venerdì 20 ottobre 2023

73..♥ღ♥ ⁀⋱‿ 🍃🌿💓 Buongiorno 🍃🌿💓 ⁀⋱‿ 🍃🌿💓DAL MIO DIARIO:..”Ciao Anima mia..posso raccontarti una favola?⁀⋱‿ 🍃🌿💓⋱‿ 🍃🌿💓


 "Che cosa è la fanciulezza???

per me è poter cantar maggio in una sera afosa di giugno,
abbracciata a mille lucciole sfavillanti che
mi rincorrono e si rincorrono
senza mai farsi prendere
lucciole,
luci sfavillanti fra messi di grano...
è salire sul ciliegio fino alla cima
dove quel ramo carico di frutti rossi,
sembra dire..
Vieni a prendermi..solo tu lo puoi fare..
è correre a perdifiato
perchè l'orologio ha scandito da un pezzo
l'ora del ritorno. e
se faccio tardi
torno ad essere cenerentola., anche se sono solo le
sei del meriggio.
è rifugiarsi in quell'angolino quasi buio
ma tutto mio,
dove i sogni hanno il profumo del pane fresco
e l'odore della marmellata di more..
in quel tempo di vacanze e
che nonna mi faceva trovare prima dell'alba..
rimanere ad ascoltare i battiti del cuore,
un cuore soffocato non sempre da tanto amore
ed il risvegliarsi riscaldata
da quel raggio di sole
illuminando la perlacea bellezza di una mia lacrima
discesa sulla guancia arrossata..
Allora che cosa è la fanciulezza
se non la voglia
di poter volare anche senza ali
Lella...
dai miei diari 1974
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„Fanciullezza venti anni, adolescenza venti, giovinezza venti, vecchiaia venti.“
Lella...💞
penso che ogni giorno sia una pesca miracolosa...
sarà che noi siamo di un lontanissimo pianeta...
"What is childhood???
for me it's being able to sing May on a sultry June evening,
embraced by a thousand sparkling fireflies that
they chase me and chase each other
without ever getting caught
fireflies,
sparkling lights among wheat crops...
is to climb the cherry tree to the top
where that branch full of red fruits,
seems to say...
Come and get me..only you can do it..
it's running at breakneck speed
because the clock has been ticking for a while
the time of return. And
if I'm late
I go back to being Cinderella, even if I'm just
you are from the noon.
it's taking refuge in that almost dark corner
but all mine,
where dreams have the scent of fresh bread
and the smell of blackberry jam..
in that holiday time and
that grandmother made me find before dawn..
stay and listen to the heartbeats,
a heart suffocated not always by so much love
and waking up warmed
from that ray of sunshine
illuminating the pearly beauty of one of my tears
descending on the red cheek..
So what is childhood?
if you don't want it
to be able to fly even without wings
Lella...
from my diaries 1974
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„Childhood twenty years, adolescence twenty, youth twenty, old age twenty.“
Lella...💞
I think every day is a miraculous catch...
Maybe it's because we are from a very distant planet...





