Quando i Led Zeppelin programmarono il loro ritorno dagli eventi del 1977, lo pianificarono in tre fasi. La prima fu la registrazione di un nuovo album, che fecero nel novembre 1978 a Stoccolma. Il secondo fu un ritorno sul palco in Europa, e il terzo e ultimo fu un tour negli Stati Uniti che, come avrebbero dettato gli eventi, non avrebbe mai avuto luogo.
Sebbene avessero pianificato il loro primo concerto in due anni con l'enorme festival di Knebworth, decisero di suonare due concerti di riscaldamento a Copenhagen, in Danimarca, una settimana prima. Questi furono i primi spettacoli in Danimarca da quando suonarono alla KB Hallen nel 1973. Erano scarsamente pubblicizzati e pianificati.
Il primo spettacolo è stato ritardato di diverse ore perché gli Zeppelin non potevano installare il loro impianto luci nella sede. Mentre cercano di riconquistare la loro abilità dal vivo e di introdurre la loro nuova scaletta, queste sono essenzialmente prove pubbliche davanti a un pubblico acritico.
La scaletta stessa rivela che gli Zeppelin cercano di "tagliare le cialde" (come ha detto Plant in un'intervista dopo Knebworth) eliminando i lunghi assoli e suonando più canzoni mantenendo un set da maratona di due ore e mezza.
è uno dei loro dischi più completi in termini di completezza, con brani tratti da tutti i loro album, incluso In Through The Outdoor, non ancora pubblicato.
Led Zeppelin Rare Bootleg Copenhagen Warm-Ups * Sick Again *
Falkoner Theater, Copenhagen, Denmark - July 23rd, 1979
Led Zeppelin - Live in Copenhagen, Denmark (July 23rd, 1979) -
primo spettacolo di riscaldamento degli Zeppelin a Copenaghen per la loro apparizione al Festival di Knebworth più tardi in agosto. È anche la prima esibizione della band in due anni dopo la fine improvvisa del tour nordamericano del 1977.
completo. La performance, nonostante alcuni problemi con l'illuminazione e l'audio e un paio di passi falsi, è straordinariamente serrata e concentrata. Sicuramente un grande spettacolo!
0:00 Intro
3:20 The Song Remains the Same
8:38 Celebration Day
12:28 Black Dog
18:41 Nobody's Fault But Mine
25:02 Over the Hills and Far Away
31:17 Misty Mountain Hop
36:33 Since I've Been Loving You
45:42 No Quarter
1:00:56 Hot Dog
1:05:13 The Rain Song
1:14:36 White Summer/Black Mountain Side
1:19:28 Kashmir
1:29:27 Trampled Underfoot
1:36:17 Achilles Last Stand
1:46:55 Bow Solo
1:50:47 In The Evening
1:59:19 Stairway to Heaven
2:09:23 Rock and Roll
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Il secondo di due spettacoli di riscaldamento a Copenaghen per prepararsi alle loro esibizioni al Festival di Knebworth. Questa performance è, senza dubbio, assolutamente da ascoltare. Questo è uno dei migliori concerti di Jimmy in assoluto. Contro ogni previsione, esce dalla nebbia dell'eroina e del Jack Daniels e suona come se fosse di nuovo il 1973.
Led Zeppelin - Live in Copenhagen, Denmark (July 24th, 1979) - U
0:00 Intro
0:56 The Song Remains the Same
6:16 Celebration Day
10:17 Black Dog
15:55 Nobody's Fault But Mine
21:45 Over the Hills and Far Away
27:41 Misty Mountain Hop
32:53 Since I've Been Loving You
42:28 No Quarter
55:47 Ten Years Gone
1:03:56 Hot Dog
1:08:11 The Rain Song
1:16:20 White Summer/Black Mountain Side
1:21:03 Kashmir
1:30:19 Trampled Underfoot
1:37:02 Sick Again
1:43:01 Achilles Last Stand
1:52:11 Guitar Solo
1:57:10 In The Evening
2:05:10 Stairway to Heaven
2:15:45 Whole Lotta Love.
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*Rare* Led Zeppelin In The Light *In The Morning*
*Rare* Led Zeppelin In The Light *In The Morning*
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Led Zeppelin Studio Midnight Moonlight *RARE*
https://youtu.be/JKAIwAPZ39I
Led Zeppelin Studio Midnight Moonlight *RARE*
22 Ottobre 1969.
54 anni fa usciva negli U.s.a. l'album "Led Zeppelin II".
Il primo album, pubblicato a Gennaio dello stesso anno aveva riscosso un buon successo e la casa discografica Atlantic premeva perché fosse registrato nuovo materiale. I Led Zeppelin avevano capito che l'unico modo per far breccia nel pubblico era quello di battere ripetutamente in lungo e in largo gli States, infatti tennero un ruolino di marcia massacrante e nel primo anno tennero 150 concerti tra Usa, Europa e Canada. Suonarono di spalla ad Hendrix, Jethro Tull, B.B. King, Chuck Berry (e molti altri), suonarono da soli come headliner, suonarono in Festival e suonarono nei club.
Famosissima la performance del 28 Gennaio 1969 quando al "Tea Party" di Boston si esibiscono addirittura per quattro ore!
I Led Zeppelin erano giovani e affamati, e sbranavano chiunque gli si poneva davanti.
"Led Zeppelin II" venne registrato in questa atmosfera adrenalinica e caotica in maniera frammentata tra Los Angeles, Londra, Vancouver, New York nei ritagli di tempo tra un concerto e l'altro e utilizzando miseri spazi occasionali negli studi di registrazione. Come racconta l'allora tecnico del suono Eddie Kramer ne "Il Martello degli Dei": "l'abbiamo missato in due giorni. I nastri ci arrivavano da ogni parte: "Whole Lotta Love" era stata registrata a Los Angeles; alcuni venivano da Londra; Robert aveva sovrainciso la voce a Vancouver in uno studio senza cuffie, insomma lavoravamo in qualsiasi buco riuscivamo a prenotare ore di registrazione. Facemmo molte sovraincisioni e registrammo gli assoli nei corridoi degli studi".
Tutto queste fatiche furono ripagate perché all'uscita dell'album mezzo milione di copie era già vendute in prenotazione ed entrò al 199° posto in classifica delle vendite statunitensi, dopo una settimana era già saltato al 25° ed entro la fine dell'anno era al 1° posto scalzando "Abbey Road" dei Beatles. Roba da perderci la testa.
