domenica 24 settembre 2023

74..DICONO E HANNO DETTO DI..ROBERT PLANT E LED ZEPPELIN.."( i suoi pensieri e interviste su perdita del figlio, di Bonzo e non più reunion--recensioni - interviste varie e curiosità anche su KNEBWORTH )


 I LED ZEPPELIN A KNEBWORTH

Il ritorno in grande stile dei Led Zeppelin, dopo varie voci di scioglimento, avvenne durante il festival di Knebworth, in Inghilterra, con i due concerti tenuti per due sabati consecutivi, il 4 e l’11 agosto del 1979, davanti ad un pubblico immenso. Nell’occasione il gruppo, che presentava IN THROUGH THE OUT DOOR, comparve su un palco gigantesco, con tanto di maxischermo, e i quattro musicisti si vestirono in maniera identica per entrambe le serate. Eseguirono brani tratti da tutti i loro dischi e Robert Plant, di nuovo in buona forma, intrattenne con sicurezza la vasta platea che affollava il prato scherzando tra un pezzo e l’altro, mentre Jimmy si dimenava in camicia azzurra e scarpe dello stesso colore, unitamente a pantaloni bianchi. Entrambi portavano i capelli meno lunghi rispetto ai vecchi tempi, anche se i boccoli di Robert ricadevano ancora sulla sua camicia scura aperta sul petto. John Paul Jones utilizzava un nuovo basso a otto corde, un piano elettrico e un pianoforte bianco sul quale poteva vedersi un assurdo telefono. John Bonham sedeva alla sua Ludwig sopra un palco rialzato. Due concerti di prova si erano tenuti il 23 e 24 luglio al Falkoner Theatre di Copenhagen, a riprova dello stretto rapporto che aveva sempre legato gli Zeppelin alla Danimarca, fin da quando vi avevano tenuto un tour ancora a nome di “New Yardbirds”prima della registrazione del disco d’esordio. Quei due spettacoli presentarono scalette quasi uguali tra loro, anche se l’ultimo bis offrì una singolare versione di Whole Lotta Love contenente parti di Ten Years Gone e Sick Again. E quelle setlist danesi erano nella sostanza uguali a quelle previste per il mese successivo in patria. L’occasione importante era appunto questa del Knebworth Music Festival, aperto da altri gruppi in attesa del momento clou rappresentato dal ritorno degli Zeppelin in Inghilterra, dove non si esibivano dai cinque spettacoli di Earls Court del maggio 1975.
Poi la gamba rotta di Plant a Rodi durante le vacanze estive di quell’anno con conseguente interruzione del tour, tutti a casa nel 1976, e il nuovo stop alla tournèe americana del 1977 a seguito della morte inaspettata del figlio piccolo dello stesso Plant, con suo conseguente ritiro in isolamento. Fino a che non aveva comunicato di sentirsi pronto di ricominciare con le prove per un nuovo disco. E dopo i due show danesi, ecco la grande occasione di Knebworth Park. I quattro Zeppelin si recarono su quel vasto prato quando era ancora giorno, dedicandosi ad una rilassata photo-session in abiti eleganti. Quando infine si aprirono i cancelli, migliaia di giovani cominciarono ad affluire all’interno del parco, accampandosi e montando le tende per poi prendere a lanciarsi contro bottiglie di plastica vuote giusto per ingannare l’attesa. Finalmente, quando era ormai sera inoltrata, qualcosa o qualcuno cominciò a muoversi sul palco, e tra le urla che aumentavano di intensità schioccarono i consueti doppi colpi al rullante con i quali Bonham provava che tutto fosse a posto prima di cominciare. La nota di Re a vuoto della chitarra di Jimmy Page risuonò in quello spazio aperto, e quando si accesero le luci sul palco lui si voltò verso il pubblico, sfoggiando la Gibson rossa a doppio manico. Era il 4 agosto del 1979, ma la scaletta, aperta da The Song Remains the Same unita a Celebration Day, fu quasi identica per entrambi i concerti.
Seguì l’ esecuzione di Black Dog, ancora una volta introdotta dal riff di Out on the Tiles. Proprio sulle ultime note di una delle due esecuzioni di Over the Hills and Far Away si ruppe una corda della Les Paul: la successiva Misty Mountain Hop vide dunque l’utilizzo di una chitarra dalla forma stranissima. Ten Years Gone venne suonata solo la prima sera, per problemi tecnici riguardanti la chitarra a più manici utilizzata da John Paul Jones. Per questo bell’estratto da PHISICALL GRAFFITI Jimmy utilizzò la Fender Telecaster, così come sulla nuova e spensierata Hot Dog. Suonò bene la citata Ten Years Gone, utilizzando uno strano effetto a pedale che sembrava flettere il suono della chitarra. Ma la base che avrebbe voluto creare Jones con lo strumento a più manici si rilevò inadeguata: la chitarra che doveva simulare il basso all’inizio del pezzo non si sentiva per niente, e quella d’accompagnamento produceva solo un suono sferragliante appena udibile. Più utili si rivelarono invece i bass pedals. La sinfonica The Rain Song vide Jimmy imbracciare di nuovo la doppio manico rossa, anche se in questo caso il brano non venne eseguito come di consueto subito dopo The Song Remains. the Same, già suonata come brano d’apertura del concerto. Al contrario, non essendo Page ancora pronto, Plant si vide costretto ad intrattenere il pubblico chiedendo da quale città ciascuno provenisse, citando infine anche la sua Kidderminster. Anche se questa non era propriamente la cittadina presso cui era nato, bensì quella in cui aveva iniziato la sua carriera. Poi cominciò a scherzare con Page, chiamando “Ehy, Jimey!” fin quando quest’ultimo non fu pronto. La canzone venne fuori splendidamente, e fu anche ben illuminata, al contrario di altri pezzi lasciati quasi nell’oscurità. Così Sick Againera risultata godibile più nel suono che nelle immagini, troppo scure ma concepite comunque per la proiezione sul maxi-schermo. Viceversa su The Rain Song Il rosso della double neck spiccava ripresa in primo piano, mentre Jimmy interpretava il brano con grande intensità, avendo i capelli bagnati sopra la fronte. Questa si rivela anche un’occasione unica per vedere la canzone interamente suonata dagli Zeppelin dal vivo, dal momento che la versione presente nel film, pur assolutamente magica nel suono, nelle immagini è quasi interamente sostituita dalla storia fantasy del cavaliere che corre a salvare la sua bella rinchiusa nel castello.
Al contrario la convulsa Trampled Under Foot trasformò ancora una volta il palco in una discoteca, con il suo ritmo ossessivo, una sola nota dei bass pedals di Jones premuta senza posa e le sfere di luci che roteavano sui musicisti. Un po’ di requie nel binomio orientaleggianteWhite Summer / Black Mountain Side, eseguite da Page seduto da solo con la chitarra Danelectro accordata in maniera particolare (Mi basso e cantino calati in Re e Si portato a Do). Il primo di questi brani era stato lasciato in dote degli Yardbirds, mentre il secondo era tratto dall’album d’esordio degli Zeppelin. Quindi Jimmy si alzava improvvisamente in piedi e, approfittando di quell’accordatura, faceva esplodere Kashmir in tutta la sua potenza, mentre le luci tornavano ad accendersi e il resto del gruppo rientrava in scena. Un colpo di teatro magistrale. La conclusione epica e magniloquente del brano era affidata al binomio Page-Jones, con quest’ultimo capace di simulare con le tastiere una intera orchestra, mentre John Bonham si lanciava in scariche di batteria dalla potenza spaventosa, rientrando sempre a tempo. In chiusura Page sollevava la chitarra arpeggiando sull’accordo finale. Questo pezzo era ritenuto da Robert Plant “il vero orgoglio dei Led Zeppelin”.
Il bis fu in un’occasione Communication Breakdown e nell’altra Heartbreaker, mentre gli unici due brani tratti dal disco nuovo furono Hot Dog In the Evening. Quest’ultimo era anche l’unico della setlist a vedere Page impegnato alla Fender Stratocaster azzurra con la leva. Le immagini dell’inizio con Bonzo ai timpani mostravano lo stesso cono di raggi laser che venivano fatti ruotare intorno a Jimmy durante il suo assolo con l’archetto che tanto ricordava quello di Dazed and Confused. Ad ogni modo il disco nuovo contenente questi due brani non era ancora uscito a causa di ritardi vari, come lamentò Robert al microfono. Hot Dog doveva però essere già in circolazione come singolo, dal momento che una voce dal pubblico urlò proprio “Hot Dog” quando Robert Plant lasciò intuire qualcosa parlando del brano che stavano per suonare. Se le esecuzioni di Kashmir e Achilles Last Stand furono strepitose, No Quarter Since I’ve Been loving You risultarono forse troppo lunghe. Sulla prima infatti Jones approfittava del suo assolo per perdersi in divagazioni pianistiche poco intellegibili e comunque eccessivamente dilatate, mentre la seconda, non ispirata come nella versione del disco o del film, risultava allungata di qualche battuta sull’assolo di chitarra. Anche la tanto attesa Stairway To Haven risultò dignitosa, ma non particolarmente emozionante.
Su Achilles Last Stand Jimmy Page riuscì invece a sostenere benissimo il brano con la sola Les Paul che aveva al collo, nonostante la versione su disco vedesse la sovra-incisione di numerose chitarre. Anche l’illuminazione del palco in questa occasione fu ottima, a vantaggio della qualità delle immagini. Qui i primi piani sulla Les Paul di Page risultarono splendidi. Quando si giunse quasi alla conclusione del pezzo “Jimey”, rispondendo ad uno sguardo di Plant, sorrise stringendosi nelle spalle con lo stesso atteggiamento che avrebbe assunto per un attimo quasi 30 anni dopo, in occasione della reunion alla O2 di Londra. Whole Lotta Love, uno dei bis finali, venne presentata in una nuova versione: la stessa che avrebbero suonato nel 1988 in occasione della festa per i 40 anni dell’Atlantic. La sera del 4 agosto si lanciarono anche nelle divagazioni rock’n’roll presenti nel film ‘The Song Remains the Same’, mentre la settimana dopo preferirono desistere: dopo qualche vocalizzo che ricordava Janis Joplin, Plant accennò “One night”, ma dopo un sorriso e un cenno d’intesa con Page, Robert saltò tutta quella sezione passando direttamente alla fine del pezzo cantando “Way Down Inside” Prima di eseguire Whole Lotta Love si unì al pubblico cantando You’ll Never Walk Alone. E alla fine del brano, visibilmente emozionato, tornò al microfono per pronunciare solo poche parole: «Non so cosa dire, grazie per questi undici anni». Questo fu il loro ultimo grande show, dal momento che non riuscirono ad essere altrettanto grandi nel corso del successivo tour europeo del 1980, e che la scomparsa di John Bonham nel settembre di quello stesso anno avrebbe determinato la fine della luminescente parabola dei Led Zeppelin.