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LETTERA APERTA..
L’autismo è un mondo completamente diverso da quello immaginato dalla maggioranza degli italiani, anche di quelli più colti, sensibili, informati ..è un pensiero trasversale a volte..nè di destra e nè di sinistra.Ma è un mondo dove lo Stato , ancora e purtroppo, è molto poco presente o per lo meno in modo non omogeneo, dove l’assistenza varia così tanto da Regione a Regione che per i malati è come vivere in Stati diversi all’interno dello stesso Paese. È un mondo dove sostanzialmente ci si deve arrangiare. Anche perché, col compimento della maggiore età, l’assistenza pubblica specifica quasi scompare. Come se gli autistici fossero eterni “ragazzini”, mentre invece – in questo sono perfettamente “normali” – diventano adulti e anche vecchi. E molti di loro, per l’intero arco della loro vita, hanno bisogno di essere sempre affiancati da qualcuno.
Ma da cosa è determinata tanta disinformata indifferenza? Chissà, forse dall’idea che l’occuparsi di questi temi non ha a che fare con la politica ma con l’assistenza sociale, la solidarietà. Che, insomma, si tratta di roba che non riguarda i raffinati strateghi della politique politicienne , ma le associazioni del volontariato cattolico, i boy scout e le dame di carità. E, in effetti, la politica si interessa della disabilità soprattutto quando può in qualche modo farne uno strumento di propaganda. Denuncia Ileana Argentin con spietata lucidità: «Per molti politici il disabile è chi sta in carrozzina, non chi ha un ritardo mentale. La politica poi si muove sul consenso. I “carrozzati”, i ciechi, vanno in piazza e hanno più forza rispetto alle famiglie dei ragazzini con difficoltà di autismo o problemi cognitivi».
Non deve stupire dunque che, nel loro eterno “arrangiarsi”, i familiari dei “ragazzini autistici” creino tra loro reti di solidarietà trasversali. E che fondino le loro speranze di cambiamento, più che sulle riforme legislative, sulla presenza diretta di loro “rappresentanti” nei luoghi dove si prendono le decisioni. In questo momento l’elemento che dà maggiori speranze è il fatto che uno degli uomini più vicini a Matteo Renzi, Davide Faraone, abbia una figlia autistica. Dunque conosce bene il problema, lo affronta senza pietismi e ipocrisie. Il collante più forte è la condivisione del disagio, non la politica. Ognuno mette a disposizione quello che ha.
I bambini e gli adolescenti autistici in Europa sono in parte esclusi dal mondo dell'educazione, persino da quella specializzata. In Francia, più di un terzo dei bambini autistici non vengono seguiti e restano a carico delle famiglie.
In Italia tutti i bambini, a parole, hanno diritto a frequentare la scuola pubblica.
Nei fatti, il disconoscimento delle difficoltà specifiche dell'handicap e l'interpretazione ingenua del termine "integrazione" come mezzo in sè sufficiente a garantire le pari opportunità comportano situazioni di grande sofferenza per il bambino e per la famiglia, e spesso la richiesta della scuola di limitare il tempo di frequenza, o l'abbandono scolastico da parte della famiglia esasperata, non certo contrastato dalle istituzioni.
Con l'adolescenza e l'età adulta, la mancanza di strutture d'accoglienza si fa sentire ancor più crudelmente.
Come ogni essere umano, la persona autistica vuole imparare e agire, ma non può farlo che in un quadro adeguato al suo livello di sviluppo. Tuttavia i metodi tradizionali di formazione non preparano sempre i futuri operatori, o cosa più grave li preparano male al confronto con queste persone affette da disturbi del comportamento.
Per molti professionisti permane l'opinione comune che l'autismo si identifichi con la manifestazione di comportamenti bizzarri o aggressivi e il comportamento è spesso interpretato in un modo che non considera le difficoltà specifiche di questo handicap.
Le recenti ricerche sull'autismo obbligano quindi i professionisti a un dovere di formazione permanente e a una rivoluzione culturale per comprendere meglio i problemi dei soggetti loro affidati.
Aiutare il bambino autistico a sviluppare le sue capacità sociali e i suoi interessi nell'ambiente domestico deve costituire il primo passo del processo riabilitativo e ha come conseguenza verso un miglioramento della qualità della vita per lui e per la famiglia: il benessere del bambino e della sua famiglia sono imprescindibili.
