domenica 2 ottobre 2022

24..ROBERT PLANT & JIMMY PAGE OLTRE LED ZEPPELIN

0:00 The Wanton Song
3:13 Bring It On Home
4:48 Heartbreaker
11:20 Ramble On (slight cut at the end)
17:05 Walking Into Clarksdale
23:56 No Quarter
37:24 When the World Was Young (slight cut at the end)
44:39 Going to California
49:46 Tangerine
54:02 Gallows Pole
59:04 Heart In Your Hand
1:04:04 Babe I'm Gonna Leave You
1:13:41 How Many More Times
1:29:44 Most High
1:35:42 Whole Lotta Love
1:43:38 Celebration Day
1:46:46 Rock and Roll
Page and Plant - Live in New Orleans, LA (October 1st, 1998)




 https://youtu.be/Y4Sn9VmD7_w...
Page & Plant LIVE In Albuquerque 9/29/1995 COMPLETE/REMASTERED
Jimmy Page & Robert Plant
Friday, September 29, 1995
Tingley Coliseum, Albuquerque, New Mexico, USA
The Holy Trinity
Immigrant Song/The Wanton Song
Bring It On Home
What Is and What Should Never Be
Thank You
No Quarter
Hey Hey, What Can I Do?
Laride
Gallows Pole
Since I’ve Been Loving You
The Song Remains the Same
Going to California
Babe, I’m Gonna Leave You
Friends
Four Sticks
Whole Lotta Love
Black Dog
Kashmir
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Carlo Verdone e l’amore per i Led Zeppelin: ricordo di quell’intervista con Robert Plant e Jimmy Page
“Dimme allora n’do stavamo quanno l’avemo fatto chii Megadeth”
“Sul traghetto pe’ Ponza”
“Chii Santana?
“A Roncobilancio, in mezzo a’ nebbia”
“Chi’i Pearl Jam?”
“Chi’i Pearl Jam n’avemo mai fatto”
“Te vanno bbene i Black Sabbath?”
“E come o’famo?”
“O’famo strano“
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha visto “Viaggi di Nozze“, tra i film più divertenti di Carlo Verdone. Il dialogo di cui sopra è quello leggendario tra Ivano e Jessica, sposi che si “consultano” in macchina sulle migliori colonne sonore a sfondo delle loro prestazioni sessuali. Il rock e Carlo Verdone, un binomio fantastico e travolgente.
Paffutello, affabile, calvo, con un sorriso dolce e amabile, non esattamente l’archetipo del metallaro modello, capellone, brutto, sporco e cattivo. Ovviamente si gioca sui preconcetti e sui pregiudizi, sulla forma (tanta) e sulla sostanza (poca) dell’identikit ideale del rocker. Facciamoci due risate. Ridiamo di noi stessi, che male non fa. Chi scrive, peraltro, è un metallaro trentatreenne nel pieno della forma, ancora esaltato per band come Sepultura, Carcass e Motorhead, invasato quando ascolta i Pantera e gli Iron Maiden, commosso se si imbatte in un brano dei Faith No More o dei Blind Guardian, ma anche sedotto e abbandonato da una lunga chioma fluida. Anche la vista e la forma fisica ne hanno risentito. Gli occhiali sopra al naso e i primi accenni di pancetta sotto la maglia sono lì a testimoniarlo.
Ad ogni modo, Carlo Verdone è molto più rocker di quanto noi stessi possiamo immaginare e avremmo immaginato. A cominciare da quell’ardore sfrenato per la batteria, amata grazie alle spedizioni a Siena in compagnia del padre per assistere al Palio. La, tra bandiere sventolanti e accompagnamenti di tamburi, scoppiò il colpo di fulmine per lo strumento. L’attore e regista romano possiede più di 22.000 vinili, e della sua collezione va fierissimo. “Sono fan delle grandi rockstar, come Jimmy Page che ho intervistato a Milano. Mi ha regalato una foto autografata (che ha messo sotto vetro, oltretutto, ndr). Anche Robert Plant ho incontrato, è stato molto gentile con me“.
Non stupisce, infatti, il dialogo di Ivano e Jessica, parzialmente identificativo della passione dell’attore romano verso il genere. Megadeth, Santana e Pearl Jam, tre mostri sacri, colonne portanti delle varie sfumature del rock. E poi ci sono loro, i Led Zeppelin, forse la band più amata e idolatrata da Verdone.
