18..DICONO E HANNO DETTO DI..ROBERT PLANT E LED ZEPPELIN.."
Jimmy Page, ben più dell’eroe elettrico tutto assoli e gesti eclatanti. Ha suonato tutto quello che somigliava a una chitarra, pure alla lontana, e con tutto quello che le mani potevano impiegare (plettri, bottleneck, archetti). Ha pure suonato l’aria!
La chitarra elettrica (solista) ha avuto dei padri fondatori, e li troviamo senz'altro nel Jazz a cominciare da Charlie Christian a cavallo tra i ’30 e i ’40 del secolo scorso. Ma è con il R&R, Blues ecc. che si hanno le prime specializzazioni, con uno sfruttamento un po’ più intenso delle possibilità che l’elettrica offriva in termini di una differente articolazione (in pratica con note più legate e sostenute) insieme con impatto sonico più incisivo; ciò a cavallo tra i ’50 e i ’60 con i protagonisti dell’epoca (T. Bone Walker, C. Berry, S. Moore ecc.). Ulteriormente nei ’60 con i tre King (soprattutto Freddie). In seguito, dopo che si era da poco affacciato alla ribalta, e alla grande Eric Clapton, è atterrato Hendrix…
Jimmy Page è nato, cresciuto e iniziato a prosperare in questo crogiolo di incandescenti amplificatori e altoparlanti quasi fatti esplodere di energia dalle vibrazioni delle corde di metallo tirate e percosse allo spasimo e trasmesse dai corpi pieni delle chitarre che, vibrando così, stavano solidificando sempre più e duramente un genere e uno stile di Rock che fece epoca, e i suoi echi ancora sentiamo forti e chiari.
Hendrix e Beck chi per un motivo chi per un altro erano casi a parte, sfuggenti... Il primo per il tantissimo che aveva riversato risultando una specie di marziano stordente, il secondo per il suo stile flashing poco incline al fraseggio e alla costruzione; pure dei brani. Clapton e Blackmore quasi antitesi della chitarra elettrica, il primo legatissimo al blues, il secondo pochissimo.
Dunque Page è un chitarrista che è stato sempre un punto di fusione tra questi in termini stilistici, ma con in più una predisposizione al lavoro compatto di gruppo, in studio di registrazione, al servizio di un progetto musicale per il quale è sempre stato molto dedito, assumendosi sempre la responsabilità di essere timoniere e capitano della nave volante. I Led Zeppelin sono una sua creatura che ha allevato con esiti che moltissimi conoscono. È dopo l’importante esperienza degli Yardibirds che Page ha avuto in mente l’idea di fare una sua band nella quale riversare ed esprimere la sua giovanile e vigorosa creatività, quando ci riuscì si distinse anche da tutti quelli citati prima che erano i grandi maestri della chitarra elettrica: la sua musica di gruppo gli ha permesso di fare delle cose che quegli altri non avevano fatto e né avrebbero compiuto in seguito.
Lui il chitarrista arcobaleno dalle mille sfumature di colori, tessitore di sontuose trame sonore con molte parti che si sovrappongono armonizzandosi.
Uno dei tratti distintivi di Page è che lui ha usato qualsiasi cosa per ottenere i paesaggi musicali che aveva in mente, e questo a cominciare dalla chitarra finanche a effetti negli studi di registrazione, effetti reverse, echi e riverberi usati in modo particolare e slide (You Shook Me). Perciò sin da subito ha usato la chitarra acustica (Babe I’m Gonna Leave You), anche quella 12 corde (Gallows Pole), quegli altri no. E fu una differenza non da poco…
Poi archetto violino (Dazed and Confused), che aveva già usato con gli Yardibirds, e in Whole Lotta Love compendio di tutta una serie di strumenti e accessori (slide ecc.) compreso il Theremin! Accordature alternative (Black Mountan Side, Friends), il banjo (Gallows Pole), pedal steel e dulcimer (That’s The Way).
Insomma al netto dei poderosi riff e gli interventi a note singole dell’elettrica e i suoi bellissimi assoli disseminati in tutta la discografia dei LZ, Jimmy Page è stato un chitarrista che ha aperto un ampissimo varco alle possibilità d’impiego di questo strumento al servizio della musica.
