and roll americano. "Ricordo che John e io eravamo d'accordo sul fatto che i due migliori batteristi rock and roll fossero Earl Palmer e Hal Blaine", dice Bevan. "La batteria di Palmer in 'Somethin' Else' di Eddie Cochran ha ovviamente ispirato l'introduzione di Bonzo a 'Rock And Roll' di Zep."
Ma ancora più rivelatore, "Abbiamo adorato l'enorme suono di batteria che Phil Spector ha ottenuto nelle sue produzioni". Quindi è da lì che è nata l'idea del grande suono di batteria degli Zeppelin ? “La mia ipotesi”, commenta Hiseman, “è che Bonham avesse un orecchio naturale per ciò che accadeva intorno a lui. Ho imparato molto tempo fa a non suonare la batteria ma a suonare la band. Penso che sia quello che ha fatto John".
Ma Bonham aveva anche il potere della croma dritta. E il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith sottolinea che, "Per quanto riguarda il modello di corsa punteggiato fino all'ottavo dritto, quello sarebbe il compianto, grande Earl Palmer. È stato il primo”. Quindi Bonham ha ottenuto qualcosa di più dell'introduzione "Rock And Roll" dal re della sessione americano.
Molto è stato fatto della sua attrezzatura, ma Bonham potrebbe far suonare enormemente qualsiasi batteria. "È l'atteggiamento", dice Henrit. Come ha detto Lance Armstrong, "Non si tratta della bici!" Mike Portnoy dei Dream Theater afferma: “Il suono di Bonzo proveniva da una combinazione di forza bruta, finezza sottile e groove impeccabile. John Bonham è l'unico che potrebbe mai suonare veramente come John Bonham. Quel suono era lui, non necessariamente la sua batteria".
Bill Ward la vede diversamente. “Bonham era leggero nei piedi e leggero nei polsi. Era la sua destrezza, il suo tocco che sembrava sapere intuitivamente come trovare i punti di forza su ogni tamburo". Page lo ha certamente riconosciuto. Dopotutto, aveva suonato con alcuni dei migliori batteristi di sessione, e loro sapevano sicuramente quando, dove e come suonare un tamburo. Ovviamente, anche Bonham.
Ward ricorda la batteria di Bonham ai tempi. “Erano gli stessi di tutti gli altri negli anni '60. Aveva diversi kit prima degli Zeppelin, per lo più Ludwig, credo. Quando gli Zeppelin sbarcarono in America per il primo dei due tour con i Vanilla Fudge, il kit di Bonham era minuscolo accanto alla possente bionda Ludwigs dell'headliner.
Secondo Appice, "Aveva un 22″ x 14″, 13″ x 9″ sulla cassa, e forse due timpani da 16″ x 16″ con un rullante Ludwig cromato da 14″ x 5″, un giro, due crash, e cappelli da 14 pollici. Quando ha visto le mie due grancasse in acero da 26″, i tom sovradimensionati e il rullante profondo, ha voluto lo stesso. Ho chiamato Ludwig: "Penso che questa band sarà davvero grande". Com'è per un eufemismo! Gli hanno dato la stessa configurazione del mio, completo di gong. Lo adorava".
Sebbene il secondo calcio – su insistenza di Page e Jones – fosse presto scomparso, ciò non ha ostacolato la sua capacità di fornire le terzine vesciche e i bassi insoliti che personificavano il suo approccio audace, ma sempre musicale. Alcuni anni dopo Ward vide Bonham su una configurazione diversa. “L'ho visto suonare il kit di suo figlio Jason negli anni '70. Era piccolo rispetto a un kit normale, ma John suonava in modo incredibile. Qualunque batteria avesse, poteva farla suonare enorme e molto tonale".
SI TRATTA DI “ARIA”
Page è stato veloce nell'integrare i suoni e lo stile di Bonham nelle composizioni di Zep: lui e Jones spesso si bloccavano sul misuratore e lasciavano che il batterista fluttuasse nel tempo. Oggi, fai clic sulle tracce e dipende dal batterista per mantenere il limite di tempo e l'opportunità di far respirare la musica come faceva con gli Zeppelin. Uno dei brani Bonham preferiti da Chad Smith è "Wanton Song". “L'uso dello spazio nel verso è mozzafiato. Adoro anche 'Since I've Been Loving You', dal vivo all'Albert Hall, con il suo fantastico uso delle dinamiche e quel famoso gioco di gambe in piena mostra".
Sì, era davvero tutta una questione di "aria - quello spazio che ha fatto una tale differenza. "Penso che la sua sensazione fosse un prodotto del suo suono ampio", afferma Rob Henrit. “È stato probabilmente il primo batterista ad avere una stanza tutta per sé in cui registrare, quindi non c'è mai stato un problema con le perdite, il che significa che ogni insolito potrebbe essere 'più grande della vita.' Sospetto che sia stato il primo ad avere un'eco sulla batteria nelle sue lattine e questo gli ha permesso di suonare in modo più scarso.
BIRMINGHAM DIVENTA PIÙ PESANTE
Un'altra cosa che John Bonham aveva da offrire per lui era il volume. Bevan pensa di averlo influenzato. “Verrebbe a vedermi suonare intorno al '63, '64, ma non so se è stato influenzato dal mio modo di suonare o dal mio volume! Sono stato il primo dei rumorosi batteristi della zona di Birmingham: Bevan, Bonham, Bill Ward, Cozy Powell: tutto ad alto volume! Ma perché le band di Birmingham stavano diventando così rumorose? "I Black Sabbath", dice Bevan, "sono stati la prima band davvero heavy a uscire dalla nostra zona".
Di sicuro, i Sabbath si sono presentati per esprimere il loro punto carico di sventura e angoscia, ma secondo Bill Ward, “La sfida più grande era farsi ascoltare. Quando Marshall Stacks si è presentato, come batterista, ho dovuto triplicare la mia produzione di energia. Tuttavia, suonare più forte all'inizio non era sempre accurato.
Ho dovuto imparare ad essere preciso e energico. E quando si sono presentati i sistemi PA e i microfoni, ho dovuto imparare di nuovo tutto da capo. E qui sta un'altra qualità di John Bonham: la capacità di groove profondo come lui e di tirare fuori le costolette, il tutto mentre si suona ad alto volume.
PARLA DI FAN
Come altri hanno influenzato Bonham, così ha influenzato gli altri. “I batteristi hot rock degli anni '60?” ride Chad Smith. “Ginger, Ringo, Charlie, Bonzo, Mitch, Moonie e Paice-y. Solo i maledetti inglesi per me! Il grande musicista britannico Geoff Dugmore, che ha registrato con John Paul Jones e Jimmy Page, ricorda: "Da bambino, trascorrevo giorni con Houses Of The Holy , cercando di capire il ritmo di 'The Crunge'".
Jones una volta disse a Dugmore che la seconda parte del riff "Black Dog" era stata modificata in modo che la batteria potesse suonare direttamente ed uscire nella stessa tasca dall'altra parte. "Lui e Bonham hanno lavorato sulle parti in modo che la grancassa e il basso non cadessero insieme, quindi ogni strumento suonava ancora più grande." Con Page, Dugmore si ritrovò agli Olympic Studios, allestiti allo stesso modo in cui registravano gli Zeppelin.
“Sono su un montante con gli amplificatori di Jimmy all'altro capo dello studio. È anche sul riser, proprio tra il mio piatto ride e il rack tom, suonando con me. Sapevo di non essere Bonham, quindi dovevo essere consapevole delle sue aspettative. Sia Jimmy che John Paul volevano solo che fossi me stesso e che sentissi il ritmo con loro. Questo mi ha fatto capire quanto fosse speciale l'unità Zep. Può succedere solo quando tutti sono sulla stessa lunghezza d'onda".
Qualche clausola? "Sì. Niente cuffie. Nessuna traccia di clic. E nessun conteggio. Abbiamo appena sentito il momento di iniziare, ed è stato sorprendente come istintivamente ciò sia arrivato. Jones ha il suono più massiccio, grasso e rotondo ed è calmo, rilassato e totalmente in controllo del suo strumento. Sono sicuro che la sicurezza ha permesso a Bonham di avere la creatività e il fuoco che aveva".
Mike Portnoy , la cui Hammer Of The Gods, una tribute band degli Zep, lo ha visto con indosso una tuta da lavoro bianca e una bombetta nera dietro un kit Bonzo di perspex arancione, ha una prospettiva unica. “I miei più grandi eroi della batteria sono John Bonham, Keith Moon, Ringo Starr e Neil Peart, ma penso che Bonham sia il più universalmente amato. Forse Moon era troppo sconsiderato per alcuni, Ringo troppo semplice per alcuni e Peart troppo tecnico per alcuni. Eppure lo stile di Bonham era qualcosa che tutti apprezzavano, quindi sì, forse era davvero il batterista rock per eccellenza".
C'è qualcuno che Portnoy sente abbracciare quell'estetica Bonham? “Mi viene in mente Dave Grohl. Anche se Jason Bonham era davvero l'unica persona per la reunion degli Zeppelin del '08. Ha fatto un lavoro incredibile, catturando lo spirito, il fuoco e lo stile di suo padre. Era l'ultimo tributo. Nessun altro dovrebbe suonare la batteria con Plant, Page e Jones a parte un Bonham!
ANDARE VIA
Fino alla fine, Bonham ha continuato, quasi da operaio, ad essere il batterista dei Led Zeppelin. È sfuggito ai rigori della celebrità con la sua famiglia e i suoi amici a casa, dove raramente ha toccato la batteria, ma si è divertito ad ascoltare di tutto, da Elvis Presley e James Brown a Stylistics e Supertramp sul suo jukebox. Di mentalità aperta, si è evoluto con gli Zeppelin, da un musicista indaffarato a suonare il groove e ispirato al soul ascoltato in Presence e In Through The Out Door .
Sebbene innamorato dell'audacia tecnica dei pionieri della fusione Billy Cobham, (Narada) Michael Walden e Alphonse Mouzon, sapeva che la loro influenza non aveva posto negli Zeppelin. Tutto questo era molto lontano dalle sue prime prove con The New Yardbirds, quando la sua batteria eccessivamente impegnata ed extra forte ha suscitato parole di avvertimento. Naturalmente, in quei primi tempi Bonham stava probabilmente cercando di assicurarsi di non essere trascurato. Non avrebbe dovuto preoccuparsene!
John Bonham: le ultime parole di un batterista
A quarantadue anni da quelle prime prove, e esattamente a 30 anni questo mese dalla sua prematura scomparsa, come viene ricordato Bonham? “John Henry Bonham, a mio modesto parere”, afferma Chad Smith con enfasi, “è senza dubbio il più grande batterista rock di tutti i tempi. Il suo suono, la sua tecnica, la sua musicalità, il suo groove e le sue sensazioni non sono mai stati duplicati. Nessuno si avvicina oggi e probabilmente nessuno lo farà mai".
Glen Hughes è d'accordo: "Tutti, dalle rock star agli uomini del latte, amano Bonham".
Jon Hiseman considera il potenziale perduto: "La reputazione di Bonham è stata costruita in una band e, a causa della sua morte prematura, non abbiamo mai sentito sviluppi successivi".
Liberty DeVitto considera le opzioni: "Se dicessi che è il migliore, lo metterei al di sopra di Keith Moon, Mick Avory, Bobby Elliott, Micky Waller, ma dirò che John Bonham era lì con il meglio di loro".
Senza esitazione, Bill Ward ricorda con affetto Bonham come The One. "Assolutamente! Lo ammiravo. Lo rispettavo. Era il maestro del groove. Ha scritto la Bibbia sulla batteria rock. Per imparare le basi primarie che porteranno un batterista all'era attuale della batteria rock o metal, bisogna ascoltare John Bonham. Era un'istituzione a sé stante. Era il suo ragazzo. Grazie, signor Bonham.

https://drummagazine.com/bonham-from-the-perspective-of-his-peers/?fbclid=IwAR2MwMcGCjQZyAbfNvKY-vfaxUZPZ3hMWLiSJ16fyk6OnXkRsvb48yz6bkw

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“But to me the funniest gig was when The Band of Joy played Queen Mary Ballroom in Dudley. One of the cover versions they played was Tim Hardin’s ‘If I Were a Carpeneter’. But unlike the original, their version built up steadily into a powerful crescendo, and it was during the final bars of the song, as Robert sang out “Marry me, Marry me” he wrapped his legs round one of the pillars at the side of the stage and emulated, what to all intents and purposes, was a knee trembler. That was the final straw for Mum, who had been watching the show. With her handbag hanging from her arm she approached the stage and above the applause you could hear, ‘John! You get off those drums right now! You’re not playing with that boy, he’s a pervert!’”
- Mick Bonham, from his book John Bonham: the Powerhouse Behind Led Zeppelin
“Ma per me il concerto più divertente è stato quando The Band of Joy ha suonato Queen Mary Ballroom a Dudley. Una delle cover che suonarono fu "If I Were a Carpeneter" di Tim Hardin. Ma a differenza dell'originale, la loro versione si è sviluppata costantemente in un potente crescendo, ed è stato durante le battute finali della canzone, mentre Robert cantava "Marry me, Marry me", ha avvolto le gambe attorno a uno dei pilastri a lato di il palcoscenico ed emulato, quello che a tutti gli effetti, era un tremante al ginocchio. Quella fu l'ultima goccia per la mamma, che aveva assistito allo spettacolo. Con la borsetta appesa al braccio si è avvicinata al palco e sopra gli applausi si sentiva: "John!" Scendi subito da quei tamburi! Non stai giocando con quel ragazzo, è un pervertito!'”

- Mick Bonham, dal suo libro John Bonham: the Powerhouse Behind Led Zeppelin





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𝐁𝐨𝐧𝐳𝐨 𝐞𝐫𝐚 𝐢𝐧𝐧𝐚𝐫𝐢𝐯𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞...𝐆𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚, 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚 ..𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐟𝐞𝐝𝐞𝐥𝐞..𝐮𝐧 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐦𝐞 𝐚𝐥 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐦𝐚𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 ....𝐞𝐝 𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐬𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐫𝐬𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐬𝐩𝐞𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐯𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐮𝐜𝐢𝐭𝐨..𝐁𝐨𝐧𝐳𝐨 𝐞𝐫𝐚 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐁𝐨𝐧𝐳𝐨 ..𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐯𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐫𝐞..
Jazz old school e mani lacerate: i segreti del Moby Dick dei Led Zeppelin
articolo del 2020..
L'assolo della maratona di John Bonham, Moby Dick, è stato uno dei momenti salienti di ogni spettacolo dei Led Zeppelin negli anni '70 e ha ispirato innumerevoli aspiranti batteristi
È stato un momento drammatico quando Jimmy Page , Robert Plant e John Paul Jones hanno ceduto il palco ei riflettori si sono illuminati sull'uomo muscoloso e baffuto con un giubbotto rosso, accovacciato su una batteria scintillante all'ombra di un enorme gong.
Il pubblico già appagato dalla chitarra abbagliante di Page e dalla voce piena di emozioni di Plant sarebbe ora sopraffatto da un'esibizione virtuosa del potente batterista dei Led Zeppelin . I fan sapevano che John Henry "Bonzo" Bonham non sarebbe rimasto. Avrebbe sanguinato nella battaglia che ne sarebbe seguita con il suo kit mentre scatenava un vortice di piatti che si infrangono e tom tom tonanti.
Ricorda, questa era l'età d'oro degli assoli di batteria, quando l'improvvisazione creativa era incoraggiata e i batteristi erano delle star. In quei giorni vasti stadi riecheggiavano i suoni catastrofici di Carl Palmer con gli ELP e di Ian Paice con i Deep Purple .
Eppure, per quanto velocemente suonassero e qualunque effetto usassero, quando si trattava di travolgere un pubblico con il solo potere, Bonham era imbattibile. C'era un elemento primordiale nel modo di suonare di Bonzo che toccava l'anima e accelerava il battito.
Bonham era l'erede naturale di Ginger Baker , che aveva sviluppato il concetto del 'grande assolo' con i Cream . Infatti, Baker è stato uno degli eroi di Bonham, insieme a Carmine Appice dei Vanilla Fudge e Joe Morello del Dave Brubeck Quartet.
Moby Dick è stato trasmesso per la prima volta su Led Zeppelin II (1969). Jimmy Page ha stabilito un riff appropriato per lanciare il numero, che ha preso il via con una figura di rullante. John è passato da rullante a terzine e conga di tom tom usando le sue mani. Il climax in stile Baker quando è passato alle bacchette suona ancora impressionante, ma stranamente questa versione in studio mancava del fuoco che un pubblico "dal vivo" avrebbe incoraggiato.
Negli anni '60, registrare un assolo di batteria su un lettore lungo in vinile non era niente di insolito. Dal vivo, un assolo di batteria era quasi previsto da ogni band e lo era stato sin da quando Gene Krupa è diventato una grande star suonando i suoi tom negli anni '30. Così, quando il rock emerse, la nuova razza di batteristi all'inizio continuò nella tradizione Krupa. Hanno suonato assoli oscillanti, per lo più sui tom.
Questo è stato trasferito quando i gruppi beat britannici hanno preso la chitarra elettrica. Gli assoli intelligenti e immacolati di Tony Meehan e Brian Bennett negli Shadows hanno ispirato ogni bambino che sarebbe poi diventato una rock star internazionale. John Bonham, cresciuto negli anni '50 e all'inizio degli anni '60, era immerso in tutto questo, un misto di entusiasmo di gruppo rock/beat e battito di band swing.
Suo fratello minore Mick sottolinea le influenze pre-adolescenti di John, primo fra tutti Edmundo Ros, il popolare leader di una band di ballo latino. Le sue percussioni latine con una camicia arricciata affascinavano John e si facevano sentire nelle conghe e nei campanacci di Moby Dick . Mick sottolinea anche il fatto che il loro padre Jacko era un devoto della band di Harry James (un certo Buddy Rich era il batterista occasionale) e fornisce altre due indicazioni importanti.
Inizialmente John ha modellato se stesso inizialmente su Gene Krupa e poi ha imparato pedissequamente Teen Beat post-Krupa di Sandy Nelson , un singolo di successo di assolo di batteria mondiale nel 1959. Così ben prima che il rock diventasse enorme, le credenziali swing di John furono stabilite. Combina questo con il blues che tutte le band britanniche suonavano a metà degli anni '60 e avrai quella che Dean Butterworth chiama la "tasca grassa" di Bonham.
Prima dell'emergere di John c'era una manciata di rispettabili batteristi rock britannici. Il più notevole è stato Baker che aveva portato nel rock una terrosità tribale africana. È stato anche il primo a sbalordire il pubblico impostando un doppio calcio ostinato da sedicesimo nota - eccitante, efficace e da allora morto a morte.
Inoltre, nel suo assolo Moby Dick , Ginger ha sfruttato l'idea delle triplette basate sul pattern del piede destro-mano-sinistro (RLF). Ginger ha colto l'enorme potenziale di questa semplice mossa quando ha visto Sonny Payne della band di Duke Ellington. Ed è stato questo dispositivo che Bonzo ha preso e fatto suo.
In virtù di avere un piede destro straordinariamente forte e preciso, Bonzo è stato in grado di prendere questo motivo di base e permutarlo in una dozzina di modi, usando colpi di piede singolo e doppio per produrre raffiche di destrezza apparentemente impossibile. Ha ucciso ogni altro batterista – e lo fa ancora oggi. Poiché non usava i doppi calci, non è mai stato tentato di fare la sedicesima nota dritta di Ginger/Louie Bellson.
Invece ha sviluppato la coordinazione della tripletta mano-piede che ha trasformato la batteria rock e da allora in poi ha raggiunto il culmine in ogni versione di Moby Dick . (In tutta onestà, ha raggiunto il culmine anche Moby Dick , ma Bonzo è andato molto oltre.)
Come dice Nicko McBrain degli Iron Maiden , “lo stile di John era all'avanguardia. John è stato davvero il pioniere del piede destro veloce, dove ha messo molti doppi e suonato con terzine sulla sua grancassa e lo fa molto attraverso Moby Dick . Ciò che mi ha sbalordito è stata la velocità e il modo in cui raggruppava la terzina con il gruppo di quattro note in cima.
Il fatto che la sua grancassa fosse il biglietto da visita di Bonzo è stato il grande salto dallo stile post-Krupa influenzato dallo swing. Per l'assolo di swing l'estremità inferiore era il timpano. Per Bonzo, e poi per il rock, era la grancassa. Ogni importante batterista rock da allora, da Stewart Copeland a Chad Smith, ha avuto un piede destro malvagio.
Sebbene le mani di John fossero immense, non era bravo con i rudimenti, così che il suo lavoro di assolo di rullante in Moby Dick, sebbene potente, non è mai stato paragonabile alla scuola di rullanti fulminei Buddy Rich/Louie Bellson. Il suo calcio era la sua grande forza, spingendo Jimi Hendrix a commentare che aveva "un piede come un coniglio"
L'altro aspetto di Moby Dick che ha lasciato a bocca aperta sia i batteristi che il pubblico è stato l'uso da parte di John delle sue mani nude. Uno dei primi amici batteristi di John, Bill Harvey, era pazzo di Joe Morello, come la maggior parte dei batteristi britannici degli anni '60. Bill portò John con sé a vedere Morello una notte a Birmingham. Se ascolti il ​​mastodontico assolo di Joe su Castilian Drums (Dave Brubeck, Live at Carnegie Hall, 1963) sentirai molti degli stessi lick usati in seguito da Bonzo.
Il collega batterista Dave Mattacks ricorda che Bonzo era anche a conoscenza della batteria melodica di Chico Hamilton, mentre un altro amico Brummie, Carl Palmer, menziona Ed Thigpen, il batterista di Oscar Peterson. Nota che questi sono tutti jazzer melodici, di buon gusto, in piccoli gruppi. Bob Henrit (The Kinks and Argent) dice che molti dei primi batteristi rock britannici hanno tentato assoli manuali, e il bassista partner di John in A Way Of Life - Dave Pegg - lo ricorda mentre suonava assoli manuali a metà degli anni '60.
L'immagine che otteniamo da tutto questo è che John non solo ascoltava i batteristi delle big band, ma anche i jazzisti dei piccoli gruppi. Il fattore decisivo è immortalato nella versione live di Moby Dick , catturata all'Albert Hall nel 1970 (vedi il DVD dei Led Zeppelin, How The West Was Won ). Le primissime battute sono in tempo tre-quattro e sono una citazione diretta da The Drum Also Waltzes del maestro be-bop Max Roach .
John è stato meno colpito dai batteristi rock che erano i suoi precursori. Gli piaceva lo stile del Bobby Elliott degli Hollies ed è stato sicuramente influenzato da Baker e Appice. Ma fondamentalmente ha deciso che John Bonham sarebbe stato l'unico a inchiodare l'heavy rock.
E lo ha fatto. L'ha trasformato e l'ha definito per sempre, motivo per cui è ancora tenuto in così alta considerazione. "Era il batterista del batterista proprio nel modo in cui appariva quando suonava il suo kit", ipotizza Nicko. “L'esuberanza, la bella dinamica e il suono straordinario. Penso sempre che Keith Moon fosse come il Gene Krupa del rock e John Bonham come il Buddy Rich del rock. Non credo che ci sia nessuno da quando si è avvicinato al brio e allo stile del suo modo di suonare".
Come reporter di Melody Maker ho visto spesso John in azione, da vicino sul palco in molti dei loro primi concerti, incluso il Marquee Club nel 1968. Tutti i batteristi di Londra rimasero a bocca aperta, osservando l'aggressivo nuovo arrivato da Birmingham. Sembrava feroce, determinato ma in pieno controllo mentre assaliva i suoi enormi tamburi Ludwig. Suonava come un batterista di una big band e non solo come uno scagnozzo di un gruppo rock. Questo non è stato perso dai batteristi nel pubblico che hanno riconosciuto un peso pesante con l'anima.
Mark Ashton, il giovane batterista dei Rare Bird, un gruppo che ha raggiunto le classifiche con i Sympathy, era in piedi accanto a me al concerto di Marquee a guardare Bonham. Rise mestamente "È così fottutamente pesante!" Mark in seguito smise di suonare la batteria come una causa persa e divenne invece un cantante.
Quando gli Zeppelin conquistarono il mondo, non passò molto tempo prima che abbandonassero i piccoli club e suonassero eventi come il Bath Festival del 1969 e al Lyceum Ballroom di Londra.
Fu un'emozione ancora più grande quando fui invitato a vedere i Led Zeppelin suonare un raro concerto alla Carnegie Hall di New York il 17 ottobre 1969. Mi ritrovai in piedi proprio sul palco dove Gene Krupa aveva suonato Sing, Sing, Sing di nuovo in 1938. Al soundcheck pomeridiano dello Zeppelin, John guardò le file di lussuosi sedili vuoti nella famosa sala e disse: "Ci siamo ragazzi. Gene Krupa e Buddy Rich hanno suonato tutti qui. Quindi è meglio che sia bravo stasera!"
Giovanni ha mantenuto la sua promessa. Una volta che il pubblico di ragazzini urlanti e urlanti di New York si è ammucchiato nell'edificio e lo spettacolo è iniziato, John sembrava pulsare di energia. Mentre si lanciava in un vortice di 30 minuti, rimasi dietro le quinte, accanto all'altro visitatore, Screaming Lord Sutch. Sua Signoria rimase senza parole mentre John volava intorno ai tamburi con incredibile destrezza e forza bruta. Ha prodotto un rullante a corsa singola ad alta velocità che era sicuramente il suo tributo alla Carnegie Hall a Buddy Rich.
Non ho mai più visto Bonham suonare così velocemente. Poi sono state le mani nude, i battitori, i gong ei cembali per il climax tumultuoso. John si rese conto che non a tutti piacevano gli assoli di batteria e per mantenere la loro attenzione elaborò un'intera serie di permutazioni, sia che si trattasse di suonare congas o martellare il gong. Eppure Moby Dick non è mai stata solo una questione di rumore e spavalderia. Avrebbe iniziato in modo discreto e incerto, giocando con un pubblico represso e ansioso, costruendo una serie di crescendo.
Dopo quell'evento trionfante, Bonzo trascorse i successivi cinque anni della sua vita on the road con gli Zeppelin affrontando infiniti tour negli Stati Uniti.
La tensione avrebbe senza dubbio messo a dura prova la sua salute e i suoi nervi. Nel luglio 1970 sono andato in tournée in Germania di cinque giorni con la band e ho potuto vedere gli effetti in prima persona. Su un accidentato volo BEA per Dusseldorf attraverso una fitta nuvola Bonzo mi superò barcollando, dirigendosi verso il gabinetto sul retro, ammalandosi violentemente. Volantino nervoso, era ancora più preoccupato nel backstage. Il ragazzone con il cappello di pelle con un appetito per le auto veloci, soffriva di paura del palcoscenico.
Prima di ogni spettacolo tedesco era agitato e non riusciva a rilassarsi. Sebbene i suoi assoli fossero fisicamente impegnativi, John era in realtà più preoccupato di commettere errori durante il set e di "ottenere l'aspetto temuto" dal leader. Il suo lavoro era quello di impostare i tempi, battere gli accenti casalinghi e assicurarsi che le pause fossero consegnate in tempo.
Sicuramente ha resistito, ma le sue mani sono diventate un ammasso di vesciche mentre la band si è fatta strada in giro per la Germania. Una sera sono stato invitato a suonare i timballi durante Whole Lotta Love . Mentre mi univo nervosamente alla band sul palco accanto a Bonzo, speravo che il pubblico agitato non mi linciasse. Era molto più sicuro sedersi e filmare Bonzo con la mia macchina da presa Super 8 mentre sparava su Moby Dick, le mani lacerate e sanguinanti.
È stato molto divertente andare in tour con gli Zeppelin e ho pensato di abbandonare il mio lavoro quotidiano e diventare il percussionista extra di Zep. Poi ho capito che non avrei mai potuto aumentare l'energia per tenere il passo. Né, purtroppo, poteva Bonzo. Gli anni di duro lavoro alla fine raggiunsero e raggiunse la fine del viaggio nel 1980, dopo di che la band annunciò la sua scomparsa. Ma grazie alle prove del film del DVD e di The Song Remains The Same , possiamo vedere John Bonham ancora una volta nel suo apice che interpreta Moby Dick e si diverte.



