sabato 3 settembre 2022

19..MICHAEL..RACCONTI..TESTIMONIANZE ...E NON SOLO


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OMAGGIO A MICHAEL JACKSON & BILL BRAY -.



Bill Bray, ex agente di polizia di Los Angeles, fu assunto dal padre di Michael, Joseph Jackson, come responsabile della sicurezza nel 1971, quando i Jackson Five partirono per il secondo tour di 40 date. E' stato un leale dipendente e una figura molto paterna nella vita di Michael Jackson. Fin da piccolo l'ha protetto dalla folla urlante. Non ha mai scritto un libro, rilasciato interviste o riferito pettegolezzi su Michael. Dopo venticinque anni di onorato servizio alle dipendenze di Michael verso la metà degli anni novanta si ritira dalla sua mansione, molto probabilmente per motivi di salute o di età. Bill Bray muore all'età di 80 anni, il 16 novembre 2005, dopo una grave malattia.
Annotazione di Grazia28..



- BILL BRAY UNA VITA PER MICHAEL JACKSON -



- BILL BRAY UNA VITA PER MICHAEL JACKSON -


Bill in pratica portava Michael in braccio per allontanarlo dai fan quando era una stella bambino. Più tardi, è stato Bill che ha costituito "l'Ufficio dei Servizi Speciali", una forza di sicurezza privata a Neverland.

***


Bill Bray nel 1968 ha lavorato inizialmente per la Motown, e poi per i Jackson Five come membro della sicurezza. Nel 1971 è stato assunto da Joseph Jackson, con la mansione prioritaria di proteggere e mantenere incolume la vita di Michael. Nel 1978, Michael intraprese la carriera solista e Bill gli è rimasto fedele continuando a proteggerlo.


Nel 1988, Michael scrive nella sua autobiografia 'Moonwalk': "Bill è molto diligente ed estremamente professionale nel suo lavoro, non si intromette nel privato, mi segue nei viaggi ovunque io vada e ogni tanto è anche il mio amico nei brevi tragitti. Non posso immaginare la mia vita senza Bill, è caloroso e divertente, assolutamente innamorato della vita, è un gran uomo."







Bill Bray è morto all'età di 80 anni presso l'Ospedale Centinela nel 2005, Michael era nel Bahrain quando ha ricevuto la notizia e subito ha contattato la sua famiglia per consolarla.

Questa è la dichiarazione che ha rilasciato Raymone Bain, al momento della morte di Bill Bray:


"Michael è molto, molto, molto addolorato di aver appreso la scomparsa di Bill Bray, che era un amico da molto tempo e mentore a lui e un fidato consigliere."

Bain ha confermato che Michael ha parlato con la famiglia di Bray per telefono dopo la sua morte. Inoltre ha aggiunto che da quando è stato assolto dalle accuse di molestie su minore nel mese di Giugno, vive in Bahrain e ha parlato ai famigliari di Bray per telefono.

Messaggio di Michael Jackson sulla morte di Bill Bray: "Sono profondamente triste per la morte del mio caro amico di lunga data, Mr. Bill Bray. Durante i miei viaggi in giro per il mondo, il signor Bray era lì accanto a me. Bill Bray avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Invio a tutti voi il mio amore e la mia solidarietà alla famiglia Bray. "

***

"Loro erano così vicini, che Bill era come un vero padre per Michael", ha riferito Gail (moglie di Bill Bray)." Ricordo che una volta, agli inizi della carriera, alla fine di uno spettacolo, Michael si è diretto correndo verso Bill ed è saltato tra le sua braccia quando ha lasciato il palco."




- Gail,( moglie di Bill) Michael Jackson & Billy Bray -





- Breve estratto da "People Extra" 1984 -

Già nel 1969, quando Michael aveva 10 anni, la Motown ha inviato l'agente di sicurezza Bill Bray, un veterano da 30 anni nella polizia di Los Angeles, a Richmond, in California per proteggere i Jackson Five durante un viaggio promozionale. Bray da allora è stato il capo della sicurezza della famiglia e si è occupato della mastodontica protezione al VictoryTour, andando occasionalmente anch in segreto sotto la direzione di qualcuno.


