le storie dietro delle foto..perle rare
Un concerto per conquistarli tutti: quando i Led Zeppelin infuocarono il Tampa Stadium con uno show memorabile
“E’ un pò come il nitrato di amile. Come un assalto al quale non sei preparato. Non sapevo quanta gente ci sarebbe stata. Non avevo idea di cosa sarebbe sembrato. Non c’era nessun altro che i Led Zeppelin, noi quattro, e tutte quelle persone fin dove arrivava lo sguardo…”
https://www.youtube.com/watch?v=XrZ44sKCQ1c
https://youtu.be/JfmV7F4yIZI
“E’ un pò come il nitrato di amile. Come un assalto al quale non sei preparato. Non sapevo quanta gente ci sarebbe stata. Non avevo idea di cosa sarebbe sembrato. Non c’era nessun altro che i Led Zeppelin, noi quattro, e tutte quelle persone fin dove arrivava lo sguardo…
Ecco come Robert Plant, cantante dei Led Zeppelin, descriveva il concerto al Tampa Stadium. Erano passati pochi anni dagli esordi della band che avrebbe cambiato per sempre il volto del rock, influenzando indistintamente chiunque sarebbe venuto dopo. La dimensione del successo della formazione britannica andava di pari passo con la folla che gremiva arene e stadi dove questa si esibiva. I primi quattro dischi di Plant e soci (ognuno dei quali portava un numero progressivo, fino a IV), avevano determinato a un’eccezionale escalation di vendite ma anche plasmato il volto di un gruppo che, se pur con pochi anni di attività, era già da considerarsi all’interno dell’Olimpo degli Dei a sette note.
Non solo, la fama di bad boys che si trascinavano dietro Robert Plant, John Paul Jones, Jimmy Page e Jason Bonham, alimentava ogni giorno di più interesse, curiosità e fanatismo attorno gli autori di “Stairway To Heaven” e “Black Dog”. Il pubblico degli Stati Uniti, giunto in Florida da ogni angolo del paese dello zio Sam, affollò il concerto con una voglia di esaltazione collettiva incredibilmente contagiosa. Non c’era un posto libero, neanche per un spillino. Il calore dei kids presenti allo stadio era perfettamente coerente con l’umidità registrata nell’aria, attestata intorno al 70%. A ciò si aggiunga la distesa di asfalto fuori la struttura, dove la gente si era affollata in attesa di entrare allo Stadium, e ben si potrà capire il “calore” dei fans.
“A volte salivi sul palco e dicevi: Porca puttana! Da dove vengono tutti questi? Ma di solito appena cominciava la performance te ne dimenticavi, perché avevi altro a cui pensare. Non c’era nessuno nella band che vomitasse nei camerini, ma eri comunque nervoso prima di uscire e questo faceva aumentare l’adrenalina. Bisogna tenere presente che non sono stati 60mila da un momento all’altro. Sono stati mille, cinquemila, diecimila, ventimila e così via. Ricordo di essere tornato al Madison Square Garden dopo avere suonato davanti a 60mila spettatori e di avere pensato ‘Hmmm, è minuscolo’ “. John Paul Jones.
Artefici del memorabile concerto al Tampa Stadium del 5 maggio 1973 furono Peter Grant e Danny Goldberg, rispettivamente manager e consulente della band. Il tour nei più grandi stadi degli Stati Uniti era un successo annunciato ma, una volta arrivati nella “Terra dei sogni“, le previsioni superarono le aspettative. La Zeppelin-mania era già inarrestabile. Le rockstar viaggiavano a bordo dello Starship, aereo brandizzato con cui si spostavano da una gig all’altra.
Lo Starship costava appena 14mila dollari in più (del Falcon a nove posti), perché la Boeing voleva farsi pubblicità e così via. Abbiamo pensato: Beh, perché no? Avremo un Boeing 720. Il primo giorno, a Chicago, l’avevamo parcheggiato accanto all’aereo di Hugh Hefner. Tutta la stampa era lì, e qualcuno mi ha detto: beh, come pensate che possa essere paragonato a quello di Mister Hefner? Ho risposto: il suo in confronto sembra un modellino“. Peter Grant.