“Intervistarli fu una grande emozione. Mi concessero 40 minuti, agli altri 10/15 minuti, forse perché avevo preparato domande non da giornalista. Ed erano sorpresi che un attore- regista fosse così appassionato. Mi impressionò l’altezza di entrambi e le dita lunghe e fini di Page: sembravano le dita lunghe di un bambino. Furono gentili, e generosi verso alcuni colleghi, in particolare verso Gary Moore, e mi ripeterono che senza Muddy Waters sarebbe successo assai poco. Rimproverai scherzosamente Page di non avermi concesso “Don’t Leave Me This Way” nell’album con David Coverdale: quest’ultimo fu gentile e mi diede l’ok, ma Jimmy Page no. Fece ricadere la colpa sul suo editore e mi diede numeri di telefono e indirizzi vari per chiedergli suoi brani. Una volta gli scrissi: mi rispose, fu molto signore, erano solo complimenti e saluti”.
“Led Zeppelin II mi ha sconvolto“, disse nel corso della trasmissione I Miei Vinili su Rai Tre. “Già il primo mi era già piaciuto moltissimo. Plant lo trovavo stranissimo ma mi piaceva tanto, Bonham mi piaceva, ma soprattutto Jimmy Page. Ho comprato il secondo album. Appena è partito il disco sono rimasto sconvolto. Quando ho bisogno di di energia metto ‘Whola Lotta Love‘ e…chi la batte? Energia pura. Il distorsore di Page era nuovo, potente. Questo brano riassume, secondo me, quello che sono stati i Led Zeppelin. Stessa cosa detta anche da Jimmy Page“.
“C’è la gran voce, portata al massimo, di Robert Plant, un assolo di batteria di John Bonham e un lavorone di John Paul Jones. Bonham è stato il più grande batterista rock del mondo, e resterà tale. Io ho visto praticamente quasi tutti i rock più importanti del mondo, solo loro non li ho visti. E questa rimane una macchia. Resterà una macchia“.
Una delle cose di cui va più fiero è “Led Zeppelin III” autografato da Jimmy Page. Come raccontato sulle pagine del Corriere della Sera, “una volta mi rubarono il Led Zeppelin 3, che mio padre mi aveva portato dalla Francia con una copertina diversa. L’ho ritrovato su Facebook, ho cercato di ricomprarlo ma il proprietario si è inalberato, ho lasciato perdere“.
“Una Band come i Led Zeppelin è unica e irripetibile. L’epoca d’oggi è molto confusa e questa confusione si concretizza molto bene in quello che ascoltiamo. C’è voglia di stupire ma poco, pochissimo sentimento. Gli Zeppelin avevano entrambe le cose“.
https://www.thewalkoffame.it/blog/carlo-verdone-led-zeppelin-intervista-speciale/?fbclid=IwAR3f0iwr2b70zaNgiV4qLwXkte5GGeFnR1LMKVfwvUGhkztT9uNbkay8X98


Page and Plant Perform At The Glastonbury Festival In Somerset
GLASTONBURY, UNITED KINGDOM - JUNE 25: Led Zeppelin guitarist Jimmy Page of Page and Plant performs on stage on Day 3 of The Glastonbury Festival in Somerset on June 25th, 1995 in Glastonbury, United Kingdom. (Photo by Pete Still/Redferns)






JIMMY PAGE AND ROBERT PLANT - THAT'S THE WAY (Live)
Clássicos Led Zeppelin número III, a partir de sua notável 1.994 re-colaboração para a sua aceitação na série MTV Unplugged, intitulada "Unledded ', que estava em todos, mas o nome de um reencontro do Led Zeppelin (menos John Paul Jones), posteriormente lançado como o" No Quarter "DVD.



Jimmy Page and Robert Plant - Irvine Meadows Amphitheatre, Irvine California 1995
Robert Plant - Vocals
Jimmy Page - 12-string guitar
Charlie Jones - Bass guitar
Porl Thompson - Banjo
Michael Lee - Drums
Page and Plant - That's the Way (Live



Scala negata!!! Una grande versione di Black Dog registrata dal vivo ad Hartford, CT 21/10/95
Jimmy Page & Robert Plant - Hartford, CT 1995 (Black Dog)













PAGE & PLANT - IN GIRO PER IL MONDO
Dal 1994 al 1998 Robert Plant e Jimmy Page unirono di nuovo le forze, mettendo da parte le reciproche incomprensioni, per pubblicare due dischi molto diversi tra loro. NO QUARTER del 1994 riproponeva versioni speziate d’oriente di alcuni brani dei Led Zeppelin eseguiti dal vivo per Mtv di fronte ad un pubblico selezionato. WALKING INTO THE CLARKSDALE del 1998 era invece composto da materiale del tutto nuovo, prodotto da Steve Albini e trainato dal singolo Most High, con relativo videoclip. Il fantastico video-concerto intitolato No Quarter Unleddedconteneva gli stessi brani relativi al primo dei Cd sopramenzionati e si apriva con una nuova versione di No Quarter eseguita da Robert e Jimmy tra boschi verdeggianti. Riprese aeree simulavano infatti il volo di un falco sopra le bellezze della gallese