Durante questi 16 anni, Bray ha visto Michael crescere da stella bambino a superstar adulta, con innumerevoli sacrifici e rinunce. "Lui doveva essere protetto e ha sacrificato ciò che un giovane della sua età farebbe normalmente", Spiega Bray con quell'emozione che ti aspetteresti da un membro della famiglia. Ma i Jacksons hanno ottenuto ciò che volevano - "hanno sempre creduto che sarebbero diventati superstar" - e non è stato solo tutto lavoro. "Ci siamo divertiti ," spiega Bray. "Mio Dio, ci siamo divertiti. Li amo, capisce. In un certo senso, sono 'cresciuto' con loro."

***

- Alcuni estratti da: "Michael Jackson: The Magic and the Madness." di J. Randy Taraborelli -



"Bill era una figura paterna per tutti i ragazzi dei Jackson 5 agli inizi e dopo quando Michael ha cominciato la sua carriera da solista, Bray è diventato una sorta di secondo padre per Michael".


***


"Michael ha sempre avuto una sorta di rapporto ambivalente con suo padre - e Bray era la persona, fin dai primi anni, agli inizi degli anni '90, cui Michael si rivolgeva se aveva qualsiasi tipo di problema da risolvere".


***


"Elizabeth Taylor pensava fosse una delle più grandi persone che avessero mai fatto parte nella vita di Michael. Era molto protettivo con Michael e ha sempre saputo che Bill era uno su cui poter contare".




- Episodio divertente -



Steve Howell lo ricorda così: "Stavo parlando con MJ in giardino (casa di Encino) erano circa le tre del pomeriggio, ricordo bene l'ora perché proprio alle tre - quando i ragazzi escono da scuola, due guardie mi sostituivano. Michael ed io stavamo parlando quando improvvisamente ho visto una ragazza che si era avvicinata e stava salutandoci, poi ha osato e gli ha dato un grande abbraccio, con la schiena rivolta verso di me, Mike muoveva le braccia come per chiedere chi è questa persona? Stavo per dire qualcosa quando improvvisamente, ho sentito come il fruscio del vento, qualcosa si era mosso con la velocità della luce era Bill Bray, ha preso la ragazza e messa a terra, l'ha ammanettata e allontanata, poi è arrivata polizia e la portò via, piangeva isterica forse dalla paura. Michael era immobile, si è girato verso di me e riprese la conversazione come se nulla fosse accaduto .. "