““L’avevamo fatto nella forma più spoglia, ma poi la cosa è cresciuta. C’erano più luci, quindi dovevi indossare abiti che le riflettessero un pò di più. Se ti fossi aggirato per un palco bene illuminato in jeans e t-shirt, non sarebbe stata una bella vista. Faceva parte della tradizione Zeppelin parlare di cosa avremmo indossato prima di andare effettivamente in scena. Quindi a volte c’erano tre di noi in jeans e uno col completo bianco. I vestiti scintillanti sono diventati all’ordine del giorno. Avevo quella stupida giacca coi pon-pon perché quelli che avevano confezionato il costume da drago di Page sono arrivati con un furgone pieno di vestiti e noi tutti abbiamo cominciato a dire: oh, quello sembra divertente“. John Paul Jones.
Quel giorno, a Tampa, erano presenti 57.000 spettatori. In un solo colpo i Led Zeppelin batterono il precedente record d’affluenza detenuto dai compatrioti Beatles (otto anni prima, allo Shea Stadium di New York City, i baronetti portano 55.600 spettatori paganti). Secondo le stime il botteghino registrò circa 275mila dollari di incassi, una cifra pazzesca considerando il periodo storico.
Il concerto fu un gigantesco delirio collettivo. Il palco prendeva fuoco a ogni solo di chitarra di Page, tremava sotto la batteria dirompente di Bonham, oscillava a ogni vibrazione del basso di Jones e si eccitava a ogni armonizzazione vocale di Plant. La folla, totalmente su di giri, non ebbe un attimo di respiro con una scaletta che condensò al massimo tutte le hit composte dalla band fino a quel momento. Anche a distanza di tutti questi anni si parla di quel concerto come uno show nello show, quello in cui i Led Zeppelin riscrissero la storia. Ancora una volta.
Setlist:
Rock and Roll
Celebration Day
Black Dog
Over The Hills and Far Away
Misty Mountain Hop
Since I’ve Been Loving You
No Quarter
The Song Remains The Same
The Rain Song
Dazed And Confused
Stairway To Heaven
Moby Dick
Heartbreaker
Whola Lotta Love
The Ocean (encore)
Communication Breakdown (encore)
https://www.thewalkoffame.it/blog/un-concerto-per-conquistarli-tutti-quando-i-led-zeppelin-infuocarono-il-tampa-stadium-con-uno-show-memorabile/?fbclid=IwAR2_N9Y0NOrfxwY_txsAHMksnYe5gqA2kFyuYvtb-lylzx21nM1dxOSxObo
The famed performance and bootleg from September 4, 1970 Led Zeppelin at the Los Angeles Forum 0:14 The Immigrant Song 3:27 Heartbreaker 10:17 Dazed and Confused 27:21 Bring It on Home 38:24 That's the Way 45:13 Bron-Yr-Aur 48:50 Since I've Been Loving You 56:20 Organ Solo 1:02:27 Thank You 1:10:15 What Is and What Should Never Be 1:15:19 Moby Dick 1:32:58 Whole Lotta Love 1:50:10 Communication Breakdown 2:01:48 Out On the Tiles 2:05:41 Blueberry Hill
Conosciamo bene l’impatto musicale e di costume dei Led Zeppelin sull’America e per questo furono anche le vittime preferite dei bootleg.
Nonostante chi venisse beccato con registratori e microfoni passasse delle brutte mezzore con Peter Grant e altri membri della crew il 04/09/1970 ben due differenti e audaci bootleggers registrarono il concerto al Forum di Inglewood dando vita al “Live On Blueberry Hill”.
In questa serata ci sono ben due chicche: - l’esecuzione di Since I’ve Been Loving You 1 mese esatto prima dell’uscita dell’album che la contiene, Led Zeppelin III.
- una delle rare esecuzioni dal vivo di Out On The Tiles.
La storia dei Led Zeppelin è una storia di trionfi, stadi pieni e dell’intuizione che diede vita a un rock che mai era stato così pesante
Solo qua e là punteggiata di inconvenienti – il famoso incidente stradale di Robert Plant – fino al tragico epilogo, con la morte di John “Bonzo” Bonham che metterà la pietra tombale sulla loro favolosa storia.
