sabato 17 settembre 2022

51...♥ღ♥ ⁀⋱‿ 🍃🌿💓 Buongiorno 🍃🌿💓 ⁀⋱‿ 🍃🌿💓DAL MIO DIARIO:..”Ciao Anima mia..posso raccontarti una favola?⁀⋱‿ 🍃🌿💓⋱‿ 🍃🌿💓

Buongiorno a tutti i cari pensieri felici

vicini..e lontani..😘
e un abbraccio
a Lucrezia..





...mi piace la notte ascoltare le stelle.
Sono come cinquecento milioni di sonagli.."
.
{da Il Piccolo Principe}






 


La danza appartiene al silenzio dello spirito, è una canzone del corpo.
Sia essa di gioia o di dolore, la danza è il linguaggio nascosto dell'anima.
Il movimento è l’unico discorso su cui non mentire, in esso tutto ciò che è falso o appreso in modo troppo meccanico, diviene chiaramente visibile.
Si impara con la pratica.
Che si tratti di imparare a danzare facendo esperienza di ballo oppure imparare a vivere facendo esperienze di vita, il principio non cambia.
In alcuni campi si diventa atleti di Dio.
(Martha Graham)


"La cosa migliore che possiamo fare è ballare."
"E se ci prendono per pazzi, Signor Coniglio?"
"Lei conosce saggi felici?"
"Ha ragione, balliamo."
(Lewis Carroll)

La notte è fatta di quiete,
di nostalgie e di sogni.
È fatta di persone che ricordiamo,
che ci mancano,
che vorremmo abbracciare.
È fatta di rimpianti,
di silenzi e di musica.
La notte è composta
di tutto ciò che ci manca.
Non si è mai veramente soli di notte.
Ci accompagnano le stelle,
le emozioni e le speranze.
La notte non dimentica nulla...
scrive tutto nel cuore delle persone.
- cit-

“Lloyd, il tempo ha portato via un altro pezzo della mia storia”
“È una cosa che tende a fare ogni volta che passa, sir”
“Però da quel buco entra un gran freddo. Cerchiamo di riempirlo con delle parole.
O tappezziamolo con dei ricordi”
“Sir, se vuole un suggerimento, lo lascerei così com’è. Magari con una cornice di silenzio intorno”
“Per sottolineare quel che manca, Lloyd”
“Per non dimenticare quel che c'era, sir”


“Lloyd, la stanchezza mi sta facendo fare errori stupidi”
“Come quello di non riposarsi, sir?”
“Lloyd, chi si ferma è perduto…”
“In realtà è perduto chi vaga senza sosta né direzione, sir”
“Una pausa per riguardare la mappa, Lloyd?”
“E per rivedere le proprie priorità, sir”
“Saggio come sempre, Lloyd”
“Grazie mille, sir”



Il guerriero
“La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione. Gente inconsapevole, gestita completamente.
Chi ha capito, ha capito,
non ha bisogno di consigli.
Chi non ha capito, non capirà mai.
Io non biasimo queste persone perché loro sono strutturati per vivere e basta.
Cosa vuol dire vivere e basta?
Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita.
Il loro mondo finisce lì.
Non sono in grado di percepire altro.
C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono “difetti di fabbricazione”:
sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione.
Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri."
(Carlos Castaneda)



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Le grandi opere indimenticabili.
Antonio Canova: Amore e Psiche.
Museo del Louvre, Parigi.
Fotografia di Francesco Ferla.
Per scoprire fino in fondo la magia che
nasconde una opera d'arte bisogna guardarla
viverla, pensare al momento che il creatore
l'ha pensata, alle ore di scalpello dell'autore,
pensare a quante carezze per sentire la
setosita del marmo che a quel punto era diventato vellutato come carne .
Ecco cosa c'è dietro un
opera d'arte : idea, pensiero, sudore e tanto amore.
Poi c'è un momento speciale dell'anno ad un
orario ben preciso, nel quale la luce riesce
a colpire le ali di Amore, illuminandole,
le ali sono così sottili, da risultare quasi
trasparenti.
Ed è la grande bellezza, l'infinita bellezza,
la luce trasforma l'opera in magia.



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"Essere diversi non è una cosa né buona né cattiva. Significa semplicemente che sei abbastanza coraggioso da essere te stesso..."
(Albert Camus)


io ci metto la faccia..
fiera e orgogliosa
di essere dalla parte opposta!!
SEMPRE ANTIFASCISTA
Dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalistici e imperialistici, sulla presunta loro adeguatezza a superare e armonizzare i conflitti economici, politici e sociali, e sull'imposizione del principio gerarchico a tutti i livelli della vita nazionale; estens., qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull'uso indiscriminato della forza e della sopraffazione.
---------------= FASCISMO=-----------------------
Autoritarismo, xenofobia, razzismo, sessismo, esaltazione di disvalori: il volto del fascismo in Italia e nel mondo ha costanti che si ripetono.
"Cosa stai facendo con quella carriola, Lloyd?"
"Sto portando via un po' di ansie e di tristezze che ha dentro, sir"
"E dove le vuoi mettere?"
"Pensavo di buttarle sul ridere, sir"
"E perché mai, Lloyd"
"Perché l'ironia è un fuoco che si alimenta con le cose più impensabili, sir"
"Anche quelle che non funzionano più?"
"Soprattutto quelle, sir... Soprattutto quelle"


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"... E si sussurra che presto
Se tutti chiamiamo la canzone
Poi il pifferaio ci porterà a ragionare
E un nuovo giorno sorgerà
Per chi resiste a lungo
E le foreste riecheggeranno di risate "
- Led Zeppelin
Stairway to Heaven..

i miei mitici anni 70..
Abito ispirato a Robert Plant. I pantaloni sono Landlubber vintage anni '70.
ho insegnato bene...alunna ok



""Alice, non rattristarti per l’arrivo dell’autunno.
Se ti metti a testa in giù le foglie invece di cadere dai rami sembrano spiccare il volo.""
..bisogna sempre avere un'altra prospettiva...
quello che ci appare non ha mai una unica visione..
lella...