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 Quando il giovane Bonham a 15 anni si stancò del suo primo kit, lo rimpiazzò con la sua prima Ludwig. L’acquistò in quello che divenne il suo negozio di fiducia per tutti gli anni a venire : Yardley’s Music Shop a Birmingham.

Questa batteria modello Superclassic era una green sparkle ed aveva dimensioni 22″x14″, 13″x9″, 16″x16″ e rullante in alluminio L400 14″x5″. Come piatti spesso utilizzava piatti Zildjian per imitare i suoi idoli Buddy Rich e Gene Krupa, ma ben presto iniziò a mettere nel suo set anche qualche Paiste. Purtroppo non esistono foto che testimonino questo kit, ma tutte le fonti sono concordi nello svolgersi dei fatti.
Questa batteria accompagnò Bonham per tutto il periodo di formazione fino all’ingresso nei Led Zeppelin. Successivamente la batteria fu venduta al suo caro amico Frank Hall. Così ricorda
Era un kit Ludwig green sparkle. Quando la vidi, gli dissi “Vorrei averne una così”. Subito dopo mi ricordo che stavamo guidando fino alla fattoria di Bonham in una Range Rover con quella batteria stipata dietro
Frank la usò per soli 5 anni ed in seguito la vendette per 40 pound al batterista dei West Cumbrian, Robin Melville. A sua volta questa batteria fu venduta in un negozio di Manchester.
La prima batteria usata con i Led Zeppelin era una Slingerland
Contrariamente a quello che si pensa, la prima batteria usata con i Led Zeppelin fu una Slingerland. Difatti in tutte le foto dei loro primi concerti è presente questo kit Slingerland con le medesime misure e colore del set Ludwig che aveva in precedenza.
La storia legata a questo kit è piuttosto nebulosa e frutto di molti dibattiti. Non si sa con certezza se fosse un kit affittato per il primo tour o se fosse con certezza di proprietà di Bonham. Altre fonti dicono che con questo kit sia stato registrato il primo album del gruppo, ma purtroppo non esiste alcune fonte certa che possa testimoniare tutto ciò...per quanto io sinceramente ne sappia..
La prima cassa “grande”
Durante il primo tour negli States, John Bonham ebbe maniera di sperimentare il primo kit con la cassa maggiorata. Si trattava di una Ludwig dalla finitura Black Diamond e composta da 24″x14″, 13″x9″, 16″x16″, 18″x16″ e rullante 14″x5″.
Proprio durante il tour negli States, John ebbe maniera di conoscere uno dei suoi idoli : Carmine Appice. Difatti i Led Zeppelin condividevano le loro serate insieme ai Vanilla Fudge e tra uno spettacolo e l’altro i due batteristi avevano maniera di parlare lungamente dei propri strumenti.
Carmine Appice rimane particolarmente impressionato dal giovane Bonham e non perdendo tempo, telefona alla Ludwig e chiede di mettere sotto contratto il batterista inglese e realizzargli un set del tutto identico al suo : 2 grancasse 26″x15″(misura custom), un tom da 15″x12″,e due timpani 16″x16″ e 18″x16″. Il rullante il classico 14″x6,5″ in alluminio. A questi tamburi, Bonham chiese anche un tom 14″x10″ (misura custom e che diventò il tom che usò maggiormente) ed un tom 13″x9″ (rimastro inutilizzato).
Questo era un kit personalizzato fatto su ordinazione da Ludwig con fusti a 3 strati (acero-pioppo-acero) con l’aggiunta di cerchi di rinforzo, senza la vernice bianca resacote all’interno. La finitura esterna non era un ricoperta ma piuttosto laccata.
Il set montato con la doppia cassa non fu ben visto dagli altri del gruppo. Ben presto fu chiesto a John di suonare con una sola grancassa. Particolarità di questo kit customizzato stanno nel fatto che il tom holder Roger Swiv-o-matic, mentre le sordine interne sono presenti solamente nel tom da 13″x9″ e nel timpano 16″x16″, mentre invece nel tom 14″x12″ e nel timpano 18″x16″ non sono presenti.
Il kit fu usato per tutto il 1969, fino alla metà del 1970 (con questo kit venne registrato Led Zeppelin II) quando il set fu venduto al ragazzo della sorella di John per appena 5 pounds. In seguito il kit fu acquistato da Paul Thompson (batterista dei Roxy Music) che fece una piccola modifica al tom da 14″, accorciandolo la profondità a 10″ grazie all’aiuto del Roy Webster’s Drum Shop & Percussion Services.
A partire dalla primavera del 1970, Bonham tornò ad utilizzare un kit color Green Sparkle. La Ludwig realizzò tre kit identici. Bonham ha usato questo drum kit dal 1970 fino alla fine del tour europeo del 1973. Si diceva che questo fosse il suo kit preferito da utilizzare in studio e che veniva utilizzato anche per la registrazione dei Led Zeppelin III, Led Zeppelin IV, House of the holy, Physical Graffiti, Presence e In Through The Out Door.
Le misure che adoperò furono 26″x14″, 14″x10″, 16″x16″ e 18″x16″.
Il kit Ludwig Green Sparkle ha fatto il suo debutto sul palco per il concerto del 22 giugno 1970 a Reykjavik in Islanda. Sotto questa batteria, Bonham aveva anche una piattaforma in legno. Consisteva in fogli di compensato uniti insieme con delle cerniere in modo che potesse essere piegato. Mick Hinton (drumtech che fece il suo primo concerto con Bonham a Belfast, in Irlanda, il 5 marzo 1971) raccontò in un’intervista: “Il mio compito era quello di avere il kit esattamente nella stessa posizione ogni sera. Avevo segnato tutto con diversi nastri colorati, e usavamo delle memorie per avere ogni cosa alla stessa altezza ogni notte. Avevamo dei fori per segnare tutte le gambe del tom, puntali della cassa e hi-hat: i buchi erano profondi circa mezzo pollice, quindi tutto si infilava dentro e avevo messo una striscia di nastro in gaffa su ogni gamba per fissarla al pavimento. Misi anche un bullone per ancorare la grancassa, se non lo avessi fatto, sarebbe volata al primo colpo”.
Dopo la morte di John Bonham, uno dei drum kit è stato consegnato al batterista e storico drumtech Jeff Ocheltree, un altro fu venduto ad un collezionista mentre un altro è stato tenuto da Pat Bonham (la vedova di John) che ad un certo punto lo diede in prestito al Rock And Roll Hall Of Fame di Cleveland, e ora risiede nella casa della famiglia Bonham, la Old Hyde Farm nel Wolcestershire, in Inghilterra, con sopra l’immagine di John.
Questo kit è immortalato per sempre nel film dei Led Zeppelin, “The Song Remains The Same”, pubblicato nel 1976.
Stesse misure rispetto al Green Sparkle kit. Il kit è stato utilizzato per la prima volta sul palco del concerto il 4 maggio 1973 ad Atlanta, in Georgia. Ci sono alcune fonti che sostengono che oltre ai 16 “x16” e 16 “x18” forniti con il kit, siano stati forniti anche dei timpani più grandi da 16 “x20” e uno da 16 “x22”, alternandoli con quelli più piccoli in diversi momenti durante il tour, ma purtroppo tale teoria non trova alcun riscontro.
Nel 1975 John Bonham ricevette 18 tamburi Black & White Spiral Ludwig Vistalite direttamente da Ludwig. Questi tamburi non sono mai stati utilizzati nè dal vivo, né in studio e sono stati tenuti solo a casa di John Bonham, la Old Hyde Farm nel Worcestershire, in Inghilterra.
Bonham ha dato alcuni tamburi al giornalista rock Chris Welch, il quale ha poi utilizzato per qualche anno il drum-kit in gruppi jazz. Alla fine, nel 1998 vendette a Phil Harris di Harris Hire Vintage Musical Instruments per £ 950. Nel corso degli anni, il drum kit è stato utilizzato da alcuni musicisti di rilievo, tra cui Robbie Williams, Shawn Drover di Megadeth e Manic Street Preachers. Il 4 settembre 2008, il kit di batteria Black & White Spiral Ludwig Vistalite è stato venduto alla casa d’aste The Fame Bureau per $ 41.000 a un compratore sconosciuto. I pezzi rimanenti sono ora in possesso della figlia di John Bonham, Zoe.
Il suo quarto e ultimo kit di batteria prodotto da Ludwig nell’aprile del 1977 è quello noto come il Kit in acciaio inossidabile (stainless steel). Bonham ha utilizzato questo kit di batteria Ludwig Stainless Steel dall’inizio del Tour degli Stati Uniti del 1977 fino all’ultima sfilata dei Led Zeppelin il 7 luglio 1980.
Voci discordanti ne riportano l’utilizzo anche per registrare alcune tracce dell’ultimo album in studio dei Led Zeppelin “In Through The Out Door“, anche se è stato anche detto che in studio sia stata utilizzata il kit Ludwig Green Sparkle. Esiste tuttavia una foto che mostra sia i kit di batteria in acciaio inossidabile sia quelli in Green Sparkle nel libretto di accompagnamento incluso nell’edizione deluxe di “In Through The Out Door”. Questo kit in acciaio inossidabile è ora in possesso di un collezionista canadese sconosciuto.
Le misure che Bonham utilizzò nel corso del tour furono 26″x14″, 16″x16″ e 18″x16″. Nel corso del tour alternò spesso la dimensione del tom, utilizzando talvolta un 14″x10″ e talvolta un 15″x12″ (riconoscibile perchè aveva i blocchetti stile “marching band”).
John Bonham è stato invitato a partecipare alla registrazione di due brani, “So Glad To See You Here” e “Rockestra Theme” con Paul McCartney e la Rockestra Orchestra il 3 ottobre 1978 presso Abbey Road Studios, City of Westminster, Londra, Inghilterra. Per questa sessione, Bonham ha utilizzato un Drum-kit Staccato Voyager 6. Le due tracce si trovano nell’album del 1979 di The Wings ‘Return to the Egg’. Il tema Rockestra è stato eseguito dal vivo al Concerto per il Popolo della Kampuchea all’Hammersmith Odeon, Londra, Inghilterra, il 29 dicembre 1979, tuttavia Bonham ha utilizzato il kit di batteria Ludwig Stainless Steeel per questo spettacolo. Il kit Staccato Voyager 6 con rivestimento in fibra di vetro era composto di Rack Tom da 6 “, 8”, 10 “e 12”, un floor tom da 18 “e una cassa da 22”.
Prima di utilizzare i piatti elvetici, Bonham era solito usare anche piatti di altre marche (non viene mai detto ufficialmente i marchi che usasse, ma si desume aver avuto diversi Zildjian), tuttavia come raccontò lo stesso Bonham era rimasto insoddisfatto del suono troppo scuro e dalla facilità con cui questi piatti si rompevano. Decise di provare i nuovi piatti della Paiste : Giant Beat. Con questi piatti sembrò aver trovato la quadra sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista delle rotture.
Tuttavia quando Bonham divenne endorser Ludwig, allora il marchio americano aveva fortissimi legami con la Paiste. Difatti la Ludwig era distributore unico per la Paiste negli Stati Uniti, Messico e Canada. Non è difficile ipotizzare che l’accordo di sponsor per i piatti sia avvenuto di conseguenza.
Ufficialmente John Bonham divenne endorser Paiste a partire dal 1971, ma già a partire dal 1970 aveva iniziato a collaborare con il marchio, usando perlopiù la serie Giant Beat. In seguito, il suo nome sarebbe stato legato in maniera indissolubile alla serie 2002.
Qua sotto potete trovare la immagine che descrive tutti i piatti usati da John Bonham nel corso della carriera
Le bacchette che usava John Bonham erano molto spesse. Ne usò diverse tipologie marche, tra di esse Jeff Ocheltree menzionò delle Ludwig 2A, mentre altri parlarono di 2B e 5B. Altre bacchette che usava Bonham erano delle bacchette realizzate da Eddie Ryan e dall’azienda Promuco. I drumtech dicevano che durante un concerto Bonham rompeva 2 o 3 paia a serata.

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https://suonarelabatteria.it/il-suono-di-batteria-di-john-bonham-ab0fb37e5690
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un mio amico..mi aveva espresso un suo pensiero sullo scioglimento dei LED..negli anni successivi mi disse
"Plant non ha mai superato la perdita di john bonham, e jimmy page non ha mai superato la fine di led zeppelin" e non ho smesso di pensarci da allora
💖una breve dichiarazione di Bonzo..
“Robert mi conosce a memoria e viceversa. Penso che sia per questo che andiamo così d'accordo. Credo che quando conosci qualcuno - quando due persone si incontrano e realizzano i difetti e gli aspetti positivi l'uno dell'altro - puoi andare d'accordo con loro per molto tempo perché niente di loro può farti incazzare quando sei già abituato . "
—John Bonham..
questi pensieri in qualche modo confermano che i LED potevano e possono solo esistere con tutti gli elementi..non erano solo una band..erano LA BAND per eccellenza..
e ho semper condiviso la scelta di Robert di non voler fare nessuna reunion in giro per il mondo


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Led Zeppelin---Night Flight---I Led Zeppelin hanno registrato questa canzone per la prima volta nel 1971. era destinato ai Led Zeppelin 4, ma è stato messo su Physical Graffiti per riempire il doppio album. Questa canzone parla di un uomo che evita un draft militare, secondo Percy Plant.
La maggior parte di questa canzone è stata scritta da John Paul Jones, che è inserito per primo nei crediti di scrittura. È una delle poche canzoni dei Led Zeppelin senza assolo di chitarra. Una corsa propulsiva ingannevole e gentile ha segnato una gemma dall'ultimo lato di Physical Graffiti, ancorata da un convincente strutto di una linea di chitarra.
I Led Zeppelin registrarono per la prima volta questa canzone nel 1971. Era destinata ai Led Zeppelin 4 , ma fu inserita in Physical Graffiti per riempire il doppio album. Questa canzone parla di un uomo che evita una leva militare, secondo Robert Plant. Nonostante il titolo, non ha nulla in comune con: l'album di Moody Blues, il film di Clark Gable del 1933, il romanzo di Antoine de Saint Exupery, o la rivoluzionaria, classica serie televisiva statunitense degli anni '80 Night Flight , che non vedremo mai. stai zitto a delirare perché è proprio così tante tonnellate di fantastico.
La maggior parte di questa canzone è stata scritta dal bassista dei Led Zeppelin, John Paul Jones, che è elencato per primo nei titoli di coda. È una delle poche canzoni dei Led Zeppelin senza assolo di chitarra.
Sebbene non ci sia una registrazione live ufficiale della band che suona questo, i bootleg abbondano di una volta in cui lo hanno fatto durante un sound check sul palco. È stata prodotta una versione in studio diversa con cori extra.
Nelle note di copertina del cofanetto dei Led Zeppelin, Jimmy Page dichiara: "Riuscire a fondere tutti questi stili è sempre stato il mio sogno nelle prime fasi, ma ora il lato compositivo è altrettanto importante".
Nel libro di Frank Moriarty Seventies Rock: The Decade of Creative Chaos , Moriarty racconta come i critici fossero meno ricettivi all'invasione degli Zeppelin negli Stati Uniti rispetto ai loro fan: "Gli autori hanno insistito che i concerti della band non facevano altro che placare le legioni di Quaalude - deglutizione, whisky e - cretini bevitori di vino, un pubblico volgare che riempiva le piste di hockey senz'anima e gli auditorium municipali degli Stati Uniti - e i Led Zeppelin erano più da biasimare per il pubblico a basso canone del gruppo che elogiati per la loro musica". Meno male che la loro reputazione si è ripresa, allora!
Led Zeppelin - The Rover/ Night Flight (Soundcheck)
A very rare performance of NIght flight from Page/Plant. Performed live at the University of London October 30th, 1998.
Page & Plant Night Flight 1998 live


