venerdì 7 ottobre 2022

53..♥ღ♥ ⁀⋱‿ 🍃🌿💓 Buongiorno 🍃🌿💓 ⁀⋱‿ 🍃🌿💓DAL MIO DIARIO:..”Ciao Anima mia..posso raccontarti una favola?⁀⋱‿ 🍃🌿💓⋱‿ 🍃🌿💓



"I sognatori li riconosci: sono quelli che si siedono dalla parte del finestrino."

Foto di Saul Leiter, 1948.


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"Lloyd, ritroveremo mai la vecchia serenità?"
"Temo di no, sir. Mi sono permesso di mandarla a restaurare"
"A restaurare? E per fare cosa?"
"Per togliere la patina di nostalgia del tempo che fu, sir"
"Così da far brillare i colori del passato anche nel presente?"
"O per far emergere un quadro migliore per il futuro che verrà, sir"
( da "Vita con Lloyd")




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"Una delle cose più belle

in natura, dove tutto è
meraviglioso, è lo sguardo,
o l’incontro degli occhi;
questa comunicazione rapida
e perfetta che trascende parola
e azione."
- Ralph Waldo Emerson -
🎨 Dipinto di Harding Meyer



Ogni mattina ricorda a te stesso chi sei prima di entrare nel mondo di ciò che gli altri pensano tu sia.



 "il mio essere cuore e il mio essere anima"



Penso sempre che la maggior parte degli
uomini non sia in grado di conoscere e
riconoscere la propria anima. Dopotutto,
la quasi totalità delle persone vive con il
corpo e nutre solo il corpo, quasi mai l'anima.
- Franco Battiato




Penso sempre che la maggior parte degli
uomini non sia in grado di conoscere e
riconoscere la propria anima. Dopotutto,
la quasi totalità delle persone vive con il
corpo e nutre solo il corpo, quasi mai l'anima.
- Franco Battiato


Penso sempre che la maggior parte degli
uomini non sia in grado di conoscere e
riconoscere la propria anima. Dopotutto,
la quasi totalità delle persone vive con il
corpo e nutre solo il corpo, quasi mai l'anima.
- Franco Battiato


Bambino: “Alice, ma la cicatrice poi passa?”
Alice: “La cicatrice non passa, è come una medaglia che nessuno ti può portare via”
Bambino: “Ma perché non passa?”
Alice: “Perché è una cicatrice. Se andava via con l'acqua era un trasferello. È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella, è la vita”.
STRAPPARE LUNGO I BORDI


"Temo che la strada che sto percorrendo non porti a nulla, Lloyd"
"Molto bene, sir"
"Come molto bene?"
"Se non c'è nulla, allora si può costruire ciò che si vuole, sir"
"A volte, Lloyd, si percorrono vicoli ciechi"
"O forse è cieco chi non vede le possibilità che tutte le strade offrono, sir"
"Tu sei sempre ottimista, Lloyd?"
"Direi più possibilista, sir. Decisamente possibilista"

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Non amo le persone che usano le doppie facce, ma amo chi sa usare l'anima e il cuore .



Misurare le parole mai,
dover far attenzione al più piccolo gesto mai.
essere fraintesa e dover sempre dare una spiegazione.mai
io sono libera e tale rimarrò..
me stessa è la mia cartina al tornasole
mi spiace per chi ha ancora catene


Mi Piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose,catturarne l'anima..
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del Mondo.
Perchè lì c'è la verità, lì c'è la dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è tanto ancora amore..
Alda Merini..






le stesse ipocrisie, gli stessi inganni; ma nel mio mondo tu non hai niente da temere... Io ti conosco meglio di te stesso!



𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢
𝐜𝐫𝐞𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐡𝐚 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨
𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐜𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚..𝐜𝐢 𝐟𝐚̀ 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞 𝐦𝐚 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐯𝐢𝐫𝐭𝐮̀, 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐦𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐧𝐳𝐞, 𝐥𝐚𝐜𝐮𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨𝐧𝐨 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐢𝐚𝐫𝐥𝐞𝐫𝐢𝐞..
𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐢..𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞 𝐞 𝐬𝐢 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞 ..𝐜𝐢 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐜𝐜𝐡𝐢𝐬𝐜𝐞..𝐜𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢..𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐩𝐢𝐚 𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐥𝐥𝐚
𝐥𝐞𝐥𝐥𝐚,,
𝐑𝐨𝐦𝐚 𝟏𝟓𝟗𝟑 - 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 𝟏𝟔𝟓𝟑
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐟𝐮 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚: 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚
𝐏𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞, 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚. 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞̀ 𝐮𝐧'𝐢𝐜𝐨𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐫𝐢𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐫𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞. 𝐌𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐮 𝐚𝐥 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐭𝐭𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐢.
« … 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐯’𝐞̀ 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐝𝐢𝐜𝐨, 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐧𝐳𝐢 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐫𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐞̀ 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐡𝐚 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐬𝐩𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐝𝐮𝐞 𝐛𝐨𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨𝐥𝐞 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐨 𝐥𝐨 𝐳𝐚𝐦𝐩𝐢𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐞! 𝐈𝐧𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐯𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐨! 𝐄𝐩𝐩𝐨𝐢 𝐝𝐚𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐒𝐜𝐡𝐢𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢 – 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 – 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐞𝐥𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐚𝐝𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚! 𝐈𝐧𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐥’𝐮𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐦𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐆𝐢𝐮𝐝𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐬𝐢𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐚𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐛𝐫𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐯𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐚 𝐠𝐢𝐚𝐥𝐥𝐚? 𝐏𝐞𝐧𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐝 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐢𝐥 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐫𝐨𝐛𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 ‘𝟔𝟎𝟎 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨, 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐕𝐚𝐧 𝐃𝐲𝐜𝐤.»
(𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐋𝐨𝐧𝐠𝐡𝐢, 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐞 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚, 𝟏𝟗𝟏𝟔)
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐟𝐮 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚: 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚
𝐏𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞, 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚. 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞̀ 𝐮𝐧'𝐢𝐜𝐨𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐫𝐢𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐫𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞. 𝐌𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐮 𝐚𝐥 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐭𝐭𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐢.
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐫𝐚
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐯𝐚𝐦𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐮 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚, 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨, 𝐦𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞. 𝐍𝐚𝐭𝐚 𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝟏𝟓𝟗𝟑 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐫𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐎𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨, 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐯𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨. 𝐋𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐚𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐟𝐫𝐞𝐪𝐮𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐠𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐥𝐢𝐦𝐞.
𝐎𝐫𝐟𝐚𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐬𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐚 𝐚 𝐓𝐮𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚. 𝐀 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟕 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨 “𝐒𝐮𝐬𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐞 𝐢 𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨𝐧𝐢”, 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐯𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐞 𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢.
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢: 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨
𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐨𝐟𝐟𝐮𝐬𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐞. 𝐍𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐀𝐠𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢, 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐞 𝐚𝐝 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐢𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐓𝐮𝐳𝐢𝐚 𝐞 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚.
𝐋𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐚 𝟏𝟖 𝐚𝐧𝐧𝐢. 𝐎𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝐮𝐧 𝐚𝐧𝐧𝐨. 𝐔𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨, 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚, 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐬𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐨𝐢, 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚, 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐨.
𝐀𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐦𝐚 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐭𝐨. 𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐜𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚: 𝐎𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐫𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐫𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐢. 𝐈𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚, 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐨, 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐬𝐜𝐞𝐬𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐢𝐧𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐮𝐢 𝐥’𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐭𝐚.
𝐔𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐮𝐫𝐫𝐞𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐞 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐢𝐛𝐢𝐥𝐥𝐚: 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐞𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞 𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐫𝐝𝐞 𝐞 𝐭𝐢𝐫𝐚𝐭𝐞. 𝐃𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐢𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐯𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐢.𝐂𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞, 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐥𝐜𝐨𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚. 𝐋𝐞𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚𝐯𝐢𝐚, 𝐯𝐨𝐥𝐞𝐯𝐚 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐞, 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 “𝐞̀ 𝐯𝐞𝐫𝐨, 𝐞̀ 𝐯𝐞𝐫𝐨”.
𝐌𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞: 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐬𝐭𝐮𝐨𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞, 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨𝐬𝐢 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚𝐭𝐚. 𝐀 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚𝐫𝐠𝐥𝐢 𝐥𝐞 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐓𝐮𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐝𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐞.
𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐫𝐜𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐞𝐬𝐢, 𝐩𝐨𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐮𝐫𝐭𝐢, 𝐝𝐞𝐛𝐢𝐭𝐢, 𝐬𝐨𝐝𝐨𝐦𝐢𝐚, 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐜𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐠𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐦𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐩𝐨𝐢 𝐟𝐮𝐠𝐠𝐢𝐭𝐚 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨𝐬𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞.
𝐃𝐨𝐩𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨, 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐚 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐞 𝐚 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐚𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐒𝐭𝐢𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢. 𝐔𝐧 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐚 𝐭𝐚𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐞𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐞.
𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐢𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
𝐍𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐯𝐢𝐜𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐀𝐫𝐭𝐞𝐦𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐭𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐚 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐳𝐳𝐞 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐚𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨. 𝐇𝐚 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐂𝐨𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐈𝐈 𝐝𝐞’ 𝐌𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢, 𝐞̀ 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐆𝐚𝐥𝐢𝐥𝐞𝐨 𝐆𝐚𝐥𝐢𝐥𝐞𝐢. 𝐍𝐞𝐥 𝟏𝟔𝟐𝟏 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐝𝐮𝐞 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚. 𝐒𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐚 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢𝐨 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐯𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨.
𝐀𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐨𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐢𝐜𝐢: 𝐢𝐧 𝐒𝐮𝐬𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐞 𝐢 𝐕𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐜’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞, 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐢. 𝐍𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐆𝐢𝐮𝐝𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐞𝐝 𝐎𝐥𝐨𝐟𝐞𝐫𝐧𝐞, 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐜’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞.
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Primogenita del pittore Orazio Gentileschi e di Prudenzia Montone, morta di parto quando Artemisia ha solo dodici anni, dimostra un precoce e spiccato talento pittorico che matura nello studio del padre, già esponente di primo piano del caravaggismo romano. Nella importante bottega di Orazio lavorano, con Artemisia e altri pittori, anche i suoi sei fratelli.
La sua attività presso la bottega del padre termina in seguito al processo avvenuto nel 1612, voluto da Artemisia e dalla famiglia in seguito alla violenza di Agostino Tassi, suo maestro di prospettiva, che al tempo della vicenda era impegnato, insieme a Orazio, alla decorazione di Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma.
Dal processo il Tassi esce praticamente indenne, mentre i Gentileschi devono subire pesanti condanne morali, oltre alla crudezza dei metodi inquisitori del Tribunale, di cui è rimasta esauriente documentazione [1]. Merita ricordare che Artemisia accetta di testimoniare sotto tortura, di provare la sua verginità precedente allo stupro, e viene sottoposta alla sibilla, supplizio progettato per i pittori, che consiste nel fasciare loro le dita delle mani con delle funi fino a farle sanguinare.
Dopo il processo il padre riesce a combinare un matrimonio per la figlia con Pierantonio Stiattesi, pittore fiorentino, che determina il trasferimento a Firenze e una nuova stagione, definitivamente da “solista” per Artemisia. A Firenze nasce la prima figlia (ne avrà altri tre? le notizie sono discordanti) e viene accolta, contrariamente al marito, presso l’Accademia delle arti del disegno: è la prima donna a ottenere questo prestigioso riconoscimento. Ottiene importanti commissioni dalle famiglie fiorentine (Medici compresi) e stringe amicizia con Galileo Galilei che nutre per lei grande stima, e con Michelangelo Buonarroti il giovane, il quale le commissiona una tela per celebrare il suo illustre antenato e intrattiene con lei una corrispondenza, che lei assolve avendo da poco imparato a scrivere.
Di questo periodo fanno parte la Conversione della Maddalena e la Giuditta con la sua ancella di Palazzo Pitti ed una seconda versione della Giuditta che decapita Oloferne, conservata agli Uffizi.
Nel 1621 va a Genova per un breve periodo, poi torna a Roma come donna indipendente, allontanandosi definitivamente dal marito, e portando con sé la figlia Palmira.
Dopo Roma è a Venezia, e probabilmente vi soggiorna tra il 1627 e il 1630, alla ricerca di nuove commissioni. Successivamente approda a Napoli, e lì rimane definitivamente, se si esclude una breve parentesi inglese a Londra, dove raggiunge il padre per assisterlo fino alla sua morte. È quella l’occasione per collaborare artisticamente con lui, dopo tanti anni di distanza.
Nel 1642, con lo scoppiare della guerra civile, Artemisia lascia l’Inghilterra e, dopo altri spostamenti di cui si ha scarsa conoscenza, torna a Napoli dove muore nel 1653.
La fama di Artemisia è grande presso i contemporanei, anche se la sua fortuna più recente è forse più legata agli aspetti drammatici e romanzeschi della sua vita, e al suo coraggio nell’affrontarli, che ne hanno fatto quasi naturalmente una eroina femminista ante litteram. Questa lettura però rischia di offuscare la forza con cui Artemisia si impone come pittrice, e su generi decisamente lontani da quella peinture de femme sulle quali altre donne (non molte ma neppure pochissime) si erano avventurate sino a quel momento, limitata a nature morte, paesaggi, ritratti – pur con invenzioni straordinarie come quelle di Sofonisba Anguissola. Artemisia affronta la pittura “alta”: soggetti sacri e storici, impianti monumentali; con una totale padronanza della pittura, e abbracciando completamente la lezione caravaggesca, radicale nella concezione della scena, nel contrasto che descrive le forme e i colori, nella predilezione di un taglio ravvicinato che drammatizza il rapporto con lo spettatore, nell’abbandono di moduli iconografici convenzionali. Da sicura professionista dell’arte sa di poter esplorare anche toni più lirici, atmosfere più intime. La vasta gamma delle sue corde è insomma in piena sintonia con la vastità del sentire barocco.
Quindi si fa forse torto alla sua opera se la si considera solo come riscatto o sublimazione dalle violenze subite, poiché nella sua completezza, essa esprime una potenza e varietà poetica che vanno oltre la sua vicenda biografica.
Sono le sue stesse opere a porre con evidenza il tema del conflitto sia sotto l’aspetto tematico che figurativo, sia sotto l’aspetto formale che quello poetico, come si vede bene nelle sue Giuditte, che non lesinano concretezza né ai personaggi che mette in scena, né alle ferite che esse mettono in atto. E#` ugualmente eloquente la ricca serie degli autoritratti, così come i nudi, così poco idealizzati.