Lo conosci l'odore del vento d'autunno? Quello che sembra riempire d'armonia i pensieri e fare spazio.
Da piccola lo aspettava come si aspetta l'arrivo delle fate, perché la riportava al calore di casa mentre fuori piove, alla zucca che cuoce profumata sul fuoco e ai pomeriggi lenti, in cui le bastavano un libro e una tisana per ritrovare sé stessa.
Di La Lettrice di una volta

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Le donne forti sono come uragani. Diventano indomabili, quasi irraggiungibili. Non si fermano davanti a nulla. Sono discrete e amano quasi in segreto. Hanno sguardi sicuri e il cuore pieno di lividi. Sorridono e ingoiano lacrime. Loro, sono le donne che fanno la differenza.
..non riuscirai mai a piegarle..a soggiogarle..
le insulti e loro si liberano da catene..
le umili e loro cancellano gli sfregi..
non Le sporchi con le tue frustrazioni
Loro riescono sempre a rimanere pulite..
sono come le onde del mare
ti inseguiranno sempre e domineranno sempre le tempeste..




"Sta ancora vivendo nell'attesa, sir?"
"Sì, Lloyd. E non è per niente comoda"
"In effetti l'attesa è una stanza piccola, buia e solitamente grigia, sir"
"Però ha una grande porta da cui possono entrare le buone notizie che attendo"
"Dubito, sir"
"Perché, Lloyd?"
"Perché le porte dell'attesa si aprono spesso solo dall'interno, sir"
"Forse è meglio uscire e trovare anziché rimanere ad aspettare, Lloyd"
"Forse sì, sir. Forse sì"
Vita con Lloyd Simone Tempia


serena giornata a voi tutti...per me l'età non conta..Robert incarna il sorriso di una vita vissuta che non sempre gli ha riservato gioie...la ruga profonda ha un peso dentro e contiene tante cose ..fuori è segno di maturità e congenità..la sua vitalità esalta ogni ruga, ogni piega..e non intacca la sua bellezza..💕




- Dove stiamo andando?
- Stiamo cercando un po' di felicità.
- Ma sei scema? E dove si trova la felicità?
- Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili.
dal film "La pazza gioia"

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La gente ha proprio ragione.
Non sono tranquilla.
Sono fuoco,sono vita,sono colore, sono essenza,sono piacere,sono ribellione,sono istinto,sono pelle,sono rivoluzione.
Posso essere tutto.
Tranne che tranquilla...
Frida Kahlo.


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Ancora mi sollevo
Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò
La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleverò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?
La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardino
Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.
La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Io sono un oceano nero, agitato ed ampio,
Sgorgando e crescendo io genero nella marea.
Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Still I Rise – da “And Still I Rise”


Allegoria delle Farfalle
Una notte le farfalle si riunirono
in assemblea, volevano conoscere
che cosa fosse una candela. E dissero:
“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”
La prima andò a volare intorno a un castello
e da lontano, dall’esterno vide
una luce che brillava. Tornò
e con parole dotte la descrisse.
Ma una saggia farfalla – presiedeva
lei l’assemblea – le disse:
“Tu nulla sai”.
Ed un’altra partì, si avvicinò
arrivò sino a urtare nella cera.
Nei raggi della fiamma fece svoli.
Tornò, raccontò quello che sapeva.
Ma la farfalla saggia disse: “Tu,
tu nulla più della prima hai conosciuto”.
Un terza si mosse infine, ed ebbra entrò
battendo le ali forte nella fiamma
tese il corpo alla fiamma, l’abbracciò
in essa si perdette piena di gioia
avvolta tutta nel fuoco, di porpora
divennero le sue membra, tutte fuoco.
E quando di lontano la farfalla
saggia la vide divenuta una
cosa sola con la candela, e tutta luce
disse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.
Chi più di sé è dimentico
quello tra tutti sa.
Finché non oblierai
il tuo corpo, la tua anima,
che cosa mai saprai
dell’Amata?
*Attar*
Pensierino del giorno ❃
Il fiore di loto è un simbolo profondo in Oriente, perchè l'Oriente afferma che dovresti vivere nel mondo, ma senza farti contaminare da esso. Esso cresce dal fango, nell'acqua, tuttavia resta incontaminato dall'acqua. Ed è simbolo di trasformazione: il fango si trasforma nel fiore più bello e fragrante che questo pianeta conosca.
◈ Osho



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E la tua infanzia, dimmi, dove sta la tua infanzia?
Io voglio la tua infanzia.
L' acqua che tu bevesti,
i fiori calpestati,
le tracce che annodasti,
le tue risa perdute.
Possibile che miei non siano stati?
Dimmelo, sono triste.
Quindici anni soltanto tuoi, non miei.
Quella tua fanciullezza, oh non celarmi.
Prega che Dio ci retroceda il tempo:
tornerà la tua infanzia e giocheremo.