------------------------------
-------------------------------------


LED ZEPPELIN, LA CANZONE CHE ROBERT PLANT SCRISSE SULLA "CULTURA DELLE GROUPIES" A LOS ANGELESIl brano venne pubblicato nell'album Physical Graffiti: "In quella città il divertimento era ovunque"
Robert Plant ha ricordato il giorno in cui Jimmy Page gli ha chiesto di entrare a far parte dei Led Zeppelin: “Stavo suonando con la mia prima band, i Band of Joy in un college, Jimmy e Peter Grant sono venuti a cercarmi e mi hanno chiesto se volevo entrare a fare parte degli Yardbirds. Sapevo che avevano lavorato molto in America, il che significava un pubblico più grande e quindi ero molto interessato.”
Si dice che alla prima audizione, Plant abbia cantato Somebody to Love dei Jefferson Airplane: “Appena l’ho sentito cantare ho pensato: deve avere qualcosa che non va a livello personale, oppure è uno con cui è impossibile lavorare. Non riuscivo a capire come fosse possibile che nonostante fosse in giro da un po’ non era ancora diventato famoso.” Con l’arrivo di Robert Plant e del suo amico John Bonham (che suona con lui nei Band of Joy) alla batteria, la band decolla all’improvviso: dopo il primo tour in Scandinava con il nome di The New Yardbirds e l’esordio davanti ad un pubblico a Gladsaxe in Danimarca il 7 settembre 1968, cambiano nome in Led Zeppelin e nel novembre 1968 grazie a Peter Grant firmano un contratto con la Atlantic Records, partono in tour in Inghilterra (il primo concerto con il nome Led Zeppelin è all’Università del Surrey il 25 ottobre 1968) e debuttano il 12 gennaio 1969 con il primo disco omonimo con cui vanno al n.6 in classifica in Inghilterra e al numero 10 in America. Sei anni e cinque album dopo, nel 1975 sono la più grande rock band del mondo, una band sovrumana che suona una versione elettrificata del blues che viene definita “Il martello degli Dei” (da una strofa del brano con cui hanno descritto l’'esperienza del tour in Scandinavia, Immigrant Song) e vivono al massimo o stile di vita travolgente e trasgressivo che si è creato intorno alla rivoluzionaria cultura giovanile del rock’n’roll, soprattutto in America.
“Los Angeles era Los Angeles” ha detto Robert Plant in una intervista nel 1975 “Il divertimento era ovunque.” I Led Zeppelin hanno fatto un tour dopo l’altro (solo nel 1969, il loro primo anno di carriera ne hanno fatti quattro, durante i quali hanno scritto e registrato le canzoni di Led Zeppelin II), riempito per cinque sere consecutive la Earl’s Court Arena di Londra, al tempo la più grande in Inghilterra e conquistato il pubblico americano e il 24 febbraio 1975 escono con il doppio album Physical Graffiti, un monumento di suono e potenza che debutta al numero uno in Inghilterra e al numero tre negli Stati Uniti.
Nell’ultima canzone dell’album, Sick Again, Robert Plant parla del rock di fine anni Sessanta, le notti di Los Angeles e le groupie e descrive come tutto sia cambiato negli anni Settanta: “Nel circo delle Regine di Los Angeles / Impari in fretta quanto sia facile cadere” canta Plant. Gli anni sessanta sono finiti, e Robert Plant canta la fine di un sogno: “Non c’è più quell’atmosfera di prima” racconta in un’intervista a proposito di Sick Again, “Tutto era diventato più oscuro.”