Sulle panchine del tempo
la mia anima rimane seduta
a rimpiangere chi è partito,
ad aspettare chi non è mai arrivato.
Sulle panchine del tempo
la mia anima ha il profumo dei ricordi
e il colore della nostalgia.
Sulle panchine del tempo
sono adagiati pezzi della mia vita.
E io vado avanti
con quello che rimane.
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Le panchine custodiscono migliaia di storie meravigliose,
ricordi di mani che si cercano, promesse mai mantenute,
baci
improvvisi..
amicizie che finiscono.
altre eterne..
Tutti ne abbiamo una sulla quale il cuore è ancora seduto..
Anto..

La raccolta dei gigli d'acqua che sembra una danza.
Ogni autunno il delta del fiume Mekong,
in Vietnam, si riempie di magnifici gigli
d'acqua, dall'inizio di settembre, alla metà
di novembre, i contadini della provincia di
Long An passano le giornate nell'acqua
dedicandosi alla raccolta dei gigli.

“La ballata delle donne” di Edoardo Sanguineti.
Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.


Lloyd, cosa posso fare con tutti questi ostacoli sul percorso?”
“Potrebbe farne delle ottime fioriere, sir”
“Lloyd... due violette non aiuteranno a superarli”
“Sir, bravo è chi supera un ostacolo. Ma migliore è chi lo sa trasformare”
“In qualcosa di diverso davanti agli occhi?”
“In qualcosa di bello da lasciarsi alle spalle, sir”
buongiorno anime belle😘


𝑩𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒂 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆
avere il coraggio
delle proprie idee
e non temere
le conseguenze,
perché l'uomo è
libero solo quando
può esprimere
il proprio pensiero,
senza piegarsi
ai condizionamenti...
(Charlie Chaplin)



Alcune persone non basta sentirle dentro per averle accanto e altre non serve averle vicine per esserne invaso. Ed è questa la vera condanna.
[Cannova]


“Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola.”
KHALIL GIBRAN
io però ho una scala che mi porta sempre su "quella nuvoletta"..
e mi sento bene
sai perchè ..da lassù non sono un numero sono qualcuno che ama l?universo tutto..
lella..


“Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola.”
KHALIL GIBRAN
io però ho una scala che mi porta sempre su "quella nuvoletta"..
e mi sento bene
sai perchè ..da lassù non sono un numero sono qualcuno che ama l?universo tutto..
lella..
Led Zeppelin Live at O2 Arena London, Celebration Day 2007
Stairway To Heaven




Le fate ignoranti sono quelle
che incontriamo e non riconosciamo,
ma che ci cambiano la vita.
Non sono quelle delle fiabe,
perchè loro qualche bugia la dicono.
Sono ignoranti, esplicite,
anche pesanti a volte,
ma non mentono sui sentimenti.
Le fate ignoranti sono tutte quelli
che vivono allo scoperto,
che vivono i propri sentimenti
e non hanno paura di manifestarli.
Sono le persone che parlano,
senza peli sulla lingua,
che vivono le proprie contraddizioni
e che ignorano le strategie.
Spesso passano per “ignoranti”,
perché sembrano cafone e invadenti
per la loro mancanza di buone maniere,
ma sono anche molto spesso delle “fate”,
perché capaci di compiere il “miracolo”
di travolgerci, costringendoci a dare
una svolta alla nostra vita."
(Fernan Ozpetek)
..mio figlio mi chiama "strega"..che vede, stravede e qualche volte prevede..
una strega colorata..che le piace starsene in compagnia di una scopa e pentolone ma anche con una bacchetta magica sempre pronta, un cilindro e un coniglio..una strega magica..un pò birichina ma che ama stare su di una nuvoletta ad osservare..
ogni tanto prende il caffè con il coniglio ma spesso lo prepara da amica del cuore..
a volte fà cose strabilianti.. non certo miracoli, ma cose che vengono in mente solo a chi vuole essere libera e che prevede cammini mai immaginati..
mi piace essere una "strega così"..non sono mai a posto ma trovo sempre il posto giusto..




