..raccontiamo una favola....
il tempo per raccontare e leggere una fiaba è un tempo illustre, sommo, austero ma anche leggiadro e coraggioso..
è un tempo dove non esiste l'inizio e la fine..
esiste solo l'adesso e quello che potrà essere...
Tanti secoli fa quegli uomini che avevano stabilito la loro dimora tra il fiume Nera e il torrente Serra, trovando una specie d’isola felice, sperimentarono loro malgrado come la vita e la morte fossero due facce della stessa medaglia, infatti le acque che circondavano Interamna Nahars costituivano la loro vita fino a che potevano defluire, quando invece ristagnavano formavano acquitrini e paludi malariche.
Proprio la malaria, che falcidiava vittime, si trasformò nell’immaginario collettivo in un essere mostruoso, un drago che abitava nelle zone paludose, in particolar modo in una località chiamata “La Chiusa”.
Il drago sprigionava dalle narici fumi ammorbanti e dalla bocca emanava un alito maleodorante pertanto un terribile fetore si mescolava all’aria togliendo il respiro alla popolazione; il mostro portatore di morte costituiva un orribile flagello da cui le autorità del luogo volevano liberare gli abitanti. La lotta contro il drago non era facile e nessuno aveva il coraggio di affrontarlo, soltanto un giovane che chiameremo L’Ardimentoso si offrì di cimentarsi nell’impresa.
Il giovane era nobile e coraggioso ma soprattutto era innamorato; l’oggetto del suo amore era Pulchra una fanciulla dalla pelle d’avorio e gli occhi di giada, appartenente ad una famiglia in competizione con quella del giovane. La gloria che egli pensava di poter trarre dal cimento gli avrebbe consentito di superare le rivalità familiari e coronare il suo sogno d’amore.
Un mattino quindi L’Ardimentoso , dopo essersi munito di una buona armatura, lasciò l’abitato e s’incamminò verso “La Chiusa”. Lungo il tragitto il giovane, pur sentendosi forte per le armi e il coraggio rinsaldato dall’amore che gli scaldava il petto, cominciò a pensare come poter affrontare il drago e nacque in lui qualche dubbio.
Intanto lungo il sentiero, nascosto dalla vegetazione, camminava quatto quatto Pragmaticus; costui era il servo dell’Ardimentoso che non aveva voluto lasciare solo il suo padrone. In realtà tra L’Ardimentoso e Pragmaticus c’era un forte legame d’amicizia, cresciuta insieme a loro che da bambini avevano giocato e condiviso esperienze; disuguali a livello sociale erano però profondamente simili nel loro sentire e i loro caratteri si completavano a vicenda , per questo potevano essere amici. Quando il giovane fu in prossimità della sua meta, Pragmaticus sbucò fuori e cercò di rincuorarlo con queste parole: “Amico mio, a quale impresa ti hanno condotto il coraggio e il sentimento! Sei forte, ma il mostro non è un tuo pari quindi agisci con prudenza, io sarò nascosto qui dietro, puoi sempre contare su di me!”.
L’Ardimentoso, trovatosi al cospetto del drago, provò e riprovò a colpirlo con tutta la sua forza ma questi sembrava invincibile. Dopo innumerevoli tentativi infruttuosi, il giovane vide scemare quel coraggio che lo aveva sostenuto sino ad allora; prontamente intervenne Pragmaticus che, presolo per un braccio, lo trascinò dietro un cespuglio per poter decidere insieme un piano d’attacco. “Mio signore, mio amico, io per te darei la mia vita” disse sottovoce il servo “ ma se vuoi uscire vivo da questa impresa dobbiamo agire d’astuzia, quindi aspetta che sia scesa la notte e quando il drago si sarà addormentato profondamente introdurrai nella sua bocca semiaperta questa mistura di erbe velenose che ho portato con me; useremo il veneficio per combatterlo con le sue stesse armi !”. E così fu, L’Ardimentoso seguì i consigli di Pragmaticus e il drago morì.
