sabato 3 settembre 2022

16.MICHAEL..RACCONTI..TESTIMONIANZE ...E NON SOLO


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Bela Farkas: "Io so chi era MJ e so che gli devo la mia vita" 3 settembre 2013 alle ore 20.52 Michael Jackson ha visitato l'Ung

RINGRAZIO GESSY PER AVER FATTO QUESTA NOTA.......

 

 

Bela Farkas: "Io so chi era MJ e so che gli devo la mia vita"3 settembre 2013 alle ore 20.52

 

Michael Jackson ha visitato l'Ungheria per la prima volta nell'agosto 1994. Insieme con la sua allora moglie Lisa Marie Presley, è venuto nella capitale ungherese per le riprese del film per promuovere il suo album "HIStory".Le riprese sono andate avanti per diversi giorni e l'intera città è stata letteralmente capovolta. Dopo tutto, hanno dovuto chiudere: il Palazzo Reale, il Ponte della Libertà e Piazza degli Eroi.L'agenda di Michael era più che completa, ma lui insieme a Lisa hanno trovato il tempo per visitare diversi ospedali per bambini, tra cui l'ospedale 'Beteshda' sostenuto dalla Chiesa Riformata di Ungheria. Michael e Lisa arrivarono portando un sacco di regali ... Quasi immediatamente, sono rimasti colpiti da un bambino che camminava nel corridoio dell'ospedale. C'erano altri bambini, ma hanno chiesto perché questo ragazzo era così giallo. I medici hanno detto che Bela aveva una malattia congenita del fegato, che i genitori lo avevano abbandonato e che aveva vissuto in ospedale fin dalla nascita.La malattia era incurabile e un trapianto di fegato era l'unica possibilità per la sua vita.Tale operazione poteva essere fatta a Bruxelles e i medici ungheresi avevano concordato tutto, ma i soldi dal fondo di assicurazione sanitaria dello Stato non arrivavano.Michael ha chiesto: "Lui sta per morire?"- "Sì".E poi ha detto, senza pensare, "Pagherò tutto io".

 

E Michael Jackson non solo lo ha promesso. Pochi giorni dopo, Bela si è recato in Belgio accompagnato dal Dott.ssa Maria Agnes e l'infermiera Ester. Sei mesi più tardi, grazie all'intervento di Michael, Bela ha trovato un donatore compatibile. ... L'operazione è stata diretta dal professor belga Otte, in data 11 marzo 1995 ed è stata seguita da cinque mesi di trattamento, e altri controlli nel corso dei seguenti nove anni.Durante tutto questo tempo, la Dott.ssa è rimasta in comunicazione diretta con Michael. Aveva il numero di telefono di Michael Jackson, ma non si è mai vantata di questo fatto e non lo ha mai utilizzato per scopi personali. Michael o il suo staff dovevano essere informati personalmente sullo stato di salute di Bela.

 

Quando l'operazione si è conclusa con successo, Michael, con un aereo speciale, ha inviato a Bela un orso di peluche a grandezza naturale.Oggi, la Dott.ssa ricorda gli eventi di quei giorni, e dice:"Michael ha salvato la vita di Bela".Prima o poi, i soldi del Fondo di assicurazione malattia sarebbero arrivati, ma i pazienti come Bela, conducevano una battaglia contro il tempo, perché il decorso della malattia epatica può causare danni cerebrali, tra cui ritardo mentale grave. Più passa il tempo e meno probabilità ha di godere di una vita piena.In Belgio, la Dott.ssa Agnes è stata in grado di vedere di persona come operano i mezzi di comunicazione. Durante la permanenza a Bruxelles, lei, l'infermiera e Bela, si sono avventurati ad uscire dell'ospedale, ma con estrema segretezza e cautela, altrimenti sarebbero stati circondati da un sacco di giornalisti con i lampi accecanti delle telecamere. Bela era molto spaventato e piangeva spesso per questo. Accanto a lui non c'era Michael Jackson. Ma il bambino era stato salvato da una famosa star mondiale ed era un fatto da prima pagina.Bela, che ora ha 19 anni, è completamente guarito, ha cambiato nome e adesso fa il cuoco.

 

Ma torniamo brevemente al passato, perché l'incontro di Michael e Bela, nel 1994, non è stato l'ultimo. Nel 1996, Michael Jackson è arrivato a Budapest, questa volta per un concerto. Voleva davvero incontrare Bela e invitarlo al concerto. Bela con la sua nuova famiglia (i suoi genitori adottivi, al momento) viveva in provincia, così Michael inviò una macchina a prenderli e prenotò due stanze accanto alla sua stanza presso l'hotel "Kempinski". Michael sapeva che quando era ancora malato Bela non poteva mangiare noccioline. Così, dopo aver appreso che il bambino stava bene, ha chiesto che nelle stanze destinate a Bela e la famiglia, ci fosse sempre un piatto enorme di noccioline.In quei giorni, la Dott.ssa Agnes ha potuto parlare personalmente con Michael. Ha passato un sacco di tempo a chiacchierare con lui. Per Maria non c'era barriera verbale, perché aveva vissuto molti anni in Inghilterra e parlava un inglese perfetto. Michael e Bela si capivano senza parlare.Parlando con Michael, lei ha potuto vedere che era gentile, innocente e capace di sentimenti profondi e sinceri nei confronti dei bambini.Lei è convinta che la vita di Michael è stata rovinata dal padre, dai media e dai medici incompetenti, che dietro compensi favolosi, promettevano che sarebbe stato bello e sano. Tuttavia, questa promessa ha paralizzato non solo l'anima di Michael, ma anche il suo aspetto. Come molte altre persone, lei è sicura che nessuno ha conosciuto realmente Michael Jackson. La maggior parte delle persone lo sfruttavano per i loro fini egoistici, come coloro che lo hanno accusato di essere un pedofilo.La Dott.ssa e Bela hanno parlato molto di Michael nel corso degli anni. La sua morte ha scioccato profondamente entrambi. Bela si è rifiutato di rilasciare interviste o partecipare a programmi. Attraverso il suo medico ha consegnato le seguenti parole ai giornalisti:"So chi era Michael Jackson, e so che gli devo la mia vita."In conclusione, la Dott.ssa ha aggiunto:"In tutto il mondo, alla fine, la gente si renderà conto di come hanno maltrattato ingiustamente un uomo che ha fatto molto per tutti noi su questa terra."-------Dalla persona che ha tradotto l'articolo originale:Quando stavo per terminare la traduzione di questo articolo, per caso, mi sono imbattuto in un rapporto da uno dei canali TV Ungheria. Il film parla di due ragazzi. Uno, Bela Farkas, ormai quasi 20 anni ed è sano. Il nome dell'altro ragazzo è Patrick e la sua storia è solo all'inizio. Patrick ha bisogno di un trapianto di fegato come nel caso di Bela. La sua unica possibilità di guarigione è che il padre possa essere il donatore.Un giovane uomo che è disposto a fare qualsiasi cosa per far guarire il suo bambino. Ma questa famiglia ha esattamente lo stesso problema di Bela, la mancanza di denaro. La famiglia di Patrick è molto povera. A causa della malattia, Patrick non può andare a scuola e sua madre non ha lavoro, perché qualcuno deve prendersi cura di lui. Suo padre è l'unico sostegno. Ma se diventa un donatore per il figlio, rimarrà per lungo tempo in ospedale e quindi non potrà lavorare. I genitori di Patrick non hanno idea di come affrontare questo problema.Nel video, le due storie vengono ripetute costantemente.Vediamo i volti ansiosi e tristi dei genitori di Patrick, e nessun sorriso nel volto del bambino. E vediamo Bela Farkas, la prima volta che ha incontrato Michael, dopo l'operazione, e poi quando aveva 10 anni. E vediamo la Dott.ssa Maria Agnes che parla con Bela, e lui che chiama Michael, suo amico. Ancora una volta, vediamo Patrick e i suoi genitori che sperano nella guarigione del figlio ...e di nuovo Bela .... poi dietro le quinte, queste parole:"Solo che Michael Jackson non c'è più."