- Michael Jackson, Herbie Hancock e Bill Bray -

- Bill Bray - Michael Jackson - Barry Gordy - Bob Jones

L'altro lato di Michael Jackson February 27, 2010 Nell’ottobre del 1994 organizzai un tour a Memphis per i fans olandesi di Elvis per poter assister al concerto tributo che si sarebbe tenuto nella Pyramid. Avevamo saputo che Michael Jackson e Lisa Marie Presley sarebbero stati presenti. Attraverso i miei contatti a Graceland, mi informai se fosse stato possibile incontrare la coppia, ma mi dissero che era impossibile…nessuno poteva incontrarli. L’8 ottobre ci fu il concerto nella Pyramid e, come preannunciato, John Stamos presentò Michael e Lisa Marie al pubblico. Erano lì con Priscilla Presley e Janet Jackson. Il pubblico impazzì, fu veramente un momento speciale. Subito dopo il concerto, con il mio gruppo ci recammo nel nostro Hotel e lì incontrammo una mamma con due bambine. Una delle due era malata di cancro e doveva essere ricoverata al Saint Judes Hospital di Memphis. Era molto difficile guardare quella bambina e sapere che presto sarebbe morta. Più tardi, durante il nostro soggiorno, visitammo un negozio di dischi a Memphis. Improvvisamente rimanemmo sorpresi e stupiti. Chi c’era dentro il negozio? Michael Jackson e Lisa Marie Presley con un paio di guardie del corpo! !!! Naturalmente il mio gruppo impazzì , ma dissi loro di tacere. Mi diressi verso una delle guardie del corpo e gli dissi che ero un agente di viaggio con al seguito 14 fans olandesi di Elvis che mi chiedevano se era possibile fare una foto con Michael e Lisa Marie. La guardia del corpo andò da Michael. Parlò un po’ con lui, tornò da me e mi chiese: “ di dove sei?”. Risposi: “ Olanda, Paesi Bassi”. Anche in questo caso, l’uomo andò da Michael, parlò brevemente con lui, tornò da me e disse: “ Nessun problema, potete scattare le foto ma lasciate solo che finiscano di fare shopping”. Dopo un po’, la guardia del corpo tornò da me e disse che potevamo cominciare a fare le foto. Prendemmo le nostre macchine fotografiche e ci mettemmo in posa, Michael e Lisa erano in posa per noi. Improvvisamente la guardia del corpo venne da me e disse: “ Che cosa state facendo?”. Rimasi sorpreso e risposi: “ Non me l’hai detto tu che potevamo scattare qualche foto?”. L’uomo rispose: “ Si, ma non potete salutarli e parlare con loro”……allora stava succedendo qualcosa di strano!!! Abbiamo incontrato Michael Jackson e Lisa Marie Presley. Abbiamo parlato con loro per più di 20 minuti, abbiamo scattato foto con loro, hanno autografato i nostri cd. Ho potuto parlare con Michael per dirgli che ero stato a due dei suoi concerti al ‘De Kuip’ a Rotterdam nel 1988. Lui rispose: “ Oh si, Amsterdam”. ( ma si corresse subito dopo…."No, no, era Rotterdam.". ). Fu incredibile. Era timido ma rilassato. Tutte le persone del mio gruppo hanno avuto la loro foto con la coppia…lui era cordiale. A Lisa Marie raccontai che organizzavo viaggi a Memphis per i fans olandesi di Elvis e che avevo incontrato sua madre Priscilla un paio di volte. Ad altre persone non fu permesso di avvicinarsi e ne fummo sorpresi . . Dopo più di 20 minuti ci salutammo e la coppia lasciò il negozio. Noi , invece, andammo subito da un fotografo per far stampare le nostre preziose immagini. Fu incredibile. In Olanda la notizia si diffuse rapidamente e persino i media ne parlarono. Il giorno dopo andai a Graceland. Bridget, la receptionist in quel momento, mi accolse e le mostrai le foto. Quasi cadeva dalla sedia!!! “ Wow!!” ...Urlava e gridava. Le regalai una delle foto. Tempo dopo, mi informò, che aveva messo la foto sulla scrivania del suo ufficio e che Priscilla Presley ne aveva voluto una copia. Il nostro incontro con Michael e Lisa Marie fu davvero speciale. Eravamo state le uniche persone a cui era stato concesso di incontrarli e parlare con loro. Ma…. Vi ho già parlato della donna che era in hotel con le sue bambine! L’ultima sera a Memphis, il mio migliore amico, Gerwin, venne nella mia camera a tarda sera con questa donna. Io stavo già dormendo , mi svegliai e vidi che la donna stava piangendo. Gerwin mi disse che dovevo aiutarla a sistemare alcune cose. Inizialmente non capì di cosa stesse parlando, poi mi raccontò la sua storia: Michael Jackson e Lisa Marie Presley avevano visitato l’ospedale Saint Judes e avevano portato regali per tutti i piccoli pazienti. Alla figlia della donna, Michael aveva regalato una Barbie. Ma , la bambola era stata rubata e, anche se sua figlia aveva solo 3 anni, aveva capito che era un dono speciale e piangeva, piangeva, piangeva. Se le avessimo comprato un’altra Barbie, lei avrebbe capito che si sarebbe trattato di un rimpiazzo. Il mio amico sapeva che avevo dei contatti a Graceland e voleva fare qualcosa per questa bambina. In quel momento non potevo fare niente e la mattina successiva avevamo il volo per Amsterdam. Regalai alla madre un paio di foto del nostro incontro con Michael e Lisa Marie e le dissi che avrei cercato di fare qualcosa per risolvere il problema. Tornato in Olanda, inviai subito un fax a Patsy Andersen, in quel momento responsabile PR di Graceland, e spiegai la storia. Mi rispose che avrebbe cercato di mettersi in contatto con Michael Jackson. Ogni giorno il mio amico Gerwin mi chiedeva se avevo avuto notizie. Gli dissi che probabilmente era più facile mettersi in contatto con il presidente degli Stati Uniti, che con Michael Jackson. La vigilia di Natale del 1994, il mio telefono squillò: era Bridget da Graceland. Non era raro che mi chiamassero da Graceland, così pensai solo che volessero augurarmi buone feste. Parlai brevemente con Bridget poi lei mi passò Patsy che mi disse che aveva due notizie per me, una buona e una cattiva. La buona notizia era che Michael aveva risposto al mio appello e aveva mandato a Graceland un pacco pieno di doni per la bambina. Patsy era corsa subito in ospedale ma quando era arrivata lì, le avevano detto che la bambina era morta….il giorno prima!!! Attraverso il Saint Judes, Patsy era riuscita a rintracciare la madre. Patsy , poi, aveva informato Michael. Come ho saputo più tardi, dopo che Michael aveva saputo la scioccante notizia, aveva inviato un altro pacco dono per la mamma e l’altra sua figlia, poi si era messo in contatto con lei telefonicamente per scusarsi del suo ritardo e per confortarla. Ho parlato raramente di questa storia, ma è vera, è l’altra faccia di Michael Jackson e [l’ho raccontata] con la speranza di potermi mettere in contatto di nuovo con quella donna. http://ireport.cnn.com/docs/DOC-414018?ref=feeds%2Flatest // Traduzione: Emanuela Arezzi - Pagina sociale Michael Jackson - Discografia..