All’alba prima di condividere la meravigliosa notizia con le autorità e tutta la cittadinanza, il giovane disse al servo: “ Amico mio, ti devo la vita, senza di te non ce l’avrei mai fatta ma per il bene che ti voglio ti prego di approfittare di questa situazione e fuggire, potrai essere un uomo libero!”. A queste parole Pragmaticus rispose: “ Non saprei dove andare, rimarrò con te e con gli altri perché l’azione che segue a un ragionamento ha sempre bisogno di qualcuno che la sostenga e questa città e gli uomini in generale ne avranno grande necessità.
Così L’Ardimentoso tornò vincitore tra la sua gente,molti furono gli onori tributatigli, per molti giorni si prolungarono i festeggiamenti e nell’entusiasmo che aveva galvanizzato tutti, trovarono spazio anche le nozze del giovane con Pulchra. Pragmaticus in disparte osservava la scena sorridendo tra sé e sé.
è una fiaba che non ricordo in quale diario sia scritta..
può essere il tutto e di tutti..
non importa dove si crede il raccontare
importa come lo si vive e interpreta..
una foto che la idenfica ..o forse sono io che voglio identificarla ..
buona lettura
Lella..
..tell a fairy tale ....
the time to tell and read a fairy tale is an illustrious, supreme, austere but also graceful and courageous time ..
it is a time where there is no beginning and end ..
there is only now and what may be ...
Many centuries ago those men who had established their home between the Nera river and the Serra torrent, finding a kind of happy island, experienced in spite of themselves how life and death were two sides of the same coin, in fact the waters that surrounded Interamna Nahars constituted their life until they could drain, when instead they stagnated they formed marshes and malarial swamps.
Malaria itself, which killed victims, was transformed in the collective imagination into a monstrous being, a dragon that lived in swampy areas, especially in a place called "La Chiusa".
The dragon released from its nostrils soothing fumes and from its mouth emanated a foul-smelling breath therefore a terrible stench mixed with the air, taking the breath away from the population; the death-bringer monster was a horrible scourge from which the local authorities wanted to free the inhabitants. The fight against the dragon was not easy and no one had the courage to face it, only a young man we will call L’Ardimentoso offered to try his hand at the enterprise.
The young man was noble and courageous but above all he was in love; the object of his love for him was Pulchra, a girl with ivory skin and jade eyes, belonging to a family in competition with that of the young man. The glory that he thought he could draw from the trial would allow him to overcome family rivalries and fulfill his dream of love.
So one morning L’Ardimentoso, after having equipped himself with good armor, left the town and walked towards "La Chiusa". Along the way, the young man, while feeling strong for his weapons and courage strengthened by the love that warmed his chest, began to think about how to face the dragon and some doubts arose in him.
Meanwhile along the path, hidden by the vegetation, walked quatto quatto Pragmaticus; he was the servant of the Ardimentoso who had not wanted to leave his master alone. In reality, between L’Ardimentoso and Pragmaticus there was a strong bond of friendship, which grew up with them who had played and shared experiences as children; socially unequal, however, they were profoundly similar in their feelings and their characters complemented each other, so they could be friends. When the young man was near his goal, Pragmaticus came out and tried to cheer him up with these words: “My friend, to what undertaking have courage and sentiment led you! You are strong, but the monster is not your equal so act with caution, I will be hidden behind here, you can always count on me! ".
The Ardimentoso, found himself in the presence of the dragon, tried and tried again to hit him with all his strength but he seemed invincible. After countless unsuccessful attempts, the young man saw the courage that had sustained him until then diminished; Pragmaticus promptly intervened who, taking him by the arm, dragged him behind a bush in order to decide together a plan of attack. "My lord, my friend, I would give my life for you" the servant said softly "but if you want to get out of this enterprise alive we have to act cunning, so wait until night has fallen and when the dragon has fallen asleep deeply you will introduce in his half-open mouth this mixture of poisonous herbs that I have brought with me; we will use poisoning to fight him with the same weapons as him! ". And so it was, the Ardimentoso followed the advice of Pragmaticus and the dragon died.