Fin qui la storia più nota della band, quella che ancora oggi fa scorrere fiumi d’inchiostro e litigare i fan nei gruppi Facebook; eppure molte curiosità, chicche per collezionisti e vicende semisconosciute popolano quei pochi mesi che cambiarono la vita dei quattro componenti della band: quelli che corrono tra la fine degli Yardbirds e la nascita dei Led Zeppelin veri e propri.
Gli Yardbirds erano stati tra i pionieri prima del blues revival inglese e poi di una sorta di beat pesante – heavy beat sound lo chiamarono – fin dagli esordi nella prima metà dei sessanta; la band era, in quegli anni di turbinosi avvicendamenti, già una giovane vecchia gloria, celebre soprattutto per aver dato i natali alle carriere di Eric Clapton – il dio indiscusso della chitarra blues – e di Jeff Beck, che da poco si era messo in proprio. Un terzo chitarrista era ora al timone del gruppo, il più introverso dei tre ma anche lui grande tecnico e innovatore della sei corde, Jimmy Page.
Page era allora un turnista molto ricercato, tanto da essere tra i pochi che riusciva a mantenersi piuttosto bene economicamente suonando, e all’inizio era entrato nella band come bassista, lasciando la chitarra al più affermato Jeff Beck; a pensarci ora, che grande possibilità sarebbe stata quella di realizzare una band con Beck e Page contemporaneamente, ma la magia dura poco e – il tempo della comparsata di culto in Blow Up di Michelangelo Antonioni – all’inizio del 1968 gli Yardbirds sono un gruppo quasi allo sbando. Se in studio le discutibili intuizioni del manager Mickie Most indirizzano la band verso uno scialbo pop da classifica, che però in classifica non va, dal vivo Jimmy Page inizia a sperimentare nuove e più pesanti soluzioni che gli girano in mente da un po’. Relf e McCarty sono infatti presi da loro progetti che finiranno in bolle di sapone, mentre il bassista Chris Dreja è sempre più distratto dalla carriera di fotografo.
C’è ancora una serie di impegni già presi per suonare dal vivo, tra Gran Bretagna e Stati Uniti, ma è chiaro che una volta liberi da contratti già in essere il gruppo si scioglierà. In un’atmosfera così depressa, tuttavia, gli Yardbirds sul palco sfoggiano ancora una bella energia, soprattutto grazie a Page e ai suoi trattamenti – ben poco pop – dei cavalli di battaglia e di pezzi più sperimentali. Di alcune prestazioni di questo periodo rimangono confuse testimonianze tra live usciti e poi ritirati, bootleg e rarità vere e proprie. Facendo un po’ d’ordine, oltre a vecchi pezzi rivitalizzati, si possono già ascoltare I’m Confused, scippata a Jake Holmes e pronta a diventare la mitica Dazed And Confused dei Led Zeppellin; White Summer contiene i prodromi di Black Mountain Side e in una misteriosa Knowing That I’m Losing You – registrata in studio a New York – si possono rintracciare addirittura tracce di quella Tangerine che troverà la sua definizione solo in Led Zeppelin III.
Fatto sta che Jimmy Page rimane solo e, per fortuna, decide che la fine degli Yardbirds non sarà così triste; si mette alla ricerca di nuovi musicisti per quelli che per adesso – nella sua testa – sono i New Yardbirds. Le reti del destino sono pronte a chiudersi quando Jimmy pensa di affidare le parti vocali a un giovane sulla cresta dell’onda, Terry Reid. Il ragazzo, cantante e chitarrista, pare lanciato come frontman in un progetto che finirà quasi nel nulla, e così rifiuta; l’anno dopo, a testimonianza di una lungimiranza non proprio felice, rifiuterà anche il posto come voce dei Deep Purple. Reid però fa un nome a Jimmy Page, quello di un cantante a cui tutti riconoscono incredibili doti vocali e soprattutto carismatiche: Robert Plant. Il primo impatto tra i due non è semplice, Page non lo sopporta; la scoperta della comune passione per il blues e qualche giorno condiviso ad ascoltare pile di classici del Delta, sciolgono la tensione.
Robert Plant ha abbandonato casa a soli 17 anni: i suoi non vedevano di buon occhio la sua passione per il rock. Aveva militato in una serie di gruppi, dalla Band Of Joy ai New Memphis Bluesbreakers e i Black Snake Moan, dai The Crawling King Snakes ai Listen – coi quali realizza le prime incisioni – fino a un duo col pioniere del blues Alexis Korner. Quando conosce Page ha realizzato a suo nome un solo singolo – Our Song – versione de La Nostra Canzone, successo italiano di Umberto Bindi.