Fonte Originale: www.weborvos.hu/lapszemle/menekules/137646/ -WWW.MOMMO.HU/MEDIA/JACKONAK_KOSZONHETI_EGESZSEGET_A_KIS_BELA // Michael Jackson's Hide Out

https://www.facebook.com/notes/754150748477223/



- Aberjhani -

“La cosa bella del vero genio di Michael Jackson è che egli può vivere ed esprimere la vostra verità in modo significativo attraverso molte forme.” (Aberjhani)



- Aberjhani - “La cosa bella del vero genio di Michael Jackson è che egli può vivere ed esprimere la vostra verità in modo significativo attraverso molte forme.” (Aberjhani)


Nonostante il mio nome signorile, sono nato e cresciuto a Savannah, in Georgia (USA), sul lato ovest della città, a circa due miglia dal fiume Savannah. Al tempo in cui Michael Jackson e i suoi fratelli hanno pubblicato il loro quinto album, avevo iniziato a considerare la possibilità di diventare un giorno uno scrittore. Finora come autore (o co-autore) ho pubblicato otto libri, tra cui la prima

Encyclopedia of the Harlem Renaissance

, curata insieme al altri, e ho perso il conto del numero di articoli (circa 8 su MJ) e le poesie che ho scritto. Prima di iniziare l’attività di scrittore, ho frequentato diversi college e università, e poi ho fatto il fotoreporter e l’editore alla

US Air Force

per sei anni. In seguito ho lavorato altri due anni nella Reserves come E.O. Human Relations Counselor.

Dopo aver lasciato l’Air Forse, ho gestito con estremo piacere alcune librerie per circa tredici anni. Uno dei negozi era in realtà un multi-store di libri, video, e musica, vendevo molti dischi e il lavoro mi sembrava ogni giorno più una festa, perché avevo la possibilità di ascoltare la musica di Michael ed altri artisti, mentre guadagnavo per vivere dignitosamente. La passione per la poesia è sempre stata parte di me e nel corso del 1990 ho avuto modo di far conoscere la mia arte nella mia città natale. In effetti, la creatività in generale, ha sempre svolto un ruolo importante nella mia vita e per questo motivo ho realizzato lavori di biografie e interviste come questa.

Nel 2000 ho lasciato la gestione della libreria per accudire a tempo pieno l’anziana madre molto malata. Ironia della sorte, mi sono guadagnato l’attenzione nazionale come autore, quando ho scritto un saggio sulla mia esperienza di badante, e nel 1997 è stato pubblicato dal Magazine Essence. Il tema sul ruolo dei badanti è stato ulteriormente esplorato nel mio primo libro, I Made My Boy Out of Poetry, pubblicato nel 1998, e più tardi nel mio saggio, The American Poet Who Went Home Again, nel 2007. Ho accudito mia madre fino alla sua morte nel 2006.

Fortunatamente, dopo che ho smesso di gestire la libreria, sono stato benedetto con il contratto di co-autore per realizzare l’Encyclopedia of the Harlem Renaissance. (Come sia riuscito a completare questo progetto, mentre mi prendevo cura di mia madre non ho la più vaga idea – quindi le mie poesie sugli angeli). Circa nello stesso periodo, ho scritto e curato The Wisdom del WEB Du Bois. I miei lavori più recenti sono una poesia e un libro d’arte, dal titolo ELEMENTAL, The Power of Illuminated Love, che presenta l’arte del pittore Luther E. Vann il cui lavoro è stato esposto nel 2008 presso Telfair Museum a Savannah, Georgia. The River of Winged Dreams è un libro di poesie in cui rendo omaggio a MJ con due elegie e alla presenza sempre più costante di angeli nella mia vita.

Alcuni anni fa ho fondato la Creative Thinkers International, che celebra la creatività come forza positiva per il cambiamento nel mondo. Inoltre attualmente curo una rubrica chiamata The Examiner Afro-American Art, e agisco in qualità di redattore di Civil War Savannah Book Series e nel frattempo sperimento nuove idee per libri e giochi che auspico un giorno di pubblicare.

Fonte:

Traduzione di:Grazia28 per ONLYMICHAEL JACKSON

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https://www.facebook.com/notes/3464289530302940/

Interview – magazine ottobre 1982

InterviewMagazine – Ottobre 1982




Cover Story: the very private world of…..


Michael Jackson

By AndyWarhol & Bob Colacello

Nel mese di agosto 1982, il direttore del magazine “Interview”, Bob Colacello, intervistò l’allora 23enne Michael Jackson, nella casa presso la San Fernando Valley, che il cantante aveva temporaneamente affittato con la sua famiglia, mentre la loro casa vicina veniva ristrutturata. Jackson, naturalmente, era già famoso per il suo lavoro con i fratelli nei Jackson Five, ma il suo primo album da solista, “Off the Wall”, pubblicato tre anni prima, lo aveva decretato a tutti gli effetti una star.

 Nel momento in cui l’intervista ebbe luogo, Michael stava lavorando con Steven Spielberg per il disco ET Storybook, ispirato al film “ET l’extra-terrestre”, e stava anche per finire di registrare “Thriller”, che sarebbe diventato l’album più venduto di tutti i tempi.

In attesa di una chiamata di Andy Warhol da New York, Michael ha iniziato a parlare di una sua cara amica, Jane Fonda.

MICHAEL JACKSON: La notte in cui Henry Fonda è morto, sono andato lì e sono rimasto con la famiglia. Stavano parlando e guardando tutte le news. Nonostante la morte di suo padre, Jane riusciva a dimostrare interesse verso la mia carriera, chiedendomi se avevo già ottenuto il film, e ho pensato che fosse molto carino. Penso che si aspettassero che lui morisse da tanto tempo. Mesi e mesi e mesi prima parlava come se stesse per accadere da un giorno all’altro. E poi è successo e ci sono state a volte lacrime e a volte risate e hanno mangiato un po’.

BOB Colacello: Allora, cosa stai facendo? Girerai un film?

MJ: Beh, ora sto apportando gli ultimi ritocchi all’album (Thriller) e mi concentro su di esso. Sto lavorando allo stesso tempo su un altro album, quello di ET. Questo è qualcosa di nuovo per me, perché non ho mai fatto il narratore di una storia.

BC: Che cos’è l’album di ET?

MJ: Si tratta di una storia audio, un doppio album, in cui io sono la voce narrante di tutta la storia e canto la canzone che abbiamo composto. Con Steven [Spielberg], da qualche tempo ci incontriamo per discuterne, si parla di come fare un album memorabile.