La vita con un bambino autistico è massacrante: spesso ai problemi di comportamento, già così difficili da gestire, si aggiungono l'iperattività e i problemi di sonno e di alimentazione.
Il bambino iperattivo, inconsapevole dei pericoli, non lascia un attimo di tregua, e la casa finisce ad assomigliare più a una nuda prigione che ad un focolare: le porte e le finestre barricate, i soprammobili nascosti, le sostanze pericolose messe al sicuro fuori della sua portata; e ancora non basta: restano da sorvegliare i rubinetti, i fornelli, le provviste, le bevande, e così via.
Uscire non dà alcun sollievo: una passeggiata al parco può trasformarsi ben presto in inseguimento affannoso; un attimo di distrazione può essere fatale.
Nemmeno i genitori di un bambino autistico tranquillo sono al riparo dal logorio: il suo isolamento, quelle ore e ore passate a guardarsi le mani o a giocare con uno spago li angosciano, e li spingono a cercare di coinvolgerlo in una attività qualunque, non ricevendo di regola dai loro sforzi che ulteriore frustrazione.
Non esistono vacanze, ammalarsi è un lusso, riposarsi impossibile: la fatica è schiacciante, i rapporti familiari ne sono ben presto compromessi, gli altri figli necessariamente trascurati; lo stress della famiglia diventa cronico e il rischio di maltrattamento ne è gravemente aumentato.
Succede molto spesso che i comportamenti bizzarri dei bambini autistici siano considerati dall'ambiente sociale come manifestazioni di maleducazione di cui è responsabile la famiglia: frasi come " se fosse mio figlio, saprei io come educarlo..." sono ben conosciute dalla maggior parte dei genitori.
Anche la famiglia più unita e più competente deve così affrontare non solo le difficoltà di vivere con un bambino tanto difficile, ma anche il giudizio, le critiche e l'intolleranza di vicini, amici e parenti, della cui solidarietà avrebbe invece disperatamente bisogno.
Incertezza per il futuro
"Che ne sarà di mio figlio quando non ci saremo più noi ad occuparcene, a volergli bene?"
Questa domanda, motivata dall'attesa di vita normale delle persone affette da autismo, accompagna come un incubo l'intera esistenza dei genitori.
Si può anche aver superato la disperazione, aver capito l'handicap del bambino, aver imparato come comportarsi con lui; ma la paura per il suo avvenire si riaffaccia ogni mattina, ogni momento di ogni giorno che passa inesorabilmente.
La famiglia non è tormentata solo dallo spettro di un avvenire di solitudine che attende la persona autistica quando i suoi genitori saranno troppo vecchi, malati o morti, ma anche dall'incertezza del futuro più prossimo, di ciò che accadrà domani, o fra un attimo: anche quando tutto sembra andare per il meglio si sa che in ogni momento potrebbe nascere un nuovo problema.
La mancanza di soluzioni adeguate e dignitose per la vita adulta del figlio può trasformare ben presto lo stress in disperazione, e non esiste genitore di persona autistica che non si sia augurato di poter sopravvivere al proprio figlio, per non doverlo mai abbandonare alla solitudine e all'emarginazione.
Questi sentimenti non fanno che aumentare i sensi di colpa e di impotenza dei genitori, e talvolta , in condizioni estreme di abbandono da parte dei servizi, possono rappresentare un rischio reale per la vita stessa della persona autistica.
..e allora...la conoscenza di tutto questo porta a capire..a trovare soluzioni..ad aprire coscenze che non hanno a volte nè voglia nè tempo per sofermarsi a leggere la quotidianità...
..per me madre di un ragazzo autistico è vivere la quotidianità come una missione..assaporare la belllezza, anche nel dolore, nell'inquetudine, trovare energie da malinconie..forza, per donarla e riceverla ...combattere a volte contro i mulini a vento..cadere e rialzarsi con la consapevolezza di voler aprire porte che l'ottusità, il pregiudizio,la non curanza del prossimo delle persone hanno serrato..cambiare la mentalità dal di dentro per migliorare il cammino di questa società....il "diverso" non è sinonimo di strano e quindi di qualcosa da tenere in disparte....essere diversi è arricchimento..è diventare parte del mondo....una società senza tutele. aiuti. per i suoi figli tutti..muore e si disgrega come cenere....