Quanta ipocrisia c'è in una parte di quelli che chiedono e urlano PACE PACE..
..chiedono e urlano per la LORO PACE..il loro orticello..
mi indigno perchè PACE ha qualcosa di sacro dentro di sè
e non è una parola di comodo..
è uno stato d'animo..
nessuno è immune da ipocrisie ed è questo che non può andare oltre quel sentimento...
la pace di comodo è più istantanea, veloce, fulminea..
concedo tutto per un benessere istantaneo..
Per molti la libertà e autodeterminazione dei popoli sono solo slogan da utilizzare quando vanno a mangiare la pastasciutta antifascista in memoria dei Fratelli Cervi.
SENZA VERGOGNA E MEMORIA STORICA


perchè non lo dice a Putin???..non capisco c'è un dittatore che invade un paese sovrano e in molti sparano a zero su chi è stato invaso!!..tutti hanno reverenza verso quel signore..è chiaro che lui si sente alle strette ma certi atteggiamenti aprono autostrade verso chi si arroga il diritto di invadere un altro Paese sovrano..come dire bisogna lasciarlo fare erchè altrimenti si irrigidisce..se la metrica è questa allora lasciamo fare..e mandiamo alle ortiche il diritto sovrano di un popolo e di uno stato..e questo lo dico non solo per Russia e Ucraina ma per tutte le scellerate guerre che sono iniziate e che continuano ad esistere proprio per la motivazione che ho descritto
oggi qualcuno ha scritto, e lo condivido a pieno,...Come si temeva, più la guerra va avanti e più si tende a dimenticare chi ha attaccato e chi si è difeso. E molti scambiano la pace con il loro desiderio di essere lasciati in pace. Cosa vuole ancora questo Zelensky? Non gli basta che abbiamo impedito, stando un po' dalla sua parte, che i russi occupassero tutta l'Ucraina? Vuole addirittura contrattaccare nelle terre che la Russia si è annesse? Ma così si prolunga la guerra! E rischiamo che Putin si arrabbi davvero e tiri fuori l'atomica. Ma chi ce lo fa fare? Viva la pace! Meglio un'Ucraina più piccola (e magari senza quel rompiscatole di Zelensky) che nessuna Ucraina...



Buongiorno anime belle😘
-"sᴠᴇɢʟɪᴀʀᴛɪ ᴀʟʟ'ᴀʟʙᴀ, ᴄᴏɴ ɪʟ ᴘᴇsᴏ ᴅᴇʟʟᴇ ᴅɪᴛᴀ ᴀssᴏɴɴᴀᴛᴇ,
ᴘʀɪᴍᴀ ᴄʜᴇ sᴜᴏɴɪ ʟᴀ sᴠᴇɢʟɪᴀ, ᴘʀɪᴍᴀ ᴅᴇʟ ᴠɪᴀɢɢɪᴏ,
ᴘʀɪᴍᴀ ᴄʜᴇ ʟᴇ sᴀʟᴇ ᴅɪ ᴀᴛᴛᴇsᴀ ᴅᴇʟʟᴀ sᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ,
ɪ ʙɪɴᴀʀɪ ᴘʀᴇɴᴅᴀɴᴏ ᴘᴏssᴇssᴏ ᴅɪ ɴᴏɪ,
ᴀᴠᴠᴏʟɢᴇɴᴅᴏᴄɪ ᴄᴏɴ ʟ'ɪɴᴠᴏʟᴜᴄʀᴏ ᴅɪ ᴍᴇᴛᴀʟʟᴏ, ᴄᴏɴ ɪʟ ꜰʀᴇᴅᴅᴏ,
Lᴀ ʟᴜᴄᴇ sᴛà ᴀᴘᴘᴇɴᴀ ᴍᴏɴᴛᴀɴᴅᴏ ʟᴀ sᴜᴀ ɪsᴛᴀʟʟᴀᴢɪᴏɴᴇ,
ᴇsᴛʀᴀᴇ ᴅᴀʟ ʙᴜɪᴏ ɪ sᴜᴏɪ ᴠᴇsᴛɪᴛɪ ʀɪᴘɪᴇɢᴀᴛɪ, ɪ ʟɪʙʀɪ..
--𝒊𝒍 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒐 𝒆 𝒍𝒆 𝒂𝒍𝒃𝒆..𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒖𝒎𝒊𝒏𝒐𝒔𝒆 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒍𝒆 𝒐𝒎𝒃𝒓𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒇𝒊𝒈𝒖𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒔𝒊 𝒔𝒐𝒗𝒓𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂𝒍𝒊.. ..𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒆 𝒍𝒆 𝒎𝒊𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒆 𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒊𝒏𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒆𝒗𝒐𝒍𝒊 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊.. 𝒔𝒖 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒊 𝒇𝒖𝒎𝒐𝒔𝒊,𝒔𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒛𝒛𝒂𝒏𝒕𝒊,𝒊𝒍𝒂𝒓𝒊,𝒂𝒔𝒔𝒐𝒏𝒏𝒂𝒕𝒊 𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒓𝒆𝒅𝒅𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊.. 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒊 𝒅𝒊𝒗𝒐𝒓𝒂𝒕𝒊,𝒄𝒐𝒎𝒑𝒊𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂 𝒅𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒊𝒓𝒆.. 𝒍𝒂 𝒔𝒊𝒈𝒂𝒓𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒐𝒄𝒄𝒂𝒕𝒂 𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒂𝒕𝒂.. 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒂𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒆 𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒂𝒐 𝒅𝒐𝒍𝒄𝒆 ... 𝒍𝒆 𝒂𝒄𝒄𝒆𝒔𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒄𝒖𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒆 𝒍𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒏𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒏𝒕𝒊 ,𝒂𝒔𝒔𝒐𝒓𝒕𝒆 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊.. 𝒍𝒆 𝒄𝒊𝒏𝒒𝒖𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒕𝒕𝒊𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒗𝒂 𝒍'𝒊𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆, 𝒍'𝒊𝒏𝒅𝒊𝒑𝒆𝒏𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒕𝒖𝒅𝒊𝒏𝒆, 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒊𝒂 𝒆 𝒍'𝒂𝒄𝒄𝒐𝒓𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 ..𝒊 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒊 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒊..𝒊 𝒕𝒓𝒆𝒏𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒗𝒂𝒏𝒐 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒆 ,𝒍𝒆 𝒂𝒍𝒃𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒆 𝒅𝒂 𝒔𝒄𝒐𝒑𝒓𝒊𝒓𝒆, 𝒊𝒍 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒗𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒊𝒏𝒊𝒔𝒔𝒆 𝒎𝒂𝒊, 𝒊𝒍 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂𝒗𝒂 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒑𝒊ù 𝒄𝒐𝒓𝒕𝒐 .
..𝒂𝒅𝒐𝒓𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒆 𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒖𝒎𝒐 ,𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒎𝒊 𝒅𝒊 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒗𝒊𝒔𝒔𝒖𝒕𝒂 𝒆 𝒍'𝒆𝒕à 𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐,𝒍𝒂 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒕à 𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒂𝒏𝒕𝒂𝒔𝒊𝒂 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒗𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒄𝒄𝒂𝒅𝒆𝒔𝒔𝒆.. 𝑳𝒆𝒍𝒍𝒂...