------------------------------------------
--------------------------------------------





 NOTIZIE ROCKL'AMORE DI JOHN FRUSCIANTE PER I LED ZEPPELIN: ECCO QUAL È IL SUO DISCO PREFERITO DELLA BANDIl disco della band di Jimmy Page e Robert Plant ha influenzato totalmente il suo stile chitarristico
I Led Zeppelin sono stati sicuranti una tra la band più influenti per le generazioni di rockers cresciuti negli anni '70 e che negli anni '80 e '90 hanno avuto l'opportunità di far emergere la loro arte creando alcune tra le band più leggendarie nella storia del rock, tra cui Guns N' Roses, Soundgarden, Alice In Chains, Pearl Jam e Red Hot Chili Peppers. Da Slash allo stesso Chris Cornell, l'impronta sonora creata dalla band di Jimmy Page e Robert Plant è stata fondamentale per la crescita artistica di questi grandi rocker, tra i quali John Friusciante .
Il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, rientrato nella band alla fine del 2019 a 10 anni dal suo secondo abbandono, è un vero nerd abbandono della musica in generale. La sua serie di armonie e sperimentazioni l'hanno portata a diventare uno dei più influenti chitarristi del panorama rock moderno, arrivando a collaborare insieme a geni indiscussi come Johnny Cash e George Clinton.
L'influenza che i Led Zeppelin hanno avuto sulla sua crescita artistica è incredibile, arrivando a definire così la band: " Non credo che esista un altro gruppo rock in grado di portare in giro tanta potenza quanto loro ".
Il suo disco preferito della band è Led Zeppelin II , definito da Frusciante come il miglior album di sempre del gruppo . Dopo il devastante impatto hard blues del primo album (incredibilmente sotto contratto con la casa madre Atlantic Records fin dal debutto), con i Led Zeppelin II il gruppo ha dato vita ad un disco potentissimo, in grado di mettere fuori gioco chiunque si trovasse davanti a loro. L'estenuante primo tour della band aveva affinato non solo il sound ma anche la loro visione per il futuro.
Mantenendo di base un suono e una struttura blues la band riuscirà a porre le basi per una vera e propria rivoluzione hard rock, inserendo nello stesso album brani come Whole Lotta Love, Heartbreaker e Moby Dick , canzoni con strutture portanti sulle quali qualsiasi gruppo rock e hard rock avrebbe basato la propria tracklist dal vivo (virtuosismo, potenza, improvvisazione).
È facile immaginare come questo disco (del 1969) abbia ispirato innumerevoli musicisti come Frusciante a iniziare il proprio viaggio verso la grandezza.
-------
ROBERT PLANT: L’UGOLA DIONISIACA DELL’HARD ROCK, blues..invenzione carisma talento..NON SOLO LED ZEPPELIN

Blues..invenzione..carisma..talento..fascino

immagine

https://youtu.be/QfKXObnXmCo

Robert Plant - Going to California (Live at Roskilde Festival, July 4th, 2019)

immagine

Le radici dei Led Zeppelin possono essere ascoltate in questa canzone ... Plant ha un suono definito R&B e canta in una chiave leggermente diversa da quella che ci si aspetterebbe, diversa da ciò che farebbe un cantante R&B ... ed è proprio questo ciò che ha reso Led Zep: quella tensione tra e dentro la voce e la musica, che fa sì che l'ascoltatore non sappia esattamente dove sta andando la musica.

Pre Zep 1967 A1.Long Time Coming B1.I'VE GOT A SECRET

https://youtu.be/xcD8WhsMztM

Le radici dei Led Zeppelin possono essere ascoltate in questa canzone ... Plant ha un suono definito R&B e canta in una chiave leggermente diversa da quella che ci si aspetterebbe, diversa da ciò che farebbe un cantante R&B ... ed è proprio questo ciò che ha reso Led Zep: quella tensione tra e dentro la voce e la musica, che fa sì che l'ascoltatore non sappia esattamente dove sta andando la musica.

immagine

Robert Plant concerto Roma 20 luglio 2007 chiusura concerto

https://youtu.be/PwybH1BKlBs

immagine

Robert Plant & Strange Sensation - Babe I'm Gonna Leave You - COMPLETA!!

Live at Teatro Antico, Taormina 15/07/2007

https://youtu.be/aEYcejlhGmk

immagine

amici fedeli..fedeli compagni compagni e fedeli amici per una vita e oltre❤️

immagine

amici fedeli..fedeli compagni

compagni e fedeli amici per una vita e oltre❤️ oggi e per sempre 25 settembre 1980..una leggenda ci lascia..Ciao Bonzo..

http://www.tightbutloose.co.uk/tbl-news/tbl-archive-january-1975-snapshot-robert-plant-leicester-88-lz-news-john-bonham-drumsticks-deborah-bonham-at-the-stables-mk-victoria-record-fair-transmissions-1969-dl-diary-blog-update/

immagine

immagine

Robert Plant presso Leicester University - Sono passati 32 anni ...

32 anni fa, ieri, 23 gennaio 1988, ho viaggiato a Leicester con la brava signora Janet e gli amici Kam, Julie e Alan per avvertire che Robert Plant si sarebbe esibito in un concerto segreto di riscaldamento all'Università per il suo prossimo tour nel Regno Unito

Dopo che un set degli Shadows assomigliava a The Rapiers, Robert è arrivato con una band completamente nuova. Ha proceduto a tessere un ricco arazzo di vecchi e nuovi in ​​una performance piuttosto sorprendente.

Il nuovo è arrivato tramite i brani del suo prossimo album Now And Zen, tra cui Tall Cool One campionato da Zep, un vecchio rockerbilly strappato Billy's Revenge e il singolo al momento appena pubblicato Heaven Knows.

Il vecchio è venuto per gentile concessione della sua ex band nelle vesti di In The Evening, Misty Mountain Hop e Trampled Underfoot. Dopo le precedenti date di riscaldamento a Folkestone e Stourbridge, questa era la terza volta nella sua carriera da solista in cui aveva eseguito dal vivo sul palco brani del catalogo dei Led Zeppelin.