Plant decide di seguire Page nella nuova avventura e propone un batterista che subito conquista il chitarrista con la sua potenza dietro le pelli: John Bonham, che allora non è ancora diventato “Bonzo”. Per il basso Jimmy Page si ricorda di un bravo polistrumentista conosciuto lavorando come turnista, John Paul Jones. Basso, tastiere, mandolino e qualsiasi strumento abbia tasti e corde, Jones sa suonare praticamente tutto.
Il dirigibile, ancora col nome di New Yardbirds, è pronto al decollo, ma ci sono ancora alcune pendenze da sistemare. Jones, per esempio, aveva accettato di suonare nel disco di P.J. Proby, vecchio pirata del rock inglese. Così l’anonimo Three Week Hero finisce per entrare nella storia come prima incisione dei futuri Led Zeppelin; basta ascoltare la sontuosa Jim’s Blues, con la band schierata in assetto di guerra. Plant suona l’armonica, mentre Page alla slide e la poderosa sezione ritmica mettono in scena un blues che è già pronto per rivoluzionare il rock. Qualche mese dopo You Shook Me suonerà praticamente in modo identico nel primo lavoro degli Zeppelin.
C’è anche un tour per cui gli Yardbirds si erano impegnati in Scandinavia. Il 7 settembre del 1968, a Copenhagen, c’è l’esordio live della band. A fine tour, finalmente i quattro scalpitanti ragazzi possono chiudersi in studio e registrare le loro innovative idee. Non hanno un contratto ed è Page a investire i suoi risparmi per lo studio di registrazione; il chitarrista opta per questa scelta anche per avere il controllo assoluto del suono, senza produttori tra i piedi che possano mettergli i bastoni tra le ruote: l’esperienza con le assurde pretese di Mickie Most è ancora fresca.
Millesettecentoottantadue pounds, tanto sborsa di tasca propria Jimmy per le trenta ore di registrazione con cui si recherà alla Atlantic col manager Peter Grant.
Come siano andate poi le cose lo sappiamo tutti e il volo del “fottuto dirigibile di piombo” – dalla felice intuizione del vulcanico Keith Moon deriverà il nome – da allora si leverà sicuro, per infrangersi solo con la morte di “Bonzo”.
O forse no, se è vero che ancora oggi legioni di fan e di band che hanno mandato a memoria la lezione mantengono viva la propulsione del dirigibile più amato del rock.
Andrea La Rovere - Onda Musicale
https://youtu.be/o_PRzqozs34
Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham debuttano dal vivo il 7 settembre 1968 in Danimarca… ma con un altro nome.
Autorizzati dai vecchi membri del gruppo a utilizzare il nome Yardbirds per tenere fede agli impegni presi, i quattro si dirigono dunque in Scandinavia. È il 7 settembre 1968 ed è in tale giorno che la band si esibisce al Teen Club di Gladsaxe, in Danimarca, nei pressi di Copenhagen. Di questo primo concerto risulta difficile ricostruire la scaletta, ma dei vecchi Yardbirds vengono suonate Train Kept a Rollin’, Dazed and Confused, White Summer e probabilmente For Your Love. Già… i vecchi Yardbirds. Perché i quattro in questo momento sarebbero i New Yardbirds, ma di fatto sono conosciuti, scritturati e pagati come Yardbirds.
Del concerto si sa veramente ben poco, ma si è sicuri del fatto che alcune delle canzoni che fecero parte della scaletta furono Train Kept a Rollin’, Dazed and Confused, White Summer e For Your Love (anche se non si è sicuri di quest’ultima).
In realtà è solo l’inizio di una nuova avventura musicale e probabilmente lo si può capire quando quella stessa sera e negli show successivi la band comincia ad inserire nella setlist diversi brani come Communication Breakdown, I Can’t Quit You Baby, You Shook Me, Babe I’m Gonna Leave You, How Many More Times, As Long As I Have You. Tutti pezzi che faranno parte del primo album di quel gruppo che di lì a poco avrebbe cambiato il suo nome.