Incontrare una fata è facile. Il difficile è riconoscerla… le fate sono strane, impalpabili, sorprendenti. Appaiono e scompaiono nel trambusto delle nostre vite. A volte ci prendono per mano e ci accompagnano per un tratto di strada. Chi dice che non esistono non ha saputo vederle e ascoltarle.
Quando si parla di Fate, si pensa subito a una buona signora con l’abito azzurro lungo fino ai piedi, un cappello a cono sui capelli biondi e una bacchetta magica pronta a soddisfare ogni desiderio: è così che questi famosissimi personaggi vengono raffigurati nei libri di fiabe e nelle storie per bambini.
Ma le Fate autentiche sono un’altra cosa. Ce ne sono di bionde, brune, di giovani e di vecchie, di belle e di brutte, di eleganti e di straccione, e quanto al carattere… meglio stare attenti, perché nessuno è più imprevedibile di una Fata. E niente è più pericoloso del suo cattivo umore.
In tempi lontani, quando era facile incontrarne qualcuna tra gli alberi di una foresta o in fondo a una grotta, gli uomini badavano a non offenderle e addirittura le evitavano perché sapevano bene di avere a che fare con creature quasi onnipotenti, imparentate con le Dee e le Ninfe dell’antichità.
Tra le “bisnonne” delle Fate troviamo, infatti, le Moire, ossia le divinità greche che decidevano la sorte degli uomini: la prima, Cloto, filava il filo del destino, la seconda, Làchesi, lo misurava, e la terza, Atropo, lo tagliava. Figlie di Zeus, le tre Dee – che i Romani chiamavano Parche – venivano raffigurate come donne vecchie e cenciose, ed è proprio da loro che discendono le famose Fate Madrine riunite attorno alla culla dei neonati; si pensi alla Bella addormentata nel bosco, e si ricordi che oltre a Fauna, Flora e Serenella, anche Malefica era una Fata… incavolata, ma pur sempre Fata!
Altre antenate illustri sono le Fatue – compagne dei Fauni e capaci di predire il futuro – le Matres, dee galliche, che assistevano alla nascita dei bambini e decidevano del loro futuro, e le Norne, ossia le Moire scandinave.
Ognuna di queste creature soprannaturali ha regalato qualcosa di sé alle Fate, fino a farle diventare quelle che conosciamo: donne immortali dotate di incredibili poteri, che vanno e vengono tra il mondo segreto e senza tempo e il nostro.
La parola “Fata” deriva, con tutta probabilità dal latino Fatum, che vuol dire destino. Le tre Parche venivano infatti chiamate Tria Fata, oppure Fatae.
Le Fate inglesi, invece, si chiamano Fairies, un nome che però viene usato per indicare anche creature di altro genere, come gli Elfi, gli Gnomi, i Folletti e così via. In Irlanda e in Scozia, dove si parla Gaelico, il nome delle Fate è Daohine Shide – o semplicemente Shide – che vuol dire “Gente delle colline”.
Le Fate hanno la capacità di mutare dimensioni e aspetto e si divertono a mostrarsi agli uomini nei più strani travestimenti; si ricordi quella gran burlona della Fata della Bella e la Bestia, che era solo un tantino permalosa. Le Fate sono in genere bellissime ed eternamente giovani, risplendono lievemente al buio e amano portare ricchi gioielli e abiti sontuosi, lunghi fino a terra per mascherare una delle loro caratteristiche: molte di loro, infatti, hanno zoccoli di capra o di cerva al posto dei piedi.
Ci sono, tuttavia, anche Fate del tutto insensibili al fruscio della seta e al luccichio delle gemme: le timide e solitarie abitatrici delle foreste indossano semplici tuniche verdi o bianche – il bianco è il colore preferito delle Fate – oppure abiti fatti di foglie e di fiori freschi, quando non vanno in giro coperte soltanto dai loro lunghissimi capelli.
Le più modeste fra tutte restano le Fate anziane, simili a tranquille nonnette vestite di grigio, senza alcuna pretesa di eleganza; ma attenzione a non sottovalutarle, perché il loro aspetto dimesso nasconde quasi sempre poteri straordinari.
Esistono, specialmente nei paesi orientali, anche Fate brutte o grottesche, con pelli scagliose, lunghi denti oppure seni così lunghi che si possono buttare indietro, sopra le spalle.
Non sempre le Fate sono buone e generose come ci si aspetterebbe: è vero che spesso intervengono per premiare i buoni e punire i cattivi, ma non si può negare che siano terribilmente inclini a fare i dispetti, lunatiche e persino crudeli.
Il loro peggior difetto è sicuramente quello di essere permalose e vendicative. Basta un nonnulla per scatenare la loro collera, con conseguenze disastrose per chi ha avuto la disgrazia di offenderle.
La maggior parte delle Fate, inoltre, ama mettere il naso nelle faccende umane; alcune prendono sotto la loro protezione una singola persona o una famiglia intera, e dispensano consigli, aiuto e favori. E poi ci sono le Fate che si divertono a giocare scherzi più o meno maligni, invitando gli uomini a visitare le loro case, offrendo loro grandi ricchezze che, il mattino dopo si saranno trasformate in gusci di lumache e foglie secche. Attenzione, inoltre, alle vecchie mendicanti o alle donnette che domandano aiuto per trasportare un fascio di legna: spesso sono Fate travestite, decise a mettere alla prova la bontà umana; chi le tratta gentilmente verrà premiato, ma chi le respinge o le insulta riceverà una tremenda punizione.