L'altro lato di Michael Jackson
February 27, 2010

Nell’ottobre del 1994 organizzai un tour a Memphis per i fans olandesi di Elvis per poter assister al concerto tributo che si sarebbe tenuto nella Pyramid. Avevamo saputo che Michael Jackson e Lisa Marie Presley sarebbero stati presenti. Attraverso i miei contatti a Graceland, mi informai se fosse stato possibile incontrare la coppia, ma mi disse

ro che era impossibile…nessuno poteva incontrarli.

L’8 ottobre ci fu il concerto nella Pyramid e, come preannunciato, John Stamos presentò Michael e Lisa Marie al pubblico. Erano lì con Priscilla Presley e Janet Jackson. Il pubblico impazzì, fu veramente un momento speciale.
Subito dopo il concerto, con il mio gruppo ci recammo nel nostro Hotel e lì incontrammo una mamma con due bambine. Una delle due era malata di cancro e doveva essere ricoverata al Saint Judes Hospital di Memphis. Era molto difficile guardare quella bambina e sapere che presto sarebbe morta.
Più tardi, durante il nostro soggiorno, visitammo un negozio di dischi a Memphis. Improvvisamente rimanemmo sorpresi e stupiti. Chi c’era dentro il negozio? Michael Jackson e Lisa Marie Presley con un paio di guardie del corpo! !!! Naturalmente il mio gruppo impazzì , ma dissi loro di tacere. Mi diressi verso una delle guardie del corpo e gli dissi che ero un agente di viaggio con al seguito 14 fans olandesi di Elvis che mi chiedevano se era possibile fare una foto con Michael e Lisa Marie. La guardia del corpo andò da Michael. Parlò un po’ con lui, tornò da me e mi chiese: “ di dove sei?”. Risposi: “ Olanda, Paesi Bassi”.
Anche in questo caso, l’uomo andò da Michael, parlò brevemente con lui, tornò da me e disse: “ Nessun problema, potete scattare le foto ma lasciate solo che finiscano di fare shopping”.
Dopo un po’, la guardia del corpo tornò da me e disse che potevamo cominciare a fare le foto. Prendemmo le nostre macchine fotografiche e ci mettemmo in posa, Michael e Lisa erano in posa per noi. Improvvisamente la guardia del corpo venne da me e disse: “ Che cosa state facendo?”. Rimasi sorpreso e risposi: “ Non me l’hai detto tu che potevamo scattare qualche foto?”.
L’uomo rispose: “ Si, ma non potete salutarli e parlare con loro”……allora stava succedendo qualcosa di strano!!! Abbiamo incontrato Michael Jackson e Lisa Marie Presley.
Abbiamo parlato con loro per più di 20 minuti, abbiamo scattato foto con loro, hanno autografato i nostri cd. Ho potuto parlare con Michael per dirgli che ero stato a due dei suoi concerti al ‘De Kuip’ a Rotterdam nel 1988. Lui rispose: “ Oh si, Amsterdam”. ( ma si corresse subito dopo…."No, no, era Rotterdam.". ). Fu incredibile. Era timido ma rilassato. Tutte le persone del mio gruppo hanno avuto la loro foto con la coppia…lui era cordiale. A Lisa Marie raccontai che organizzavo viaggi a Memphis per i fans olandesi di Elvis e che avevo incontrato sua madre Priscilla un paio di volte.
Ad altre persone non fu permesso di avvicinarsi e ne fummo sorpresi . .