Snowdonia, tra fiumi e alberi, fino a quando non comparivano le figure di Jimmy e Robert immersi nella natura e impegnati in questa versione chitarra e voce di quello che era un brano di John Paul Jones, dominato, al contrario, dal piano elettrico. Page è vestito di bianco e utilizza una grande chitarra acustica carica di effetti e accordata in maniera non convenzionale. Anche la voce di Plant è filtrata da vari effetti e prolungata dal delay, rendendo il brano più misterioso e straziato. Del tutto diverso dall’originale, in ogni caso. L’inquadratura si sposta dagli esterni del Galles agli interni di uno studio decorato da veli e drappeggi azzurri e blu dove ritroviamo i due ex Zeppelin impegnati nell’esecuzione di un brano appartenente al repertorio della vecchio gruppo. Si tratta di Thank You, la prima canzone scritta in gioventù da Robert Plant e dedicata alla moglie Maureen. Qui la ballata acustica si trasforma in un pezzo d’impatto, con tutta la band in azione: Jimmy alla Gibson Les Paul, Michael Lee alla batteria, Charlie Jones al basso e lo stesso Robert Plant alla voce, con una cascata di capelli biondi su una casacca orientale e con pantaloni di pelle. Il brano era incluso nel secondo disco dei Led Zeppelin e anche all’epoca veniva eseguito in maniera simile. Sempre suggestivo il suo alternarsi tra le strofe sussurrate e i refrain più vivaci, compreso l’assolo di Jimmy.
Ancora Zeppelin del secondo album con What is and What Should Never Be, introdotta dalla sola voce soffusa di Plant e accompagnata nelle strofe dagli accordi sofisticati con suono pulito da parte di Jimmy, che passa poi al suono in distorsione per i ritornelli. Qui anche la voce diventa rabbiosa passando alle tonalità più alte. Dopo l’ultimo di questi refrain non manca il motivo suonato alla chitarra con il bottleneck, prima della chiusura con i colpi secchi di Jimmy che passano da un canale all’altro, come già sul disco. Il chitarrista si presenta con una camicia azzurra su pantaloni neri, apparendo in buona forma e rilassato. Per The Battle of Evermore passa invece al mandolino, accompagnando il duetto delle due voci che si rispondono e si incrociano, una maschile e l’altra femminile. La prima è quella di Robert, così come già nella versione del quarto disco dei Led Zeppelin, mentre lei è l’ospite indiana Najma Akhtar, che qualche anno dopo duetterà con Ian Anderson su Dot Com del 1999. L’interprete originale era Sandy Danny dei Fairport Convention. Questo pezzo è sempre magico. Gli altri brani eseguiti all’interno degli studi, di fronte ad un pubblico selezionato, nel Dvd sono più numerosi e diversi nell’ordine rispetto alla versione su Cd.
La bellissima Since I’ve Been Loving You accompagnata dall’orchestra spicca su tutti grazie ad una interpretazione appassionata che rende l’estratto dal terzo album assolutamente meraviglioso. Le stesse violoncelliste vengono inquadrate mentre si esaltano nel suo “crescendo”. Una di loro è la bella e brava Caroline Dale, che sarebbe apparsa con molta più evidenza nel Dvd di David Gilmour intitolato IN CONCERT del 2002. Entusiasmo nella performance anche in tutti gli altri interpreti. Lo stesso anche per The Rain Song, che ci permette di vedere per la prima volta Page suonare questa piccola opera sinfonica seduto alla chitarra acustica, ancora con il supporto dell’orchestra e di Charlie Jones al contrabbasso. Il risultato convince anche Page e Plant, che alla fine si stringono la mano. Per farlo Jimmy deve alzarsi e fa sbattere leggermente la chitarra acustica sul microfono. Questo produce un lieve rumore udibile nella VHS originale, ma eliminato nella versione in Dvd, che beneficia anche di un nuovo missaggio. La foto della copertina è la stessa, ma a colori sulla VHS e in bianco e nero sul Dvd. Sempre all’interno degli studi vengono eseguite altre versioni nuove di brani presenti nei dischi dei Led Zeppelin: Gallows Pole e That’s The Way, entrambe dal terzo disco. L’inedita Wonderful One viene proposta con delicatezza dai soli Plant e Page, che suona seduto una bella chitarra acustica nera a doppio manico: utilizza quello inferiore per arpeggiare sulla strofa, per poi passare al manico superiore nel ritornello. Tutto molto affascinante, con poche note pizzicate dal plettro e qualche accordo più ampio, sfruttando una suggestiva accordatura aperta. Sono coinvolti altri musicisti oltre quelli citati, compreso Porl Thompson dei Cure.
