Sono queste farfalle
Di mezzo autunno
Anime senza peccato
Fragili indifese
Che se ne vanno a spasso
Intorno ai loro voli
Veli d' immortalità.
Anime eterne che danzano
Dinanzi ai nostri cuori
Il senso puro della vita.
Come il bruco e il suo bozzolo, l'uomo rinasce con ali spiegate.
Farfalla libera che vola tra cielo e terra, sparge sotto di lei un velo infinito di colori.
Leggiadra vola tra fiore e fiore e nella sua eterna bellezza è nascosto il suo tesoro.
Divina, tra le divine esistenze dei fiori, è lontana dai rumori degli uomini, lucente brezza nell'infinito.
Eccola, librarsi tra i verdi campi, simbolo di una libertà rinata dal suo corpo morente.
Ma la sua corta libertà va a pari passo con la sua breve esistenza.
Cade, senza far rumore, nell'attimo in cui la vedi volteggiare il tuo cuore si è già cibato del suo amore.
..il mio "libro aperto"..
Aprendo il cuore e la mente
. 𝓶𝔂 "𝓸𝓹𝓮𝓷 𝓫𝓸𝓸𝓴" ..
𝓞𝓹𝓮𝓷𝓲𝓷𝓰 𝓽𝓱𝓮 𝓱𝓮𝓪𝓻𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓶𝓲𝓷𝓭
𝓛’𝓪𝓬𝓺𝓾𝓪 𝓹𝓸𝓻𝓽𝓪 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓺𝓾𝓪𝓵𝓬𝓸𝓼𝓪 𝓭𝓪 𝓻𝓪𝓬𝓬𝓸𝓷𝓽𝓪𝓻𝓮…
𝓒𝓸𝓼𝓪 𝓽𝓲 𝓱𝓪 𝓭𝓮𝓽𝓽𝓸 𝓵𝓪 𝓹𝓲𝓸𝓰𝓰𝓲𝓪?
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza | una sonnolenza rassegnata e amabile,
| una musica umile si sveglia con lei | e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.
| | È un bacio azzurro che riceve la Terra,
| Il freddo contatto di cielo e terra vecchi | con una pace da lunghe sere. | | È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori | e ci unge con lo spirito santo dei mari. | Quella che sparge la vita sui seminati | e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo. | | La nostalgia terribile di una vita perduta, | il fatale sentimento di esser nati tardi, | o l'illusione inquieta di un domani impossibile | con l'inquietudine vicina del color della carne. | | L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo, | il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue, | ma il nostro ottimismo si muta in tristezza | nel contemplare le gocce morte sui vetri. | | E son le gocce: occhi d'infinito che guardano | il bianco infinito che le generò. | | Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco | e vi lascia divine ferite di diamante. | Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano | ciò che la folla dei fiumi ignora. | | O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento, | pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce, | pioggia buona e pacifica, vera pioggia, | quando amorosa e triste cadi sopra le cose! | | O pioggia francescana che porti in ogni goccia | anime di fonti chiare e di umili sorgenti! | Quando scendi sui campi lentamente | le rose del mio petto apri con i tuoi suoni. | | Il canto primitivo che dici al silenzio | e la storia sonora che racconti ai rami | il mio cuore deserto li commenta | in un nero e profondo pentagramma senza chiave. | | La mia anima ha la tristezza della pioggia serena, | tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile, | ho all'orizzonte una stella accesa | e il cuore mi impedisce di contemplarla. | | O pioggia silenziosa che gli alberi amano | e sei al piano dolcezza emozionante: | da' all'anima le stesse nebbie e risonanze | che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!
FEDERICO GARCIA LORCA
Water always brings something to tell ...
What did the rain tell you?
Rain has a vague secret of tenderness | a resigned and lovable drowsiness,
| humble music wakes up with her | and makes the sleeping soul of the landscape vibrate.
| | It is a blue kiss that the Earth receives,
| the primitive myth that is renewed.
| The cold contact of old heaven and earth | with a peace of long evenings. | | It is the dawn of the fruit. The one who brings us flowers | and anoints us with the holy spirit of the seas. | The one who spreads the life on the sown | and sadness in the soul of what we do not know. | | The terrible nostalgia for a lost life, | the fatal feeling of being born late, | or the restless illusion of an impossible tomorrow | with the near restlessness of the color of the flesh. | | Love wakes up in the gray of its rhythm, | our inner sky has a triumph of blood, | but our optimism turns into sadness | in contemplating the dead drops on the glass. | | And they are the drops: eyes of infinity that watch | the infinite white that generated them. | | Every drop of rain trembles on the dirty glass | and leaves you divine diamond wounds. | They are poets of water who have seen and meditated | what the crowd of rivers ignores. | | O silent rain; without storm, without wind, | calm and serene rain of bells and sweet light, | good and peaceful rain, real rain, | when loving and sad you fall on things! | | O Franciscan rain that you bring in every drop | souls of clear sources and humble sources! | When you go down the fields slowly | the roses of my chest open with your sounds. | | The primitive song that you say to silence | and the sound story you tell the branches | my deserted heart comments on them | in a deep black keyless pentagram. | | My soul has the sadness of the serene rain, | resigned sadness of unattainable thing, | I have a lit star on the horizon | and my heart prevents me from contemplating it. | | O silent rain that trees love | and you're on the exciting sweetness floor: | gives the soul the same mists and resonances | that you leave in the sleeping soul of the landscape!
FEDERICO GARCIA LORCA
...bellissimo essere Alice......
Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti.
Ci sono ricordi, immensi praterie di sogni
montagne impervie recanti sofferenze
torrenti e sorgenti vive di sfavillanti bollicine..
..e ci sono i nostri giorni.
ma come noi siamo anime
loro sono la nostra sorgente
e di loro ne trattiamo la meraviglia
ve la dedico è una mia piccola poesia
Lella..
..e nel ricordo di persone a noi care..
ci inebriamo dei loro passaggi in questa nostra essenza vitale..
un bacio..melodie del cuore
E poi arriva la sera,
a spegnere le parole accese,
a ricucire gli strappi del giorno, a sfumare le incomprensioni.
And then evening comes, to extinguish the heated words, to mend the day's tears, to fade misunderstandings
“Lloyd, la stanchezza mi sta facendo fare errori stupidi”
“Come quello di non riposarsi, sir?”
“Lloyd, chi si ferma è perduto…”
“In realtà è perduto chi vaga senza sosta né direzione, sir”
“Una pausa per riguardare la mappa, Lloyd?”
“Saggio come sempre, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Il guerriero
“La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione. Gente inconsapevole, gestita completamente.
Chi ha capito, ha capito,
non ha bisogno di consigli.
Chi non ha capito, non capirà mai.
Cosa vuol dire vivere e basta?
Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita.
Il loro mondo finisce lì.
Non sono in grado di percepire altro.
C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono “difetti di fabbricazione”:
sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione.
Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri."
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Donne Autunno
Ci sono donne che l’autunno
ce l’hanno nell’anima,
perché si nutrono di silenziose nostalgie
e di dolci solitudini,
di introspezione e di rinascita.
Negli occhi hanno mille colori caldi,
infinite tonalità di giallo,
marrone, rosso e verde
che danno vita a splendide opere d’arte.
Le donne autunno
indossano la loro malinconia
con leggerezza ed eleganza
ed hanno la stessa generosità
degli alberi dorati,
che regalano alla terra le loro foglie per nutrirla
e per rafforzare le radici.
Amano l’eleganza delle foglie,
che hanno mille colori
e improvvisano misteriose danze nell’aria,
fino a quando, stanche,
si posano con leggerezza sul terreno.
Sono donne che sanno rinnovarsi ed evolversi,
come l’eterno rinascere della natura,
perché sanno che l’autunno
... è la primavera dell’anima.
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“La ballata delle donne” di Edoardo Sanguineti.
Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
La sera ci prova a nascondere gli oggetti.
E invece ne esalta la sensazione. E ne definisce l’essenza.
..sia essenza di bellezza per Voi..
pensieri felici
“Mi sembrava che l'anima viva dei colori
emettesse un richiamo musicale, quando l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita.”
“Una goccia di colore può diventare arte se tocca l'anima.”