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l'incredibile parte isolata della batteria di John Bonham in Fool In The Rain dei Led Zeppelin
Le parti di batteria di John Bonham che sono popolari quasi quanto la canzone completata da cui provengono
La batteria di When The Levee Breaks dei Led Zeppelin è stata campionata notoriamente da qualche parte a nord di 200 volte. Tra coloro che hanno beneficiato dei ritmi fragorosi di Levee di John Bonham ci sono The Beastie Boys, Beyonce, Bjork e Breaking Benjamin. E sono solo le "B".
Eppure nessuno, a quanto pare, ha provato Fool In The Rain .
È possibile, ovviamente, che il numero più funky di In Through The Out Door sia stato campionato, ma che il mutuatario abbia distorto e allungato gli schemi originali di Bonham fino a renderlo irriconoscibile e non abbia ritenuto necessario contattare l'ufficio legale. E saremmo stupiti se non fosse stato usato per qualcosa, da qualche parte lungo la linea, perché Fool In The Rain è maturo per essere preso in prestito,
Inoltre, le parti isolate di batteria di John Bonham sono su YouTube. Seduti lì, tutti incontaminati e non ufficiali, dove hanno accumulato oltre quattro milioni di visualizzazioni, il che non è lontano dal totale attratto dall'originale ufficiale a tutta band.
Registrato alla fine del 1978 ai Polar Studios di Stoccolma , Fool In The Rain inizia con un momento NSFW, quando Bonham abbaia un onnipotente "FAAAAAARKING HELL" prima di iniziare l'attività. E poi si parte, con il batterista che suona una variante del Purdie Shuffle.
Per chi non lo sapesse, il ritmo è stato sviluppato dal batterista americano Bernard Purdie, che ha suonato in canzoni da tutti, da Dizzy Gillespie a Michael Bolton, ed è stato il direttore musicale di Aretha Franklin per diversi anni. Purdie ha costruito lo shuffle in gioventù, cercando di imitare la cadenza di un treno, descrivendo il suono come "il modo in cui una locomotiva spinge e tira". È possibile ascoltare varianti del ritmo in Home At Last degli Steely Dan (suonato dallo stesso Purdie) e sul successo di Toto Rosanna .
Bonham è metronomico. È una combinazione sbalorditiva di precisione aggraziata e forza bruta, e mentre il pattern della grancassa potrebbe essere ragionevolmente semplice, le note fantasma del rullante (note suonate dolcemente tra le note "principali") e il complicato lavoro del charleston mettono tutto insieme . Mescola tutto ciò con il suono caratteristico di Bonham e ti rimane qualcosa che è inconfondibilmente Bonham e innegabilmente brillante.
Non finisce qui, ovviamente. Appena passati i tre minuti, Bonham raccoglie un ritmo sferragliante di samba brasiliana, che suona per tutto il mondo come un battaglione di tamburini in marcia che scende sulla piazza Cinelândia di Rio, al culmine del carnevale. È davvero qualcosa.
"L'idea è emersa per sovrapporre la propria samba a metà dell'arrangiamento del riff hop-skip", ha scritto Dave Lewis di Classic Rock nel suo libro del 2012 Led Zeppelin: From a Whisper to a Scream - Complete Guide to Their Music . suona, funziona magnificamente, dai fischietti di strada di JP ai timpani deliziosamente costruiti di Bonzo."
La band non si sarebbe mai esibita dal vivo a Fool In The Rain . L' album In Through The Out Door uscì solo dopo gli ultimi spettacoli dei Led Zeppelin nel Regno Unito a Knebworth nel 1979, e la canzone non fu inclusa nel set per il Tour Over Europe a giugno e luglio dell'anno successivo. E a settembre John Bonham se n'era andato. Aveva appena 32 anni.
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"it's ah, Happy Birthday Bonzo, over there. Put the spotlight over there Bonzo. Today John Bonham is twenty one ladies and gentlemen. Every year, he's tenty one. Far out. But, it's a special song today because it's, we're gonna dedicate it to Bonzo, who is in fact, who is in fact twenty five years old today, and this is it. Thank you. Well, considering it's the gentleman's birthday, I think it's only fair that we should let him bang his balls out, right? Our precussionist, John Bonham. Moby Dick. Moby Dick. How bout that? John Bonham,John Bonham,John Bonham,John Bonham,John Bonham,John Bonham,John Bonham. Happy Birthday to you. happy birthday dear bonzo, happy birthday to you. Far out." May 31, 1973 - Inglewood, CA
"È ah, buon compleanno bonzo, laggiù. Metti i riflettori laggiù Bonzo. Oggi John Bonham ha venti donne e signori. Ogni anno, è Tenty One. Lontano. Ma è una canzone speciale oggi perché lo è, noi" lo dedicherò a Bonzo, che in realtà ha che ha effettivamente venticinque anni oggi, e questo è tutto. Grazie. Beh, considerando che è il compleanno del gentiluomo, penso che sia giusto che dovremmo lasciargli sbattere il suo palle fuori, vero? Il nostro precussionista, John Bonham. Moby Dick. Moby Dick. Che ne va? John Bonham, John Bonham, John Bonham, John Bonham, John Bonham, John Bonham, John Bonham. Buon compleanno a te. Buon compleanno caro compleanno Bonzo, buon compleanno a te. lontano. " 31 maggio 1973 - Inglewood, CA
Robert Plant's Plantations: Happy Birthday Bonzo!
Appunti
Rapporto di notizie: LED ZEPPELIN STRAPPA LOS ANGELES
Non ha ricevuto molta attenzione, perché il gruppo ha pagato tutto, ma i Led Zeppelin erano in una forma rara e distruttiva quando sono stati qui di recente per alcuni concerti.
Le cose sono iniziate male quando il chitarrista solista Jimmy Page si è slogato un dito quando ha barcollato contro una recinzione all'aeroporto di San Diego. Questo a quanto pare ha gettato i ragazzi in un grande funk.
Non molto tempo dopo che il gruppo si è sistemato in una suite al nono piano del Continental Hyatt House, un tavolo è uscito dalla loro finestra. La spiegazione per il tavolo mal-LED era che i ragazzi erano irritati per il fatto che gli fosse stato detto di non lanciare bicchieri di liquore in una Lincoln decappottabile aperta parcheggiata sulla strada sottostante.
Poi è andato a teatro per partecipare a una festa per Jo Jo Gunne. Lì i membri del gruppo sono stati accusati di aver distrutto i bagni e di aver deturpato i dipinti nell'atrio.
Tornati in albergo andarono a stendere una torta di quattro piedi intorno alla piscina. Era il 25esimo compleanno del batterista degli Zeppelin John Bonham. Quando George Harrison e la moglie Patti sono passati per festeggiare. Bonham li gettò entrambi, completamente vestiti, nella piscina. (Newswire, giugno 1973)
Led Zeppelin - Los Angeles 1973 (Rare Film Series)
Rare 8mm film clips of Led Zeppelin performing at The Forum in Los Angeles Forum on June 3, 1973
AUDIO FROM THE BOOTLEG:
Led Zeppelin
Bonzo's Birthday Party
The Forum, Inglewood,CA
May 31, 1973
SB and AUD audio.
Complete show.
Edited by Multicam Projects - 2013
LED ZEPPELIN - Heartbreaker (LA Forum 31 may 1973)
The english hard rock band Led Zeppelin live at The Forum, Inglewood, Los Angeles, USA. 31/05/1973
Tracklist:
1. Celebration Day
2. Black Dog
3. Over The Hills And Far Away
4. Misty Mountain Hop
5. Since I've Been Loving You
6. No Quarter
7. The Song Remains The Same
8. The Rain Song
9. Dazed And Confused
LED ZEPPELIN "Happy Birthday Dear Bonzo (LA Forum 31 may 1973)
audio from the bootleg: Led Zeppelin - Bonzo's Birthday Party - The Forum, Inglewood,CA - May 31, 1973



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31 maggio 1973. Forum di Los Angeles, Los Angeles, CA. U.S.A. In effetti, la seconda casa degli Zeppelin e dove hanno eseguito alcuni dei loro migliori concerti. Questo è lassù con il migliore se non proprio il classico per sempre che alcuni di loro erano. Ci sono tre diverse fonti di pubblico, una selezione di mix di fonti di pubblico utilizzando due o più fonti più una soundboard disponibile su Cd. Per me, le migliori e più complete sono il compleanno di Bonzo (Graf Zeppelin) 3 Cd e il compleanno di Bonzo Festa (Santuario) 3 Cd. Entrambi sono il pubblico mixa ed entrambi includono il bis "Communication Breakdown". Buono anche il compleanno di Bonzo (Neverland) 5 Cd che ha un pubblico di 3 Cd basato principalmente sulla fonte 3 e sulla soundboard di 2 Cd ben circolata. La festa di compleanno di Bonzo (Tarantura) 3 Cd è una vecchia uscita basata sulla fonte uno e manca il bis, ma deve avere una menzione qui per la sua brillante copertina (probabilmente la migliore cover di sempre). Se vuoi solo la soundboard, a parte l'uscita che non c'è, Watchtower e Empress Valley sono abbastanza decenti. Empress Valley ha rilasciato alcuni pacchetti sontuosi lungo la strada, ma i loro cofanetti di questo show sono inferiori a quelli citati sopra, fino al loro splicing e all'uso di diversi spettacoli per colmare i vuoti (pratica comune con EV purtroppo). Sono anche costosi. Festa continua in memoria di Bonzo!
no a stendere una torta di quattro piedi intorno alla piscina. Era il 25esimo compleanno del batterista degli Zeppelin John Bonham. Quando George Harrison e la moglie Patti sono passati per festeggiare. Bonham li gettò entrambi, completamente vestiti, nella piscina. (Newswire, giugno 1973)
Led Zeppelin - Los Angeles 1973 (Rare Film Series)


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Non ci sono addii per noi..nemmeno mancanze..perchè ovunque andiamo non lasciamo mai la mano di chi ci ha accompagnato nel cammino di una vita..Buon compleanno Mito💞🌹
John Henry Bonham, conosciuto anche come “Bonzo” nasceva a Redditch, in Inghilterra, il 31 maggio 1948 da Joan e Jack Bonham.
Nella storia della batteria, in particolare della batteria rock, c’è un prima e un dopo John Bonham. Artista eccezionale, talento puro, è stato uno dei segreti dell’incredibile successo dei Led Zeppelin, grazie al suo drumming che univa la tecnica di artisti del calibro di Buddy Rich e l’istrionismo di altri maestri come Ginger Baker.
John Henry Bonham nacque a Redditch, in Inghilterra, il 31 maggio 1948 sotto il segno dei Gemelli. Artista con le percussioni nelle vene, già a 5 anni desiderava ardentemente una batteria, e iniziò a suonare su un drum kit fatto con le lattine di caffè, imitando i suoi idoli, tra cui il grande Buddy Rich.
Ricevette a 10 anni il suo primo rullante, mentre a 15 ottenne la prima batteria completa. Negli anni della scuola mise su un gruppetto con alcuni amici, ma terminati gli studi decise di andare a lavorare con suo padre come apprendista falegname.
Non abbandonò mai del tutto la musica, dedicandosi nel tempo libero alla propria carriera artistica con gruppi locali. Attorno alla metà degli anni Sessanta entrò nei Crawling King, band che aveva alla voce un certo Robert Plant. I due divennero amici e, dopo lo scioglimento del gruppo, ripartirono con i Band of Joy.
Dalle ceneri di questa nuova formazione, nacquero i Led Zeppelin con alla chitarra l’ex Yardbirds Jimmy Page e al basso John Paul Jones. Nel 1968 la band debuttò col primo omonimo album, gettando le basi per quello che sarà l’hard rock e dando il via a una carriera leggendaria.
Personaggio fuori dalle righe, John per via della carriera con gli Zeppelin fu costretto a vivere per lungo tempo lontano dalla famiglia, e questo gli creò non pochi disagi, essendo una persona semplice, un ragazzo di campagna inglese molto legato agli affetti e meno portato per le folle oceaniche.
La sua strumentazione per i concerti è piuttosto innovativa, inserisce infatti, oltre al set tradizionale, percussioni come congas, campanacci, timbales, timpani sinfonici e un enorme gong, che talvolta usa incendiare alla fine dei concerti.
la sua morte Il 25 settembre 1980
Fu una tragedia immane, e subito la band, su invito specialmente di Jimmy Page, decise che la loro storia sarebbe finita lì. Il 4 dicembre 1980 gli Zeppelin annunciarono lo scioglimento alla stampa.
– John è stato inserito al primo posto nella lista dei migliori batteristi di sempre di Rolling Stone ma anche di tante altre riviste.
– Talento vero, Bonzo non prese mai lezioni di batteria, ma si limitò a chiedere consigli ad alcuni colleghi più esperti.
Bonham lascia un’eredità immensa alle generazioni di batteristi successivi, che non hanno mai fatto mai mistero di essere stati fortemente influenzati dal suo stile.
Moltissimi batteristi nel corso degli anni hanno cercato di riprodurre il suono di Bonham, ma la sua unicità come musicista lo rende difficilmente “replicabile”.
Bonzo ha dimostrato non solo di essere un grande musicista, ma di aver anche curato in maniera dettagliata la sonorità dello strumento.

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https://suonarelabatteria.it/il-suono-di-batteria-di-john-bonham-ab0fb37e5690

Il Suono di Batteria di John Bonham

Tutto Sul Suono e l'Accordatura della Batteria di John Bonham dei Led Zeppelin


https://suonarelabatteria.it/il-suono-di-batteria-di-john...

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Ascolta la batteria isolata di John Bonham in "Good Times Bad Times"

https://faroutmagazine.co.uk/john-bonham-isolated-drums-on-good-times-bad-times/


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https://www.blogger.com/blog/post/edit/768228516587029319/4658037168976336356


 



Dal momento in cui i Led Zeppelin sono esplosi nella Londra degli anni '60 armati di mentalità e determinazione per rivoluzionare l'industria musicale, la band ha spinto incessantemente a creare musica che non era mai stata ascoltata prima.
Composti dal cantante Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page, dal bassista/tastierista John Paul Jones e dal martellante e intransigente batterista John Bonham, i Led Zeppelin avevano una furia per il loro sound che non era mai stata ascoltata prima.
Spesso citati da molti come uno dei primi pionieri dell'hard rock, costruendo le basi per quello che sarebbe diventato l'heavy metal, i Led Zep hanno spinto i confini molto rigidi della musica rock in ogni direzione possibile. Mentre le idee della band parlano da sole, sarebbe negligente ignorare il fatto che tutti e quattro i membri erano esperti virtuosi nei loro campi rispettati, maestri del mestiere che, una volta combinati, hanno creato una forza senza eguali.
Ora famosi per brani iconici come "When the Levee Breaks", "Immigrant Song", "Whole Lotta Love", "Kashmir" e innumerevoli altri, i Led Zep hanno continuato a consolidare la loro reputazione come uno dei più tecnici e fluidi abiti di tutti i tempi. Mentre i loro album sono diventati alcuni dei più venduti della storia, rimangono alcune pepite nascoste nella loro vasta discografia con cui anche i membri sperimentali e di grande esperienza hanno lottato.
Per approfondire i dettagli, i membri della band hanno spesso parlato dei loro problemi con il numero relativamente oscuro "Four Sticks". Alla fine, apparendo nel quarto album senza titolo della band, "Four Sticks" ha rovinato numerose sessioni di registrazione durante la sua creazione. Con la sua insolita indicazione del tempo, la traccia richiedeva al batterista Bonham di suonare con due set di due bacchette - quattro in totale come suggerisce il nome - che si è rivelato un incubo per il tempismo.
Avendo in particolare eseguito la canzone dal vivo solo una volta nella loro storia, la band ha notoriamente evitato "Four Sticks" a tutti i costi. John Paul Jones, che ha suonato un sintetizzatore VCS3 nella canzone, una volta ha spiegato le loro difficoltà: “Ci sono voluti anni per ottenere 'Four Sticks'. Mi sembrava di essere l'unico che poteva davvero contare le cose. Page suonava qualcosa e [John] diceva: 'È fantastico. Dov'è il primo battito? Lo sai, ma devi dircelo...' In realtà non riusciva a contare cosa stava suonando. Sarebbe un'ottima frase, ma non potresti metterla in relazione con un conteggio. Se pensi che 'uno' sia nel posto sbagliato, sei completamente fregato”.
Per aggiungere un po' più di contesto alla sua creazione, l'ingegnere Andy Johns, che ha messo un compressore sulla batteria durante il processo di registrazione, ha riassunto sinteticamente "Four Sticks" quando ha detto: "È stato un bastardo mixare".
Puoi ascoltare l'unica registrazione conosciuta dei Led Zeppelin che suona "Four Sticks" dal vivo, di seguito.
Led Zeppelin Copenhagen 1971 Four Sticks Live
Led Zeppelin - Four Sticks - 5-3-1971 This is one of the only live preformances of "Four Sticks" live,
Setlist Disc 1
1. Immigrant Song
2. Heartbreaker
3. Since I've Been Loving You
4. Dazed & Confused
5. Black Dog
6. Stairway To Heaven
7. Going To California
8. That's The Way
9. What Is And What Should Never Be
Disc 2
1. Four Sticks
2. Gallows Pole
3. Whole Lotta Love
4. Communication Breakdown
5. Misty Mountain Hop
6. Rock And Roll
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Led Zeppelin LIVE In Copenhagen, Denmark 5/3/1971
Led Zeppelin
Monday, May 3, 1971
K.B. Hallen, Copenhagen, Denmark
Immigrant Song
Heartbreaker
Since I’ve Been Loving You
Dazed and Confused
(Out on the Tiles) Black Dog
Stairway to Heaven
Going to California
That’s the Way
What Is and What Should Never Be
Four Sticks
Gallows Pole
Whole Lotta Love (Medley)
Communication Breakdown
Misty Mountain Hop
Rock and Roll


in omaggio al nostro Bonzo...
un brano difficile come disse Jonesy, solo una volta live perchè quelle "quattro bacchette" uscivano solo
una volta..sul palcoscenico
non ripetevano..
il bis era incorporato nella sua maestria..Grazie
Bonzo...onore a te..😘💞
..e così Domenica non è la conclusione di una settimana
è sempre l'inizio di ogni 4 tempi..

in omaggio al nostro Bonzo...
un brano difficile come disse Jonesy, solo una volta live perchè quelle "quattro bacchette" uscivano solo
una volta..sul palcoscenico
non ripetevano..
il bis era incorporato nella sua maestria..Grazie
Bonzo...onore a te..😘💞
..e così Domenica non è la conclusione di una settimana
è sempre l'inizio di ogni 4 tempi..
in omaggio al nostro Bonzo...
un brano difficile come disse Jonesy, solo una volta live perchè quelle "quattro bacchette" uscivano solo
una volta..sul palcoscenico
non ripetevano..
il bis era incorporato nella sua maestria..Grazie
Bonzo...onore a te..😘💞
..e così Domenica non è la conclusione di una settimana
è sempre l'inizio di ogni 4 tempi..
buongiorno Family
"Four Sticks" dal vivo, .
""" 𝗝𝗼𝗵𝗻 𝗕𝗼𝗻𝗵𝗮𝗺 𝗲𝗿𝗮 𝗲 𝗿𝗶𝗺𝗮𝗻𝗲 𝘂𝗻 𝗮𝘂𝘁𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗮 𝗰𝘂𝗶 𝘁𝗿𝗮𝗿𝗿𝗲 𝗶𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼𝗿𝗮𝗻𝗲𝗼 𝗲 𝗵𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝗟𝗲𝗱 𝗭𝗲𝗽𝗽𝗲𝗹𝗶𝗻 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗿𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗽𝗼𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲: “𝗡𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼“."""
Bonham ha dovuto fermarsi dopo 2 riprese a causa del dolore
L'approccio "live" dei Led Zeppelin in studio ha portato ad alcune magnifiche registrazioni nel corso degli anni. “In My Time of Dying”, registrato in uno o due take (cioè prima delle sovraincisioni di chitarra di Page), offre un brillante esempio del funzionamento della tecnica.
Ma nel caso di "Four Sticks" si trattava della natura estenuante di Bonham che giocava con due bastoncini in ciascuna mano. "Sono state due riprese", ha detto Page della registrazione (tramite All the Songs ). "Questo perché era fisicamente impossibile per lui farne un altro".
Due riprese si sono rivelate tutto ciò di cui Zep aveva bisogno. Usando la magistrale base musicale, Page ha guidato il suo esercito di chitarre in battaglia su "Four Sticks". Come forse il brano meno celebrato dei Led Zeppelin IV , la canzone ricorda quanto in alto lo Zep sia salito in alto nel suo capolavoro del 1971.
John Bonham aveva uno stile ed un approccio innovativo alla batteria pressoché unico. Essendo cresciuto strumentalmente come autodidatta, la sua tecnica musicale era incisiva ed assolutamente personale, aderendo perfettamente a quella che era la sua inclinazione temperamentale selvaggia ma determinata. Nonostante ciò, studiò a fondo l’ambito teorico dello strumento trasformando come mai nessuno prima di lui, il batterista ad un potenziale elemento solista di spicco del gruppo e non solamente ad un ruolo di accompagnatore ritmico. I suoi grooves avveniristici sono ispirazione per migliaia di musicisti fino ai giorni d’oggi.
L’importanza di John Bonham per i Led Zeppelin e per il genere
All’inizio della carriera Bonham era solito persino rompere le pelli della batteria per ottenere uno specifico suono. Quando capì che foderando l’interno dei suoi tamburi riusciva ad ottenere maggiore risonanza avvenne una svolta decisiva per il suo stile e per il genere. Infine arrivò a trovare un ‘sua’ accordatura delle pelli ed una pendenza nel colpirle talmente accurata da far sembrare un suono di ordinaria intensità, un colpo dalla potenza “monumentale”, come amava definire lui stesso il suo suono. Bonham aveva la capacità di oscillare da un sound potente ed aggressivo come in Dazed and Confused, Rock and Roll, Immigrant Song, Black Dog; ad un tocco melodico e raffinato come in Since I’ve Been Loving You.
Il groove di Fool In The Rain è oggetto di studio dai musicisti che sono venuti dopo di lui per l’espressione sonora che lo contraddistingue. E il leggendario assolo di batteria di Moby Dick è ormai diventato una sezione strumentale culto dei Led Zeppelin, intoccabile dalla scaletta ed atteso dai fans come una sorta di rito liturgico per la teatralità, l’armonia e la timbrica difficili da riscontrare in altri artisti della batteria. La creatività e la furia durante le improvvisazioni che hanno portato John a suonare anche con le mani quando perdeva le bacchette hanno stravolto il modo di concepire l’uso dello strumento; creando uno stile più fisico nel percuotere e incentrando sul timbro del colpo e del sound nell’insieme più che sulla stretta tecnica di base, il fulcro della cifra artistica.
Ciò ha reso John Bonham un autentico modello da cui trarre ispirazione per quasi ogni musicista contemporaneo
Led Zeppelin Copenhagen 1971 Four Sticks Live
Dal momento in cui i Led Zeppelin sono esplosi nella Londra degli anni '60 armati di mentalità e determinazione per rivoluzionare l'industria musicale, la band ha spinto incessantemente a creare musica che non era mai stata ascoltata prima.
Composti dal cantante Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page, dal bassista/tastierista John Paul Jones e dal martellante e intransigente batterista John Bonham, i Led Zeppelin avevano una furia per il loro sound che non era mai stata ascoltata prima.
Spesso citati da molti come uno dei primi pionieri dell'hard rock, costruendo le basi per quello che sarebbe diventato l'heavy metal, i Led Zep hanno spinto i confini molto rigidi della musica rock in ogni direzione possibile. Mentre le idee della band parlano da sole, sarebbe negligente ignorare il fatto che tutti e quattro i membri erano esperti virtuosi nei loro campi rispettati, maestri del mestiere che, una volta combinati, hanno creato una forza senza eguali.
Ora famosi per brani iconici come "When the Levee Breaks", "Immigrant Song", "Whole Lotta Love", "Kashmir" e innumerevoli altri, i Led Zep hanno continuato a consolidare la loro reputazione come uno dei più tecnici e fluidi abiti di tutti i tempi. Mentre i loro album sono diventati alcuni dei più venduti della storia, rimangono alcune pepite nascoste nella loro vasta discografia con cui anche i membri sperimentali e di grande esperienza hanno lottato.
Per approfondire i dettagli, i membri della band hanno spesso parlato dei loro problemi con il numero relativamente oscuro "Four Sticks". Alla fine, apparendo nel quarto album senza titolo della band, "Four Sticks" ha rovinato numerose sessioni di registrazione durante la sua creazione. Con la sua insolita indicazione del tempo, la traccia richiedeva al batterista Bonham di suonare con due set di due bacchette - quattro in totale come suggerisce il nome - che si è rivelato un incubo per il tempismo.
Avendo in particolare eseguito la canzone dal vivo solo una volta nella loro storia, la band ha notoriamente evitato "Four Sticks" a tutti i costi. John Paul Jones, che ha suonato un sintetizzatore VCS3 nella canzone, una volta ha spiegato le loro difficoltà: “Ci sono voluti anni per ottenere 'Four Sticks'. Mi sembrava di essere l'unico che poteva davvero contare le cose. Page suonava qualcosa e [John] diceva: 'È fantastico. Dov'è il primo battito? Lo sai, ma devi dircelo...' In realtà non riusciva a contare cosa stava suonando. Sarebbe un'ottima frase, ma non potresti metterla in relazione con un conteggio. Se pensi che 'uno' sia nel posto sbagliato, sei completamente fregato”.
Per aggiungere un po' più di contesto alla sua creazione, l'ingegnere Andy Johns, che ha messo un compressore sulla batteria durante il processo di registrazione, ha riassunto sinteticamente "Four Sticks" quando ha detto: "È stato un bastardo mixare".
Puoi ascoltare l'unica registrazione conosciuta dei Led Zeppelin che suona "Four Sticks" dal vivo, di seguito.
Led Zeppelin Copenhagen 1971 Four Sticks Live
Led Zeppelin - Four Sticks - 5-3-1971 This is one of the only live preformances of "Four Sticks" live,
Setlist Disc 1
1. Immigrant Song
2. Heartbreaker
3. Since I've Been Loving You
4. Dazed & Confused
5. Black Dog
6. Stairway To Heaven
7. Going To California
8. That's The Way
9. What Is And What Should Never Be
Disc 2
1. Four Sticks
2. Gallows Pole
3. Whole Lotta Love
4. Communication Breakdown
5. Misty Mountain Hop
6. Rock And Roll
---------------------------
Led Zeppelin LIVE In Copenhagen, Denmark 5/3/1971
Led Zeppelin
Monday, May 3, 1971
K.B. Hallen, Copenhagen, Denmark
Immigrant Song
Heartbreaker
Since I’ve Been Loving You
Dazed and Confused
(Out on the Tiles) Black Dog
Stairway to Heaven
Going to California
That’s the Way
What Is and What Should Never Be
Four Sticks
Gallows Pole
Whole Lotta Love (Medley)
Communication Breakdown
Misty Mountain Hop
Rock and Roll