7/9/1968. Quattro ragazzi dai capelli lunghi e vestiti sgargianti salgono sul palco del Teen Club di Gladsaxe. Sono al loro debutto in questa nuova formazione e come molti gruppi si ritrovano a farlo nel Nord Europa, in questo caso in Danimarca. Uno di loro è già una star in Inghilterra, il suo nome è Jimmy Page.
Page è stato a lungo un turnista di studio tra i più richiesti a Londra e ha da poco concluso la sua esperienza con uno dei gruppi UK di punta, gli Yardbirds, in cui sono transitati anche Eric Clapton e Jeff Beck. Lui stesso suona proprio una Telecaster avuta in regalo da quest'ultimo (e chiamata Dragon per il drago disegnato da Page sul corpo dello strumento).
Dagli Yardbirds si porta via molto. Alcuni brani, che finiranno nel primo album della nuova band, "You Shook me" e "Dazed and Confused" (entrambi comunque delle cover più o meno dichiarate, la prima di Willie Dixon e la seconda di Jake Holmes).
Si porta via soprattutto il nome, nonché l'astutissimo manager, Peter Grant. Per affrontare gli ultimi impegni contrattuali, il tour europeo appunto, assolda nuovi musicisti. Il session man polistrumentista John Paul Jones, con cui aveva già lavorato, un semisconosciuto cantante di Birmingham, Robert Plant, che a sua volta consiglia un amico che dietro le pelli della batteria è una roccia, John Bonham.
Sono questi i "The New Yardbirds", che salgono sul palco danese e danno subito prova del loro valore. Ma tutti noi sappiamo che non fu la serata in cui debuttò questa sorta di line-up post-mortem degli Yardbirds, fu quella in cui iniziò la magia e il mito dei Led Zeppelin.
Ad inizio 1969 esce già infatti il disco d’esordio e quello stesso anno i quattro si ritrovano di nuovo in Danimarca, stavolta ospiti di una TV. Robert Plant in tale occasione presenta i componenti uno alla volta… ma già da un po’ di tempo tutti insieme si chiamano ormai Led Zeppelin.
Jorgen Angel, il fotografo che immortalò la prima esibizione dei LED ZEPPELIN il 7 settembre 1968,
IL RITORNO IN DANIMARCA NEL 1969
Da quel momento in poi gli show aumentano e aumentano anche i pezzi diversi dalla tradizione degli Yardbirds: si ha la testimonianza di Communication Breakdown, I Can’t Quit You Baby, You Shook Me, Babe I’m Gonna Leave You, How Many More Times, As Long As I Have You.
Il percorso artistico della band cambia radicalmente, dopo quel primo concerto dei Led Zeppelin. E’ molto semplice rendersene conto: l’anno dopo la band fu di nuovo in Danimarca, questa volta ospite di un programma televisivo. Robert Plant presentò i componenti della formazione, gli stessi di un anno prima… tutto uguale? No, il nome della band era cambiato: adesso era Led Zeppelin.
Jimmy Page racconta la prima prova dei Led Zeppelin
Come noto, i Led Zeppelin nacquero nel 1968 dalle ceneri degli Yardbirds. Il guitar hero Jimmy Page, in una recente puntata dello show radiofonico Ultimate Classic Rock Nights, ha raccontato i suoi ricordi della prima prova con quella che sarebbe divenuta la formazione degli Zep.
Page, dopo l’implosione degli Yardbirds, aveva ancora alcuni impegni contrattuali da onorare – in particolare dal vivo. Per l’occasione decise di assemblare una band e chiamarla New Yardbirds. I componenti? Erano, oltre a lui, Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones. La prima prova si tenne il 12 agosto del 1968, in vista di un live da tenere il 7 settembre. La band si incontrò in una minuscola sala prove londinese per oliare gli ingranaggi. “Dovevamo essere sicuri di riuscire a lavorare bene insieme”, ha spiegato Page.
https://youtu.be/uxhted62JjI
E – evidentemente – la magia scattò subito. Page ricorda: “Capii subito che non avevo mai sentito nulla di simile. E sapevo anche che eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Non importava ciò che ognuno aveva fatto prima: nessuno di noi si era mai trovato in una situazione di questo tipo, in cui tutto era così intenso e tutti eravamo intimamente connessi a livello musicale. Ed era solo la prima volta che suonavamo assieme!”.