At dawn, before sharing the wonderful news with the authorities and all citizens, the young man said to the servant: "My friend, I owe you my life, without you I would never have made it but for the good that I love you. please take advantage of this situation and escape, you can be a free man! ”. To these words, Pragmaticus replied: "I would not know where to go, I will stay with you and with the others because the action that follows a reasoning always needs someone to support it and this city and men in general will have great need.
Thus L ’Ardimentoso won again among the people of him, many were the honors bestowed on him, the celebrations were prolonged for many days and in the enthusiasm that had galvanized everyone, the wedding of the young man with Pulchra also found space. Pragmaticus on the sidelines observed the scene, smiling to himself.
it is a fairy tale that I do not remember in which diary it is written ..
it can be everything and everyone ..
no matter where you believe the story
it matters how you live it and interpret it ..
a photo that identifies her .. or maybe it's me who wants to identify her ..
enjoy the reading
Lella ..
Ci sono persone che possono amarsi anche se non decideranno mai di stare insieme, o semplicemente senza mai dirselo perché un tacito accordo li lega: ci sono, ci sei, ma non saremo.
Accade!
E questi legami sono talmente forti che fanno da ponte o da spinta quando uno dei due è in difficoltà.
E poi ci si racconta senza vergogna, senza pudori, senza pregiudizi perché l'uno è legato all'altro da qualcosa che non ha nome, né tempo, solo magia.
Ci sono persone che insieme sarebbero due gocce di sangue che scorrono nella stessa vena, ma che non si possono avere: solo desiderare.
Che scatenano una fame d'amore e una voglia di darsi davvero assurda. Sarebbe meglio staccare, ma non ce la fanno… si rendono conto che non possono perdersi.
E allora la loro assenza è presenza, costante!
Nei silenzi si fanno sentire, addosso!
Si allontanano ma non vanno via, dimorano!
Restano anche se non rimangono.
Dentro!
cit..
There are people who can love each other even if they never decide to be together, or simply without ever saying it because a tacit agreement binds them: they are there, you are there, but we will not be.
It happens!
And these bonds are so strong that they act as a bridge or a push when one of the two is in trouble.
And then we talk about it without shame, without shame, without prejudice because one is linked to the other by something that has no name, no time, only magic.
There are people who together would be two drops of blood flowing in the same vein, but which cannot be had: only desired.
Which trigger a hunger for love and a truly absurd desire to give oneself. It would be better to disconnect, but they can't ... they realize they can't get lost.
So their absence is constant presence!
In the silences they make themselves felt, on him!
They go away but they don't go away, they stay!
They stay even if they don't stay.
Inside!
cit..
Il y a des gens qui peuvent s'aimer même s'ils ne décident jamais d'être ensemble, ou simplement sans jamais le dire car un accord tacite les lie : ils sont là, vous êtes là, mais nous ne le serons pas.
Ça arrive!
Et ces liens sont si forts qu'ils agissent comme un pont ou une poussée lorsque l'un des deux est en difficulté.
Et puis on en parle sans honte, sans honte, sans préjugés car l'un est lié à l'autre par quelque chose qui n'a pas de nom, pas de temps, que de la magie.
Il y a des gens qui ensemble seraient deux gouttes de sang coulant dans la même veine, mais qu'on ne peut pas avoir : seulement désirées.
Ce qui déclenche une soif d'amour et un désir vraiment absurde de se donner. Il vaudrait mieux se déconnecter, mais ils ne peuvent pas... ils se rendent compte qu'ils ne peuvent pas se perdre.
Donc leur absence est présence constante !
Dans les silences qu'ils se font sentir, sur lui !
Ils s'en vont mais ils ne s'en vont pas, ils restent !