------------------------------




""" 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐁𝐨𝐧𝐡𝐚𝐦 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐞 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐞 𝐡𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐋𝐞𝐝 𝐙𝐞𝐩𝐩𝐞𝐥𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞: “𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚𝐦𝐨“."""
" "John Bonham was and remains an authentic model from which to draw inspiration for almost every contemporary musician and he made Led Zeppelin at the time of his death the choice to stop, because simply:" We can no longer be as we were “." ""
John Bonham degli Zeppelin è considerato un vero pioniere tra i batteristi rock
Avvia un dibattito sui "Migliori batteristi rock di sempre" e avrai conversazioni su alcune delle più grandi personalità della musica. Questo perché non puoi affrontare l'argomento senza menzionare Keith Moon (1946-1978) degli Who e John Bonham (1948-80) dei Led Zeppelin .
Ai loro tempi, "Bonzo" e "Moon the Loon" illuminavano le arene con i loro tamburi e poi chiudevano la notte terrorizzando gli occupanti degli hotel in cui alloggiavano. E poi avrebbero fatto lo stesso la notte successiva (e innumerevoli altre volte in quel tour).
Ma il lavoro che hanno lasciato sui dischi degli Who e degli Zeppelin garantisce loro un posto sul Monte Rushmore dei batteristi. E mentre scolpisci quella montagna avrai bisogno di uno schizzo di Ginger Baker (1939-2019), il focoso batterista dei Cream e di varie band che ha guidato sotto il suo stesso nome.
Per un batterista come Bonham, che raggiunse la maggiore età all'inizio degli anni '60, Baker era quello da tenere d'occhio (e da cui imparare). "Penso che nessuno possa mai mettere giù Ginger Baker", ha detto Bonham in un'intervista pubblicata sui Led Zeppelin in Their Own Words . Ha davvero ammirato il modo in cui Baker ha avuto un ruolo da protagonista in gruppi rock.
Per Bonzo,Baker è stato il primo batterista rock a interpretare un ruolo da protagonista
Quando pensi ai batteristi che hanno elevato lo status del kit e sono diventati delle star nelle band (e persino nei bandleader), Gene Krupa è spesso la scelta di consenso. Lo spettacolo di Krupa e la mentalità da protagonista hanno ispirato generazioni di batteristi (incluso Moon).
Ma in termini di batteristi rock Bonham pensava che Baker fosse l'equivalente. "La gente non aveva prestato molta attenzione alla batteria prima dei Krupa", ha detto Bonham in In Their Own Words . "E Ginger Baker era responsabile della stessa cosa nel rock." Per Bonham, si trattava dell'approccio generale di Baker.
[Baker] è stato il primo a uscire allo scoperto con questo 'nuovo' atteggiamento: che un batterista potesse essere un musicista in avanti in una rock band, e non qualcosa che era bloccato in background e dimenticato", ha detto Bonham. E ha ammirato il modo in cui Baker ha mostrato le sue influenze uniche.
"Penso che Baker fosse davvero più interessato al jazz che al rock", ha detto Bonham. “Suona con un'influenza jazz. Fa sempre le cose in 5/4 e 3/4. […] La cosa di Ginger come batterista è che è sempre stato se stesso".
Sebbene Baker avesse suonato in band prima dei Cream, la sua corsa con Eric Clapton e Jack Bruce nel loro power trio dal 1966 al 1968 lo ha reso famoso in tutto il mondo. E brani come "Toad", che comprendeva un lungo assolo di batteria, eliminarono ogni dubbio sulla posizione di Baker nella band. (Bonham ha fatto una dichiarazione simile con "Moby Dick" sui Led Zeppelin II .)
Dopo i Cream, Baker ha suonato con i Blind Faith (un'altra band con Clapton) e poi ha formato i Ginger Baker's Air Force. Negli anni '70 ha aperto uno studio di registrazione in Nigeria e ha collaborato con il pioniere dell'afrobeat Fela Kuti. Chiaramente, a Baker non piaceva stare fermo a lungo.
Ma tra tutte quelle collaborazioni Bonham preferiva i suoi primi lavori. "Ho pensato che fosse fantastico con la Graham Bond Organization [1963-66]", ha detto Bonham. "È un peccato che il pubblico americano non abbia visto quella band perché era davvero un gruppo fantastico: Ginger Baker, Jack Bruce e Graham Bond".
John Bonham of Zeppelin is considered a true pioneer among rock drummers
Start a debate on "Best Rock Drummers Ever" and you will have conversations about some of the greatest personalities in music. This is because you can't tackle the subject without mentioning Keith Moon (1946-1978) of the Who and John Bonham (1948-80) of Led Zeppelin.
In their day, "Bonzo" and "Moon the Loon" lit arenas with their drums and then closed the night terrorizing the occupants of the hotels they were staying in. And then they would do the same the next night (and countless other times on that tour).
But the work they left behind on the Who and Zeppelin records guarantees them a place on Mount Rushmore for drummers. And as you sculpt that mountain you'll need a sketch of Ginger Baker (1939-2019), the fiery drummer of Cream and various bands who led under his own name.
For a drummer like Bonham, who came of age in the early 1960s, Baker was the one to watch (and learn from). "I think no one can ever put Ginger Baker down," Bonham said in an interview published on Led Zeppelin in Their Own Words. He really admired the way Baker had a starring role in rock bands.
For Bonzo, Baker was the first rock drummer to play a starring role
When you think of drummers who elevated kit status and became stars in bands (and even bandleaders), Gene Krupa is often the consensus choice. Krupa's show and lead mentality have inspired generations of drummers (including Moon).
But in terms of rock drummers Bonham thought Baker was the equivalent. "People hadn't paid much attention to drums before Krupa," Bonham said in In Their Own Words. "And Ginger Baker was responsible for the same thing in rock." For Bonham, it was Baker's general approach.
[Baker] was the first to come out with this 'new' attitude: that a drummer could be a forward musician in a rock band, and not something that was stuck in the background and forgotten, "Bonham said. admired the way Baker displayed his unique influences.
"I think Baker was really more interested in jazz than rock," Bonham said. “He plays with a jazz influence. He always does things in 5/4 and 3/4. […] The thing about Ginger as a drummer is that he's always been himself. "
Although Baker had played in bands before Cream, his run with Eric Clapton and Jack Bruce in their power trio from 1966 to 1968 made him famous around the world. And songs like "Toad", which included a long drum solo, eliminated any doubts about Baker's position in the band. (Bonham made a similar statement with "Moby Dick" on Led Zeppelin II.)
After Cream, Baker played with Blind Faith (another band with Clapton) and then formed Ginger Baker's Air Force. In the 1970s he opened a recording studio in Nigeria and collaborated with Afrobeat pioneer Fela Kuti. Clearly, Baker didn't like sitting still for long.
But of all those collaborations Bonham preferred his early works. "I thought he was great with the Graham Bond Organization [1963-66]," Bonham said. "It's a shame that the American public didn't see that band because it was such a fantastic group: Ginger Baker, Jack Bruce and Graham Bond."





""" 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐁𝐨𝐧𝐡𝐚𝐦 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐞 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐞 𝐡𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐋𝐞𝐝 𝐙𝐞𝐩𝐩𝐞𝐥𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞: “𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚𝐦𝐨“."""
John Bonham ha suonato con 2 bacchette per mano in "Four Sticks"
Ripensando ai suoi giorni con Bonham, il genio dello Zep Jimmy Page ha ricordato come la band avesse bisogno di adattarsi al suo sound. "Oltre ad essere uno dei migliori batteristi che abbia mai sentito, John Bonham era anche il più rumoroso", ha detto Page (tramite Whole Lotta Led ). "È stato lui il motivo per cui abbiamo iniziato ad acquistare amplificatori più grandi."
L'abilità fisica di Bonham si estendeva oltre la parte superiore del corpo. Il pubblico ha sentito la potenza del piede di Bonham nel suo lavoro con la batteria in " Good Times Bad Times " nella dichiarazione di apertura di Zep del 1969. Continua a sorprendere le persone che abbia suonato quella parte usando una grancassa.
In Led Zeppelin IV (1971), Bonham ha mostrato un altro aspetto della sua superiorità fisica alla batteria. Durante la registrazione di "Four Sticks", ha suonato con due bacchette in ciascuna mano. Secondo Page, è stata un'esperienza straziante.
John Bonham ha suonato con 2 bacchette per mano in "Four Sticks"
Bonham ha inventato alcuni ritmi complicati per le canzoni dei Led Zeppelin nel corso degli anni. ("The Crunge" e "Fool in the Rain" sono due esempi.) E dopo che la band ha lottato per ottenere una base soddisfacente per "Four Sticks", Bonham ha trovato una soluzione: ha suonato con due bastoncini in ogni mano.
Per i fan di Zep che si chiedono perché una canzone con testi come "Sai che devo scappare da te, piccola" avesse il titolo "Four Sticks", questa è la risposta. Ma per un batterista è stata un'esperienza dolorosa, anche per uno come Bonham. Page ha ricordato il giorno in cui Bonham è arrivato alla soluzione.
"L'abbiamo provato un paio di volte e non si è staccato fino al giorno in cui Bonzo ha bevuto una birra Double Diamond, ha preso due set di bastoncini e l'ha provata", ha detto Page in un'intervista citata in Led Zeppelin: All The Songs . "Era magico."
Con "magia", Page si riferiva alla performance di Bonham, che lui ei suoi ingegneri registrarono quel giorno. Ma hanno dovuto sfruttare al meglio le riprese limitate. Il batterista è riuscito a fare solo due tentativi prima di doversi fermare con "Four Sticks".
Bonham ha dovuto fermarsi dopo 2 riprese a causa del dolore
L'approccio "live" dei Led Zeppelin in studio ha portato ad alcune magnifiche registrazioni nel corso degli anni. “In My Time of Dying”, registrato in uno o due take (cioè prima delle sovraincisioni di chitarra di Page), offre un brillante esempio del funzionamento della tecnica.
Ma nel caso di "Four Sticks" si trattava della natura estenuante di Bonham che giocava con due bastoncini in ciascuna mano. "Sono state due riprese", ha detto Page della registrazione (tramite All the Songs ). "Questo perché era fisicamente impossibile per lui farne un altro".
Due riprese si sono rivelate tutto ciò di cui Zep aveva bisogno. Usando la magistrale base musicale, Page ha guidato il suo esercito di chitarre in battaglia su "Four Sticks". Come forse il brano meno celebrato dei Led Zeppelin IV , la canzone ricorda quanto in alto lo Zep sia salito in alto nel suo capolavoro del 1971.
John Bonham aveva uno stile ed un approccio innovativo alla batteria pressoché unico. Essendo cresciuto strumentalmente come autodidatta, la sua tecnica musicale era incisiva ed assolutamente personale, aderendo perfettamente a quella che era la sua inclinazione temperamentale selvaggia ma determinata. Nonostante ciò, studiò a fondo l’ambito teorico dello strumento trasformando come mai nessuno prima di lui, il batterista ad un potenziale elemento solista di spicco del gruppo e non solamente ad un ruolo di accompagnatore ritmico. I suoi grooves avveniristici sono ispirazione per migliaia di musicisti fino ai giorni d’oggi.
L’importanza di John Bonham per i Led Zeppelin e per il genere
All’inizio della carriera Bonham era solito persino rompere le pelli della batteria per ottenere uno specifico suono. Quando capì che foderando l’interno dei suoi tamburi riusciva ad ottenere maggiore risonanza avvenne una svolta decisiva per il suo stile e per il genere. Infine arrivò a trovare un ‘sua’ accordatura delle pelli ed una pendenza nel colpirle talmente accurata da far sembrare un suono di ordinaria intensità, un colpo dalla potenza “monumentale”, come amava definire lui stesso il suo suono. Bonham aveva la capacità di oscillare da un sound potente ed aggressivo come in Dazed and Confused, Rock and Roll, Immigrant Song, Black Dog; ad un tocco melodico e raffinato come in Since I’ve Been Loving You.
Il groove di Fool In The Rain è oggetto di studio dai musicisti che sono venuti dopo di lui per l’espressione sonora che lo contraddistingue. E il leggendario assolo di batteria di Moby Dick è ormai diventato una sezione strumentale culto dei Led Zeppelin, intoccabile dalla scaletta ed atteso dai fans come una sorta di rito liturgico per la teatralità, l’armonia e la timbrica difficili da riscontrare in altri artisti della batteria. La creatività e la furia durante le improvvisazioni che hanno portato John a suonare anche con le mani quando perdeva le bacchette hanno stravolto il modo di concepire l’uso dello strumento; creando uno stile più fisico nel percuotere e incentrando sul timbro del colpo e del sound nell’insieme più che sulla stretta tecnica di base, il fulcro della cifra artistica.
Ciò ha reso John Bonham un autentico modello da cui trarre ispirazione per quasi ogni musicista contemporaneo e ha fatto si che i Led Zeppelin presero all’epoca della sua morte la scelta di smettere, perché semplicemente: “Non possiamo più essere come eravamo“.
...un link dove la lettura è interessantissima..
https://dontforgetthesongs365.wordpress.com/2013/12/02/john-bonham-and-the-legend-of-led-zeppelins-four-sticks/?fbclid=IwAR3pM_1tvocxshM2Y61d7R4WrQhIpfjXjaHTlJ0who3AShrNEh-phUKyv2I

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""" 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐁𝐨𝐧𝐡𝐚𝐦 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐞 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐞 𝐡𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐋𝐞𝐝 𝐙𝐞𝐩𝐩𝐞𝐥𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞: “𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚𝐦𝐨“."""
" "John Bonham was and remains an authentic model from which to draw inspiration for almost every contemporary musician and he made Led Zeppelin at the time of his death the choice to stop, because simply:" We can no longer be as we were “." ""
John Bonham degli Zeppelin è considerato un vero pioniere tra i batteristi rock
Avvia un dibattito sui "Migliori batteristi rock di sempre" e avrai conversazioni su alcune delle più grandi personalità della musica. Questo perché non puoi affrontare l'argomento senza menzionare Keith Moon (1946-1978) degli Who e John Bonham (1948-80) dei Led Zeppelin .
Ai loro tempi, "Bonzo" e "Moon the Loon" illuminavano le arene con i loro tamburi e poi chiudevano la notte terrorizzando gli occupanti degli hotel in cui alloggiavano. E poi avrebbero fatto lo stesso la notte successiva (e innumerevoli altre volte in quel tour).
Ma il lavoro che hanno lasciato sui dischi degli Who e degli Zeppelin garantisce loro un posto sul Monte Rushmore dei batteristi. E mentre scolpisci quella montagna avrai bisogno di uno schizzo di Ginger Baker (1939-2019), il focoso batterista dei Cream e di varie band che ha guidato sotto il suo stesso nome.
Per un batterista come Bonham, che raggiunse la maggiore età all'inizio degli anni '60, Baker era quello da tenere d'occhio (e da cui imparare). "Penso che nessuno possa mai mettere giù Ginger Baker", ha detto Bonham in un'intervista pubblicata sui Led Zeppelin in Their Own Words . Ha davvero ammirato il modo in cui Baker ha avuto un ruolo da protagonista in gruppi rock.
Per Bonzo,Baker è stato il primo batterista rock a interpretare un ruolo da protagonista
Quando pensi ai batteristi che hanno elevato lo status del kit e sono diventati delle star nelle band (e persino nei bandleader), Gene Krupa è spesso la scelta di consenso. Lo spettacolo di Krupa e la mentalità da protagonista hanno ispirato generazioni di batteristi (incluso Moon).
Ma in termini di batteristi rock Bonham pensava che Baker fosse l'equivalente. "La gente non aveva prestato molta attenzione alla batteria prima dei Krupa", ha detto Bonham in In Their Own Words . "E Ginger Baker era responsabile della stessa cosa nel rock." Per Bonham, si trattava dell'approccio generale di Baker.
[Baker] è stato il primo a uscire allo scoperto con questo 'nuovo' atteggiamento: che un batterista potesse essere un musicista in avanti in una rock band, e non qualcosa che era bloccato in background e dimenticato", ha detto Bonham. E ha ammirato il modo in cui Baker ha mostrato le sue influenze uniche.
"Penso che Baker fosse davvero più interessato al jazz che al rock", ha detto Bonham. “Suona con un'influenza jazz. Fa sempre le cose in 5/4 e 3/4. […] La cosa di Ginger come batterista è che è sempre stato se stesso".
Sebbene Baker avesse suonato in band prima dei Cream, la sua corsa con Eric Clapton e Jack Bruce nel loro power trio dal 1966 al 1968 lo ha reso famoso in tutto il mondo. E brani come "Toad", che comprendeva un lungo assolo di batteria, eliminarono ogni dubbio sulla posizione di Baker nella band. (Bonham ha fatto una dichiarazione simile con "Moby Dick" sui Led Zeppelin II .)
Dopo i Cream, Baker ha suonato con i Blind Faith (un'altra band con Clapton) e poi ha formato i Ginger Baker's Air Force. Negli anni '70 ha aperto uno studio di registrazione in Nigeria e ha collaborato con il pioniere dell'afrobeat Fela Kuti. Chiaramente, a Baker non piaceva stare fermo a lungo.
Ma tra tutte quelle collaborazioni Bonham preferiva i suoi primi lavori. "Ho pensato che fosse fantastico con la Graham Bond Organization [1963-66]", ha detto Bonham. "È un peccato che il pubblico americano non abbia visto quella band perché era davvero un gruppo fantastico: Ginger Baker, Jack Bruce e Graham Bond".
John Bonham of Zeppelin is considered a true pioneer among rock drummers
Start a debate on "Best Rock Drummers Ever" and you will have conversations about some of the greatest personalities in music. This is because you can't tackle the subject without mentioning Keith Moon (1946-1978) of the Who and John Bonham (1948-80) of Led Zeppelin.
In their day, "Bonzo" and "Moon the Loon" lit arenas with their drums and then closed the night terrorizing the occupants of the hotels they were staying in. And then they would do the same the next night (and countless other times on that tour).
But the work they left behind on the Who and Zeppelin records guarantees them a place on Mount Rushmore for drummers. And as you sculpt that mountain you'll need a sketch of Ginger Baker (1939-2019), the fiery drummer of Cream and various bands who led under his own name.
For a drummer like Bonham, who came of age in the early 1960s, Baker was the one to watch (and learn from). "I think no one can ever put Ginger Baker down," Bonham said in an interview published on Led Zeppelin in Their Own Words. He really admired the way Baker had a starring role in rock bands.
For Bonzo, Baker was the first rock drummer to play a starring role
When you think of drummers who elevated kit status and became stars in bands (and even bandleaders), Gene Krupa is often the consensus choice. Krupa's show and lead mentality have inspired generations of drummers (including Moon).
But in terms of rock drummers Bonham thought Baker was the equivalent. "People hadn't paid much attention to drums before Krupa," Bonham said in In Their Own Words. "And Ginger Baker was responsible for the same thing in rock." For Bonham, it was Baker's general approach.
[Baker] was the first to come out with this 'new' attitude: that a drummer could be a forward musician in a rock band, and not something that was stuck in the background and forgotten, "Bonham said. admired the way Baker displayed his unique influences.
"I think Baker was really more interested in jazz than rock," Bonham said. “He plays with a jazz influence. He always does things in 5/4 and 3/4. […] The thing about Ginger as a drummer is that he's always been himself. "
Although Baker had played in bands before Cream, his run with Eric Clapton and Jack Bruce in their power trio from 1966 to 1968 made him famous around the world. And songs like "Toad", which included a long drum solo, eliminated any doubts about Baker's position in the band. (Bonham made a similar statement with "Moby Dick" on Led Zeppelin II.)
After Cream, Baker played with Blind Faith (another band with Clapton) and then formed Ginger Baker's Air Force. In the 1970s he opened a recording studio in Nigeria and collaborated with Afrobeat pioneer Fela Kuti. Clearly, Baker didn't like sitting still for long.
But of all those collaborations Bonham preferred his early works. "I thought he was great with the Graham Bond Organization [1963-66]," Bonham said. "It's a shame that the American public didn't see that band because it was such a fantastic group: Ginger Baker, Jack Bruce and Graham Bond."