Dopo più di 20 minuti ci salutammo e la coppia lasciò il negozio. Noi , invece, andammo subito da un fotografo per far stampare le nostre preziose immagini. Fu incredibile. In Olanda la notizia si diffuse rapidamente e persino i media ne parlarono. Il giorno dopo andai a Graceland. Bridget, la receptionist in quel momento, mi accolse e le mostrai le foto. Quasi cadeva dalla sedia!!! “ Wow!!” ...Urlava e gridava. Le regalai una delle foto. Tempo dopo, mi informò, che aveva messo la foto sulla scrivania del suo ufficio e che Priscilla Presley ne aveva voluto una copia. Il nostro incontro con Michael e Lisa Marie fu davvero speciale. Eravamo state le uniche persone a cui era stato concesso di incontrarli e parlare con loro.

Ma…. Vi ho già parlato della donna che era in hotel con le sue bambine! L’ultima sera a Memphis, il mio migliore amico, Gerwin, venne nella mia camera a tarda sera con questa donna. Io stavo già dormendo , mi svegliai e vidi che la donna stava piangendo. Gerwin mi disse che dovevo aiutarla a sistemare alcune cose.
Inizialmente non capì di cosa stesse parlando, poi mi raccontò la sua storia: Michael Jackson e Lisa Marie Presley avevano visitato l’ospedale Saint Judes e avevano portato regali per tutti i piccoli pazienti. Alla figlia della donna, Michael aveva regalato una Barbie. Ma , la bambola era stata rubata e, anche se sua figlia aveva solo 3 anni, aveva capito che era un dono speciale e piangeva, piangeva, piangeva.
Se le avessimo comprato un’altra Barbie, lei avrebbe capito che si sarebbe trattato di un rimpiazzo. Il mio amico sapeva che avevo dei contatti a Graceland e voleva fare qualcosa per questa bambina. In quel momento non potevo fare niente e la mattina successiva avevamo il volo per Amsterdam. Regalai alla madre un paio di foto del nostro incontro con Michael e Lisa Marie e le dissi che avrei cercato di fare qualcosa per risolvere il problema.
Tornato in Olanda, inviai subito un fax a Patsy Andersen, in quel momento responsabile PR di Graceland, e spiegai la storia. Mi rispose che avrebbe cercato di mettersi in contatto con Michael Jackson.
Ogni giorno il mio amico Gerwin mi chiedeva se avevo avuto notizie. Gli dissi che probabilmente era più facile mettersi in contatto con il presidente degli Stati Uniti, che con Michael Jackson.