"Per me i colori sono
degli esseri viventi,
degli individui molto
evoluti che si integrano
con noi e con tutto
I colori sono i veri
abitanti dello spazio."
...nella mia vita...
uomini che amo..
donne che amo..
sono aperta..perchè all'amore non si chiudono porte..
..
ebbene si...
sono madre, moglie, donna ..sono libera..
e amo la mia famiglia..i miei amici..
e i mie due "uomini d'anima e di cuore"
e la mia Musa ispiratrice
alle "muse" non si chiede mai..
si "sentono dentro e con umiltà si ascoltano"
...in my life...
men I love ..
women I love ..
I'm open ... because love doesn't close doors ...
..
now they will tell me ... you are gay ... you are bisexual ... you are ... you are ...
well yes...
I am mother, wife, woman ... I am free ...
and I love my family ... my friends ...
and my two "men of soul and heart"
you never ask the "muses" ..
they "feel inside and with humility they listen to each other"
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢
𝐜𝐫𝐞𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐡𝐚 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨
𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐜𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚..𝐜𝐢 𝐟𝐚̀ 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞 𝐦𝐚 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐯𝐢𝐫𝐭𝐮̀, 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐦𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐧𝐳𝐞, 𝐥𝐚𝐜𝐮𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨𝐧𝐨 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐢𝐚𝐫𝐥𝐞𝐫𝐢𝐞..
𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐢..𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞 𝐞 𝐬𝐢 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞 ..𝐜𝐢 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐜𝐜𝐡𝐢𝐬𝐜𝐞..𝐜𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢..𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐩𝐢𝐚 𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐥𝐥𝐚
𝐥𝐞𝐥𝐥𝐚,,
𝐑𝐨𝐦𝐚 𝟏𝟓𝟗𝟑 - 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 𝟏𝟔𝟓𝟑
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐟𝐮 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚: 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚
𝐏𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞, 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚. 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞̀ 𝐮𝐧'𝐢𝐜𝐨𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐫𝐢𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐫𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞. 𝐌𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐮 𝐚𝐥 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐭𝐭𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐢.
« … 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐯’𝐞̀ 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐝𝐢𝐜𝐨, 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐧𝐳𝐢 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐫𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐞̀ 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐡𝐚 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐬𝐩𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐝𝐮𝐞 𝐛𝐨𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨𝐥𝐞 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐨 𝐥𝐨 𝐳𝐚𝐦𝐩𝐢𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐞! 𝐈𝐧𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐯𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐨! 𝐄𝐩𝐩𝐨𝐢 𝐝𝐚𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐒𝐜𝐡𝐢𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢 – 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 – 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐞𝐥𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐚𝐝𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚! 𝐈𝐧𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐥’𝐮𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐆𝐢𝐮𝐝𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐬𝐢𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐚𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐛𝐫𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐯𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐚 𝐠𝐢𝐚𝐥𝐥𝐚? 𝐏𝐞𝐧𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐝 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐢𝐥 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐫𝐨𝐛𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 ‘𝟔𝟎𝟎 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨, 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐕𝐚𝐧 𝐃𝐲𝐜𝐤.»
(𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐋𝐨𝐧𝐠𝐡𝐢, 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐞 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚, 𝟏𝟗𝟏𝟔)
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐟𝐮 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚: 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚
𝐏𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞, 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚. 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞̀ 𝐮𝐧'𝐢𝐜𝐨𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐫𝐢𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐫𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞. 𝐌𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐮 𝐚𝐥 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐭𝐭𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐢.
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐫𝐚
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐯𝐚𝐦𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐮 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚, 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨, 𝐦𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞. 𝐍𝐚𝐭𝐚 𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝟏𝟓𝟗𝟑 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐫𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐎𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨, 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐯𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨. 𝐋𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐚𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐟𝐫𝐞𝐪𝐮𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐠𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐥𝐢𝐦𝐞.
𝐎𝐫𝐟𝐚𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐬𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐚 𝐚 𝐓𝐮𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚. 𝐀 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟕 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨 “𝐒𝐮𝐬𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐞 𝐢 𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨𝐧𝐢”, 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐯𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐞 𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢.
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢: 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨
𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐨𝐟𝐟𝐮𝐬𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐞. 𝐍𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐀𝐠𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢, 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐞 𝐚𝐝 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐢𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐓𝐮𝐳𝐢𝐚 𝐞 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚.
𝐋𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐚 𝟏𝟖 𝐚𝐧𝐧𝐢. 𝐎𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝐮𝐧 𝐚𝐧𝐧𝐨. 𝐔𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨, 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚, 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐬𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐨𝐢, 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚, 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐨.
𝐀𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐦𝐚 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐭𝐨. 𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐜𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚: 𝐎𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐫𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐫𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐢. 𝐈𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚, 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨, 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐬𝐜𝐞𝐬𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐢𝐧𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐮𝐢 𝐥’𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐭𝐚.
𝐔𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐮𝐫𝐫𝐞𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐞 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐢𝐛𝐢𝐥𝐥𝐚: 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞 𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐫𝐝𝐞 𝐞 𝐭𝐢𝐫𝐚𝐭𝐞. 𝐃𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐢𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐯𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐢.𝐂𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞, 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐥𝐜𝐨𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚. 𝐋𝐞𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚𝐯𝐢𝐚, 𝐯𝐨𝐥𝐞𝐯𝐚 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐞, 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 “𝐞̀ 𝐯𝐞𝐫𝐨, 𝐞̀ 𝐯𝐞𝐫𝐨”.
𝐌𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞: 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐬𝐭𝐮𝐨𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨𝐬𝐢 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚𝐭𝐚. 𝐀 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚𝐫𝐠𝐥𝐢 𝐥𝐞 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐓𝐮𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐝𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐞.
𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐜𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐞𝐬𝐢, 𝐩𝐨𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐮𝐫𝐭𝐢, 𝐝𝐞𝐛𝐢𝐭𝐢, 𝐬𝐨𝐝𝐨𝐦𝐢𝐚, 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐜𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐠𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐦𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐩𝐨𝐢 𝐟𝐮𝐠𝐠𝐢𝐭𝐚 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨𝐬𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞.
𝐃𝐨𝐩𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨, 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐚 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐞 𝐚 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐚𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐒𝐭𝐢𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢. 𝐔𝐧 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐚 𝐭𝐚𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐞𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐞.
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
𝐍𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐯𝐢𝐜𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐭𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐚 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐳𝐳𝐞 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐚𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨. 𝐇𝐚 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐂𝐨𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐈𝐈 𝐝𝐞’ 𝐌𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢, 𝐞̀ 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐆𝐚𝐥𝐢𝐥𝐞𝐨 𝐆𝐚𝐥𝐢𝐥𝐞𝐢. 𝐍𝐞𝐥 𝟏𝟔𝟐𝟏 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐝𝐮𝐞 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚. 𝐒𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐚 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢𝐨 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐯𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨.
𝐀𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐢𝐜𝐢: 𝐢𝐧 𝐒𝐮𝐬𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐞 𝐢 𝐕𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐜’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞, 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢. 𝐍𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐆𝐢𝐮𝐝𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐞𝐝 𝐎𝐥𝐨𝐟𝐞𝐫𝐧𝐞, 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐜’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞.
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Primogenita del pittore Orazio Gentileschi e di Prudenzia Montone, morta di parto quando Artemisia ha solo dodici anni, dimostra un precoce e spiccato talento pittorico che matura nello studio del padre, già esponente di primo piano del caravaggismo romano. Nella importante bottega di Orazio lavorano, con Artemisia e altri pittori, anche i suoi sei fratelli.
La sua attività presso la bottega del padre termina in seguito al processo avvenuto nel 1612, voluto da Artemisia e dalla famiglia in seguito alla violenza di Agostino Tassi, suo maestro di prospettiva, che al tempo della vicenda era impegnato, insieme a Orazio, alla decorazione di Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma.
Dal processo il Tassi esce praticamente indenne, mentre i Gentileschi devono subire pesanti condanne morali, oltre alla crudezza dei metodi inquisitori del Tribunale, di cui è rimasta esauriente documentazione [1]. Merita ricordare che Artemisia accetta di testimoniare sotto tortura, di provare la sua verginità precedente allo stupro, e viene sottoposta alla sibilla, supplizio progettato per i pittori, che consiste nel fasciare loro le dita delle mani con delle funi fino a farle sanguinare.
