Li chiamavano Penny Loafer perchè i mocassini americani diventarono le scarpe degli studenti negli anni '50-'60. I ragazzi infilavano nelle mascherine a forma di labbra un penny per scarpa: due centesimi era il costo di una telefonata. Sarebbero potuti servire e le tasche, si sa, non sono mai sicure. In realtà l'origine dei mocassini non è americana: erano le calzature di operai e pescatori norvegesi. Approdate negli USA e usate come scarpe da riposo, all'inizio, negli anni '30 erano considerate poco eleganti. Poi esplosero, grazie a uomini raffinatissimi: Fred Astaire li usava anche con il frac.
Circa 12 anni fa,quando stavo per iniziare il BAD TOUR,un ragazzino venne a visitarmi con i suoi genitori a casa in California,
stava morendo di cancro e mi disse quanto amasse me e la mia musica.
I suoi genitori mi dissero che era destinato a morire,e che sarebbe potuto succedere da un giorno all'altro,e io gli dissi:"Fra tre mesi aprirò il mio tour proprio nella tua città,Kansas,voglio che tu venga allo show,ora ti regalerò una giacca che ho indossato in uno dei miei video"....I suoi occhi si illuminarono e mi disse,"Vuoi regalarla a me?".io gli dissi di si,ma mi devi promettere che la indosserai al concerto".
Stavo cercando di fargli tenere duro,gli dissi che quando sarebbe venuto allo show,avrei voluto vederlo con quella giacca e quel guanto e gli regalai uno dei miei guanti di paillette e non sono solito regalare quei guanti-
Era in paradiso,ma forse lo era già troppo,perchè quando andai a Kansas,era già morto.
L'avevano seppellito con la giacca e il guanto.
Aveva solo 10 anni.
Dio solo sa,e io so quanto abbia cercato di vivere.Ma almeno quando è morto,sapeva di essere amato,non solo da i suo genitori,ma anche da me, un perfetto sconosciuto.Io gli volevo bene.
E con tutto l'amore sapeva di non essere venuto al mondo
da solo,come non se ne andato da solo.
-Michael Jackson
Discorso di Michael Jackson all'università di Oxford (2001)
"Grazie, grazie miei cari amici, dal profondo del mio cuore per avermi
accolto con tanto amore, e grazie anche a Lei, Signor Presidente, per
avermi invitato, ne sono veramente onorato. Vorrei anche ringraziare
Schmuely, che è stato il Rabbino di Oxford per oltre 11 anni. Insieme
abbiamo lavorato tanto al progetto Heal The Kids, e al nostro libro sui
bambini, e in tutto ciò che abbiamo fatto sei stato un amico adorabile e di
grande aiuto.
Vorrei anche ringraziare Toba Friedman, direttrice delle operazioni Heal
The Kids, che sta sera è tornata alla sua alma mater dove è stata Marshall
Scholar, e anche Marilyn Piels, un altro membro importante del team di Heal
the Kids.
Sono onorato di avere l'opportunità di parlare in un luogo che in passato
ha ospitato persone come Madre Teresa, Albert Eistein, Ronald Reagan,
Robert Kennedy e Malcom X. Ho sentito che anche Kermit la Rana (Muppets
Shows, ndr) è stato qui, e mi sono sempre sentito in sintonia con
l'affermazione di Kermit che non è facile essere verde. Sono sicuro che per
lui non sia stato tanto più facile di quanto non lo sia per me ora.
Durante un sopralluogo qui ieri, non ho potuto fare a meno di rendermi
conto della grandezza e della maestosità di questa grande istituzione, per
non parlare delle brillanti menti che per secoli hanno popolato questi
corridoi. I muri di Oxford, non solo hanno ospitato i più grandi geni della
filosofia e della scienza - ma hanno anche lanciato alcuni dei più grandi
autori di letteratura infantile, da JRR Tolkien a CS Lewis. Oggi mi hanno
permesso di visitare il salone della Chiesa di Cristo per vedere Alice nel
Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll immortalata nei vetri delle
finestre. E persino uno dei miei compaesani, il grande Dr. Seuss ha
graziato questi saloni lasciando un segno nell'immaginario di milioni di
bambini in tutto il mondo.
Credo di dover iniziare giustificando la mia presenza qui ed elencando le
qualità che sta sera mi permetteranno di tenere questo comizio.
Amici, non pretendo di avere la stessa esperienza accademica di coloro che
hanno parlato in questa aula in passato, come sicuramente loro non possono
dire di saper fare il moonwalk - e sapete, Einstein era veramente maldestro
in questo. Ma sicuramente posso dire di aver visto e conosciuto luoghi e
culture che la maggior parte della gente non conosce nemmeno. La conoscenza
non è fatta solo di biblioteche piene di carta e inchiostro - è anche fatta
dai volumi di conoscenza che sono scritti nel cuore degli uomini, modellati
sull'animo umano e incisi nella psiche di tutti noi.
E amici, ho raccolto talmente tante esperienze in questa mia vita
relativamente breve che non riesco a credere di avere solo 42 anni. Spesso
dico a Schmuely che dentro di me mi sembra di avere almeno 80 anni - e sta
sera cammino anche come se avessi 80 anni.
Vi prego quindi di ascoltare il mio messaggio, perché ciò che vi dirò sta
sera può aiutarci a guarire l'umanità e il nostro pianeta.
Per mezzo della grazia di Dio, ho avuto la fortuna di raggiungere molti
degli obiettivi professionali e artistici che mi ero prefisso quando ero
più giovane. Ma questi, amici, sono solo record, e i record non sono
sinonimo della mia personalità. Anzi, quel ragazzino carino che cantava
Rockin' Robin e Ben alla folla in adorazione non era necessariamente lo
stesso che si celava dietro quel sorriso. Sta sera, più che come un icona
del Pop (qualsiasi cosa significhi) vengo da voi come l'icona di una
generazione, una generazione che non sa più cosa significa essere bambini.
Siamo tutti il prodotto della nostra infanzia.
Io sono il prodotto di un'assenza completa di infanzia, la mancanza di
quell'età preziosa e meravigliosa in cui ci interessa solo giocare,
completamente persi nei nostri genitori, in cui l'unica preoccupazione è
studiare per il compito di grammatica del lunedì mattina.
Quelli di voi che conoscono i Jackson Five, sanno che ho iniziato ad
esibirmi all'età di 5 anni e che da allora non ho mai smesso di ballare o
cantare. E mentre cantare e ballare rimane senza ombra di dubbio una delle
mie più grandi gioie, quando ero giovane volevo solo essere un ragazzino
normale. Volevo costruire le case sugli alberi, fare le battaglie con i
palloncini ad acqua, e giocare a nascondino con gli amici. Ma il fato ha
voluto diversamente e non mi restava altro che invidiare gli altri che
giocavano e si divertivano intorno a me. Non c'era un attimo di distrazione
dal mio lavoro.
La domenica andavo in Predicazione, il termine usato per descrivere il
lavoro di porta a porta dei Testimoni di Geova. Era in quelle occasioni che
avevo la possibilità vedere la magia dell'infanzia altrui. Dato che ero già
una celebrità, dovevo camuffarmi con barba, gommapiuma e occhiali e
passavamo la giornata in giro per le case dei sobborghi nel sud della
California, facendo il porta a porta o distribuendo il nostro giornale La
Torre di Guardia nei supermercati. Adoravo poter entrare in quelle case
normalissime e vedere i ragazzini giocare a Monopoli e le nonne con i
nipotini e tutte quelle scene meravigliosamente ordinarie della vita di
ogni giorno. Lo so, molti potrebbero obiettare che non si tratta poi di
niente di eccezionale, ma per me erano assolutamente estasianti.
Una volta pensavo di essere l'unico ad essere cresciuto senza una vera e
propria infanzia. Credevo, infatti, che ci fossero solo pochissime persone
in grado di condividere le mie stesse sensazioni. Quando recentemente ho
incontrato Shirley Temple Black, la grande baby star degli anni 30 e 40,
all'inizio non ci siamo detti niente. Abbiamo semplicemente pianto insieme,
perché era in grado di capire la mia tristezza come solo i miei carissimi
amici Elizabeth Taylor e Maculay Culkin possono.
Non vi sto dicendo questo per guadagnarmi la vostra simpatia, ma per farvi
capire il primo punto importante che vorrei presentarvi - non sono solo le
star di Hollywood ad aver sofferto per la perdita dell'infanzia.
Oggi, questo fenomeno rappresenta una vera e propria calamità, una
catastrofe al livello globale. L'infanzia è diventata la più grande perdita
della vita odierna. Tutto intorno a noi stiamo creando eserciti di
ragazzini che non hanno conosciuto la gioia, a cui non è stato concesso il
diritto e la libertà di sapere cosa significa essere bambini.
Al giorno d'oggi, i bambini sono costantemente incoraggiati a crescere in
fretta, come se questo periodo conosciuto come infanzia fosse un momento da
superare subito, un peso da cui liberarsi in fretta.
E su questo posso dirvi di essere uno dei più grandi esperti al mondo.
La nostra è una generazione che ha dovuto assistere all'abrogazione
dell'accordo fra genitori e figli. Gli psicologi pubblicano continuamente
libri su quanto sia distruttivo negare ai bambini l'amore incondizionato
che è così necessario per un sano sviluppo della mente e la formazione del
carattere. E, a causa di tutta questa indifferenza, troppi dei nostri
bambini devono, essenzialmente, crescere da soli. Crescono lontani dai loro
genitori, dai nonni e dagli altri membri della famiglia, come se tutto
intorno si fosse dissolto quel legame indistruttibile che una volta legava
una generazione con l'altra.
Questa violazione ha dato vita ad una nuova generazione, potremmo chiamarla
Generazione O, a cui ora è stata passata la torcia dalla Generazione X.
La 'O' sta per una generazione che ha tutto per quanto riguarda
l'esteriorità (in inglese 'Outside' sta per esteriore, ndr), benessere,
successo, bei vestiti e macchine costose, ma un vuoto tagliente dentro.
Quella cavità nel nostro petto, quel semplice nucleo, quel vuoto al centro
di quel luogo dove una volta batteva il nostro cuore e dove prima c'era
amore.
E non sono solo i bambini a soffrire. Anche i genitori soffrono.
Quanto più coltiviamo piccoli adulti nei corpi di bambini, tanto più
perdiamo le nostre qualità di essere un po' come loro, e c'è tanto per cui
vale la pena mantenere alcuni aspetti dei bambini anche da adulti.
L'amore, signore e signori, è il legame familiare più importante
dell'umanità, il lascito più caro, l'eredità più preziosa. Ed è un tesoro
che passa da una generazione all'altra.