Poco amanti dei contatti con gli uomini e perfino con le loro stesse sorelle sono, invece, le Fate silvestri, quelle che si nascondono nel folto dei boschi e che custodiscono piante e sorgenti; chi le sorprende mentre si specchiano in un laghetto o mentre si riposano sul muschio le vedrà fuggire all’istante, seccate per l’intrusione.
Si è detto che le Fate sono creature dai poteri sconfinati, ma spesso il potere di una fata è legato a un oggetto che le permette di compiere magie ed incantesimi. Di solito si tratta di una bacchetta, ma anche di un anello, di un velo o di uno scrigno, senza i quali la Fata tornerebbe ad essere una donna come le altre. Perdere simili oggetti o lasciarseli rubare è quindi per loro un’autentica sciagura; ed è proprio in questa occasione che gli uomini possono rendersi utili, ritrovandoli. Il premio sarà adeguato al favore reso. Chi poi fosse tentato di tenere per sé l’oggetto magico, non si illuda: nelle sue mani umane non funzionerebbe.
Ma approfondiamo un momento il discorso sulle dimore delle Fate. Nessuno meglio di loro è capace di arredare una casa in modo confortevole: quelli che sono stati invitati nei loro palazzi e castelli, o che sono riusciti ad entrarci di soppiatto, raccontano che mobili lussuosi, tende di seta e preziosissimi tappeti abbelliscono salotti e saloni, camere da letto e immense stanze da pranzo, dove spesso suona un’orchestra invisibile. Eppure, a guardarle dall’esterno, nessuno direbbe che le case delle Fate siano così sontuose: a volte somigliano a capannucce cadenti, a volte a modeste fattorie. Ma a farle sembrare tali è, ovviamente, un incantesimo, destinato ad ingannare solo gli
occhi umani.
Ancor più spesso, però, le Fate scelgono di costruire le loro case nelle viscere di una montagna o di una collina. E allora solo l’imboccatura di una grotta o una fenditura nella roccia segnalano a un occhio esperto l’esistenza delle magnifiche dimore sotterranee. Esemplare è il caso della reggia della Fata Pari-Banu nelle Mille e una notte, nel bel mezzo di una terra arida e desolata, cui si accedeva attraverso una grotta.
Tra le case fatate più “segrete” ci sono, naturalmente, quelle invisibili: castelli meravigliosi – come quello della Dama del Lago del ciclo arturiano – che sorgono in cima a un monte, nel mezzo di una foresta o in fondo a un lago, ma si lasciano vedere dagli uomini solo se le loro padrone lo desiderano, oppure appaiono dal nulla in certe notti dell’anno.
Chiunque trascorra qualche ora nelle dimore delle Fate si accorgerà, una volta uscito, che nel mondo degli uomini sono passati, in realtà, molti e molti anni; come accade nella fiaba giapponese di Urashima Taro. Questo perché nei luoghi fatati il tempo scorre lentissimo, o è addirittura immobile.
Il luogo fatato più difficile da raggiungere è senza dubbio l’Isola Vagante, che cambia continuamente posto e, come una zattera, si sposta sulla superficie dei mari e degli oceani, simile a un miraggio che i marinai riescono appena a intravedere e che subito sparisce. Laggiù è sempre primavera e chi vi approda non invecchia mai e guarisce da ogni ferita – come avvenne per Re Artù, ferito mortalmente nella battaglia di Camlann nella lotta contro Mordred; che fu posto su una chiatta dalla sorellastra, la Fata Morgana e portato sull’isola, dove riacquistò la salute – e da ogni malattia. Per questo gli Irlandesi la chiamano Tir Nan Og, ossia la “Terra della gioventù”; che altri non è che l’Isola di Avalon: visto che in bretone e in cornico – una lingua celtica – il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval, l’Isola di Avalon dovrebbe significare, quindi, “l’Isola delle mele”, che la ricollega direttamente al Giardino delle Esperidi e, in un certo modo, all’Eden.
Si racconta come quest’isola appaia agli uomini di notte, una volta ogni sette anni, e che solo deponendo sulla spiaggia un oggetto di ferro – materiale ritenuto in grado di vanificare gli incantesimi prodotti da elfi, fate e streghe – o accendendovi un fuoco, si eviterà che la Terra della Gioventù scompaia o si sposti.
Le Fate sono tutte donne, e se vogliono sposarsi e avere figli devono trovare un marito tra gli uomini. In genere sono loro a chiedere la mano dello sposo, promettendogli di portarlo nei loro castelli, dove il tempo non passa mai e si resta giovani per l’eternità, E non è proprio il caso che il prescelto si azzardi a rifiutare, perché gliene succederebbero di tutti i colori, oppure verrebbe rapito senza complimenti. Altrettanto spesso, però, una Fata riluttante viene costretta al matrimonio da un uomo che si è impadronito di un oggetto magico che le appartiene, senza il quale la poverina perde tutti i suoi poteri. E infine può accadere che la bellissima creatura accetti di sposare colui che l’ha aiutata in un momento di difficoltà, conquistata dal suo coraggio e dal suo disinteresse.