Dopo il processo il padre riesce a combinare un matrimonio per la figlia con Pierantonio Stiattesi, pittore fiorentino, che determina il trasferimento a Firenze e una nuova stagione, definitivamente da “solista” per Artemisia. A Firenze nasce la prima figlia (ne avrà altri tre? le notizie sono discordanti) e viene accolta, contrariamente al marito, presso l’Accademia delle arti del disegno: è la prima donna a ottenere questo prestigioso riconoscimento. Ottiene importanti commissioni dalle famiglie fiorentine (Medici compresi) e stringe amicizia con Galileo Galilei che nutre per lei grande stima, e con Michelangelo Buonarroti il giovane, il quale le commissiona una tela per celebrare il suo illustre antenato e intrattiene con lei una corrispondenza, che lei assolve avendo da poco imparato a scrivere.
Di questo periodo fanno parte la Conversione della Maddalena e la Giuditta con la sua ancella di Palazzo Pitti ed una seconda versione della Giuditta che decapita Oloferne, conservata agli Uffizi.
Nel 1621 va a Genova per un breve periodo, poi torna a Roma come donna indipendente, allontanandosi definitivamente dal marito, e portando con sé la figlia Palmira.
Dopo Roma è a Venezia, e probabilmente vi soggiorna tra il 1627 e il 1630, alla ricerca di nuove commissioni. Successivamente approda a Napoli, e lì rimane definitivamente, se si esclude una breve parentesi inglese a Londra, dove raggiunge il padre per assisterlo fino alla sua morte. È quella l’occasione per collaborare artisticamente con lui, dopo tanti anni di distanza.
Nel 1642, con lo scoppiare della guerra civile, Artemisia lascia l’Inghilterra e, dopo altri spostamenti di cui si ha scarsa conoscenza, torna a Napoli dove muore nel 1653.
La fama di Artemisia è grande presso i contemporanei, anche se la sua fortuna più recente è forse più legata agli aspetti drammatici e romanzeschi della sua vita, e al suo coraggio nell’affrontarli, che ne hanno fatto quasi naturalmente una eroina femminista ante litteram. Questa lettura però rischia di offuscare la forza con cui Artemisia si impone come pittrice, e su generi decisamente lontani da quella peinture de femme sulle quali altre donne (non molte ma neppure pochissime) si erano avventurate sino a quel momento, limitata a nature morte, paesaggi, ritratti – pur con invenzioni straordinarie come quelle di Sofonisba Anguissola. Artemisia affronta la pittura “alta”: soggetti sacri e storici, impianti monumentali; con una totale padronanza della pittura, e abbracciando completamente la lezione caravaggesca, radicale nella concezione della scena, nel contrasto che descrive le forme e i colori, nella predilezione di un taglio ravvicinato che drammatizza il rapporto con lo spettatore, nell’abbandono di moduli iconografici convenzionali. Da sicura professionista dell’arte sa di poter esplorare anche toni più lirici, atmosfere più intime. La vasta gamma delle sue corde è insomma in piena sintonia con la vastità del sentire barocco.
Quindi si fa forse torto alla sua opera se la si considera solo come riscatto o sublimazione dalle violenze subite, poiché nella sua completezza, essa esprime una potenza e varietà poetica che vanno oltre la sua vicenda biografica.
Sono le sue stesse opere a porre con evidenza il tema del conflitto sia sotto l’aspetto tematico che figurativo, sia sotto l’aspetto formale che quello poetico, come si vede bene nelle sue Giuditte, che non lesinano concretezza né ai personaggi che mette in scena, né alle ferite che esse mettono in atto. E#` ugualmente eloquente la ricca serie degli autoritratti, così come i nudi, così poco idealizzati.
Buongiorno anime belle..
Sulle panchine del tempo
la mia anima rimane seduta
a rimpiangere chi è partito,
ad aspettare chi non è mai arrivato.
la mia anima ha il profumo dei ricordi
e il colore della nostalgia.
Sulle panchine del tempo
sono adagiati pezzi della mia vita.
E io vado avanti
con quello che rimane.
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Le panchine custodiscono migliaia di storie meravigliose,
ricordi di mani che si cercano, promesse mai mantenute, baci improvvisi..
amicizie che finiscono.
altre eterne..
Tutti ne abbiamo una sulla quale il cuore è ancora seduto..
Anto..
---------
La musica è quel luogo...
Dove trovi te stesso
Senza limiti...
"i miei anni quelli che non pesano..
ma che fanno pesare il mio vissuto"..
Lella..
e..
La musica è quel luogo...
Senza limiti...
D' improvviso in una folata di vento, la morte ti ha rapito dai tuoi giorni per portarti lontano..
E mi ritrovo sola ad ascoltare questo triste silenzio..
A chiedermi il perchè di questo assurdo destino che di dolore frantuma il mio cuore..
A chiedermi dov'è il tuo sorriso, il tuo dolce bel viso, la tua allegria che di calore riempiva i miei giorni..
A chiedermi perchè per ritrovarti devo ogni giorno ritornare nel passato per elemosinare dai ricordi un tuo abbraccio, un tuo bacio..
Non c'è giorno che la mia ragione non si ponga questa innaturale domanda, ma la tua mancanza è troppa e non trovo mai una risposta che allontani il dolore e ti riporti indietro-
Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
e un Cielo in un fiore selvatico,
tenere l’Infinito nel cavo della mano
e l’Eternità in un’ora.
Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
e un Cielo in un fiore selvatico,
tenere l’Infinito nel cavo della mano
e l’Eternità in un’ora.
chissà perchè quel tocco di "penombra" risplende di immensa luce
i colori non sono quelli che ci dipingono per apparire.
ma quelli che ci distinguono l'anima..
Lella.
i colori non sono quelli che ci dipingono per apparire.
ma quelli che ci distinguono l'anima..
Lella.
..anche mia nonna..e ho imparato dalla sua magia..piccola dodicenne in vacanza ho tirato la mia prima pasta col mattarello..e da lì, da quei ricordi e attimi vissuti intensamente è nato il tutto..i porto con me l'odore dei dolci casalinghi fatti nel forno a legna..le pentolone ricolme di leccornie della domenica..porto con me la meraviglia di bambina curiosa che si affacciava alla finestra per vedere gli ulivi...e la notte quel canto particolare un gufetto ..ora che sono madre e spero poi anche nonna ho capito che ho avuto un grande privilegio...
--------..una parte del mio "vestito della domenica"
“Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una Donna!”
WILLIAM SHAKESPEARE
Risplendere sempre, risplendere ovunque,
sino al fondo degli ultimi giorni,
risplendere e nient’altro!
Ecco la parola d’ordine mia –
e del sole!
“La musa ispiratrice più potente al mondo è il bambino che abita dentro ciascuno di noi.”
The most powerful muse in the world is the child who lives within each of us. "
Una delle cose più belle
in natura, dove tutto è
meraviglioso, è lo sguardo,
o l’incontro degli occhi;
questa comunicazione rapida
e azione."
- Ralph Waldo Emerson -
Dipinto di Harding Meyer
"I sognatori li riconosci: sono quelli che si siedono dalla parte del finestrino."
non chiamatela "questione Palestinese e questione Israeliana"..
chiamatela terra di due popoli..
chiamatela Peace...
“Israeliani e palestinesi non hanno bisogno di erigere un muro che li separi: hanno bisogno di abbattere il muro che li divide.”
Oggi, trent’anni più tardi, quel simbolico gesto di pace e di speranza non ha mantenuto le promesse: i palestinesi non hanno ancora uno Stato, il negoziato fra le due parti è sospeso, attacchi terroristici e pesanti risposte militari proseguono.
L'intesa - con il reciproco riconoscimento politico fra le parti - prevedeva il ritiro di Israele da aree della Striscia di Gaza e della Cisgiordania e il diritto palestinese all'autogoverno tramite la nascita dell'Autorità nazionale palestinese (Anp). Dagli accordi furono lasciati fuori - per essere affrontati dopo - i temi spinosi di Gerusalemme, dei rifugiati palestinesi, degli insediamenti israeliani, della sicurezza e dei confini. L'accordo - in vista di uno status finale - stabiliva intanto la suddivisione della Cisgiordania in tre zone: A, sotto pieno controllo dell'Anp; B, sotto controllo civile palestinese e israeliano per la sicurezza; C (a forte presenza di insediamenti ebraici), sotto pieno controllo israeliano.