""" 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐁𝐨𝐧𝐡𝐚𝐦 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐞 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐞 𝐡𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐋𝐞𝐝 𝐙𝐞𝐩𝐩𝐞𝐥𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞: “𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚𝐦𝐨“."""
John Bonham ha suonato con 2 bacchette per mano in "Four Sticks"
Ripensando ai suoi giorni con Bonham, il genio dello Zep Jimmy Page ha ricordato come la band avesse bisogno di adattarsi al suo sound. "Oltre ad essere uno dei migliori batteristi che abbia mai sentito, John Bonham era anche il più rumoroso", ha detto Page (tramite Whole Lotta Led ). "È stato lui il motivo per cui abbiamo iniziato ad acquistare amplificatori più grandi."
L'abilità fisica di Bonham si estendeva oltre la parte superiore del corpo. Il pubblico ha sentito la potenza del piede di Bonham nel suo lavoro con la batteria in " Good Times Bad Times " nella dichiarazione di apertura di Zep del 1969. Continua a sorprendere le persone che abbia suonato quella parte usando una grancassa.
In Led Zeppelin IV (1971), Bonham ha mostrato un altro aspetto della sua superiorità fisica alla batteria. Durante la registrazione di "Four Sticks", ha suonato con due bacchette in ciascuna mano. Secondo Page, è stata un'esperienza straziante.
John Bonham ha suonato con 2 bacchette per mano in "Four Sticks"
Bonham ha inventato alcuni ritmi complicati per le canzoni dei Led Zeppelin nel corso degli anni. ("The Crunge" e "Fool in the Rain" sono due esempi.) E dopo che la band ha lottato per ottenere una base soddisfacente per "Four Sticks", Bonham ha trovato una soluzione: ha suonato con due bastoncini in ogni mano.
Per i fan di Zep che si chiedono perché una canzone con testi come "Sai che devo scappare da te, piccola" avesse il titolo "Four Sticks", questa è la risposta. Ma per un batterista è stata un'esperienza dolorosa, anche per uno come Bonham. Page ha ricordato il giorno in cui Bonham è arrivato alla soluzione.
"L'abbiamo provato un paio di volte e non si è staccato fino al giorno in cui Bonzo ha bevuto una birra Double Diamond, ha preso due set di bastoncini e l'ha provata", ha detto Page in un'intervista citata in Led Zeppelin: All The Songs . "Era magico."
Con "magia", Page si riferiva alla performance di Bonham, che lui ei suoi ingegneri registrarono quel giorno. Ma hanno dovuto sfruttare al meglio le riprese limitate. Il batterista è riuscito a fare solo due tentativi prima di doversi fermare con "Four Sticks".
Bonham ha dovuto fermarsi dopo 2 riprese a causa del dolore
L'approccio "live" dei Led Zeppelin in studio ha portato ad alcune magnifiche registrazioni nel corso degli anni. “In My Time of Dying”, registrato in uno o due take (cioè prima delle sovraincisioni di chitarra di Page), offre un brillante esempio del funzionamento della tecnica.
Ma nel caso di "Four Sticks" si trattava della natura estenuante di Bonham che giocava con due bastoncini in ciascuna mano. "Sono state due riprese", ha detto Page della registrazione (tramite All the Songs ). "Questo perché era fisicamente impossibile per lui farne un altro".
Due riprese si sono rivelate tutto ciò di cui Zep aveva bisogno. Usando la magistrale base musicale, Page ha guidato il suo esercito di chitarre in battaglia su "Four Sticks". Come forse il brano meno celebrato dei Led Zeppelin IV , la canzone ricorda quanto in alto lo Zep sia salito in alto nel suo capolavoro del 1971.
John Bonham aveva uno stile ed un approccio innovativo alla batteria pressoché unico. Essendo cresciuto strumentalmente come autodidatta, la sua tecnica musicale era incisiva ed assolutamente personale, aderendo perfettamente a quella che era la sua inclinazione temperamentale selvaggia ma determinata. Nonostante ciò, studiò a fondo l’ambito teorico dello strumento trasformando come mai nessuno prima di lui, il batterista ad un potenziale elemento solista di spicco del gruppo e non solamente ad un ruolo di accompagnatore ritmico. I suoi grooves avveniristici sono ispirazione per migliaia di musicisti fino ai giorni d’oggi.
L’importanza di John Bonham per i Led Zeppelin e per il genere
All’inizio della carriera Bonham era solito persino rompere le pelli della batteria per ottenere uno specifico suono. Quando capì che foderando l’interno dei suoi tamburi riusciva ad ottenere maggiore risonanza avvenne una svolta decisiva per il suo stile e per il genere. Infine arrivò a trovare un ‘sua’ accordatura delle pelli ed una pendenza nel colpirle talmente accurata da far sembrare un suono di ordinaria intensità, un colpo dalla potenza “monumentale”, come amava definire lui stesso il suo suono. Bonham aveva la capacità di oscillare da un sound potente ed aggressivo come in Dazed and Confused, Rock and Roll, Immigrant Song, Black Dog; ad un tocco melodico e raffinato come in Since I’ve Been Loving You.
Il groove di Fool In The Rain è oggetto di studio dai musicisti che sono venuti dopo di lui per l’espressione sonora che lo contraddistingue. E il leggendario assolo di batteria di Moby Dick è ormai diventato una sezione strumentale culto dei Led Zeppelin, intoccabile dalla scaletta ed atteso dai fans come una sorta di rito liturgico per la teatralità, l’armonia e la timbrica difficili da riscontrare in altri artisti della batteria. La creatività e la furia durante le improvvisazioni che hanno portato John a suonare anche con le mani quando perdeva le bacchette hanno stravolto il modo di concepire l’uso dello strumento; creando uno stile più fisico nel percuotere e incentrando sul timbro del colpo e del sound nell’insieme più che sulla stretta tecnica di base, il fulcro della cifra artistica.
Ciò ha reso John Bonham un autentico modello da cui trarre ispirazione per quasi ogni musicista contemporaneo e ha fatto si che i Led Zeppelin presero all’epoca della sua morte la scelta di smettere, perché semplicemente: “Non possiamo più essere come eravamo“.
...un link dove la lettura è interessantissima..
https://dontforgetthesongs365.wordpress.com/2013/12/02/john-bonham-and-the-legend-of-led-zeppelins-four-sticks/?fbclid=IwAR3pM_1tvocxshM2Y61d7R4WrQhIpfjXjaHTlJ0who3AShrNEh-phUKyv2I
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“Four Sticks”
Led Zeppelin

1971
“♫ Quando
il fiume
scorre asciutto
piccola come
ti
senti? 
♫”
Puoi capire perché i Led Zeppelin suonavano raramente “Four Sticks” in concerto; una delle canzoni che quasi non ce l'hanno fatta su Zeppelin's IV a causa dei problemi che la band stava avendo a farcela in studio. Gli Zeppelin hanno quasi rinunciato a "Four Sticks", che secondo Mick Wall, era " basato sull'idea di Page di creare una canzone basata su riff basata su un raga simile alla trance, fluttuante tra cinque e sei battute, la band semplicemente potrebbe inchiodare . ”
John Paul Jones ricorda quanta difficoltà ha avuto la band nell'ottenere "Four Sticks" proprio come ha spiegato a Chris Welch e Geoff Nicholls in John Bonham: A Thunder of Drums , " E gli ci sono voluti anni per ottenere "Four Sticks". Mi sembrava di essere l'unico che poteva davvero contare le cose. Page suonava qualcosa e [John] diceva: 'È fantastico. Dov'è il primo battito? Lo sai, ma devi dircelo...' In realtà non riusciva a contare cosa stava suonando. Sarebbe un'ottima frase, ma non potresti metterla in relazione con un conteggio. Se pensi che "uno" sia nel posto sbagliato, sei completamente fregato.E se gli Zeppelin avessero rinunciato a "Four Sticks?" Se Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones non avessero finito "Four Sticks", anche "Rock & Roll" sarebbe rimasto incompiuto. "Four Sticks" ha mostrato come gli Zeppelin fossero più di un semplice Page e Plant, John Bonham è spesso trascurato con il merito di aver tirato fuori il suono eterno che amiamo così tanto che Zeppelin ha creato in studio.
“ Ricordo che 'four stick' era ovviamente in 5/4 ma non riuscivo a capire dove fosse il primo battito e lui non poteva dircelo. Ma in qualche modo ce l'abbiamo fatta tutti e ci siamo ingannati a vicenda. Paul Jones ha detto nel libro di Welch e Nicholls. Anche se John credeva che gli Zeppelin non avessero mai provato "Stick" dal vivo, esiste una registrazione da Copenaghen che credo prevalga sulla versione finale in studio registrata perLed Zeppelin IV . In realtà preferisco questa registrazione low-fi al mix LP. La batteria di Bonham è fuori dal mondo e suona come se fosse una locomotiva posseduta che batte furiosamente i binari.

https://youtu.be/bv5KSPgDX1w

Jimmy Page ha raccontato a Mick Wall nel suo libro When Giants Walked The Earth , come "Four Sticks" ha preso il nome quando il chitarrista degli Zeppelin ha spiegato: "WAbbiamo provato il numero e [Bonham] lo aveva suonato in modo regolare. Ma l'avremmo tagliato di nuovo [e] abbiamo riprovato. [Bonzo] era stato a vedere la Ginger Baker's Airforce ed è entrato ed era davvero entusiasta. Gli piaceva Ginger Baker ma era tipo "Glielo farò vedere!" Ed è entrato e ha preso i quattro bastoncini e basta, ne abbiamo appena fatti due riprese. perché questo è tutto ciò che potremmo in qualche modo gestire. Ma è sbalorditivo quello che sta facendo... Non aveva mai utilizzato quello stile di suonare prima. Non riesco nemmeno a ricordare come si chiamasse, quale fosse il titolo provvisorio. Ma dopo era sicuro come l'inferno 'Four Sticks'. Bonzo l'ha appena portato in un'altra stratosfera .

Questa non è stata la prima volta che il genio di Bonzo ha plasmato e guidato la versione essenziale di una canzone degli Zeppelin, come ha spiegato John Paul Jones nel libro di Chris Welch e Geoff Nicholls, John Bonham: A Thunder of Drums , " [Bonham] ha molti input in i riff che abbiamo suonato, più di quelli per cui è stato accreditato, direi. Avrebbe cambiato l'intero sapore di un pezzo e molti numeri sarebbero iniziati con uno schema di batteria. Avevamo costruito il riff attorno alla batteria. Suonerebbe uno schema che suggerirebbe qualcosa ”.

Un esempio di ciò è arrivato quando Zeppelin stava cercando di inchiodare "Four Sticks". Ma con il genio ispiratore della batteria di Bonham, ha dato vita a una nuova canzone che è diventata uno dei momenti salienti dei Led Zeppelin Four, come ha detto Page in Classic Rock Stories di Tim Morse , "Stavamo provando "Four Sticks" e non stava succedendo e Bonzo ha iniziato a suonare la batteria su "Keep a Knocking" [di Little Richard] mentre il nastro era ancora in esecuzione e io suonavo il riff automaticamente, quello era "Rock and Roll" e abbiamo attraversato l'intero primo verso. Abbiamo detto che è fantastico, dimentica "Four Sticks", lavoriamo su questo e le cose stavano venendo fuori così. [Era] una combustione spontanea ".

Mi piace credere che "Four Sticks" fosse pronto per nascere completamente e dai resti di quegli outtake è nata un'altra canzone degli Zeppelin. Non era una novità per la band, come ha spiegato Jimmy a Brad Tolinski in Light & Shade: Conversations with Jimmy Page , "Ecco come andava allora. Se qualcosa andava bene non lo mettevamo in dubbio. Se sta arrivando qualcosa di veramente magico, allora lo segui. Faceva tutto parte del processo. Abbiamo dovuto esplorare, abbiamo dovuto approfondire. Abbiamo cercato di sfruttare tutto ciò che ci veniva offerto ”.

Dopo aver terminato "Rock & Roll", ha dato a Page, Planet, Bonham e Paul Jones la sicurezza di fare un altro tentativo per finire la registrazione di "Four Sticks" come Page ha detto a Dave Lewis in Led Zeppelin: The 'Tight But Loose' Files , "W Ho provato diversi modi per affrontarlo. L'idea era quella di ottenere una sensazione astratta. L'abbiamo provata un paio di volte e non si è staccata fino al giorno in cui Bonzo ha bevuto una birra Double Diamond, ha preso due set di bastoncini e l'ha provata. È stato magico ».



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A proposito di magia, quando Jimmy Page e Robert Plant si sono riuniti nel 1994 per i loro spettacoli Unledded/No Quarter , una delle canzoni che volevano provare era "Four Sticks". Originariamente Page e Plant volevano registrare questo raga rock dei Led Zeppelin IV con la Bombay Symphony Orchestra nel 1972 come spiegò Page; “ Siamo andati a Bombay nel 1972, e lì abbiamo registrato 'Friends' e 'Four Sticks' con musicisti indiani/ La natura di quanto eravamo bravi è nei riff. Avevamo tutti questi diamanti dalle mille sfaccettature. Non avrebbero mai dovuto esserci dei confini. E ci siamo assicurati che non ci fossero .

Anche se i risultati erano promettenti, ci sono voluti ventidue anni prima che Page e Plant realizzassero le loro interpretazioni ultraterrene di "Four Sticks". Plant ha descritto come alla fine "Four Sticks" intorno al 1994 si è sviluppato dall'idea alla realtà quando ha detto: " Abbiamo lavorato molto per sviluppare la musica prima di andare in Marocco ed era così forte e potente che quasi ci si chiedeva se avessimo bisogno di farlo qualsiasi roba di MTV e se potrebbe essere bello semplicemente fare un disco ed essere contato insieme a tutti gli altri in una forma totalmente contemporanea senza usare il passato e reiterarlo. Ma, ovviamente, l'esca era lavorare con gli egiziani e realizzare "Kashmir", "Four Sticks" e "Friends" nel modo in cui avevamo sempre sognato ".

https://youtu.be/hMrErYMmu6k

Four Sticks - Jimmy Page & Robert Plant

1994 Live with the Egyptian Ensemble and the London Metropolitan Orchestra

https://youtu.be/E5XiiWCq8ls

Jimmy Page & Robert Plant - Four Sticks at US Air Arena 3/23/1995




"In quattordici anni il modo di suonare di Jimmy mi era mancato così tanto che non appena abbiamo ricominciato ho capito che avevamo perso un sacco di tempo". A parlare è Robert Plant. L'anno è il 1994. E la notizia ha suscitato scalpore ed entusiasmo: Jimmy Page e Robert Plant di nuovo insieme. Ma questa volta non per una esibizione isolata in un qualche festival locale, bensì per realizzare un nuovo disco, a 15 anni dall'uscita dell'ultimo dei Led Zeppelin. Tutto nasce dalla proposta di partecipare al programma "MTV Unplugged". Page & Plant colgono allora l'occasione al volo: tornare insieme per suonare ancora le canzoni dei Led Zeppelin riarrangiate in chiave orientale.
In passato avevano già accarezzato quest'idea: nel 1972 erano andati a Bombay per registrare con dei musicisti indiani "Four Sticks" e "Friends". La cosa si fece più per curiosità che per altro, e si trattò di un esperimento che non ebbe seguito negli anni successivi. Poi arrivò la morte di Bonzo, lo scioglimento del gruppo e le carriere soliste.
Ma ora Jimmy e Robert erano ancora insieme per proporre qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima di loro: volevano tornare a "vivere una nuova giovinezza". Detto fatto: registrano in Marocco quattro nuove canzoni con dei musicisti locali ("Yallah""City Don't Cry", "Wonderful One" e "Wah Wah") e partecipano con al seguito una quarantina di musicisti orientali e non  allo show, il 12 ottobre del 1994, riscuotendo un enorme successo.

"No Quarter: Jimmy Page & Robert Plant Unledded" è quindi un album molto interessante perché mostra un territorio ancora inesplorato nell'ambito della musica, a molti di noi sconosciuto, e apre a noi occidentali le porte verso una nuova realtà, che magari non sapevamo neanche esistesse. A Page & Plant va inoltre il merito di aver fatto una scelta che apparve molto coraggiosa e ambiziosa 12 anni fa così come adesso: negli anni della musica-spazzatura-commerciale chi avrebbe mai pensato di fare una cosa simile? E' in aspetti e in scelte come queste che il 50enne Page e il 46enne Plant si riconfermano essere geni assoluti, sbaragliando tutta quella gentaglia (di oggi e di allora) che guadagna miliardi facendo della musicaccia, se di musica si può parlare, e anteponendo i soldi all'arte del fare musica. Ecco, Page & Plant con questo disco hanno fatto esattamente il contrario. E la differenza si sente, eccome.

Nell'album dei quattro brani nuovi registrati in Marocco uno risulta insopportabile ("Wonderful One") mentre gli altri tre ("Yallah""City Don't Cry" e "Wah Wah")  tutto sommato sono orecchiabili e godibili. Le canzoni degli Zeppelin invece sono tutte reinterpretate magistralmente: particolarmente degne di lode sono "Thank You", "Since I've Been Loving You", "Kashmir", "Four Sticks", e sopratutto una fantastica "Nobody's Fault But Mine" che risulta completamente irriconoscibile dall'originale su "Presence", se non fosse per le parole rimaste (almeno quelle!!!) identiche, e che da sola vale l'ascolto di tutto il disco.

Meno di un mese dopo l'esibizione a MTV, l'8 novembre 1994, uscì l'abum "No Quarter: Jimmy Page & Robert Plant Unledded" che riscosse successo in tutto il mondo (arriverà nella top ten sia in G.B, sia negli States) e che fu seguito da un lungo tour mondiale della durata di un anno.  Peccato che nessuno in seguito abbia continuato però la strada che Page & Plant avevano aperto con quest'album, ma d'altronde lo si sa: alla musica di oggi bastano soltanto i soldi.

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Il successo di “Four Sticks” dei Led Zeppelin IV , la versione live raramente ascoltata da Copenhagen e la rivisitazione dinamica di Page & Plant di questo raga rock del 1971 deriva da come scrisse Keith Shadwick in L ed Zeppelin: La storia di una band e la loro musica: 1968-1980 , " L'intera struttura di 'Stick" dipende dall'estro del batterista ." Bonham è il protagonista di "Four Sticks", senza di lui, la pazienza di John e il suo genio intuitivo, la maggior parte delle canzoni degli Zeppelin sarebbero rimaste un'idea senza la scintilla per portare la musica alla luce. Bonham riceve raramente lodi per il suo contributo all'arrangiamento e al suono generale dei Led Zeppelin.
John Bonham viene spesso messo in ombra dalla maestria elettrica di Page con la sua chitarra e dalla voce d'oro di Plant, ma tutti sanno che, dopo la sua sfortunata scomparsa nel 1980, gli Zeppelin non potrebbero continuare senza il loro geniale produttore di capolavori che brandisce i suoi Four Sticks dietro i kit. Ora ti rendi conto di quanto John Bonham significasse per gli Zeppelin. Sai, a Page, Plant e Paul Jones manca ancora il loro migliore amico e batterista, ma almeno i suoi colpi da maestro sono immortalati in canzoni come "Four Sticks" per permetterci di sederci e stupirci della sua brillantezza alla batteria. Fortunatamente, come un cuore implacabile, il ritmo di Bonham continuerà a battere eternamente su creazioni in cera come "Four Sticks".









https://youtu.be/jyZc2Xqav_4
https://youtu.be/jyZc2Xqav_4

Led Zeppelin - Four Sticks

https://dontforgetthesongs365.wordpress.com/2013/12/02/john-bonham-and-the-legend-of-led-zeppelins-four-sticks/?fbclid=IwAR3pM_1tvocxshM2Y61d7R4WrQhIpfjXjaHTlJ0who3AShrNEh-phUKyv2I

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Nel quarto album dei Led Zeppelin, risalente al 1971, celebre per la voluta assenza di un titolo oltre che per i superbi capolavori che lo compongono, è contenuta anche Four Sticks (letteralmente “Quattro bacchette”), canzone ciclica e quasi ipnotica che la band storica al completo ha eseguito live una sola volta a Copenaghen, nello stesso anno della sua uscita. Cerchiamo di comprendere insieme cosa ne rendeva tanto difficile la realizzazione dal vivo.

