lunedì 29 novembre 2021

26....♥ღ♥ DAL MIO DIARIO:..”Ciao Anima mia..posso raccontarti una favola?.


me stessa..quando ascolto ..l'Oltre💞




Tutti coloro che se ne vanno,
ti lasciano sempre addosso un po’ di sè.
E’ questo il segreto della memoria?
Se è così, allora, mi sento più sicura
perché so che non sarò mai sola.
(Ferzan Özpetek)



 Pioggia gelida a catinelle 

😳
Neanch'io conosco nessuna preghiera più bella di quella con cui concludevano gli antichi spettacoli dell'India:
” Possano tutti gli esseri viventi restare liberi dal dolore. “
Arthur Schopenhauer..


“Le cose sono unite da legami invisibili. "
e come scriveva Eraclito..
“L’armonia invisibile è una sfera perfetta e incontaminata. Quella visibile, invece, si deforma continuamente sotto il peso della realtà.”


29 NOVEMBRE 1864: IL MASSACRO DI SAND CREEK, QUANDO DECINE DI CHEYENNE E DI ARAPAHO FURONO MASSACRATI DA SOLDATI DELLA MILIZIA DEL COLORADO
Colorado, 29 novembre 1864.
Mentre ad est si consumava la Guerra di Secessione, in Colorado si verificava l'assalto finale di coloni e cercatori d'oro. La febbre del metallo giallo si era diffusa negli anni precedenti e aveva portato migliaia di avventurieri a invadere le terre ancestrali di Cheyenne e Arapaho. Le tribù avevano resistito con orgoglio al vento che soffiava da est. I grandi capi avevano a lungo cercato la via della convivenza e della pace ma il governo degli Stati Uniti non era disposto a riconoscere le istanze dei nativi e si rimangiava costantemente la parola data.
Così nell'aprile del 1864, dopo un assalto gratuito da parte della milizia del Colorado ai danni di un villaggio Cheyenne e l'uccisione infame di Orso Magro, uno dei capi storici, gli indiani reagirono attaccando ripetutamente soldati e coloni. Pentola Nera, che già aveva impedito ai suoi di attaccare gli assassini di Orso Magro, decise per l'ennesima volta di tendere la mano alle autorità statunitensi.
Fidandosi della parola del governatore Evans fece accampare la propria tribù a pochi km da Fort Lyon, su un'ansa del fiume Sand Creek. A lui si unirono gli Arapaho di Mano Sinistra. In tutto si trattava di circa seicento persone di cui più di due terzi erano donne e bambini.
All'alba del 29 novembre un contingente di 600 cavalleggeri guidati dal colonnello Chivington attaccò l'insediamento. Decine e decine di indiani scapparono verso la tenda di Pentola Nera, che invitò tutti a stare calmi e in segno di pace cominciò a sventolare la bandiera a stelle e strisce. Il maggiore Greenwood gli aveva promesso che finché quel drappo fosse stato appeso sopra la sua testa non sarebbe accaduto nulla alla sua gente.
Avvenne esattamente l'opposto.
Antilope Bianca, altro storico capo, andò incontro ai soldati invocando la pace ma fu colpito a morte. Prima di andarsene pronunciò il canto di morte. “Niente vive a lungo. Solo la terra e le montagne”. La stessa triste sorte toccò subito dopo a Mano Sinistra.
Morirono prima di vedere gli orrendi massacri perpetrati sulla loro gente. Corpi mutilati, donne violentate, bambini sgozzati, vecchi a cui veniva preso lo scalpo. I pochissimi guerrieri indiani presenti fecero da scudo ai più deboli, salvando numerose vite. Complice la disorganizzazione dei volontari e la loro ubriachezza, molti indiani si nascosero fino al calar delle tenebre sopravvivendo alla mattanza.
Tra i 135 e i 175 innocenti furono massacrati a Sand Creek, sotto la bandiera bianca e quella a stelle e strisce.
Il colonnello Chivington, i suoi uomini e il governatore Evans non vennero mai puniti per quello che avevano fatto.