Da allora la situazione è degenerata. E le posizioni non sembrano mai state così distanti come oggi. in Cisgiordania è sempre più flebile il controllo dell'Anp di Abu Mazen, scalzato da Hamas e dalle altre fazioni palestinesi armate, con la persistenza di attentati contro gli israeliani. In Israele, al governo ci sono forze e leader che hanno contrastato gli accordi, come il premier Benjamin Netanyahu, o che sono ad essi antitetiche. E che invocano - come il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich (Sionismo religioso) e quello della Sicurezza Itamar Ben-Gvir (Potenza ebraica) - l'espansione delle colonie.
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ll 13 settembre 1993 i leader israeliano e palestinese si fecero fotografare davanti alla Casa Bianca e l’immagine con Bill Clinton è una delle più iconiche del Novecento.
Trent’anni fa gli accordi di Oslo e la storica stretta di mano tra Rabin e Arafat: accese la speranza di pace in Medio Oriente
È una delle immagini che hanno segnato la storia del Ventesimo secolo: la stretta di mano fra il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e il leader palestinese Yasser Arafat, sul prato della Casa Bianca, il 13 settembre 1993. Oggi, trent’anni più tardi, quel simbolico gesto di pace e di speranza non ha mantenuto le promesse: i palestinesi non hanno ancora uno Stato, il negoziato fra le due parti è sospeso, attacchi terroristici e pesanti risposte militari proseguono.
..un pò di storia..
Gli accordi di Oslo, 30 anni fa
Sono considerati i più importanti negoziati nel Secondo dopoguerra: per la prima volta Israele e Palestina si riconoscevano come legittimi interlocutori
La foto che ritrae Yitzhak Rabin e Yasser Arafat mentre si stringono la mano nel cortile della Casa Bianca, scattata il 13 settembre del 1993, esattamente trent’anni fa, è forse una delle più famose degli ultimi decenni. Rabin era il primo ministro israeliano, Laburista, e Yasser Arafat era il leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), un’associazione fondata all’interno della Lega Araba che aveva come obiettivo l’emancipazione del popolo palestinese e che ora è il gruppo a cui fa riferimento il presidente palestinese Mahmoud Abbas.
Era la prima volta che i due paesi si riconoscevano come legittimi interlocutori ed era la prima volta che i due leader si stringevano la mano in pubblico dopo la firma degli accordi di Oslo, avvenuta qualche settimana prima: quegli accordi avrebbero dovuto avviare un processo che avrebbe messo fine al conflitto tra israeliani e palestinesi, che durava da più di 40 anni. Non è stato così, ma quella foto, e quel tentativo, hanno comunque lasciato una traccia nella storia dei rapporti fra i due paesi.
Israele occupava militarmente la Cisgiordania e la Striscia di Gaza dalla fine della Guerra dei Sei Giorni, cioè dal 1967. Fra il 1987 e il 1991, dopo più di vent’anni di occupazione israeliana, i palestinesi furono impegnati in una serie di rivolte popolari chiamate intifada (“rivolta”, in arabo). L’occupazione era diventata molto impopolare agli occhi dell’opinione pubblica israeliana, che premeva per un disimpegno militare e per la pace.
Il processo che portò alla stretta di mano nel cortile della Casa Bianca davanti all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton fu lunga e complicata. Per quanto la firma definitiva sugli accordi avvenne davanti a un presidente americano, i primi incontri tra i delegati palestinesi e quelli israeliani furono senza la mediazione degli Stati Uniti. Cominciarono spontaneamente e la Norvegia offrì il suo territorio per ospitare le trattative. I delegati si incontrarono in una casa circondata da un bosco fuori da Oslo. Ci furono 14 sessioni di negoziati ufficiali tra il 1992 e il 1993. I delegati vivevano nello stesso luogo, quindi accanto agli incontri ufficiali ci furono anche moltissime discussioni e incontri informali.
Al termine di questi incontri, i negoziatori scrissero la Dichiarazione dei principi, che venne sottoposta e accettata dal governo israeliano e dai capi dell’OLP.
Il 13 settembre del 1993, durante la cerimonia per il festeggiamento dell’accordo, il ministro degli Esteri israeliano, Shimon Peres, disse rivolto ai palestinesi: «Siamo sinceri. Vogliamo fare sul serio. Non vogliamo interferire con le vostre vite o determinare la vostra sorte. Trasformiamo i nostri proiettili in schede elettorali, le pistole in badili». Peres assieme a Rabin e Arafat ricevette il Nobel per la pace nel 1994.
Con gli accordi di Oslo per la prima volta gli israeliani riconobbero nell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina l’interlocutore ufficiale che parlava per il popolo palestinese e le riconobbero il diritto di governare su alcuni dei territori occupati. L’OLP da parte sua riconobbe il diritto di Israele a esistere e rinunciò formalmente alla lotta armata per la creazione di uno stato palestinese.
Questi riconoscimenti reciproci erano una novità assoluta nei rapporti tra Israele e Palestina, ma l’accordo conteneva anche un piano specifico per mettere in atto una soluzione definitiva. Israele prometteva di ritirarsi da Gaza e dall’area di Gerico, in Cisgiordania. E prometteva che nei cinque anni successivi si sarebbe ritirata da altri territori occupati militarmente. Secondo gli accordi, in questi territori si sarebbe insediato un governo palestinese eletto localmente, l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Oslo eliminò dunque dal tavolo delle trattative, almeno per un certo periodo, le possibilità di soluzioni “massimaliste” del “Grande Israele” e della “Grande Palestina”, stati che sarebbero dovuti andare dal fiume Giordano al mare e che al loro interno non avrebbero previsto spazio per i membri dell’altro popolo. La soluzione contemplata prevedeva cioè due stati per due popoli.
Come scrissero molti commentatori, gli accordi prevedevano da parte dei palestinesi una serie di difficili concessioni immediate (il riconoscimento di Israele e la rinuncia alla violenza), mentre gli israeliani avrebbero dovuto fare le concessioni difficili più avanti (completare il ritiro delle truppe dal resto dei territori occupati). Quasi tutte le questioni più complicate non furono discusse durante i negoziati e vennero rimandate alle riunioni successive: come lo status giuridico di Gerusalemme, che entrambi i paesi rivendicavano come propria capitale, e il destino degli insediamenti dei coloni ebraici in Cisgiordania, territorio che la stragrande maggioranza della comunità internazionale ritiene appartenga ai palestinesi.
Nel 1995 Rabin e Arafat firmarono un’altra serie di accordi, Oslo II, che garantivano all’OLP il governo di numerose città e villaggi a Gaza e nella Cisgiordania, dopo che nel luglio del 1994 Israele aveva cominciato a ritirare l’esercito da alcuni dei territori occupati. Ma lo scetticismo nei confronti degli accordi stava già crescendo da entrambe le parti.
In Israele subito dopo gli accordi ci fu un voto di fiducia al governo che terminò con uno scarto di una manciata di voti. Israele non fermò la sua politica degli insediamenti in Cisgiordania causando frustrazione tra i palestinesi. L’episodio che viene spesso indicato come decisivo per la destabilizzazione della fiducia dei palestinesi nel processo di pace avvenne però in seguito, nel febbraio del 1994, quando Baruch Goldstein, medico e ex militare israeliano della colonia di Kiryat Arba, entrò nella moschea di Hebron e uccise decine di palestinesi: la repressione dell’esercito contro i palestinesi che protestarono per il massacro fu durissima.
Dall’altra parte Arafat e l’OLP erano criticati per non avere il controllo su tutti i gruppi militari che continuavano a combattere per la liberazione della Palestina e che erano contro gli accordi. L’OLP venne anzi accusata di essere loro complice. Il 4 novembre del 1995 Rabin tenne un comizio in piazza a Tel Aviv in cui parlò in modo generico del progetto di pace, ma ancora una volta lasciò in sospeso quale prezzo fosse disposto a pagare Israele per raggiungerlo. Queste sue aperture avevano già da tempo attirato molte critiche in particolare da parte del principale partito di destra, il Likud, che era molto contrario. Quel giorno Yigal Amir, un colono ebreo nascosto tra la folla, sparò a Rabin due colpi di pistola, uccidendolo. Secondo alcuni fu la morte violenta di Rabin a interrompere definitivamente gli accordi.