Forse le generazioni precedenti non avranno goduto del benessere che
abbiamo avuto noi, magari non avevano l'elettricità e il riscaldamento, ma
in queste case non c'era il buio e non erano fredde. Erano illuminate dal
bagliore dell'amore e riscaldate dal vero calore del cuore umano. I
genitori, senza distrazioni di lusso e arrivismo, davano ai propri bambini
la precedenza su tutto.
Come tutti saprete, i nostri due paesi hanno avuto una disputa su alcune
affermazioni di Thomas Jefferson, riguardo "certi diritti innegabili".
E mentre fra Americani e Inglesi potrebbe continuare la disputa, ciò che
non si può assolutamente mettere in discussione è il fatto che i bambini
hanno certi diritti inalienabili, e la graduale erosione di questi diritti
ha portato alla mancanza di gioia e sicurezza nelle vite di milioni di
bambini in tutto il mondo.
Dunque, vorrei proporre di stilare in ogni casa un Dichiarazione Universale
dei Diritti del Bambino, i cui punti fondamentali siano:
Il diritto di essere amati, senza doverselo guadagnare
Il diritto di essere protetti, senza doverselo meritare
Il diritto di sentirsi importante, anche se sei venuto al mondo senza niente
Il diritto di essere ascoltato, senza dover risultare interessante
Il diritto di poter ascoltare una fiaba a letto, senza dover competere col
tg della sera o EastEnders
Il diritto all'educazione senza doversi beccare un proiettile a scuola
Il diritto di essere considerato adorabile, anche se hai una faccia che
solo una madre potrebbe amare.
Amici, la conoscenza e la coscienza umana devono avere inizio con la
consapevolezza di essere amati.
Prima di sapere se hai i capelli rossi o castani, prima di sapere se sei
bianco o nero, prima di sapere di che religione sei, devi sapere che sei
amato.
Circa 12 anni fa, quando stavo per iniziare il Bad Tour, un ragazzino venne
a visitarmi con in suoi genitori a casa in California. Stava morendo di
cancro e mi disse quanto amasse me e la mia musica. I suoi genitori mi
dissero che era destinato a morire, e che sarebbe potuto succedere da un
giorno all'altro, e io gli dissi, "fra tre mesi aprirò il mio tour proprio
nella tua città, Kansas. Voglio che tu venga allo show. Ora ti regalerò una
giacca che ho indossato in uno dei miei video". I suoi occhi si
illuminarono e mi disse, "vuoi regalarla a me?". Io gli dissi di si, "ma mi
devi promettere che la indosserai al concerto". Stavo cercando di fargli
tenere duro. Gli dissi che quando sarebbe venuto allo show, avrei voluto
vederlo con quella giacca e quel guanto e gli regalai uno dei miei guanti
di paillette - e non sono solito regalare quei guanti.
Era in paradiso, ma forse lo era già troppo, perché quando andai a Kansas,
era già morto. L'avevano seppellito con la giacca e il guanto.
Aveva solo 10 anni.
Dio solo sa, e io so, quanto abbia cercato di vivere. Ma almeno quando è
morto, sapeva di essere amato, non solo dai suoi genitori, ma anche da me,
un perfetto sconosciuto. Io gli volevo bene.
E con tutto quell'amore sapeva di non essere venuto al mondo da solo, come
non se ne è andato da solo.
Se vieni al mondo sapendo di non essere solo e te ne vai allo stesso modo,
riesci ad affrontare tutto ciò che accade nel cammino della vita.
Un professore potrebbe bocciarti, ma non ti sentirai inferiore, un boss
potrebbe opprimerti, ma non ti sentirai oppresso, una potente azienda
potrebbe sconfiggerti, ma trionferai comunque. Come potrebbero prevalere
solo buttandoti giù? Tu sai che sei una persona amata. Il resto è solo
contorno. Ma se non puoi dire di essere amato, sei condannato a cercare
qualcosa che riempia quel vuoto. Non importa quanti soldi fai o quanto sia
famoso, ti sentirai comunque vuoto. Stai solo cercando amore
incondizionato, vuoi solo essere accettato per quello che sei, ed è questo
che ti è stato negato quando sei venuto al mondo.
Amici, lasciate che vi faccia un quadro della situazione. Questo è un
giorno qualunque in America:
sei ragazzi al di sotto dei 20 anni si suicideranno, 12 ragazzini sotto i
20 anni moriranno per armi da fuoco. Sto parlando di un giorno, non di un
anno. 399 bambini saranno arrestati per abuso di droga, 1.352 nasceranno da
madri minorenni. E questo accade in uno dei paesi più ricchi e sviluppati
del mondo. Si, nel mio paese c'è un'epidemia di violenza superiore a
qualsiasi altro paese industrializzato. Questo è il modo in cui i ragazzi
in America esprimono il loro dolore, la loro rabbia. Ma non pensate che non
ci sia la stessa angoscia, la stessa sofferenza nei ragazzi qui nel Regno
Unito.
Alcuni studi condotti in questo paese dimostrano che ogni ora, tre
minorenni in Inghilterra affliggono il proprio corpo, spesso tagliandosi o
bruciandosi o prendendo un'overdose. È il modo che hanno scelto per
superare il dolore o l'agonia dei sentimenti.
In Gran Bretagna, appena il 20% delle famiglie cenano insieme una volta
all'anno. Una volta all'anno!
E che fine ha fatto la cara vecchia tradizione di leggere ai nostri figli
una favola la sera? Alcune ricerche svolte negli anni 80 hanno dimostrato
che i bambini a cui vengono lette le favole, hanno molte meno difficoltà
nelle materie letterarie superando di gran lunga i compagni a scuola.
Eppure, meno del 33% dei bambini inglesi dai 2 agli 8 anni hanno
l'opportunità di ascoltare una favola la sera quando sono a letto. Non vi
sembrerà molto grave, ma dovete pensare che ai loro genitori, quando
avevano la loro stessa età, venivano lette ogni sera.
È chiaro che non dobbiamo chiederci da dove vengano tutta questa
sofferenza, tutta questa rabbia e questi comportamenti violenti. È evidente
che i ragazzi si stiano ribellando contro l'indifferenza, urlando la
propria rabbia per essere notati.
Varie agenzie di protezione per l'infanzia in America hanno riportato che
ogni anno sono milioni i bambini vittime di maltrattamento nella forma di
abbandono. Sì, abbandono. In ricche case, piene di ogni tipo di gadget
elettronico. Case dove i genitori tornano, ma non ci sono veramente, perché
la loro testa è ancora in ufficio. E i loro figli? Beh, ai loro figli resta
giusto qualche briciola di emozione. E non puoi avere molto dalla TV, dal
computer o dai video.
Questi numeri così freddi, che per me alterano l'animo e turbano lo
spirito, dovrebbero spiegarvi perché ho dedicato tanto del mio tempo e
delle mie risorse per far si che il nostro progetto Heal The Kids sia un
successo colossale.
Il nostro obiettivo è semplice: ricostruire quel legame fra genitori e
figli, rinnovare la promessa ed illuminare il cammino a tutti i bambini che
un giorno dovranno camminare da soli sulla terra. Ma dato che questa è la
mia prima lezione pubblica, e mi avete accolto così calorosamente nei
vostri cuori, vorrei dirvi ancora alcune cose. Tutti noi abbiamo la nostra
storia, e in quel senso le statistiche potrebbero diventare qualcosa di
personale.
Dicono che essere genitori è un po' come ballare. Tu fai un passo, tuo
figlio ne fa un altro. Ho scoperto che spingere i genitori a ri-dedicarsi
ai propri figli è solo una faccia della medaglia.
L'altro lato è preparare i bambini a ri-accettare i propri genitori.
Quando ero molto giovane, avevo un cane, si chiamava Black Girl, un
incrocio fra un lupo e un cane da caccia. Non solo era un ottimo cane da
guardia, era tanto timorosa e nervosa che non so come non svenisse ogni
volta che passava un camion o che c'era un temporale. Io e mia sorella
Janet davamo a quel cane tanto affetto, ma non siamo mai riusciti a
conquistare la fiducia che le era stata tolta dal suo precedente padrone.
Sapevamo che la picchiava. Non sapevamo con cosa, ma qualsiasi cosa fosse,
era abbastanza forte da inaridire l'anima di quella povera bestia.
Molti bambini oggi sono cuccioli feriti che si sono auto-svezzati dal
bisogno d'amore. Non potrebbero fregarsene di meno dei loro genitori.
Lasciati a se stessi, scelgono di prediligere la propria indipendenza.
Hanno continuato per la propria strada, lasciandosi i genitori dietro. Poi,
ci sono i casi ben peggiori in cui i ragazzi hanno scelto di covare
animosità e risentimento verso i genitori, pronti a rinfacciare ogni minimo
errore.
Sta sera, voglio che nessuno di noi faccia questo errore.
È per questo che voglio esortare tutti i figli del mondo - a cominciare da
noi qui presenti sta sera - a perdonare i propri genitori, se ci siamo
sentiti messi da parte. Perdoniamoli, e insegniamo loro ad amare di nuovo.
Forse non vi suonerà nuovo sapere che non ho avuto un'infanzia proprio
idilliaca.
La forte tensione che c'è fra me e mio padre è risaputa.
Mio padre è un uomo molto duro e ha sempre spinto molto me e i miei
fratelli, si dalla tenera età, a dare il meglio di noi stessi. Aveva molta
difficoltà a mostrare il suo affetto. Non mi ha mai detto di volermi bene.
E non è si mai nemmeno complimentato. Se facevo un grande show, mi diceva
che era buono. Se lo spettacolo era buono, non diceva niente. Ciò che
sembrava gli importasse più di ogni altra cosa era il nostro successo
commerciale. E in quello era più che abile. Mio padre era un manager
geniale ed io e i miei fratelli dobbiamo il nostro successo professionale
al modo in cui ci ha sempre spinti. È stato lui a coltivare il mio talento
di showman e sotto la sua guida non potevo fare passi falsi.
Ma io volevo il mio Papà. Volevo un padre che mi dimostrasse amore. E mio
padre non l'ha mai fatto. Non mi ha mai detto ti voglio bene guardandomi
negli occhi, non ha mai giocato con me. Non mi ha mai portato a cavalcioni,
non mi ha mai buttato un cuscino o un palloncino d'acqua. Però ricordo di
una volta, avevo circa quattro anni, e c'era una piccola fiera e lui mi
prese in braccio e mi mise su un pony. Fu un gesto da poco, probabilmente
lui se ne sarà dimenticato cinque minuti dopo, ma grazie a quel momento ho
riservato un posto speciale per lui nel mio cuore. I bambini sono fatti
così, le piccole cose significano tanto e per me quel momento significò
tutto. È stata la prima e l'ultima volta in tutta la mia vita, ma mi ha
fatto stare bene su di lui e sul mondo intero.