dedicato alla figura di Silas Soule, "Eroe" di Sand Creek che cercò di salvare la tribù Cheyenne di Pentola Nera da fine certa, e in parte vi riuscì. Il prezzo che pagò fu il più alto.
A Silas Soule
(1838-1865)
- XXXIX -
LETTERA ALLA MADRE
Cara Madre,
quest’oggi tuo figlio ti scrive
con l’animo in pena;
dunque dovevo vivere venticinque anni
per giungere fino a questo!
Per dover vedere tanti orrori e tanti scempi…
le armi dei fratelli usate per uccidere altri fratelli
(gli uomini rossi per me sono tali)
e dover combattere una guerra in cui non credo
e dichiarata a un popolo inerme cui voglio bene,
ma non mi tirerò indietro
combatterò
perché nessun colpo vile
inutile e bianco
abbia ad esser sparato in mia presenza,
contro un bambino, una donna o un vecchio
o pure un adulto che difende la sua capanna;
il mio spirito non lo permetterebbe
perciò comanderò ai miei uomini di non sparare.
Sto per andare, Madre
prega per me,
perché io non venga a mancare l’impegno
e così il mio spirito possa far ritorno col corpo.
E quando sarò tornato all’est, Madre
voglio far sì di trovarmi una donna
e spero che il destino mi faccia incontrare
quella che cerco,
e poi voglio smettere di fumare
che qui al campo le attese sono lunghe
e spesso non si fa altro;
anche Ed fuma tanto.
Prega per me, Madre
perché il tuo figlio
possa tornare ancor fiero
di poter guardare il sole negli occhi;
non vi sarebbe premio più grande…
neppure la salvezza del corpo nella battaglia.
Ora devo andare,
gli addetti ai cavalli si stanno movendo.
Ti abbraccio, Madre.
Saluta tutti per me.
Un bacio grande al tuo cuore.
Tuo Silas.
-
Silas Stillman Soule, capitano e maggiore dell’esercito degli Stati Uniti, abolizionista fin dalla più giovane età, al seguito di una pattuglia di volontari del Colorado comandata dal colonnello John Chivington prese parte all’assalto del campo Cheyenne di Pentola Nera al Sand Creek (29 novembre 1864), ma, in aperto contrasto con colui che fino a quel tempo gli fu amico, ordinò ai suoi uomini di attraversare il campo senza sparare… e il fatto che Soule non si fosse tirato indietro passando il comando a un altro, fu di enorme importanza perché in quell’assalto ci fossero almeno dei superstiti. Gli uomini guidati da Soule obbedirono alle consegna del loro capitano; nonostante ciò il Sand Creek passò alla storia degli USA come il più grande e vergognoso massacro perpetrato ai danni di una popolazione inerme: circa duecento tra donne, vecchi e bambini (solo una sessantina i guerrieri) furono trucidati, massacrati e mutilati dagli uomini di Chivington.
Dopo la battaglia, Chivington fu acclamato come un eroe, ma l’opinione pubblica cambiò idea prestissimo, quando cominciarono a circolare voci di un vero e proprio sterminio. Queste voci sembrarono trovar conferma quando Chivington arrestò sei dei suoi uomini accusandoli di codardia in battaglia. Tra i sei c’era anche il capitano Silas Soule che ebbe il coraggio di denunciare le atrocità commesse dall’esercito e portare il “suo” colonnello davanti a una commissione d’inchiesta… “Quello di Sand Creek è stato un vero carnaio; un massacro orribile di donne, vecchi e bambini” ebbe poi a dire. E aggiunse particolari raccapriccianti di mutilazioni fatte con particolare accanimento sui genitali delle vittime e sulle donne gravide, alle quali vennero asportati i feti che poi i militari provvidero con ferocia a sopprimere. A quel punto il Segretario della Guerra ordinò l’immediato rilascio dei sei e il Congresso avviò un’indagine formale sui fatti.