Musa sincera e fedele amica
angelo dalle grandi ali
protettive
sai, nel momento del mio
abbandono fiducioso
fra le tue braccia
spezzare catene
scavarmi dentro
e far parlare a ruota libera
i miei silenzi.
Sei nocchiera impavida
che naviga sulle onde
impetuose
delle mie Emozioni
giorno e notte
curando ferite.
Muta alleata del Tempo
riesci a frantumare
la corazza di anime vigorose
o i cristalli di fragili anime
appassite
e conduci la tua esistenza
senza fissa dimora.
Doni intensi battiti
al cuore
vibranti carezze
all'anima
struggenti sospiri ai pensieri.
Con i tuoi grandi occhi puri
offri frequenti scintille
alle paure e ai rimpianti
ai sogni e ai desideri.
A volte urlando e denunciando
altre volte
malinconicamente sospirando
sempre ammaliando.
Musa alla quale costantemente
anelo
resta con me , non abbandonarmi
proteggimi per sempre
accarezzando
i momenti di solitudine
con il saggio tuo sorriso.
Potrebbe essere un primo piano raffigurante una o più persone e erba
Ada Battiato
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⚜️ BRISEIDE - ACHILLE ⚜️
ᕙ ⁠~⁠ ⁠.⁠ ⁠~⁠ ᕗᕙ ⁠~⁠ ⁠.⁠ ⁠~⁠ ᕗ
BRISEIDE in uno degli appassionati momenti della loro difficile relazione amorosa.
La storia è situata nel contesto della guerra di Troia, è narrata da Omero nell'Iliade e successivamente, tra gli altri viene ripresa da Ovidio nella terza carta delle " Eroidi"
BRISEIDE, patronimico di Piodama, principessa di Lirnesso, è rappresentata da Omero come una bella giovane donna, triste per la morte di tutti i suoi cari e tuttavia innamorata di Achille che a sua volta la ama L'eroe l'aveva scelta come bottino di guerra dopo la conquista di Lirnesso, città alleata di Troia.
Ma Agamennone che nella stessa circostanza aveva preso Crissey come schiava, fu costretto da Apollo a restituirla per fermare la peste scatenata dal dio nel campo dei greci, chiede in cambio BRISEIDE. Lo scambio provoca
" la rabbia fatale " di Achille che dichiara che non parteciperà più alla guerra
"Achille e Briseide " scultura di Mario Chiodo artista contemporaneo di Oakland, California autore di numerosi e rinomati progetti artistici che coprono diverse arti.
La dea Atena fermerà Achille prima che questi potesse uccidere L’
Atride, alla fine Agamennone restituì Briseide perché la guerra contro i Troiani non aveva fine e Achille certamente sarebbe stato determinante, Achille poi decide di combattere per vendicare L’
Amico Patroclo ucciso da Ettore
Briseide: figlia di Briseo e amatissima schiava di Achille.
Achille la fece prigioniera durante il saccheggio della città di Lirnesso avvenuto prima che Troia fosse cinta d'assedio; uccise tutti i suoi parenti compreso il marito Minete, figlio di re Eveno, e ne fece la sua favorita. Ma quando Agamennone per ordine di Apollo dovette rendere Criseide a suo padre, l'Atride trovò subito un compenso a quella perdita togliendo Briseide ad Achille, che l'aveva avuta in sorte come schiava nella spartizione del bottino. Al che Achille, furibondo, dichiarò che non avrebbe più preso parte alla guerra. Agamennone, disperato, mandò Fenice, Odisseo, Aiace e due araldi alla tenda di Achille, con l'incarico di offrirgli, per placarlo, innumerevoli doni e la restituzione di Briseide (ancora vergine, come Agamennone era pronto a giurare), se avesse acconsentito a combattere ancora. Proprio lei, e lei sola, Achille accettò al momento della sua riconciliazione con l'Atride.
Nell'Iliade di Omero figura come una bella fanciulla, triste per la morte dei suoi e tuttavia innamorata di Achille, che l'ama a sua volta. Per questo, quando essa gli viene strappata per ordine di Agamennone che la rivendica per sé, Achille si ritira adirato sotto la tenda rifiutandosi di combattere. Gli viene poi restituita con molti doni quando decise di tornare in combattimento per vendicare l'amico Patroclo.
Ovidio, nella terza lettera delle Heroides, riprendendo e sviluppando il racconto omerico, immagina che Briseide scriva una lunghissima lettera ad Achille, in cui, dopo aver lamentato di essere stata da lui ceduta ai messi di Agamennone senza opporre resistenza, dichiara che dopo la morte dei suoi cari egli è diventato per lei signore, marito e fratello e che senza di lui la vita per lei non ha significato alcuno e gli chiede perciò di riprenderla con sé, non importa se come moglie o come ancella.
Briseide ad Achille
(testo completo tradotto)
Questa lettera che leggi ti giunge da Briseide, la donna a te rapita: l'ho scritta stentatamente in greco con la mia mano di straniera. Tutte le cancellature che vedrai, sono state le lacrime a farle; ma, nondimeno, anche le lacrime hanno il peso della parola. Se mi è concesso lamentarmi un po' di te, mio signore e marito, mi lamenterò un poco del mio signore e marito. Non è colpa tua se sono stata subito consegnata al re che mi richiedeva, eppure anche questa è colpa tua. Infatti non appena Euribate e Taltibio mi chiamarono, fui consegnata al seguito di Euribate e Taltibio. Interrogandosi reciprocamente con lo sguardo, si domandavano, senza parlare, dove fosse il nostro amore. Si poteva aspettare: un ritardo della pena mi sarebbe stato gradito. Ahimè! Nell'allontanarmi non ti diedi neanche un bacio! Ma versai lacrime senza fine e mi strappai i capelli: mi sembrò, sventurata, di essere fatta schiava una seconda volta. Molte volte decisi di ritornare, ingannando la sorveglianza del custode; ma c'era un nemico pronto a restituirmi impaurita. Temevo che, se mi fossi azzardata ad uscire fuori di notte, sarei stata catturata e poi destinata in dono ad una qualunque delle nuore di Priamo. Ma ammettiamolo, sono stata consegnata perché dovevo esserlo: sono lontana da tante notti e tu non mi reclami; indugi e la tua ira è lenta. Il figlio stesso di Menezio, mentre venivo consegnata, mi disse all'orecchio: "Perché piangi? Tra breve sarai di nuovo qui". Ed è ancora poco non avermi reclamata: tu lotti, Achille, perché io non ti venga restituita. Ma sì, tieniti la tua fama di amante appassionato! Sono venuti da te i figli di Telamone e di Amintore, uno più vicino a te per vincolo di sangue, l'altro tuo compagno, ed il figlio di Laerte, che avrebbero dovuto scortarmi al mio ritorno (doni sontuosi diedero maggior peso alle accattivanti preghiere): venti bacini fulvi di bronzo lavorato e sette tripodi di pari peso e raffinatezza. A questi furono aggiunti dieci talenti d'oro e dodici cavalli avvezzi a vincere sempre e, cosa superflua, fanciulle di Lesbo di superba bellezza, fatte prigioniere dopo la distruzione della loro casa; oltre a tutto ciò, come moglie - ma tu non hai bisogno di moglie -, una delle tre figlie di Agamennone. Rifiuti di ricevere quanto avresti dovuto dare, se tu avessi dovuto pagare il mio riscatto al figlio di Atreo? Quale colpa ho commesso per diventare così insignificante per te, Achille? Dove è fuggito così velocemente lontano da noi il volubile amore? Forse una sorte avversa tormenta senza tregua gli infelici e non giunge un momento più