Ora sono padre anch'io, e mi capita di pensare ai miei figli, Prince e
Paris, e su quanto desideri che pensino a me quando saranno cresciuti.
Vorrei che ricordassero quanto li abbia voluti sempre vicini a me ovunque
andassi, quanto abbia cercato di metterli davanti a qualsiasi altra
priorità. Ma dovranno affrontare molti ostacoli. I miei figli sono
costantemente inseguiti dai paparazzi, e non hanno sempre l'opportunità di
andare al parco o al cinema con me. E se una volta cresciuti ce l'avranno
con me? Quanto influiranno le mie scelte sulla loro gioventù? Perché non
abbiamo avuto un'infanzia normale come tutti gli altri?, potrebbero
chiedermi. Prego che in quel momento i miei figli mi diano almeno il
beneficio del dubbio. Che si dicano, "nostro padre ha fatto del suo meglio,
dato le poche scelte che aveva. Magari non sarà stato perfetto, ma è stato
un uomo caloroso e decente, che ha cercato di darci tutto l'amore del
mondo".
Spero che si concentrino sempre sulle cose positive, sui sacrifici che
faccio per loro, invece di criticarmi per le cose a cui dovranno rinunciare
o per gli errori commessi durante la loro crescita.
Siamo tutti figli di qualcuno, e sappiamo che per quanto uno si sforzi, gli
errori ci saranno sempre. Fa parte dell'essere umano. Quando penso a
questo, a quanto speri che i miei figli non mi giudichino male e che mi
perdonino, mi ritrovo a pensare a mio padre e, malgrado ciò che ho detto
poco fa, sono costretto a pensare che mi ha dovuto amare. Mi amava, e io lo
sapevo. Erano delle piccole cose che me lo dimostravano. Quando ero
piccolo, ero molto goloso - lo eravamo tutti. Andavo matto per le ciambelle
glassate e mio padre lo sapeva. Così, ogni tanto scendevo giù in cucina e
sulla dispensa trovavo una busta con dentro le ciambelle glassate - nessun
biglietto, nessuna spiegazione - solo le ciambelle. Era come Babbo Natale.
Certe volte, avevo voglia di rimanere sveglio la notte per vederlo
lasciarle lì, ma proprio come Babbo Natale, non volevo rovinare la magia
per paura che non l'avrebbe più fatto. Mio padre le lasciava lì nel mezzo
della notte, perché non voleva che qualcuno lo cogliesse nel suo punto
debole. Aveva paura delle emozioni umane, non capiva o non sapeva come
gestirle. Ma c'erano le ciambelle. Se do libero sfogo alla memoria, mi
vengono in mente altri ricordi, ricordi di piccoli gesti, che, anche se
imperfetti, provano come facesse ciò che poteva.
Dunque, sta sera, piuttosto che focalizzare la mia attenzione su quello che
mio padre non ha fatto, voglio sottolineare tutte le cose che ha fatto e
sulle sue sfide personali. Voglio smetterla di giudicarlo. Ho iniziato a
riflettere sul fatto che mio padre è cresciuto nel sud, in una famiglia
molto povera. È cresciuto durante la Depressione e suo padre, che lavorava
tutto il giorno per dar da mangiare ai figli, non dimostrava molto affetto
alla sua famiglia ed ha cresciuto mio padre ed i suoi fratelli con un pugno
di ferro. Chi potrebbe immaginare come deve essere stato per un uomo di
colore crescere nel sud, privato di dignità, senza alcuna speranza,
cercando disperatamente di diventare un uomo in un mondo che ti vede come
subordinato?
Sono stato il primo cantante di colore il cui video è stato trasmesso su
MTV ed è stato un grande evento. E stiamo parlando degli anni 80!
Mio padre si trasferì in Indiana ed ebbe una famiglia numerosa, lavorava
tantissime ore al giorno in acciaieria, un lavoro che uccide e umilia lo
spirito, tutto solo per mandare avanti la sua famiglia. Cosa c'è di strano
se aveva difficoltà ad esternare i propri sentimenti? C'è forse qualcosa di
strano se ha voluto indurirsi, costruire delle barriere emozionali? E
soprattutto, non c'è da stupirsi se ha spinto i propri figli verso il
successo, così che non avessero una vita indegna e povera, che lui
conosceva benissimo. Ho imparato a vedere la severità di mio padre come una
forma d'amore, magari non giusta, ma comunque amore. Mi ha spinto perché mi
amava, perché voleva che nessun altro dovesse patire ciò che aveva patito
lui. E ora, col tempo, l'amarezza ha lasciato il posto alla grazia. Più che
rabbia, sento assoluzione, più che una rivincita voglio riconciliazione. E
la rabbia iniziale ha lasciato il posto al perdono.
Quasi dieci anni fa, ho fondato un'associazione, la Heal The World. Il nome
era qualcosa che sentivo dentro. Non sapevo in realtà che, come poi mi ha
fatto notare Schmuely, queste parole sono il fondamento della profezia del
Vecchio Testamento.
Se credo veramente che questo mondo possa essere sanato, nonostante a
tutt'oggi sia ancora angustiato dalle guerre e dai genocidi? Penso davvero
che i nostri bambini possano essere guariti, malgrado vadano a scuola
armati e sparino ai propri compagni, come è successo alla Columbine, o
picchino a morte un povero barbone indifeso, come è capitato a Jamie Bulger?
Certo che ci credo, altrimenti non sarei qui sta sera.
Ma tutto ha inizio dal perdono, perché sanare il mondo significa risanare
se stessi, e per guarire i bambini, prima di tutto dobbiamo ritrovare il
bambino che è in noi.
In quanto adulto, e in quanto genitore, mi sono reso conto che non posso
essere un uomo completo, o un genitore capace di amare incondizionatamente,
se prima non metto da parte i fantasmi della mia infanzia. Ed è questo che
vi chiedo sta sera. Vivete secondo il 5° comandamento. Onora i tuoi
genitori e non li giudicare. Dai loro il beneficio del dubbio. È per questo
che voglio perdonare mio padre e smetterla di giudicarlo. Voglio
perdonarlo, perché voglio un padre e questo è l'unico che ho. Voglio
buttarmi dietro il peso del passato, voglio essere libero di iniziare un
nuovo rapporto con mio padre, per il resto della mia vita, incondizionato
dai fantasmi del passato.
In un mondo pieno di odio, dobbiamo ancora provare ad amare. In un mondo
pieno di rabbia, dobbiamo provare ancora ad amarci. In un mondo pieno di
disperazione, dobbiamo ancora provare a sognare. In un mondo pieno di
sfiducia, dobbiamo ancora crederci.
A tutti coloro che si sentono abbandonati dai propri genitori, chiedo di
mettere da parte il proprio disappunto. A tutti quelli che si sentono
maltrattati dai propri padri e dalle proprie madri, chiedo di non
continuare a farsi del male. Infine, a tutti coloro che vorrebbero
allontanare i propri genitori, chiedo di porgere loro una mano.
Vi sto chiedendo, mi sto chiedendo, di amare i propri genitori
incondizionatamente, così che possano imparare ad amare da noi, i loro
figli. Così che finalmente l'amore possa ritornare a regnare in un mondo
desolato e sperduto.
Una volta, Schmuely mi ha parlato della profezia biblica secondo cui
verranno un mondo e un tempo, in cui "i cuori dei genitori verranno
risanati attraverso i cuori dei loro figli".
Amici miei, noi siamo quel mondo, non siamo quei bambini.
Mahatma Gandhi ha detto: "Il debole non è in grado di perdonare. Il perdono
è un attributo dei forti".
Sta sera, siate forti. Dovete essere più forti che mai, dovete vincere la
sfida più importante - ricostruire quel legame rotto.
Dobbiamo superare qualsiasi tipo di difficoltà la nostra infanzia possa
averci creato e, detta nelle parole del Rev. Jesse Jackson, perdonarsi a
vicenda, redimersi gli uni con gli altri e andare avanti. Questo richiamo
al perdono non può sicuramente cambiare le cose da un momento all'altro, ma
almeno è un inizio, e il risultato è che tutti ci sentiremo meglio.
Quindi, signore e signori, voglio concludere questo mio discorso con la
fede, la gioia e l'entusiasmo.
Da oggi in poi, possa il mondo ascoltare un nuova melodia.
Lasciate che questa melodia sia il suono dei bambini che sorridono.
Lasciate che questa nuova melodia sia il suono dei bambini che giocano.
Lasciate che questa nuova melodia sia il canto dei bambini.
Lasciate che questa nuova melodia sia il l'ascolto dei genitori.
Insieme, creeremo una sinfonia di cuori, gioendo del miracolo dei nostri
bambini e riempiendoci della bellezza dell'amore.
Saniamo il mondo e cancelliamo il suo dolore.
Fa che tutti possiamo cantare insieme una meravigliosa canzone.
Dio vi benedica tutti, e vi voglio bene."
http://youtu.be/PiIP5i1jtEU https://www.youtube.com/watch?v=hnkzSb7DoDo
Il mio breve incontro con Michael Jackson
Fonte: Jonas Maxwell (2013)
Fotografia autografato da Michael Jackson durante la sua visita 2008 al Centaur Gallerie d'arte a Las Vegas.
Il mio capo è venuto nel mio ufficio un giorno e, di punto in bianco, mi ha detto, "Stiamo chiudendo la galleria verso il basso." Ero un po 'stordito. Sapevo che l'economia era male, ma ho pensato che avevamo fatto bene. Poi mi ha detto la vera ragione. "Michael Jackson vuole fare shopping."
A quanto pare, un socio di Jackson aveva chiamato il nostro presidente, poi torna alla galleria per incontrarsi con lui. Sono venuti a un accordo così abbiamo chiuso le nostre porte e abbiamo aspettato. Circa due ore più tardi, le nostre porte posteriori aperte e arriva Michael, tre soci, tre figli, e la nostra scorta. Michael era vestita in giù - pantaloni scuri, una felpa scura con un cappuccio tirato sopra la testa, una mascherina chirurgica, e scarpe da ginnastica. Nessun guanto.
Ho soggiornato nel mio ufficio, ma posso vedere l'intera galleria sui monitor di sicurezza. Ho guardato come Michael, che regge due delle mani dei suoi bambini ', entrai nel retro della galleria e ha iniziato la navigazione attraverso l'arte. Inizialmente, i chidren stati proprio con Michael, e sono rimasto colpito da quanto Michael si sarebbe piegato al loro livello per sentire quello che avevano da dire, e parlare con loro. Diede loro tutta la sua attenzione.