Che le nozze si facciano per amore, oppure per forza, c’è comunque da scommettere che non dureranno a lungo: i matrimoni tra Fate e mortali sono quasi sempre destinati a fallire, perché la sposa ha l’abitudine d’imporre al marito condizioni stravaganti, come quella di non essere vista in un certo giorno della settimana, o di non essere chiamata per nome. Appena lo sposo, per curiosità o per distrazione, infrange il divieto, subito la sposa sparisce – come accadde allo sfortunato cavaliere Raimondo con la Fata Melusina – per non tornare mai più. La sparizione è altrettanto immediata quando la moglie ritrova l’oggetto magico che le era stato rubato, nascosto in qualche angolo della
casa: anche se nel frattempo si è affezionata al marito umano e ai figli avuti da lui, non saprà resistere alla tentazione di tornare nel suo mondo.
Perché le Fate amano in modo particolare gli animali, e spesso li usano come “esca” per chiamare a sé gli uomini. Può succedere ad esempio che uno splendido cervo dalle corna d’oro si faccia inseguire a lungo da un cacciatore, che ad un tratto si ritroverà nel folto del bosco e vedrà apparire una dama bellissima. Altre volte, invece, sarà un uccello dalle candide piume, oppure una farfalla, o addirittura un magnifico unicorno ad attirare un uomo o una ragazza verso la Signora della Foresta che vuole incontrarli.
Servitori e amici fedeli delle Fate, gli animali hanno con loro un legame profondo: molte Fate si trasformano esse stesse in animali in alcune occasioni o giorni specifici dell’anno e in quei momenti perdono i loro poteri, correndo gli stessi rischi di un animale autentico. Gli uomini che le aiutano in queste circostanze, guadagneranno la loro eterna gratitudine e grandi ricompense.
Un’antica leggenda racconta che alcune Fate usano trasformarsi in animali grazie a un abito fatto con le piume o la pelliccia della bestia prescelta; quando poi si spogliano della veste magica, riprendono il loro vero aspetto.
Ma anche tra le Fate e la vegetazione c’è un rapporto molto stretto: non solo gran parte di esse preferisce abitare nei boschi, ma tutte, indistintamente, sono protettrici delle piante, dei fiori e degli alberi, e ne conoscono le virtù medicinali. I palazzi e i castelli fatati, inoltre, sono circondati da giardini meravigliosi, dove fioriscono in ogni stagione tutti i fiori del mondo e dove crescono alberi che danno frutti d’oro e di pietre preziose, o mele prodigiose che fanno restare eternamente giovani.
E per cancellarvi completamente lo stereotipo di Fata come creaturina dolce e benevola – e traumatizzarvi retroattivamente l’infanzia – vi lascio con alcuni esempi di Fate davvero indimenticabili… come la Leanhaun Shee – che deriva dal gaelico scozzese “leannan Sìth”, ovvero “concubina del Sidhe” (il Sidhe è il “Popolo dei tumuli”) – che vivrebbe sotto terra in piccoli aggregati costruiti in grotte sotterranee.
La Leanhaun Shee viene di solito descritta come una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri o rossi, con occhi penetranti e dal corpo sinuoso e formoso; apparirebbe ad ignari viaggiatori solitari, contadini e boscaioli offrendosi come musa ispiratrice per convincerli a diventare artisti – scrittori, poeti, pittori, scultori ecc. – in cambio della loro devozione. Quest’attrazione del neo artista verso la sua “musa” lo condurrà lentamente ed inesorabilmente alla follia e ad una morte prematura.
La Baobhan-Sith, invece, è una deliziosa fatina inglese vestita di verde, che fa innamorare di sé gli uomini e poi si nutre del loro sangue. Una volta sazia, prende la forma di un corvo grigio e vola via. La si può riconoscere dai piedi di cerva – come quelli sfoggiati da Katy Perry nel video E.T. al minuto 4.33 – di solito nascosti dalla lunga veste.
Altre simpatiche fatine sono le Fenettes che vivono presso il lago Lemano, in Svizzera; sono piccole, bionde e lanciano continuamente richiami e grida. Chi le vede muore entro l’anno…
E concludiamo la carrellata con le Vily o Villi, Fate bellissime che si possono incontrare tra le montagne e i boschi dei paesi slavi. Queste Fate sono estremamente famose grazie al balletto Giselle, della metà del XIX secolo – ideato da Théophile Gautier, musicato da Adolphe-Charles Adam e coreografato da Jean Coralli e Jules Perrot.
L’autore fu ispirato dalle pagine del romanzo De l’Allemagne di Heinrich Heine; impressionato dalla suggestività dei luoghi descritti e soprattutto della Saga delle “Villi” – dalla radice slava Vila che significa Fata – nome con il quale, nella mitologia dei popoli slavi, si designano gli spiriti di giovani fanciulle morte infelici perché tradite o abbandonate prima del matrimonio. Vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, ogni notte vagano in cerca dei loro traditori e li costringono, con l’aiuto di rametti di vischio apparentemente magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento o fino a che, totalmente indeboliti, non vengono gettati in un lago nelle loro vicinanze. Alla morte del rispettivo traditore, le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore. Nel libro di Heine, inoltre, le Villi provano un irrefrenabile desiderio e amore per la danza, aspetto che contribuì a fare di questa leggenda la fonte di ispirazione del balletto.