E la testa l'hanno persa intere generazioni di ascoltatori folgorate da quello che veniva chiamato "Il bombardiere marrone".
Questo album genera la nomea di supremo gruppo hard rock, forte di 12.000.000 di vendite nei soli Stati Uniti, ispirato decine di band negli ultimi 30 anni e di fatto ha stabilito dei nuovi canoni musicali e ha generato un nuovo genere/ramo nel grande albero della Musica.
La matrice blues è ben ancora presente, ma è ormai appesantita dalla "nuova" Les Paul del '59 di Jimmy Page che tiene ancora sotto controllo la sua creatura dando ampio risalto alla batteria di Bonzo (che nella sua idea deve essere più potente possibile).
Brani come "Whole Lotta Love" e "Heartbreaker" sono delle vere e proprie pietre miliari, così come lo strumentale "Moby Dick" con John Bohnam scatenato dietro le pelli. Allo stesso tempo "What Is And What Should Never Be" e "Ramble On" proiettano una luce sul loro futuro sound e alternanza nello stesso brano fra luci ed ombre.
Sensuali, potenti, dolci, libidinosi, casinisti, magici, fragorosi, duri, sognanti, selvaggi: questi erano i Led Zeppelin nel loro album "Led Zeppelin II".
E noi li amiamo proprio per questo
Che oggi dunque sia proclamata festa!
22 ottobre 1969 LED ZEPPELI II
ringrazio Pier Paolo Farina..che appoggio in questo suo emozionante commento..non ci siamo sentiti a voce ma siamo in sintonia emozionale..Grazie ancora carissimo..
io adoro questo album..ma adoro tutto quello che i LED mi hanno regalato..LA MAGIA..quella emozionale che non è terrena è oltre l'immaginabile
Il riff teso e urgente di “Whole Lotta Love” subito in apertura comunica istantaneamente, oggi come sempre, quel sentore di sospensione, di sensuale attesa. Quando dopo poche battute la chitarra viene raggiunta e sostenuta dal basso, il tema da insinuante e provocante diviene potente e drastico. Poi arriva la sirena di Plant che attacca a cantilenare il suo richiamo sessuale, spavaldo e assai spiccio, e l’atmosfera è bella che surriscaldata, manca solo il formidabile treno di piatti e pelli di Bonzo Bonham (in arrivo al primo ritornello) perché la frittata sia completa.
Comincia così, coi quattro musicisti che si presentano uno in fila all’altro in un fantastico incipit, uno degli album perfetti (a giudizio pressoché unanime) della storia del rock. Quando esce l’album è passato solo un anno dalla sera che i quattro si erano ritrovati per la prima volta a suonare insieme, e Page per rompere il ghiaccio aveva attaccato il classico “Train Kept A Rolling”… E il ghiaccio si frantumò, letteralmente, mentre gli altri tre gli andavano dietro facendo esplodere la stanza! Alla fine di quella prima serata di prove erano con le lacrime agli occhi per la gioia e le mani che tremavano per l’emozione.
Per tutto quel 1969 il loro manager li aveva massacrati di serate ed impegni e loro, giovani gasati e ambiziosi, non chiedevano di meglio da giovani virgulti posseduti dal sacro fuoco rock: continue tournèe negli Stati Uniti, in Scandinavia, in Inghilterra, apparizioni televisive e promozionali, fu così che nacque questo disco. Nei ritagli di tempo, provato e composto durante i soundcheck prima dei concerti e registrato a spizzichi e bocconi in studi diversi di nazioni diverse, spesso in pura emergenza (in un’occasione senza neanche disporre di cuffie per un adeguato ascolto durante le sessions).
Tutta la forza, l’energia, la voglia del Dirigibile in vertiginosa ascesa sono convogliate in nove tracce brillanti e vivide, spettacolari ed epidermiche, istintive e dirette in cui prende piena consistenza la magica alchimia fra il profondo e fascinoso chitarrista Page, l’anarchico e strepitoso cantante Plant, l’attacco senza pietà del batterista Bonham ed il sottile e intelligente complemento del pluristrumentista John Paul Jones.
Descrivere puntualmente ancora "Whole Lotta Love” o gli altri quattro, cinque, sei superclassici contenuti in quest’opera potrebbe rivelarsi noioso ai più, e allora osserviamo, ad esempio, che questo è l’album degli Zeppelin dove brilla maggiormente il talento di John Paul Jones, ammirevole nella linea di basso delle strofe di “What Is And What Should Never Be”, nel suo lavoro in primissimo piano, semi-solista, su “Lemon Song” contornato dai lamenti di Page e di Plant che gli cedono per molte battute tutto lo spazio, nella geniale cucitura fra gli staccati di Page nelle strofe di “Heartbreaker” ed infine nell’altra inimitabile, lunghissima linea di basso delle strofe di “Ramble On".
E che dire dell’assoluta consistenza di due brani, i già nominati “What Is And What Should Never Be” e “Ramble On”, forse meno celebrati degli altri probabilmente solo perché ebbero scarsa presenza nelle scalette dei loro concerti (specie il secondo): sono entrambi fra le cose migliori mai fatte dal gruppo. Del primo mi piace sottolinearne lo splendido assolo di slide guitar, così sixties col suo carico di riverberi, e del secondo rimane impagabile l’assoluta dinamica, con voce e strumenti prima sinuosi e poi guidati dall'eco di pieni e vuoti della voce di Plant che ci mette una foga fantastica: fulminanti!
Ciascuno ha il suo preferito all’interno della discografia Zeppelin, il primo perché… è il primo! E' la scoperta, la novità, la bomba, il verbo hard rock che ti apre un mondo… Altri preferiscono i misteri e il fascino obliquo del terzo, altri ancora il quarto perché, beh c’è “Stairway To Heaven” e tanto basta, alcuni si spingono fino a “Physical Graffiti” perché è “tanto”, è vario, monumentale, enciclopedico. Ma la maggior parte dei zeppeliniani credo punti il dito su questo secondo, il più potente, il più veloce, il più istintivo. In una parola, spartiacque.
ringrazio Pier Paolo Farina..che appoggio in questo suo emozionante commento..non ci siamo sentiti a voce ma siamo in sintonia emozionale..Grazie ancora carissimo..