Mentre si facevano strada attraverso la galleria, hanno cominciato ad avvicinarsi alla zona anteriore, che è tutta di vetro. La nostra preoccupazione era che i visitatori del centro commerciale avrebbero riconosciuto Michael, e le cose potrebbero andare fuori controllo. Ho continuato a guardare da vicino come Michael sembrava di essere sempre troppo vicino alle finestre di vetro. Michael tornato in galleria, e ho potuto respirare di nuovo. A proposito di questo tempo, i suoi figli a quanto pare è diventato annoiato con l'arte, scivolato in una piccola stanza di osservazione al centro della galleria, seduti sul divano, e parlavano.
E 'poi venuto in mente che abbiamo avuto un paio di piccoli dipinti dell'artista Steve Kaufman, che aveva appena completato diverse apparizioni personali in galleria per l'inaugurazione della sua mostra del 2008. Ho pensato che sarebbe bello dare uno dei dipinti a ciascuno dei figli. Ho scelto tre su e uscii nella galleria per trovare i bambini. Appena fuori dalla camera di osservazione è stato uno dei collaboratori di Michael. Gli ho detto che volevo dare ai bambini un dono, e lui mi ha fermato. "Dovrò verificare con il proprio padre prima," ha detto. Prese uno dei dipinti e si allontanò.
Fino a quel punto, non era venuto in mente che i tre bambini erano Michael. Mi sentivo un pò stupido a quel punto dato che Michael poteva permettersi qualsiasi cosa i bambini volevano, e stavo dando loro queste piccole tele. Un minuto o due dopo, il socio è tornato e mi ha dato la luce verde. Entrai nella stanza di osservazione, consegnato ad ogni bambino un dipinto, e ha iniziato a raccontare loro l'artista. Le loro espressioni erano impagabile - proprio come ci si potrebbe aspettare da ogni bambino. I loro volti hanno detto "Allora ...?" Loro non sapevano che Kaufman era, e non sembrano cura.
Poi Michael entrò nella stanza. "Grazie, grazie mille, grazie, grazie mille ...", ripeté, chinando leggermente con le mani in una posizione di preghiera. Era all'interno di due piedi. Avrei potuto facilmente esteso la mia mano, ma non l'ho fatto. Questo non è il motivo per cui ero lì. Le mie intenzioni erano di lasciare in pace Michael in modo da poter fare acquisti, e dare ai piccoli dipinti ai bambini. Più tardi, mi è stato detto che i gesti della mano di Michael erano il suo modo di evitare la stretta di mano, quindi mi sentivo bene che non mi imbarazzo o di noi. (vedi nota in fondo)
Tornai al mio ufficio e Michael continuato a negozio. Ho guardato come Michael avventurato fino in fondo la zona di ingresso anteriore per guardare LeRoy Neiman art. Era a pochi metri delle porte di vetro. Ero più che un po 'preoccupato. Ma sono rimasto in ufficio a guardare. I suoi soci sono stati sempre vicino. I bambini alloggiato nella camera di osservazione.
Ho iniziato a cercare su internet per una foto di buona qualità di Michael, nel caso in cui ho avuto l'opportunità di ottenere il suo autografo. So che animatori apprezzano sempre complimenti per il loro lavoro, ma molti a cuore anche la loro privacy. Ho la tendenza a rispettare che la privacy, ma ho pensato di prenderti la foto per ogni evenienza. Ho stampato la foto sulla mia stampante Canon i860 con inchiostro OEM.
Dopo che Michael aveva finito il suo shopping, tutti cominciarono a uscire dalla porta sul retro, vicino al mio ufficio. Mentre Michael è venuto attraverso la porta, mi precipitai e gli ho chiesto se aveva il tempo per un rapido autografo. Lui era gentile, ha preso la Sharpie e appunti con la fotografia su esso, e ha firmato un grande, bellissimo firma (che è illeggibile, tranne per l'anno - 2008 - a quanto pare perché la fotografia non era recente).
"Amo la tua musica," dissi, come Michael e il suo entourage si allontanarono.
"La ringrazio molto," Michael rispose. Credo che sul serio.
Michael e io sono circa la stessa età. Ricordo poco Michael quando il "Jackson 5" ha debuttato. Mi è stato re-introdotto il "Jackson 5" e il loro incredibile talento, in particolare quella di Michael, molti anni dopo, quando sono stato assunto per trascrivere il dialogo dai vecchi episodi di della televisione Soul Train per la traduzione in altre lingue per syndication all'estero. Tali spettacoli dei primi anni di Soul Train presenti molti grandi talenti dei primi anni Settanta, tra cui il "Jackson 5", e più tardi Michael come artista solista. E 'stato un vero piacere da pagare per ascoltare e guardare Michael ei suoi fratelli eseguire.
La nostra generazione guardò Michael è cresciuto, ha trionfato, inciampato, sofferto, e si ritirò. Ha vissuto una vita che pochi altri capiranno, e molti condannano. Ha avuto più della sua parte di sfide.
Ho avuto solo un breve periodo di tempo per guardare Michael con i suoi figli in un ambiente relativamente personale, e solo pochi minuti per parlare con lui. Qualunque Michael fosse o meno, ha fatto una buona prima impressione su di me. Quello che penso che ho imparato nella mia breve incontro con Michael era che 1) era umile e con i piedi per terra, 2) era un premuroso, padre attento e 3) era grato per le benedizioni che aveva ricevuto nella sua vita .
Grazie, Michael, per la musica, la danza, la moda, la cultura, e le lezioni. RIP
Per saperne di più e vedere il video:
Nota: L'autore di questa storia è stata tristemente disinformato che Michael non piaceva a stringere la mano. Egli ha ammesso il suo errore nel commento originale. Michael strinse la mano non solo con le persone, ma abbracciava e li baciava pure. Lui è sempre stato molto affettuoso per i suoi fan.
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IL MIO INCONTRO CON MICHAEL JACKSONDISNEYLAND, 1992
.era giugno 1992..io avevo 20 anni, michael 33...doveva farne 34 tra due mesi...
ero in giro per disneyland (la mia amica sapeva che c'era, mi ha portato li apposta)...come mi sono accorta che c'era lui sono impazzita. letteralmente. lui era circondato da tantissima gente, troppa...non riuscivo nemmeno a vederlo. intorno a lui si era raggruppata una folla delirante che pregava per un autografo o per un semplice saluto con la mano. ma a me quello non sarebbe bastato...lui era a pochi metri da me e non potevo permettere di farlo andare via senza prima averlo salutato. allora, con la mia testardaggine, come sempre, ho iniziato a stressare una sua guardia del corpo (credo almeno fosse una guardia, ricordo che era un omone altissimo) non so quante volte...e ogni volta ricevevo un no secco. io ero disperata, ma quando mai mi sarebbe capitato di incontrare l'amore di una vita un'altra volta?no, non potevo. non potevo farmi una cosa del genere. ho continuato a inistere per molte altre volte ancora...mi inventavo di tutto pur di vederlo...finchè ad un certo punto la guardia si era letteralmente scocciata di avermi tra i piedi e me l'ha fatto incontrare.
cavolo ragazze, mi tremano le mani e raccontarlo......
.....vabbè....
michael era dentro a una specie di recinto, con intorni vari pupazi di disneyland (o quelli erano fuori, non lo ricordo più)...era sotto un albero,e lui era li....io ho scavalcato il recinto di fretta e me lo sono trovata li...no, impossibile spiegare quello che ho provato dentro..mi era esploso il cuore, il sorriso di michael ti faceva letteralmente espldere il cuore, qualcosa dentro scoppia quando lui ti guarda...
cappello nero, rayban scuri a specchio, codino suo classico, camicia rossa, pantaloni neri e scarpe nere.bellissimo...perfetto, era proprio lui, e io non ci credevo. non ho fatto niente, sono rimasta zitta, non mi usciva nemmeno una parola, niente, ti toglie il fiato.immobile. poi sono scoppiata in un pianto tremendo, piangevo e piangevo e singhiozzavo. lui si è tolto il cappello, si è avvicinita a me, mi ha preso il viso e mi ha baciato. continuavo a piangere e lui mi ha detto "no no no, non fare così...io sono solo michael, non un dio" e io gli ho detto che lui invece per me era il mio dio, era quello in cui credevo io, il mio principio di vita...gli ho detto "ti amo, ti voglio, il mondo ti ama" e lui ha risposto "e io amo il mondo" poi mi ha abbracciata forte, mi ha toccato i capelli o mi hanno portato via....
io non so come descrivere le sensazioni..ma sono certa di una cosa sola...che , a parte la nascita di mia figlia, io non ho mai provato una sensazione così forte. posso assicurare che nessun uomo mi ha mai baciato, abbracciato e toccato come lui ha fatto...e che non esiste uomo più meraviglioso di lui su tutto il pianeta.
di maddy72
IL REGISTA ROB COHEN RICORDA IL GIOVANE MICHAEL
"Era un ragazzo talmente sensibile che quando uscivamo per cenare-era un vegetariano-si scusava con ogni verdura prima di mangiarla. Ordinava verdure cotte al vapore e diceva letteralmente, "Mi dispiace Sig. Carota" e "Mi dispiace Sig. Broccolo." Era così empatico con le persone e tutti gli esseri viventi-questo è quello che realmente ricordo di più di Michael, anche più del suo modo di ballare e cantare. Quando parlavi con Michael, sentivi davvero che riusciva a provare quello che stavi provando.
Ricordo la sessione di registrazione di una sera per "Ease On Down The Road" con Quincy (Jones) che buttava giù le tracce. Michael era lì con Diana (Ross) e Diana cantava la sua parte poi era la volta di MJ, "OK, Michael inseriamo la tua parte". Michael cantò un riff tratto da "Ease On Down The Road" con quella sua voce dolce ed angelica, e gli occhi di Quincy s'illuminarono-non lo dimenticherò mai. Era come guardare un leopardo che punta una capra. Quincy era semplicemente incredulo. E da quel momento in poi quei due furono uniti, e presto proseguirono col realizzare insieme "Off The Wall" e poi "Thriller", e tutto iniziò lì in quell'istante.
Amava New York. Trovammo a lui e a La Toya un appartamento che si affacciava sulla parte occidentale di Central Park e a volte andavo a prenderlo o ad accompagnarlo e notavo sempre un sacco di cassette d'acqua Perrier.
Finalmente, chiesi, "Michael, come mai tutta st'acqua Perrier?" e lui rispose, "Mi piace farmici il bagno. Mi piacciono le bollicine." Di tanto in tanto, riuscivo a convincerlo ad uscire con me durante una sera del week-end per andare allo Studio 54 dove ci recavamo sempre con un bel gruppo di modelle. Lui scendeva in pista ed incendiava il posto. Possedeva già quei movimenti, capisci? Non li inventò semplicemente per i suoi video. Allora non li aveva perfezionati, ma faceva già le giravolte ed il moonwalk, era un piccolo Fosse, un piccolo Astaire.