In un mondo in cui quasi tutti "si sentono" ciò che non sono,
tu continua a sentirti ciò che sei: te stessa

Il leone si innamorò della sirena, ma non poteva farla sua, ne poteva respirare sott'acqua, ne lei poteva uscirne.
Ma il leone l'amava così tanto e pensava:
"I miei polmoni sono più grandi dei suoi e io posso passare più tempo sott'acqua di lei fuori".
E fu così, che si allenò talmente tanto, da trascorrere diversi minuti sott'acqua senza respirare per vederla.
Un giorno, quasi morto, uscì dall'acqua e crollò. Quando aprí gli occhi, lei gli era vicina e non aveva più la coda di pesce.
Era una donna completa e bellissima.
Lui, sorpreso, chiese come aveva fatto e lei rispose: "Sono una donna, sono un essere magico e la tua audacia e volontà hanno dimostrato che eri degno di camminare accanto a me."
Da quel giorno, il leone e la sirena camminarono per sempre sulle sabbie bianche di quella spiaggia.
L'amore e la volontà possono fare tutto ed io, ancora, continuo a credere nella favola.

Il segreto per essere felici è stare lontano dagli idioti.




..mi preparo per l'inverno!!😊




Lei non era matta, era una creatura fatta in un momento in cui Dio, semplicemente, non aveva voglia delle solite donne in serie, gli era venuta la vena poetica e l'aveva creata.
🥰
..quanto mi piace non essere di serie!!


------------------------
La morte di un amico, come la caduta di un pino gigante,
lascia vuoto un pezzo di cielo.😘







🏵️È come diceva il Mago di Oz, credimi:
Il potere ce l'hai sempre avuto, è solo che dovevi imparare ad usarlo.


di Nadia Anjuman (Afghanistan)
Quante volte è stata tolta dalle labbra
la mia canzone e quante volte è stato
azzittito il sussurro del mio spirito poetico!
Il significato della gioia è stato
sepolto dalla febbre della tristezza.
Se con i miei versi tu notassi una luce:
questa sarebbe il frutto delle mie profonde immaginazioni.
Le mie lacrime non sono servite a niente
e non mi rimane altro che la speranza.
Nonostante io sia figlia della città della poesia,
i miei versi furono mediocri.
La mia opera è come una pianta priva di cure,
da cui non si può pretendere molto.
Nell’archivio della storia,
questo è tutto ciò che mi rappresenta.
[Nadia Anjuman, 25 anni, poetessa afghana, il 4 novembre 2005, ad Herat, nel centro occidentale dell’Afghanistan, viene massacrata di botte dal marito per aver osato declamare in pubblico versi tratti da un libro di poesie, che parla d’amore, “Gul-e-dodi’” (Fiore rosso scuro) scritto prima del matrimonio. Nadia, madre di una bimba di 6 mesi, era una tra le più affermate poetesse del paese. La causa della sua morte è da imputarsi a percosse multiple alla testa. La polizia arresta il marito di lei e la suocera, con accusa di omicidio. L’uomo, sostiene che la causa della morte della moglie è il suicidio. Il marito, ricercatore universitario della facoltà di lettere, viene regolarmente processato, e assolto un anno dopo in ultima istanza dalla corte, tornando, dopo un breve soggiorno in carcere, al suo incarico universitario, riabilitato a tutti gli effetti. Per le autorità afgane Nadya è morta d’infarto. O si è suicidata. Non importa poi molto
Durante il regime dei talebani, quando alle donne era proibito studiare e lavorare, Nadia fa parte del cosiddetto “circolo del cucito” della città, che tre volte a settimana si riuniva presso la finta “Scuola di cucito ago d’oro” dove un professore dell’università insegnava quello che apertamente poteva fare in quel periodo solo agli uomini: la letteratura. Nadya ha lasciato due volumi di poesie (è autrice di una seconda raccolta di versi, intitolata ‘Fiori di fumo’ scritta prima di sposarsi). Le sue poesie non sono scritte in arabo ma in lingua farsi, lingua parlata e scritta in Iran e lingua letteraria di una vasta zona fra cui anche l’Afghanistan.
Nadia è stata solo una delle centinaia di vittime della violenza domestica che in Afghanistan continua a perpetrarsi contro le donne, prigioniere di mille libertà negate, e di cui solo ora si comincia finalmente a parlare. Herat (chiamata “Città dei poeti), vanta il primato della più alta percentuale di suicidi femminili. Non avendo a loro disposizione né armi, né farmaci e nemmeno case a più piani, le donne di Herat, per sfuggire al matrimonio a cui sono costrette in giovanissima età, usano il petrolio delle stufe di cucina per darsi fuoco, anticipando con l’unico gesto di autodeterminazione possibile, il proprio omicidio da parte di mariti, fratelli, padri.]
dipinto Lita Cabellut