Ils restent même s'ils ne restent pas.
À l'intérieur!
https://www.facebook.com/notes/1820225134783219/
DAL MIO DIARIO: Lettere a Michael..”Ciao Anima mia..posso raccontarti una favola?”
..nell'incanto di una stella
mi scopro nuda
fragile
in un baglior muoio
e rivivo
il ricordo
nel nascer nel cuor di anime
mi nutre
e infinitamente esisto
Lella..
in to magical spell
of a star
I find myself naked
delicate
a gleam die
and relive
the memory
He is born in the heart of souls
I feed me
and infinitely exist
Lella..
mi vesto di foglie...di foglie mi nutro..
aleggio nel vento
mi nutro dei suoi respiri
..attendo il mio destino colorata d'autunno
Lella...
C’era una volta un piccolo albero di Natale che, quando parlava con mamma albero di Natale e papà albero di Natale, non vedeva l’ora di poter mettersi addosso le palline colorate, i festoni argentati e le lampadine. Sognava ogni notte il suo momento, entrare nel salotto buono, gustarsi i sorrisi gli auguri in famiglia, lasciarsi sfuggire una lacrima di resina dalla contentezza.
E venne finalmente il giorno del piccolo albero di Natale. Venne scelto quasi per caso tra tanti amici alberi di Natale anche loro. Pensava: "Adesso è venuto il mio momento, adesso sono diventato grande". Il viaggio fu lungo, incappucciato di stoffa bagnata per non perdere il verde luminoso dei rami ancora giovani. Tornata la luce, il piccolo albero di Natale si trovò nella casa di una famiglia povera. Niente palline, niente festoni, solo il suo verde scintillante faceva la felicità dei bambini che lo stavano a guardare con gli occhi all’insù, affascinati. Era il loro primo albero di Natale. Subito fu deluso, sperava di poter dominare una sala ricca di regali e di addobbi eleganti.
Ma passarono i giorni e si abituò a quella casa povera ma ricca di amore. Nessuno aveva l’ardire di toccarlo. Venne la sera di natale e furono pochi i regali ai suoi piedi ma tanti i sorrisi di gioia dei bambini che per giorni erano rimasti a guardarli sotto il suo sguardo severo per cercare di indovinare che cosa ci fosse dentro. Venne il pranzo di Natale, niente di speciale. Venne Capodanno, con un brindisi discreto, ma auguri sinceri. E venne anche l’Epifania e il momento di andare via. Questa volta non lo incappucciarono. Lo tolsero dal vaso, gli bagnarono le radici e tutta la famiglia lo accompagnò verso il bosco. Era felice di ritornare con mamma albero di Natale e papà albero di Natale. Passando per la strada vide tanti suoi amici, ancora con le palline colorate e i fili d’oro e d’argento, che lo salutavano. Ma c’era qualcosa di strano, erano tutti nei cassonetti della spazzatura, ricchi e sventurati, piangevano anche loro resina, ma non per la contentezza. Chissà dove sarebbero finiti!
Ora il piccolo albero di Natale è diventato un abete grande e possente, ha visto tanti figli andare in vacanza per le feste. Qualcuno è ritornato, sano o con un ramo spezzato. Lui guarda da lontano la città dove i bambini del suo Natale lo hanno amato e rispettato. Perché è un albero di Natale, albero di Natale tutto l’anno, perché Natale non vuol dire essere buoni e bravi solo il 25 dicembre, perché Natale può essere ogni giorno. Basta volerlo come quel piccolo albero di Natale che ci tiene compagnia sulla montagna, anche se lontano, anche se non lo vediamo.
E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino. Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice.
ci sono legami che non si possono spiegare...
E allora la loro assenza è presenza, costante!
Nei silenzi si fanno sentire, addosso!
Si allontanano ma non vanno via, dimorano!
Restano anche se non rimangono.
Dentro!
Nessun commento:
Posta un commento