Non aveva alcuna idea dell'effetto che già allora avesse sulle persone. A fine serata, tornavamo alla limousine e gli dicevo, "Michael, ti rendi conto che saresti potuto tornare a casa con questa o quell'altra ragazza? Perchè non porti nessuna di queste ragazze con te?" e lui rispondeva, "Davvero? Pensi davvero che possa piacerle?"
Fonte:
TESTIMONIANZA DI DOUG LEWIS, CHE HA FATTO PARTE DELLA TROUPE DEL VIDEO “SCREAM”
Avrei dovuto farmi avanti con questo anni fa ... è stato il mio piccolo segreto per troppo tempo, ma ora rompo il mio silenzio e rendo pubblico il fatto che anche a me Michael Jackson ha tenuto la mano...
L'incidente ebbe luogo presso gli Universal Studios durante le riprese del video musicale, Scream, con Michael e sua sorella Janet. Non troppo tempo prima avevo incontrato Michael mentre lavorava alla messa in scena e alle prove del Dangerous Tour.
Sia Mark Romanek, il regista di Scream, che Tom Foden, lo scenografo, erano intransigenti perfezionisti. E' stato un vero piacere lavorare con entrambi su numerosi progetti. Nel mondo del cinema, lavorare con persone con le idee chiare è molto meglio che lavorare per coloro che non hanno il quadro d’insieme. In questo particolare caso stavo lavorando con il settore artistico guidato da Tom Foden. Gli altri membri del settore artistico includevano Dana Garman, Richard Berg, Jamie Vickers, Paulie Pietsch, Mark Brooks, solo per citarne alcuni.
E’ possibile che il video Scream sia stato il video più costoso mai realizzato, credo che il totale del bilancio di produzione e post-produzione è stato vicino a 8,3 milioni di dollari. E posso dirvi che il settore artistico ne ha avuto una buona parte, forse la metà. I set occupavano tre enormi palchi agli Universal Studios di Los Angeles, con oltre una dozzina di set piazzati in questi tre palchi. Una volta iniziate le riprese, il mio ruolo è stato di 'camerinista sul set' (il camerinista è l’incaricato, in teatri e studi di posa o televisivi, del servizio e dell’assistenza agli attori nei camerini, ndt) , fondamentalmente il 'rappresentante del reparto artistico' che rimane sul set in ogni momento come il 'volto' del reparto artistico. Per la natura stessa del suo ruolo, il camerinista sul set interagisce strettamente con l’artista, mentre è sul set.
È stato un lavoro pazzesco, non c'è dubbio. Tre palchi, più di una dozzina di set, venti giorni di riprese.
Il primo giorno di riprese ci dovevamo presentare alle sette di mattina, tranne Michael che è stato trattenuto fino a metà pomeriggio. Poi il tempo di pettinarlo e truccarlo, portarlo sul set e prima di poter iniziare erano le 16:30. E’ diventato subito chiaro che si sarebbe girato di notte per i successivi venti giorni. Era anche chiaro che a Michael piaceva così... cioè lavorare di notte.
Infine ci mettiamo al lavoro. Michael fa il suo ingresso e Mark gli spiega la scena. Il primo filmato che giriamo con Michael è di lui che balla su uno dei molti sfondi bianchi che si vedono nel video. Michael trova la sua posizione, a circa due metri dalla macchina da presa, fa un paio di riprese, poi accenna che il pavimento (linoleum vinile bianco) era sdrucciolevole. Entro con i miei strumenti, una lana fine di acciaio inox, uno straccio e una bottiglia di 'liquido speciale', strofino un po’ il pavimento con la lana e faccio un passo indietro. Mark esce da dietro la macchina da presa, guarda la mia opera quindi chiama Tom, prima mi chiede se abbiamo perso l’effetto 'lucido'. Io dico di no, dò una spruzzata veloce con il liquido speciale e si asciuga in un baleno. Quando mi alzo dalla mia posizione in ginocchio Michael mi sorride e dice: "Mi ricordo di te dalla prova generale del tour". Io dico: "E’ vero", e lui mi chiede come stanno i miei bambini, io dico, "Stanno benissimo". E poi tutto è tornato alla normalità, Michael fa il suo pezzo e noi abbiamo iniziato bene.
Come previsto, l’orario di convocazione è stato spostato dalle 7 di mattina alle 4 di pomeriggio e abbiamo lavorato ogni notte fino alle 4 o alle 6.
Nelle ultime ore dell'ultima notte di riprese ci siamo trasferiti sul set 'zen'. Questo è stato l’ultimo giorno, l’ultimo set, l’ultima serie di riprese. Il settore artistico aveva apportato gli ultimi ritocchi al set prima che Michael prendesse il suo posto sul podio zen al centro del set. Michael ha contemplato la scena e ha commentato la bellezza del set . Era molto rilassato ed era ovvio che gli piacesse stare seduto nel mezzo di questo tempio provvisorio.
Quando Mark ha chiesto che un pezzo di soffitto venisse tagliato, ho preso una scaletta, sono salito in cima e ho iniziato a tagliare. In un momento sfortunato la sega portatile mi è scivolata e ha amputato un terzo del mio dito anulare sinistro. Senza dire una parola, ho preso lo straccio nella mia tasca posteriore, ci ho avvolto il mio dito, sono sceso dalla scala ed ho lasciato il set. Uscendo ho superato Tom e gli ho mostrato quello che è successo. Tom mi ha scortato fino al bordo del set e mi sono steso sul cemento. Non ci è voluto molto tempo prima che la troupe al gran completo formasse un semicerchio intorno a me e mi guardasse. I ragazzi masticavano il loro chewing-gum. Erano le 3 del mattino. Ok?
All'improvviso la folla si è aperta ed è apparso Michael. Sta lì per un momento, piegato su di me, guardando giù. Guarda la mia mano sinistra sollevata in aria e poi mi guarda. Poi, all’improvviso, è in ginocchio al mio fianco destro, prende la mia mano destra e la tiene nella sua. Mi guarda dritto negli occhi e mi dice quanto fosse dispiaciuto, continua a ripetere quanto gli dispiace, i suoi occhi si sono riempiti di lacrime e mi ha tenuto la mano fino a quando è arrivata l'ambulanza e mi ha portato via.
La settimana successiva ero a casa in convalescenza e iniziarono ad arrivare i doni da parte di Michael e Janet, cose raffinate e belle: saponi di qualità, un accappatoio, dell’incenso, un biglietto. Comunque, questa è la mia storia. Anche a me Michael Jackson ha tenuto la mano. Michael, se leggi questo, grazie per esserti preoccupato per me.
Fonte:
Miliardario cinese prevede di trattare NY Poor To Lunch, dare loro 300 dollari e cantare "We Are The World" - 25 Giugno
Fonte: New York Observer - By Esti Jungreis / IBT-By Hannah Osborne / All Things Michael
Basta chiamarlo papà Warbucks.
Secondo il New York Post , Chen Guangbiao, 45 anni, miliardario cinese, aprirà le sue tasche a 1.000 "poveri e bisognosi" newyorkesi il 25 giugno. Mr. Guangbiao ha offerto trattarli a pranzo al Boathouse in Central Park, dare ciascuno 300 dollari, e anche cantare per loro.
Che sarà lui a cantare in inglese la sua interpretazione del 1985 Michael Jackson e Lionel Richie hit "We Are The World," contro la fame nel mondo.
"Filantropi statunitensi donati ai disastri della Cina, perché non possiamo aiutare i poveri negli Stati Uniti?" Mr. Guangbiao chiesto al South China Morning Post.
"Voglio diffondere il messaggio negli Stati Uniti che ci sono buoni filantropi in Cina, e non tutti sono spendaccioni folli sui beni di lusso", ha detto.
"Non posso sopportare la vista di esso, perché tutto quello che fanno è pazzia sui beni di lusso, gioco d'azzardo e prostituzione e pochissimi di loro sinceramente all'altezza delle loro responsabilità sociale. Sto cercando di stimolarli a fare del bene. "
Per aumentare la consapevolezza del suo atto di carità, signor Guangbiao acquistato un annuncio a piena pagina nel Lunedi tempi chiedendo America "poveri e gli indigenti" a lui la posta elettronica a weishanzuile@hotmail.com per garantire uno dei luoghi più ambiti.
In l'annuncio, il signor Guangbiao si paragona a Lei Feng, un soldato di 21 anni che è morto come parte dell'Esercito di Liberazione del Popolo nel 1962, e che è stato descritto come un martire cinese.
"Chen è l'imprenditore ambientale famoso che incarna lo spirito di Lei Feng. Per molti anni è stato un leader nel riciclaggio, demolizione e riutilizzo dei materiali da costruzione di rifiuti ", si legge l'annuncio, probabilmente disegnato dal miliardario stesso.
Solo una domanda: può il Central Park Boathouse anche adatti a questo 1000 partito persona?
Chi è Chen Guangbiao?
Chen, 45 anni, è uno dei Cina 400 persone più ricche. Ha fatto la sua fortuna nel settore del riciclaggio con la Jiangsu Huangpu Renewable Resources Ltd.
Tuttavia, egli è meglio conosciuto per le sue imprese eccentrici e filantropiche. All'inizio di quest'anno ha lanciato senza successo un tentativo di comprare il New York Times. Ha anche detto che avrebbe accontentarsi del Wall Street Journal, se riuscirci.
Parlando al SCMP, ha detto che stava cercando di tornare negli Stati Uniti per comprare la sezione opinione del New York Times ', invece: "Sarebbe una pagina bilingue, in cinese e inglese, e il contenuto sarebbe la mia chiamata. Sarebbe merito ambientale tutela e della carità. "
Chen ha anche colpito i titoli a gennaio per la sua impressionante biglietto da visita, trapelate da Business Insider . Alcuni dei suoi successi elencati includono:
Persona più influente della Cina
La maggior spicco Filantropo della Cina
Cina morale leader
China Earthquake Rescue Eroe
La maggior parte ben noto e Amato Role Model cinese
Più carismatico Filantropo della Cina.
Ha aggiunto che era "bravo a lavorare con gli ebrei", mentre si discute il suo potenziale acquisto del New York Times.
Chen è anche conosciuta in tutto il mondo per la sua "aria compressa", che vende per 5 yuan (0,80 dollari). "Ogni giorno, stiamo respirare i fumi di scarico delle automobili", ha detto Sina News Cina "Ed ora abbiamo privo di inquinamento dell'aria di vendere - un beneficio . alla salute di tutti e longevità "
chen-Guangbiao (1)
Per saperne di più
Kobe Bryant (cestista dei Los Angeles Lakers) parla del suo rapporto con Michael Jackson in una sua intervista recente con Adrian Wojnarowski.