BC: Hai scritto tutto tu, per l’album che stai realizzando?

MJ: Ho scritto quattro o cinque canzoni.

BC: Steve Rubell mi ha riferito che stai collaborando con Paul McCartney.

MJ: Sì. Paul era qui di recente, per il mio album ho scritto una canzone intitolata “The Girl Is Mine”, che cantiamo insieme. Nella canzone, siamo in competizione per una ragazza, e il risultato è bellissimo. Per il suo album, “Tug of War Part II” abbiamo scritto e cantato due canzoni insieme. Ma la canzone che ho scritto è per il mio album. C’è un colpo secco alla fine, quando litighiamo per la ragazza. Questo è divertente.

BC: Sei molto disponibile alla collaborazione con altre star. Spesso gli artisti non lo sono.

MJ: In realtà non lo sono. Neanche un po’.

BC: Ma hai lavorato con Diana Ross!

MJ: Ella è una di quelle persone molto speciali. Diana è come una madre-amante-amica per me. Lei è meravigliosa. Ho appena scritto, prodotto e curato il suo prossimo singolo, “Muscles”.

BC: Hai composto anche la lirica?



MJ:

Il testo, musica. Ho appena finito tutto, e la canzone dovrebbe uscire alla fine di questo mese.

BC: Dove trovi il tempo per scrivere così tanto?



MJ: In aereo. Stavo tornando dall’Inghilterra, dove ho lavorato per l’album di Paul McCartney, sfrecciando sul Concorde, e improvvisamente ho avuto l’idea per questa canzone. Ho pensato “Hey, sarebbe perfetta per Diana!” Non avevo un registratore o qualcosa del genere e ho dovuto soffrire per tre ore. Appena sono arrivato a casa ho registrato la grande creatura su nastro.


BC: Ti interessa la politica?

MJ: Non mi piace parlarne.

BC: Non ne parli nemmeno con Jane Fonda?

MJ: Sì, a volte. Lei è meravigliosa. Mi dice un sacco di cose. Quando ero sul set di “On Golden Pond” (Sul lago dorato) stavo con Jane in cabina e stavamo lì da soli sull’acqua a parlare, parlare, parlare di tutto. Ho imparato così tanto, ed anche, beneficiato di tutto ciò che l’altro sapeva. Abbiamo parlato di vari argomenti: politica, filosofia, il razzismo, il Vietnam, recitazione, ogni genere di cose. È stato magico!

BC: Dove sei andato a scuola?  Perché tu eri sempre in viaggio….

MJ: Nelle scuole private o attraverso i tutori.

BC: Vieni da Gary, Indiana? Com’è stato crescere lì?



MJ:

Ero talmente piccolo che in realtà, non mi ricordo. Quando avevo cinque anni andavo in tour, cantavo e ballavo. Ero sempre in viaggio, tutto il tempo senza poter andare a scuola. Ricordo solo alcuni dettagli, come il negozio all’angolo o alcuni dei nostri vicini. La scuola dietro la nostra casa era sempre una band con trombe, tromboni e tamburi che marciavano in strada. Mi piaceva molto, era come una parata. Questo è tutto quello che ricordo.

BC: Ti piaceva stare sul palco quando eri bambino? Hai sempre amato farlo?



MJ

: Sempre. Per tutto il tempo ho apprezzato la sensazione che si prova quando si è sul palco, la magia che porta. Tutte le volte che sono sul palco è come se ad un tratto arrivasse una magia intorno a me, uno spirito nuovo, e l’auto-controllo è perso. Sono andato sul palco al concerto di Quincy al Rose Bowl, mentre in un primo momento non volevo. Mi sono chinato in modo che nessuno mi vedesse, mi sono nascosto, sperando che non mi avrebbe visto, cercando di nascondermi dietro la gente quando mi ha chiamato sul palco. Infine sono andato in scena e sono

letteralmente impazzito. La piattaforma, gli altoparlanti, l’illuminazione. Si è instaurato un legame con il pubblico e ho iniziato a ballare e cantare… Questo è l’effetto che ha su di me.

BC: Qual è la differenza tra recitare in una commedia e sul palco a tuo parere?



MJ: Mi piacciono entrambi. Essere un attore è il massimo. Amo esibirmi sul palco. Questo è un modo fenomenale per evadere. Quando si vuole dare libero sfogo a tutte le emozioni, questo è il momento giusto per farlo. Recitare in una commedia è come diventare un’altra persona. Credo che sia fantastico, soprattutto quando si tratta di dimenticare chi sei completamente. A prescindere da tutto questo, cosa che mi piace fare, questo è magico. Amo creare la magia, delineare qualcosa di così insolito e inaspettato, quello che è mozzafiato per le persone. Qualcosa che è in anticipo sui tempi, di andare oltre ciò che la gente pensa. La gente lo vede e dice, “Wow, non mi aspettavo questo!”.  Mi piace sorprendere la gente con un regalo, un beneficio o qualsiasi altra cosa. Guarda John Travolta, è fantastico, è diventato famoso con quello show, Kotter. Nessuno sapeva delle sue doti di ballerino o che sapesse fare tutto questo. È

stato una bomba. Prima che potesse rendersene conto, era visto come il nuovo Marlon Brando.

BC: Non ha fatto molto di recente.

MJ: È vero. Penso che sia in procinto di scegliere i copioni e tutto. Non è facile cercare di competere con i propri successi passati.

BC: Secondo te, chi è stato rivoluzionario nel suo campo?

MJ: Mi piace molto Steven Spielberg. Adoro James Brown.

È

fenomenale. Non ho mai visto un’artista che ha elettrizzato il pubblico come fa James Brown. Ha l’intero pubblico in suo potere e fa quello che vuole.

È  stupefacente. Ho sempre pensato che non fosse apprezzato nel giusto valore. Amo Sammy Davis Jr., Fread Astaire e George Lucas. Sono pazzo di Jane Fonda e Katharine Hepburn.

BC: Ho visto una foto tua con Katharine Hepburn sul set di “On Golden Pond”.


MJ:

È

 un onore per me conoscerla, perché ci sono un sacco di persone che non hanno questo piacere. Perché lei vi dirà immediatamente se non le piace. La prima volta che l’ho incontrata, ero un po’ nervoso a causa di tutto quello che avevo sentito parlare. Jane mi aveva informato di questo. Quindi ero un po’ spaventato. Ma quel giorno lei mi invitato a cena dopo. Da allora siamo amici.

È venuta al nostro concerto – è stato il suo primo concerto, al Madison Square Garden, e si è divertita molto. Ci sentiamo al telefono e mi manda delle lettere. È semplicemente meraviglioso. Un giorno sono andato a casa sua a New York e mi ha mostrato la poltrona preferita di Spencer Tracy e i suoi effetti personali nel suo armadio, tutti i suoi piccoli feticci. Lo trovo semplicemente magico.

BC: Sei un appassionato dei vecchi film?

MJ: Oh, sì. C’era uno straordinario senso artistico, grande talento, grandi registi, storie avvincenti. Quando vedi film come Capitani Coraggiosi, Boys Town, Padre Flanagan, La donna del giorno…. Sono tutti incredibili.

BC: Hai mai pensato di scrivere una storia tua?