La vigilia di Natale del 1994, il mio telefono squillò: era Bridget da Graceland. Non era raro che mi chiamassero da Graceland, così pensai solo che volessero augurarmi buone feste. Parlai brevemente con Bridget poi lei mi passò Patsy che mi disse che aveva due notizie per me, una buona e una cattiva.
La buona notizia era che Michael aveva risposto al mio appello e aveva mandato a Graceland un pacco pieno di doni per la bambina. Patsy era corsa subito in ospedale ma quando era arrivata lì, le avevano detto che la bambina era morta….il giorno prima!!! Attraverso il Saint Judes, Patsy era riuscita a rintracciare la madre. Patsy , poi, aveva informato Michael.
Come ho saputo più tardi, dopo che Michael aveva saputo la scioccante notizia, aveva inviato un altro pacco dono per la mamma e l’altra sua figlia, poi si era messo in contatto con lei telefonicamente per scusarsi del suo ritardo e per confortarla.
Ho parlato raramente di questa storia, ma è vera, è l’altra faccia di Michael Jackson e [l’ho raccontata] con la speranza di potermi mettere in contatto di nuovo con quella donna.

 // Traduzione: Emanuela Arezzi - Pagina sociale Michael Jackson - Discografia..




"È impossibile raccontare la storia di Michael Jackson e dell'amicizia senza prendersi un momento per pensare a come la sua musica abbia avuto un impatto su persone che non avranno mai il privilegio di conoscere Michael per nome. Le canzoni, i passi di danza, i vestiti, l'intero fenomeno culturale si introduce nel tessuto della nostra vita e crea il contesto per la nascita di nuove amicizie. In mezzo alla folla di concerti in Brunei, Corea del Sud e Finlandia durante l'HIStory World Tour, i fan si sono strinti le mani, hanno tenuto alti gli accendini e si sono divertiti in amicizia e comunità. Raggiungi più lontano attraverso i decenni e ricorda il modo in cui intere famiglie si sarebbero riunite intorno alla TV per imparare i passi dei Jackson 5. Ritorno al party Thriller che i nostri amici hanno organizzato in modo che i bambini del quartiere che non avevano ancora la TV via cavo potessero guardare la fantasmagoria in prima persona. O come correvamo alle sessioni di break-dance spontanee che esploderebbero nei parcheggi ovunque con la melodia di "Beat It" o "Billie Jean. ” Ripensa al modo in cui tu e i tuoi amici avete accuratamente assemblato vestiti di pantaloni paracadute e camicie muscolari in modo da poter sembrare i ballerini di riserva di Michael. Che Michael lo sappia o no, era lì con lo spirito quando sono nate milioni di amicizie. "
~ Michael Jackson Opus