COMPLESSITÀ SPERIMENTALE

Il gruppo fino all’ultimo temette di non poterla neppure includere nell’album, per l’alto livello sperimentale che la contraddistingueva e la difficoltà di esecuzione anche in studio. Nasceva da un’intuizione di Jimmy Page, che si basava su un riff ibrido ritmato tra 5 e 6 ottavi. Per aumentarne lo straniamento, John Paul Jones vi inserì sopra un sintetizzatore VCS3. La maggiore responsabilità stava però, come dice il titolo, sulle spalle e fra le dita di John Bonham, l’unico che poteva dettare il tempo:

Gli ci sono voluti secoli per suonare Four Sticks, era frustrante. Jimmy suonava qualcosa e John diceva: “È fantastico… Dov’è il primo battito?”. Non poteva davvero contare quello che stava suonando. Se pensi che ‘uno’ stia nel posto sbagliato, sei fottuto! (J. P. Jones)

IL GENIO DI JOHN 'BONZO' BONHAM

A volte pensando alla favolosa band si trascura la figura di John Bonham, leone in retrovia dall’energia fragorosa ma parzialmente oscurata dall’agone eterno tra gli incontenibili Page e Plant. Eppure Bonzo era enorme, una forza della natura che qui ha mostrato tutta la sua genialità. Spesso era lui ad avere il guizzo, la scintilla che rendeva tale il sound degli Zeppelin, a dare loro degli input definitivi capaci di cambiare l’anima di alcuni pezzi.

Bonzo aveva visto live i Ginger Baker’s Air Force e quando è tornato era entusiasta. Gli piaceva Ginger Baker ma soprattutto sentiva la competizione con lui, voleva superarlo, così ha raccolto quattro bacchette e via. Abbiamo fatto due take, di più non si poteva, ma fu stupefacente. Non l’aveva mai fatto prima: portò il pezzo nella stratosfera (J. Page)

ACCETTARE LA SFIDA

D’altronde, raramente i nostri eroi hanno lasciato perdere una sfida e così eccoli travalicare il loro più elementare blues originario: dato il livello dei quattro membri, tecnicamente dotatissimi, che ancora oggi non sappiamo se incasellare o meno nel sommo regno del prog, non c’era cosa che i Led Zeppelin non potessero gestire, fusi com’erano tra lo sperimentale e l’hard rock. Poco prima di avere l’intuizione di quelle quattro bacchette, Bonham aveva già dato il là alla creazione di Rock and Roll, prendendo in prestito l’intro di Keep a Knockin’ di Little Richard. Seguendo il flusso tutto arrivava naturalmente, come fu poi con la magia astratta di Four Sticks e del suo “click-clack” (che non era frutto di sovraincisioni ma proprio di quei quattro legnetti!). Bonzo, da fiero autodidatta quale era, preferiva sentire la musica dentro piuttosto che contarla. E i risultati erano sempre favolosi. Ecco perché con la sua scomparsa, nel 1980, i giochi per il gruppo si chiusero subito senza possibilità di appello.

Bonzo era la parte principale della band. Era l’uomo che faceva funzionare tutto ciò che Page e io scrivevamo. Non credo ci sia nessuno al mondo che potrebbe sostituirlo. (Robert Plant)


https://www.capital.it/articoli/four-sticks-quella-canzone-dei-led-zeppelin-troppo-difficile-per-un-live/




Dal momento in cui i Led Zeppelin sono esplosi nella Londra degli anni '60 armati di mentalità e determinazione per rivoluzionare l'industria musicale, la band ha spinto incessantemente a creare musica che non era mai stata ascoltata prima.
Composti dal cantante Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page, dal bassista/tastierista John Paul Jones e dal martellante e intransigente batterista John Bonham, i Led Zeppelin avevano una furia per il loro sound che non era mai stata ascoltata prima.
Spesso citati da molti come uno dei primi pionieri dell'hard rock, costruendo le basi per quello che sarebbe diventato l'heavy metal, i Led Zep hanno spinto i confini molto rigidi della musica rock in ogni direzione possibile. Mentre le idee della band parlano da sole, sarebbe negligente ignorare il fatto che tutti e quattro i membri erano esperti virtuosi nei loro campi rispettati, maestri del mestiere che, una volta combinati, hanno creato una forza senza eguali.
Ora famosi per brani iconici come "When the Levee Breaks", "Immigrant Song", "Whole Lotta Love", "Kashmir" e innumerevoli altri, i Led Zep hanno continuato a consolidare la loro reputazione come uno dei più tecnici e fluidi abiti di tutti i tempi. Mentre i loro album sono diventati alcuni dei più venduti della storia, rimangono alcune pepite nascoste nella loro vasta discografia con cui anche i membri sperimentali e di grande esperienza hanno lottato.
Per approfondire i dettagli, i membri della band hanno spesso parlato dei loro problemi con il numero relativamente oscuro "Four Sticks". Alla fine, apparendo nel quarto album senza titolo della band, "Four Sticks" ha rovinato numerose sessioni di registrazione durante la sua creazione. Con la sua insolita indicazione del tempo, la traccia richiedeva al batterista Bonham di suonare con due set di due bacchette - quattro in totale come suggerisce il nome - che si è rivelato un incubo per il tempismo.
Avendo in particolare eseguito la canzone dal vivo solo una volta nella loro storia, la band ha notoriamente evitato "Four Sticks" a tutti i costi. John Paul Jones, che ha suonato un sintetizzatore VCS3 nella canzone, una volta ha spiegato le loro difficoltà: “Ci sono voluti anni per ottenere 'Four Sticks'. Mi sembrava di essere l'unico che poteva davvero contare le cose. Page suonava qualcosa e [John] diceva: 'È fantastico. Dov'è il primo battito? Lo sai, ma devi dircelo...' In realtà non riusciva a contare cosa stava suonando. Sarebbe un'ottima frase, ma non potresti metterla in relazione con un conteggio. Se pensi che 'uno' sia nel posto sbagliato, sei completamente fregato”.
Per aggiungere un po' più di contesto alla sua creazione, l'ingegnere Andy Johns, che ha messo un compressore sulla batteria durante il processo di registrazione, ha riassunto sinteticamente "Four Sticks" quando ha detto: "È stato un bastardo mixare".
Puoi ascoltare l'unica registrazione conosciuta dei Led Zeppelin che suona "Four Sticks" dal vivo, di seguito.
Led Zeppelin Copenhagen 1971 Four Sticks Live
Led Zeppelin - Four Sticks - 5-3-1971 This is one of the only live preformances of "Four Sticks" live,
Setlist Disc 1
1. Immigrant Song
2. Heartbreaker
3. Since I've Been Loving You
4. Dazed & Confused
5. Black Dog
6. Stairway To Heaven
7. Going To California
8. That's The Way
9. What Is And What Should Never Be
Disc 2
1. Four Sticks
2. Gallows Pole
3. Whole Lotta Love
4. Communication Breakdown
5. Misty Mountain Hop
6. Rock And Roll
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Led Zeppelin LIVE In Copenhagen, Denmark 5/3/1971
Led Zeppelin
Monday, May 3, 1971
K.B. Hallen, Copenhagen, Denmark
Immigrant Song
Heartbreaker
Since I’ve Been Loving You
Dazed and Confused
(Out on the Tiles) Black Dog
Stairway to Heaven
Going to California
That’s the Way
What Is and What Should Never Be
Four Sticks
Gallows Pole
Whole Lotta Love (Medley)
Communication Breakdown
Misty Mountain Hop
Rock and Roll


in omaggio al nostro Bonzo...
un brano difficile come disse Jonesy, solo una volta live perchè quelle "quattro bacchette" uscivano solo
una volta..sul palcoscenico
non ripetevano..
il bis era incorporato nella sua maestria..Grazie
Bonzo...onore a te..😘💞
..e così Domenica non è la conclusione di una settimana
è sempre l'inizio di ogni 4 tempi..

in omaggio al nostro Bonzo...
un brano difficile come disse Jonesy, solo una volta live perchè quelle "quattro bacchette" uscivano solo
una volta..sul palcoscenico
non ripetevano..
il bis era incorporato nella sua maestria..Grazie
Bonzo...onore a te..😘💞
..e così Domenica non è la conclusione di una settimana
è sempre l'inizio di ogni 4 tempi..
in omaggio al nostro Bonzo...
un brano difficile come disse Jonesy, solo una volta live perchè quelle "quattro bacchette" uscivano solo
una volta..sul palcoscenico
non ripetevano..
il bis era incorporato nella sua maestria..Grazie
Bonzo...onore a te..😘💞
..e così Domenica non è la conclusione di una settimana
è sempre l'inizio di ogni 4 tempi..
buongiorno Family
"Four Sticks" dal vivo, .
""" 𝗝𝗼𝗵𝗻 𝗕𝗼𝗻𝗵𝗮𝗺 𝗲𝗿𝗮 𝗲 𝗿𝗶𝗺𝗮𝗻𝗲 𝘂𝗻 𝗮𝘂𝘁𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗮 𝗰𝘂𝗶 𝘁𝗿𝗮𝗿𝗿𝗲 𝗶𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼𝗿𝗮𝗻𝗲𝗼 𝗲 𝗵𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝗟𝗲𝗱 𝗭𝗲𝗽𝗽𝗲𝗹𝗶𝗻 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗿𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗽𝗼𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲: “𝗡𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼“."""
Bonham ha dovuto fermarsi dopo 2 riprese a causa del dolore
L'approccio "live" dei Led Zeppelin in studio ha portato ad alcune magnifiche registrazioni nel corso degli anni. “In My Time of Dying”, registrato in uno o due take (cioè prima delle sovraincisioni di chitarra di Page), offre un brillante esempio del funzionamento della tecnica.
Ma nel caso di "Four Sticks" si trattava della natura estenuante di Bonham che giocava con due bastoncini in ciascuna mano. "Sono state due riprese", ha detto Page della registrazione (tramite All the Songs ). "Questo perché era fisicamente impossibile per lui farne un altro".
Due riprese si sono rivelate tutto ciò di cui Zep aveva bisogno. Usando la magistrale base musicale, Page ha guidato il suo esercito di chitarre in battaglia su "Four Sticks". Come forse il brano meno celebrato dei Led Zeppelin IV , la canzone ricorda quanto in alto lo Zep sia salito in alto nel suo capolavoro del 1971.
John Bonham aveva uno stile ed un approccio innovativo alla batteria pressoché unico. Essendo cresciuto strumentalmente come autodidatta, la sua tecnica musicale era incisiva ed assolutamente personale, aderendo perfettamente a quella che era la sua inclinazione temperamentale selvaggia ma determinata. Nonostante ciò, studiò a fondo l’ambito teorico dello strumento trasformando come mai nessuno prima di lui, il batterista ad un potenziale elemento solista di spicco del gruppo e non solamente ad un ruolo di accompagnatore ritmico. I suoi grooves avveniristici sono ispirazione per migliaia di musicisti fino ai giorni d’oggi.
L’importanza di John Bonham per i Led Zeppelin e per il genere
All’inizio della carriera Bonham era solito persino rompere le pelli della batteria per ottenere uno specifico suono. Quando capì che foderando l’interno dei suoi tamburi riusciva ad ottenere maggiore risonanza avvenne una svolta decisiva per il suo stile e per il genere. Infine arrivò a trovare un ‘sua’ accordatura delle pelli ed una pendenza nel colpirle talmente accurata da far sembrare un suono di ordinaria intensità, un colpo dalla potenza “monumentale”, come amava definire lui stesso il suo suono. Bonham aveva la capacità di oscillare da un sound potente ed aggressivo come in Dazed and Confused, Rock and Roll, Immigrant Song, Black Dog; ad un tocco melodico e raffinato come in Since I’ve Been Loving You.
Il groove di Fool In The Rain è oggetto di studio dai musicisti che sono venuti dopo di lui per l’espressione sonora che lo contraddistingue. E il leggendario assolo di batteria di Moby Dick è ormai diventato una sezione strumentale culto dei Led Zeppelin, intoccabile dalla scaletta ed atteso dai fans come una sorta di rito liturgico per la teatralità, l’armonia e la timbrica difficili da riscontrare in altri artisti della batteria. La creatività e la furia durante le improvvisazioni che hanno portato John a suonare anche con le mani quando perdeva le bacchette hanno stravolto il modo di concepire l’uso dello strumento; creando uno stile più fisico nel percuotere e incentrando sul timbro del colpo e del sound nell’insieme più che sulla stretta tecnica di base, il fulcro della cifra artistica.
Ciò ha reso John Bonham un autentico modello da cui trarre ispirazione per quasi ogni musicista contemporaneo
Led Zeppelin Copenhagen 1971 Four Sticks Live
Dal momento in cui i Led Zeppelin sono esplosi nella Londra degli anni '60 armati di mentalità e determinazione per rivoluzionare l'industria musicale, la band ha spinto incessantemente a creare musica che non era mai stata ascoltata prima.
Composti dal cantante Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page, dal bassista/tastierista John Paul Jones e dal martellante e intransigente batterista John Bonham, i Led Zeppelin avevano una furia per il loro sound che non era mai stata ascoltata prima.
Spesso citati da molti come uno dei primi pionieri dell'hard rock, costruendo le basi per quello che sarebbe diventato l'heavy metal, i Led Zep hanno spinto i confini molto rigidi della musica rock in ogni direzione possibile. Mentre le idee della band parlano da sole, sarebbe negligente ignorare il fatto che tutti e quattro i membri erano esperti virtuosi nei loro campi rispettati, maestri del mestiere che, una volta combinati, hanno creato una forza senza eguali.
Ora famosi per brani iconici come "When the Levee Breaks", "Immigrant Song", "Whole Lotta Love", "Kashmir" e innumerevoli altri, i Led Zep hanno continuato a consolidare la loro reputazione come uno dei più tecnici e fluidi abiti di tutti i tempi. Mentre i loro album sono diventati alcuni dei più venduti della storia, rimangono alcune pepite nascoste nella loro vasta discografia con cui anche i membri sperimentali e di grande esperienza hanno lottato.
Per approfondire i dettagli, i membri della band hanno spesso parlato dei loro problemi con il numero relativamente oscuro "Four Sticks". Alla fine, apparendo nel quarto album senza titolo della band, "Four Sticks" ha rovinato numerose sessioni di registrazione durante la sua creazione. Con la sua insolita indicazione del tempo, la traccia richiedeva al batterista Bonham di suonare con due set di due bacchette - quattro in totale come suggerisce il nome - che si è rivelato un incubo per il tempismo.
Avendo in particolare eseguito la canzone dal vivo solo una volta nella loro storia, la band ha notoriamente evitato "Four Sticks" a tutti i costi. John Paul Jones, che ha suonato un sintetizzatore VCS3 nella canzone, una volta ha spiegato le loro difficoltà: “Ci sono voluti anni per ottenere 'Four Sticks'. Mi sembrava di essere l'unico che poteva davvero contare le cose. Page suonava qualcosa e [John] diceva: 'È fantastico. Dov'è il primo battito? Lo sai, ma devi dircelo...' In realtà non riusciva a contare cosa stava suonando. Sarebbe un'ottima frase, ma non potresti metterla in relazione con un conteggio. Se pensi che 'uno' sia nel posto sbagliato, sei completamente fregato”.
Per aggiungere un po' più di contesto alla sua creazione, l'ingegnere Andy Johns, che ha messo un compressore sulla batteria durante il processo di registrazione, ha riassunto sinteticamente "Four Sticks" quando ha detto: "È stato un bastardo mixare".
Puoi ascoltare l'unica registrazione conosciuta dei Led Zeppelin che suona "Four Sticks" dal vivo, di seguito.
Led Zeppelin Copenhagen 1971 Four Sticks Live
Led Zeppelin - Four Sticks - 5-3-1971 This is one of the only live preformances of "Four Sticks" live,
Setlist Disc 1
1. Immigrant Song
2. Heartbreaker
3. Since I've Been Loving You
4. Dazed & Confused
5. Black Dog
6. Stairway To Heaven
7. Going To California
8. That's The Way
9. What Is And What Should Never Be
Disc 2
1. Four Sticks
2. Gallows Pole
3. Whole Lotta Love
4. Communication Breakdown
5. Misty Mountain Hop
6. Rock And Roll
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Led Zeppelin LIVE In Copenhagen, Denmark 5/3/1971
Led Zeppelin
Monday, May 3, 1971
K.B. Hallen, Copenhagen, Denmark
Immigrant Song
Heartbreaker
Since I’ve Been Loving You
Dazed and Confused
(Out on the Tiles) Black Dog
Stairway to Heaven
Going to California
That’s the Way
What Is and What Should Never Be
Four Sticks
Gallows Pole
Whole Lotta Love (Medley)
Communication Breakdown
Misty Mountain Hop
Rock and Roll

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https://www.carlopasceri.it/blog/john-bonham-35-colpi-di-rock-and-roll?fbclid=IwAR2EHKf9I-BWg1XYcpxtPFK3uVo_-H-CZkFbxmH6PXgfxPiZjU8ndkwd0V4


https://www.blogger.com/blog/post/edit/768228516587029319/4658037168976336356
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La prima batteria usata con i Led Zeppelin era una Slingerland

Contrariamente a quello che si pensa, la prima batteria usata con i Led Zeppelin fu una Slingerland. Difatti in tutte le foto dei loro primi concerti è presente questo kit Slingerland con le medesime misure e colore del set Ludwig che aveva in precedenza.



La storia legata a questo kit è piuttosto nebulosa e frutto di molti dibattiti. Non si sa con certezza se fosse un kit affittato per il primo tour o se fosse con certezza di proprietà di Bonham. Altre fonti dicono che con questo kit sia stato registrato il primo album del gruppo, ma purtroppo non esiste alcune fonte certa che possa testimoniare tutto ciò.

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 https://suonarelabatteria.it/john-bonham-le-tracce-di...



la "cosa strana" o meglio la focalizzazione su Bonzo è che tutti o quasi tutti sapevano della sua potenza e della sua genialità ..
ma c'è voluto un documentario per esaltarne a 360 gradi la sua magnifica aurea..
milioni ne sono sempre stati affascinati,noi di questa generazione lo sapevamo da tempo, ma altri non lo conoscevano affatto pur avendo ascoltato miriadi dii volte i brani LED..
questo documentario è servito a far "quadrato" di quattro ragazzi alla ricerca veramente di visione planetaria..e in molti ancora non hanno ben chiaro a quale compimento celestiale abbiano assistito..
Lella..🌹🎼💞
La folle batteria isolata di John Bonham nella canzone dei Led Zeppelin "Stairway To Heaven"
Non c'è battitore più pesante nella storia del rock and roll di John Bonham. Attraverso un decennio di lavoro registrato con i Led Zeppelin, Bonham ha dimostrato il suo potere su canzoni come "Good Times, Bad Times", "Immigrant Song" e "The Ocean". Ma è stata la sua performance in "Stairway to Heaven" che ha consolidato il posto di Bonham tra gli dei della batteria.
Bonham non arriva nemmeno fino a metà di 'Stairway', e la delicata strumentazione folk che stanno suonando i suoi compagni di band richiede che Bonham suoni con dinamiche più morbide. Tuttavia, non può fare a meno di esplodere, e mentre la canzone aumenta sia nel tempo che nel volume, Bonham trasforma la sua versione in un tour de force che diventa una clinica nella batteria rock.
Jimmy Page aveva una formula semplice per far giocare bene Bonham: farlo arrabbiare . Il tentativo di Page di far innervosire Bonham durante la registrazione della canzone includeva la richiesta di rifare quello che tutti pensavano fosse una ripresa perfetta. Bonham era furioso e reagì suonando ancora più forte, ottenendo una performance leggendaria. Era subdolo, ma è difficile discutere con i metodi di Page. Basta ascoltare i risultati.
Il produttore Glyn Johns ha aperto la strada al modo perfetto per catturare il potere di Bonham dietro il kit. Si trattava di soli tre microfoni, posizionati strategicamente sulla grancassa, sul timpano e sopra la batteria, il cui bilanciamento si tradurrebbe in un suono esplosivo. Quando la band stava registrando Led Zeppelin IV , stavano sperimentando tecniche di registrazione, aiutati dal fratello di Glyn, Andy Johns. È così che sono state create canzoni come "When the Levee Breaks", ma sembra che Andy abbia probabilmente mantenuto la posizione originale del microfono di Glyn per "Stairway to Heaven". Qualunque siano le specifiche, i risultati parlano da soli e Bonham rimane uno dei batteristi più influenti di tutti i tempi.
..anzi il più influente!!!


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John Henry Bonham (Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980)
"Non so fin quando dureremo, ma andremo avanti finchè potremo. Quando mi unii alla band non conoscevo Jimmy, mi sentivo un po’ in imbarazzo, lui era la grande star con anni di esperienza, come session man e con gli Yardbirds. Ora il gruppo è più unito che mai, e penso che abbiamo molto da dire".






eccezionale talento, la classe sconfinata, l'estro siderale e la capacità di innovare radicalmente quella che è una colonna del tipico sound rock moderno - la batteria -
un amico fedele..padre..marito..
John The Beast
di lui sono state scritte fiumi di parole spesso fuori ruolo e senza una minima cognizione di verità..
io lo ricordo con alcune parole che sono l'emblema di tutto..
..i ricordi di un fratello..
«Durante i primi anni mi accorsi che John aveva la passione di percuotere gli oggetti: barattoli di biscotti, scatole di dolcetti, qualsiasi cosa producesse un suono. Per me quello fu un periodo particolarmente stressante, perché scoprii che anch’io facevo parte della finta batteria di John. Ma fu quello l’inizio della carriera di batterista di John “Bonzo” Bonham!». Mick Bonham non fu solo disc jockey, scrittore e fotografo, ma anche e soprattutto il fratello minore del più grande batterista della storia del rock.
Mick e John
Con lui condivise tutto e il fratellone batterista dei Led Zeppelin non gli fece mancare mai affetto e riconoscenza. Lo difendeva nelle risse, si faceva in due per assicuragli il rispetto dei suoi amici e riusciva anche ad accollarsi le colpe che non fossero le sue. «Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».
i ricordi di chi con lui ha attraversato orizzonti meravigliosi..e che poi di colpo si sono sbiaditi..
«Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo».
Led Zeppelin..
e questo è il mio saluto nel ricordarlo
Ciao John, continua a guidare le bacchette di tutti i batteristi da lassù, in cima alla scalinata per il paradiso.
lella..25 settembre
"comune mortale benedetto da Divinità"
Exceptional talent, boundless class, sidereal flair and the ability to radically innovate what is a pillar of the typical modern rock sound - the drums -
a faithful friend .. father .. husband ..
John The Beast💞
and this is my greeting in remembering him
Hi John, keep driving all the drummers' sticks from up there, to the top of the stairway to heaven.
lella..💞
rivers of words have often been written about him out of role and without a minimum knowledge of the truth ..
I remember it with some words that are the emblem of everything ..
..the memories of a brother ..
“During the first few years I noticed that John had a passion for hitting objects: cookie jars, candy boxes, anything that made a sound. For me that was a particularly stressful time, because I discovered that I was also part of John's fake drums. But that was the beginning of John "Bonzo" Bonham's drumming career! " Mick Bonham was not only disc jockey, writer and photographer, but also and above all the younger brother of the greatest drummer in rock history.
Mick and John
With him he shared everything and the big brother drummer of Led Zeppelin never made him lack affection and gratitude. She defended him in fights, she did two to assure him the respect of his friends and she was also able to take on the sins that were not his own. “From day one, John and I slept in the same room, even though our house was full of rooms. It was really nice to be able to chat about what had happened during the day and what the future held. Also, sometimes John and I would fight and beat each other up, and being in the same room we could do it right there, not to mention that at least I had a soft bed to land on when he grabbed me and threw me in the air. '
the memories of those who crossed wonderful horizons with him .. and then suddenly faded ..
"We wish to announce that the loss of our dear friend and the deep sense of respect we have for his family have led us to decide - in full harmony between us and our manager - that we can no longer continue as we were".
Led Zeppelin ..
and this is my greeting in remembering him
Hi John, keep driving all the drummers' sticks from up there, to the top of the stairway to heaven.
lella..💞





Io e Bonzo ne abbiamo passate tante prima del "big time". Ci leggevamo l'un l'altro come libri, eravamo come fratelli. Nella realtà, nella fisicità e spiritualmente, perdendo John, ci siamo riuniti e ci siamo detti: "Senza lui non può più funzionare". (Robert Plant) ❤️
In memoria di John Henry Bonham (31 maggio 1948 – eternità)


John Henry Bonham (Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980)
“Mi è sempre piaciuto che la batteria fosse grande e potente. Non uso mai molto i piatti, li uso per entrare o uscire da un assolo, ma generalmente preferisco un altro suono.