Purtroppo Soule non poté portare a termine la sua testimonianza in quanto, una settimana dopo il rilascio (non ancora 26enne) fu ucciso a Denver, colpito alle spalle con una revolverata da un sicario. Nonostante la formale incriminazione, Chivington riuscì a non essere condannato dalla Corte Marziale in quanto aveva ormai lasciato l’esercito e non poteva più essere punito. Ma le parole di Soule avevano già sortito effetto: un giudice dell’esercito disse pubblicamente che “Sand Creek era stato un atto di profonda codardia e una strage perpetrata a sangue freddo, un gesto sufficiente a coprire i colpevoli di infamia indelebile, e nel contempo, a suscitare indignazione in tutti gli americani”.
Chivington sopravvisse a Soule per circa vent’anni, ma intanto la sua stella s’era offuscata per sempre. Nel 1883 provò ad entrare in politica, ma la colpevolezza del massacro di Sand Creek lo costrinse a rinunciare.
Ancora a Denver lavorò come sceriffo per un breve tempo, prima di morire a causa di un tumore.
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E’ questa una poesia dedicata a un uomo che nella sua breve vita fu coraggiosamente grande. Qui egli è un giovane ufficiale che scrive alla madre lettere accorate d’affetto, e nel contempo di amarezza e di disprezzo per quanto l’esercito sta facendo agli indiani… ed agisce di conseguenza. Alcune delle frasi riportate sono liberamente tratte da “Tears in the Sand” (Lacrime a Sand Creek): una sorta di testo ripristinatore di verità sul misfatto; altre sono (vista la personalità chiara di Soule e la inequivocabilità delle sue parole, non si sa quanto) opera di fantasia dell’autore.
L’Ed, di cui si fa cenno nella poesia, è il maggiore Edward Wynkoop, amico personale di Soule e compagno di questi nella battaglia per la difesa dei diritti degli indiani d'America.
* Un fatto importante rimane che, da quel nero 1864 al 1890 (massacro di Wounded Knee), grazie anche alla coraggiosa denuncia di uomini come Soule, la cattiva coscienza dei governi e dell’esercito degli Stati Uniti fece da freno, bloccando per ventisei anni ogni tentazione di porre in atto altri massacri. Nonostante tutti i “nomi” altisonanti, spesso riconducibili a pagine tragiche e vergognose di storia, sono uomini come questo che la storia la fanno. Alla fine, Silas Soule riuscì nell’intento di portare il suo corpo fuori dalla battaglia, e il suo spirito oltre i confini di una vita.
* Un grazie speciale al musicista David Arkenstone, per aver composto Stormlight, brano ispiratore di grande intensità.
(agosto - 2000)
Un villaggio in cui si trovavano circa cinquecento indiani Cheyenne e Arapahoe, venne attaccato e distrutto dalla furia delle “Giacche Blu” guidate dal colonnello John Chivington. Chivington, pastore metodista, organizzatore di scuole domenicali nei campi dei minatori, a capo di settecento uomini appartenenti al reggimento del Colorado attaccò il pacifico accampamento dei capi indiani Pentola Nera ed Antilope Bianca, provocando la morte di circa centocinquanta pellerossa, per lo più donne, vecchi e bambini.
In commemorazione delle vittime del massacro, presso il sito storico Sand Creek, all’interno del National Park Service di Eads, nel Colorado, parte da oggi la “Spiritual Healing Run”, camminata della pace e della memoria. L’evento si concluderà il 3 dicembre, presso le scalinate del Colorado State Capitol Building, a Denver.
Per non dimenticare.
***
Dieci anni dopo il trattato di Fort Laramie del 1851, in cui i rappresentanti del governo americano ed i capi indiani delle tribù Cheyenne, Arapahoe, Sioux e Crow stipularono un accordo di pace che avrebbe permesso agli indiani di mantenere le proprie terre ed ai militari di costruire strade e presidi in quei territori, con il trattato di Fort Wise, del 18 febbraio 1861, i Cheyenne e gli Arapahoe, in cambio di denaro, rinunciarono a gran parte dei loro territori situati nel Kansas. Il trattato fu firmato dai capi più pacifici, fra cui Pentola Nera e Antilope Bianca, ma venne rigettato da altri capi indiani, in quanto la nuova riserva risultava poco coltivabile e priva di selvaggina.