Nel 1996 il Likud vinse le elezioni e Benjamin Netanyahu divenne primo ministro a capo di una coalizione di destra nazionalista e religiosa (lo è ancora oggi). Netanyahu aveva più volte pubblicamente definito gli accordi di Oslo un errore e durante i suoi governi non ha mai fatto sforzi per metterli in pratica. Negli ultimi decenni sono falliti tutti gli altri incontri che avrebbero dovuto risolvere le questioni lasciate in sospeso da quegli accordi.
Tra i principali motivi di questo fallimento c’è il fatto che la politica coloniale di Israele non si è mai fermata. Lo scorso giugno l’ultimo governo guidato da Benjamin Netanyahu ha annunciato la costruzione di 5.700 nuove case per coloni in Cisgiordania portando così il numero di insediamenti progettati quest’anno a superare i 13mila. Il record era di 12.159 nuove case per coloni nel 2020. La decisione è stata criticata dalla comunità internazionale, poiché rende sempre più difficile il raggiungimento di una pace.
Buongiorno anime belle
-"sᴠᴇɢʟɪᴀʀᴛɪ ᴀʟʟ'ᴀʟʙᴀ, ᴄᴏɴ ɪʟ ᴘᴇsᴏ ᴅᴇʟʟᴇ ᴅɪᴛᴀ ᴀssᴏɴɴᴀᴛᴇ,
ᴘʀɪᴍᴀ ᴄʜᴇ sᴜᴏɴɪ ʟᴀ sᴠᴇɢʟɪᴀ, ᴘʀɪᴍᴀ ᴅᴇʟ ᴠɪᴀɢɢɪᴏ,
ᴘʀɪᴍᴀ ᴄʜᴇ ʟᴇ sᴀʟᴇ ᴅɪ ᴀᴛᴛᴇsᴀ ᴅᴇʟʟᴀ sᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ,
ɪ ʙɪɴᴀʀɪ ᴘʀᴇɴᴅᴀɴᴏ ᴘᴏssᴇssᴏ ᴅɪ ɴᴏɪ,
Lᴀ ʟᴜᴄᴇ sᴛà ᴀᴘᴘᴇɴᴀ ᴍᴏɴᴛᴀɴᴅᴏ ʟᴀ sᴜᴀ ɪsᴛᴀʟʟᴀᴢɪᴏɴᴇ,
ᴇsᴛʀᴀᴇ ᴅᴀʟ ʙᴜɪᴏ ɪ sᴜᴏɪ ᴠᴇsᴛɪᴛɪ ʀɪᴘɪᴇɢᴀᴛɪ, ɪ ʟɪʙʀɪ..
--𝒊𝒍 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒐 𝒆 𝒍𝒆 𝒂𝒍𝒃𝒆..𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒖𝒎𝒊𝒏𝒐𝒔𝒆 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒍𝒆 𝒐𝒎𝒃𝒓𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒇𝒊𝒈𝒖𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒔𝒊 𝒔𝒐𝒗𝒓𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂𝒍𝒊.. ..𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒆 𝒍𝒆 𝒎𝒊𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒆 𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒊𝒏𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒆𝒗𝒐𝒍𝒊 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊.. 𝒔𝒖 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒊 𝒇𝒖𝒎𝒐𝒔𝒊,𝒔𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒛𝒛𝒂𝒏𝒕𝒊,𝒊𝒍𝒂𝒓𝒊,𝒂𝒔𝒔𝒐𝒏𝒏𝒂𝒕𝒊 𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒓𝒆𝒅𝒅𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊.. 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒊 𝒅𝒊𝒗𝒐𝒓𝒂𝒕𝒊,𝒄𝒐𝒎𝒑𝒊𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂 𝒅𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒊𝒓𝒆.. 𝒍𝒂 𝒔𝒊𝒈𝒂𝒓𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒐𝒄𝒄𝒂𝒕𝒂 𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒂𝒕𝒂.. 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒂𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒆 𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒂𝒐 𝒅𝒐𝒍𝒄𝒆 ... 𝒍𝒆 𝒂𝒄𝒄𝒆𝒔𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒄𝒖𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒆 𝒍𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒏𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒏𝒕𝒊 ,𝒂𝒔𝒔𝒐𝒓𝒕𝒆 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊.. 𝒍𝒆 𝒄𝒊𝒏𝒒𝒖𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒕𝒕𝒊𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒗𝒂 𝒍'𝒊𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆, 𝒍'𝒊𝒏𝒅𝒊𝒑𝒆𝒏𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒕𝒖𝒅𝒊𝒏𝒆, 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒊𝒂 𝒆 𝒍'𝒂𝒄𝒄𝒐𝒓𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ..𝒊 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒊 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒊..𝒊 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒗𝒂𝒏𝒐 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒆 ,𝒍𝒆 𝒂𝒍𝒃𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒆 𝒅𝒂 𝒔𝒄𝒐𝒑𝒓𝒊𝒓𝒆, 𝒊𝒍 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒗𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒊𝒏𝒊𝒔𝒔𝒆 𝒎𝒂𝒊, 𝒊𝒍 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒗𝒂 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒑𝒊ù 𝒄𝒐𝒓𝒕𝒐 .
..𝒂𝒅𝒐𝒓𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒆 𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒖𝒎𝒐 ,𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒎𝒊 𝒅𝒊 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒗𝒊𝒔𝒔𝒖𝒕𝒂 𝒆 𝒍'𝒆𝒕à 𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐,𝒍𝒂 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒕à 𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒂𝒏𝒕𝒂𝒔𝒊𝒂 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒗𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒄𝒄𝒂𝒅𝒆𝒔𝒔𝒆.. 𝑳𝒆𝒍𝒍𝒂...
𝕍𝕠𝕣𝕣𝕖𝕚 𝕕𝕚𝕣𝕝𝕠 𝕒𝕚 𝕥𝕒𝕟𝕥𝕚 𝕘𝕚𝕠𝕧𝕒𝕟𝕚 𝕔𝕙𝕖 𝕔𝕖𝕣𝕔𝕒𝕟𝕠 𝕦𝕟𝕒 𝕣𝕒𝕘𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕕𝕚 𝕧𝕚𝕥𝕒, 𝕔𝕙𝕖 𝕝𝕒 𝕧𝕖𝕔𝕔𝕙𝕚𝕒𝕚𝕒 𝕖̀ 𝕦𝕟 𝕞𝕠𝕞𝕖𝕟𝕥𝕠 𝕤𝕥𝕦𝕡𝕖𝕟𝕕𝕠 𝕚𝕣𝕣𝕠𝕣𝕒𝕥𝕠 𝕕𝕒𝕝𝕝𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕝𝕒𝕔𝕣𝕚𝕞𝕖:
𝕚𝕠 𝕝𝕖 𝕙𝕠 𝕔𝕙𝕚𝕒𝕞𝕒𝕥𝕖 𝕣𝕦𝕘𝕚𝕒𝕕𝕒.
𝔸𝕝𝕕𝕒 𝕄𝕖𝕣𝕚𝕟𝕚
𝕔𝕚𝕒𝕠 𝕞𝕚𝕒 𝕄𝕦𝕤𝕒...
𝕒𝕟𝕔𝕙𝕖 𝕡𝕖𝕣 𝕞𝕖 𝕖̀ 𝕣𝕦𝕘𝕚𝕒𝕕𝕒..
𝕤𝕠𝕟𝕠 𝕖𝕥𝕖𝕣𝕟𝕚 𝕒𝕣𝕔𝕠𝕓𝕒𝕝𝕖𝕟𝕚
𝕃𝕖𝕝𝕝𝕒..
I would like to say to the many young people who are looking for a reason for living, that old age is a wonderful moment sprinkled with non-tears:
I called them dew.
Alda Merini
hello my muse ...
it's dew for me too ..
because when the sun's rays pass through them
they are eternal rainbows
Lella ..
"...Io sono nata da una conchiglia, diceva, la mia casa è il mare
con un fiume, no, non lo posso cambiare..."
- Ivan Graziani dal brano "Firenze" -
Alcune persone non basta sentirle dentro per averle accanto e altre non serve averle vicine per esserne invaso. Ed è questa la vera condanna.
..il mio cappellaio matto
"Soffiano venti di guerra, Lloyd"
"Credo che il vento sia troppo nobile per trasportare la violenza degli uomini, sir"
"E allora cosa è questa cosa che sta attraversando il mondo?"