50 anni 1968 2018
Il gruppo è andato allo Studio No.1, Olympic Studios, 117 Church Road, Barnes, London, SW13, dopo aver ampiamente provato il materiale per Led Zeppelin I a casa mia a Pangbourne e abbiamo avuto l'opportunità di eseguire una buona percentuale di quel materiale durante alcuni concerti in Scandinavia e nel Regno Unito per sperimentare la nostra musica dal vivo sotto il mantello clandestino degli Yardbirds. In quei giorni, il tempo in studio era sparso e limitato a pochi giorni a settembre e ottobre, dettato dalla disponibilità di Olympic.
Così, con l'aiuto della magistrale ingegneria del mio vecchio amico Glyn John, alle 23:00 di mercoledì 25 settembre 1968, abbiamo iniziato le nostre registrazioni e abbiamo iniziato a registrare questa eclettica centrale elettrica su nastro.
Molto è stato speculato sulle registrazioni iniziali, quindi ho pensato che sarebbe stato utile mostrare il foglio di lavoro di RAK che fornisce le date e gli orari in cui inizialmente dovevamo entrare. È una lettura affascinante.
mi preparo per Halloween...
31st October 1974, Led Zeppelin held the UK launch for their new record label Swan Song at Chislehurst Caves, Kent, England on Halloween night. Drinks were served by nuns in suspenders, a naked woman lay in a coffin covered in jelly and naked male wrestlers cavorted in recesses of the caves. Label mates Bad Company, The Pretty Things and Maggie Bell also attended. The launch also tied in with the releases of The Pretty Things new album Silk Torpedo. The label was named after an unreleased Zeppelin instrumental track.
31° ottobre 1974, i Led Zeppelin hanno tenuto il lancio britannico per la loro nuova etichetta discografica Swan Song a Chislehurst Caves, Kent, Inghilterra, la notte di Halloween. Le bevande erano servite da suore in bretelle, una donna nuda giaceva in una bara ricoperta di gelatina e lottatori maschi nudi cavonati nei meandri delle grotte. Anche i compagni di etichette Bad Company, The Pretty Things e Maggie Bell hanno partecipato. Il lancio si è collegato anche alle pubblicazioni del nuovo album dei The Pretty Things Silk Torpedo. L ' etichetta prende il nome da un brano strumentale Zeppelin inedito.
May 10, 1974: A party to celebrate the launch of Led Zeppelin’s Swan Song label at LA’s Bel Air Hotel. A diverse "who's who" attended the invitation only party - including Bad Company, David Geffen, Billy Preston, Bill Wyman, Keith Moon, Lloyd Bridges, MickyDolenz & Robert Plant.
10 maggio 1974: una festa per celebrare il lancio dell'etichetta Swan Song dei Led Zeppelin al Bel Air Hotel di Los Angeles. Un diverso "chi è chi" ha partecipato alla festa solo su invito - tra cui Bad Company, David Geffen, Billy Preston, Bill Wyman, Keith Moon, Lloyd Bridges, MickyDolenz e Robert Plant.
Ahmet Ertegun and Robert Plant talk about the excesses of Led Zeppelin - Radio Broadcast 10/08/2019
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Ahmet Ertegun and Robert Plant talk about the excesses of Led Zeppelin - Radio Broadcast 10/08/2019
Ahmet Ertegun una volta ha detto ai laureati del Berklee College of Music di Boston che amava il jazz, il blues e il tempo libero. Fin dall'inizio, Ertegun ha dedicato la sua carriera a ciò che amava. La sua incredibile vita è completamente esplorata in AMERICAN MASTERS Atlantic Records: The House That Ahmet Built, che andrà in onda mercoledì 2 maggio alle 21:00 (ET) su PBS. Di seguito sono riportati alcuni punti salienti di Atlantic Records e Ahmet Ertegun:
Ahmet Ertegun e Robert Plant..
Nato a Istanbul, Turchia. Figlio del diplomatico turco Mehmet Munir Ertegun e Hayrunisa Rustem. 31 luglio 1923
Primi anni
Cresciuto presso le ambasciate in Svizzera, Francia e Inghilterra.
1932 Il
fratello maggiore Nesuhi porta Ertegun a vedere Cab Calloway e Duke Ellington al Palladium di Londra.
1934
Si trasferisce con la famiglia a Washington, DC, quando suo padre diventa ambasciatore turco negli Stati Uniti
1937
All'età di 14 anni, la madre di Ertegun gli compra una macchina da taglio per dischi. Prendendo uno strumentale di Cootie Williams, "West End Blues", ne scrive i testi. Con la riproduzione strumentale su un giradischi canta i testi nel microfono mentre il disco suona.
1944
Laureati presso il St. John's College di Annapolis, MD. Prosegue gli studi universitari in filosofia presso la Georgetown University di Washington, DC Il
padre muore, viene sepolto al Cimitero Nazionale di Arlington e, nel 1946, le sue spoglie vengono trasportate in Turchia sulla USS Missouri.
1947
Co-fonda la Atlantic Records a New York City con l'amico e appassionato di jazz Herb Abramson (uno studente di odontoiatria e uomo di A&R per la National Records) e un prestito di $ 10.000 dal dentista di famiglia di Ertegun. Scelgono il nome dopo aver sentito parlare di un'etichetta chiamata Pacific Jazz. Il primo ufficio di Atlantic è nel condannato Jefferson Hotel sulla 56th Street tra Sixth Avenue e Broadway. Il soggiorno è utilizzato come ufficio.
1948
Pubblicazione dei primi dischi atlantici.
Fine anni '40
Si reca a New Orleans per scovare il professor Longhair, che convince l'etichetta a incorporare il suono di New Orleans nelle registrazioni. I session man più sofisticati e orientati al jazz non sono in grado di ricreare il suono preciso, ma nel processo creano l'"Atlantic Sound", che supporta tutti i cantanti dell'etichetta con arrangiamenti di band di sax lead basati sul boogie che sono una parte interna di la canzone.
1949
"Drinkin' Wine Spo-Dee-O-Dee" di Stick McGhee è il primo disco di grande successo di Atlantic.
Firma e produce Ray Charles, Professor Longhair, The Clovers, Big Joe Turner, Ruth Brown, LaVern Baker, Drifters e molti altri. Atlantic diventa la principale etichetta R&B del paese.
I crediti di songwriting includono "Don't Play That Song (You Lied)" di Ben E. King. "Non sai che ti amo" dei trifogli; "Fool, Fool, Fool" e "Lovey Dovey"; "Chains of Love" di Big Joe Turner; "Dolci sedici"; e "Treno speciale di mezzanotte".
1951
Jerry Wexler si unisce ad Atlantic come partner, pagando $ 2063,25 per una quota del 13%.