favorevole, una volta che le sciagure hanno avuto inizio? Ho visto le mura di Lirnesso distrutte dalla tua furia guerriera, e io ero parte importante della mia patria; ho visto cadere tre uomini, accomunati dallo stesso destino di nascita e di morte: tre guerrieri che avevano la stessa madre, la mia. Ho visto mio marito, steso sul terreno cruento, con tutto il suo corpo, agitare il petto insanguinato. Tu, da solo, sei bastato a ripagarmi di tante perdite; tu eri per me signore, marito, fratello. Tu stesso, giurando sulla divinità di tua madre, che vive nel mare, dicevi che era meglio per me essere stata fatta prigioniera. Certo per potermi respingere, benché io venga provvista di dote, e per rifiutare i doni che con me ti vengono offerti! Anzi, mi è giunta la voce che, quando sorgerà splendente l'aurora di domani, tu spiegherai le vele rigonfie ai venti tempestosi. Non appena, me infelice, la notizia di questa azione infame giunse alle mie orecchie impaurite, il petto mi si è svuotato di sangue e ho perso coscienza. Te ne andrai e - me infelice! - a chi mi lasci, uomo brutale? Chi mi consolerà dolcemente dell'abbandono? Vorrei prima essere inghiottita da una improvvisa voragine della terra o incenerita dalla fiamma balenante di un fulmine, piuttosto che senza di me le acque si facciano bianche di schiuma sotto i remi di Ftia ed io, abbandonata, veda allontanarsi le tue navi! Se desideri ormai tornare ai Penati paterni, io non sono un fardello pesante per la tua nave; ti seguirò come una schiava segue il vincitore, non come una sposa il marito: ho mani abili a filare la lana. La più bella fra le donne achee giungerà come sposa nel tuo talamo, e vi entri pure, nuora degna del suocero, nipote di Giove e di Egina, e sia ben accetta al padre della suocera, il vecchio Nereo. Io, umile schiava filerò la lana assegnata e il mio filo alleggerirà la conocchia gonfia. Ti scongiuro soltanto che la tua sposa non mi tormenti; non so ancora come, ma lei non sarà benevola con me, e non permettere che mi si strappino i capelli in tua presenza mentre dici con noncuranza: "Anche lei è stata mia". O permettilo pure, purché io non venga abbandonata qui, nel disprezzo; è questo il terrore che - povera me! - mi fa tremare le ossa. Ma cosa aspetti? Agamennone si pente della sua ira e la Grecia, afflitta, giace ai tuoi piedi. Tu che vinci tutto il resto, vinci i tuoi sentimenti d'ira! Perché l'infaticabile Ettore sta dilaniando le forze dei Danai? Prendi le armi, nipote di Eaco, ma non prima di avermi accolta e, col favore di Marte, incalza i guerrieri cacciati in fuga disordinata. L'ira iniziata per colpa mia, per causa mia finisca e possa io, che sono la causa, essere anche la fine del tuo sdegno. E non considerare disonorevole piegarti alle mie preghiere: il figlio di Eneo si convertì alle armi per la preghiera della moglie. Questo fatto io l'ho sentito raccontare, ma a te è noto: privata dei fratelli la madre votò alla morte la testa del figlio e ogni sua aspettativa. C'era la guerra; il figlio, spietato, depose le armi, si allontanò e negò aiuto alla patria con ostinazione. Solo la moglie piegò il marito - ben più fortunata quella donna -, le mie parole invece cadono senza alcun peso. Tuttavia non mi sento offesa, non mi sono mai comportata come moglie io, schiava, chiamata tante volte al letto del mio padrone. Mi ricordo che una prigioniera mi chiamava padrona, io le dissi: "Tu aggiungi alla mia schiavitù il peso di quel nome". Tuttavia sulle ossa di mio marito, mal custodite da una sepoltura improvvisata, ossa che sento di dover sempre venerare, e sul valore dei miei tre fratelli, come dèi per me, che sono caduti gloriosamente con la patria e per la patria, e sul tuo e sul mio capo che furono congiunti, e sulla tua spada, arma conosciuta ai miei cari, giuro che mai il Miceneo ha condiviso il letto con me: abbandonami pure se ti inganno. Se ora ti dicessi: "Giura anche tu, o mio prode, che non hai goduto alcun piacere senza di me", lo negheresti. I Greci credono che tu sia addolorato, tu invece suoni la cetra ed una tenera amica ti accoglie sul suo tiepido seno. E qualcuno si domanda perché rifiuti di combattere: perché il combattimento è rischioso, la cetra, la notte e l'amore sono piacevoli. È più sicuro starsene a letto, abbracciare una ragazza, far risuonare con il tocco delle dita la lira tracia, piuttosto che avere in mano lo scudo e l'asta dalla punta acuminata e l'elmo calcato sui capelli. Ma a te piacevano imprese straordinarie, anziché quelle prive di rischi, e ti era cara la gloria ottenuta combattendo. Forse le guerre crudeli ti piacevano soltanto fino a farmi prigioniera, ed ora la tua fama giace vinta insieme alla mia patria? Gli dèi non vogliano! E l'asta peliaca, scagliata dal tuo braccio potente trapassi, lo spero, il fianco di Ettore! Mandate me, Greci. Come messaggera supplicherò il mio signore, gli porterò molti baci insieme ai messaggi. Otterrò più io, credetemi, di Fenice, più dell'eloquente Ulisse, più del fratello di Teucro. Vale qualcosa cingere il collo con un abbraccio familiare e richiamare con il proprio lo sguardo di chi sta di fronte! Per quanto tu sia disumano e più spietato delle onde materne, saprò intenerirti in silenzio con le mie lacrime. Anche adesso - possa tuo padre Peleo compiere tutti i suoi anni, e Pirro andare sotto le armi con il tuo successo - volgi lo sguardo su Briseide, che è in pena, forte Achille, e, duro come il ferro, non consumare l'infelice con una interminabile attesa; oppure se il tuo amore si è trasformato in avversione per me, costringi a morire, chi costringi a vivere senza di te! E così come ti comporti, mi costringerai. Ho perso peso e colore, la sola speranza di averti, tuttavia, alimenta questo poco di vita. E se verrà a mancare anche questa, raggiungerò i miei fratelli e mio marito e per te non sarà nobile gesto aver imposto a una donna di morire. Ma perché me lo dovresti imporre? Sguaina la spada e colpiscimi. Ho ancora del sangue che sgorghi dal mio petto trafitto. Colpisca me quella spada che, se la dea lo avesse permesso, era destinata a trapassare il petto del figlio di Atreo! Ah, salva piuttosto la mia vita, che è tuo dono! Ti chiedo da amica ciò che, vincitore, mi avevi concesso come nemica. La nettunia Pergamo ti offre migliori possibilità di uccidere: chiedi al nemico materia per una strage. A me, sia che tu ti prepari a spingere al largo la tua flotta a forza di remi, sia che tu rimanga, col tuo diritto di padrone, dai solo l'ordine di venire!
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E la tua infanzia, dimmi, dove sta la tua infanzia?
Io voglio la tua infanzia.
L' acqua che tu bevesti,
i fiori calpestati,
le tracce che annodasti,
le tue risa perdute.
Possibile che miei non siano stati?
Dimmelo, sono triste.
Quindici anni soltanto tuoi, non miei.
Quella tua fanciullezza, oh non celarmi.
Prega che Dio ci retroceda il tempo:
tornerà la tua infanzia e giocheremo.