IL SEGRETO DEL VERO AMORE
C’era una volta una principessa di nome Arik.
Arik era bella, intelligente e di animo nobile.
Tutti gli uomini del suo regno erano perdutamente innamorati di lei, e desideravano sposarla.
Arik, però, era infelice.
Nonostante tutti la desiderassero, non si sentiva “realmente” amata.
Era ossessionata dalla ricerca del “segreto del vero amore”.
Decise di andare per il mondo, in cerca di qualcuno che l’aiutasse a svelare questo segreto.
Viaggiò fino al regno degli uomini guerrieri, dove fu accolta a corte dal re guerriero.
Il re si innamorò perdutamente di lei appena la vide.
“Io ti amo”, le disse il re, “vuoi sposarmi?”
“Perché mi ami?” gli chiese Arik.
“Perché la tua bellezza è una luce, superiore a quella di tutti gli astri del firmamento” le disse il re.
“E quando la mia bellezza sfiorirà?” ribattè Arik.
Ma il re guerriero non seppe risponderle.
Arik si intristì, e riprese il suo viaggio.
Giunse nel regno degli uomini virtuosi, dove fu accolta a corte dal re filosofo.
Anche il re filosofo si innamorò perdutamente di lei.
“Io ti amo, principessa Arik” le sussurrò il re, “vuoi sposarmi?”
“Perché mi ami?” gli chiese Arik.
“Perché”, le disse il re, “oltre ad essere bella, sei di nobile animo. Farei di te la mia amata Dea”.
“E se una mattina dovessi svegliarmi turbata, e manifestare un lato oscuro del mio animo, mi ameresti lo stesso?” gli chiese Arik.
Ma il re filosofo non seppe risponderle.
Arik si intristì, e riprese il suo viaggio.
E così, di regno in regno.
Ovunque andasse tutti la amavano, era impossibile non provare amore per lei, ma era sempre un amore “condizionato” da qualcosa, che in qualsiasi momento poteva essere spazzato via, ed Arik non si sentiva mai “realmente” amata.
Era sempre più scoraggiata, ormai disperava di trovare il “segreto del vero amore”.
Vagando ormai senza meta giunse in una lontana regione chiamata “il regno dell’imperturbabilità”.
Non c’era alcun re in quel luogo, non ce n’era bisogno, i pochissimi uomini che lo abitavano vivevano in armonia con le “Leggi”.
Arik si imbattè in uno di essi.
L’uomo aveva uno strano sorriso, appena accennato, ed era intento alle sue faccende.
Arik gli si avvicinò, per chiedergli un’informazione.
L’uomo si fermò, le rispose con cortesia, poi riprese a lavorare.
Arik rimase stupita.
Tutti gli uomini che incontrava erano immediatamente “rapiti” da lei, la riempivano di complimenti, la facevano sentire “importante”. Quell’uomo dallo strano ed imperturbabile sorriso, invece …
“Dimmi, uomo imperturbabile” disse Arik, “tutti notano la mia bellezza. A te, forse, non piaccio?”
“Sei molto bella, Arik” le disse L’uomo.
“Sono considerata anche virtuosa e di nobile animo” insistè Arik.
“Lo so”, ribattè l’uomo, “lo leggo nei tuoi occhi”.
“Non sono forse degna del tuo amore?” sussurò Arik con un filo di voce ...
L’uomo, mantenendo il suo imperturbabile sorriso, la guardò negli occhi …
“Io ti amo molto, principessa Arik”.
“E … perché mi ami?”, chiese Arik, tremolando, “forse perché sono bella, o ricca, o virtuosa?”
“Lo sei Arik, sei tutto questo e molto di più”, rispose l’uomo, “sei bella, sei di animo nobile, sei virtuosa.
Sono tutte grandissime qualità, ma non sono sufficienti ad amarti.
In qualsiasi momento il mio amore potrebbe essere spazzato via da un fugace lato oscuro che si manifesti in te”
“E allora, uomo imperturbabile”, insistè Arik, “perché mi ami?”
“Io ti amo perché" ... l'uomo imperturbabile sospirò profondamente ... "perché non ho bisogno di te”.
Allora Arik finalmente capì, e da quel momento nulla fu più lo stesso.
La tristezza che, da sempre, abitava in lei, si dissolse.
Era finalmente pronta ad amare e ad essere amata “realmente”.
Aveva scoperto il segreto del vero amore.
✍️La casa di Jerome






Non è il vento che fa volare i palloncini.
E' quello che hanno dentro.
Come le persone.
“Per ottenere la pace si deve lavorare per la giustizia.”


“La miglior vendetta? La felicità. Non c'è niente che più impazzire la gente faccia che vederti felice.”
(Alda Merini)