Due anni fa ci lasciava Eddie Van Halen, il geniale chitarrista dell’omonima band americana che ha avuto un enorme successo negli anni ottanta e che ha venduto più di ottanta milioni di dischi in tutto il mondo.
Da anni lottava contro il cancro a cui si è dovuto arrendere all’età di 65 anni.
Intervista a Eddie Van Halen
(CNN) - Eddie Van Halen siede su un divano del suo studio di casa, fumando una sigaretta elettronica e tuffandosi nei ricordi per il 30° anniversario dell'album capolavoro di Michael Jackson, "Thriller".
"Sembra ieri, vero?", dice sommessamente. "Sarebbe stato divertente lavorare con lui di nuovo".
Van Halen fu un ospite a sorpresa in "Beat It", il terzo singolo dell'album. Il suo rovente assolo di chitarra durava 20 secondi e ci volle mezz'ora per registrarlo. Lo fece gratis, come favore al produttore Quincy Jones, mentre gli altri Van Halen erano fuori città.
"Mi dicevo: 'Chi saprà che ho suonato nel disco di questo ragazzo, giusto? Nessuno lo scoprirà'. Sbagliato!" ride. "Grandissimo errore. Alla fine è stato il Disco dell’Anno".
Il membro della Rock and Roll Hall of Fame ha recentemente rivelato alla CNN cosa successe dietro le quinte della sua emblematica collaborazione con il Re del Pop.
CNN: Quando Quincy ti chiamò pensavi che fosse uno scherzo telefonico.
Eddie Van Halen: Me la presi con lui. Dissi: "Che cosa vuoi, fot...o e così via!" E lui: "Sei Eddie?" Io dissi "Sì, che diavolo vuoi?" "Sono Quincy". E io pensavo tra me e me, "Non conosco nessuno di nome Quincy". Lui disse "Quincy Jones, amico". Ed io "Ohhh, scusa!" (ride)
Gli chiesi, "Cosa posso fare per te?" E lui disse: "Ti piacerebbe venire a suonare nel nuovo disco di Michael Jackson?" Ed io tra me e me pensavo, "OK, io e 'ABC, 1, 2, 3'. Come può funzionare?"
Non ero ancora sicuro al 100% che fosse lui. Dissi: "Ecco cosa: ci vediamo domani al vostro studio". Ecco, quando arrivai lì c'erano Quincy, Michael Jackson e gli ingegneri. Stavano facendo dischi!
CNN: Quincy ti diede una qualche indicazione su quello che voleva tu facessi?
Van Halen: Michael andò via attraverso il corridoio per registrare delle parti parlate su un disco per bambini. Credo fosse "E.T." o qualcosa del genere. Perciò chiesi a Quincy, "Cosa vuoi che faccia?" E lui: "Qualunque cosa tu voglia fare." E io "Fai attenzione a dire una cosa del genere. Se sai qualcosa di me, fai attenzione quando dici "Fai tutto quello che vuoi!"
Ascoltai il brano, e dissi subito "Posso cambiare alcune parti?" Mi voltai verso l'ingegnere e dissi "OK, dal breakdown, taglia in questa parte, vai a questo pezzo, dal pre-ritornello al ritornello, toglilo". Impiegò forse 10 minuti per metterlo insieme. E io proseguii improvvisando due assoli.
Stavo terminando il secondo assolo quando entrò Michael. E si sa che gli artisti sono persone un po' pazze. Siamo tutti un po' strani. Non sapevo come avrebbe reagito a quello che stavo facendo. Così lo avvertii prima che ascoltasse. Gli dissi: "Guarda che ho cambiato la sezione centrale del brano".
Ora nella mia mente o stava per farmi buttare fuori a pedate dai suoi bodyguard per aver massacrato la sua canzone oppure gli sarebbe piaciuta. E così la ascoltò, si voltò verso di me e disse: "Wow, grazie mille per la passione, per non essere venuto semplicemente per incidere un assolo, ma per esserti preoccupato della canzone e averla resa migliore".
Lui era questo genio musicale con questa innocenza infantile. Era un così grande professionista e davvero un tesoro.
CNN: Questa collaborazione sorprese un sacco di gente.
Van Halen: Non dimenticherò mai quando la Tower Records era ancora aperta qui a Sherman Oaks. Stavo comprando qualcosa, e nel negozio suonavano "Beat It". Arriva l'assolo e sento questi ragazzi di fronte a me dire, "Ascolta questo tipo che cerca di suonare come Eddie Van Halen." Gli diedi un colpetto sulla spalla e dissi "Questo SONO io!" Fu divertente.
CNN: Come hai spiegato ai ragazzi della tua band che cosa era successo?
Van Halen: Dissi solo “Sapete (alza le spalle) Beccato con le mani nel sacco!" "Dave, voi eravate fuori dal paese!" "Al, tu non c'eri!" Non potevo chiamare nessuno per chiedere il permesso.
Purtroppo "Thriller" impedì al nostro album, "1984", di andare alla n° 1 in classifica. Il nostro album era lì lì per andare alla n° 1 quando lui si bruciò i capelli in quello spot per la Pepsi, se ti ricordi. E boom, andò dritto alla n° 1 di nuovo!
CNN: C'è un album da allora che ha sconvolto le cose nello stesso modo?
Van Halen: Wow, non lo so.
CNN: Alcune persone citano "Nevermind" dei Nirvana come quello che ha causato una svolta musicale.
Van Halen: Ma non così. Non incrociando un'audience così. I Nirvana hanno avuto un impatto enorme, ma non piacevano a tutti.
Ho un grande rispetto per Michael. Si sentirà tantissimo la sua mancanza. Sarei curioso di sapere quello che avrebbe fatto ora.
CNN: Credo che Quincy abbia detto che ti ha pagato con due confezioni da sei di birra.
Van Halen: Sì, qualcosa del genere. In realtà me le portai io, se non ricordo male.
Penso di non avere nemmeno i crediti sul disco. Dice "Chitarra solista: punto Interrogativo" o "Chitarra solista: Frankenstein" (il nome della sua chitarra).
CNN: Hai più sentito Quincy?
Van Halen: Alla fine Quincy mi scrisse una lettera per ringraziarmi. Era firmata, "Il Fot...o Blah Blah Blah", ce l’ho ancora. E' molto divertente.
RIP grande Eddie