MJ: Questo è quello su cui stiamo lavorando al momento. Cerchiamo di destreggiarci, Quincy, Steven ed io – cerchiamo di vedere quello che può dare, e con un po’ di fortuna ti capita di fare qualcosa di buono. Steven vorrebbe fare un musical.

BC: Ti piacerebbe lavorare a Broadway?

MJ: Non al momento. Penso sia grande quando si vuole affinare le proprie abilità. C’è un modo migliore per raggiungere davvero l’apice del tuo talento. Si raggiunge ad un certo punto, si dà il meglio di ciò che abbiamo fino a quando diciamo:” Questa è la prestazione migliore di cui sono capace.”Che cosa è veramente triste di tutto questo è che non possiamo nemmeno cogliere l’attimo. Guarda come molti grandi attori o artisti sono stati persi solo perché hanno fatto una performance di una notte ed è finita lì. Nei film possiamo catturare tutto, mostrato al mondo ed è eterno. Spencer Tracy sarà sempre giovane in “Capitani coraggiosi” e la sua interpretazione mi può insegnare e stimolare. Così tanto è perso in teatro. Lo stesso per il Vaudeville.  Si può immaginare quello che avrei potuto imparare guardando questi artisti? Sarebbe stato fantastico.



BC: La maggior parte dei pezzi sono registrati ora, ma non ogni notte.

MJ: Questo è il punto. Gli attori sono tesi, perché sanno di essere filmati e improvvisamente la loro recitazione non è più spontanea. Questo è quello che odio di Broadway. Mi dà l’impressione che ci sia molto da fare.Mi piace catturare le cose, per tenerle lì dove sono e condividerle con il mondo.

BC: A quanto pare ciò che realmente ti motiva è il tuo desiderio di intrattenere la gente, per renderli felici. E la fama e il denaro? Riesci a immaginare di non essere famoso o la celebrità ti annoia?

MJ: Non mi ha mai dato fastidio, se non occasionalmente, quando voglio stare un po’ tranquillo. Proprio come quando vai al cinema e dici: “Per questa sera non devo preoccuparmi, indosserò il cappello e gli occhiali e mi divertirò guardando questo film e tutto il resto”. Ma quando arrivi lì e tutti ti guardano e ti fissano e nel punto più emozionate del film qualcuno ti batte sulla spalla per chiederti un autografo. Ti senti come in una trappola.

 BC: È per questo che vivi qui nella valle, invece che a Beverly Hills, dove tutte le altre star vivono?

MJ: Sì, ma le cose non vanno meglio qui. È ancora peggio di Beverly Hills, perché la gente va lì per trovare [le star].



BC: Sei molto vicino ai tuoi genitori. Anche loro vivono qui?

MJ: Sì. Mia madre è al piano di sopra. Mio padre in ufficio.

BC: Mi racconti una tua giornata tipo in casa?

MJ: Io fantastico per la maggior parte della giornata. Mi alzo presto e mi preparo per quello che devo fare, se scrivere canzoni o qualcosa del genere. Faccio progetti, cose del genere.



BC: Sei ottimista sul futuro?

MJ: Sì, mi piace sempre pianificare le cose in anticipo e realizzarle.

BC: Liza Minnelli è una tua amica, vero?

MJ: Come potrei dimenticarla? Sono pazzo di Liza! Aggiungila alla lista di persone che amo di più. La amo da morire. Ci sentiamo al telefono e chiacchieriamo. Quello che mi piace di Liza è che quando siamo insieme si parla solo di spettacolo. Io le mostro i miei passi preferiti e lei mi mostra i suoi. Lei è un’artista sorprendente, ha un vero carisma. Vorrei chiederle di registrare delle cose in futuro. Penso che una persona come lei dovrebbe essere ascoltata alla radio e accettata. Lei è magica sul palco.

BC: Sei interessato alla moda?



MJ: Sì. Curo molto quello che indosso in scena. Al contrario, sai cosa mi piace? Io non sono interessato ai miei vestiti di tutti i giorni. Mi piace indossare un vestito o un costume e guardarmi nello specchio. Come pantaloni larghi o scarpe e uno strano cappello, e sentirmi semplicemente quel personaggio. Questo lo trovo divertente.



BC: Ti piace recitare la commedia nella vita di tutti i giorni?

MJ: Mi piace. È come una vera evasione. È divertente! Questo è semplicemente fantastico diventare qualcosa o qualcun altro. Specialmente quando ti immedesimi veramente, e non è come se stessi recitando. Ho sempre odiato la parola recitazione – la storia che dice: “Sono un attore”. Dovrebbe essere più di questo. Dovrebbe essere più simile a una persona che crede.

BC: Ma non è un po’ inquietante quando si crede completamente?

MJ: No, questo è il motivo per cui lo amo molto. Quello che mi piace è di immedesimarmi in essa, davvero.

BC: Perché vuoi così tanto immedesimarti in qualcun altro? Pensi che la vita sia troppo difficile?



MJ:

No, forse perché mi piace semplicemente calarmi nella vita delle persone e di esplorare, come Charlie Chaplin. Io lo amo moltissimo. “Il piccolo vagabondo”, tutto, il suo cuore… tutto quello che ha incarnato sullo schermo, era altruismo. È stata tutta la sua vita. È nato a Londra, suo padre morì a causa dell’alcol quando aveva sei anni. Sua madre era ricoverata in un manicomio. Ha vagato per le strade d’Inghilterra, chiedendo l’elemosina, povero, affamato. Tutto questo si riflette sullo schermo e questo è ciò che amo fare, far emergere queste verità.

BC: Ti piace fare un sacco di soldi?

MJ: Non mi dispiace essere pagato giustamente per il lavoro che faccio. Quando inizio un progetto, ci metto tutto il mio cuore e l’anima. Perché ci tengo molto ci metto tutto quello che ho dentro ed è giusto che sia pagato. Il ragazzo che lavora deve mangiare. È così semplice.

BC: Così ti prendi cura della tua attività, allora?


MJ: Oh, sì.

BC: Quanti anni hai?

MJ: Ventitré.

BC: A volte ti senti come se ti fossi perso l’infanzia, perché ti sei sempre esibito nel mondo degli adulti?

MJ: A volte.

BC: Ma ti piacciono quelli più grandi di te, le persone più esperte.


MJ: Mi piace la gente che ha esperienza. Mi piacciono le persone che hanno un talento fenomenale, coloro che hanno lavorato con tanto impegno e hanno avuto tanto coraggio e sono i migliori nel loro campo. Per me incontrare queste persone, imparare da loro e parlare con loro, lavorare con loro…per me è magia. Steven Spielberg è qualcuno di loro. Un’altra cosa che è fonte di ispirazione per me, e non so da dove venga, questi sono i bambini. Se sono un po’ giù di morale, posso guardare un libro illustrato per bambini, le guardo e mi rende felice. Stare vicino ai bambini è un miracolo.

BC: Rappresentano qualcosa di positivo e di incoraggiante. Hai un sacco di animali, vero?


MJ: Sì prima. Al momento ho solo due cuccioli di cervo, un maschio e una femmina. Sono così carini. Meravigliosi.

BC: Non ho mai capito come le persone possano dare la caccia ai cervi.