In un'epoca in cui non si parlava di niente, era semplicemente catartico. Come si può vedere da questa recensione che ho scritto all'epoca nella colonna settimanale che ho fatto per il quotidiano locale Bedfordshire Citizen, sono rimasto molto colpito. A 32 anni, quella notte alla Leicester University resta vivo nella memoria.

Fu la sera in cui vidi per la prima volta Robert Plant riconciliare con successo il suo passato con il presente. Essere lì per assistere a tutto ciò che si svolgeva è stato fonte di timore reverenziale.

Ha dato il via a un grande anno di apparizioni di Now And Zen che per me includevano concerti alla Colchester University, al Marquee club di Londra (dove ho incontrato per la prima volta Gary Foy), alla Warwick University, a Oxford Apollo, al London's Town and Country Club e all'Astoria Theatre e due volte all'Hammersmith Odeon (la seconda notte con una sorpresa e un cameo semplicemente incredibile di Jimmy Page).

Per quanto brillanti siano stati tutti, è quella prima notte a Leicester tutti 32 anni fa questa settimana che risuona ancora di più - è proprio lì nella mia lista dei dieci migliori concerti preferiti di tutti i tempi ...

Dave Lewis, 22 gennaio 2020

immagine

◊ ◊ ◊..notte doppia..vi lascio questo..genio Robert e genio MikeMillaRD....sembra di essere sotto al palco

https://youtu.be/LpiCkAiAC9w

Robert Plant - 1990-08-09 - San Diego, CA @ Sports Arena [Audio]
è un grandissimo concerto e Robert in forma smagliante..acuti a parte.
Registrazione dunque stupenda, certo non avrà la qualità di un disco dal vivo ufficiale ben registrato col multitraccia, ma il suono del rock che ti ribolle nella pancia è catturato in modo perfetto. Gran bootleg dunque, gran concerto, grande prova di Robert e dei ragazzi … allora era ancora il golden god e dava la paga ai gruppi tipo Whitesnake in quegli anni ormai annegati nel metal radiofonico americano.
con una cuffia riuscirete a sentirne l'essenza...
https://youtu.be/LpiCkAiAC9w
Robert Plant - 1990-08-09 - San Diego, CA @ Sports Arena [Audio]
Recorded by MIke "the MIC" Millard with AKG 451E + CK1 » Nakamichi 550, from cassette master
Di Mike Millard su questo blog ne abbiamo parlato più volte, amante del rock proveniente dalla west coast americana, dal 1973 al 1992 registrò parecchi concerti tenutisi in quell’area. Lo fece con una strumentazione di qualità, per quei tempi davvero notevole, portandola all’interno delle arene in questione usando diversi stratagemmi (a volte anche fingendosi disabile e quindi su una sedia a rotelle). Le sue sono dunque registrazioni audience, cioè prese dal pubblico, ma di una qualità micidiale; non è un un caso che ancora oggi – tra il giro di appassionati – siano considerate tra i documenti migliori per quanto riguarda l’epoca d’oro della musica rock. Sì perché con le registrazione audience si ha l’idea esatta di cosa fosse andare ad un concerto rock, la performance dell’artista catturato nella sua essenza più pura: l’umore e le scosse emotive del pubblico, la musica messa su nastro senza artifici (e dunque senza le modifiche e i trucchetti presenti nei dischi dal vivo ufficiali), i commenti dei fans che a tratti finivano sul nastro. La fortuna ha voluto che i LZ fossero tra i suoi gruppi preferiti e, ad esempio, le sue registrazione di alcuni dei sei concerti tenuti nel 1977 a Los Angeles sono per tutti noi testimonianze preziosissime. Nel 1994 Millard decise di togliersi la vita, decisione che non necessita nè di giudizi ne altro niente commenti verso un dolore a cui deve essere andato incontro. Per moltissimo tempo le sue cassette rimasero archiviate nella sua stanza a casa di sua madre, le registrazioni che circolavano provenivano infatti da copie che lo stesso Millard aveva fatto per amici e altri collezionisti. Successe poi che sua madre finalmente affidò ad amici intimi di suo figlio le tante cassette (si parla di 280 concerti registrati) in modo che potessero essere trasferite e quindi salvate su DAT. Sotto all’articolo riporto (oltre al testo che accompagna la registrazione di RP di cui tra poco parleremo) tutta la lunga storia in caso qualcuno fosse interessato. Per chiudere questo breve riassunto, quando si pensava che i master originali di Millard fossero andati persi, ecco che vengono ritrovati, rimasterizzati e messi gratuitamente in circolo da generosi collezionisti e amanti del rock come noi. E’ dunque doveroso mandare un pensiero a Mike Millard perché grazie ai suoi nastri il rock si mantiene vivo e noi possiamo ancora illuderci di vivere in prima persona i momenti più esaltanti della musica che amiamo.
anche questo concerto è stato registrato da Mike Millard...
https://youtu.be/LpiCkAiAC9w
Robert Plant August 9, 1990 Sports Arena San Diego, CA 00:00:00 Watching You 00:06:20 Nobody's Fault But Mine 00:10:16 Billy's Revenge 00:16:55 Tie Dye On Th...

BOOTLEG: Robert Plant, San Diego, CA 9 August 1990 (Mike Millard Master Cassettes via JEMS The Lost and Found Mike the MICrophone Tapes Volume 35 1644 Edition) – TTTTT

https://timtirelli.com/2020/06/

immagine

“Mio padre ama la Gran Bretagna: da bambini andavamo dappertutto, andavamo in tutti i tipi di castelli, cime e fortezze. Sono molto orgoglioso di essere britannico. La famiglia è enorme per me. La mia educazione è stata fantastica: i miei genitori erano separati ma mi hanno sostenuto in tutto ciò che ho fatto. Sono molto orgoglioso di essere del Paese Nero: è pieno delle persone più incredibili, della classe operaia e oneste. È un posto dove puoi parlare di spazzatura al pub, ridere - è davvero un'estensione della stanza di fronte. '" LOGAN PLANT

immagine

“Mio padre ama la Gran Bretagna: da bambini andavamo dappertutto, andavamo in tutti i tipi di castelli, cime e fortezze. Sono molto orgoglioso di essere britannico. La famiglia è enorme per me. La mia educazione è stata fantastica: i miei genitori erano separati ma mi hanno sostenuto in tutto ciò che ho fatto. Sono molto orgoglioso di essere del Paese Nero: è pieno delle persone più incredibili, della classe operaia e oneste. È un posto dove puoi parlare di spazzatura al pub, ridere - è davvero un'estensione della stanza di fronte. '" LOGAN PLANT