"Miserie polverose ed egoismo fangoso, sir"
"Tutte cose che stanno a terra, Lloyd"
"Tornerà l'uomo a volare prima o poi, Lloyd?"
"Speriamo, sir... Speriamo"
Simone Tempia ~ Vita con Lloyd
“Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola.”
KHALIL GIBRAN
io però ho una scala che mi porta sempre su "quella nuvoletta"..
e mi sento bene
sai perchè ..da lassù non sono un numero sono qualcuno che ama l?universo tutto..
ed io le chiamo ..anche "le streghe buone"..
“Le fate ignoranti sono quelle che incontriamo e non riconosciamo,
ma che ci cambiano la vita.
Non sono quelle delle fiabe, perchè loro qualche bugia la dicono.
Sono ignoranti, esplicite, anche pesanti a volte,
Le fate ignoranti sono tutti quelli che vivono allo scoperto,
che vivono i propri sentimenti
e non hanno paura di manifestarli.
Sono le persone che parlano senza peli sulla lingua,
che vivono le proprie contraddizioni e che ignorano le strategie.
Spesso passano per “ignoranti”, perché sembrano cafone
e invadenti per la loro mancanza di buone maniere,
ma sono anche molto spesso delle “fate”
perché capaci di compiere il “miracolo” di travolgerci,
costringendoci a dare una svolta alla nostra vita.”
— Ferzan OzpeteK
Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno.
and I call them .. also "the good witches" ..
"Ignorant fairies are the ones we meet and don't recognize,
but that change our life.
They are not those of fairy tales, because they tell some lies.
They are ignorant, explicit, even heavy at times,
but they don't lie about feelings.
The ignorant fairies are all those who live in the open,
who live their feelings
and they are not afraid to manifest them.
They are the people who speak outspokenly,
who live their own contradictions and who ignore strategies.
Often they pass for "ignorant", because they seem boorish
and intrusive for their lack of manners,
but they are also very often "fairies"
because they are able to perform the "miracle" of overwhelming us,
forcing us to change our lives. "
- Ferzan OzpeteK
How stupid we are, how many rejected invitations, how many unspoken words, how many unrequited glances. Many times life passes us by and we don't even notice it.
Sai cosa hanno di bello le persone sensibili?
Che nonostante tante delusioni hanno ancora il cuore tenero,
si emozionano facilmente, cercano il buono sempre,
anche quando non c'è.
Si affezionano e ci rimettono sempre.
"Conoscere davvero qualcuno è qualcosa di talmente complesso, raro, e fatale. Conoscere davvero qualcuno è per sempre..."
di Nadia Anjuman (Afghanistan)
Quante volte è stata tolta dalle labbra
la mia canzone e quante volte è stato
azzittito il sussurro del mio spirito poetico!
Il significato della gioia è stato
Se con i miei versi tu notassi una luce:
questa sarebbe il frutto delle mie profonde immaginazioni.
Le mie lacrime non sono servite a niente
e non mi rimane altro che la speranza.
Nonostante io sia figlia della città della poesia,
i miei versi furono mediocri.
La mia opera è come una pianta priva di cure,
da cui non si può pretendere molto.
Nell’archivio della storia,
questo è tutto ciò che mi rappresenta.
[Nadia Anjuman, 25 anni, poetessa afghana, il 4 novembre 2005, ad Herat, nel centro occidentale dell’Afghanistan, viene massacrata di botte dal marito per aver osato declamare in pubblico versi tratti da un libro di poesie, che parla d’amore, “Gul-e-dodi’” (Fiore rosso scuro) scritto prima del matrimonio. Nadia, madre di una bimba di 6 mesi, era una tra le più affermate poetesse del paese. La causa della sua morte è da imputarsi a percosse multiple alla testa. La polizia arresta il marito di lei e la suocera, con accusa di omicidio. L’uomo, sostiene che la causa della morte della moglie è il suicidio. Il marito, ricercatore universitario della facoltà di lettere, viene regolarmente processato, e assolto un anno dopo in ultima istanza dalla corte, tornando, dopo un breve soggiorno in carcere, al suo incarico universitario, riabilitato a tutti gli effetti. Per le autorità afgane Nadya è morta d’infarto. O si è suicidata. Non importa poi molto
Durante il regime dei talebani, quando alle donne era proibito studiare e lavorare, Nadia fa parte del cosiddetto “circolo del cucito” della città, che tre volte a settimana si riuniva presso la finta “Scuola di cucito ago d’oro” dove un professore dell’università insegnava quello che apertamente poteva fare in quel periodo solo agli uomini: la letteratura. Nadya ha lasciato due volumi di poesie (è autrice di una seconda raccolta di versi, intitolata ‘Fiori di fumo’ scritta prima di sposarsi). Le sue poesie non sono scritte in arabo ma in lingua farsi, lingua parlata e scritta in Iran e lingua letteraria di una vasta zona fra cui anche l’Afghanistan.
Nadia è stata solo una delle centinaia di vittime della violenza domestica che in Afghanistan continua a perpetrarsi contro le donne, prigioniere di mille libertà negate, e di cui solo ora si comincia finalmente a parlare. Herat (chiamata “Città dei poeti), vanta il primato della più alta percentuale di suicidi femminili. Non avendo a loro disposizione né armi, né farmaci e nemmeno case a più piani, le donne di Herat, per sfuggire al matrimonio a cui sono costrette in giovanissima età, usano il petrolio delle stufe di cucina per darsi fuoco, anticipando con l’unico gesto di autodeterminazione possibile, il proprio omicidio da parte di mariti, fratelli, padri.]
dipinto Lita Cabellut
"La miglior vendetta? La felicità.
Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice."
(Alda Merini)
IL SEGRETO DEL VERO AMORE
C’era una volta una principessa di nome Arik.
Arik era bella, intelligente e di animo nobile.
Tutti gli uomini del suo regno erano perdutamente innamorati di lei, e desideravano sposarla.
Arik, però, era infelice.
Era ossessionata dalla ricerca del “segreto del vero amore”.
Decise di andare per il mondo, in cerca di qualcuno che l’aiutasse a svelare questo segreto.
Viaggiò fino al regno degli uomini guerrieri, dove fu accolta a corte dal re guerriero.
Il re si innamorò perdutamente di lei appena la vide.
“Io ti amo”, le disse il re, “vuoi sposarmi?”
“Perché mi ami?” gli chiese Arik.
“Perché la tua bellezza è una luce, superiore a quella di tutti gli astri del firmamento” le disse il re.
“E quando la mia bellezza sfiorirà?” ribattè Arik.
Ma il re guerriero non seppe risponderle.
Arik si intristì, e riprese il suo viaggio.
Giunse nel regno degli uomini virtuosi, dove fu accolta a corte dal re filosofo.
Anche il re filosofo si innamorò perdutamente di lei.
“Io ti amo, principessa Arik” le sussurrò il re, “vuoi sposarmi?”
“Perché mi ami?” gli chiese Arik.
“Perché”, le disse il re, “oltre ad essere bella, sei di nobile animo. Farei di te la mia amata Dea”.
“E se una mattina dovessi svegliarmi turbata, e manifestare un lato oscuro del mio animo, mi ameresti lo stesso?” gli chiese Arik.
Ma il re filosofo non seppe risponderle.
Arik si intristì, e riprese il suo viaggio.
E così, di regno in regno.
Ovunque andasse tutti la amavano, era impossibile non provare amore per lei, ma era sempre un amore “condizionato” da qualcosa, che in qualsiasi momento poteva essere spazzato via, ed Arik non si sentiva mai “realmente” amata.
Era sempre più scoraggiata, ormai disperava di trovare il “segreto del vero amore”.
Vagando ormai senza meta giunse in una lontana regione chiamata “il regno dell’imperturbabilità”.
Non c’era alcun re in quel luogo, non ce n’era bisogno, i pochissimi uomini che lo abitavano vivevano in armonia con le “Leggi”.
Arik si imbattè in uno di essi.
L’uomo aveva uno strano sorriso, appena accennato, ed era intento alle sue faccende.
Arik gli si avvicinò, per chiedergli un’informazione.
L’uomo si fermò, le rispose con cortesia, poi riprese a lavorare.
Arik rimase stupita.