MJ: Detesto questo. Detesto i negozi di tassidermia e tutte quelle cose prive di senso. Ho un lama, una pecora che somiglia davvero a un ariete ma senza le corna. Louie viene da un circo, è il lama. L’ariete si chiama Mr. Tibbs e i cerbiatti si chiamano Prince e Princess.

BC: Che cosa farai con loro quando crescono?

MJ: Lasciarli liberi in giardino. È quasi un ettaro di terreno.

BC: Che tipo di auto possiedi?

MJ: Una Rolls, nera.

BC: Ti piace guidare?

MJ: Non ho mai voluto guidare. I miei genitori mi hanno costretto a prendere la patente. Quincy non guida, come molte persone che conosco.



BC: Andy [Warhol] non guida.

MJ: Che è intelligente. Ma è quando si vuole un po’ di indipendenza per allontanarsi un po’, allora è utile. Ma io non vado in molti posti, non conosco molti posti. Guido appena per la strada.

BC: Tu non esci molto?

MJ: Solo per andare al “Tempio d’Oro”, un ristorante biologico. Io sono vegetariano. O vado alla sala giochi.



BC: Sei appassionato dell’arte?

MJ: Mi piace disegnare – a matita o a inchiostro. Amo l’arte. Durante i tour ho visitato i musei in Olanda, Germania o Inghilterra… sai, quei dipinti enormi? – Sono meravigliato. Non pensi mai che un’artista possa realizzare qualcosa di simile. Posso guardare una scultura o un dipinto e perdermi completamente in essa. Rimanere lì in piedi, a guardare e divento parte della scena. Può farti piangere, può davvero toccare l’anima. Vedi, questo è ciò che l’attore o un artista dovrebbero essere in grado di fare, toccare la verità di una persona. Toccare questa verità al punto che diventa una parte della tua formazione e puoi portarlo ovunque vuoi. Tu sei felice, loro sono felici. Qualunque emozione umana, sarà lì con te. Amo il realismo, non mi piace la falsità. Nel profondo di noi, siamo tutti uguali. Abbiamo tutti le stesse emozioni e per questo un film come “ET” emoziona tutti. Chi non vorrebbe volare come Peter Pan? Chi non vorrebbe volare con qualche creatura magica proveniente dallo spazio e diventare suo amico? Steven ha toccato il cuore. Egli sa che in caso di dubbio, è il cuore che devi seguire.



BC: Sei religioso, vero?

MJ: Sì. Io credo nella Bibbia e credo in Dio, chiamato Geova e a tutto ciò che lo circonda.

BC: Qualcuno mi ha detto che è per questo che non ti radi.

MJ: Oh, no! Non ho nulla che si possa radere. Non ha niente a che fare con questo.

BC: Quindi sei un normale cristiano.

MJ: Credo nella verità.

BC: Hai letto la Bibbia?

MJ: Sì, molto. 

BC: Frequenti la chiesa?

MJ

: Noi, non la chiamiamo chiesa, ma la Sala del Regno dei Testimoni di Geova.

BC: Hai detto che incontrerai Bette Midler domani? State lavorando a qualcosa insieme?

MJ: No, vado da una persona di nome Seth Riggs. Quando canto, mi piace la mia voce del tutto chiara, come il riscaldamento per una ballerina.



BC: Quindi, sono come degli esercizi di respirazione?

MJ:

Esatto. E subito dopo che ho finito la mia lezione, arriva lei.

Sempre puntuale.


[Andy Warhol chiama da New York.]


Mese: dicembre 2013

dicembre 24, 2013

Interview – magazine ottobre 1982

InterviewMagazine – Ottobre 1982


Cover Story: the very private world of…..

Michael Jackson


By AndyWarhol & Bob Colacello

Nel mese di agosto 1982, il direttore del magazine “Interview”, Bob Colacello, intervistò l’allora 23enne Michael Jackson, nella casa presso la San Fernando Valley, che il cantante aveva temporaneamente affittato con la sua famiglia, mentre la loro casa vicina veniva ristrutturata. Jackson, naturalmente, era già famoso per il suo lavoro con i fratelli nei Jackson Five, ma il suo primo album da solista, “Off the Wall”, pubblicato tre anni prima, lo aveva decretato a tutti gli effetti una star.

 Nel momento in cui l’intervista ebbe luogo, Michael stava lavorando con Steven Spielberg per il disco ET Storybook, ispirato al film “ET l’extra-terrestre”, e stava anche per finire di registrare “Thriller”, che sarebbe diventato l’album più venduto di tutti i tempi.

In attesa di una chiamata di Andy Warhol da New York, Michael ha iniziato a parlare di una sua cara amica, Jane Fonda.

MICHAEL JACKSON: La notte in cui Henry Fonda è morto, sono andato lì e sono rimasto con la famiglia. Stavano parlando e guardando tutte le news. Nonostante la morte di suo padre, Jane riusciva a dimostrare interesse verso la mia carriera, chiedendomi se avevo già ottenuto il film, e ho pensato che fosse molto carino. Penso che si aspettassero che lui morisse da tanto tempo. Mesi e mesi e mesi prima parlava come se stesse per accadere da un giorno all’altro. E poi è successo e ci sono state a volte lacrime e a volte risate e hanno mangiato un po’.

BOB Colacello: Allora, cosa stai facendo? Girerai un film?

MJ: Beh, ora sto apportando gli ultimi ritocchi all’album (Thriller) e mi concentro su di esso. Sto lavorando allo stesso tempo su un altro album, quello di ET. Questo è qualcosa di nuovo per me, perché non ho mai fatto il narratore di una storia.

BC: Che cos’è l’album di ET?

MJ: Si tratta di una storia audio, un doppio album, in cui io sono la voce narrante di tutta la storia e canto la canzone che abbiamo composto. Con Steven [Spielberg], da qualche tempo ci incontriamo per discuterne, si parla di come fare un album memorabile.

BC: Hai scritto tutto tu, per l’album che stai realizzando?

MJ: Ho scritto quattro o cinque canzoni.

BC: Steve Rubell mi ha riferito che stai collaborando con Paul McCartney.

MJ: Sì. Paul era qui di recente, per il mio album ho scritto una canzone intitolata “The Girl Is Mine”, che cantiamo insieme. Nella canzone, siamo in competizione per una ragazza, e il risultato è bellissimo. Per il suo album, “Tug of War Part II” abbiamo scritto e cantato due canzoni insieme. Ma la canzone che ho scritto è per il mio album. C’è un colpo secco alla fine, quando litighiamo per la ragazza. Questo è divertente.

BC: Sei molto disponibile alla collaborazione con altre star. Spesso gli artisti non lo sono.

MJ: In realtà non lo sono. Neanche un po’.

BC: Ma hai lavorato con Diana Ross!

MJ: Ella è una di quelle persone molto speciali. Diana è come una madre-amante-amica per me. Lei è meravigliosa. Ho appena scritto, prodotto e curato il suo prossimo singolo, “Muscles”.

BC: Hai composto anche la lirica?



MJ:

Il testo, musica. Ho appena finito tutto, e la canzone dovrebbe uscire alla fine di questo mese.

BC: Dove trovi il tempo per scrivere così tanto?



MJ: In aereo. Stavo tornando dall’Inghilterra, dove ho lavorato per l’album di Paul McCartney, sfrecciando sul Concorde, e improvvisamente ho avuto l’idea per questa canzone. Ho pensato “Hey, sarebbe perfetta per Diana!” Non avevo un registratore o qualcosa del genere e ho dovuto soffrire per tre ore. Appena sono arrivato a casa ho registrato la grande creatura su nastro.