Michael Jackson visits site of school shooting.
FEB. 7, 1989
STOCKTON, Calif. -- Pop singer Michael Jackson handed out audio cassettes and T-shirts Tuesday to youngsters at the elementary school where five children were killed by a man with an assault rifle Jan. 17.
School district officials attempted to discourage onlookers at Cleveland Elementary School, but a crowd of several hundred people gathered by noon.
Upon his arrival, bodyguards quickly hustled the entertainer from his car in the parking lot into Cleveland Elementary School. Inside, he spoke with many of the school's more than 900 pupils and handed out gifts.
Jackson's assistants said his visit to the school was his way of showing concern about the impact of the playground massacre upon its students, many of them Southeast Asian refugees.
Twenty-nine children and a teacher were wounded and five youngsters, aged 6 to 9, were killed by bullets from a magazine-fed AKM-47 assault rifle fired on the playground by Patrick Purdy, who then took his own life.
Some 50 police officers tried to control the crowd of people - children as well as adults -- who flocked to see Jackson. The excited throng was unruly enough that school administrators had to appeal for quiet.
Jackson also planned a visit to a nearby hospital where some of the wounded children were recovering.
'Having someone like this come and visit them will be remembered for a long time,' said Dr. Patricia Dixon, a hospital pediatrician.
Source: UPI
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Michael Jackson visita il luogo della sparatoria scolastica.
7 Feb 1989
STOCKTON, California -- Il cantante pop Michael Jackson ha distribuito audiocassette e magliette martedì ai bambini della scuola elementare dove cinque bambini sono stati uccisi da un uomo con un fucile da assalto il 17 Gennaio.
I dirigenti del distretto scolastico hanno tentato di scoraggiare i curiosi alla Cleveland Elementary School, ma una folla di svariate centinaia di persone si è riunita verso mezzogiorno.
Al suo arrivo, le guardie del corpo hanno rapidamente fatto uscire l'intrattenitore dalla sua auto nel parcheggio della Cleveland Elementary School. All'interno, lui ha parlato con molti degli oltre 900 alunni della scuola e ha distribuito regali. Gli assistenti di Jackson hanno dichiarato che la sua visita alla scuola era il suo modo di mostrare preoccupazione per le ripercussioni del massacro nell'area gioco sui suoi studenti, molti dei quali rifugiati del sud-est asiatico.
Ventinove bambini e un insegnante sono rimasti feriti, e cinque bambini di età compresa tra i 6 e 9 anni sono stati uccisi da proiettili di un fucile d'assalto alimentato da caricatore AKM-47 sparati nel parco giochi da Patrick Purdy, che poi si è tolto la vita.
Circa 50 agenti di polizia hanno cercato di tenere a bada la folla di persone, bambini come come adulti, che sono accorsi per vedere Jackson. La folla eccitata è stata alquanto indisciplinata al punto che gli amministratori della scuola hanno dovuto chiedere il silenzio.
Jackson ha anche programmato una visita in un vicino ospedale dove alcuni dei bambini feriti erano convalescenti.
"Avere una persona del genere che viene a trovarli sarà ricordato per molto tempo", ha detto la Dott.ssa Patricia Dixon, una pediatra dell'ospedale.
Traduzione: MJ Thief of Hearts.

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La musica è il mediatore tra lo spirituale e la vita sensuale, le cui note e parole
legate insieme per eccellenza possono sollevarci in piedi o spingerci in ginocchio.
Il ritmo ha qualcosa di magico, ci fa persino credere che il sublime ci appartenga.




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