“Lloyd, credo di essermi perso”
“Davvero, sir?”
“Sono qui in mezzo al niente. Ciò che ho lasciato indietro mi appare ormai piccolo e lontano e davanti non si vede nulla”
“Situazione terribile, sir”
“Pensavo che questa fosse la strada per la felicità, ma forse ho sbagliato tutto”
“Sir, non sia troppo duro con se stesso. In fondo è incappato in un fraintendimento molto comune…”
“Quale, Lloyd?”
“Non esistono strade per la felicità, ma solo percorsi che portano ad essa"
“Ma se non c’è una strada, se non ci sono delle indicazioni, come ci si può arrivare?”
“Alzando lo sguardo e orientandosi con i propri desideri, sir”
“Ricominciamo a camminare Lloyd?”
“Con molto piacere, sir”
.
"Indovina se ti riesce:
La balena non è un pesce,
Il pipistrello non è un uccello,
E certa gente, chissà perché,
Pare umana e non lo è."
Gianni Rodari

“Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini.”
Frida Kahlo





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Chi dice che l'autunno sia malinconico...
non sa distinguere i colori.
23 settembre..
Il nome Autunno deriva dal latino autumnus, prev. auctumnus, formato da auctus (participio di augere: 'aumentare, arricchire') e desinenza -mnos (dal greco μένος: desinenza propria dei participi medi e passivi), a significare la stagione ricca di frutta che segue l'estate e aumenta la ricchezza dei contadini.
buongiorno anime belle...😘
qualcuno mi ha scritto.."Mi piacevi tanto ma poi sei scesa e schierata in politica"..
ringrazio chi mi ha definito così..
Io mi schiero sempre ogni giorno e scelgo da quale parte stare..e forse chi mi ha inviato questo suo pensiero, pensava che
fossi solo un COPIA E INCOLLA..
ma si sbagliava di grosso..
forse non gli piace la parte dove io amo stare...😉







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Ti chiameranno “pazza” perché lo sei,
perché sei nata con il dono di vedere
le cose in un altro modo.
E questo li spaventa.
Ti chiameranno ′′intensa′′ perché lo sei,
perché sei nata con il valore ben indossato per permetterti di sentire tutto pienamente. E questo li intimidisce.
Ti chiameranno ′′egoista′′ perché è così,
perché hai scoperto di essere la cosa
più importante della tua vita.
E questo non gli conviene.
Ti chiameranno in molti modi,
con molti giudizi, per molto tempo,
ma resta ferma in te e in quello che vuoi,
e ti prometto che un giorno ti chiameranno per dirti: ′′grazie di esistere".
Alejandro Jodorowsky 