BC: Ti interessa la politica?

MJ: Non mi piace parlarne.

BC: Non ne parli nemmeno con Jane Fonda?

MJ: Sì, a volte. Lei è meravigliosa. Mi dice un sacco di cose. Quando ero sul set di “On Golden Pond” (Sul lago dorato) stavo con Jane in cabina e stavamo lì da soli sull’acqua a parlare, parlare, parlare di tutto. Ho imparato così tanto, ed anche, beneficiato di tutto ciò che l’altro sapeva. Abbiamo parlato di vari argomenti: politica, filosofia, il razzismo, il Vietnam, recitazione, ogni genere di cose. È stato magico!

BC: Dove sei andato a scuola?  Perché tu eri sempre in viaggio….

MJ: Nelle scuole private o attraverso i tutori.

BC: Vieni da Gary, Indiana? Com’è stato crescere lì?



MJ:

Ero talmente piccolo che in realtà, non mi ricordo. Quando avevo cinque anni andavo in tour, cantavo e ballavo. Ero sempre in viaggio, tutto il tempo senza poter andare a scuola. Ricordo solo alcuni dettagli, come il negozio all’angolo o alcuni dei nostri vicini. La scuola dietro la nostra casa era sempre una band con trombe, tromboni e tamburi che marciavano in strada. Mi piaceva molto, era come una parata. Questo è tutto quello che ricordo.

BC: Ti piaceva stare sul palco quando eri bambino? Hai sempre amato farlo?



MJ

: Sempre. Per tutto il tempo ho apprezzato la sensazione che si prova quando si è sul palco, la magia che porta. Tutte le volte che sono sul palco è come se ad un tratto arrivasse una magia intorno a me, uno spirito nuovo, e l’auto-controllo è perso. Sono andato sul palco al concerto di Quincy al Rose Bowl, mentre in un primo momento non volevo. Mi sono chinato in modo che nessuno mi vedesse, mi sono nascosto, sperando che non mi avrebbe visto, cercando di nascondermi dietro la gente quando mi ha chiamato sul palco. Infine sono andato in scena e sono

letteralmente impazzito. La piattaforma, gli altoparlanti, l’illuminazione. Si è instaurato un legame con il pubblico e ho iniziato a ballare e cantare… Questo è l’effetto che ha su di me.

BC: Qual è la differenza tra recitare in una commedia e sul palco a tuo parere?



MJ: Mi piacciono entrambi. Essere un attore è il massimo. Amo esibirmi sul palco. Questo è un modo fenomenale per evadere. Quando si vuole dare libero sfogo a tutte le emozioni, questo è il momento giusto per farlo. Recitare in una commedia è come diventare un’altra persona. Credo che sia fantastico, soprattutto quando si tratta di dimenticare chi sei completamente. A prescindere da tutto questo, cosa che mi piace fare, questo è magico. Amo creare la magia, delineare qualcosa di così insolito e inaspettato, quello che è mozzafiato per le persone. Qualcosa che è in anticipo sui tempi, di andare oltre ciò che la gente pensa. La gente lo vede e dice, “Wow, non mi aspettavo questo!”.  Mi piace sorprendere la gente con un regalo, un beneficio o qualsiasi altra cosa. Guarda John Travolta, è fantastico, è diventato famoso con quello show, Kotter. Nessuno sapeva delle sue doti di ballerino o che sapesse fare tutto questo. È

stato una bomba. Prima che potesse rendersene conto, era visto come il nuovo Marlon Brando.

BC: Non ha fatto molto di recente.

MJ: È vero. Penso che sia in procinto di scegliere i copioni e tutto. Non è facile cercare di competere con i propri successi passati.

BC: Secondo te, chi è stato rivoluzionario nel suo campo?

MJ: Mi piace molto Steven Spielberg. Adoro James Brown.

È

fenomenale. Non ho mai visto un’artista che ha elettrizzato il pubblico come fa James Brown. Ha l’intero pubblico in suo potere e fa quello che vuole.

È  stupefacente. Ho sempre pensato che non fosse apprezzato nel giusto valore. Amo Sammy Davis Jr., Fread Astaire e George Lucas. Sono pazzo di Jane Fonda e Katharine Hepburn.

BC: Ho visto una foto tua con Katharine Hepburn sul set di “On Golden Pond”.


MJ:

È

 un onore per me conoscerla, perché ci sono un sacco di persone che non hanno questo piacere. Perché lei vi dirà immediatamente se non le piace. La prima volta che l’ho incontrata, ero un po’ nervoso a causa di tutto quello che avevo sentito parlare. Jane mi aveva informato di questo. Quindi ero un po’ spaventato. Ma quel giorno lei mi invitato a cena dopo. Da allora siamo amici.

È venuta al nostro concerto – è stato il suo primo concerto, al Madison Square Garden, e si è divertita molto. Ci sentiamo al telefono e mi manda delle lettere. È semplicemente meraviglioso. Un giorno sono andato a casa sua a New York e mi ha mostrato la poltrona preferita di Spencer Tracy e i suoi effetti personali nel suo armadio, tutti i suoi piccoli feticci. Lo trovo semplicemente magico.

BC: Sei un appassionato dei vecchi film?

MJ: Oh, sì. C’era uno straordinario senso artistico, grande talento, grandi registi, storie avvincenti. Quando vedi film come Capitani Coraggiosi, Boys Town, Padre Flanagan, La donna del giorno…. Sono tutti incredibili.

BC: Hai mai pensato di scrivere una storia tua?

MJ: Questo è quello su cui stiamo lavorando al momento. Cerchiamo di destreggiarci, Quincy, Steven ed io – cerchiamo di vedere quello che può dare, e con un po’ di fortuna ti capita di fare qualcosa di buono. Steven vorrebbe fare un musical.

BC: Ti piacerebbe lavorare a Broadway?

MJ: Non al momento. Penso sia grande quando si vuole affinare le proprie abilità. C’è un modo migliore per raggiungere davvero l’apice del tuo talento. Si raggiunge ad un certo punto, si dà il meglio di ciò che abbiamo fino a quando diciamo:” Questa è la prestazione migliore di cui sono capace.”Che cosa è veramente triste di tutto questo è che non possiamo nemmeno cogliere l’attimo. Guarda come molti grandi attori o artisti sono stati persi solo perché hanno fatto una performance di una notte ed è finita lì. Nei film possiamo catturare tutto, mostrato al mondo ed è eterno. Spencer Tracy sarà sempre giovane in “Capitani coraggiosi” e la sua interpretazione mi può insegnare e stimolare. Così tanto è perso in teatro. Lo stesso per il Vaudeville.  Si può immaginare quello che avrei potuto imparare guardando questi artisti? Sarebbe stato fantastico.



BC: La maggior parte dei pezzi sono registrati ora, ma non ogni notte.

MJ: Questo è il punto. Gli attori sono tesi, perché sanno di essere filmati e improvvisamente la loro recitazione non è più spontanea. Questo è quello che odio di Broadway. Mi dà l’impressione che ci sia molto da fare.Mi piace catturare le cose, per tenerle lì dove sono e condividerle con il mondo.