1953
Ray Charles registra una canzone che segna una partenza stilistica, "Mess Around", scritta da Ertegun sotto il nome di Nugetre.
1955
Atlantic offre al colonnello Tom Parker $ 25.000 per il contratto di Elvis Presley, ma perde contro la RCA.
1956
Nesuhi Ertegun si unisce all'Atlantico. Inizialmente sviluppa il reparto album di Atlantic e costruisce l'ampio catalogo jazz dell'etichetta, producendo John Coltrane, Charles Mingus, Ornette Coleman e il Modern Jazz Quartet.
1958
Inizia a produrre una serie di successi per Bobby Darin, tra cui "Splish Splash" e "Mack the Knife".
1959
Darin vince due Grammy Awards, il primo di Atlantic.
1961
Sposa Ioana Maria Banu. Conosciuta come Mica, diventa un'importante designer d'interni.
1965
Ertegun sposta ulteriormente l'Atlantic nel mondo del pop firmando Sonny & Cher.
anni '60
Atlantic domina la rivoluzione della musica soul con Aretha Franklin, Otis Redding, Solomon Burke, Wilson Pickett, Percy Sledge, Booker T. and the MG's, Sam e Dave, Clarence Carter, King Curtis e molti altri.
Inaugura un periodo rivoluzionario nella storia del rock and roll bianco, firmando Buffalo Springfield, Eric Clapton & Cream, The Rascals, The Bee Gees, Led Zeppelin, Yes, Crosby Stills & Nash (e talvolta Young) e Blind Faith prima che il decennio sia fuori.
1967 I
partner di Ertegun e Atlantic vendono l'etichetta alla Warner-Seven Arts. Ertegun mantiene il controllo creativo.
1968
Wexler firma i Led Zeppelin (composti dall'ex Yardbird e pilastro della sessione Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones) all'Atlantic.
1971
Firma i Rolling Stones, associazione che dura 14 anni.
Co-fonda la squadra di calcio Cosmos a New York e ricopre il ruolo di presidente del club.
1972
firma Bette Midler.
1973
porta la Genesi nell'Atlantico.
1974
firma il trasferimento di Manhattan.
Elevato da presidente a primo presidente/amministratore delegato di Atlantic.
1983
Con Jann Wenner, co-fonda la Rock and Roll Hall of Fame Foundation. Nominato presidente.
1987
Inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.
1991
Riceve il dottorato onorario dal Berklee College of Music.
1993
Riceve il premio Trustees dalla National Academy of Recording Arts & Sciences.
1994
La cantante nata in Alaska Jewel pubblica il suo primo album Atlantic, Pieces of You.
Atlantic pubblica un album con Jose Carreras, Placido Domingo e Luciano Pavarotti: The Three Tenors in Concert 1994.
1995
La sala espositiva principale della nuova Rock and Roll Hall of Fame and Museum di Cleveland prende il nome da Ahmet Ertegun.
1998
Kid Rock debutta su Top Dog/Lava/Atlantic con Devil Without a Cause.
2000
Onorato come "Leggenda vivente" dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
2003
Inserito nella National Soccer Hall of Fame.
Ertegun e la moglie Mica donano un regalo per stabilire la Ertegun Jazz Hall of Fame al Jazz al Lincoln Center, in onore del fratello di Ahmet, Nesuhi.
2004
Nominato presidente fondatore di Atlantic Records.
2005
Riceve il President's Merit Award dalla National Academy of Recording Arts & Sciences.
2006
Onorato con il concerto di apertura del 40° Montreux Jazz Festival.
14 dicembre 2006
muore a New York all'età di 83 anni.
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La voce isolata di Robert Plant nella canzone dei Led Zeppelin "Stairway To Heaven" ti farà venire i brividi
questa versione isolata che presenta solo la voce di Plant dimostra esattamente perché è così rispettato e che a volte diamo per scontato il suo immenso talento.
Plant ha fatto crollare le ginocchia a milioni di persone per il suo stridio dai toni ghiaiosi dei primi sforzi della band. Tuttavia, in "Stairway", ritorna a un suono vulnerabile e tenero che ha mostrato al mondo di essere capace di fare molto di più di quanto offrisse nei Led Zeppelin: è davvero una delle sue migliori performance di sempre.
https://youtu.be/EbQnl9dADv4
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Se hai una certa età, introdurre il potere ipnotizzante della voce di Plant è probabilmente un po' ridondante. Se non sei consapevole della forza con cui ha affrontato ogni melodia, allora permettici di fornirti un'istruzione concisa sul motivo per cui Plant è giustamente considerato uno dei migliori che abbia mai preso in mano un microfono.
Siamo così grandi fan della voce di Plant che arriviamo addirittura a suggerire che prima di Plant non esisteva lo stile di un cantante rock. Al giorno d'oggi, se guardi la televisione e sfortunatamente ti capita di vedere un reality show di una gara di canto, allora è probabile che includeranno un "promettente del rock" e se sono inclusi, c'è una possibilità ancora maggiore che la loro "unica" voce rock sia un tentativo di copiare Robert Plant.
Di seguito esamineremo dieci dei migliori momenti mai registrati da Plant mentre intrecciamo il suo periodo con i Led Zeppelin e la sua carriera da solista per offrirti dieci tracce che ti lasceranno a bocca aperta.
Le 10 migliori canzoni di Robert Plant:
10. 'Fool In The Rain' – Led Zeppelin
Una canzone che è stata scritta guardando la Coppa del Mondo del 1978 insieme a Jimmy Page, "Fool In The Rain" è una delle poche canzoni dei Led Zeppelin a non includere una potente sezione ritmica, invece, è tutta a ritmo di samba e vede groove poliritmici permeare il suono. onde radio.
Per Plant, è un'opportunità per liberarsi dalle catene del titolo di "cantante rock" e lasciargli lavorare le corde vocali attraverso quello che può essere facilmente descritto come un ritmo pop. È l'ultimo singolo americano che la band pubblicherà prima che la morte di John Bonham li costringesse a sciogliersi.
Per favore leggi la lettera" - Robert Plant e Allison Krauss
La canzone è stata originariamente scritta da Jimmy Page, Robert Plant, Charlie Jones e Michael Lee e inclusa nell'album Walking into Clarksdale di Page & Plant , pubblicato nel 1994. Vede il duo abbandonare il suono da stadio e perseguire la musica su un piano più ampio. scala intima.