Tutti gli uomini che incontrava erano immediatamente “rapiti” da lei, la riempivano di complimenti, la facevano sentire “importante”. Quell’uomo dallo strano ed imperturbabile sorriso, invece …
“Dimmi, uomo imperturbabile” disse Arik, “tutti notano la mia bellezza. A te, forse, non piaccio?”
“Sei molto bella, Arik” le disse L’uomo.
“Sono considerata anche virtuosa e di nobile animo” insistè Arik.
“Lo so”, ribattè l’uomo, “lo leggo nei tuoi occhi”.
“Non sono forse degna del tuo amore?” sussurò Arik con un filo di voce ...
L’uomo, mantenendo il suo imperturbabile sorriso, la guardò negli occhi …
“Io ti amo molto, principessa Arik”.
“E … perché mi ami?”, chiese Arik, tremolando, “forse perché sono bella, o ricca, o virtuosa?”
“Lo sei Arik, sei tutto questo e molto di più”, rispose l’uomo, “sei bella, sei di animo nobile, sei virtuosa.
Sono tutte grandissime qualità, ma non sono sufficienti ad amarti.
In qualsiasi momento il mio amore potrebbe essere spazzato via da un fugace lato oscuro che si manifesti in te”
“E allora, uomo imperturbabile”, insistè Arik, “perché mi ami?”
“Io ti amo perché" ... l'uomo imperturbabile sospirò profondamente ... "perché non ho bisogno di te”.
Allora Arik finalmente capì, e da quel momento nulla fu più lo stesso.
La tristezza che, da sempre, abitava in lei, si dissolse.
Era finalmente pronta ad amare e ad essere amata “realmente”.
Aveva scoperto il segreto del vero amore.
La casa di Jerome
“Una volta la nonna mi aveva dato consiglio:
Nei periodi difficili, vai a vanti a piccoli passi. Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta. Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani. Lava i piatti. Togli la polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra.
Vedi?
Stai andando avanti passo dopo passo. Fai un passo e fermati. Riposati. Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro.
Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.
E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”
Elena Mikhalkova, La stanza delle chiavi antiche.
Nei periodi difficili, vai a vanti a piccoli passi. Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta. Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani. Lava i piatti. Togli la polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra.
Vedi?
Stai andando avanti passo dopo passo. Fai un passo e fermati. Riposati. Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro.
Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.
E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”
Elena Mikhalkova, La stanza delle chiavi antiche.
bello volare..non importa se ci sono ali, pensieri...o letti..
basta "saper volare con il cuore" e la sua magia..
In ricordo di Angela Lansbury...
basta "saper volare con il cuore" e la sua magia..
In ricordo di Angela Lansbury...
Lei non era matta, era una creatura fatta in un momento in cui Dio, semplicemente, non aveva voglia delle solite donne in serie, gli era venuta la vena poetica e l'aveva creata.
..quanto mi piace non essere di serie!!
..quanto mi piace non essere di serie!!
Non è il vento che fa volare i palloncini.
E' quello che hanno dentro.
Come le persone.
È come diceva il Mago di Oz, credimi:
Il potere ce l'hai sempre avuto, è solo che dovevi imparare ad usarlo.
E' quello che hanno dentro.
Come le persone.
È come diceva il Mago di Oz, credimi:
Il potere ce l'hai sempre avuto, è solo che dovevi imparare ad usarlo.
*La vita è una danza meravigliosa, fatta di musica semplice, note umili e parole sincere.
La vita è poter ballare la canzone che più ci piace, suonare la musica che più ci si addice e cantare i testi che ci rispecchiano...
La vita è vivere nel rispetto della musica altrui.*
Buongiorno anime danzanti
"Perché è così dannatamente difficile fare la pace, Lloyd?"
"Perché la pace non si fa, sir. La pace si costruisce"
"Come un muro che ci difende?"
"No, sir. Come una casa in cui vivere uniti"
"Ho paura che ai piani alti non abbiano capito la differenza, Lloyd"
"Riusciremo a rinfrescargli la memoria, Lloyd?"
"Tutti insieme forse possiamo... sir"
..sembra che dalla prossima settimana..
arrivino burrasche, venti e temperature veramente autunnali.
e allora io mi preparo...
.si .mi preparo per l'inverno!!
L'Ira di Achille
Sulla spiaggia troiana la battaglia stava infuriando. Da entrambi gli schieramenti caddero numerosi uomini valorosi, colpiti dal bronzo delle lance o dai massi scagliati dai nemici. Tra i troiani vi era un possente eroe che più di tutti si stava distinguendo in battaglia, facendo stragi di achei: era il principe Ettore.
Oltre a lui vi era però un altro uomo che stava mettendo in difficoltà gli assalitori, ovvero Cicno, figlio di Poseidone. Achille decise quindi di affrontarlo per sventare quella minaccia, ma quando gli scagliò contro la lancia e lo colpì in pieno, l'asta rimbalzò indietro senza avergli procurato alcuna ferita. E ciò accadde più volte, poiché il la sua origine divina faceva sì che fosse invulnerabile. Achille quindi lo atterrò colpendolo con il pomo della sua spada e, bloccato a terra, gli strinse i lacci dell'elmo per strangolarlo. Ma il padre di Cicno, Poseidone, intervenne con un prodigio: trasformò il figlio nell'uccello che portava il suo nome, il cigno, cosa che lasciò stupefatto Achille, il quale tuttavia riprese a combattere e respinse i troiani sino alle mura della città, dentro le quali si rifugiarono. La spiaggia di Troia era conquistata.
Gli achei allestirono un accampamento in prossimità delle loro navi e costruirono una palizzata per difenderlo da eventuali incursioni troiane.
La guerra continuò ininterrottamente per nove anni, nei quali le eroiche azioni di Achille fecero di lui il più grande e forte eroe tra gli achei. Qualcuno sosteneva addirittura che fosse invulnerabile.
Oltre a distinguersi sul campo di battaglia dinnanzi alle mura di Troia, il Pelìde indeboliva il nemico facendo moltissime incursioni, guerriglie e assalti ai danni di molti alleati di Priamo.
Dapprima riuscì anche a rapire uno dei figli del re, Licaone, mentre questo potava un ulivo dentro la città. Essendo riuscito a penetrare dentro le mura insieme a Patroclo, con lo scopo di saccheggiare silenziosamente, Achille assalì il principe e lo fece prigioniero, per poi venderlo come schiavo, sull'isola di Lemno, al re Euneo.
Il Pelìde organizzò anche un assalto sul Monte Ida, al quale parteciparono alcuni dei Mirmidoni, ai danni delle mandrie di re Priamo. Queste erano guidate da un giovane e forte pastore, figlio di Anchise e della divina Afrodite: il dardano Enea.
Il giovane venne messo in fuga dalla furia di Achille, il quale si mise al suo inseguimento. Tuttavia, Zeus diede slancio alle gambe di Enea, che riuscì a seminare il Pelìde per poi rifugiarsi nella città di Lirnesso.
Achille assalì e conquistò la città costringendo Enea nuovamente alla fuga, poi fece prigioniera Briseide, la figlia del sacerdote di Apollo, Brise, il quale si impiccò per lo strazio.
Tuttavia Achille trattò con molto rispetto Briseide, al punto da concederle di muoversi liberamente come fosse una donna libera. Nacque tra i due un profondo affetto reciproco.
Gli achei assalirono anche Tebe Ipoplacia, in Cilicia, dove vi regnava Eezione, il padre di Andromaca. Achille uccise il re e i suoi sette figli, poi rubò anche un cavallo mortale di nome Pedaso, che aggiogò al suo cocchio insieme a Balio e Xanto. Quando venne fatta la suddivisione del bottino, ad Agamennone spettò come schiava Criseide, la figlia di un altro sacerdote di Apollo di nome Crise.
Giunti al decimo anno di guerra, a dominare lo scontro erano gli achei, i quali continuavano a tenere imprigionati i troiani dentro le mura e a controllare le loro spiagge. Tuttavia accaddero cose che mutarono gli eventi:
Un giorno, il sacerdote Crise, andò nel campo acheo per offrire ad Agamennone una cospicua somma in denaro in cambio della restituzione di Criseide. Tuttavia il re di Micene lo scacciò via con ingiuriose parole, quindi il sacerdote maledisse Agamennone invocando l'aiuto di Apollo.