Grandissimo e elevato discorso di Liliana Segre al Senato della Repubblica..👏👏👏👏👏👏
..❤️ed è avvilente notare che molti senatori di destra e centro non hanno mai applaudito in special modo quando liliana fà riferimento alla Costituzione, al 25 aprile, al 1 maggio, 2 giugno festa della repubblica..principi fondamentali..
questo mio post ha avuto un commento di risposta che rende chiaro come in questa società certe situazioni vengono vissute in un modo completamento stravolto :..una utente scrive..Le festività non sono "principi" sono ricorrenze amplificate da una sinistra che non esiste più e si attacca a qualche brandello sfilacciato di storia per sentirsi viva ma è ormai un cadavere che cammina. Il discorso della Segre è pieno di rancore e di odio. Lei è davvero razzista...di seguito la mia ulteriore risposta che ha completamento silenziato la signora sopra descritta.."mia risposta:.""signora non sono festività..sono date della nostra repubblica..quelle date rappresentano ideali per i quali i nostri precedessori hanno dato la vita..in quei giorni sono accaduti avvenimenti che hanno immortalato dei principi..non sono domeniche dove andiamo a trovare i parenti..si rilegga un pò di storia..e se dà di razzista alla Signora Segre vuol dire che non ha capito niente della sua storia di cittadina..e di dove lei si trova e comodamente ha potuto condurre una vita libera...buongiorno
Liliana Segre presiede il Senato, il discorso integrale
Liliana Segre, il discorso completo al Senato: «Il paese ci guarda»
«In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica»
Colleghe senatrici, Colleghi senatori,
rivolgo il più caloroso saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a quest’Aula. Con rispetto, rivolgo il mio pensiero a papa Francesco.
Certa di interpretare i sentimenti di tutta l’Assemblea, desidero indirizzare al presidente emerito Giorgio Napolitano, che non ha potuto presiedere la seduta odierna, i più fervidi auguri e la speranza di vederlo ritornare presto ristabilito in Senato. Il presidente Napolitano mi incarica di condividere con voi queste sue parole: «Desidero esprimere a tutte le senatrici ed i senatori, di vecchia e nuova nomina, i migliori auguri di buon lavoro, al servizio esclusivo del nostro paese e dell’istituzione parlamentare ai quali ho dedicato larga parte della mia vita».
Rivolgo ovviamente anch’io un saluto particolarmente caloroso a tutte le nuove colleghe e a tutti i nuovi colleghi, che immagino sopraffatti dal pensiero della responsabilità che li attende e dalla austera solennità di quest’aula, così come fu per me quando vi entrai per la prima volta in punta di piedi.
LE CONSIDERAZIONI PERSONALI
Come da consuetudine vorrei però anche esprimere alcune brevi considerazioni personali.
Incombe su tutti noi in queste settimane l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa, vicino a noi, con tutto il suo carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore...una follia senza fine. Mi unisco alle parole puntuali del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «La pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino».
Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva.
In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica.
Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!
Il Senato della diciannovesima legislatura è un’istituzione profondamente rinnovata, non solo negli equilibri politici e nelle persone degli eletti, non solo perché per la prima volta hanno potuto votare anche per questa Camera i giovani dai 18 ai 25 anni, ma soprattutto perché per la prima volta gli eletti sono ridotti a 200.
L’appartenenza ad un così rarefatto consesso non può che accrescere in tutti noi la consapevolezza che il paese ci guarda, che grandi sono le nostre responsabilità ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio.
L’ESEMPIO DA DARE
Dare l’esempio non vuol dire solo fare il nostro semplice dovere, cioè adempiere al nostro ufficio con “disciplina e onore”, impegnarsi per servire le istituzioni e non per servirsi di esse.
Potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica “alta” e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza.
Le elezioni del 25 settembre hanno visto, come è giusto che sia, una vivace competizione tra i diversi schieramenti che hanno presentato al paese programmi alternativi e visioni spesso contrapposte. E il popolo ha deciso. È l’essenza della democrazia.
La maggioranza uscita dalle urne ha il diritto-dovere di governare; le minoranze hanno il compito altrettanto fondamentale di fare opposizione. Comune a tutti deve essere l’imperativo di preservare le Istituzioni della Repubblica, che sono di tutti, che non sono proprietà di nessuno, che devono operare nell’interesse del paese, che devono garantire tutte le parti.
Le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, di istituzioni rispettate, di emblemi riconosciuti.
In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione Repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti.
Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica.
In ogni occasione in cui sono stati interpellati, i cittadini hanno sempre scelto di difenderla, perché da essa si sono sentiti difesi.
E anche quando il parlamento non ha saputo rispondere alla richiesta di intervenire su normative non conformi ai principi costituzionali – e purtroppo questo è accaduto spesso – la nostra Carta fondamentale ha consentito comunque alla Corte Costituzionale ed alla magistratura di svolgere un prezioso lavoro di applicazione giurisprudenziale, facendo sempre evolvere il diritto.
Naturalmente anche la Costituzione è perfettibile e può essere emendata (come essa stessa prevede all’art. 138), ma consentitemi di osservare che se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un paese più giusto e anche più felice.
Il pensiero corre inevitabilmente all’articolo 3, nel quale i padri e le madri costituenti non si accontentarono di bandire quelle discriminazioni basate su “sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, che erano state l’essenza dell’ancien regime.
Essi vollero anche lasciare un compito perpetuo alla “Repubblica”: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese”.
Non è poesia e non è utopia: è la stella polare che dovrebbe guidarci tutti, anche se abbiamo programmi diversi per seguirla: rimuovere quegli ostacoli!
STECCATI DA SUPERARE
Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria.
Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date “divisive”, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile festa della Liberazione, il 1° maggio festa del lavoro, il 2 giugno festa della Repubblica?
Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi.
Altro terreno sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni.
Permettetemi di ricordare un precedente virtuoso: nella passata legislatura i lavori della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza” si sono conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo. Segno di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici, che è essenziale permangano.
Concludo con due auspici.
Mi auguro che la nuova legislatura veda un impegno concorde di tutti i membri di questa assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative, riaffermare nei fatti e non a parole la centralità del parlamento.
Da molto tempo viene lamentata da più parti una deriva, una mortificazione del ruolo del potere legislativo a causa dell’abuso della decretazione d’urgenza e del ricorso al voto di fiducia. E le gravi emergenze che hanno caratterizzato gli ultimi anni non potevano che aggravare la tendenza.
Nella mia ingenuità di madre di famiglia, ma anche secondo un mio fermo convincimento, credo che occorra interrompere la lunga serie di errori del passato e per questo basterebbe che la maggioranza si ricordasse degli abusi che denunciava da parte dei governi quando era minoranza, e che le minoranze si ricordassero degli eccessi che imputavano alle opposizioni quando erano loro a governare.
Una sana e leale collaborazione istituzionale, senza nulla togliere alla fisiologica distinzione dei ruoli, consentirebbe di riportare la gran parte della produzione legislativa nel suo alveo naturale, garantendo al tempo stesso tempi certi per le votazioni.
Auspico, infine, che tutto il parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo in collaborazione col governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che diseguaglianze e ingiustizie si dilatino ulteriormente anziché ridursi. In questo senso avremo sempre al nostro fianco l’Unione europea con i suoi valori e la concreta solidarietà di cui si è mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale.
Non c’è un momento da perdere: dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere i livelli di guardia e tracimare.
Senatrici e senatori, cari colleghi, buon lavoro!
© Riproduzione riservata