Menzione particolare per il live del ’73 The Song Remains The Same, nel quale troviamo Page con assoli e performance al top, e con un arrangiamento per chitarra del brano The Rain Song (nell'originale ce n’erano principalmente due che facevano differenti parti, una acustica e una elettrica) in termini di inventiva e tecnica semplicemente stupefacente: uno zenith per la chitarra rock che nessun altro ha mai raggiunto.
Dopo i primi due clamorosi dischi LZ del ’69, il terzo principalmente acustico; il IV compendio dei primi tre, e Houses Of The Holy apice delle sperimentazioni chitarristiche e musicali. Da qui comincia la parabola discendente, che però ha riservato qualche grande colpo di coda, in testa i brani Kashmir e Achilles Last Stand, poi, dalla fine dei LZ, dagli ’80, in sostanza poco o nulla. Ma quel che ha ci lasciato in eredità è una enorme miniera che ancora è da scoprire interamente, in fondo pochi dischi, ma pregiatissimi. (Carlo Pasceri)
LED ZEPPELIN, LA STORIA DEL TRAGICO INCIDENTE DI ROBERT PLANT IN GRECIA
Il 4 agosto 1975 Robert Plant fu coinvolto in un tragico incidente mentre era in vacanza in Grecia aprendo un periodo difficile che culminò con la fine dei Led Zeppelin
Il 4 agosto del 1975 Robert Plant perdeva il controllo della sua auto mentre era in vacanza in Grecia. Un'incidente che segnò profondamente il cantante dei Led Zeppelin e che diede il via ad un periodo difficile per lui e per la band.
Il drammatico incidente di Robert Plant
Nell'estate del 1975 Robert Plant si trovava in vacanza in Grecia con la sua famiglia durante una pausa dal tour dei Led Zeppelin che, con la pubblicazione di "Physical Graffiti" , avevano raggiunto un successo sempre più grande.
In quel momento gli Zeppelin erano diventati lo stereotipo delle rockstar tra eccessi, jet privati e tour sold out in tutto il mondo ma l'imprevisto era dietro l'angolo.
Nel corso della sua vacanza nell'isola di Rodi, il 4 agosto 1975, Robert Plant venne coinvolto in un tragico incidente automobilistico quando perse il controllo dell'auto presa a noleggio schiantandosi.
Con lui a bordo c'erano sua moglie Maureen, i loro figli e Scarlet, la figlia di Jimmy Page immortalata nella canzone dei Rolling Stones.
Se i ragazzi rimasero tutto illesi, sia Plant che Maureen riportarono delle gravissime lesioni. La moglie del cantante, in particolare, riportò lesioni e fratture quasi mortali e fu salvata solo grazie alla possibilità di Plant, che aveva messo da parte molti soldi per uso personale, di mettere in moto una macchina tale da soccorrere la compagna.
Grazie all'aiuto del tour manager della band, Plant riuscì infatti ad organizzare immediatamente i soccorsi facendo atterrare in Grecia un jet privato, con tanto di dottori a bordo, che trasportò Maureen nel Regno Unito dove fu ricoverata.
Pur non rischiando la vita come la moglie, anche Plant si infortunò seriamente riportando fratture al gomito e alla caviglia che lo costrinsero su una sedia a rotelle per molti mesi. La riabilitazione era una cosa seria ed estremamente lunga, l'unica cosa da fare fu fermarsi.
Lo stravolgimento dei Led Zeppelin
E' così che i Led Zeppelin furono costretti a cancellare decine di date che avevano in programma tra America e Asia e stravolgere completamente i loro piani futuri.
Niente tour, tutto da rifare e l'unica cosa possibile era cercare di completare un nuovo album: Presence. Le condizioni di Plant, però, non aiutavano nemmeno in quel senso e i lenti tempi di recupero dall'incidente finirono per far proseguire a singhiozzo i lavori sul disco.
Lo stesso cantante dei Led Zeppelin fece una gran fatica a rimanere dello spirito adatto, ci metteva tutto l'entusiasmo possibile ma sentiva quasi di essere un corpo estraneo al resto dela band e le sue cattive condizioni di salute, unite a quelle di Maureen, stavano creando problemi anche in casa.
C'era una carriera al culmine e dei figli a cui badare e tutti stavano ancora scontando gli acciacchi di quella maledetta settimana di agosto in Grecia.