Quella versione della canzone è davvero impressionante, ma non c'è migliore rappresentazione di "Please Read The Letter" del suo duetto con Allison Krauss. È semplicemente mozzafiato. In Raising Sand di Plant , la voce di Plant è a suo agio e finalmente estratta dall'iconografia dei Led Zeppelin. La canzone e l'album hanno persino ricevuto i Grammy per dimostrare che valeva la pena aspettare la libertà.
Interruzione della comunicazione' – Led Zeppelin
Tratto dal loro LP di debutto omonimo, questo è senza dubbio il momento in cui i Led Zeppelin e, a loro volta, Robert Plant si annunciano formalmente come autentici colossi del rock. Anche se la strumentazione è, come sempre, incredibilmente buona, è la voce di Plant, con tutta la sua potenza bruciante, a caratterizzare questa canzone come qualcosa di speciale.
La canzone può gestire i sentimenti dell'amore frustrato, dell'essere giovani, inesperti e incapaci di trasmettere tali emozioni, ma è anche due minuti e mezzo di totale genialità nell'agitare le braccia. Plant è l'orchestratore di quel sentimento mentre la sua band traspare attraverso la sua massiccia voce cantata.
Altre armi' – Robert Plant
Molti album dei Led Zeppelin contengono una cosa curiosa. Spesso implicano l'utilizzo di due delle loro migliori canzoni come tracce di apertura. Significava che quando ascoltavi per la prima volta un album degli Zeppelin venivi colpito da un potente uno-due. Nel secondo disco solista di Robert Plant, The Principle of Moments , ha utilizzato la stessa tecnica.
Usando "Other Arms" e "In The Mood" come i pugni serrati di un nuovo disco, Plant ha dimostrato che, nonostante la perdita dei Led Zeppelin, i fan del rock potevano ancora contare su di lui per fornire una canzone bruciante capace di riempire un bar. di sconosciuti in uno squallido coro sotterraneo.
Cane nero' – Led Zeppelin
Questo è quanto di più puro il rock 'n' roll possa ottenere. La prima canzone dal loro album del 1971 Led Zeppelin IV è perfettamente composta quando Plant si unisce con una linea devastante e bella e una voce come nessun'altra mentre canta: "Ehi, ehi mamma ha detto il modo in cui ti muovi, ti farò sudare, ti farò sudare, ti farò sudare, ti farò sudare" ' ti fanno divertire.
Da lì in poi, "Black Dog" diventa una delle canzoni più empie e allo stesso tempo belle dell'album. Naturalmente, avere dietro di sé Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham è utile, ma è comunque Plant a rubare la scena. Ma se mai volessi fingere di essere Robert Plant, allora questa è la canzone con cui ti suggeriamo di iniziare. Questo perché, dopo quella prima riga, ti renderai presto conto che è impossibile.
5. 'Il dono più grande' – Robert Plant
Quando Plant pubblicò Fate of Nations nel 1993 si assicurò di allontanarsi completamente dai suoi suoni precedenti della fine degli anni '80. Ha ridimensionato la produzione e ha preso la lucentezza hollywoodiana degli sforzi precedenti e li ha confusi. Piuttosto che andare alla ricerca di grandi successi, Plant si concentrò invece sull'integrità della musica.
L'album era un segno di quanto Plant fosse arrivato lontano e offriva un promemoria per tutti coloro che avevano dimenticato esattamente con chi avevano a che fare. La canzone più importante dell'album è stata senza dubbio "The Greatest Gift". Piuttosto che rimaneggiare vecchi suoni, questa canzone è la prova che Plant guarda sempre avanti.
4. 'Spezzacuori' – Led Zeppelin
Tratto dal secondo album della band, "Heartbreaker" ha l'abitudine di dividere i fan poiché punta fortemente sul lato strumentale delle cose. Oltre agli enormi assoli di Page, la canzone è intrisa di una sezione ritmica intenta a uccidere ogni battito davanti a loro. È una scelta curiosa essere così in alto nella lista di Plant.
Il fatto è che, sebbene i contributi di Plant alla canzone siano in qualche modo minimi rispetto ad altri, è una testimonianza della capacità di Plant di trasformare completamente qualsiasi canzone in cui si trova nel Robert Plant Show. Le sue battute sono così potenti e di vasta portata che potremmo ascoltare Plant cantarle da solo, senza supporto, ed essere comunque incredibilmente felici
3. 'Stairway To Heaven' – Led Zeppelin
Sarebbe impossibile ignorare il peso e la gravità di "Stairway To Heaven". È facile innamorarsi di "Stairway", dopo tutto, sono otto minuti di pura brillantezza compositiva. Dal punto di vista lirico astratto e musicalmente completo, il fatto che abbiamo la tenera voce di Plant è la ciliegina sulla torta.
Plant aveva raccolto molti fan per il suo stridio dai toni ghiaiosi dei primi sforzi della band. Ma in "Stairway" ritorna a un suono vulnerabile e tenero che ha mostrato al mondo che era capace di fare molto di più di quanto offrisse nei Led Zeppelin.
2. 'Canzone degli immigrati' – Led Zeppelin
La prima traccia del terzo album della band, "Immigrant Song", è uscita dalle trappole con il fuoco nello stomaco e una delle migliori performance mai registrate da Plant. Anche se dal punto di vista dei testi Plant non ha molto a che fare con il suo trasformativo "Ahhhhh", passerà alla storia come uno dei momenti rock più iconici di tutti i tempi.
Plant è in fiamme per tutta la canzone, suonando note che solo i cani possono elaborare e possiede anche tutte le intenzioni maligne di cui Lucifero stesso sarebbe orgoglioso. Anche dopo circa 50 anni, questa canzone è ancora un inno rock carico di significato e prepotente. Un mostro assoluto.
1. 'Whole Lotta Love' – Led Zeppelin
Quando qualcuno pensa ai colossi del rock Led Zeppelin, spesso la prima canzone che gli viene in mente è la hit del 1969 "Whole Lotta Love". Ma mentre Jimmy Page e il resto del gruppo vengono regolarmente celebrati per il brano, è l'inarrestabile voce di Robert Plant a rubare la scena.
La traccia di apertura del secondo album della band, Led Zeppelin II, vola fuori dalle trappole come un levriero con un razzo di riff fuzz dalla parte sbagliata. Il suono della chitarra di Jimmy Page avrebbe continuato a definire una generazione: rauco, sfrenato e inflessibile, guida l'intera canzone e gran parte del decennio successivo.