immagine

immagine

“Mio padre ama la Gran Bretagna: da bambini andavamo dappertutto, andavamo in tutti i tipi di castelli, cime e fortezze. Sono molto orgoglioso di essere britannico. La famiglia è enorme per me. La mia educazione è stata fantastica: i miei genitori erano separati ma mi hanno sostenuto in tutto ciò che ho fatto. Sono molto orgoglioso di essere del Paese Nero: è pieno delle persone più incredibili, della classe operaia e oneste. È un posto dove puoi parlare di spazzatura al pub, ridere - è davvero un'estensione della stanza di fronte. '" LOGAN PLANT

immagine

“È stato un viaggio interessante e lungo la strada ho avuto dei veri e forti calci all'inguine, insieme a tutto il successo. Ho affrontato alcune cose difficili lungo la linea. Ho perso un bambino quando aveva cinque anni. Sono stato costretto su una sedia a rotelle per un po 'di tempo. Il mio migliore amico, il batterista degli Zeppelin, è morto. Quindi ti rialzi, ti rialzi, ti rialzi e poco a poco ti trasformi in qualcosa. Alla fine, sei il tipo di stampa di tutti questi eventi. Non c'è tempo da perdere, quindi non ha senso insistere su qualcosa. Saggio come, ho bisogno di umorismo. E certamente, ho bisogno di bandire la gerarchia e tutta quella merda. La fama è una grande cosa, ma non sempre funziona per te. Sono in quel posto dove non ha sempre funzionato per me, sai? Ci sono altre cose che le persone potrebbero volere da me ".

ROBERT PLANT, 2014.

Robert Plant nella foto qui con la moglie e la figlia di Marco Giovino (batterista dei Band of Joy)

immagine

Robert Plant nella foto qui con la moglie e la figlia di Marco Giovino (batterista dei Band of Joy)

immagine
  • Intervistatore: Hai attraversato così tante relazioni diverse nella tua vita. Cosa ti ha insegnato sull'amore? Cosa diresti a un 27enne dell'amore, e cosa significa?
  • Robert Plant: Non usare mai la parola. Non per molto, molto tempo.
  • Intervistatore: perché?
  • RP: Perché puoi ferire le persone. È una parola molto potente. Ha effetti davvero notevoli.
  • Intervistatore: Quando l'hai imparato?
  • RP: Quando il primo pezzo di argenteria mi è volato addosso. Quando ho indossato il primo mobile. Credi che stia scherzando.
immagine

Sono rimasto stordito e confuso da una storia che ha fatto il giro questa settimana su di noi che apparentemente offriamo ai Led Zeppelin 500 milioni di sterline per riformare e realizzare un tour. Per quanto io ami la band, non c'è assolutamente nessuna verità nella storia. Ho parlato con Robert Plant della storia, che ha anche confermato essere completamente spazzatura anche da parte sua. Robert mi ha detto che è molto orgoglioso della sua storia e del passato della band, e ha sempre avuto grande rispetto e amore per il suo lavoro durante la sua carriera. Tuttavia, crede davvero di dover andare avanti con la sua vita e carriera oggi. Inventare questa storia è molto irrispettoso di quanto sia meravigliosa la sua carriera da solista con i Sensational Space Shifters. Oggi parte per un tour tutto esaurito e l'anno scorso hanno pubblicato un album brillante. Come mi ha detto Robert: "Guarda Richard, faccio le cose solo perché le amo e voglio fare più cose nuove che amo". Non potrei essere più d'accordo. " RICHARD BRANSON

immagine

È semplicemente molto eccitante per me provare a vedere cosa posso fare veramente come cantante".

immagine

“Il tempo è così prezioso. Non metto niente per cui non ho una passione al 110%. Altrimenti ho molte altre cose che potrei fare nella mia vita. Mescola un levriero con un buon Bedlington Terrier, tutta quella roba. Questo è ciò che amo. "

ROBERT PLANT, 2014.

immagine

https://youtu.be/AWTZ67-9Qoo

Robert Plant and Strange Sensation play 'When The Levee Breaks' live on 20th May 2005. Band includes Billy Fuller on double bass, Clive Deamer on drums, Justin Adams on mandolin/guitar, Skin Tyson on guitar and John Baggott on keyboards

immagine

https://youtu.be/b3hDoyrqsV0

https://youtu.be/b3hDoyrqsV0

Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019

https://youtu.be/fULKh9ItDQo

immagine

https://youtu.be/fULKh9ItDQo Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019

immagine

Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019

https://youtu.be/fULKh9ItDQo

Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019

immagine

immagine

Robert Plant and Strange Sensation play 'When The Levee Breaks' live on 20th May 2005. Band includes Billy Fuller on double bass, Clive Deamer on drums, Justin Adams on mandolin/guitar, Skin Tyson on guitar and John Baggott on keyboards https://youtu.be/AWTZ67-9Qoo

Robert Plant and Strange Sensation play 'When The Levee Breaks' live on 20th May 2005. Band includes Billy Fuller on double bass, Clive Deamer on drums, Justin Adams on mandolin/guitar, Skin Tyson on guitar and John Baggott on keyboards

https://youtu.be/AWTZ67-9Qoo

immagine

Robert Plant, Whole Lotta Love ,Vancouver B.C. June , 29Th 2018 https://youtu.be/l7nGztsWsSg