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"Lloyd, una delusione mi ha sbattuto a terra!"
"Noto, sir"
"Ci vorrebbe proprio una buona notizia che mi risollevi"
"Se mi permette, sir, chi si rialza prima di avere le giuste forze, finisce spesso per rimanere in ginocchio"
"A terra però non si può che strisciare, Lloyd"
"Oppure si può guardare il cielo e ricominciare a respirare, sir"
"Guardarlo solo finché le forze non tornano, però..."
"Non un minuto di più, sir... Non un minuto di più"








"Finché ci sarà l’autunno,
non avrò abbastanza mani, tele e colori
per dipingere la bellezza che vedo."
Vincent van Gogh



L'autunno è un pittore, che con la tavolozza del cuore, dipinge d'oro i giardini dell'anima.
~ Antonio Cuomo
C’è una luce diversa nell’autunno. C’è una velleità di tregua, un bisogno di lasciare le folle estive e avvolgersi nei colori e nelle case.
“Senti anche tu questa fragranza di nostalgia nell’aria?”
“È il vento d’autunno che porta il profumo del fiore degli anni, sir”
“È così dolce. Non potremmo metterne un po’ in un vaso?”
“Purtroppo i ricordi appassiscono se tenuti davanti agli occhi, sir”
“E perché ne sentiamo ancora il profumo?”
“Perché sbocciano se tenuti dentro al cuore, sir”
“Vorrà dire che sospirerò a pieni polmoni, Lloyd”
“Molto salutare, sir... Molto salutare.”


C’è una luce diversa nell’autunno. C’è una velleità di tregua, un bisogno di lasciare le folle estive e avvolgersi nei colori e nelle case.
Lella..






vibrazioni autunnali..
in attesa
di "quei fiocchi di neve particolari"