Jimmy continua: “Avevo lavorato un po’ con Robert a casa mia, per farlo familiarizzare con i pezzi che volevo fare, come Dazed and Confused, Babe I’m Gonna Leave You… ma quella prova tutti insieme fu sufficiente perché tutti dicessimo: ‘Sì, cavolo!'”.
Il chitarrista, nel 2018, tramite i suoi social aveva raccontato ancora più approfonditamente quell’episodio, scrivendo: “Abbiamo suonato insieme per la prima volta in una cantina di Gerrard Street, a Londra. Quella zona adesso è diventata Chinatown. C’erano solo amplificatori lungo tutti i muri, con appena lo spazio per aprire la porta. Ci guardammo tutti come per dire: ‘E adesso cosa dovremmo suonare?’. Non sapevo bene cosa fare, così decidemmo per un vecchio pezzo degli Yardbirds, Train Kept a Rollin’… e la stanza esplose. Sentivo che qualcosa stava succedendo, sia a me che agli altri che erano con me in quella stanza. Sentivamo di aver trovato qualcosa che avremmo dovuto maneggiare con cura, che avremmo anche potuto perdere, ma che era notevole: la potenza”.
https://youtu.be/lsZG7n7ries
A ottobre del 1968 la band entrò in studio per incidere il debutto dei Led Zeppelin. Da lì in poi, fu tutta storia. Anzi, leggenda.
′′ Il tuo è il panno, la mia è la mano che cucire il tempo La sua è la forza che sta dentro Il nostro è il fuoco, tutto il calore che troviamo Lui è una piuma al vento." for my Karac..
https://youtu.be/VKkb_SFkE9w
incredibili!!!..Robert e jimmy..50 anni e essere al 1969...
https://youtu.be/Q2wNHu4wdLo
prima de
LED ZEPPELIN
1967-1968
Band of Joy.
Formação:
- Robert Plant: Vocal
- John Bonham: Bateria
- Kevyn Gammond: Guitarra
- Lockey: Baixo
- Chris Brown: Teclado
Em 1968, o guitarrista Mick Strode e o baixista John Hill formaram a Banda com Robert Plant e John Bonham.
https://youtu.be/SSMGLmvF5Dc
Recorded in the midst of the extremely poorly documented Presence rehearsals. All the Presence-era stuff that I uploaded is literally all that exists outside of the deluxe edition content.
https://youtu.be/rt_VpGXq6ws
https://www.facebook.com/antonella.mei.1/videos/1676891512484848/
https://www.facebook.com/antonella.mei.1/videos/1676891512484848/
audio from the bootleg:
Led Zeppelin
Bonzo's Birthday Party
The Forum, Inglewood,CA
May 31, 1973
SB and AUD audio.
Complete show.
Edited by Multicam Projects - 2013
https://youtu.be/XuuQRoEfRcs
Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham debuttano dal vivo il 7 settembre 1968 in Danimarca… ma con un altro nome.
Autorizzati dai vecchi membri del gruppo a utilizzare il nome Yardbirds per tenere fede agli impegni presi, i quattro si dirigono dunque in Scandinavia. È il 7 settembre 1968 ed è in tale giorno che la band si esibisce al Teen Club di Gladsaxe, in Danimarca, nei pressi di Copenhagen. Di questo primo concerto risulta difficile ricostruire la scaletta, ma dei vecchi Yardbirds vengono suonate Train Kept a Rollin’, Dazed and Confused, White Summer e probabilmente For Your Love. Già… i vecchi Yardbirds. Perché i quattro in questo momento sarebbero i New Yardbirds, ma di fatto sono conosciuti, scritturati e pagati come Yardbirds.
Del concerto si sa veramente ben poco, ma si è sicuri del fatto che alcune delle canzoni che fecero parte della scaletta furono Train Kept a Rollin’, Dazed and Confused, White Summer e For Your Love (anche se non si è sicuri di quest’ultima).
In realtà è solo l’inizio di una nuova avventura musicale e probabilmente lo si può capire quando quella stessa sera e negli show successivi la band comincia ad inserire nella setlist diversi brani come Communication Breakdown, I Can’t Quit You Baby, You Shook Me, Babe I’m Gonna Leave You, How Many More Times, As Long As I Have You. Tutti pezzi che faranno parte del primo album di quel gruppo che di lì a poco avrebbe cambiato il suo nome.