BC: A quanto pare ciò che realmente ti motiva è il tuo desiderio di intrattenere la gente, per renderli felici. E la fama e il denaro? Riesci a immaginare di non essere famoso o la celebrità ti annoia?

MJ: Non mi ha mai dato fastidio, se non occasionalmente, quando voglio stare un po’ tranquillo. Proprio come quando vai al cinema e dici: “Per questa sera non devo preoccuparmi, indosserò il cappello e gli occhiali e mi divertirò guardando questo film e tutto il resto”. Ma quando arrivi lì e tutti ti guardano e ti fissano e nel punto più emozionate del film qualcuno ti batte sulla spalla per chiederti un autografo. Ti senti come in una trappola.

 BC: È per questo che vivi qui nella valle, invece che a Beverly Hills, dove tutte le altre star vivono?

MJ: Sì, ma le cose non vanno meglio qui. È ancora peggio di Beverly Hills, perché la gente va lì per trovare [le star].



BC: Sei molto vicino ai tuoi genitori. Anche loro vivono qui?

MJ: Sì. Mia madre è al piano di sopra. Mio padre in ufficio.

BC: Mi racconti una tua giornata tipo in casa?

MJ: Io fantastico per la maggior parte della giornata. Mi alzo presto e mi preparo per quello che devo fare, se scrivere canzoni o qualcosa del genere. Faccio progetti, cose del genere.



BC: Sei ottimista sul futuro?

MJ: Sì, mi piace sempre pianificare le cose in anticipo e realizzarle.

BC: Liza Minnelli è una tua amica, vero?

MJ: Come potrei dimenticarla? Sono pazzo di Liza! Aggiungila alla lista di persone che amo di più. La amo da morire. Ci sentiamo al telefono e chiacchieriamo. Quello che mi piace di Liza è che quando siamo insieme si parla solo di spettacolo. Io le mostro i miei passi preferiti e lei mi mostra i suoi. Lei è un’artista sorprendente, ha un vero carisma. Vorrei chiederle di registrare delle cose in futuro. Penso che una persona come lei dovrebbe essere ascoltata alla radio e accettata. Lei è magica sul palco.

BC: Sei interessato alla moda?



MJ: Sì. Curo molto quello che indosso in scena. Al contrario, sai cosa mi piace? Io non sono interessato ai miei vestiti di tutti i giorni. Mi piace indossare un vestito o un costume e guardarmi nello specchio. Come pantaloni larghi o scarpe e uno strano cappello, e sentirmi semplicemente quel personaggio. Questo lo trovo divertente.



BC: Ti piace recitare la commedia nella vita di tutti i giorni?

MJ: Mi piace. È come una vera evasione. È divertente! Questo è semplicemente fantastico diventare qualcosa o qualcun altro. Specialmente quando ti immedesimi veramente, e non è come se stessi recitando. Ho sempre odiato la parola recitazione – la storia che dice: “Sono un attore”. Dovrebbe essere più di questo. Dovrebbe essere più simile a una persona che crede.

BC: Ma non è un po’ inquietante quando si crede completamente?

MJ: No, questo è il motivo per cui lo amo molto. Quello che mi piace è di immedesimarmi in essa, davvero.

BC: Perché vuoi così tanto immedesimarti in qualcun altro? Pensi che la vita sia troppo difficile?



MJ:

No, forse perché mi piace semplicemente calarmi nella vita delle persone e di esplorare, come Charlie Chaplin. Io lo amo moltissimo. “Il piccolo vagabondo”, tutto, il suo cuore… tutto quello che ha incarnato sullo schermo, era altruismo. È stata tutta la sua vita. È nato a Londra, suo padre morì a causa dell’alcol quando aveva sei anni. Sua madre era ricoverata in un manicomio. Ha vagato per le strade d’Inghilterra, chiedendo l’elemosina, povero, affamato. Tutto questo si riflette sullo schermo e questo è ciò che amo fare, far emergere queste verità.

BC: Ti piace fare un sacco di soldi?

MJ: Non mi dispiace essere pagato giustamente per il lavoro che faccio. Quando inizio un progetto, ci metto tutto il mio cuore e l’anima. Perché ci tengo molto ci metto tutto quello che ho dentro ed è giusto che sia pagato. Il ragazzo che lavora deve mangiare. È così semplice.

BC: Così ti prendi cura della tua attività, allora?


MJ: Oh, sì.

BC: Quanti anni hai?

MJ: Ventitré.

BC: A volte ti senti come se ti fossi perso l’infanzia, perché ti sei sempre esibito nel mondo degli adulti?

MJ: A volte.

BC: Ma ti piacciono quelli più grandi di te, le persone più esperte.


MJ: Mi piace la gente che ha esperienza. Mi piacciono le persone che hanno un talento fenomenale, coloro che hanno lavorato con tanto impegno e hanno avuto tanto coraggio e sono i migliori nel loro campo. Per me incontrare queste persone, imparare da loro e parlare con loro, lavorare con loro…per me è magia. Steven Spielberg è qualcuno di loro. Un’altra cosa che è fonte di ispirazione per me, e non so da dove venga, questi sono i bambini. Se sono un po’ giù di morale, posso guardare un libro illustrato per bambini, le guardo e mi rende felice. Stare vicino ai bambini è un miracolo.

BC: Rappresentano qualcosa di positivo e di incoraggiante. Hai un sacco di animali, vero?


MJ: Sì prima. Al momento ho solo due cuccioli di cervo, un maschio e una femmina. Sono così carini. Meravigliosi.

BC: Non ho mai capito come le persone possano dare la caccia ai cervi.

MJ: Detesto questo. Detesto i negozi di tassidermia e tutte quelle cose prive di senso. Ho un lama, una pecora che somiglia davvero a un ariete ma senza le corna. Louie viene da un circo, è il lama. L’ariete si chiama Mr. Tibbs e i cerbiatti si chiamano Prince e Princess.

BC: Che cosa farai con loro quando crescono?

MJ: Lasciarli liberi in giardino. È quasi un ettaro di terreno.

BC: Che tipo di auto possiedi?

MJ: Una Rolls, nera.

BC: Ti piace guidare?

MJ: Non ho mai voluto guidare. I miei genitori mi hanno costretto a prendere la patente. Quincy non guida, come molte persone che conosco.



BC: Andy [Warhol] non guida.

MJ: Che è intelligente. Ma è quando si vuole un po’ di indipendenza per allontanarsi un po’, allora è utile. Ma io non vado in molti posti, non conosco molti posti. Guido appena per la strada.

BC: Tu non esci molto?

MJ: Solo per andare al “Tempio d’Oro”, un ristorante biologico. Io sono vegetariano. O vado alla sala giochi.



BC: Sei appassionato dell’arte?