Grandissimo e elevato discorso di Liliana Segre al Senato della Repubblica..👏👏👏👏👏👏
..❤️ed è avvilente notare che molti senatori di destra e centro non hanno mai applaudito in special modo quando liliana fà riferimento alla Costituzione, al 25 aprile, al 1 maggio, 2 giugno festa della repubblica..principi fondamentali..
Grandissimo e elevato discorso di Liliana Segre al Senato della Repubblica..👏👏👏👏👏👏
questo mio post ha avuto un commento di risposta che rende chiaro come in questa società certe situazioni vengono vissute in un modo completamento stravolto :..una utente scrive..Le festività non sono "principi" sono ricorrenze amplificate da una sinistra che non esiste più e si attacca a qualche brandello sfilacciato di storia per sentirsi viva ma è ormai un cadavere che cammina. Il discorso della Segre è pieno di rancore e di odio. Lei è davvero razzista...di seguito la mia ulteriore risposta che ha completamento silenziato la signora sopra descritta.."mia risposta:.""signora non sono festività..sono date della nostra repubblica..quelle date rappresentano ideali per i quali i nostri precedessori hanno dato la vita..in quei giorni sono accaduti avvenimenti che hanno immortalato dei principi..non sono domeniche dove andiamo a trovare i parenti..si rilegga un pò di storia..e se dà di razzista alla Signora Segre vuol dire che non ha capito niente della sua storia di cittadina..e di dove lei si trova e comodamente ha potuto condurre una vita libera...buongiorno


Buongiorno anime belle😘
"Cosa si risponde quando qualcuno insulta ciò che fai, Lloyd?"
"Si prende fiato e si osserva il cielo, sir"
"Per vedere cosa?"
"Che i satelliti e gli astri sono entrambi luminosi, sir"
"Mi pare un'ovvietà, Lloyd..."
"Esattamente come è ovvio che solo uno ha bisogno dell'altro per brillare, sir"
"C'è un bel sole oggi in cielo, Lloyd"
"Decisamente, sir. Decisamente"

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Nel frastuono di questo mondo indosso spesso vestaglie di silenzio, illudendomi di proteggere il mio tempo da catastrofi assordanti.




Si dimentica che il fascismo non richiama solo un regime politico, incarna una cultura, un modo di concepire i rapporti tra gli individui e i sessi, l’organizzazione d’una collettività, la gestione del dissenso.
Nel suo saggio "La nazionalizzazione delle masse", lo storico Georg L. Mosse scrive proprio questo quando vede l’attualità del fascismo non come una realtà di regime che può ripetersi ma come una macchina politica ancora in grado di generare opinioni, convinzioni, comportamenti. In questo senso il passato non è mai definitivamente alle spalle. Il fascismo-regime è morto nel 1945, sopravvive però come luogo culturale.
CORRADO AUGIAS
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tutto ciò, aggiungo, è il pensiero che in molti non sono arrivati a capire.
.dicono il fascismo non ci sarà più, è una parte della storia oramai decrepita e surclassata e dicono e pensano questo ,
perchè connotano il fascismo con le camicie nere, le manganellate, le razzie, e tanto altro e non riescano a capire che il fascismo è nato in un brodo culturale distorto, contraffatto, oscuro, menzoniero, vigliacco, bigotto, ipocrita, e non solo..si camuffa, si insinua del comportamento e nel pensiero egoistico e semplicistico..
è questa la pericolosità del pensare fascista..
ma che ce ne frega dei diritti, dell'inclusione, della condivisione di principi,della bellezza di vivere in una Repubblica fondata sull'antifascismo come lotta ad un pensiero usurpatore delle diversità e delle identità,
basta che tutto vada avanti senza scossoni ,vogliamo stare tranquilli..☹️🙁






Io vivo in un'altra dimensione e non ho tempo per le cose che non hanno un'anima.
🖌Charles Bukowski

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il sapore dell'anima❤..anzi il gusto dell'Anima, si trova in quelle strane manie, in quelle visioni di gloria, in quello strano abbinamento di colori, di suonii, nei colori, nelle parole, in quello sguardo sconosciuto allo specchio, in quel tono di voce che non sempre sembra appartenerci ma che invece fa parte di noi. E' in quelle passioni bizzarre che la nostra verità cerca di venire fuori, perché è lì, nelle cose che amiamo alle volte anche per sbaglio, che si nasconde la nostra essenza e la forma del nostro SOGNO.

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.."vivendo in un mondo come questo, dove tutto è più facile,
la nostra sensibilità si è fatta più ottusa
anche se la luna sta in cielo è la stessa di sempre,
forse quella che vediamo noi è un'altra.
Credo che quattro secoli fa gli uomini possedessero un animo più ricco e vicino alla Natura..
Buongiorno anime belle😘






un buongiorno un pò diverso
""Il ragno sfida la scienza del matematico e l'arte del tessitore nei mille calcoli che sanno annodare i fili e adattare le tele ai luoghi più diversi.
Auguste Blanqui, Manoscritti inediti, XIX sec.""
..una frase che si addice molto..agli avvenimenti di questi giorni ai quali stiamo assistendo..incollati su "foglietti..su attimi di sosta e tanto altro"...
..a qualcuno devo fare , con mio dispiace ,i complimenti...nemmeno Machiavelli sarebbe arrivato a tanto...
a volte certe dichiarazioni confermano sia la regola che l'eccezione..
"finirà a tarallucci e vino..ma sicuramente noi siamo pronti.."
..tutto previsto e anche già reso visibile..
qualcuno non sarà daccordo, è del tutto lecito , pensarla diversamente..
ma l'ingenuità in politica e non solo a volte è indifendibile..
...ma da ciò qualcun altro può avere una occasione d'oro per riprendersi una identità un pò smarrita...
ne vedremo delle belle!!!
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sia da ragazzina io mi sono sempre tuffata nelle sfide ..mi appassionano, e anche avere quei tratti di "militante un pò attempata "..è la mia indole scendere in campo..il mio guerrieggiare me lo porto in ogni azione quotidiana e ne vado fiera..
alla fine bisogna avere una identità ..è il nostro passaporto per la vita...
💗

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