Ampiamente supportata dalla potenza fragorosa della batteria di Jon Bonham e dalla linea di basso definitiva del decennio di John Paul Jones, la traccia è un oggetto di sfrenata bellezza. Tuttavia, soprattutto, la voce di Plant in "Whole Lotta Love" è ciò che lo distingue. È la performance di un cantante supremo, è una performance di proporzioni epiche, essenzialmente rende la traccia quello che è.
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ROBERT PLANT: 5 VOLTE IN CUI HA DIMOSTRATO DI ESSERE IL MIGLIOR CANTANTE DI SEMPRE
Di Claudio Pezzella - 20 Agosto 2020
Il leggendario cantante dei Led Zeppelin, Robert Plant, è a mani basse uno dei migliori frontman nella storia del Rock. Attraverso la sua voce e il suo formidabile carisma sul palco, Robert Plant ha scolpito il suo nome nell’eternità, contribuendo ampiamente al successo della band in cui ha militato. La tecnica e la presenza scenica di Robert Plant l’hanno distinto rispetto agli altri artisti che annoveravano il panorama musicale dei suoi anni. Negli anni d’oro del Rock, i Led Zeppelin si affermarono come fautori dell’Hard Rock, scrivendo alcune pagine fondamentali per la storia della musica moderna.
I Led Zeppelin sono stati una band a dir poco leggendaria. Un gruppo, la cui brillante opera, ha rivestito di nuovo lustro la scena musicale dei loro anni e che, si è affermata come una delle più influenti per gli artisti della nuova lena. La band di Robert Plant e di Jimmy Page ha dovuto il suo successo alla commistione tecnica degli inconfondibili stili proposti da ognuno dei suoi membri.
Nonostante, infatti, i Led Zeppelin non avessero anelli deboli e, il loro successo fosse il frutto della somma delle loro parti, ci sono alcuni grandi classici della band che devono la loro importanza alle manifestazioni di stile di Robert Plant. La voce di Robert Plant è travolgente come poche e, in questa classifica, abbiamo deciso di elencare alcuni dei migliori momenti in cui, la sua voce, ha potuto brillare, dimostrando di essere il miglior cantante di sempre.
5) La voce ipnotica di Robert Plant in Kashmir
La voce di Robert Plant non è mai stata tanto ipnotica quanto in Kashmir. Il brano, è dei più misteriosi e travolgenti mai composti dai Led Zeppelin. Con le sue atmosfere orientaleggianti, Kashmir è una delle tracce più iconiche dell’intera discografia dei Led Zeppelin. Per quanto poetica possa essere, la voce di Robert Plant ha permesso al brano di diventare intramontabile.
4) I ruggiti di Dazed And Confused
La versatilità è ciò che ha reso Robert Plant il miglior cantante nella storia. In diverse occasioni, il leggendario frontman ha mostrato di essere a suo agio praticamente in ogni genere musicale. Per Dazed And Confused, però, Plant ha rivelato la sua vena più feroce. Il formidabile cantante ha costruito una linea vocale a dir poco unica per la leggendaria traccia in cui Jimmy Page usa un arco da violino per suonare la chitarra. Dazed And Confused è un brano mozzafiato sin dalla prima nota, una hit senza tempo che mostra Robert Plant al suo meglio.
3) Il Blues di Since I’Ve Been Loving You
Uno dei momenti più iconici dei Led Zeppelin dal vivo era quando Robert Plant duettava con la chitarra di Jimmy Page, lanciandosi in falsetti a dir poco straordinari. Ciò che riesce a strabiliare maggiormente di Robert Plant è la sua capacità di emozionare migliaia di persone, arrivando addirittura a commuoverle. In questa sede, è il caso di citare la sua performance Bluesy di Since I’ve Been Loving You; in cui Plant rivela i suoi aspetti più emotivi, mostrandosi solenne e tessendo uno struggente tappeto melodico con la sua meravigliosa voce.
2) Il trasformismo in Black Dog
Black Dog rappresenta il punto più alto della versatilità di Robert Plant. Il cantante dei Led Zeppelin ha dimostrato, ancora una volta, di essere il miglior frontman di tutti i tempi ricoprendo uno spettro sonoro variegatissimo all’interno di un’unica traccia. Black Dog è una pietra miliare della storia del Rock, il cui successo è dovuto, come sempre, dall’efficiente commistione delle capacità innate dei membri del gruppo. I riff esplosivi di Jimmy Page lasciano, infatti, campo libero alla voce di Plant.
1) Going To California
Ciò che rende grande Robert Plant è la sua capacità innata di fare sua ogni canzone. Le doti di Robert Plant, infatti, non si limitano ad una spiccata versatilità o ad avere un timbro potentissimo. Ciò che, ad esempio, il cantante ha fatto con Going to California è stato immedesimarsi a pieno nel brano e nella sua trama, diventandone il protagonista. Questo, non ha solo reso Robert Plant il miglior cantante di sempre, ma anche e soprattutto, un genio musicale indiscusso.
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8 Novembre 1971..Buon compleanno LED..
e tanti auguri a noi ma soprattutto dobbiamo dire grazie a Loro..hanno dimostrato di poter fare a meno di tutto per realizzare un album, zittendo i critici musicali che fino a quel momento li avevano snobbati, come minimo.
sarà la certezza che i LED ZEPPELIN sono e saranno per sempre la STORIA DELLA MUSICA, DELL'ANIMO UMANO PIù PROFONDO E UNA AUTENTICA ALCHIMIA E COMPLICITA' DI QUATTRO RAGAZZI STRATOSFERICI CHE IL DESTINO HA UNITO IN UNA INTESA PLANETARIA..IN UN GIORNO LONTANO LE STELLE HANNO COMPIUTO UN EVENTO STRAORDINARIO
LELLA.. C'è tutta la mia vita..in cammino.
Una fotografia originale della misteriosa figura sulla copertina di Led Zeppelin IV è stata ritrovata in un vecchio album fotografico - ed è stato identificato
L'iconico quarto album dei Led Zeppelin è stato pubblicato 52 anni fa oggi (8 novembre), e la sua copertina è stata oggetto di molte congetture nei decenni successivi, con discorsi di rune, tarocchi e occulto. Uno dei più grandi misteri è stata l'identità della figura dipinta sulla copertina, un uomo curvo con un carico di bastoni sulla schiena, comunemente chiamato "L'Eremita".