Era quello il periodo della corsa all’oro di Pike’s Peak, zona delle Montagne Rocciose nella quale erano stati scoperti alcuni giacimenti auriferi. Decine di migliaia di minatori e coloni invasero quei territori, sconvolgendo gli insediamenti dei pellerossa, ed usi e costumi radicati da anni.
Fin dal lontano 1929, la scoperta dei giacimenti minerari d’oro, argento e rame nei territori dell’ovest aveva indotto il governo americano ad emanare l’ “Indian Removal Act”, prima legge dichiaratamente avversa alle popolazioni native. Vi si prevedeva la deportazione forzosa degli indiani dai loro territori, oltre un confine chiamato barriera permanente che, dal Lago Superiore attraversava Iowa e Wisconsin seguendo i fiumi Arkansas e Mississippi, per giungere fino al Red River, al confine dell’Oklahoma.
Negli anni seguenti, il costante flusso migratorio che aveva portato la popolazione degli Stati Uniti dai sette milioni del 1810, ai trentadue del 1860, convinse il Governo federale a promulgare la Homestead Act, legge del 1862. Questa legge assegnava, anche oltre i territori delle tredici colonie originarie, sessantacinque ettari di terreno a sole due condizioni: il possessore doveva naturalizzarsi americano, ed aveva l’obbligo di far fruttare la terra; passati cinque anni, ne diventava proprietario. Fu l’inizio di un esodo senza precedenti verso l’ovest. Molte famiglie di coloni si trasferirono verso quei territori, accompagnati da minatori, cercatori d’oro, giocatori, e da ogni risma di avventurieri. Le compagnie di trasporti si organizzarono rapidamente per agevolare l’attraversata. L’Overland Mail fu una di queste. Disponeva di duecentocinquanta diligenze che riuscivano a coprire un territorio di migliaia di chilometri, fino al Montana, Idaho, Nevada e Oregon.
L’Homestead Act, fu anche il decreto che diede il via alla costruzione della Transcontinental Railroad, la ferrovia che doveva unire la Costa Atlantica con la California e l’Oceano Pacifico. Migliaia di “coolies”cinesi, di “paddies”irlandesi, di italiani, tedeschi e polacchi sistemarono tronchi ferroviari per circa 1700 chilometri, deviando, in tal modo, le abituali piste dei bisonti. Ne vennero uccisi più di tre milioni di esemplari, necessari per il sostentamento alimentare dei lavoratori della ferrovia, ma i pellerossa vennero privati della loro principale fonte di cibo. Le enormi praterie dei nativi furono sconvolte, ed i territori indiani vennero progressivamente ridotti e schiacciati verso la costa occidentale.
***
Due mesi prima quel tragico 29 novembre, sette capi indiani si erano recati a Denver con l’intenzione di stipulare una pace con il governatore John Evans ed il colonnello Chivington. Era una buona opportunità per porre fine ai continui scontri successivi al controverso accordo di Fort Wise.
Pentola Nera, Antolope Bianca, Orso Maschio e Occhio Solo rappresentavano i Cheyenne, mentre Molti Bisonti, Notanee e Bosse, gli Arapahoe. Evans e, soprattutto, Chivington si dimostrarono nell’occasione ambigui ed evasivi, anche se la convinzione dei capi tribù fu che una tregua fosse stata siglata.
Nel mese di ottobre, centinaia di indiani abbandonarono i campi estivi sullo Smoky Hill. I Cheyenne dei capi Pentola Nera ed Antilope Bianca si insediarono in un’ansa del torrente Sand Creek, così come gli Arapahoe di Mano Sinistra.