7/9/1968. Quattro ragazzi dai capelli lunghi e vestiti sgargianti salgono sul palco del Teen Club di Gladsaxe. Sono al loro debutto in questa nuova formazione e come molti gruppi si ritrovano a farlo nel Nord Europa, in questo caso in Danimarca. Uno di loro è già una star in Inghilterra, il suo nome è Jimmy Page.
Page è stato a lungo un turnista di studio tra i più richiesti a Londra e ha da poco concluso la sua esperienza con uno dei gruppi UK di punta, gli Yardbirds, in cui sono transitati anche Eric Clapton e Jeff Beck. Lui stesso suona proprio una Telecaster avuta in regalo da quest'ultimo (e chiamata Dragon per il drago disegnato da Page sul corpo dello strumento).
Dagli Yardbirds si porta via molto. Alcuni brani, che finiranno nel primo album della nuova band, "You Shook me" e "Dazed and Confused" (entrambi comunque delle cover più o meno dichiarate, la prima di Willie Dixon e la seconda di Jake Holmes).
Si porta via soprattutto il nome, nonché l'astutissimo manager, Peter Grant. Per affrontare gli ultimi impegni contrattuali, il tour europeo appunto, assolda nuovi musicisti. Il session man polistrumentista John Paul Jones, con cui aveva già lavorato, un semisconosciuto cantante di Birmingham, Robert Plant, che a sua volta consiglia un amico che dietro le pelli della batteria è una roccia, John Bonham.
Sono questi i "The New Yardbirds", che salgono sul palco danese e danno subito prova del loro valore. Ma tutti noi sappiamo che non fu la serata in cui debuttò questa sorta di line-up post-mortem degli Yardbirds, fu quella in cui iniziò la magia e il mito dei Led Zeppelin.
Ad inizio 1969 esce già infatti il disco d’esordio e quello stesso anno i quattro si ritrovano di nuovo in Danimarca, stavolta ospiti di una TV. Robert Plant in tale occasione presenta i componenti uno alla volta… ma già da un po’ di tempo tutti insieme si chiamano ormai Led Zeppelin.
Jorgen Angel, il fotografo che immortalò la prima esibizione dei LED ZEPPELIN il 7 settembre 1968,
IL RITORNO IN DANIMARCA NEL 1969
Da quel momento in poi gli show aumentano e aumentano anche i pezzi diversi dalla tradizione degli Yardbirds: si ha la testimonianza di Communication Breakdown, I Can’t Quit You Baby, You Shook Me, Babe I’m Gonna Leave You, How Many More Times, As Long As I Have You.
Il percorso artistico della band cambia radicalmente, dopo quel primo concerto dei Led Zeppelin. E’ molto semplice rendersene conto: l’anno dopo la band fu di nuovo in Danimarca, questa volta ospite di un programma televisivo. Robert Plant presentò i componenti della formazione, gli stessi di un anno prima… tutto uguale? No, il nome della band era cambiato: adesso era Led Zeppelin.
https://youtu.be/o_PRzqozs34
Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham debuttano dal vivo il 7 settembre 1968 in Danimarca… ma con un altro nome.
Autorizzati dai vecchi membri del gruppo a utilizzare il nome Yardbirds per tenere fede agli impegni presi, i quattro si dirigono dunque in Scandinavia. È il 7 settembre 1968 ed è in tale giorno che la band si esibisce al Teen Club di Gladsaxe, in Danimarca, nei pressi di Copenhagen. Di questo primo concerto risulta difficile ricostruire la scaletta, ma dei vecchi Yardbirds vengono suonate Train Kept a Rollin’, Dazed and Confused, White Summer e probabilmente For Your Love. Già… i vecchi Yardbirds. Perché i quattro in questo momento sarebbero i New Yardbirds, ma di fatto sono conosciuti, scritturati e pagati come Yardbirds.
Del concerto si sa veramente ben poco, ma si è sicuri del fatto che alcune delle canzoni che fecero parte della scaletta furono Train Kept a Rollin’, Dazed and Confused, White Summer e For Your Love (anche se non si è sicuri di quest’ultima).