Robert Plant, Whole Lotta Love ,Vancouver B.C. June , 29Th 2018

https://youtu.be/l7nGztsWsSg

immagine

Robert Plant, Whole Lotta Love ,Vancouver B.C. June , 29Th 2018

https://youtu.be/l7nGztsWsSg

https://www.facebook.com/notes/674434193212403/




------------------------------------



lo voglio ricordare così..
con qualche sua citazione
ma soprattutto con il suo grande talento, cuore, amicizia..
“Mi è sempre piaciuto che la batteria fosse grande e potente. Non uso mai molto i piatti, li uso per entrare o uscire da un assolo, ma generalmente preferisco un altro suono.”
“Rompevo sempre le pelli della batteria le prime volte che suonavo. Poi ho imparato a suonare più forte colpendo più piano: basta rullare”
“Noi non facciamo quello che fanno molti gruppi, registrare ogni strumento separatamente, penso che così si perda l’atmosfera della canzone”
Ciao Campione..🥰
𝘾𝙞𝙖𝙤 𝘾𝙖𝙢𝙥𝙞𝙤𝙣𝙚..🥰
𝙌𝙪𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙣𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙜𝙤𝙨𝙩𝙤 1968 𝙋𝙡𝙖𝙣𝙩 𝙨𝙪𝙜𝙜𝙚𝙧𝙞̀ 𝙖 𝙋𝙖𝙜𝙚 𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙖𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝘽𝙤𝙣𝙯𝙤 (𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖𝙫𝙖 𝙨𝙘𝙝𝙚𝙧𝙯𝙤𝙨𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙞𝙣 𝙧𝙞𝙛𝙚𝙧𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙖𝙡 𝙘𝙖𝙜𝙣𝙤𝙡𝙞𝙣𝙤 𝙢𝙖𝙡𝙙𝙚𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙣𝙤𝙗𝙞𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙖𝙜𝙤𝙣𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙨𝙚𝙧𝙞𝙚 𝙖𝙣𝙞𝙢𝙖𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙑𝙚𝙣𝙩𝙞) 𝙥𝙚𝙧 𝙡𝙖 𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙜𝙧𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙚 𝙘𝙚𝙣𝙚𝙧𝙞 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙔𝙖𝙧𝙙𝙗𝙞𝙧𝙙𝙨, 𝘽𝙤𝙣𝙝𝙖𝙢 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙞𝙙𝙚𝙧𝙖𝙧𝙚: 𝙚𝙧𝙖 𝙤𝙜𝙜𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙨𝙖 𝙩𝙧𝙖 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙁𝙖𝙧𝙡𝙤𝙬𝙚 𝙚 𝙅𝙤𝙚 𝘾𝙤𝙘𝙠𝙚𝙧, 𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙞𝙣𝙜𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙏𝙞𝙢 𝙍𝙤𝙨𝙚 𝙚𝙧𝙖 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤 𝙧𝙚𝙜𝙤𝙡𝙖𝙧𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙧𝙚𝙩𝙧𝙞𝙗𝙪𝙞𝙩𝙤. 𝙈𝙖 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙗𝙡𝙚𝙢𝙖 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤: “𝙉𝙤𝙣 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙡𝙚 𝙢𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤𝙧𝙞 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀, 𝙢𝙖 𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙫𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙤 𝙩𝙞𝙥𝙤 𝙙𝙞 𝙧𝙤𝙗𝙖… 𝙎𝙖𝙥𝙚𝙫𝙤 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙥𝙞𝙖𝙘𝙚𝙫𝙖 𝙖 𝙍𝙤𝙗𝙚𝙧𝙩 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙫𝙚𝙧𝙘𝙞 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝘽𝙖𝙣𝙙 𝙊𝙛 𝙅𝙤𝙮, 𝙚 𝙨𝙖𝙥𝙚𝙫𝙤 𝙖 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙨𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙚𝙨𝙨𝙖𝙫𝙖 𝙅𝙞𝙢𝙢𝙮, 𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙙𝙚𝙘𝙞𝙨𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙢𝙪𝙨𝙞𝙘𝙖 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙖 𝙢𝙚𝙜𝙡𝙞𝙤. 𝙀 𝙞𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙢’𝙝𝙖 𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙧𝙖𝙜𝙞𝙤𝙣𝙚”. 𝙉𝙤𝙣𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙘𝙞 𝙛𝙪𝙧𝙤𝙣𝙤 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙞𝙣𝙨𝙞𝙨𝙩𝙚𝙣𝙯𝙚 𝙙𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝙋𝙚𝙩𝙚𝙧 𝙂𝙧𝙖𝙣𝙩, 𝙞𝙡 𝙢𝙖𝙣𝙖𝙜𝙚𝙧 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙖𝙣𝙙, 𝙋𝙡𝙖𝙣𝙩 𝙚 𝙋𝙖𝙜𝙚.
𝘼𝙡𝙡’𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙇𝙚𝙙 𝙕𝙚𝙥𝙥𝙚𝙡𝙞𝙣 𝘽𝙤𝙣𝙝𝙖𝙢 𝙚̀ 𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙤 𝙖𝙜𝙞𝙤: 𝙙𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙗𝙞𝙨𝙤𝙜𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙧𝙨𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙜𝙧𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙚̀ 𝙨𝙤𝙙𝙙𝙞𝙨𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤, 𝙋𝙡𝙖𝙣𝙩 𝙚̀ 𝙞𝙣 𝙨𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙤 𝙙𝙞 𝙫𝙚𝙘𝙘𝙝𝙞𝙖 𝙙𝙖𝙩𝙖, 𝙙𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙥𝙪𝙤̀ 𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙞𝙗𝙚𝙧𝙤 𝙨𝙛𝙤𝙜𝙤 𝙖𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙢𝙤𝙙𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙧𝙚, 𝙞𝙣 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙖𝙣𝙙 𝙞𝙣 𝙘𝙪𝙞 𝙨𝙞𝙣 𝙙𝙖𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙖𝙡𝙗𝙪𝙢 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙥𝙤𝙩𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙚 𝙨𝙥𝙤𝙣𝙩𝙖𝙣𝙚𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙪𝙖 𝙝𝙖 𝙪𝙣 𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡𝙚, 𝙗𝙖𝙨𝙩𝙞 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙨𝙞 𝙖𝙥𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙂𝙤𝙤𝙙 𝙏𝙞𝙢𝙚𝙨 𝘽𝙖𝙙 𝙏𝙞𝙢𝙚𝙨. 𝘼𝙡𝙩𝙧𝙚 𝙤𝙘𝙘𝙖𝙨𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙥𝙚𝙧 𝙢𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙩𝙖𝙡𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙞𝙣 𝙥𝙚𝙯𝙯𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝘿𝙖𝙯𝙚𝙙 𝘼𝙣𝙙 𝘾𝙤𝙣𝙛𝙪𝙨𝙚𝙙 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙧𝙪𝙡𝙡𝙖𝙩𝙚 𝙛𝙞𝙣𝙖𝙡𝙞 𝙤 𝙞𝙣 𝙃𝙤𝙬 𝙈𝙖𝙣𝙮 𝙈𝙤𝙧𝙚 𝙏𝙞𝙢𝙚𝙨 𝙣𝙚𝙡 𝘽𝙤𝙡𝙚𝙧𝙤, 𝙢𝙖 𝘽𝙤𝙣𝙯𝙤 𝙙𝙖 𝙞𝙡 𝙢𝙚𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚́ 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙧𝙩𝙞, 𝙙𝙤𝙫𝙚 𝙨𝙞 𝙨𝙘𝙖𝙩𝙚𝙣𝙖 𝙞𝙣 𝙡𝙪𝙣𝙜𝙝𝙞 𝙖𝙨𝙨𝙤𝙡𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙖 𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙪𝙙𝙚, 𝙘𝙝𝙚 𝙜𝙚𝙣𝙚𝙧𝙖 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙣𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞 𝙤𝙫𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙤. 𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙖𝙨𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙨𝙞 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖 𝙋𝙖𝙩’𝙨 𝘿𝙚𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙚𝙧𝙖̀ 𝙈𝙤𝙗𝙮 𝘿𝙞𝙘𝙠, 𝙗𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙣 𝙇𝙚𝙙 𝙕𝙚𝙥𝙥𝙚𝙡𝙞𝙣 𝙄𝙄, 𝙢𝙖, 𝙖 𝙙𝙚𝙩𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙞, 𝙧𝙞𝙙𝙪𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤 𝙞𝙣 𝙘𝙤𝙣𝙛𝙧𝙤𝙣𝙩𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙣𝙘𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙫𝙞𝙫𝙤, 𝙖𝙧𝙧𝙞𝙫𝙖𝙩𝙚 𝙣𝙚𝙡 1973-75 𝙖 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙧𝙚𝙜𝙤𝙡𝙖 𝙤𝙡𝙩𝙧𝙚 𝙞 𝙩𝙧𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙢𝙞𝙣𝙪𝙩𝙞.