Quando l’orchestra londinese lascia il posto a quella egiziana, ecco il trionfo della contaminazione tra oriente e occidente, con le strepitose versioni diFour Sticks, Friends e Kashmir, che chiude il concerto in maniera trionfale. Una versione davvero da brividi, con Jimmy esaltato con una bellissima Les Paul non più Sunburst bensì dorata. L’orchestra degli Egyptian Pharaons, composta da archi e percussioni, offre un contributo determinante per il nuovo arrangiamento dell’epico brano, che qui include anche accenni a Black Dog. Questa orchestra del Cairo seguirà Page e Plant anche per il tour mondiale, non essendo sostituibile, mentre quella londinese verrà rimpiazzata da quella di ogni città toccata dal tour, previa lettura delle partiture sotto la guida del giovane direttore e organista Ed Shearmur. Anche Porl Thompson e Nigel Eaton, impegnato all’hurdy gurdy, partiranno in tour. Altre riprese vengono effettuate in Marocco, con Page e Plant che si uniscono a musicisti locali suonando brani del tutto inediti. Gli altri pezzi degli Zeppelin con nuovi arrangiamenti vengono documentati ancora con riprese esterne, ma dalle parti di casa: Nobody’s Fault But Mine When The Levee is Breaks. Il Dvd offre anche una versione di Black Dog con Robert in giubba militare nera e Jimmy scatenato con una giacca dello stesso colore. Il brano è sostenuto dalla nota continua del lungo strumento australiano denominato “didgeridoo”. Quest’ultimo video è stato realizzato il 30 gennaio 1995 per gli American Music Awards.
I Can’t Quit You Babe venne invece presentata in Tv il 17 aprile del 1994 alla Buxton Opera House quale prima uscita pubblica dal vivo del progetto Page & Plant. Anche se non sarebbe stata inserita nella scaletta dei concerti, ma solo accennata in sporadiche occasioni. Page e Plant presero a girare il mondo tra il 1995 e il 1996 con due orchestre al seguito: come detto quella egiziana li seguiva in tour, mentre l’altra veniva assoldata nelle varie città presso le quali si sarebbero esibiti. La prima, con i suoi violini e le sue percussioni interveniva nella parte finale di ogni concerto per le strabilianti versioni di Four SticksFriends, In The Evening e Kashmir. Questi ultimi due brani rappresentavano spesso il bis di ciascuno show. Venne confermata la sezione ritmica con Charlie Jones al basso e Michael Lee alla batteria. Entrambi erano con Robert Plant già dal 1993, mentre Page lavorava insieme a David Coverdale per il loro disco e il relativo tour. Il batterista Michael Lee sarebbe purtroppo scomparso ancora giovane nel 1999, mentre Charlie Jones divenne il genero di Robert Plant. Durante il tour 1995-1996, nonostante si presentassero con quella sigla, la setlist comprendeva quasi interamente brani del vecchio repertorio, a partire dalla devastante introduzione con Immigrant Song, per concludersi con la magnifica Kashmir. Vennero eseguiti anche brani inattesi, quali Achilles Last StandWhen The Leeve Breaks e Hey Hey, What Can I Do: quest’ultimo pezzo, in teoria meno conosciuto, vedeva invece numerose ragazze cantarlo sugli spalti delle arene.
In qualche occasione, considerata la presenza di Porl Thompson, comparve in scaletta Lullaby dei Cure, e Plant cantò Shake my Tree, il brano che apriva il disco di Coverdale e Page del 1993. Dopo l’accenno a Dazed and Confused veniva suonato anche un frammento di Break on Through dei Doors. Tra i primi pezzi veniva sempre proposta una brillante versione di Heartbreaker, che vedeva in ogni città il pubblico saltare a tempo e con le braccia levate sotto al palco, come un ondeggiante oceano in tempesta. In scaletta era sempre presente Ramble On, che si concludeva con quello che in realtà era il finale di What is and What Should Never Be. Non mancava una lunga versione di Whole Lotta Love, compresi gli stregoneschi giochi spaziali di Page al Theremin. Fu invece rigorosamente esclusa Stairway To Heaven, probabilmente per volontà di Robert, che ebbe con quel brano un rapporto sempre controverso. Veniva solamente accennata in sostituzione della chiusura di Babe I’m Gonna Leave You, lasciando così intendere agli spettatori che non sarebbe stata eseguita durante il concerto. Page e Plant ne eseguirono solo una breve versione in uno studio televisivo giapponese.