John Henry ′′ Bonzo ′′ Bonham
La fragorosa presenza
31 maggio 1948 Redditch, Worcestershire, Inghilterra
25 settembre 1980 Windsor, Berkshire, Inghilterra
Rinnovato per il suo potere, piede destro veloce, suono caratteristico e ′′ sentimento ′′ per il solco. Bonham è descritto dall'Encyclopádia Britannica come ′′ il modello perfetto per tutti i batteristi hard rock che lo hanno seguito ".
Lui è molto mancato e ricordato dalla famiglia, dalla band, dai fan e dai coetanei, con affetto e riconoscenza.
′′ John Henry Bonham, secondo me umile opinione," afferma Chad Smith enfaticamente, ′′ è il più grande batterista rock di tutti i tempi. Il suo suono, la tecnica, la musicalità, il groove e il sentimento non sono mai stati duplicati. Nessuno si avvicina oggi e probabilmente nessuno lo farà mai."
Glen Hughes è d'accordo: ′′ Tutti, dalle rockstar agli uomini del latte, amano Bonham."


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..il saluto e la dedica a Bonzo..💞
Four Sticks
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In Memoria di John Henry Bonham (31 maggio 1948 - 25 settembre 1980) 💔
Quando si verifica una morte orribilmente prematura, ma in qualche modo annunciata da tanti piccoli segnali che tuttavia nessuno sembra essere in grado di interpretare correttamente come sirene d’allarme, il dolore, il senso di colpa e d’impotenza di chi è rimasto possono avere effetti devastanti come quelli prodotti dal più terribile dei tornado. La morte di John Bonham avvenuta il 25 settembre 1980 ha avuto esattamente questo effetto irreparabilmente distruttivo prima di tutto sulle vite dei suoi tre compagni Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e poi sull’esistenza stessa dei Led Zeppelin come band.
“Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo”.
Questo è il comunicato dei Led Zeppelin che semplicemente, con poche scarne parole, il 4 dicembre 1980 annuncia al mondo che in quell’orrendo 25 settembre è come se non fosse morto solo John Bonham, uno di loro, ma anche tutti gli altri. Le parole che spiccano e si imprimono indelebili nella nostra mente come se fossero scritte con il fuoco sono: CARO AMICO, RISPETTO, ARMONIA, NON POSSIAMO PIU’ CONTINUARE COME ERAVAMO. Qui si dice che erano loro quattro, proprio loro, e non era possibile nulla di diverso da questo dato di fatto.
E io li ho immaginati così, i tre membri superstiti dei Led Zeppelin, Robert, Jimmy, John Paul che, provenendo da entrate diverse del cimitero di St Michael Churchyard a Rushock, si trovano, senza essersi messi d’accordo prima, il 25 settembre 2021, quarantuno anni dopo la scomparsa di Bonzo, davanti alla sua tomba…
“WHEN ALL IS ONE AND ONE IS ALL,
TO BE A ROCK AND NOT TO ROLL”
di Cecilia Vitelli
Le nostre mani ancora una volta
su questa pietra grigia e ruvida
l’una sull’altra sono posate.
Noi tre
per sempre incompleti
senza di te.
Dai nostri occhi chiusi
lentamente scendono lacrime,
percorrono le rughe sui nostri volti,
chinati sulla tua lapide muta.
Sei stato un marito,
un padre amato,
così è inciso sulla pietra.
E noi?
Noi ti abbiamo amato, sì.
Quando noi quattro
eravamo lassù
tra le luci,
le note scintillanti
di una musica mai esistita prima
erompevano inarrestabili
sgorgando dalle nostre mani
dalle nostre gole,
potenti
magnifiche.
Gli Dei
parlavano agli uomini
attraverso i nostri corpi
e noi sentivamo quella corrente divina
magnetica
fluida
brillante
che ci attraversava.
Tu la dominavi,
nostro Dio del Tuono,
roteando nell’aria le magiche bacchette
facendo cantare le tue percussioni
come mai nessuno prima.
Ma dentro
la tua anima urlava
sotto la sferza del destino
che ti dilaniava le carni
con colpi invisibili a tutti
ma non a te.
Tu continuavi, intanto,
con i tuoi tocchi inconfondibili.
Ma le carezze alla batteria
risuonanti
piene di furia
piene d’amore
non bastavano a farti scudo.
Il veleno antico
scavava la sua strada
dentro di te.
E noi?
Noi non abbiamo saputo vedere.
Noi ti abbiamo lasciato
ad aspettare, da solo,
i cani del destino
anche se avremmo potuto sentirli,
i loro ululati,
gorgogliare lungo il collo della tua bottiglia
strisciare dal fondo del tuo bicchiere
che si svuotava
consumandosi
goccia dopo goccia
come la tua vita.
I loro occhi rossi
fiammeggianti
erano ormai i tuoi,
sempre più lontani e remoti
già morti.
Noi tre oggi siamo qui,
con te
ancora una volta
sulla tua tomba
tra le centinaia di bacchette
deposte,
pegno dell’amore eterno di tanti sconosciuti
cui hai dato tanto, tutto.
Con te
dopo infiniti anni di solitudine,
ecco, qui noi celebriamo
la nostra
unica
possibile
REUNION:
“WE FOUR, LED ZEPPELIN,
FOREVER FRIENDS:
JOHN BONHAM
ROBERT PLANT
JIMMY PAGE
JOHN PAUL JONES.
WHEN ALL IS ONE
AND ONE IS ALL,
TO BE A ROCK
AND NOT TO ROLL.”
Un giorno
alla fine di tutto
giungeremo
all’ultimo gradino della nostra Scala,
allora vedremo ancora una volta
e per sempre
il tuo volto che ci sorride
mentre avanzeremo
verso le porte del Paradiso
e sarà di nuovo
l’inizio di tutto.
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“Ma per me il concerto più divertente è stato quando The Band of Joy ha suonato Queen Mary Ballroom a Dudley. Una delle cover che hanno suonato è stata "If I Were a Carpeneter" di Tim Hardin. Ma a differenza dell'originale, la loro versione è cresciuta costantemente in un potente crescendo, ed è stato durante le battute finali della canzone, mentre Robert ha cantato "Marry me, Marry me" ha avvolto le gambe attorno a uno dei pilastri a lato del il palco ed emulato, quello che a tutti gli effetti era un tremante al ginocchio. Quella fu l'ultima goccia per la mamma, che aveva guardato lo spettacolo. Con la borsetta appesa al braccio si è avvicinata al palco e sopra gli applausi si sentiva: 'John! Scendi subito da quei tamburi! Non stai giocando con quel ragazzo, è un pervertito!'”
- Mick Bonham, dal suo libro John Bonham: the Powerhouse Behind Led Zeppelin
1967 - Queen's Ballroom, Wolverhampton,
Terza formazione dal novembre 1967 al giugno 1968
Robert Plant voce, armonica
Chris Brown organo, voce
John Bonham batteria
Kevyn Gammond chitarra solista, voce
Paul Lockey basso, voce
Il Pensiero di alcuni "colleghi"
« La batteria non c'entrava. John si sedette dietro un kit in miniatura: una cassa da 18", un rullante alto 4", un tom da 12" e uno da 14"... ed eraquelsuono! Rimasi annichilito da quello che stavo sentendo, e da come lo stava suonando: da quel minuscolo kit stava uscendo ilsounddei Led Zeppelin! »
Dave Mattacks, Fairport Convention
« Avevamo ottenuto unbackstage passper le due serate del festival di Knebworth [1979, NdA]. Bonham arrivò insieme a suo figlio e si sedette alla batteria per controllare l'accordatura. L'impianto di amplificazione non era ancora acceso, e lui fece qualche acciaccatura: il palco iniziò a tremare, io e John Deacon ci guardammo negli occhi, e ci abbracciammo »
(Roger Taylor-Queen)




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La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. (Ludwig van Beethoven)
Basta sentire una nota musicale, e ci viene subito annunciata una vita che non ci è stata narrata da alcuno, che non è predicata da alcun predicatore. Supponete ch’io cerchi di riferire esattamente quel che vedo attraverso la musica: il campo della mia vita diviene una pianura illimitata che è bello attraversare, e alla cui fine non v’è morte né delusione. 💞






“Quando ho lasciato la scuola ho iniziato a lavorare con mio padre. Aveva un'impresa edile e mi piaceva. Ma suonare la batteria era l'unica cosa in cui ero bravo, e ci sono rimasto per tre o quattro anni. Se le cose si mettevano male potevo sempre tornare a costruire».
il più grande batterista del mondo, John Henry “Bonzo” Bonham,



“Bonzo era totalmente e assolutamente devoto a farlo bene. Tutto ciò che ascoltava poteva andare oltre, non solo poteva ricrearlo ma poteva portarlo in un posto nuovo. Sapeva di essere una potenza tra i batteristi... sembrava che avessimo una grande affinità l'uno con l'altro.“
-Robert Plant 💞



Ogni genio rimane un po’ bambino; guarda il mondo come qualcosa di strano, uno spettacolo incantevole,💞

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Ascolta la batteria isolata di John Bonham in "Good Times Bad Times"

https://faroutmagazine.co.uk/john-bonham-isolated-drums-on-good-times-bad-times/






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Quando il giovane Bonham a 15 anni si stancò del suo primo kit, lo rimpiazzò con la sua prima Ludwig. L’acquistò in quello che divenne il suo negozio di fiducia per tutti gli anni a venire : Yardley’s Music Shop a Birmingham.
Questa batteria modello Superclassic era una green sparkle ed aveva dimensioni 22″x14″, 13″x9″, 16″x16″ e rullante in alluminio L400 14″x5″. Come piatti spesso utilizzava piatti Zildjian per imitare i suoi idoli Buddy Rich e Gene Krupa, ma ben presto iniziò a mettere nel suo set anche qualche Paiste. Purtroppo non esistono foto che testimonino questo kit, ma tutte le fonti sono concordi nello svolgersi dei fatti.
Questa batteria accompagnò Bonham per tutto il periodo di formazione fino all’ingresso nei Led Zeppelin. Successivamente la batteria fu venduta al suo caro amico Frank Hall. Così ricorda
Era un kit Ludwig green sparkle. Quando la vidi, gli dissi “Vorrei averne una così”. Subito dopo mi ricordo che stavamo guidando fino alla fattoria di Bonham in una Range Rover con quella batteria stipata dietro
Frank la usò per soli 5 anni ed in seguito la vendette per 40 pound al batterista dei West Cumbrian, Robin Melville. A sua volta questa batteria fu venduta in un negozio di Manchester.
La prima batteria usata con i Led Zeppelin era una Slingerland
Contrariamente a quello che si pensa, la prima batteria usata con i Led Zeppelin fu una Slingerland. Difatti in tutte le foto dei loro primi concerti è presente questo kit Slingerland con le medesime misure e colore del set Ludwig che aveva in precedenza.
La storia legata a questo kit è piuttosto nebulosa e frutto di molti dibattiti. Non si sa con certezza se fosse un kit affittato per il primo tour o se fosse con certezza di proprietà di Bonham. Altre fonti dicono che con questo kit sia stato registrato il primo album del gruppo, ma purtroppo non esiste alcune fonte certa che possa testimoniare tutto ciò...per quanto io sinceramente ne sappia..
La prima cassa “grande”
Durante il primo tour negli States, John Bonham ebbe maniera di sperimentare il primo kit con la cassa maggiorata. Si trattava di una Ludwig dalla finitura Black Diamond e composta da 24″x14″, 13″x9″, 16″x16″, 18″x16″ e rullante 14″x5″.
Proprio durante il tour negli States, John ebbe maniera di conoscere uno dei suoi idoli : Carmine Appice. Difatti i Led Zeppelin condividevano le loro serate insieme ai Vanilla Fudge e tra uno spettacolo e l’altro i due batteristi avevano maniera di parlare lungamente dei propri strumenti.
Carmine Appice rimane particolarmente impressionato dal giovane Bonham e non perdendo tempo, telefona alla Ludwig e chiede di mettere sotto contratto il batterista inglese e realizzargli un set del tutto identico al suo : 2 grancasse 26″x15″(misura custom), un tom da 15″x12″,e due timpani 16″x16″ e 18″x16″. Il rullante il classico 14″x6,5″ in alluminio. A questi tamburi, Bonham chiese anche un tom 14″x10″ (misura custom e che diventò il tom che usò maggiormente) ed un tom 13″x9″ (rimastro inutilizzato).
Questo era un kit personalizzato fatto su ordinazione da Ludwig con fusti a 3 strati (acero-pioppo-acero) con l’aggiunta di cerchi di rinforzo, senza la vernice bianca resacote all’interno. La finitura esterna non era un ricoperta ma piuttosto laccata.
Il set montato con la doppia cassa non fu ben visto dagli altri del gruppo. Ben presto fu chiesto a John di suonare con una sola grancassa. Particolarità di questo kit customizzato stanno nel fatto che il tom holder Roger Swiv-o-matic, mentre le sordine interne sono presenti solamente nel tom da 13″x9″ e nel timpano 16″x16″, mentre invece nel tom 14″x12″ e nel timpano 18″x16″ non sono presenti.
Il kit fu usato per tutto il 1969, fino alla metà del 1970 (con questo kit venne registrato Led Zeppelin II) quando il set fu venduto al ragazzo della sorella di John per appena 5 pounds. In seguito il kit fu acquistato da Paul Thompson (batterista dei Roxy Music) che fece una piccola modifica al tom da 14″, accorciandolo la profondità a 10″ grazie all’aiuto del Roy Webster’s Drum Shop & Percussion Services.
A partire dalla primavera del 1970, Bonham tornò ad utilizzare un kit color Green Sparkle. La Ludwig realizzò tre kit identici. Bonham ha usato questo drum kit dal 1970 fino alla fine del tour europeo del 1973. Si diceva che questo fosse il suo kit preferito da utilizzare in studio e che veniva utilizzato anche per la registrazione dei Led Zeppelin III, Led Zeppelin IV, House of the holy, Physical Graffiti, Presence e In Through The Out Door.
Le misure che adoperò furono 26″x14″, 14″x10″, 16″x16″ e 18″x16″.
Il kit Ludwig Green Sparkle ha fatto il suo debutto sul palco per il concerto del 22 giugno 1970 a Reykjavik in Islanda. Sotto questa batteria, Bonham aveva anche una piattaforma in legno. Consisteva in fogli di compensato uniti insieme con delle cerniere in modo che potesse essere piegato. Mick Hinton (drumtech che fece il suo primo concerto con Bonham a Belfast, in Irlanda, il 5 marzo 1971) raccontò in un’intervista: “Il mio compito era quello di avere il kit esattamente nella stessa posizione ogni sera. Avevo segnato tutto con diversi nastri colorati, e usavamo delle memorie per avere ogni cosa alla stessa altezza ogni notte. Avevamo dei fori per segnare tutte le gambe del tom, puntali della cassa e hi-hat: i buchi erano profondi circa mezzo pollice, quindi tutto si infilava dentro e avevo messo una striscia di nastro in gaffa su ogni gamba per fissarla al pavimento. Misi anche un bullone per ancorare la grancassa, se non lo avessi fatto, sarebbe volata al primo colpo”.
Dopo la morte di John Bonham, uno dei drum kit è stato consegnato al batterista e storico drumtech Jeff Ocheltree, un altro fu venduto ad un collezionista mentre un altro è stato tenuto da Pat Bonham (la vedova di John) che ad un certo punto lo diede in prestito al Rock And Roll Hall Of Fame di Cleveland, e ora risiede nella casa della famiglia Bonham, la Old Hyde Farm nel Wolcestershire, in Inghilterra, con sopra l’immagine di John.
Questo kit è immortalato per sempre nel film dei Led Zeppelin, “The Song Remains The Same”, pubblicato nel 1976.
Stesse misure rispetto al Green Sparkle kit. Il kit è stato utilizzato per la prima volta sul palco del concerto il 4 maggio 1973 ad Atlanta, in Georgia. Ci sono alcune fonti che sostengono che oltre ai 16 “x16” e 16 “x18” forniti con il kit, siano stati forniti anche dei timpani più grandi da 16 “x20” e uno da 16 “x22”, alternandoli con quelli più piccoli in diversi momenti durante il tour, ma purtroppo tale teoria non trova alcun riscontro.
Nel 1975 John Bonham ricevette 18 tamburi Black & White Spiral Ludwig Vistalite direttamente da Ludwig. Questi tamburi non sono mai stati utilizzati nè dal vivo, né in studio e sono stati tenuti solo a casa di John Bonham, la Old Hyde Farm nel Worcestershire, in Inghilterra.
Bonham ha dato alcuni tamburi al giornalista rock Chris Welch, il quale ha poi utilizzato per qualche anno il drum-kit in gruppi jazz. Alla fine, nel 1998 vendette a Phil Harris di Harris Hire Vintage Musical Instruments per £ 950. Nel corso degli anni, il drum kit è stato utilizzato da alcuni musicisti di rilievo, tra cui Robbie Williams, Shawn Drover di Megadeth e Manic Street Preachers. Il 4 settembre 2008, il kit di batteria Black & White Spiral Ludwig Vistalite è stato venduto alla casa d’aste The Fame Bureau per $ 41.000 a un compratore sconosciuto. I pezzi rimanenti sono ora in possesso della figlia di John Bonham, Zoe.
Il suo quarto e ultimo kit di batteria prodotto da Ludwig nell’aprile del 1977 è quello noto come il Kit in acciaio inossidabile (stainless steel). Bonham ha utilizzato questo kit di batteria Ludwig Stainless Steel dall’inizio del Tour degli Stati Uniti del 1977 fino all’ultima sfilata dei Led Zeppelin il 7 luglio 1980.
Voci discordanti ne riportano l’utilizzo anche per registrare alcune tracce dell’ultimo album in studio dei Led Zeppelin “In Through The Out Door“, anche se è stato anche detto che in studio sia stata utilizzata il kit Ludwig Green Sparkle. Esiste tuttavia una foto che mostra sia i kit di batteria in acciaio inossidabile sia quelli in Green Sparkle nel libretto di accompagnamento incluso nell’edizione deluxe di “In Through The Out Door”. Questo kit in acciaio inossidabile è ora in possesso di un collezionista canadese sconosciuto.
Le misure che Bonham utilizzò nel corso del tour furono 26″x14″, 16″x16″ e 18″x16″. Nel corso del tour alternò spesso la dimensione del tom, utilizzando talvolta un 14″x10″ e talvolta un 15″x12″ (riconoscibile perchè aveva i blocchetti stile “marching band”).
John Bonham è stato invitato a partecipare alla registrazione di due brani, “So Glad To See You Here” e “Rockestra Theme” con Paul McCartney e la Rockestra Orchestra il 3 ottobre 1978 presso Abbey Road Studios, City of Westminster, Londra, Inghilterra. Per questa sessione, Bonham ha utilizzato un Drum-kit Staccato Voyager 6. Le due tracce si trovano nell’album del 1979 di The Wings ‘Return to the Egg’. Il tema Rockestra è stato eseguito dal vivo al Concerto per il Popolo della Kampuchea all’Hammersmith Odeon, Londra, Inghilterra, il 29 dicembre 1979, tuttavia Bonham ha utilizzato il kit di batteria Ludwig Stainless Steeel per questo spettacolo. Il kit Staccato Voyager 6 con rivestimento in fibra di vetro era composto di Rack Tom da 6 “, 8”, 10 “e 12”, un floor tom da 18 “e una cassa da 22”.
Prima di utilizzare i piatti elvetici, Bonham era solito usare anche piatti di altre marche (non viene mai detto ufficialmente i marchi che usasse, ma si desume aver avuto diversi Zildjian), tuttavia come raccontò lo stesso Bonham era rimasto insoddisfatto del suono troppo scuro e dalla facilità con cui questi piatti si rompevano. Decise di provare i nuovi piatti della Paiste : Giant Beat. Con questi piatti sembrò aver trovato la quadra sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista delle rotture.
Tuttavia quando Bonham divenne endorser Ludwig, allora il marchio americano aveva fortissimi legami con la Paiste. Difatti la Ludwig era distributore unico per la Paiste negli Stati Uniti, Messico e Canada. Non è difficile ipotizzare che l’accordo di sponsor per i piatti sia avvenuto di conseguenza.
Ufficialmente John Bonham divenne endorser Paiste a partire dal 1971, ma già a partire dal 1970 aveva iniziato a collaborare con il marchio, usando perlopiù la serie Giant Beat. In seguito, il suo nome sarebbe stato legato in maniera indissolubile alla serie 2002.
Qua sotto potete trovare la immagine che descrive tutti i piatti usati da John Bonham nel corso della carriera
Le bacchette che usava John Bonham erano molto spesse. Ne usò diverse tipologie marche, tra di esse Jeff Ocheltree menzionò delle Ludwig 2A, mentre altri parlarono di 2B e 5B. Altre bacchette che usava Bonham erano delle bacchette realizzate da Eddie Ryan e dall’azienda Promuco. I drumtech dicevano che durante un concerto Bonham rompeva 2 o 3 paia a serata.