A Fort Lyon, distante circa sessanta chilometri dall’accampamento indiano, il maggiore Scott J Anthony era stato da poco inviato per sostituire il maggiore Wynkoop, colpevole di intrattenere rapporti troppo amichevoli con i pellerossa. Anthony, che disponeva di solo un centinaio di uomini, chiese rinforzi ottenendoli nel volgere di alcuni giorni. Il 27 novembre, seicento soldati del 3° Cavalleria Volontari del Colorado guidati dal colonnello Chivington, raggiunsero Fort Lyon. Si trattava in maggior parte di farabutti e rozzi avventurieri, avvezzi ad ogni genere di violenza, e refrattari alla disciplina militare.
La sera del 28 novembre, la colonna di Chevington composta da settecento soldati uscì dal forte in fila per quattro, diretta a Sand Creek. Il colonnello era stato chiaro, ammonendo i soldati ad uccidere tutti i pellerossa ed a prenderne lo scalpo.
Il campo Cheyenne, che si trovava in un’ansa a ferro di cavallo del torrente Sand Creek, in quel momento era popolato da circa cinquecento indiani, per due terzi donne, vecchi e bambini. I guerrieri, infatti, si trovavano a parecchi chilometri di distanza, impegnati a cacciare bisonti.
Il tapee di Pentola Nera era al centro dell’accampamento, ed aveva una enorme bandiera americana appesa in cima ad un palo. Poco distante, si trovavano i tapee di Antilope Bianca e di Mano Sinistra.
All’arrivo delle truppe una grande confusione si propagò fra gli indiani. Si cominciarono ad udire i primi colpi di carabina. Centinaia di donne e bambini si radunarono intorno alla bandiera di Pentola Nera. Iniziò un massacro indiscriminato e feroce. I soldati di Chivington si abbandonarono ad ogni tipo di violenze nei confronti di donne e bambini inermi. I pochi guerrieri dell’accampamento cercarono di opporre resistenza, ma tutto si rilevò inutile. Pentola Nera e Mano Sinistra, benché feriti, riuscirono miracolosamente a salvarsi. Antilope Bianca, un vecchio di settantacinque anni, disarmato, camminò incontro agli indiani impugnando una bandiera bianca. Si fermò, piantò la bandiera sul terreno ed incrociò le braccia, finchè cadde colpito dalle pallottole dei soldati.
Coloro che sopravvissero all’eccidio racconteranno che, prima di spirare, il grande capo pronunciò distintamente il canto di morte cheyenne: “ niente vive a lungo, solo la terra e le montagne”.
***
Il numero delle vittime del massacro non sarà mai accertato con sicurezza. Si parlerà di circa centosessanta nativi uccisi, di cui, più di cento, erano donne. Pochi mesi dopo, una commissione d’inchiesta del governo Lincoln stigmatizzerà il comportamento del colonnello Chivington, ma nessun provvedimento punitivo sarà preso nei suoi confronti.
Chivington lascierà l’esercito nel febbraio del 1865. Il 18 luglio di quell’anno, anche il governatore Evans rassegnerà le dimissioni dal suo incarico.
Pentola Nera con quello che rimase della sua tribù, si trasferirà in Oklahoma, divenuto l’unico territorio riservato ai nativi a seguito del trattato stipulato il 28 ottobre 1867, a Medicine Lodge Creek, nel Kansas meridionale.
Nell’inverno del 1868, Pentola Nera verrà ucciso in una imboscata dal generale Custer, nei pressi del fiume Washita.
I Cheyenne, insieme ai Sioux di Toro Seduto e Nuvola Rossa, continueranno per anni a lottare per i loro diritti, fino a quando, l’uccisione a tradimento di Toro Seduto, avvenuta il 15 dicembre 1980 per mano del poliziotto indiano Tomahawk Rosso, ed un altro infame massacro, quello di Wounded Knee, del 28 dicembre 1890, metteranno la parola fine alle guerre pellerossa, e, con esse, alla “questione indiana”, autentico genocidio perpetrato ai danni dei nativi.