Gli show cominciavano sempre con Jimmy Page che dava le spalle al pubblico durante le prime, implacabili battute di Immigrant Song, per poi voltarsi di scatto quando il brano passava in Mi maggiore, per collegarsi subito a The Wanton Song. Questo è quanto avvenne anche a Milano il 10 giugno del 1995. Ma in quell’occasione, nell’ambito del festival chiamato Sonoria, non tutto filò liscio. Aveva cominciato a piovere poco prima che iniziassero a suonare. Dopo di loro su quel palco sarebbero saliti i Cure, e prima si era esibito senza problemi Terence Trent D’Arbi. Su altri palchi più piccoli si erano visti Mario Venuti e i CCCP. Non appena sul palco più grande comparvero Robert Plant e Jimmy Page la gente impazzì. Solo perché li stava vedendo dal vivo, senza neanche che avessero iniziato lo show. Plant indossava una casacca arancione e nera e portava i capelli sciolti, ancora lunghi e biondi. Page si aggirava per il palco con una lucida camicia arancione e capelli ricci e neri, con la Les Paul a tracolla. Ancora non cominciavano, e già cominciava a piovere, prima piano e poi sempre più forte. Sotto i piedi del pubblico non vi era un pavimento di qualsiasi tipo, ma solo terra in attesa di trasformarsi in fango. E fu quel che avvenne, proprio mentre la musica esplodeva nel modo sopra descritto. L’assalto micidiale di Immigrant Song mandò in delirio tutti i presenti, soprattutto i ragazzi stipati sotto al palco. E avvenne qualcosa di singolare, inspiegabile. La marea umana cominciò a fluttuare. Prima lentamente verso sinistra, poi altrettanto lentamente verso destra. In continuazione e senza accennare a smettere. Ogni persona si sentiva schiacciata ora da un lato e ora dall’altro, senza riuscire a stabilizzarsi con i piedi per terra, dal momento che il fango diventava sempre più scivoloso. Molti gridavano per rimproverare non si sa chi e per che cosa, altri urlavano perché terrorizzati. Le ragazze cominciarono a svenire e ad essere portate fuori sollevate a braccia. Altri rinunciarono ai posti migliori che avevano conquistato, preferendo arretrare per salvarsi la vita (chi scrive) piuttosto che scivolare e rimanere schiacciati dalla folla. Gli impermeabili di cellophane colorato venduti sul posto si dissolvevano con il semplice strofinarsi gli uni contro gli altri. E tutto questo proprio mentre l’aria risuonava delle note di Heartbreaker, Thank You e Since I’ve Been Loving You. E di pezzi inaspettati quali Dancing Days. Jimmy Page sollevò in alto la mitica doppio manico rossa per The Song Remains The Same e qualcuno pensò che forse ne era valsa la pena solo per quello. Robert Plant si disse dispiaciuto per la pioggia che non smetteva di cadere. Trattandosi di un festival e non di un loro concerto, avevano anche meno tempo a disposizione e non suonarono né Whole Lotta Love  Kashmir, chiudendo invece lo spettacolo con In The Evening. Dopo di loro fu la volta dei Cure, e dunque Porl Thompson suonò con entrambi i gruppi.
A Sonoria accadde un fatto singolare. Tutti o quasi avevano visto Page e Plant ad Mtv o nella VHS già in vendita. E Jimmy sembrava avere una bella cascata di riccioli neri. Ma a quel festival, tra pioggia e vento, i capelli gli si sollevavano, rivelando intere parti di cranio scoperto. I riccioli lì erano solo appoggiati. Che fosse una chioma tinta si era già intuito per il fatto che sulla videocassetta di No Quarter era completamente nera, mentre al festival di Knebworth del 1990, quando era stato ospite di Robert Plant per qualche pezzo degli Zeppelin, era comparso in Tv con qualche capello bianco. Ma non si immaginava che in certi punti fosse addirittura calvo. Ad ogni modo la musica non ne risentiva. Questa è la setlist di Milano: Immigrant Song, The Wanton Song, Bring it on Home, Heartbreaker, Black Dog, Thank You, No Quarter, Gallows Pole, Hurdy Gurdy Solo, The Truth Explodes, Since I’ve Beeen Loving You, The Song Remains the Same, Calling To You, Dancing Days, Four Sticks e In The Evening. L’Hurdy Gurdy suonato da Nigel Eaton corrisponde alla nostra ghironda.