Penso che le persone che non riescono a credere nelle fate, non vale la pena conoscerle.
Le fate non sono elfi, sono donne che hanno imparato a volare, credendo nei propri sogni.
I think people who can't believe in fairies aren't worth knowing.
Fairies are not elves, they are women who have learned to fly, believing in their dreams.



“Non posso vivere senza cioccolato, ne porto sempre una confezione in borsa.
“I can't live without chocolate, I always carry a pack in my bag.

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..la leggerezza dell'essere...
"Alcuni pensano che tenere duro renda forti. Ma a volte è lasciarsi andare che lo fa."
(Hermann Hesse)



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Parlami nella lingua che esisteva prima del mondo.
La luna tradurrà per me.🌹
“Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, esiste un campo immenso. Ci incontreremo lì.”


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Credo nella diversità come valore,
come espressione della nostra libertà
e della nostra unicità.
La diversità non è mai prevaricazione,
ma capacità di essere se stessi,
di distinguersi,
di andare controcorrente.
È sbagliato limitarsi a tollerarla,
come è insufficiente limitarsi a rispettarla.
Lo scopo della diversità,
se c’è rispetto,
è l'arricchimento reciproco.
I più, temono la diversità
e preferiscono difendere la loro povertà interiore,
le loro paure, i loro pregiudizi.
Perché la diversità è per gli spiriti forti.
questo è il mio cartello, la mia carta di identità..
e non la baratto
con la dicitura "la prima volta al governo di una donna"
questo è un governo identitario di estrema destra
e non concepisce la diversità, unicità, rispetto, arricchimento
nel suo DNA
ed io invece sono altra cosa..

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Nel frastuono di questo mondo indosso spesso vestaglie di silenzio, illudendomi di proteggere il mio tempo da catastrofi assordanti.