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«Ci sono miliardi di persone
che vivono su questa terra,
ma ne incontriamo solo alcune:
quelle che faranno parte del nostro destino.
Alcune per breve tempo,
altre per molto, altre per sempre.»
«Vi è un numero prestabilito
di persone che conosceremo?» chiesi incuriosito.
«Quelle con cui hai creato
un legame indissolubile e che
si ripresentano vita dopo vita.»
(𝒹𝒶𝓁 𝓁𝒾𝒷𝓇ℴ: ℐ𝓁 𝓂ℴ𝓃𝒶𝒸ℴ 𝒸𝒽ℯ 𝒶𝓂𝒶𝓋𝒶 𝒾 ℊ𝒶𝓉𝓉𝒾)



Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. È la vostra mensa e il vostro focolare. Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.

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...oggi..passeggiata sulle nuvole...
..le cicatrici sono il segno che è stata dura...
il sorriso è il segno che ce l'hai fatta...
buongiorno anime belle❤️
..accendi la mente e libera il cuore
Lella..


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𝑳𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒐𝒏𝒆𝒓𝒆 𝒐𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒐𝒏𝒐𝒓𝒆, 𝒅𝒊𝒑𝒆𝒏𝒅𝒆 𝒔𝒆 𝒕𝒊 𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊 𝒔𝒄𝒉𝒊𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒂𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒃𝒂𝒈𝒂𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒐 𝒔𝒆 𝒍𝒂 𝒖𝒔𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆.
𝒃𝒖𝒐𝒏𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒆 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒆💞
𝑳𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒈𝒆𝒏𝒖𝒊𝒏𝒆 𝒆 𝒐𝒏𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒖 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒐. 𝑵𝒐𝒏 𝒄'𝒆̀ 𝒏𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒕𝒊 𝒅𝒊𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒊, 𝒔𝒆 𝒔𝒊 𝒇𝒊𝒅𝒂𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒖𝒂 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒊𝒍𝒆𝒛𝒛𝒂. 𝑳𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒂𝒑𝒂𝒄𝒊𝒕𝒂̀ 𝒊𝒏𝒏𝒂𝒕𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒅𝒊𝒔𝒕𝒊𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒅𝒂𝒍 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒆𝒔𝒕𝒐, 𝒅𝒂𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒊 𝒄𝒊𝒓𝒄𝒐𝒏𝒅𝒂. 𝑳𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒆̀ 𝒑𝒖𝒓𝒂 𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒎𝒂𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒖𝒏 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒊𝒆𝒓𝒐, 𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒊𝒏𝒕𝒖𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆.
𝑻𝒖𝒕𝒕𝒂𝒗𝒊𝒂, 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒍𝒊 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒊𝒔𝒄𝒊, 𝒍𝒊 𝒓𝒆𝒔𝒑𝒊𝒏𝒈𝒊 𝒐 𝒍𝒊 𝒔𝒗𝒂𝒍𝒖𝒕𝒊, 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒖 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒐. 𝑺𝒇𝒐𝒓𝒕𝒖𝒏𝒂𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆, 𝒇𝒊𝒏𝒊𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒆. 𝑳'𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒗𝒖𝒐𝒍 𝒅𝒊𝒓𝒆 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒆𝒃𝒐𝒍𝒊 𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒑𝒂𝒄𝒊 𝒅𝒊 𝒆𝒔𝒑𝒓𝒊𝒎𝒆𝒓𝒔𝒊.
𝑵𝒐𝒏 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐𝒏𝒐 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒓𝒆 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊, 𝒆̀ 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒍𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒂 𝒏𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂, 𝒎𝒂 𝒔𝒆 𝒔𝒃𝒂𝒈𝒍𝒊𝒂𝒏𝒐 𝒔𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒂𝒎𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒆 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒄𝒐𝒍𝒑𝒆 𝒆 𝒄𝒉𝒊𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒔𝒄𝒖𝒔𝒂. 𝑳𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒆̀ 𝒖𝒏'𝒐𝒏𝒅𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒊 𝒆 𝒃𝒂𝒔𝒔𝒊.
𝑽𝒊𝒗𝒐𝒏𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒍𝒑𝒂 𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒐𝒍𝒐𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒊𝒕𝒖𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒊𝒓𝒓𝒊𝒔𝒐𝒍𝒕𝒆 𝒆 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒎𝒑𝒓𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊. 𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒆 𝒕𝒐𝒓𝒕𝒖𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒏 𝒈𝒓𝒂𝒅𝒐 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒗𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒍'𝒐𝒅𝒊𝒐.
𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒕𝒊𝒑𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂 𝒉𝒂 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒐 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒅𝒂𝒓𝒈𝒍𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒆̀ 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂 𝒅𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊. 𝑻𝒖𝒕𝒕𝒂𝒗𝒊𝒂, 𝒏𝒐𝒏𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒍𝒂 𝒕𝒓𝒂𝒈𝒆𝒅𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆𝒗𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂, 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒏𝒈𝒐𝒏𝒐 𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆𝒗𝒐𝒍𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒔𝒑𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒔𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒊 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒊 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒕𝒊, 𝒅𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊𝒄𝒂𝒕𝒊 𝒆 𝒇𝒓𝒂𝒊𝒏𝒕𝒆𝒔𝒊.
𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒏𝒈𝒆𝒍𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒂𝒍𝒊 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒕𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒂𝒏𝒐 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒎𝒂𝒕𝒊. 💞
Sensitivity can be a burden or an honor, depending on whether you let yourself be crushed by its luggage or if you use it to travel beyond the visible.
good morning beautiful souls💞
Sensitive people are the most genuine and honest people you have ever met. There is nothing they won't tell you about themselves if they trust your kindness. Sensitive people have an innate ability that distinguishes them from the context, from the world around them. Their soul is pure and they will never go against their thought, or their intuition.
However, the moment you betray them, reject them or devalue them, they become the worst person you will ever meet. Unfortunately, they end up injuring themselves. Being sensitive doesn't mean being weak or unable to express yourself.
They don't want to hurt others, it's against their very nature, but if they're wrong, they know how to admit their faults and apologize. Their life is a wave of ups and downs.
They live with guilt and constant pain over unresolved situations and misunderstandings. They are tortured souls who are unable to live with hatred.
This type of person needs the most love anyone can give him because his soul has been constantly hurt by others. However, despite the tragedy of what they have to go through in life, they remain the most compassionate people worth knowing and the ones who often become activists for broken, forgotten and misunderstood hearts.
They are angels with broken wings who fly only when loved.