Grandiosa risultò la performance di Since I’ve Been Loving You eseguita il successivo 25 giugno al festival di Glastonbury, con Jimmy in camicia arancione come due settimane prima a Milano. Alcuni brani vedevano quest’ultimo seduto imbracciando la chitarra acustica nera a doppio manico, mentre Charlie Jones era più volte impegnato al contrabbasso. La sezione quieta di In The Evening veniva sostituita da un frammento di Carouselambra, pezzo tratto dal medesimo disco, IN THROUGH THE OUT DOOR, che fu anche l’ultimo per i Led Zeppelin. La scaletta completa del concerto di Page & Plant a Glastonbury era la seguente: The Wanton Song, Bring It on Home, Thank You, No Quarter, Gallows Pole, Since I’ve Been Loving You, The Song Remains The Same, Friends, Calling To You, Smokestak Lightning, Break On Through, Dazed and Confused, For Sticks, In The Evening e Kashmir. Calling To You era il brano che apriva FATE OF NATIONS di Robert Plant, mentre il pezzo seguente era una cover del bluesman di colore Howling Wolf. Le immagini di questo evento mostravano anche Page e Plant scherzare sul palco con l’anziana coppia che dagli anni Settanta organizzava questo celebre festival. Il concerto esiste anche in Cd, ma inizia solo da Gallows Pole. Ne esistono molti del 1995. Non pochi sono anche i documenti video ripresi professionalmente. Come sempre Four Sticks, come dal titolo, veniva suonata da Michael Lee servendosi di quattro bacchette, così come faceva un tempo John Bonham. E Michael utilizzava la medesima batteria Ludwig con un solo tom. Durante lo stesso brano Jimmy suonava seduto schitarrando con foga sulla sua acustica nera, passando da un manico all’altro.
Peccato che il tour del 1995 non sia stato documentato con la pubblicazione ufficiale del magnifico concerto californiano ottimamente ripreso dalle telecamere ad Irvine Meadows il 3 ottobre. Queste riprese sono eccellenti per qualità delle immagini e del suono registrato in stereo, oltre che per le corrette inquadrature. Non mostravano neanche il logo della Tv. Questo avrebbe potuto essere il Dvd ufficiale del tour, dal momento che i pezzi eseguiti per Mtv presero un'altra vita nel momento in cui venivano portati fuori in tournèe. E tanti altri titoli si erano aggiunti. Nel caso di Irvine tutto cominciava con il brano registrato dai toni orientaleggianti che preparavano gli spettatori. Quindi l’apoteosi, con Jimmy Page intento a fissare Michael Lee durante l’iniziale intro di Immigrant Song, con la sigaretta tra le labbra e uno spolverino indosso. Quindi gettava via la sigaretta e si lasciava andare verso il pubblico con passo sicuro. Seguivano Bring It On Home e Ramble on. Quest’ultima utilizzava come chiusura un accenno al finale di What Should and What Should Never Be. Durante l’assolo di Thank You la regia sdoppiava il manico della chitarra in più parti, mentre su No Quarter scorrevano immagini simili a quelle aeree in Snowdonia viste nel Dvd. Ottime le versioni di Since I’ve Been Loving You, Babe I’m Gonna Leave You e soprattutto di The Song Remains The Same, con Jimmy Page che arringava la folla dell’anfiteatro sollevando la doppio manico rossa, mentre Porl Thompson si dedicava alle rifiniture della seconda chitarra che nel disco erano state eseguite dallo stesso Page. A volte era impegnato anche in qualche assolo principale. Dopo una lunghissimaWhole Lotta Love era uno spettacolo il finale con Kashmir, unico brano a vedere unirsi insieme entrambe le orchestre, e con Jimmy che alla fine, dopo il trionfale tema all’unisono, poggiava la Les Paul sulla cassa della batteria di Michael Lee. Questi era una furia, ma appariva sempre sorridente. Aveva ormai i capelli lunghissimi mentre, quando si era esibito al Concertone del 1° maggio a Roma nel 1993, quale componente della band di Robert Plant, li portava rasati a zero. In quell’occasione suonarono 29 Palms e Whole Lotta Love. Una ragazza dichiarò che a quel punto avrebbe anche potuto morire.
Altri spettacoli di quello stesso periodo filmati in maniera professionale furono quelli di Milwaukee e Albuquerque. All’inizio del 1996 il tour si spostò in Sudamerica, mandando in delirio i fan che all’epoca non avevano mai potuto vedere gli Zeppelin. Spettacolari le immagini relative al concerto del 27 gennaio a Rio de Janeiro, con un Jimmy Page scatenato e una marea umana in estasi. A febbraio erano già in Giappone, dove tirarono fuori anche brani quali Tea For OneCustard Pie e The Rain Song, con Robert e Jimmy in forma davvero smagliante. Tra parentesi, i pezzi Tea For One e Custard Pienon erano mai stati eseguiti dai Led Zeppelin ancora in attività. Sempre In Giappone la stessa Custard Pie venne utilizzata anche come apertura degli spettacoli, mentre Ten Years Gone con l’accompagnamento orchestrale risultò davvero splendida. In un’occasione, all’inizio diTea For One, la band andò fuori tempo: Jimmy fece interrompere il brano, e sorridendo al pubblico lo fece cominciare da capo. In questi ultimi show il bis era spesso costituito da Black Dog e Rock and Roll, durante le quali Jimmy ricompariva sulla scena non più in camicia lucida, ma con una semplice maglietta. Esistono Cd di ottima qualità relativi a concerti in città sudamericane o giapponesi. Segnaliamo solamente quello relativo allo spettacolo tenuto in Cile a Vina Del Mar il 23 gennaio e l’altro che documenta la data giapponese al Budokan di Tokyo del 19 febbraio. Qui lo show iniziò con Celebration Day.