Per un paio di settimane i Led Zeppelin si trasferirono a Monaco di Baviera per registrare il loro settimo album e, anche questa volta, Plant rischiò di bloccare tutto.
Mentre Bonham, Jones e - soprattutto - Page si facevano in quattro per suonare e produrre l'album, Plant commise una leggerezza. Dimenticandosi per un secondo del suo brutto infortunio, il frontman dei Led Zeppelin fece un balzo dalla sedia per raggiungere il mixer e riascoltare una traccia ma la sua gamba crollò rovinosamente sotto di lui.
Plant finì a terra e fu subito ricoverato nuovamente in ospedale ma la band, in qualche modo, riuscì comunque a terminare le registrazioni di Presence con solo una settimana di ritardo sulla tabella di marcia.
Un periodo difficile
L'incidente di Rodi non solo provocò problemi fisici a Robert Plant ma ebbe anche un grosso impatto dal punto di vista mentale e, non ultimo, in qualche modo diede il via ad un periodo davvero difficile per il frontman dei Led Zeppelin.
A causa dell'infortunio la band non andò in tour nel 1976 e pensò di occupare il tempo lavorando al film concerto "The Song Remains The Same".
Nel 1977 i Led Zeppelin decisero che, finalmente, era giunto il momento di riabbracciare i fan e si imbarcarono in lungo tour negli Stati Uniti stabilendo anche un record di presenze con gli oltre 76.000 spettatori accorsi al Silverdome di Pontiac.
Ancora una volta, però, il destino era deciso a mettersi contro Plant e la band e il 30 luglio, prima dello show a New Orleans, il cantante subì il secondo e definitivo colpo. Appena arrivato in città, Robert Plant fu raggiunto da una chiamata che arrivata dall'Inhgilterra: suo figlio Karac, cinque anni, era appena morto per un'infezione allo stomaco.
Quel dramma gettò per l'ennesima volta un'ombra enorme sul futuro dei Led Zeppelin e Plant pensò di abbandonare per sempre la band. Non fu così e nel novembre del 1978 i Led Zeppelin si recarono ai leggendari Polar Studios di Stoccolma per registrare l'ultimo album della loro carriera, In Through The Out Door.
Dopo alcune date di warm up l'estate successiva, nell'agosto del 1979 i Led Zeppelin si esibirono per due concerti enormi a Knebworth Park, davanti a oltre 100.000 spettatori nella sola prima sera.
Nessuno poteva saperlo ma sarebbero stati gli ultimi show casalinghi della loro carriera. Nell'estate del 1980 la band suonò qualche data in Europa pianificando il ritorno dall'altra parte dell'oceano.
Il 17 ottobre 1980 i Led Zeppelin sarebbero dovuti volare negli Stati Uniti per un nuovo tour, il primo da quello interrotto tragicamente dalla morte di Karac. Anche in questo caso, però, il destino ce la mise tutta per piazzare i bastoni tra le ruote e poche settimane prima, il 25 settembre del 1980, John Bonham fu ritrovato privo di vita a soli 32 anni mettendo la parola fine, questa volta davvero, alla leggendaria storia dei Led Zeppelin.
https://youtu.be/YWOuzYvksRw
Jason Bonham parla di come i Led Zeppelin abbiano legalmente richiesto di smettere di usare il nome della band "Led Zeppelin Experience"
"All'epoca, sì, ero un po' confuso", ha detto Bonham
Durante un'apparizione su The Eddie Trunk Podcast , Jason Bonham, il batterista figlio della defunta icona dei Led Zeppelin John Bonham, ha guardato indietro alla ricezione di una richiesta legale per cambiare il nome del suo tributo ai Led Zep.
La tribute band è stata fondata nel 2009 con il nome di Led Zeppelin Experience di Jason Bonham. Da quando è stata fatta la richiesta, Jason ha cambiato il nome in Led Zeppelin Evening di Jason Bonham.
Quando l'intervistatore ha detto: "Questo si chiamava Led Zeppelin Experience, ora è 'Evening' ed è stato su richiesta degli stessi ragazzi degli Zeppelin, giusto?", Bonham ha risposto (trascritto da UG):
“Sì, lo era, e all'epoca, sì, ero un po' confuso. 'Come mai…?' Ho pensato: 'Non erano contenti che lo facessi?'