La storia originale racconta che Robert Plant trovò il dipinto in un negozio di seconda mano a Reading, nel Berkshire, mentre si recava alle sessioni di registrazione all'Headley Grange nell'Hampshire. Alcuni sostengono che il vecchio sia Henry "Brusher" Mills, un noto cacciatore di serpenti di epoca vittoriana che viveva nella New Forest dell'Hampshire, mentre Jimmy Page avrebbe notato la somiglianza della figura con "Old George" Pickingill - che per primo aveva istruito Aleister Crowley nell'occulto - e ha reso il dipinto una caratteristica della copertina. In genere, Page è stato riluttante a fornire ulteriori dettagli.
"'La copertina avrebbe dovuto essere qualcosa che gli altri potessero assaporare piuttosto che io che spiegassi davvero tutto", ha detto al Times nel 2010. "Il che renderebbe il tutto piuttosto deludente a quel livello personale." avventura nella musica."
Ora il mistero è stato risolto, dopo che la fotografia originale su cui si basava il dipinto è stata ritrovata durante le ricerche per una prossima mostra al Wiltshire Museum di Devizes. L'immagine è stata scoperta in un vecchio album da Brian Edwards, Visiting Research Fellow presso il Regional History Center presso l'Università dell'Inghilterra occidentale, che, essendo un fan dei Led Zeppelin, ha riconosciuto immediatamente l'immagine.
"I Led Zeppelin hanno creato la colonna sonora che mi ha accompagnato fin dalla mia adolescenza", afferma Edwards. "Quindi spero davvero che la scoperta di questa fotografia vittoriana piaccia e intrattenga Robert, Jimmy e John Paul."
Ulteriori ricerche sono state in grado di suggerire probabili candidati sia per il fotografo che per il suo soggetto. Una parte della firma che corrisponde alla scritta nell'album suggerisce che l'uomo dietro la macchina fotografica fosse l'insegnante di fotografia Ernest Howard Farmer (1856-1944), mentre la figura curva è probabile che sia Lot Long – noto anche come Lot Longyear – un thatcher (un artigiano che installa il tradizionale tetto in paglia), dalla piccola città di Mere nel Wiltshire sudoccidentale. Lot nacque nel 1823 e morì nel 1893.
La fotografia di Farmer sarà inclusa in una mostra, Wiltshire Thatcher: a Photographic Journey through Victorian Wessex , che sarà allestita al Wiltshire Museum nella primavera del 2024.
"Attraverso la mostra, mostreremo come Farmer catturò lo spirito delle persone, dei villaggi e dei paesaggi del Wiltshire e del Dorset che erano in netto contrasto con la sua vita a Londra", afferma David Dawson, direttore del museo. "È affascinante vedere come questo tema dei contrasti rurali e urbani sia stato sviluppato dai Led Zeppelin e sia diventato il fulcro di questa iconica copertina dell'album 70 anni dopo."
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""" 𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐁𝐨𝐧𝐡𝐚𝐦 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐞 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐞 𝐡𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐋𝐞𝐝 𝐙𝐞𝐩𝐩𝐞𝐥𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞: “𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐞𝐫𝐚𝐯𝐚𝐦𝐨“."""
" "John Bonham was and remains an authentic model from which to draw inspiration for almost every contemporary musician and he made Led Zeppelin at the time of his death the choice to stop, because simply:" We can no longer be as we were “." ""
John Bonham degli Zeppelin è considerato un vero pioniere tra i batteristi rock
Avvia un dibattito sui "Migliori batteristi rock di sempre" e avrai conversazioni su alcune delle più grandi personalità della musica. Questo perché non puoi affrontare l'argomento senza menzionare Keith Moon (1946-1978) degli Who e John Bonham (1948-80) dei Led Zeppelin .
Ai loro tempi, "Bonzo" e "Moon the Loon" illuminavano le arene con i loro tamburi e poi chiudevano la notte terrorizzando gli occupanti degli hotel in cui alloggiavano. E poi avrebbero fatto lo stesso la notte successiva (e innumerevoli altre volte in quel tour).
Ma il lavoro che hanno lasciato sui dischi degli Who e degli Zeppelin garantisce loro un posto sul Monte Rushmore dei batteristi. E mentre scolpisci quella montagna avrai bisogno di uno schizzo di Ginger Baker (1939-2019), il focoso batterista dei Cream e di varie band che ha guidato sotto il suo stesso nome.
Per un batterista come Bonham, che raggiunse la maggiore età all'inizio degli anni '60, Baker era quello da tenere d'occhio (e da cui imparare). "Penso che nessuno possa mai mettere giù Ginger Baker", ha detto Bonham in un'intervista pubblicata sui Led Zeppelin in Their Own Words . Ha davvero ammirato il modo in cui Baker ha avuto un ruolo da protagonista in gruppi rock.
Per Bonzo,Baker è stato il primo batterista rock a interpretare un ruolo da protagonista
Quando pensi ai batteristi che hanno elevato lo status del kit e sono diventati delle star nelle band (e persino nei bandleader), Gene Krupa è spesso la scelta di consenso. Lo spettacolo di Krupa e la mentalità da protagonista hanno ispirato generazioni di batteristi (incluso Moon).
Ma in termini di batteristi rock Bonham pensava che Baker fosse l'equivalente. "La gente non aveva prestato molta attenzione alla batteria prima dei Krupa", ha detto Bonham in In Their Own Words . "E Ginger Baker era responsabile della stessa cosa nel rock." Per Bonham, si trattava dell'approccio generale di Baker.
[Baker] è stato il primo a uscire allo scoperto con questo 'nuovo' atteggiamento: che un batterista potesse essere un musicista in avanti in una rock band, e non qualcosa che era bloccato in background e dimenticato", ha detto Bonham. E ha ammirato il modo in cui Baker ha mostrato le sue influenze uniche.
"Penso che Baker fosse davvero più interessato al jazz che al rock", ha detto Bonham. “Suona con un'influenza jazz. Fa sempre le cose in 5/4 e 3/4. […] La cosa di Ginger come batterista è che è sempre stato se stesso".
Sebbene Baker avesse suonato in band prima dei Cream, la sua corsa con Eric Clapton e Jack Bruce nel loro power trio dal 1966 al 1968 lo ha reso famoso in tutto il mondo. E brani come "Toad", che comprendeva un lungo assolo di batteria, eliminarono ogni dubbio sulla posizione di Baker nella band. (Bonham ha fatto una dichiarazione simile con "Moby Dick" sui Led Zeppelin II .)
Dopo i Cream, Baker ha suonato con i Blind Faith (un'altra band con Clapton) e poi ha formato i Ginger Baker's Air Force. Negli anni '70 ha aperto uno studio di registrazione in Nigeria e ha collaborato con il pioniere dell'afrobeat Fela Kuti. Chiaramente, a Baker non piaceva stare fermo a lungo.