Nel 1998, durante il tour a supporto del nuovo WALKING INTO THE CLARKSDALE si esibirono solo in quattro: Page, Plant, Lee e Jones, tutti vestiti di nero, con l’aggiunta di Philip Andrews alle tastiere. Questa volta Jimmy portava i capelli corti e appariva un po’ ingrassato, pur mantenendo gli atteggiamenti di sempre. In scaletta comparvero How Many More Times, No Quarter nella versione originale e Tangerine. Gli spettacoli, dopo il consueto brano orientaleggiante registrato, cominciavano ancora con The Wanton Song, priva però dell’introduzione di Immigrant Song. I pezzi del disco nuovo utilizzati in concerto furono di solito la title track, Most HighShining in the Light, la sofferta Heart in Your Hand e When the World Was Young. A chiudere quegli show era sempre la vecchia Rock and Roll. La citata Most Highvenne presentata anche al Festival di Sanremo il 27 febbraio 1998. La data italiana fu quella tenuta il successivo 19 novembre al Forum di Assago. Qui, durante un’intervista dietro le quinte Robert Plant, mettendo insieme Led Zeppelin e Page & Plant, scherzando disse che in Italia non erano mai stati troppo fortunati, dal momento che il concerto del 1971 al Vigorelli di Milano era stato rovinato dai noti disordini, e durante quello del 1995 aveva piovuto per tutto il tempo. Si augurava dunque che questo al Forum avrebbe rappresentato la volta buona. La setlist qui fu la seguente: The Wanton Song, Heartbreaker, Ramble On, Walking Into The Clarksdale, No Quarter, When The World Was Young, Going To California, Tangerine, Gallows Pole, Heart in your Hand, Babe I’m Gonna Leave You, Most High, How Many More Times, I Can’t Quit You Babe, Whole Lotta Love e il bis con Rock and Roll.
Un buon documento video non ufficiale di questa tournèe è quello relativo al Bizarre Festival, tenuto il 23 agosto sotto la pioggia a Colonia, in occasione del Rockpalast. Charlie Jones, che portava capelli lunghi sciolti o legati in un voluminoso codino durante i tour precedenti, li aveva adesso rasati a zero, utilizzando un basso trasparente. Dopo il consueto brano orientale registrato partirono sparati con The Wanton Song, Bring It On Home, Heartbreaker e Rumble On. Philip Andrews se la cavò con le tastiere durante No Quarter e suonò la fisarmonica sulla sempre più concitata Gallow’s Pole. Robert Plant presentò How Many More Times come un pezzo di jazz psichedelico. Sul brano Jimmy utilizzò l’archetto da violino. La canzone veniva interrotta prima della fine dall’irrompere di Whole Lotta Love.Anche a Colonia piovve per quasi tutto il tempo, ma il pubblico, coperto alla meglio, aspettò anche il bis, che era una potente versione di Rock and Roll spinta da un euforico Michael Lee.
Altre riprese di buona qualità sono quelle relative al breve set che Page & Plant tennero il 10 dicembre 1998 a Parigi per Amnesty International. Nell’occasione vennero presentate When the World Was Young, Babe I’m Gonna Leave You e Rock and Roll. Tra queste risultò di particolare pregio la versione di Babe I’m Gonna Leave You. Anche qui il finale del brano, con i suoi arpeggi eleganti, veniva sostituito da Page con quelli ben più noti dell’inizio di Stairway To Heaven. Nel 1998 venivano concessi ai fan anche due accordi in più. Anche di questa tournée esistono numeroso Cd non ufficiali, ma ben registrati dal mixer. Qui ricordiamo solo il concerto di Sofia, in Bulgaria, del 2 marzo 1998 e quello di New Orleans del successivo 1 ottobre. Entrambi iniziano con The Wanton Song e finiscono con Rock and Roll. Come si vede lo sferzante brano The Wanton Song, incluso in PHISICAL GRAFFITI e suonato solo qualche volta dai Led Zeppelin nel 1975, fu invece ampiamente utilizzato da Page e Plant come apertura degli show. Sfortunatamente il disco nuovo non andò bene quanto sperato e il progetto Page & Plant ebbe fine.