Bryant, che ha parlato di Jackson poco dopo la sua morte nel 2009, ha descritto il Re del Pop come il suo mentore, e ha detto di dovere la sua tenacia agli insegnamenti di Michael.
"Può sembrare strano, ma è la verità. Sono stato molto infuenzato dalla preparazione di Michael Jackson. Parlavamo sempre di quanto si preparasse per fare musica, per i concerti. Mi insegnò quello che faceva: come ha fatto "Thriller" e "Bad", tutti i dettagli che sono serviti per farli.
Erano le conferme di cui avevo bisogno per sapere che dovevo concentrarmi su quello che facevo e mai esitare. Perchè quello che faceva, e come lo faceva, era straordinario. Mi ha aiutato ad arrivare ad un livello tale da vincere tre titoli, grazie alla mia preparazione.
Questa mentalità che ho maturato, non è solo preparazione atletica. Non viene da Michael Jordan. Non viene da altri atleti. Viene da Michael Jackson.!
Dopo che Jackson morì, Bryant ha scritto un tributo per Time, dicendo che Jackson lo incoraggiava a migliorare.
Si è anche offerto di ospitare il suo matrimonio al Neverland Ranch.
"Oltre al genio che era, era davvero una persona buona e genuina. Era veramente una buona persona, era eccezionalmente brillante, talentuoso e pieno di energia. Mescolate tqueste cose insieme: questo era Michael Jackson".
Fonte:
“SOPRATTUTTO,MICHAEL ERA AMORE”
“Michael era il mio idolo. E' stato come un padre per me, quando mio padre è morto. E' strano vivere senza di lui. Io non sarò mai più lo stesso e non so se riuscirò mai a superare questa perdita. E' come perdere il proprio compagno, qualcuno che si è sempre pensato che ci sarebbe stato sempre. Non è giu...sto. Significava molto per me.
Mi sento una persona diversa da quella che ero prima di giovedì, mi sento intontito, perso. E' stato un buon amico per così tanti anni. Faccio tesoro del tempo che ho trascorso con Michael. Andavamo a fare shopping insieme, andavamo a Disneyland, a fare gite, passavamo il tempo a casa di papà. Lui veniva e ci accampavamo a casa di mio padre per un po'. Mi piaceva parlare di musica, mangiare insieme e divertirmi con Michael. Eravamo buoni amici, questo è il modo migliore in cui posso definirlo. Lui era sempre lì per me quando avevo bisogno di lui, e mi piace pensare che anch'io ero sempre lì per lui.
In realtà non ho un ricordo solo di Michael che sia più importante degli altri. E' difficile trovarlo quando si è stati amici per così tanto tempo. I miei migliori ricordi sono il tempo che abbiamo trascorso a parlare, lui che mi abbracciava, buone conversazioni, e quando lo facevo ridere, mi piaceva molto farlo ridere. Potevo dirgli delle cose, solo poche parole all'orecchio, e ottenevo una risata da lui. E accidenti, aveva una risata contagiosa.
Soprattutto, Michael era una persona molto premurosa. Aveva un sacco di amore nel suo cuore. Si preoccupava per tutti, in particolare per la gente per strada. Non era pieno di sé, non si sentiva superiore e cercava di trovare il tempo per tutti, perché non voleva ferire i sentimenti di nessuno. Se pensava di aver fatto qualcosa di sbagliato ne era turbato. Aveva più amore di chiunque io conosca. Il Michael che vedevo tutti i giorni era uno che amava i suoi figli. Erano il suo obiettivo principale. Era un uomo molto impegnato, ma ha sempre fatto in modo che i bambini venissero accuditi.
Quanta gente non si rende conto di che buon uomo d'affari fosse Michael. Il tour che stava pianificando ne è un perfetto esempio. Era un perfezionista e sapeva esattamente cosa voleva e come ottenerlo. Tutto quanto riguardava il tour doveva essere approvato da Michael. Solo perché non è stato in tv o in pubblico di recente, non significa che non fosse impegnato e attivo. Un sacco di persone hanno ipotizzato che fosse veramente stressato dal tour, ma non credo che lo fosse. Erano le stesse procedure che aveva fatto per i tour precedenti.
Ho pensato se ci sono delle somiglianze tra Michael e il mio papà, e non ne trovo neanche una. Avete mai sentito "gli opposti si attraggono"? Credo che questo spieghi la loro amicizia. Non avevano assolutamente nulla in comune, ma quando erano insieme non si riusciva a separarli. Lui amava mio padre, e hanno trascorso molti giorni insieme a casa di papà e a Neverland. Erano molto intimi. Michael è stato determinante nell'aiutare mio padre durante gli ultimi anni della sua vita. Per questo sarò sempre in debito con lui. Papà aveva difficoltà a respirare nei suoi ultimi giorni, ed era sotto ossigeno per gran parte del tempo. Amava stare all'aria aperta, per cui Michael lo invitava a Neverland. Papà conosceva tutti gli alberi lì, ed i fiori, ma essendo sotto ossigeno era difficile per lui andare in giro e vederli tutti, è un posto così grande. Perciò Michael gli ha fornito un golf-kart con una bombola di ossigeno portatile in modo da poter andare in giro a godersi Neverland. Andavano semplicemente in giro, Michael Jackson, Marlon Brando e una bombola di ossigeno su una golf-kart.
Alcuni dei migliori momenti che ho trascorso con Michael erano quando stavamo seduti su una panchina nella Main Street di Disneyland. Stavamo solo seduti a guardare la gente. A volte Michael era travestito per non farsi riconoscere, ma lo riconoscevano sempre. Quando era di cattivo umore o un po' giù, gli dicevo solo: "Michael, la panchina" e bastava per fargli cambiare umore. Se sapevo che voleva divertirsi, o semplicemente scappare, dicevo "andiamo alla panchina", e andavamo.
Naturalmente Michael Jackson in un luogo pubblico come Disneyland era destinato ad attirare folle di gente, e a volte c'era la sicurezza del parco con noi. Ma loro non erano lì per proteggere Michael, erano lì per proteggere la folla. Non era mai davvero interessato a se stesso, ma che qualcuno potesse farsi male nella calca di gente che voleva vederlo. La gente semplicemente impazziva quando vedeva Michael Jackson.
Michael raramente piangeva, ma credo che sarebbe in lacrime per la reazione alla sua morte. Lui sarebbe sopraffatto e felice che così tanto dell'amore che ha dato gli sia stato restituito dalla gente che amava. Penso che prenderebbe un respiro profondo e direbbe solo grazie. La famiglia sta ancora pianificando il funerale, ma penso che Michael avrebbe voluto che fosse una festa. Vorrebbe tutti lì. Amava i suoi fans. Sono stato insieme a grandi star del cinema, ma i fan di Michael non sono semplici fan. Lui sapeva che i fan sono stati coloro che lo hanno reso quello che era, e non vorrebbe lasciare nessuno fuori. Ovunque andasse, i fan c'erano. Mi diceva che i fan sapevano sempre quello che stava facendo. Io non credo che qualcun altro abbia mai avuto fan del genere. Perciò Michael avrebbe voluto un funerale che includesse i suoi fan e li rendesse felici Lui avrebbe voluto dire: "Sono ancora con voi e saremo sempre insieme". Lui era felice, e voleva rendere felici tutti intorno a lui. Alla fine, lui voleva amare. Soprattutto, Michael era amore”
MEMORIALE DI MIKO BRANDO
TRADUZIONE DI EMANUELA AREZZI
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- La Danza sulla Luna -
Jeffrey Daniel ballerino e coreografo ha collaborato con Michael Jackson nei cortometraggi di “Bad” e “Smooth Criminal”. Ancor prima, nel 1980 Daniel ha insegnato il moonwalk a Michael, e in questa intervista condivide i segreti della danza sulla luna.
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- LA DANZA SULLA LUNA -
(Intervista a Jeffrey Daniel)
By MICHEL DANZER
Il 25 marzo 1983, Michael Jackson ha eseguito il famoso Moonwalk per la prima volta in occasione dello spettacolo televisivo Motown 25th anniversario. La genesi di questo passo di danza ha fatto il giro del mondo.
È nell'ambito dello spettacolo del Soul Train, dove le novità musicali e della danza, decidevano lo stile dei giovani neri americani, che Jeffrey Daniel ha fatto il suo debutto sul palco. Ballerino dal 1975 oltre a cantante del gruppo americano Shalamar, formatosi sotto l'etichetta discografica Soul Train Records, ha impreziosito ogni prestazione Shalamar con questi movimenti acrobatici derivati dalla Street Dance californiana e le sue due più famose formazioni, dei Lockers e gli Electric Boogaloos.
Lungi dal rivendicare la paternità dei passi di danza che Michael farà conoscere come il Moonwalk, Jeffrey Daniel è stato il primo, con i ballerini, Geron “Casper” Candidate e Derek “Cooley” Jackson, nel presentare il movimento al pubblico in uno spettacolo del Soul Train alla fine degli anni '70. I tre ballerini sono stati anche i primi a insegnare questo passo - originariamente definito backslide - a Michael. Jeffrey Daniel ha continuato a collaborare con Michael nel corso degli anni, partecipando alle coreografie dei famosi video clip di Bad e Smooth Criminal. Interlocutore privilegiato, per parlare di Michael e la sua danza, Daniel svela i segreti della genesi del moonwalk e il robot jacksoniano.