𝘼𝙡 𝙙𝙞 𝙡𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙩𝙖𝙡𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙨𝙩𝙖..
𝙘’𝙚𝙧𝙖 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙪𝙣 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙛𝙖𝙢𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙚 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙢𝙪𝙧𝙤𝙨𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙘𝙞 𝙧𝙞𝙘𝙤𝙧𝙙𝙖 𝙨𝙪𝙤 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙅𝙖𝙨𝙤𝙣: “𝙊𝙜𝙣𝙞 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙖𝙫𝙖 𝙪𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙨𝙚𝙩, 𝙢𝙚 𝙣𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙧𝙖𝙫𝙖 𝙪𝙣𝙤 𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙤 -𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙪𝙣 𝙥𝙤’ 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙤”. 𝘽𝙤𝙣𝙝𝙖𝙢 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖 𝙞𝙣𝙛𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙧𝙚𝙜𝙖𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙪𝙣 𝙨𝙚𝙩 𝙙𝙞 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙤 𝙖𝙡 𝙨𝙪𝙤, 𝙢𝙖 𝙞𝙣 𝙨𝙘𝙖𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙙𝙤𝙩𝙩𝙖, 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙥𝙪𝙤̀ 𝙫𝙚𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙢 𝙏𝙝𝙚 𝙎𝙤𝙣𝙜 𝙍𝙚𝙢𝙖𝙞𝙣𝙨 𝙏𝙝𝙚 𝙎𝙖𝙢𝙚. 𝙀 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚: “𝙑𝙚𝙣𝙞𝙫𝙖 𝙙𝙖 𝙢𝙚 𝙚 𝙢𝙞 𝙨𝙫𝙚𝙜𝙡𝙞𝙖𝙫𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙡𝙚 𝙩𝙧𝙚 𝙤 𝙡𝙚 𝙦𝙪𝙖𝙩𝙩𝙧𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙖𝙩𝙩𝙞𝙣𝙤, 𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙫𝙖: ‘𝙎𝙪, 𝙅𝙖𝙨𝙤𝙣. 𝙑𝙞𝙚𝙣𝙞 𝙖 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙢𝙚 𝙚 𝙞 𝙢𝙞𝙚𝙞 𝙖𝙢𝙞𝙘𝙞’. 𝘾𝙤𝙨𝙞̀ 𝙞𝙤 𝙢𝙞 𝙖𝙡𝙯𝙖𝙫𝙤, 𝙢𝙞 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙘𝙞𝙣𝙖𝙫𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙡𝙚 𝙨𝙘𝙖𝙡𝙚, 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙫𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙚 𝙨𝙪𝙤𝙣𝙖𝙫𝙤. 𝙇𝙞̀ 𝙨𝙞̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙧𝙩𝙞𝙫𝙤. 𝙈𝙖, 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙚𝙣𝙙𝙤, 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙣𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤, 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙫𝙤 𝙖 𝙢𝙞𝙤 𝙥𝙖𝙙𝙧𝙚: ‘𝙑𝙖 𝙗𝙚𝙣𝙚, 𝙢𝙞 𝙖𝙡𝙯𝙤 𝙨𝙚 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙢𝙞 𝙛𝙖𝙞 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙨𝙘𝙪𝙤𝙡𝙖’ 𝙚 𝙡𝙪𝙞: ‘𝙑𝙖 𝙗𝙚𝙣𝙚, 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙣𝙞𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙨𝙘𝙪𝙤𝙡𝙖’. 𝙀 𝙞𝙤 𝙢𝙞 𝙖𝙡𝙯𝙖𝙫𝙤”. 𝙉𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙤𝙪𝙧𝙣𝙚́𝙚 𝙐𝙎𝘼 𝙙𝙚𝙡 1977 𝙞𝙡 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙤 𝙅𝙖𝙨𝙤𝙣, 𝙖 11 𝙖𝙣𝙣𝙞, 𝙛𝙪 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙧𝙩𝙤.
“𝙄𝙣 𝙨𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖, 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙡𝙖𝙨𝙨𝙪̀ 𝙤 𝙙𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚, 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙘𝙝𝙚𝙧𝙯𝙤. 𝙇𝙤 𝙥𝙪𝙤𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙧𝙚: 𝙁𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙢𝙤𝙘𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙚𝙫𝙪𝙩𝙖 𝙚 𝙜𝙞𝙤𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙖 𝙛𝙧𝙚𝙘𝙘𝙚𝙩𝙩𝙚. 𝙀𝙝𝙞, 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙧𝙩𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙣𝙤?” — 𝘽𝙚𝙣𝙤𝙞𝙩 𝙂𝙖𝙪𝙩𝙞𝙚𝙧
When, in August 1968, Plant suggested that Page contact his friend Bonzo (as he jokingly called him, in reference to the clumsy and noble-hearted dog star of an animated series of the 1920s) to form a new group on the ashes of the Yardbirds , Bonham had so many possibilities to consider: he was the subject of contention between Chris Farlowe and Joe Cocker, and his engagement with Tim Rose had been his first regularly paid job. But the problem was another: “It wasn't a matter of who had the best chances, but who would do the right kind of stuff… I knew what Robert liked for playing with the Band Of Joy, and I knew what he cared about. Jimmy, so I decided that music would be better. And time has proved me right ". Despite this there was a lot of pressure from Peter Grant, the manager of the band, Plant and Page.
Inside Led Zeppelin Bonham is at ease: on the one hand his need to feel part of a group is satisfied, Plant is essentially a longtime friend, on the other he can give free rein to his playing, in a band in which since the first album a powerful and spontaneous drums like his have a central place, just think of how the record opens with Good Times Bad Times. Other occasions to show his talent are in pieces like Dazed And Confused in the final rolls or in How Many More Times in the Bolero, but Bonzo gives his best during concerts, where he unleashes in long solos including a part with his bare hands, which generates endless ovations from the audience. This solo is called Pat's Delight and will soon become Moby Dick, a song also proposed in Led Zeppelin II, but, according to many, an understatement compared to live performances, which arrived in 1973-75 and usually lasted over thirty minutes.
Beyond his talent as a drummer ..
There was also a kind and caring family man, as his son Jason reminds us: "Every time he bought a new set, he bought me an identical one - just a little smaller". Bonham had in fact given him a drum set identical to him, but on a smaller scale, the one that can be seen in the film The Song Remains The Same. And he too: "He would come to me and wake me up around three or four in the morning, and say, 'Come on, Jason. Come and play for me and my friends'. So I would get up, drag myself up the stairs, go to the drums and play. I had fun there. But as I got older, I became wiser, I said to my father: 'Okay, I'll get up if you don't let me go to school tomorrow' and he: 'Okay, no school tomorrow'. And I got up ”. In the US tour of 1977, little Jason, at 11, was also taken to some concerts.
“Basically, I think it's up there or somewhere else, thinking it's a good joke. You can hear him say: Let's have a drink and play darts. Hey, fun, isn't it? " - Benoit Gautier