Ma tra tutte quelle collaborazioni Bonham preferiva i suoi primi lavori. "Ho pensato che fosse fantastico con la Graham Bond Organization [1963-66]", ha detto Bonham. "È un peccato che il pubblico americano non abbia visto quella band perché era davvero un gruppo fantastico: Ginger Baker, Jack Bruce e Graham Bond".
John Bonham ha suonato con 2 bacchette per mano in "Four Sticks"
Ripensando ai suoi giorni con Bonham, il genio dello Zep Jimmy Page ha ricordato come la band avesse bisogno di adattarsi al suo sound. "Oltre ad essere uno dei migliori batteristi che abbia mai sentito, John Bonham era anche il più rumoroso", ha detto Page (tramite Whole Lotta Led ). "È stato lui il motivo per cui abbiamo iniziato ad acquistare amplificatori più grandi."
L'abilità fisica di Bonham si estendeva oltre la parte superiore del corpo. Il pubblico ha sentito la potenza del piede di Bonham nel suo lavoro con la batteria in " Good Times Bad Times " nella dichiarazione di apertura di Zep del 1969. Continua a sorprendere le persone che abbia suonato quella parte usando una grancassa.
In Led Zeppelin IV (1971), Bonham ha mostrato un altro aspetto della sua superiorità fisica alla batteria. Durante la registrazione di "Four Sticks", ha suonato con due bacchette in ciascuna mano. Secondo Page, è stata un'esperienza straziante.
John Bonham ha suonato con 2 bacchette per mano in "Four Sticks"
Bonham ha inventato alcuni ritmi complicati per le canzoni dei Led Zeppelin nel corso degli anni. ("The Crunge" e "Fool in the Rain" sono due esempi.) E dopo che la band ha lottato per ottenere una base soddisfacente per "Four Sticks", Bonham ha trovato una soluzione: ha suonato con due bastoncini in ogni mano.
Per i fan di Zep che si chiedono perché una canzone con testi come "Sai che devo scappare da te, piccola" avesse il titolo "Four Sticks", questa è la risposta. Ma per un batterista è stata un'esperienza dolorosa, anche per uno come Bonham. Page ha ricordato il giorno in cui Bonham è arrivato alla soluzione.
"L'abbiamo provato un paio di volte e non si è staccato fino al giorno in cui Bonzo ha bevuto una birra Double Diamond, ha preso due set di bastoncini e l'ha provata", ha detto Page in un'intervista citata in Led Zeppelin: All The Songs . "Era magico."
Con "magia", Page si riferiva alla performance di Bonham, che lui ei suoi ingegneri registrarono quel giorno. Ma hanno dovuto sfruttare al meglio le riprese limitate. Il batterista è riuscito a fare solo due tentativi prima di doversi fermare con "Four Sticks".
Bonham ha dovuto fermarsi dopo 2 riprese a causa del dolore
L'approccio "live" dei Led Zeppelin in studio ha portato ad alcune magnifiche registrazioni nel corso degli anni. “In My Time of Dying”, registrato in uno o due take (cioè prima delle sovraincisioni di chitarra di Page), offre un brillante esempio del funzionamento della tecnica.
Ma nel caso di "Four Sticks" si trattava della natura estenuante di Bonham che giocava con due bastoncini in ciascuna mano. "Sono state due riprese", ha detto Page della registrazione (tramite All the Songs ). "Questo perché era fisicamente impossibile per lui farne un altro".
Due riprese si sono rivelate tutto ciò di cui Zep aveva bisogno. Usando la magistrale base musicale, Page ha guidato il suo esercito di chitarre in battaglia su "Four Sticks". Come forse il brano meno celebrato dei Led Zeppelin IV , la canzone ricorda quanto in alto lo Zep sia salito in alto nel suo capolavoro del 1971.
John Bonham aveva uno stile ed un approccio innovativo alla batteria pressoché unico. Essendo cresciuto strumentalmente come autodidatta, la sua tecnica musicale era incisiva ed assolutamente personale, aderendo perfettamente a quella che era la sua inclinazione temperamentale selvaggia ma determinata. Nonostante ciò, studiò a fondo l’ambito teorico dello strumento trasformando come mai nessuno prima di lui, il batterista ad un potenziale elemento solista di spicco del gruppo e non solamente ad un ruolo di accompagnatore ritmico. I suoi grooves avveniristici sono ispirazione per migliaia di musicisti fino ai giorni d’oggi.
L’importanza di John Bonham per i Led Zeppelin e per il genere
All’inizio della carriera Bonham era solito persino rompere le pelli della batteria per ottenere uno specifico suono. Quando capì che foderando l’interno dei suoi tamburi riusciva ad ottenere maggiore risonanza avvenne una svolta decisiva per il suo stile e per il genere. Infine arrivò a trovare un ‘sua’ accordatura delle pelli ed una pendenza nel colpirle talmente accurata da far sembrare un suono di ordinaria intensità, un colpo dalla potenza “monumentale”, come amava definire lui stesso il suo suono. Bonham aveva la capacità di oscillare da un sound potente ed aggressivo come in Dazed and Confused, Rock and Roll, Immigrant Song, Black Dog; ad un tocco melodico e raffinato come in Since I’ve Been Loving You.
Il groove di Fool In The Rain è oggetto di studio dai musicisti che sono venuti dopo di lui per l’espressione sonora che lo contraddistingue. E il leggendario assolo di batteria di Moby Dick è ormai diventato una sezione strumentale culto dei Led Zeppelin, intoccabile dalla scaletta ed atteso dai fans come una sorta di rito liturgico per la teatralità, l’armonia e la timbrica difficili da riscontrare in altri artisti della batteria. La creatività e la furia durante le improvvisazioni che hanno portato John a suonare anche con le mani quando perdeva le bacchette hanno stravolto il modo di concepire l’uso dello strumento; creando uno stile più fisico nel percuotere e incentrando sul timbro del colpo e del sound nell’insieme più che sulla stretta tecnica di base, il fulcro della cifra artistica.
Ciò ha reso John Bonham un autentico modello da cui trarre ispirazione per quasi ogni musicista contemporaneo e ha fatto si che i Led Zeppelin presero all’epoca della sua morte la scelta di smettere, perché semplicemente: “Non possiamo più essere come eravamo“.
...un link dove la lettura è interessantissima..
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