- Puoi condividere con noi la genesi di questo movimento, il backslide - o Moonwalk - e come è stato trasmesso a Michael. Jeffrey David: È negli anni '70 in California che il movimento è stato portato per la prima volta da Creepin Sid del Gruppo Street Dancers Electric Boogaloos. Ogni membro dei Boogaloos aveva il suo stile, ma Sid aveva già visto eseguire questo passo da me. Gli Electric Boogaloos sono accreditati per aver creato l'arte del body-popping e a loro sono associati altri famosi passi di danza: il boogaloo rolling, il popping, waving, il backslide.... Tuttavia per quanto riguarda quest'ultimo, i Boogaloos lo hanno appreso dal mio piccolo gruppo. Avevo visto fare quei passi, e poi Casper, Cooley ed io ci abbiamo lavorato tutti insieme. Nella comunità afro-americana, come apparivano nuovi stili di ballo al Soul Train, e prima ancora di esso, tutti dovevano impararli. Ogni nuova tendenza di danza era opportuno saperla ballare e l’interesse di apprenderla imperversava anche nell’ambiente scolastico. E quindi se non le sapevi fare, ma vedevi qualcuno che si esibiva, era sufficiente guardare per imparare. Questo è ciò che abbiamo fatto, e in un certo senso Michael ha agito nella stessa maniera. Avevo già eseguito il Moonwalk - in realtà il vero nome è backslide - nello spettacolo del Soul Train nel 1979. Come fan dei Jacksons, è stata una sorpresa sapere che Michael era interessato alla mia danza. Nel 1980, un giorno Michael è venuto a Disneyland, dove Shalamar teneva un concerto. Lui era con Janet, ed entrambi sono rimasti nel backstage sul lato del palco per guardarmi ballare. Dopo qualche giorno, mi ha chiamato per dirmi che voleva imparare i passi di quella danza. In quel momento Shalamar aveva già in programma un concerto nelle Isole Vergini, e non potevo andare subito da lui. Allora, Casper e Cooley - che sono i miei fratelli di danza – si sono presentati al mio posto. Appena rientrato dalle Isole Vergini, sono andato a lavorare con Michael, perché voleva eseguire il backslide in un modo simile al mio. Ho affinato il movimento, quando durante un’esibizione con gli Shalamar, volevo attraversare il palcoscenico, e per metterlo in atto l’ho accentuato con un effetto di scorrimento. La versione del backslide su cui Michael ed io abbiamo lavorato, non è la stessa di quella che interpretavano i Boogaloos. Il movimento è stato perfezionato. E mentre i Boogaloos lo combinavano insieme ad un altro passo, Michael ed io, lo abbiamo fatto diventare il punto culminante dello spettacolo, come qualcosa per meravigliare davvero il pubblico. Già a quel tempo, per Michael era impossibile andare nei club a vedere i giovani ballare e imparare i loro movimenti. La sua presenza avrebbe causato uno scompiglio, la gente sarebbe impazzita nel vederlo. Perciò non poteva frequentare la vita di strada liberamente come facevamo noi. Michael aveva bisogno di gente come noi per trasmettergli ciò che stava accadendo nella strada. - Cosa ne pensi dei filmati di repertorio anni '50, che circolano su internet in cui si osservano i ballerini che fanno movimenti simili? Come dice il proverbio: non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Personalmente non avevo idea che questa danza fosse stata eseguita già negli anni ’50. L'ho appreso circa un anno fa. Tuttavia non è la stessa danza, anche se c'è lo stesso movimento e lo stesso concetto. Vedere e pensare che tutto questo è stato fatto molto tempo prima, mi ha comunque colpito molto. Ho un grande rispetto per gli artisti del passato come Bill Bailey e i ballerini di tip tap, il mimo Marceau, tutte queste persone di cui non conoscevo il loro lavoro. - Se andiamo indietro nel tempo, possiamo vedere Michael eseguire la danza “del robot” con i Jackson 5 a metà degli anni ‘70. Questo movimento è stato insegnato dai membri del gruppo di danza The Lockers, come alcuni sostengono? Slim The Robot lo conosco molto bene, quindi posso risponderti. Slim è stato membro dei Lockers a cui mi sono ispirato per fare i miei movimenti robot. In principio l’ho studiato molto bene, e ho cercato di apprendere i suoi movimenti e poi li ho messi in pratica. All'epoca, non c'erano le video cassette, quindi bisognava essere presenti lì, a guardare direttamente e poi esercitarsi da soli. Ma il robot eseguito da Michael non è il Robot di Slim. Michael ha sviluppato il suo robot osservando i ballerini che danzano nello spettacolo del Soul Train, come la ballerina Damita Jo Freeman e altri. Il suo stile di robot è molto più vicino a loro che a quello di Robot Slim. Il modo in cui rotea i fianchi e il modo in cui si muove ricorda molto le movenze di Damita, poi ha aggiunto il suo tocco personale. - Hai creato con Michael le coreografie dei cortometraggi Bad e Smooth Criminal. Che ricordi hai di quei momenti? Michael ed io provavamo spesso da soli prima di raggiungere gli altri ballerini. Andavo al suo albergo e si provava fino alle 2 - 3 del mattino o anche più tardi.... Quando si lavora su progetti così estenuanti, è necessario ogni tanto fare delle pause per rilassarsi. Così noi due s'iniziava a scherzare facendo dei movimenti stravaganti, goffi o divertenti, e raccontando barzellette. Ma oltre a questo, Michael era un perfezionista, non diceva mai “Sono stanco, vado a dormire”. Finché era in grado di andare avanti, proseguiva. In realtà era determinato a essere il migliore. E’ sempre stato un ballerino di talento, anche prima di eseguire il Moonwalk e del Popping, Michael aveva già il suo stile. Egli era anche sempre disponibile a sperimentare cose nuove. Lui non diceva mai: “Non mi piace” o “non voglio farlo” ... Lui chiedeva piuttosto “cosa ne pensi, credi che si potrebbe fare così?” Michael aveva una vera etica di lavoro.
- Puoi condividere con noi la genesi di questo movimento, il backslide - o Moonwalk - e come è stato trasmesso a Michael.
Jeffrey David: È negli anni '70 in California che il movimento è stato portato per la prima volta da Creepin Sid del Gruppo Street Dancers Electric Boogaloos. Ogni membro dei Boogaloos aveva il suo stile, ma Sid aveva già visto eseguire questo passo da me. Gli Electric Boogaloos sono accreditati per aver creato l'arte del body-popping e a loro sono associati altri famosi passi di danza: il boogaloo rolling, il popping, waving, il backslide.... Tuttavia per quanto riguarda quest'ultimo, i Boogaloos lo hanno appreso dal mio piccolo gruppo. Avevo visto fare quei passi, e poi Casper, Cooley ed io ci abbiamo lavorato tutti insieme. Nella comunità afro-americana, come apparivano nuovi stili di ballo al Soul Train, e prima ancora di esso, tutti dovevano impararli. Ogni nuova tendenza di danza era opportuno saperla ballare e l’interesse di apprenderla imperversava anche nell’ambiente scolastico. E quindi se non le sapevi fare, ma vedevi qualcuno che si esibiva, era sufficiente guardare per imparare.
Questo è ciò che abbiamo fatto, e in un certo senso Michael ha agito nella stessa maniera. Avevo già eseguito il Moonwalk - in realtà il vero nome è backslide - nello spettacolo del Soul Train nel 1979. Come fan dei Jacksons, è stata una sorpresa sapere che Michael era interessato alla mia danza. Nel 1980, un giorno Michael è venuto a Disneyland, dove Shalamar teneva un concerto. Lui era con Janet, ed entrambi sono rimasti nel backstage sul lato del palco per guardarmi ballare. Dopo qualche giorno, mi ha chiamato per dirmi che voleva imparare i passi di quella danza. In quel momento Shalamar aveva già in programma un concerto nelle Isole Vergini, e non potevo andare subito da lui. Allora, Casper e Cooley - che sono i miei fratelli di danza – si sono presentati al mio posto. Appena rientrato dalle Isole Vergini, sono andato a lavorare con Michael, perché voleva eseguire il backslide in un modo simile al mio. Ho affinato il movimento, quando durante un’esibizione con gli Shalamar, volevo attraversare il palcoscenico, e per metterlo in atto l’ho accentuato con un effetto di scorrimento.
La versione del backslide su cui Michael ed io abbiamo lavorato, non è la stessa di quella che interpretavano i Boogaloos. Il movimento è stato perfezionato. E mentre i Boogaloos lo combinavano insieme ad un altro passo, Michael ed io, lo abbiamo fatto diventare il punto culminante dello spettacolo, come qualcosa per meravigliare davvero il pubblico. Già a quel tempo, per Michael era impossibile andare nei club a vedere i giovani ballare e imparare i loro movimenti. La sua presenza avrebbe causato uno scompiglio, la gente sarebbe impazzita nel vederlo. Perciò non poteva frequentare la vita di strada liberamente come facevamo noi. Michael aveva bisogno di gente come noi per trasmettergli ciò che stava accadendo nella strada.
- Cosa ne pensi dei filmati di repertorio anni '50, che circolano su internet in cui si osservano i ballerini che fanno movimenti simili?
Come dice il proverbio: non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Personalmente non avevo idea che questa danza fosse stata eseguita già negli anni ’50. L'ho appreso circa un anno fa. Tuttavia non è la stessa danza, anche se c'è lo stesso movimento e lo stesso concetto. Vedere e pensare che tutto questo è stato fatto molto tempo prima, mi ha comunque colpito molto. Ho un grande rispetto per gli artisti del passato come Bill Bailey e i ballerini di tip tap, il mimo Marceau, tutte queste persone di cui non conoscevo il loro lavoro.
- Se andiamo indietro nel tempo, possiamo vedere Michael eseguire la danza “del robot” con i Jackson 5 a metà degli anni ‘70. Questo movimento è stato insegnato dai membri del gruppo di danza The Lockers, come alcuni sostengono?
Slim The Robot lo conosco molto bene, quindi posso risponderti. Slim è stato membro dei Lockers a cui mi sono ispirato per fare i miei movimenti robot. In principio l’ho studiato molto bene, e ho cercato di apprendere i suoi movimenti e poi li ho messi in pratica. All'epoca, non c'erano le video cassette, quindi bisognava essere presenti lì, a guardare direttamente e poi esercitarsi da soli. Ma il robot eseguito da Michael non è il Robot di Slim. Michael ha sviluppato il suo robot osservando i ballerini che danzano nello spettacolo del Soul Train, come la ballerina Damita Jo Freeman e altri. Il suo stile di robot è molto più vicino a loro che a quello di Robot Slim. Il modo in cui rotea i fianchi e il modo in cui si muove ricorda molto le movenze di Damita, poi ha aggiunto il suo tocco personale.
- Hai creato con Michael le coreografie dei cortometraggi Bad e Smooth Criminal. Che ricordi hai di quei momenti?
Michael ed io provavamo spesso da soli prima di raggiungere gli altri ballerini. Andavo al suo albergo e si provava fino alle 2 - 3 del mattino o anche più tardi.... Quando si lavora su progetti così estenuanti, è necessario ogni tanto fare delle pause per rilassarsi. Così noi due s'iniziava a scherzare facendo dei movimenti stravaganti, goffi o divertenti, e raccontando barzellette. Ma oltre a questo, Michael era un perfezionista, non diceva mai “Sono stanco, vado a dormire”. Finché era in grado di andare avanti, proseguiva. In realtà era determinato a essere il migliore. E’ sempre stato un ballerino di talento, anche prima di eseguire il Moonwalk e del Popping, Michael aveva già il suo stile. Egli era anche sempre disponibile a sperimentare cose nuove. Lui non diceva mai: “Non mi piace” o “non voglio farlo” ... Lui chiedeva piuttosto “cosa ne pensi, credi che si potrebbe fare così?” Michael aveva una vera etica di lavoro.