MJ: Mi piace disegnare – a matita o a inchiostro. Amo l’arte. Durante i tour ho visitato i musei in Olanda, Germania o Inghilterra… sai, quei dipinti enormi? – Sono meravigliato. Non pensi mai che un’artista possa realizzare qualcosa di simile. Posso guardare una scultura o un dipinto e perdermi completamente in essa. Rimanere lì in piedi, a guardare e divento parte della scena. Può farti piangere, può davvero toccare l’anima. Vedi, questo è ciò che l’attore o un artista dovrebbero essere in grado di fare, toccare la verità di una persona. Toccare questa verità al punto che diventa una parte della tua formazione e puoi portarlo ovunque vuoi. Tu sei felice, loro sono felici. Qualunque emozione umana, sarà lì con te. Amo il realismo, non mi piace la falsità. Nel profondo di noi, siamo tutti uguali. Abbiamo tutti le stesse emozioni e per questo un film come “ET” emoziona tutti. Chi non vorrebbe volare come Peter Pan? Chi non vorrebbe volare con qualche creatura magica proveniente dallo spazio e diventare suo amico? Steven ha toccato il cuore. Egli sa che in caso di dubbio, è il cuore che devi seguire.



BC: Sei religioso, vero?

MJ: Sì. Io credo nella Bibbia e credo in Dio, chiamato Geova e a tutto ciò che lo circonda.

BC: Qualcuno mi ha detto che è per questo che non ti radi.

MJ: Oh, no! Non ho nulla che si possa radere. Non ha niente a che fare con questo.

BC: Quindi sei un normale cristiano.

MJ: Credo nella verità.

BC: Hai letto la Bibbia?

MJ: Sì, molto. 

BC: Frequenti la chiesa?

MJ

: Noi, non la chiamiamo chiesa, ma la Sala del Regno dei Testimoni di Geova.

BC: Hai detto che incontrerai Bette Midler domani? State lavorando a qualcosa insieme?

MJ: No, vado da una persona di nome Seth Riggs. Quando canto, mi piace la mia voce del tutto chiara, come il riscaldamento per una ballerina.



BC: Quindi, sono come degli esercizi di respirazione?

MJ: Esatto. E subito dopo che ho finito la mia lezione, arriva lei. Sempre puntuale.

[Andy Warhol chiama da New York.]

WARHOL ANDY: Ciao?

MJ:

Ciao.

WARHOL: Oddio, questo è eccitante. Sai, ogni volta che uso il mio walkman ascolto la tua cassetta.

MJ: Hai visto Liza di recente?

WARHOL: Sì. Lei era in Europa, ma l’ho vista alla sfilata di moda all’Halston. Ha cambiato la sua pettinatura. Il suo taglio è più come la tua ora. Sono ricci sulla fronte, ha un aspetto davvero diverso e molto bella. Il suo nuovo look è molto buono. Era all’Halston lo scorso fine settimana e al momento è a New York. Che cosa c’è di nuovo con te?

MJ: Sono stato molto in studio, ho scritto e ho lavorato su delle canzoni.

WARHOL: Forse vado a vedere una band rock inglese questa sera al Ritz, si chiamano Duran Duran, li conosci?

MJ: No.

Warhol: La settimana scorsa sono andato a vedere Blondie al Meadowlands.

WARHOL: È stata fantastica, è meravigliosa. La conosci?

MJ: No, non l’ho mai incontrata.

WARHOL: Beh, quando vieni a New York, te la farò conoscere. Andare in tour è una delle cose più difficili del mondo.

MJ: Sì è vero che il tour è qualcosa… è il suo ritmo. Ma essere sul palco è la cosa più magica di esso.

WARHOL: Non vedo l’ora che tu faccia un gran film. Ti hanno chiesto di fare qualcosa?

MJ: La mia stanza è piena di sceneggiature e proposte, e ci sono molte che hanno grandi idee. Ma per come sono io devo avere una persona in mente con cui mi piaccia lavorare e voglio essere sicuro di prendere la decisione giusta. Non voglio commettere errori.

WARHOL: Fai semplicemente tutto allora. Non ti può andar male, sei veramente bravo. Immaginavi di diventare un cantante crescendo?

MJ: Non ricordo un momento in cui non ho cantato, perciò non ho mai sognato di diventare un cantante.

WARHOL: Hai ancora l’hobby per gli abiti? Hai un buon stilista?



MJ:

In realtà, non mi interessa molto, tranne quando devo andare in scena. L’unica cosa che mi piace collezionare sono i costumi o giacche da pirata, cose del genere. Ma la moda di tutti i giorni, non mi interessa.



WARHOL: Che cosa indossi?

MJ: In questo momento indosso i pantaloni di velluto a coste con un grande buco nel ginocchio, una camicia rosa con una cravatta.

WARHOL: Esci spesso o rimani in casa?

MJ: Resto in casa.

WARHOL: Perché? E’ così divertente fuori. Quando arriverai a New York usciremo insieme.

MJ: Mi piace uscire, quando sono a New York.

WARHOL: Ti piace andare al cinema?

MJ: Oh, sì. Abbiamo iniziato a lavorare sull’album di “ET” e ho fatto un servizio fotografico con “ET” ed è stato meraviglioso… Lui che miabbracciava e tutto il resto.

WARHOL: Mi è piaciuto “Tron”. È come giocare ai videogiochi. L’hai visto?

MJ: Sì, ma non mi ha entusiasmato.

WARHOL: OK, grazie infinite. A presto.

MJ: Lo spero. Se vedi Liza salutala. Dalle un grande bacio ed un abbraccio per me.

(Warhol riattacca)

BC: Ti piacciono i Rolling Stones? Conosci Mick?

MJ:L’ho incontrato al bagno

. Era con Keith…Keith Moon?

BC: Keith Richards.

MJ: Keith Richards. Sono entrato e ho detto: “Oh, ciao!” E abbiamo iniziato a parlare. Poi sono tornato alla mia sessione. In realtà non lo conosco molto bene.

BC: Leggi molto?

MJ: Sì. Mi piace leggere. Mi piace la filosofia e i racconti. Mi piace stare aggiornato con gli ultimi best-sellers. Il “Calendar” della domenica del Los Angeles Times è il mio giornale preferito. Ti informa davvero di cosa succede ovunque nel mondo. Ho i miei autori preferiti, non leggo solo i best-sellers. Mi piace sapere quello che fanno ed essere consapevole a ciò che le persone sono interessate.C’è un sacco di roba per il fisico ora.



BC: Fai allenamento fisico?

MJ: Ogni domenica danzo per mezz’ora senza fermarmi. Mi piace farlo.

BC: Perché la domenica?


MJ: È solo il giorno che ho scelto. Io digiuno ogni domenica.Non mangio nulla, tranne succhi di frutta.

BC: Perché fai questo?

MJ: Si purifica l’organismo, pulisce il colon. Penso sia una pratica salutare. Per stare veramente bene bisogna farlo correttamente. Questa parte del nostro organismo è come una valvola del sistema fognario. Deve essere sempre mantenuta pulita come si deterge la pelle del corpo. Tutte le impurità altrimenti escono fuori dal tuo corpo, perché non stai bene internamente. Così si manifesta con i brufoli, o altre malattie della pelle. Questo è ciò che accade quando le tossine cercano di uscire dal corpo. Ecco perché la gente dovrebbe cercare di purificarsi.

BC: Hai letto la prima pagina di un giornale?


MJ: Sì. Mi è capitato di dargli uno sguardo ma non leggo.

BC: È troppo deprimente?


MJ: Sì. È sempre la stessa vecchia storia. Mi piace rendere felici le persone, questo è il bello dello spettacolo. È evasione dalla realtà. Si paga l’ingresso di cinque dollari e ti siedi lì, e sei in un altro mondo. Si dimentica che ci sono i problemi del mondo, è meraviglioso e divertente. È magico.







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