il mio Bonzo spaziale😘
Descrivere lo stile della batteria di John Bonham evoca istantaneamente visioni del potere fragoroso che ha creato. I suoi contributi alla musica rock furono rivoluzionari e il suo talento impareggiabile e insostituibile. Puoi solo immaginare la reazione di Jimmy Page nel vederlo per la prima volta nel 1968, ponendo fine alla sua ricerca di un nuovo batterista per formare una nuova band, i New Yardbirds (in seguito ribattezzati Led Zeppelin).
Un amico d'infanzia di Robert Plant, hanno suonato insieme nel ' Band of Joy', che ha portato a concerti locali e alcune demo in studio. All'inizio, Bonham era riluttante a unirsi al famoso chitarrista a causa di un concerto costante con Tim Rose. Ma... il resto della storia...
Come hanno affermato molte volte John Paul Jones, Jimmy Page e Robert Plant, i Led Zeppelin non sarebbero stati altrettanto bravi senza di lui. Insieme a JPJ, hanno fornito le solide fondamenta e la spina dorsale della band, il che ha reso tutto possibile. Le esibizioni dal vivo hanno davvero messo in mostra le sue abilità durante le numerose jam improvvisate durante ogni concerto e, naturalmente, il suo famoso assolo di batteria "Moby Dick"; raggiungendo a volte una mezz'ora di lunghezza! Gli imitatori di solito rimangono frustrati, dal momento che Bonham lo ha fatto sembrare così facile, non solo nel suo modo di suonare ma anche nell'incredibile suono di batteria che ha ottenuto. Il suo leggendario piede destro (sul pedale del basso) e le terzine fulminee erano il suo marchio di fabbrica immediato. In seguito ha perfezionato il suo stile dall'approccio duro per colpire la pelle a uno più delicato controllato dal polso, che ha prodotto un effetto ancora più potente e
La sua tragica scomparsa il 25 settembre 1980 ha immortalato la sua eredità per sempre. Il suo unico figlio, Jason, continua con orgoglio la tradizione. Anche la figlia Zoe ha un forte interesse per la musica e sta sperimentando il proprio materiale originale. La sorella di John, Deborah, è una cantante molto acclamata e di talento.
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È una tecnica...
"... ma mio padre sapeva suonare il suo kit - sembra il suo kit e poi suonava il mio kit giocattolo a casa e sembrava ancora lui. "
Ricorda quello che ha detto JPJ in un'intervista a MTV dove ha sottolineato che mentre la gente sembra pensare che Bonzo fosse tutto per colpire, se ascolti sentirai "c'è tutta questa piccola roba che sta succedendo". ovvero Bonzo aveva più finezza di quanto molti batteristi avranno mai. Quell'uomo era un genio naturale.
Jason Bonham shares stories of his father John, the iconic Led Zeppelin drummer, in an interview with Howard Stern
si possono mettere i sottotitoli in itlaiano


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https://zerotodrum.com/it/john-bonham-il-miglior-batterista-di-sempre/

John “Bonzo” Bonham è stato una leggenda nel settore della batteria; tuttavia, descriverlo esclusivamente in questo modo sarebbe fin troppo semplice e non gli renderebbe giustizia.

Questo uomo ha suonato la batteria in una delle band che più di tutte viene ricordata per aver segnato la storia del rock e della musica in generale: sto parlando dei Led Zeppelin, gruppo britannico composto dal frontman Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page e dal bassista John Paul Jones.

Si dice che questo batterista abbia cambiato completamente la musica rock attraverso la sua tecnica, il suo modo di suonare pieno di passione e la sua apertura a nuovi stili.

Essendo in prima linea nell’LP fondamentale dei Led Zeppelin, le sue capacità da batterista erano invidiate da tutti all’interno dell’industria.

Anni dopo la sua scomparsa, Jimmy Page, uno dei più bravi chitarristi di tutti i tempi nonché suo compagno di band, ammise di essere rimasto affascinato dal contributo di questo artista alla musica rock.

John Bonham – Il Motore Dei Led Zeppelin

Dopo aver venduto nove milioni di dischi ed aver fatto molte tournée da record, i Led Zeppelin giunsero ad una brusca e prematura fine.

Scritto dal fratello Mick, questo libro è un resoconto molto intimo sulla vita del nostro batterista; partendo dall’adolescenza di entrambi, il libro racconta (grazie anche al contributo delle testimonianze di Robert Plant e John Paul Jones) la vita e la carriera di Bonham, dagli esordi alla fama planetaria, come membro della più potente band rock’n’roll della storia.

Attraverso questo libro è possibile capire per quale motivo “Bonzo” venga considerato come il motore di questo incredibile progetto; si tratta di uno scritto che un vero fan non può perdersi.

John Bonzo Bonham E I Led Zeppelin

Prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1980, la creatività ed il suono di Bonham avevano già contrassegnato il gusto di molti amanti del rock in tutto il mondo, lasciandoli alla ricerca continua di quel grande impatto simbolo del modo in cui suonava nel gruppo.

In seguito alle loro conclusioni si parlava a lungo di ognuna delle esibizioni di questo batterista. Ciò che emergeva ogni volta in maniera piuttosto chiara era che la performance fosse pesante, vivace, virtuosistica e deliberata.

Ogni ascoltatore sarebbe elettrizzato dallo spettacolo mostrato dalle abili percussioni di questo batterista. Questo è il motivo; forse rimane nei libri di storia come uno tra i più grandi batteristi di tutti i tempi.

Si dice che quando Bonham fosse al minimo, non suonasse mai in modo noioso. Tutti potevano ancora sentire l’impatto del suo potere e della sua forza.

Era come se stesse solo parlando alla batteria e questa avesse seguito alla lettera le sue istruzioni. Quando era al suo meglio dal punto di vista ritmico, non ha mai dato al suo pubblico alcuna delusione.

Ogni notte in cui Bonham era in tournée con i Led Zeppelin, l’atmosfera si riempiva di vita e divertimento.

Sembrava sapere come sfuggire ad ogni difficoltà con il suo drumming travolgente; ne è un esempio il pezzo “Moby Dick “.

https://youtu.be/IOb8otk7Y0U

Questo suo modo particolare di suonare la batteria e le percussioni era la sua firma e la sua tecnica per lasciare tutti i fan a chiedere di più.

Ogni performance che ha fatto durante il suo periodo di attività con i Led Zeppelin era migliore della precedente; facendo così, Bohnam lasciava il palco tra gli applausi di tutti.

Dave Grohl, un altro famoso batterista, non ha perso l’occasione di elogiare lo stile di questo musicista quando ha scritto per “Rolling Stone”.

Grohl dice di aver passato anni nella sua camera da letto ascoltando il lavoro di Bonham e cercando di emulare il suo stile.

Era affascinato dallo swing e dalla spavalderia dietro al ritmo, alla velocità ed alla potenza della batteria di Bonham.

Lui stesso ha ammesso di voler raggiungere lo stesso senso di direzione istintiva, oltre che memorizzare ciò che ha fatto Bonham alla batteria mentre suonava con i Led Zeppelin.

Scommetto che, se guardassi John in azione, saresti costretto anche tu a provare quello che abbiamo descritto. Si tratta di portare la musica nel sangue.


Per anni, ogni rocker post-Bonham ha desiderato seguire le orme di questo batterista in un caso o nell’altro. È anche vero che i più grandi batteristi oggi sul mercato hanno ricevuto la sua ispirazione.

Ci sono così tante registrazioni delle sue esibizioni che qualsiasi tua esigenza di batteria potrebbe essere soddisfatta.

È sempre stato il desiderio di molti batteristi crescere allo stesso livello del più grande di tutti i tempi e questa ricerca ha permesso loro di trovare la strada giusta.

La Morte Di John Bonham

I Led Zeppelin sono ricordati come una delle band più grandi e produttive di sempre; il loro talento è noto tanto quanto il loro successo. Tuttavia è ben conosciuta anche la loro reputazione per gli eccessi nella vita privata.

Questo gruppo britannico era famoso per le storie che lo ritraevano al centro di numerose storie di dissolutezza, tra cui numerose avventure sessuali e l’abuso di alcool e droghe.

Nel ’75 Robert Plant, il frontman, ebbe un tragico incidente con la moglie e ne uscì con una prognosi di sei mesi bloccato su una sedia a rotelle: la conclusione più ovvia fu il ritiro del gruppo dalla scena rock, che avvenne nel 1976.

A seguito di questo spiacevole episodio, la band visse un periodo piuttosto buio che culminò con la morte di John Bonham, avvenuta il 25 Settembre 1980, quando il batterista dei Led Zeppelin aveva solo 32 anni.

Durante le prove con i compagni di gruppo nella villa di Jimmy Page a Windsor, Inghilterra, il nostro batterista era ubriaco e non accennava a smettere di bere.

Fu così che la sera dello stesso giorno, John venne trasportato in una stanza e lasciato là a dormire, venendo poi ritrovato senza vita a causa del vomito che lo aveva soffocato.

Successivamente all’accaduto, il 4 Dicembre del medesimo anno i Led Zeppelin rilasciarono un comunicato all’interno del quale dichiaravano l’interruzione dell’attività artistica della band, la quale si riunirà in seguito solamente altre cinque volte, tra cui il Live Aid dell’85 ed il loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, avvenuto dieci anni dopo.








 

Primo set

Purtroppo ci sono diversi racconti discordanti su questo primissimo set usato da Bonham. Unica cosa certa è che fosse un set particolarmente rovinato e che fosse stato comprato al negozio Drumland di Birmingham. In molti suppongono si trattasse di una Premier, mentre altre fonti citano una Trixon rossa. Sfortunatamente non esistono alcune foto o documentazioni certe in tal senso.

Prima Ludwig Green Sparkle

Quando il giovane Bonham a 15 anni si stancò del suo primo kit, lo rimpiazzò con la sua prima Ludwig. L’acquistò in quello che divenne il suo negozio di fiducia per tutti gli anni a venire : Yardley’s Music Shop a Birmingham.

Pubblicità del negozio preferito di John Bonham


Pubblicità del negozio preferito di John Bonham

Questa batteria modello Superclassic era una green sparkle ed aveva dimensioni 22″x14″, 13″x9″, 16″x16″ e rullante in alluminio L400 14″x5″. Come piatti spesso utilizzava piatti Zildjian per imitare i suoi idoli Buddy Rich e Gene Krupa, ma ben presto iniziò a mettere nel suo set anche qualche Paiste. Purtroppo non esistono foto che testimonino questo kit, ma tutte le fonti sono concordi nello svolgersi dei fatti.

Questa batteria accompagnò Bonham per tutto il periodo di formazione fino all’ingresso nei Led Zeppelin. Successivamente la batteria fu venduta al suo caro amico Frank Hall. Così ricorda 

Era un kit Ludwig green sparkle. Quando la vidi, gli dissi “Vorrei averne una così”. Subito dopo mi ricordo che stavamo guidando fino alla fattoria di Bonham in una Range Rover con quella batteria stipata dietro

Frank la usò per soli 5 anni ed in seguito la vendette per 40 pound al batterista dei West Cumbrian, Robin Melville. A sua volta questa batteria fu venduta in un negozio di Manchester.

La prima batteria usata con i Led Zeppelin era una Slingerland

Contrariamente a quello che si pensa, la prima batteria usata con i Led Zeppelin fu una Slingerland. Difatti in tutte le foto dei loro primi concerti è presente questo kit Slingerland con le medesime misure e colore del set Ludwig che aveva in precedenza.



La storia legata a questo kit è piuttosto nebulosa e frutto di molti dibattiti. Non si sa con certezza se fosse un kit affittato per il primo tour o se fosse con certezza di proprietà di Bonham. Altre fonti dicono che con questo kit sia stato registrato il primo album del gruppo, ma purtroppo non esiste alcune fonte certa che possa testimoniare tutto ciò.



La prima cassa “grande”

Durante il primo tour negli States, John Bonham ebbe maniera di sperimentare il primo kit con la cassa maggiorata. Si trattava di una Ludwig dalla finitura Black Diamond e composta da 24″x14″13″x9″16″x16″, 18″x16″ e rullante 14″x5″.







Arriva l’endorsement con Ludwig

Proprio durante il tour negli States, John ebbe maniera di conoscere uno dei suoi idoli : Carmine Appice. Difatti i Led Zeppelin condividevano le loro serate insieme ai Vanilla Fudge e tra uno spettacolo e l’altro i due batteristi avevano maniera di parlare lungamente dei propri strumenti.

 Carmine Appice rimane particolarmente impressionato dal giovane Bonham e non perdendo tempo, telefona alla Ludwig e chiede di mettere sotto contratto il batterista inglese e realizzargli un set del tutto identico al suo : 2 grancasse 26″x15″(misura custom), un tom da 15″x12″,e due timpani 16″x16″ e 18″x16″. Il rullante il classico 14″x6,5″ in alluminio. A questi tamburi, Bonham chiese anche un tom 14″x10″ (misura custom e che diventò il tom che usò maggiormente) ed un tom 13″x9″ (rimastro inutilizzato).




Il set di Carmine Appice
Il set di John Bonham

Questo era un kit personalizzato fatto su ordinazione da Ludwig con fusti a 3 strati (acero-pioppo-acero) con l’aggiunta di cerchi di rinforzo, senza la vernice bianca resacote all’interno. La finitura esterna non era un ricoperta ma piuttosto laccata.

Il set montato con la doppia cassa non fu ben visto dagli altri del gruppo. Ben presto fu chiesto a John di suonare con una sola grancassa. Particolarità di questo kit customizzato stanno nel fatto che il tom holder Roger Swiv-o-matic, mentre le sordine interne sono presenti solamente nel tom da 13″x9″ e nel timpano 16″x16″, mentre invece nel tom 14″x12″ e nel timpano 18″x16″ non sono presenti.  

Il kit fu usato per tutto il 1969, fino alla metà del 1970 (con questo kit venne registrato Led Zeppelin II) quando il set fu venduto al ragazzo della sorella di John per appena 5 pounds. In seguito il kit fu acquistato da Paul Thompson (batterista dei Roxy Music) che fece una piccola modifica al tom da 14″, accorciandolo la profondità a 10″ grazie all’aiuto del Roy Webster’s Drum Shop & Percussion Services.

Il secondo set Ludwig Green Sparkle

A partire dalla primavera del 1970, Bonham tornò ad utilizzare un kit color Green Sparkle. La Ludwig realizzò tre kit identici. Bonham ha usato questo drum kit dal 1970 fino alla fine del tour europeo del 1973. Si diceva che questo fosse il suo kit preferito da utilizzare in studio e che veniva utilizzato anche per la registrazione dei Led Zeppelin IIILed Zeppelin IVHouse of the holyPhysical GraffitiPresence e In Through The Out Door.

Le misure che adoperò furono 26″x14″14″x10″16″x16″ e 18″x16″.

Il kit Ludwig Green Sparkle ha fatto il suo debutto sul palco per il concerto del 22 giugno 1970 a Reykjavik in Islanda. Sotto questa batteria, Bonham aveva anche una piattaforma in legno. Consisteva in fogli di compensato uniti insieme con delle cerniere in modo che potesse essere piegato. Mick Hinton (drumtech che fece il suo primo concerto con Bonham a Belfast, in Irlanda, il 5 marzo 1971) raccontò in un’intervista: “Il mio compito era quello di avere il kit esattamente nella stessa posizione ogni sera. Avevo segnato tutto con diversi nastri colorati, e usavamo delle memorie per avere ogni cosa alla stessa altezza ogni notte. Avevamo dei fori per segnare tutte le gambe del tom, puntali della cassa e hi-hat: i buchi erano profondi circa mezzo pollice, quindi tutto si infilava dentro e avevo messo una striscia di nastro in gaffa su ogni gamba per fissarla al pavimento. Misi anche un bullone per ancorare la grancassa, se non lo avessi fatto, sarebbe volata al primo colpo”.

Dopo la morte di John Bonham, uno dei drum kit è stato consegnato al batterista e storico drumtech Jeff Ocheltree, un altro fu venduto ad un collezionista mentre un altro è stato tenuto da Pat Bonham (la vedova di John) che ad un certo punto lo diede in prestito al Rock And Roll Hall Of Fame di Cleveland, e ora risiede nella casa della famiglia Bonham, la Old Hyde Farm nel Wolcestershire, in Inghilterra, con sopra l’immagine di John.

La Vistalite

Questo kit è immortalato per sempre nel film dei Led Zeppelin, “The Song Remains The Same”, pubblicato nel 1976.

Stesse misure rispetto al Green Sparkle kit. Il kit è stato utilizzato per la prima volta sul palco del concerto il 4 maggio 1973 ad Atlanta, in Georgia. Ci sono alcune fonti che sostengono che oltre ai 16 “x16” e 16 “x18” forniti con il kit, siano stati forniti anche dei timpani più grandi da 16 “x20” e uno da 16 “x22”, alternandoli con quelli più piccoli in diversi momenti durante il tour, ma purtroppo tale teoria non trova alcun riscontro.



Black & White Spiral

Nel 1975 John Bonham ricevette 18 tamburi Black & White Spiral Ludwig Vistalite direttamente da Ludwig. Questi tamburi non sono mai stati utilizzati nè dal vivo, né in studio e sono stati tenuti solo a casa di John Bonham, la Old Hyde Farm nel Worcestershire, in Inghilterra.

Bonham ha dato alcuni tamburi al giornalista rock Chris Welch, il quale ha poi utilizzato per qualche anno il drum-kit in gruppi jazz. Alla fine, nel 1998 vendette a Phil Harris di Harris Hire Vintage Musical Instruments per £ 950. Nel corso degli anni, il drum kit è stato utilizzato da alcuni musicisti di rilievo, tra cui Robbie Williams, Shawn Drover di Megadeth e Manic Street Preachers. Il 4 settembre 2008, il kit di batteria Black & White Spiral Ludwig Vistalite è stato venduto alla casa d’aste The Fame Bureau per $ 41.000 a un compratore sconosciuto. I pezzi rimanenti sono ora in possesso della figlia di John Bonham, Zoe.






Stainless Steel

Il suo quarto e ultimo kit di batteria prodotto da Ludwig nell’aprile del 1977 è quello noto come il Kit in acciaio inossidabile (stainless steel). Bonham ha utilizzato questo kit di batteria Ludwig Stainless Steel dall’inizio del Tour degli Stati Uniti del 1977 fino all’ultima sfilata dei Led Zeppelin il 7 luglio 1980.

Voci discordanti ne riportano l’utilizzo anche per registrare alcune tracce dell’ultimo album in studio dei Led Zeppelin “In Through The Out Door“, anche se è stato anche detto che in studio sia stata utilizzata il kit Ludwig Green Sparkle. Esiste tuttavia una foto che mostra sia i kit di batteria in acciaio inossidabile sia quelli in Green Sparkle nel libretto di accompagnamento incluso nell’edizione deluxe di “In Through The Out Door”. Questo kit in acciaio inossidabile è ora in possesso di un collezionista canadese sconosciuto.

Le misure che Bonham utilizzò nel corso del tour furono 26″x14″16″x16″ e 18″x16″. Nel corso del tour alternò spesso la dimensione del tom, utilizzando talvolta un 14″x10″ e talvolta un 15″x12″ (riconoscibile perchè aveva i blocchetti stile “marching band”).


Il tom è un 15″x12″ (come si può notare bai blocchetti)

Stesso kit, ma con il tom 14″x10″


Il tom è un 15″x12″ (come si può notare bai blocchetti)
Stesso kit, ma con il tom 14″x10″

Altri drum kit usati

John Bonham è stato invitato a partecipare alla registrazione di due brani, “So Glad To See You Here” e “Rockestra Theme” con Paul McCartney e la Rockestra Orchestra il 3 ottobre 1978 presso Abbey Road Studios, City of Westminster, Londra, Inghilterra. Per questa sessione, Bonham ha utilizzato un Drum-kit Staccato Voyager 6. Le due tracce si trovano nell’album del 1979 di The Wings ‘Return to the Egg’. Il tema Rockestra è stato eseguito dal vivo al Concerto per il Popolo della Kampuchea all’Hammersmith Odeon, Londra, Inghilterra, il 29 dicembre 1979, tuttavia Bonham ha utilizzato il kit di batteria Ludwig Stainless Steeel per questo spettacolo. Il kit Staccato Voyager 6 con rivestimento in fibra di vetro era composto di Rack Tom da 6 “, 8”, 10 “e 12”, un floor tom da 18 “e una cassa da 22”.



Paiste : i piatti scelti da Bonham

Prima di utilizzare i piatti elvetici, Bonham era solito usare anche piatti di altre marche (non viene mai detto ufficialmente i marchi che usasse, ma si desume aver avuto diversi Zildjian), tuttavia come raccontò lo stesso Bonham era rimasto insoddisfatto del suono troppo scuro e dalla facilità con cui questi piatti si rompevano. Decise di provare i nuovi piatti della Paiste : Giant Beat. Con questi piatti sembrò aver trovato la quadra sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista delle rotture. 

Tuttavia quando Bonham divenne endorser Ludwig, allora il marchio americano aveva fortissimi legami con la Paiste. Difatti la Ludwig era distributore unico per la Paiste negli Stati Uniti, Messico e Canada. Non è difficile ipotizzare che l’accordo di sponsor per i piatti sia avvenuto di conseguenza.
Ufficialmente John Bonham divenne endorser Paiste a partire dal 1971, ma già a partire dal 1970 aveva iniziato a collaborare con il marchio, usando perlopiù la serie Giant Beat. In seguito, il suo nome sarebbe stato legato in maniera indissolubile alla serie 2002.

Qua sotto potete trovare tutti i piatti usati da John Bonham nel corso della carriera




Le bacchette che usava John Bonham

Le bacchette che usava John Bonham erano molto spesse. Ne usò diverse tipologie marche, tra di esse Jeff Ocheltree menzionò delle Ludwig 2A, mentre altri parlarono di 2B e 5B. Altre bacchette che usava Bonham erano delle bacchette realizzate da Eddie Ryan e dall’azienda Promuco. I drumtech dicevano che durante un concerto Bonham rompeva 2 o 3 paia a serata.






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