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Morte per Annegamento: le vere storie dietro il personaggio di Ofelia
Alla galleria d’arte Tate Britain di Londra è esposto un dipinto ad olio eseguito durante il regno della regina Vittoria: esso raffigura un angolo di natura, in cui piante e arbusti verdeggianti si affacciano su uno scorcio d’acqua. Tuttavia, qualcosa di macabro, sebbene artisticamente mascherato, incrina l’idillio del luogo: si tratta del cadavere di una giovane donna che galleggia nell’acqua, circondato da fiori e dipinto con pennellate talmente vivaci da offuscare l’idea di morte che esso emana.
L’autore del quadro, il pittore preraffaellita John Everett Millais, nel 1852 decise di realizzare questo dipinto ispirandosi al personaggio da cui la tela stessa prende il suo titolo: Ofelia, uno dei personaggi secondari della tragedia Amleto di William Shakespeare.
La storia tragica di Ofelia, rappresentata nel dipinto di Millais come ormai priva di vita, ha ispirato numerosi altri quadri, e ancora oggi il personaggio è protagonista di canzoni, film e romanzi – sebbene non sia certo da dove il grande drammaturgo inglese abbia tratto ispirazione per delineare la sua storia.
Tuttavia, alcuni documenti storici che si ricollegano alla vita di Shakespeare possono permettere di ipotizzare le storie vere che portarono alla creazione di Ofelia e del suo triste destino.
La morte per annegamento in epoca Tudor
Shakespeare scrisse le sue celebri opere teatrali tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, alla fine di un’epoca che in Inghilterra era conosciuta come periodo Tudor, iniziato con la fine della Guerra delle Due Rose e terminato con la morte della regina Elisabetta I.
Si tratta di un tempo e un luogo molto diversi da quelli che siamo abituati a conoscere, in cui l’assenza di elettricità, di tecnologia e di acqua corrente rendevano difficoltoso svolgere numerose delle attività quotidiane, fra cui anche le faccende di casa. Il contatto con l’acqua, in epoca Tudor, era pressoché inevitabile: più volte al giorno quasi tutte le persone avevano la necessità di avvicinarsi a un fiume o a un laghetto, per abbeverare gli animali impiegati nei lavori dei campi o per procurarsi l’acqua.
Molte bambine, donne o ragazze si recavano almeno due o tre volte al fiume più vicino armate di secchio per portare l’acqua in casa, quasi tutti i contadini in estate facevano il bagno nel lago e le massaie trascorrevano giornate intere inginocchiate su piattaforme di legno a lavare abiti e lenzuola.
Poche delle persone sia nobili sia del popolo erano in grado di nuotare
Gli incidenti erano all’ordine del giorno, e le morti per annegamento in epoca Tudor erano il 40% dei decessi che avvenivano ogni anno. Molti annegamenti erano dovuti alla forza della corrente: chi si faceva il bagno in un fiume talvolta si spingeva dove la forza dell’acqua diventava inarrestabile e non era in grado di risalire a nuoto e di aggrapparsi a un ramo o a una roccia.
In altri casi, il fango e le pietre scivolose della riva facevano sì che, quando il malcapitato metteva un piede in fallo, scivolasse lungo la sponda e finisse in acqua. Questo accadeva spesso alle bambine o alle ragazze che venivano mandate a prendere l’acqua per la cucina o per il bagno, o alle lavandaie che inciampavano sulle piattaforme di legno bagnate o coperte di brina o ghiaccio.
Infine, non mancavano i suicidi: fra chi sceglieva di togliersi la vita, alcuni si gettavano in un fiume o in un lago. I vestiti dell’epoca, con le loro camicie, giacche e sottane di stoffa pesante, s’impregnavano rapidamente d’acqua, trascinando verso il fondo le persone che, se anche erano in grado di nuotare e avevano cambiato idea in extremis, non riuscivano più a risalire in superficie.
Fu questo il caso che circonda la leggenda del pozzo di Margaret, una piccola ma profonda pozza d’acqua che un tempo era stata parte della proprietà dei Clopton, una famiglia del Warwickshire che possedeva un mulino. La figlia del mugnaio, Margaret Clopton, nel 1580 venne abbandonata dall’uomo che amava e, per la disperazione, si era gettata nella fossa che ora prende il suo nome: l’acqua aveva impregnato la stoffa dei suoi vestiti e l’aveva trascinata verso il fondo.
Il suo corpo venne rinvenuto il giorno seguente, quando i familiari, accortisi che la ruota del mulino era ferma, andarono a controllare e trovarono il cadavere di Margaret incastrato fra le pale.
Shakespeare era sicuramente a conoscenza di quanto la morte per annegamento fosse frequente negli anni in cui visse e scrisse le sue opere, e sicuramente lesse o ascoltò notizie che riportavano di questa o quella persona trovata affogata.
E Shakespeare stesso si trovò vicino a delle vicende che, molto probabilmente, lo ispirarono sia nella stesura dell’Amleto sia nella costruzione del personaggio di Ofelia.
Il suicidio di Ofelia
Nella tragedia Amleto, principe di Danimarca, Ofelia è la fragile figlia del consigliere reale Polonio e vive la tesa atmosfera di un lutto non onorato alla corte di Elsinore: questo l’ha allontanata dal principe Amleto, con cui aveva una relazione non approvata dai familiari. La rottura diventa insanabile quando Amleto la rifiuta bruscamente e uccide per errore il padre della ragazza.
Questo conduce rapidamente Ofelia nella spirale della follia; senza che nessuno si prenda più cura di lei, la ragazza vaga per la reggia in preda ai vaneggiamenti, cantando canzoni d’amore e raccogliendo compulsivamente dei fiori che dona a chiunque incontri.
La tragica parabola di Ofelia si conclude con la sua morte:
La ragazza muore affogata
Nella tragedia di Shakespeare, la morte di Ofelia è narrata dalla regina Gertrude, la quale racconta come la ragazza, intenta a decorare con i suoi fiori un salice piangente, sia caduta in acqua e, trascinata verso il fondo dai suoi vestiti bagnati, sia annegata; tuttavia, nel corso del suo funerale, viene sollevato il dubbio che la sua morte sia stata fatta passare come un incidente per darle una sepoltura cristiana. È invece implicato che Ofelia si sia suicidata.
Il personaggio ha avuto molta fortuna, nel corso dei secoli, e molti studiosi si sono interrogati sulle origini di Ofelia e della sua tragica morte. Infine, gli archivi storici hanno svelato una potenziale verità.
William Shakespeare era nato a Stratford-upon-Avon, una cittadina nella contea di Warwickshire che, come dice il suo nome, era stata costruita sulle sponde del fiume Avon – fiume dove, negli anni, avevano trovato la morte diverse persone, soprattutto marinai e donne e ragazze. Quando il drammaturgo era bambino, la famiglia Shakespeare viveva in una casa non molto lontana dal fiume Avon e vicina alla dimora di alcuni parenti, gli Shaxspere, che a loro volta avevano una figlia poco più piccola di William: Jane.
William e Jane si conoscevano molto bene e avevano l’abitudine di giocare insieme; un giorno, tuttavia, Jane, che aveva due anni, sfuggì al controllo dei genitori e dei domestici, e si avventurò da sola fino alle sponde del fiume Avon per raccogliere dei fiori.
Mentre giocava, la bambina scivolò e cadde in acqua, annegando
Shakespeare venne naturalmente informato della notizia e, sebbene avrebbe scritto l’Amleto solo quarant’anni dopo, la perdita della sua compagna di giochi dovette segnarlo a tal punto da imprimergli nella memoria le circostanze di quel tragico evento.
Data la facilità con cui era facile annegare in epoca Tudor, la morte di Jane Shaxspeare non fu l’unica occasione in cui qualcuno che il drammaturgo conosceva perse la vita nell’acqua.
Quando Shakespeare aveva quindici anni, in una fredda giornata di dicembre, un’altra ragazza perse la vita nelle acque del fiume Avon ma, a differenza di Jane, non si trattò di un incidente. Katherine Hamlet viveva a Tiddington, un villaggio non molto distante da Stratford-upon-Avon, e il 17 dicembre 1579 uscì di casa per non tornarvi mai più. Il suo corpo senza vita venne ritrovato mentre galleggiava sulla superficie dell’acqua del fiume Avon.
In Inghilterra, la temperatura in inverno si abbassa notevolmente, e l’acqua di fiumi e laghi è spesso gelida; l’impatto con l’acqua doveva probabilmente aver fatto perdere i sensi a Katherine, la quale era affogata in pochi minuti. All’epoca, la sua morte era stata spiegata come un incidente: la ragazza era uscita di casa portando con sé un secchio per riempirlo con l’acqua del fiume, e il medico che esaminò il suo corpo suppose che Katherine fosse salita su una piattaforma in legno e si fosse chinata per prendere l’acqua – ma, forse perché la piattaforma era ghiacciata, era scivolata cadendo nel fiume, ed era stata trascinata verso il fondo dai pesanti abiti bagnati e dalle alghe che le si erano attorcigliate intorno alle caviglie.
Questa fu la versione ufficiale della sua morte, ma prima, durante e dopo il suo funerale si continuò a vociferare che la famiglia della ragazza avesse pagato le autorità affinché facessero figurare la scomparsa di Katherine come un incidente e potessero seppellire il suo corpo in un cimitero cristiano. Tuttavia, molti che conoscevano Katherine raccontarono che ella aveva da poco subito una delusione d’amore, e che per questo si fosse suicidata gettandosi volontariamente nel fiume Avon.
La morte di Jane e le voci sul possibile suicidio di Katherine probabilmente influenzarono Shakespeare che, scrivendo l’Amleto, decise di rendere Ofelia una ragazza resa folle per amore che aveva trovato la morte – forse per sua stessa volontà – in una tomba d’acqua, descrivendo il suo corpo senza vita come quello di una bella addormentata su una superficie di blu, circondata da fiori.
L’immagine e la storia di Ofelia, senza dubbio poetiche, ispirarono anche numerosi pittori che rappresentarono la sua morte su tela. Il più famoso dipinto è proprio quello di Millais, il quale nasconde una vicenda tragicamente simile a quella di Ofelia.
La donna che posò come Ofelia senza vita si chiamava Elizabeth Siddall, ed era una ragazza che aveva già lavorato come modella per molti pittori pre-raffaeliti quando Millais le chiese di posare per lui. A Elizabeth, ventiduenne, venne chiesto di recarsi nello studio del pittore e di immergersi, vestita solo di un abito leggero, in una vasca da bagno piena d’acqua, dove avrebbe dovuto restare per ore immobile per dar modo all’artista di ritrarla.
Millais, consapevole del freddo che regnava nel suo studio nei mesi invernali in cui portò a termine il dipinto, era solito collocare delle lampade accese sotto la vasca da bagno, in modo tale da riscaldare l’acqua e da non lasciare che Elizabeth patisse il freddo.
Un pomeriggio, le lampade sotto la vasca da bagno si spensero, ma in un primo istante né Elizabeth né Millais se ne accorsero; fu solo dopo diverso tempo che il pittore, assorto nel suo lavoro, si rese conto che la ragazza era stranamente immobile e silenziosa.
Millais riuscì a tirare fuori Elizabeth dall’acqua e a riscaldarla prima che morisse d’ipotermia, ma la ragazza contrasse comunque una polmonite.
Millais, sentendosi colpevole, pagò tutte le cure mediche di Elizabeth, la quale tuttavia si riprese solo in parte:
La polmonite contribuì probabilmente allo svilupparsi della tubercolosi di cui la giovane soffrì tutta la vita
Elizabeth finì con il soccombere alle conseguenze di quel tragico incidente: il giorno del suo matrimonio, malata di tubercolosi in stato avanzato, dovette essere trasportata in chiesa, e le sue condizioni di salute la fecero precipitare in uno stato depressivo molto profondo, fino alla morte sopraggiunta prematuramente all’età di trentadue anni – destino molto simile all’apoteosi di una maledizione, il destino di Ofelia e di altre ragazze morte annegate.