io ho in USB quasi tutti i loro live..è un cammino bellissimo..nel 1998 ebbe diciamo un doppio binario..Robert voleva una pausa..era stanchissimo..voleva poi riorganizzare un pò le idee..certe situazioni non erano ben stabilizzate..anche con Jimmy.,alcune incomprensioni riaffiorarono .lui tirava molto da una parte..ma Robert si concentrò in altro..comunque in questi 4 anni furono stellari..avevano bisogno tutti e due di riassaporare certe emozionalità,sapevano di essere in grado di farlo. c'è un concerto in particolare che prova tutto questo Detroit 1995 .New Orleans 1995e grata a questa meraviglia!!❤🌹

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Page/Plant perform Thank You and Ramble On. Live in Detroit, April 1st, 1995.






𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐥𝐢𝐯𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐧𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞😘 𝐠𝐨𝐝𝐞𝐭𝐞𝐯𝐞𝐥𝐨 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞..
𝐦𝐢 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞
𝐊𝐚𝐬𝐦𝐢𝐫 𝐞̀ 𝐈𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞
.𝐫𝐢𝐯𝐞𝐝𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐚 𝐭𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐧𝐮𝐝𝐨 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐢𝐧𝐨..
𝐈𝐧𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢..𝐈𝐫𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐨𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐮𝐫𝐚 ..𝐈𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢..𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐢..𝐢𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢..𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚𝐫𝐢..
𝐬𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐭𝐨𝐧𝐨..𝐬𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥'𝐎𝐥𝐭𝐫𝐞..
𝐞𝐬𝐭𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐯𝐨𝐜𝐚𝐥𝐞..𝐮𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞..𝐢𝐥 𝐏𝐞𝐚𝐫𝐜𝐲 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 ..𝐬𝐞 𝐬𝐢 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐩𝐨̀ 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐯𝐚..𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐬𝐚𝐥𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐝𝐝𝐨𝐬𝐬𝐨..𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐥𝐮𝐢 𝐬𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐛𝐮𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐮 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨..
𝐚𝐝𝐫𝐞𝐧𝐚𝐥𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚!! 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀..𝐚𝐥𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐚..𝐢𝐦𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐞𝐭𝐞𝐨𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨
𝐠𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐞𝐫𝐚𝐯𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚..𝐥𝐢𝐯𝐞 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨 , 𝐜'𝐞𝐫𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐝 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐚𝐮𝐝𝐢𝐨..
𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨 𝐞̀ 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐇𝐢𝟖 𝐌𝐚𝐬𝐭𝐞𝐫. 𝐅𝐢𝐥𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐞𝐩𝐡𝐞𝐧𝐬𝐨𝐧 𝐝𝐢 𝐓𝐡𝐢𝐫𝐝 𝐄𝐲𝐞 𝐏𝐫𝐨𝐝𝐮𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧 (𝐓𝐄𝐏).
𝐉𝐢𝐦𝐦𝐲 𝐏𝐚𝐠𝐞 & 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭 𝐏𝐥𝐚𝐧𝐭 𝐥𝐢𝐯𝐞 𝐚𝐭 𝐀𝐦𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐖𝐞𝐬𝐭 𝐀𝐫𝐞𝐧𝐚, 𝐏𝐡𝐨𝐞𝐧𝐢𝐱, 𝐀𝐙 𝐨𝐧 𝐌𝐚𝐲 𝟏𝟎, 𝟏𝟗𝟗𝟓.
𝐆𝐨𝐨𝐝 𝐦𝐨𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲
Jimmy Page & Robert Plant live at America West Arena, Phoenix, AZ on May 10, 1995.
Good morning Family
this live is incredible enjoy it on this Sunday in October ..
I recommend you get to the end
Kasmir is Imperial
.you will also see Robertino shirtless ..
Incredible .. Irresistible pure ovation .. Infinite .. extreme .. imperious .. stellar ..
they have fun .. they know well that I am the Beyond ..
vocal extension ... ultra fine ... the Pearcy we know ... if he had come a little closer to the crowd that was watching ... many would have jumped on him ... and maybe he would have jumped on them ...
adrenaline from fear !! sensuality .. alchemy .. meteorite impact
grateful for this wonder..live on video, until today there was the audio one ..
This video is straight from the Hi8 Master cassette. Filmed by Terry Stephenson of Third Eye Production (TEP).
Jimmy Page & Robert Plant live at America West Arena, Phoenix, AZ on May 10, 1995.
Tales Of Bron (poetry intro)
Immigrant Song (intro)
The Wanton Song
Bring It On Home
Ramble On
Thank You
Shake My Tree
Lullaby
No Quarter
Gallows Pole
Hurdy Gurdy solo
When the Levee Breaks
Hey Hey What Can I Do
The Song Remains The Same
Since I've Been Loving You
Friends
Calling To You
Down By the Seaside
Break On Through
Dazed & Confused
Four sticks
In The Evening
Carouselambra
encores -
Black Dog
Kashmir



Page & Plant rock New Orleans. This is the 9th show on their world tour. The band is bringing the house down with In The Evening, Black Dog and Kashmir. Live from New Orleans March 11th, 1995.





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