- Michael Jackson & Jeffrey Daniel sul lato destro della foto
Nel corso delle riprese del video di Bad siamo andati a girare in una parte della metropolitana ormai in disuso. Si vedeva bene che il posto non era più frequentato da qualche tempo. Il luogo era sporco, e c'era un forte odore di urina ovunque. Michael a tal proposito disse: “È odore di urina, almeno questa è vera!” Mi ha fatto tanto ridere. Nelle audizioni, i ballerini erano molto motivati che si spingevano fino al nostro tavolo per mostrarci il loro stile o fare un movimento di danza così ravvicinato a noi che quasi ci sfioravano. Riuscivo a malapena a trattenermi dal ridere. Un ballerino dopo aver eseguito una “rotazione” è semplicemente finito contro lo specchio!
Le coreografie di Smooth Criminal, le ricordo molto bene, sono una semplice combinazione di varie influenze. Michael era appassionato di Fred Astaire, così abbiamo guardato i suoi film per ispirarci. Se si osservano i gesti delle mani di Michael, la movenza delle gambe, il costume, il cappello abbassato sul viso ... Michael non sta dicendo in quel momento, “guardami, sono Michael Jackson”. No, perché sappiamo che è lui. Michael incarna davvero il personaggio.
- Qual'è stato secondo te il contributo di Michael all'arte della danza?
Prima di MTV, i ballerini jazz erano rigorosamente dei ballerini jazz, i ballerini di strada erano strettamente dei ballerini di strada, le persone delle commedie musicali erano solo a Broadway. L'avvento di MTV e i video clip di Michael ha combinato tutti questi stili. Certo, era cresciuto con i Jackson 5 muovendosi in questi balli funky su passi di danza tratti dalla strada che aveva perfezionato, ma dopo ha aggiunto dei movimenti sullo stile di Bob Fosse. Ha inserito il popping, locking che nessun artista aveva fatto prima di lui. James Brown era unicamente James Brown, e non interpretava queste danze vicine al jazz o questi movimenti legati ai musical di Broadway. Stava solo facendo il “il funky alla James Brown”. Michael invece ha interpretato una fusione di tutti questi stili.
FINE
- Fonte: Vibrations Magazine
"I libri di storia non potranno mai descrivere l'essenza della tua umile anima per le vite che hai letteralmente salvato.
Gli archivi video non potranno mai catturare con precisione le emozioni che hai suscitato ogni volta che sei apparso i
n pubblico o sul palco.
I migliori esseri umani possono celebrare il tuo genio come l'esempio di come un vero angelo ha camminato in mezzo a noi. "
Jodi Gomes, executive producer of Jacksons: A Family Dynasty and Michael´s friend
History books will never capture the essence of your humble soul and the lives you literally saved."
Jodi Gomes, Executive Producer of "JACK5ONS: A Family Dynasty" and close personal friend of MJ
"I libri di storia non potranno mai descrivere l'essenza della tua umile anima per le vite che hai letteralmente salvato. Gli archivi video non potranno mai catturare con precisione le emozioni che hai suscitato ogni volta che sei apparso in pubblico o sul palco. I migliori esseri umani possono celebrare il tuo genio come l'esempio di come un vero angelo ha camminato in mezzo a noi. " Jodi Gomes, executive producer of Jacksons: A Family Dynasty and Michael´s friend History books will never capture the essence of your humble soul and the lives you literally saved." Jodi Gomes, Executive Producer of "JACK5ONS: A Family Dynasty" and close personal friend of MJ
My Uncle was the most thoughtful person in my life and always managed to bring a little bit of magic into my childhood years.
Being Jehovah’s Witness, I never celebrated holidays. One Christmas, when I was 8 years old, my
Uncle Michael made sure I came over the day after Christmas.
Walking into his house, he brought me over to the Christmas tree where I found 40 gifts with my name
on them . I was filled with all the excitement a child could have seeing gift after gift with name on it, but I asked him , “Why did you do this ? “ he said “To make up for all the Christmases you’ve missed.”
After this , I felt like Christmas became my holiday. He always managed to make my life a little happier, a little more exciting, and a little more special .
You had a rare heart .
I miss you Uncle...”
Austin Brown ( Michael’s nephew )
—
My Uncle was the most thoughtful person in my life and always managed to bring a little bit of magic into my childhood years. Being Jehovah’s Witness, I never celebrated holidays. One Christmas, when I was 8 years old, my Uncle Michael made sure I came over the day after Christmas. Walking into his house, he brought me over to the Christmas tree where I found 40 gifts with my name on them . I was filled with all the excitement a child could have seeing gift after gift with name on it, but I asked him , “Why did you do this ? “ he said “To make up for all the Christmases you’ve missed.” After this , I felt like Christmas became my holiday. He always managed to make my life a little happier, a little more exciting, and a little more special . You had a rare heart . I miss you Uncle...” Austin Brown ( Michael’s nephew ) —
Quel miracolo di Michael all'History Tour di Milano: la storia di Daniele Parisi
Quello che vedete in foto si chiama Daniele Parisi, un ragazzo di Latina a cui, all'età di 8 anni, fu diagnosticato l'AIDS, trasmessogli dalla madre biologica,
sieropositiva.
Daniele era un grande fan di Michael Jackson e, il 18 Giugno del 1997, quando aveva 14 anni, ebbe l'opportunità di assistere al concerto dell'History World Tour di Milano. La sera stessa, lui e sua madre adottiva entrarono nel camerino di Michael, dove il Re del Pop lo riempì di baci, abbracci, e lo ringraziò per i doni che gli avevano portato. Daniele e sua madre avevano assistito allo show da un lato del palco, insieme a Debbie Rowe e Luciano Pavarotti.
Durante il concerto, un membro del team diede a Daniele un sacchetto regalo, in cui era incluso il programma del tour. Verso la fine dello show, durante la canzone "Heal the World", Michael andò da Daniele che era seduto su una sedia, non in grado di camminare a causa della debolezza causata dalla sua malattia; si inginocchiò davanti a lui e gli riempì le mani di baci. Poi lo prese in braccio e si diresse al centro della scena, in posa per diverse foto.
Dopo questa esperienza, la salute di Daniele migliorò notevolmente e così rapidamente che i medici lo definirono "un miracolo". Era come se Michael gli avesse donato qualche anno di vita in più. Daniele, infatti, aveva ricominciato a camminare, a mangiare meglio (aumentò di peso) ma, cosa più importante di tutte, aveva riacqusito la fiducia necessaria per lottare contro quel male terribile e andare avanti.
Purtroppo, Daniele morì due anni più tardi a causa di un'infezione al cervello dovuta ad un'influenza. I ricordi meravigliosi di Michael, insieme alle cure amorevoli di sua madre, gli avevano dato la forza di continuare a lottare fino alla fine.
Questa che vi postiamo è la lettera che la mamma di Daniele inviò a Michael alla fine del processo del 2005, e che il Re del Pop pubblicò sul suo sito ufficiale MJJSource:
"Caro Michael, non dimenticherò mai quello che hai fatto per mio figlio, Daniele.
Dopo che lui ti conobbe, i medici definirono il suo caso "un miracolo", perché per molti mesi parve non avesse mai contratto l'AIDS.
Ora che giustizia è fatta (qui la mamma si riferisce all'assoluzione di Michael ndt) volevo solo esprimerti la mia gratitudine e la mia gioia.
Ti prego, non lasciare che quello che ti hanno fatto accada di nuovo. So che sei una persona di buon cuore e che desideri solo aiutare gli altri. Purtroppo, non tutti meritano la tua attenzione.
Mio figlio non è più tra noi, ma so che dal cielo si prende cura di te. Daniele non ha mai dimenticato quello che hai fatto per lui.
Dio ti benedica, Antonietta (Italia)".
Ne ha parlato anche "LA VITA IN DIRETTA".
Quel miracolo di Michael all'History Tour di Milano: la storia di Daniele Parisi Quello che vedete in foto si chiama Daniele Parisi, un ragazzo di Latina a cui, all'età di 8 anni, fu diagnosticato l'AIDS, trasmessogli dalla madre biologica, sieropositiva. Daniele era un grande fan di Michael Jackson e, il 18 Giugno del 1997, quando aveva 14 anni, ebbe l'opportunità di assistere al concerto dell'History World Tour di Milano. La sera stessa, lui e sua madre adottiva entrarono nel camerino di Michael, dove il Re del Pop lo riempì di baci, abbracci, e lo ringraziò per i doni che gli avevano portato. Daniele e sua madre avevano assistito allo show da un lato del palco, insieme a Debbie Rowe e Luciano Pavarotti. Durante il concerto, un membro del team diede a Daniele un sacchetto regalo, in cui era incluso il programma del tour. Verso la fine dello show, durante la canzone "Heal the World", Michael andò da Daniele che era seduto su una sedia, non in grado di camminare a causa della debolezza causata dalla sua malattia; si inginocchiò davanti a lui e gli riempì le mani di baci. Poi lo prese in braccio e si diresse al centro della scena, in posa per diverse foto. Dopo questa esperienza, la salute di Daniele migliorò notevolmente e così rapidamente che i medici lo definirono "un miracolo". Era come se Michael gli avesse donato qualche anno di vita in più. Daniele, infatti, aveva ricominciato a camminare, a mangiare meglio (aumentò di peso) ma, cosa più importante di tutte, aveva riacqusito la fiducia necessaria per lottare contro quel male terribile e andare avanti. Purtroppo, Daniele morì due anni più tardi a causa di un'infezione al cervello dovuta ad un'influenza. I ricordi meravigliosi di Michael, insieme alle cure amorevoli di sua madre, gli avevano dato la forza di continuare a lottare fino alla fine. Questa che vi postiamo è la lettera che la mamma di Daniele inviò a Michael alla fine del processo del 2005, e che il Re del Pop pubblicò sul suo sito ufficiale MJJSource: "Caro Michael, non dimenticherò mai quello che hai fatto per mio figlio, Daniele. Dopo che lui ti conobbe, i medici definirono il suo caso "un miracolo", perché per molti mesi parve non avesse mai contratto l'AIDS. Ora che giustizia è fatta (qui la mamma si riferisce all'assoluzione di Michael ndt) volevo solo esprimerti la mia gratitudine e la mia gioia. Ti prego, non lasciare che quello che ti hanno fatto accada di nuovo. So che sei una persona di buon cuore e che desideri solo aiutare gli altri. Purtroppo, non tutti meritano la tua attenzione. Mio figlio non è più tra noi, ma so che dal cielo si prende cura di te. Daniele non ha mai dimenticato quello che hai fatto per lui. Dio ti benedica, Antonietta (Italia)". Ne ha parlato anche "LA VITA IN DIRETTA".
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