Non conservare niente per un’occasione speciale, ogni giorno che vivi è un’occasione speciale.
Leggi di più, ammira il paesaggio, passa più tempo con i tuoi cari. La vita è un’insieme di esperienze da godere, la vita non è sopravvivere. Non conservare nulla: usa i bicchieri di cristallo tutti i giorni, metti la giacca nuova tutte le volte che vuoi,n on rimandare. Le frasi ‘un giorno’ e ‘uno di questi giorni’ falle scomparire dal tuo vocabolario. Emana serenità e allegria intorno a te, è contagiosa, la donerai anche agli altri. Ogni giorno che dedichi a te stesso è un giorno speciale perchè ogni giorno, ogni ora, ogni minuto di vita è speciale.


INNOCENCE
È facile confondere l’essere innocenti con l’essere infantili o ingenui. Tutti noi vogliamo sembrare sofisticati; vogliamo essere sempre ‘in’. Essere innocenti significa essere ‘out’.
Inoltre, nell’innocenza vi è una profonda verità. Quando un bimbo guarda negli occhi della sua mamma, tutto ciò che vede è amore. Appena l’innocenza svanisce, prendono il suo posto problemi più complessi. Crediamo di dover fregare gli altri e adeguarci agli schemi per ottenere ciò che desideriamo. Iniziamo a sprecare un sacco di energia per proteggere noi stessi. E la vita diventa uno strazio. La gente non ha scelta se non essere ‘in’. In quale altro modo può sopravvivere?
Quando ne cogli il vero significato, sopravvivenza significa vedere le cose così come sono e comportandoci di conseguenza. Significa essere aperti. E l’innocenza consiste in questo. Si tratta di essere semplici e fiduciosi come un bambino, non sentenziosi e legati ad un gretto punto di vista. Se si è chiusi in uno schema di pensiero e comportamento, la propria creatività viene bloccata. Si perde la freschezza e la magia del momento. Ritorniamo ad essere innocenti e quella freschezza non ci lascerà mai.
DANCING THE DREAM MICHAEL JACKSON

"La sola cosa che si possiede
è l’amore che si dà."
(Isabel Allende)

“Lloyd come si affronta chi ha una faccia di bronzo?”
“Con volontà di ferro e cuore d’oro, sir”
“La volontà di ferro serve per non piegarsi alle sue proposte, ma il cuore d’oro?”
“A mostrare un valore che certe persone non avranno mai, sir”
“Preziosi dentro e integri fuori, Lloyd”
“Decisamente, sir. Decisamente”

"Sono le nostre scelte
che ci mostrano chi siamo veramente,
molto più delle nostre abilità."
(J.K. Rowling)

..oggi "sono proprio schierata"..
ci sono..voto e voto PD
per quelli che mi evitano e contestano la mia libertà pensando che io non avessi un pensiero mio,libero, aperto....
dico che nella vita abbiamo di fronte prove da superare, e le dobbiamo sempre fare con una faccia e non con una maschera..
"Sono le nostre scelte
che ci mostrano chi siamo veramente,
molto più delle nostre abilità."
(J.K. Rowling)








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