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Ora decido io quello che succede!!!
“…È da quando sono caduta in quella tana di coniglio che mi dicono cosa devo fare e chi devo essere. Mi hanno accorciata, allungata, ingrassata e perfino messa in una teiera. Sono stata accusata di essere Alice e di non essere Alice. Ma questo è il mio sogno! E ora decido io quello che succede”.
Tim Burton, Alice in Wonderland,


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Il temporale è un tipo burbero ma educato, prima si annuncia con fragore di lampi e tuoni alternati, poi per farsi perdonare apre una scatola magica e ne estrae un nastro pieno di colori, il nastro più bello che si sia mai visto al mondo, l’arcobaleno.
....
The storm is a gruff but polite guy, first he announces himself with the roar of alternating lightning and thunder, then to make amends he opens a magic box and takes out a ribbon full of colors, the most beautiful ribbon that has ever been seen in the world, the 'rainbow.
ieri "il tipo burbero" si è scatenato..era parecchio arrabbiato😄😊😉
yesterday "the grumpy guy" went wild...he was very angry😄😊😉
Credo che oggi sia una bellissima giornata..
I think today is a beautiful day..



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Ciao tempo, ti ho visto portare via il bene e il male. Ti ho ascoltato passare in un silenzio
assordante, impotente di fronte ai tuoi rintocchi. Sei stato breve nei momenti più belli e troppo lento a passare dentro i vuoti bagnati di lacrime. Ti ho visto fermarti troppo presto laddove ancora di tempo per vivere ce ne era e tanto. Ti ho preso in prestito spesso, facendoti mio per dedicarti a chi amavo e ti ho tenuto stretto a me, per non rischiare più di sprecarti invano. Ti ho amato quando anche in modo breve, ti sei colorato di emozioni e gioie. Ti dico grazie "Tempo" anche per le volte che ti sei fermato di fronte a me per dirmi:
"Rialzati e vai, perché io devo passare!".
Hello time, I saw you take away the good and the bad. I listened to you pass in silence
deafening, helpless in the face of your chimes. You were short in the most beautiful moments and too slow to pass through the voids wet with tears. I saw you stop too soon when there was still plenty of time to live. I borrowed you often, making you mine to dedicate you to those I loved and I kept you close to me, so as not to risk wasting you in vain anymore. I loved you when, even briefly, you were colored with emotions and joys. I say thank you "Tempo" also for the times you stopped in front of me to tell me:
"Get up and go, because I have to pass!".

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"Accanto" è un posto per pochi.

Quando hanno qualche problema da risolvere, gli esseri umani non pensano a utilizzare il metodo dell’amore, poiché non credono alla sua efficacia. Eppure, un giorno saranno obbligati a riconoscere che l’amore è l’arma più temibile, di fronte alla quale tutti sono costretti ad arrendersi. Davanti al vero amore, il nemico non ha alcuna possibilità di sfuggire: prima o poi viene catturato. Allora armatevi delle armi dell’amore: vedrete che nessuno potrà resistervi, e non verrete mai accusati di aver voluto utilizzare tali armi. Se trovate che esse non siano sufficientemente efficaci, in realtà significa che il vostro amore non è abbastanza potente. Rafforzatelo, aumentatelo e vedrete: tutti saranno costretti ad arrendersi.
Omraam Mikhaël Aïvanhov


“Lloyd, vedo la luce in fondo al tunnel”
“Molto bene, sir”
“Questo significa che il tunnel è finito, Lloyd”
“Ancora meglio, sir. Significa che al di là ad attenderci c'è il sole”
“Eccellente considerazione, Lloyd”
“Grazie mille... sir”

Appartengo all’Autunno.
E in Autunno mi parlano tutte le cose che ho perso..❤



Dominerò le notti,
ballerò in città,
metterò qualcosa di rosso
per risplendere di fuoco…
quel colore che viene da più lontano
ed è quello che tocca di più lo sguardo.


Appartengo all’Autunno.
E in Autunno mi parlano tutte le cose che ho perso..❤


Ho una malattia si chiama fantasia:
porta quasi all'eresia ed è considerata pazzia.

Ricorda:
Se dai molto è perché “sei molto”
Nessuno da’ ciò che non ha…
@il potere e la magia della gratitudine e del perdono: i libri di Ivan Nossa

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Buongiorno anime belle...❤
è arrivato il raffreddore...
e allora..





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buongiorno anime belle 💖
Presenze...
non sono altro che sguardi e alchimie sensitive
a volte diventano mute per dare voce al cuore
salvano cuore e anima
basta lasciarle aleggiare nell'istante
e avranno eco.."
Lella..




mi preparo per Halloween😊.

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