Sii forte che nessuno ti sconfigga, nobile che nessuno ti umili e te stesso che nessuno ti dimentichi.🥰

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Cerco l’imperfezione, i solchi, la voce che trema, le cadute. L’uniforme non è insipido. È raggelante..e allora
mi aggrappo alla mia imperfezione, come l’essenza del mio essere.
💞Buongiorno anime belle
e come scriveva Kafka
La vita umana è un istante imperfetto.


me stessa..quando ascolto ..l'Oltre💞

Non mi colpisce il puramente bello, mi strega l’imperfezione e ciò
che la rende meravigliosamente reale e appassionata..
e infinita..💞
Cerco l’imperfezione, i solchi, la voce che trema, le cadute. L’uniforme non è insipido. È raggelante..e allora
mi aggrappo alla mia imperfezione, come l’essenza del mio essere.
💞Buongiorno anime belle
e come scriveva Kafka
La vita umana è un istante imperfetto.




Non mi colpisce il puramente bello, mi strega l’imperfezione e ciò
che la rende meravigliosamente reale e appassionata..
e infinita..💞

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anche questa sono io💞

Sia un dicembre pieno di luce e di Magia.
Pieno di amore e bellezza!
Portiamo luce nel nostro cuore.e nel cuore altrui
Buongiorno anime belle💞🙏🎄
Quando era piccola pensava che il primo giorno di dicembre fosse un po' magico: l'inverno si alzava dolce nell'aria e le pareva che al cambiare delle stagioni cambiassero anche i suoni, il ritmo delle cose attorno.
Così il primo giorno di dicembre era come un villaggio antico e innevato, dove si respirava dolce un'atmosfera di camini accesi e di torte a cuocere nel forno.
Di La Lettrice di una volta





Carpe Diem è la celebre locuzione latina del poeta Orazio. Di solito “carpe diem” viene tradotto con “cogli l’attimo”, ma anche con “cogli il momento, “cogli il giorno” “cogli il presente”.
I versi di Orazio in cui è presente la locuzione sono i seguenti: “Dum loquimur, fugerit invida / aetas: carpe diem, quam minimum credula postero“. (nella traduzione in italiano”Mentre parliamo, fugge il tempo invidioso: cogli l’attimo confidando il meno possibile nel futuro“).
colui che afferra l’attimo,
quello sì che è un uomo accorto.
lella...
buon pomeriggio anime belle💞





«Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono. Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente».
Victor Hugo, “I Miserabili”
Buongiorno Prodi miracolati...
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. È la vostra mensa e il vostro focolare. Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
pensiero di Musa..💞

domenica 28 novembre 2021

11...ROBERT PLANT & JIMMY PAGE OLTRE LED ZEPPELIN

Here is the first 3 songs from Page & Plant, live at Shoreline Amphitheater in Mountain View, California on October 7, 1995.


Jimmy Page And Robert Plant soundcheck,great Western Forum,inglewood,california May 17,1995 1


Jimmy Page & Robert Plant
Wednesday, May 17, 1995
The Forum, Inglewood, CA
Tales of Bron
Immigrant Song/The Wanton Song
Bring It On Home
Ramble On
Thank You.



..di una bellezza incontestabile....