Il dio accolse le preghiere e cominciò a scagliare le sue frecce contro gli achei, creando una mortale pestilenza che causò centinaia di morti per nove giorni.
Agamennone, preoccupato, consultò quindi l'indovino Calcante per sapere come mai stesse accadendo ciò, e lui gli rispose che era a causa della sua condotta con il sacerdote.
Venne quindi convocato un consiglio con tutti i capi achei per decidere il da farsi, ma lì scoppio una grossa lite tra Achille e Agamennone, poiché quest'ultimo non avrebbe voluto restituire la sua schiava nonostante la drammatica situazione. Alla fine il re venne convinto a restituirla, ma per compensare alla sua mancanza ordinò che gli venisse data la schiava di Achille, Briseide.
Il Pelìde, furente e pieno d'ira, estrasse la spada con l'intenzione di uccidere il re. Tuttavia intervenne Atena che lo fermò, temendo che ciò potesse causare la sconfitta degli achei. Achille, dopo aver rimesso la spada nel fodero, ricoprì Agamennone di insulti e ingiurie e promise che né lui né i suoi Mirmidoni avrebbero preso più parte alle battaglie contro i troiani. La sua mancanza avrebbe rischiato di stravolgere le sorti dell'intera guerra. L'ira di Achille sarebbe stata cantata in futuro da numerosi aedi, memori delle conseguenze che la ritirata del Pelìde causò agli achei.
"Cantami, o diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempía), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille".
~ Dipinto di Jacques-Louis David, "L'Ira di Achille", 1819 ~
"Alcune persone,
non importa quanti anni hanno,
non perdono mai la loro bellezza,
si limitano a spostarla dal loro volto al loro cuore."
"abbiamo tutti bisogno di una dose quotidiana di meraviglia"
ognuno di noi
ha la sua strada da fare
prendi un respiro ma poi
tu non smettere di camminare
si comincia a morire nell’attimo in cui
ognuno di noi
ha il suo pezzo di strada da fare
segui il passo di un sogno che hai
chi lo sa dove può arrivare
chi lo sa
ognuno di noi
ha il suo pezzo di strada da fare
anche se sembreranno più lunghe che mai
certe dure salite del cuore
c’è che ognuno di noi
può resistere sai
aggrappato ad un raggio di sole
il sole sopra di noi
"Cosa si risponde quando qualcuno insulta ciò che fai, Lloyd?"
"Si prende fiato e si osserva il cielo, sir"
"Per vedere cosa?"
"Che i satelliti e gli astri sono entrambi luminosi, sir"
"Esattamente come è ovvio che solo uno ha bisogno dell'altro per brillare, sir"
"C'è un bel sole oggi in cielo, Lloyd"
"Decisamente, sir. Decisamente"
..il mio profumo preferito?????..
..l'aroma del caffè..
è un abbraccio formato tazzina.
e stasera vi voglio raccontar una favola..
sarà vera?..sarà immaginaria?
so' solo che vibra nell'aria
e arde il cor
ma forse è amor?
nell'anima inastonata
da spruzzi di luce di leggiadro baglior
saranno perle mio signor?
..son gocce di fata
..mia dolce amata...
Lella..
.........
Ogni persona ha un suo proprio colore, una tonalità la cui luce trapela appena appena lungo i contorni del corpo. Una specie di alone. Come nelle figure viste in controluce.
“È una cosa meravigliosa, quando un albero intero somiglia a un immenso frutto ripieno di succhi maturi, in ogni foglia, dal ramo più basso al più elevato, rilucente, e in modo particolare se si guarda in direzione del sole. Quale oggetto degno di una maggiore attenzione può esserci nel paesaggio?”
Henry David Thoreau
Scrivere è parlare di un vento di cui non ricordiamo il suono.
Alla fine scoprirai che le cose più leggere son le uniche
che il vento non è riuscito a portar via,
un ritornello antico
una carezza al momento giusto
l’odore stesso che aveva un giorno il vento.
lacrime che fanno vergognare il genere umano
"Non si diventa illuminati immaginando scenari luminosi,
ma portando alla luce le proprie oscurità interiori."
In questo periodo difficile auguro a chi ha paura, un po di coraggio. A chi è triste un sorriso. A chi ha perso la fiducia, una speranza. A chi è ammalato la guarigione. E a tutti... un domani migliore.
"Non si diventa illuminati immaginando scenari luminosi,
ma portando alla luce le proprie oscurità interiori."
In questo periodo difficile auguro a chi ha paura, un po di coraggio. A chi è triste un sorriso. A chi ha perso la fiducia, una speranza. A chi è ammalato la guarigione. E a tutti... un domani migliore.
Misurare le parole mai,
dover far attenzione al più piccolo gesto mai.
essere fraintesa e dover sempre dare una spiegazione.mai
io sono libera e tale rimarrò..
me stessa è la mia cartina al tornasole
Le affinità è il "sentire" di due anime, un volo, una poesia, un ritrovarsi del cuore." ღღღ
Lella...
buongiorno anime belle.adorata famiglia
...i pensieri felici fanno sempre la differenza..non abbiate timore mai di farli volare
Lella ...
good morning anime belle.adorata family
... happy thoughts always make the difference .. do not be afraid to fly them
Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici
per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino.
Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco,
vedendo molte lune passare,
gli altri li vediamo appena tra un passo e l'altro.
Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno
dei nostri amici.
Il primo che nasce è il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma,
che ci mostrano cosa è la vita.
Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali dividiamo il
nostro spazio affinché possano fiorire come noi.
Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che
rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene.
Ma il destino ci presenta ad altri amici che non
sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino.
Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore.
Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non stiamo bene,
sanno cosa ci fa felici. E alle volte uno di questi amici dell'anima
si infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.
Egli dà luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra,
salti ai nostri piedi.
Ma ci sono anche quegli amici di passaggio, talvolta una
vacanza o un giorno o un'ora. Essi collocano un
sorriso nel nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro.
Non possiamo dimenticare gli amici distanti, quelli
che stanno nelle punte dei rami e che quando il vento
soffia appaiono sempre tra una foglia e l'altra.
Il tempo passa, l'estate se ne va, l'autunno si
avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono
l'estate dopo, e altre permangono per molte stagioni.
Ma quello che ci lascia felici è che le foglie che sono cadute
continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con allegria.
Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando
incrociarono il nostro cammino.
Ti auguro, foglia del mio albero, pace
amore, fortuna e prosperità.
Oggi e sempre... semplicemente perché ogni persona che
passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un poco di se e prende un poco di noi.
Ci saranno quelli che prendono molto,
ma non ci sarà chi non lascia niente.
Questa è la maggior responsabilità della nostra vita e
la prova evidente che due anime non si incontrano
per caso.
Mi Piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose,catturarne l'anima..
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del Mondo.
Perchè lì c'è la verità, lì c'è la dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è tanto ancora amore..
Alda Merini..
Buongiorno anime belle.
I like people who know how to listen to the wind on their skin, smell the smell of things, capture the soul...
Those whose flesh is in contact with the flesh of the World.
Because there is truth, there is sweetness, there is sensitivity, there is so much more love...
Alda Merini..
Good morning beautiful souls.
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Il nero contiene tutto. Anche il bianco. Sono di una bellezza assoluta. È l'accordo perfetto.
Black contains everything. Even white. They are of absolute beauty. It's the perfect deal
Good morning beautiful souls
Il Blues è facile da suonare ma difficile da sentire dentro...
Jimmy handrix
Quella musica così semplice, così bella, così universale
..blues..ha anche significato di «sentirsi blu»...da una vita io sento in blu e mi sento blu...e guarda caso il mio Mondo è in blu..anche per la mia vita di mamma..c'è un filo magico nel sintirsi blues..blu..anche con i figli autistici..vuol dire esplorare i sentimenti..quelli del profondo...sentire l'anima
e l'emozione dell'improvvisazione.
.quasi in simbiosi con te stesso e con gli altri.
Lella..
*La vita è una danza meravigliosa, fatta di musica semplice, note umili e parole sincere.
La vita è poter ballare la canzone che più ci piace, suonare la musica che più ci si addice e cantare i testi che ci rispecchiano...
La vita è vivere nel rispetto della musica altrui.*
Buongiorno anime danzanti
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