"Ma no, c'era qualcosa su cui stavano lavorando, che dall'aspetto di ciò che le notizie hanno appena visto nelle notizie l'altro giorno, era forse qualcosa di simile a quello che i Pink Floyd avevano fatto con la Pink Floyd Experience.
“Penso che volessero la terminologia, 'Esperienza', per essere in grado di fare qualcosa del genere, immagino. Questa è la mia opinione perché hanno detto: "Ti stiamo ancora permettendo di usare il nome "Led Zeppelin".
“Ho detto: 'Lo so, ho solo bisogno, ho la targa, ho bisogno di qualcos'altro nel logo, ho bisogno di un'altra 'E'.'
“Quindi abbiamo provato 'Extravaganza', che non suonava bene, quindi è diventato Led Zeppelin Evening di Jason Bonham.
“In un certo senso, è stato quando è arrivato il nuovo chitarrista, quindi è stato un nuovo inizio, un nuovo nome, e non è cambiato.
“Ha un pubblico assolutamente vasto, non ho perso nessun fan. Ci sono più persone che vengono allo spettacolo ora rispetto a prima, ma riesci a credere che siano passati 11 anni da quando ho iniziato questo progetto una tantum che ho detto che avrei fatto?"
I ragazzi degli Zeppelin, abbiamo parlato di te che hai alterato il nome per loro, sono mai usciti e hanno visto questo?
“Dato che sono in Inghilterra la maggior parte del tempo, no, ma eravamo a Nashville a registrare con [la band di Sammy Hagar] The Circle, e Mr. [Robert] Plant era in città.
“Stavamo facendo stampa per il suo disco e ne abbiamo parlato. Ha detto: 'Cosa hai lì?' E prima di andare oltre, dirò che ho trascorso una settimana fantastica.
“Stavo ancora lavorando con Sammy e The Circle in studio, e poi la sera andavo a sedermi con Robert, solo noi due con mia moglie, e ripensavo a vecchie storie e ridevo e piangevo.
“Non avevamo interazioni del genere da molto tempo, quindi ho tirato fuori il – ha detto, 'Cosa stai facendo?' Ho detto 'Beh, suono con questo ragazzo, Sammy Hagar,' e lui ha detto, 'Sammy cosa...? Non l'ho incontrato.'
“E ho detto 'Penso che tu l'abbia fatto, diverse volte.' Poi diceva "OK, e?" e, naturalmente, io facevo l'altra cosa, e lui diceva, "Non guardarmi con quegli occhi e dire, "L'altra cosa", tu intendi con Zeppelin?'
“Lui dice: 'Buon per te, assicurati di farlo con onestà e amore, perché è così che devi farlo.' È stato un momento molto bello.
“Stavamo parlando di alcuni album e non mi sono mai seduto a parlare di canzoni degli Zep con lui perché c'era sempre gente in giro e ho detto: 'Qual era la tua canzone preferita? E questa canzone, e quella?'
“Egli dice, 'Tutto quello che devi ricordare è che, a volte, alcune di queste canzoni riportano indietro un momento della mia vita che non era eccezionale. Ero su una sedia a rotelle dopo essere quasi morto in un incidente d'auto in quel momento, soffrivo.'
“Quando ci pensi davvero ora, ricordo di essere stato lì e di averlo visto trascinato dentro. Dice, 'Non potevo fare nulla per me stesso, ma stavo ancora per fare un altro album, ed eccomi lì, in un sedia a rotelle con la gamba dritta».
“E ha cantato come ha fatto in quelle canzoni, quindi Dio lo benedica per questo. Penso che sia il suo preferito, ha detto che ama ancora "Achilles", ha detto, "Se mai dovessi suonare qualcuno degli Zeppelin", ha detto, "Ecco, ascolta questo, questo è quello che avevamo".
“Era molto orgoglioso di questo, quindi è stata una cosa meravigliosa da avere. Ne abbiamo parlato brevemente, non c'è mai stato alcun conflitto o altro, e a quanto pare, l'ultima volta che ha suonato il greco, ha suonato due giorni dopo e ha detto: 'Qualcuno ha visto Jason? OK, è così che suonavano i Led Zeppelin.'
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