Bella senza limiti venere dei sogni
Meta vicina ma irraggiungibile,
emblema di tutto ciò che corrompe i deboli,
saziatrice degli ingordi, ingannatrice di tempo e di spazio
tu che col solo battito d’ali spazi via gli animi violenti
che abusano ignavi dell’indole dei perdenti,
disarmi coloro che impavidi osano di pensarti in modo perverso,
abbatti i muri dell’ignoranza,
con il tuo sorriso riesce a dare a noi speranza
parola di Musa....
Jimmy Page & Robert Plant Chicago 1995 (Since I've Been Loving You) BEST VERSION
e come scriveva Van Gogh..
prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i sogni..



 Page & Plant are just kililng it on their 7th show of the world tour. Recored live at Orlando Arena in Orlando, Florida March 7th, 1995

The Wanton Song Bring It On Home Celebration Day Thank You Dancing Days Shake My Tree Lullaby No Quarter Wonderful One Gallows Pole Hurdy-Gurdy Solo Nobody's Fault but Mine The Song Remains the Same Since I've Been Loving You Friends Calling to You Dazed and Confused Four Sticks In the Evening Hey Hey What Can I Do Black Dog Kashmir




Wearing and Tearing
album Coda..
We're Gonna Groove 0:00
02. Poor Tom 2:37
03. I Can't Quit You Baby 5:40
04. Walter's Walk 9:58
05. Ozone Baby 14:27
06. Darlene 18:04
07. Bonzo's Montreux 23:11
08. Wearing and Tearing 27:30
Wearing and Tearing
album Coda..
..dopo poco Robert si sottopose ad un altro intervento ai noduli, corde vocali..
A metà degli anni '70 Plant si sottopose ad un intervento di rimozione di alcuni noduli alle corde vocali, pratica molto comune tra le grandi voci di quell'epoca. Questa operazione avrebbe potuo porre fine alla carriera di un artista ma, come abbiamo avuto la fortuna di sentire con gli album successivi registrati dal frontman dopo l'operazione, le cose andarono tutto sommato bene. Fino agli anni '90 quando un medico, dopo una visita specialistica, disse a Plant che nel giro di pochi mesi avrebbe perso la capacità di cantare e probabilmente quella di parlare. Per fortuna si sbagliò ma tra il 1990 e il 1992 la carriera del cantante ebbe una breve pausa che gli servì a riposare le corde vocali e imparare nuove tecniche.
Dal 1993 la sua carriera risorse e dal 1994, dopo la reunion con Jimmy Page, la sua voce ebbe una vera e propria seconda vita, ritrovando addirittura la capacità e possibilità di rimettere mano alle leggendarie canzoni dei Led Zeppelin.
Page-Plant_Since I´ve been loving you(Glastonbury 95)


Led Zeppelin - Misty Mountain Hop - Live in Copenhagen, Denmark (May 3rd 1971) FIRST PERFORMANCE

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Page & Plant: What Is And What Should Never Be 2/13/1996 HD



Page & Plant: The Song Remains the Same 2/13/1996 HD
...si divertono alla grande..
sono gli eterni grilli cantanti e saltellanti..
.. they have a great time ..
are the eternal singing and jumping crickets ..

Kashmir (Live At Budokan)
Jimmy Page e Robert Plant..


Page & Plant: Nigel Eaton's Hurdy Gurdy Solo/Gallows Pole 2/13/1996 HD


9 aprile 1995. "Gracias, buenas noches". Robert luce su camiseta Abdel Halim Hafez, mientras que Jimmy promueve la organización benefica de alimentos Second Harvest. Giardino di Boston.


Jimmy e Robert si esibiscono nel loro eclettico video "Most High" dall'album "Walking Into Clarksdale" (1998).
Mai un momento di noia in questo concetto visivo.
Jimmy ha suonato con i suoi amati Lights and Shadows, Whisperings to the Thunder ecc.
e Robert ha davvero prosperato con i suoi Tolkien Ent in tutti i tipi di forme.

79.ROBERT PLANT LA Più GRANDE VOCE DEL ROCK E NON SOLO..(.INTERVISTE ..FOTO.. e CITAZIONI VARIE anni 70 80 90 anni 2000.

  Robert Plant si racconta dal backstage della Royal Albert Hall: “Con i Led Zeppelin un’esperienza mistica e non solo hard rock”.. https://...