In realtà è solo l’inizio di una nuova avventura musicale e probabilmente lo si può capire quando quella stessa sera e negli show successivi la band comincia ad inserire nella setlist diversi brani come Communication Breakdown, I Can’t Quit You Baby, You Shook Me, Babe I’m Gonna Leave You, How Many More Times, As Long As I Have You. Tutti pezzi che faranno parte del primo album di quel gruppo che di lì a poco avrebbe cambiato il suo nome.
7/9/1968. Quattro ragazzi dai capelli lunghi e vestiti sgargianti salgono sul palco del Teen Club di Gladsaxe. Sono al loro debutto in questa nuova formazione e come molti gruppi si ritrovano a farlo nel Nord Europa, in questo caso in Danimarca. Uno di loro è già una star in Inghilterra, il suo nome è Jimmy Page.
Page è stato a lungo un turnista di studio tra i più richiesti a Londra e ha da poco concluso la sua esperienza con uno dei gruppi UK di punta, gli Yardbirds, in cui sono transitati anche Eric Clapton e Jeff Beck. Lui stesso suona proprio una Telecaster avuta in regalo da quest'ultimo (e chiamata Dragon per il drago disegnato da Page sul corpo dello strumento).
Dagli Yardbirds si porta via molto. Alcuni brani, che finiranno nel primo album della nuova band, "You Shook me" e "Dazed and Confused" (entrambi comunque delle cover più o meno dichiarate, la prima di Willie Dixon e la seconda di Jake Holmes).
Si porta via soprattutto il nome, nonché l'astutissimo manager, Peter Grant. Per affrontare gli ultimi impegni contrattuali, il tour europeo appunto, assolda nuovi musicisti. Il session man polistrumentista John Paul Jones, con cui aveva già lavorato, un semisconosciuto cantante di Birmingham, Robert Plant, che a sua volta consiglia un amico che dietro le pelli della batteria è una roccia, John Bonham.
Sono questi i "The New Yardbirds", che salgono sul palco danese e danno subito prova del loro valore. Ma tutti noi sappiamo che non fu la serata in cui debuttò questa sorta di line-up post-mortem degli Yardbirds, fu quella in cui iniziò la magia e il mito dei Led Zeppelin.
Ad inizio 1969 esce già infatti il disco d’esordio e quello stesso anno i quattro si ritrovano di nuovo in Danimarca, stavolta ospiti di una TV. Robert Plant in tale occasione presenta i componenti uno alla volta… ma già da un po’ di tempo tutti insieme si chiamano ormai Led Zeppelin.
Jorgen Angel, il fotografo che immortalò la prima esibizione dei LED ZEPPELIN il 7 settembre 1968,
IL RITORNO IN DANIMARCA NEL 1969
Da quel momento in poi gli show aumentano e aumentano anche i pezzi diversi dalla tradizione degli Yardbirds: si ha la testimonianza di Communication Breakdown, I Can’t Quit You Baby, You Shook Me, Babe I’m Gonna Leave You, How Many More Times, As Long As I Have You.
Il percorso artistico della band cambia radicalmente, dopo quel primo concerto dei Led Zeppelin. E’ molto semplice rendersene conto: l’anno dopo la band fu di nuovo in Danimarca, questa volta ospite di un programma televisivo. Robert Plant presentò i componenti della formazione, gli stessi di un anno prima… tutto uguale? No, il nome della band era cambiato: adesso era Led Zeppelin.
https://youtu.be/o_PRzqozs34
La gente dormiva sul palco, specialmente in America. Vedevi componenti di band che si aggiravano dicendosi gli uni con gli altri:"Cosa suoneremo dopo?". E noi salivamo semplicemente sul palco e blam-blam-blam, tre o quattro pezzi, e la gente rimaneva scioccata. Nessuno ci faceva caso al fatto che non ci fosse stato un set vero e proprio, perché tutta la potenza veniva dalla musica. Un sacco di gente mi dice:" È evidente che voi dal palco comunicate col pubblico...Perché con la mia band questo non succede? ". La nostra priorità era fare apparire fantastico l'album LED ZEPPELIN, e se questo implicava che dovevi suonare due note in una battuta e poi non suonare per un po', era necessario fare così. Avevi il quadro complessivo nella mente e nelle orecchie per tutto il tempo. JOHN PAUL JONES.. web
Nessun commento:
Posta un commento