--------


La canzone che Neil Young ha scritto sui Led Zeppelin
Dopo essere stato un gigante della scena musicale per decenni, si potrebbe presumere che Neil Young non avrebbe ancora la capacità di rimanere sbalordito dai suoi coetanei. Da Bob Dylan ai Beatles e viceversa, Young ha suonato con la maggior parte dei grandi cantautori del mondo. Ma ripeto, i Led Zeppelin non sono una band qualunque.
Young è stato semplicemente spazzato via dalla band quando si è imbattuto in Jimmy Page, Robert Plant e il resto dei Led Zeppelin. Dopo un'esperienza di affermazione di vita per mano del gruppo, Shakey non ha avuto altra scelta che incanalare i suoi intensi sentimenti attraverso la canzone.
Per una sola notte nel 1995, Young ha avuto l'opportunità che ogni chitarrista degno di questo nome avrebbe nuotato nell'Oceano Atlantico per cui è diventato un membro onorario dei Led Zeppelin. Mentre c'era una tensione ostile tra i tre membri sopravvissuti del colosso del rock, Young era nel suo elemento.
Il loro ricordo della serata è un netto contrasto con Young , che secondo quanto riferito era così euforico dopo il concerto da voler riunire permanentemente i Led Zeppelin con lui nell'ovile. Nella sua testa, Young ha escogitato un grande piano per riportare in vita una delle sue band preferite e ha persino voluto realizzare un album completo con il gruppo dinamico.
È sicuro dire che la sensazione dopo la cerimonia della Rock and Roll Hall of Fame è stata diversa nel campo dei Led Zeppelin . L'anno precedente, Robert Plant e Jimmy Page si erano riuniti senza John Paul Jones, con il bassista felice di assicurarsi che tutti nell'arena fossero consapevoli del suo dispiacere. Durante il loro discorso di accettazione, Jones ha detto brutalmente ai suoi compagni di band: "Grazie, amici miei, per aver finalmente ricordato il mio numero di telefono".
Per fortuna, una volta che hanno preso in mano i loro strumenti, la rabbia trattenuta da Jones è scomparsa e l'aggiunta di Neil Young per "When The Levee Breaks" ha fatto vibrare le spine in tutta l'arena. Verso la fine della canzone, Plant ha persino reso omaggio a Young inserendo una sezione di "For What It's Worth" dei Buffalo Springfield.
Il chitarrista degli Zeppelin, Page è uno dei pochi musicisti a far sentire Young un dilettante, il cantante di 'Harvest' una volta ha detto: “Sono un hack rispetto a lui. Può davvero giocare". Sebbene il suo piano per riformare i Led Zeppelin e diventare un compagno di band del chitarrista fosse inutile, quella notte avrebbe comunque ispirato la sua canzone, "Downtown".
La traccia è stata il singolo principale del suo ventitreesimo album in studio, Mirror Ball , che è il disco che Shakey ha realizzato con i Pearl Jam, e il singolo è stato persino nominato per un Grammy Award l'anno successivo.
"Downtown" è ambientato negli utopici anni '60, con un concerto dei Led Zeppelin al centro della scena nel fantastico mondo di Young. Nella traccia, Young canta, "Jimi sta suonando nella stanza sul retro, i Led Zeppelin sul palco, c'è una palla a specchio che gira, e una nota di Page, come un diamante lavato dall'acqua".
Suonare dal vivo con i Led Zeppelin lo ha profondamente colpito e ha fatto innamorare Young di loro. Young si stava divertendo a lavorare con altri artisti in quel momento, avendo appena collaborato con i Pearl Jam . Tuttavia, ciò che perdiamo nell'idea di un possibile nuovo album dei Led Zeppelin, lo conserviamo nella loro impressionante e incontaminata eredità.

-----

I Led Zeppelin e il loro talento a trasformare un vecchio Blues in qualcosa di nuovo e travolgente...
L’evocativa “When The Levee Breaks” di Memphis Minnie, pioniera della chitarra blues, si trasforma quasi 50 anni dopo con Page, Plant e il drumming di Bonzo.
Quando venne incisa nel 1929, la canzone si muoveva su un mood vivace in cui la chitarra solista di Memphis Minnie completava i versi cantati dal marito Kansas Joe McCoy, ma il testo era tutt’altro che allegro. Parlava delle distruzioni e dei lutti causati dalla grande inondazione che un paio d’anni prima aveva devastato il delta del Mississippi.
Lei era ancora adolescente quando si esibiva nelle strade di Memphis, sopravvivendo grazie alla musica e all’occasionale prostituzione, come era frequente a quei tempi per una musicista.
Suonava la chitarra meglio di tanti colleghi e in seguito avrebbe raggiunto una certa popolarità, trasferendosi a Chicago negli anni trenta e utilizzando una delle prime chitarre elettriche fin dagli inizi del decennio seguente.
La versione inclusa in Led Zeppelin IV, album fondamentale nella discografia della rock band inglese, nasce da un intuizione di Robert Plant, che canta nel suo inconfondibile stile un testo abbastanza fedele all’originale e alla sua immensa capacità di far "parlare il suono dell'armonica".
È Page, invece, a trasformarlo in qualcosa di completamente diverso grazie a un ipnotico riff con la chitarra in open tuning che mantiene un accordo quasi ossessivo.
Tra gli echi rovesciati dell’armonica di Plant, la sua voce inquietante e l’incedere implacabile della batteria, la cover è ancora più coerente con la drammaticità del testo, anche con le originali variazioni che il creativo Page si concede, inserendo un break di slide che sposta inaspettatamente il tutto in tonalità maggiore, andando a valorizzare ulteriormente nel contrasto il riff di base.
All’interno di uno dei mix più complessi dell’album (da ascoltare possibilmente in cuffia), cui contribuisce non poco nei colori del suono il rallentamento del nastro per abbassare la tonalità e la velocità, rimane in evidenza il celebrato drumming di John Bonham, registrato – com’è noto – nell’atrio della villa affittata dalla band a Headley Grange, utilizzando lo studio mobile dei Rolling Stones.
Il sound engineer Andy Johns appende un paio di microfoni Beyerdynamic M160 al di sopra della batteria, collegati a un paio di limiter, ma soprattutto utilizza per registrare un prodotto italianissimo, l’Echorec progettato dall’Ingegner Bini, fondatore della Binson. È proprio grazie alla regolazione del ribattuto dell’eco che il pattern di batteria ha le note caratteristiche.
“When The Levee Breaks” è uno degli esempi più eclatanti di come una canzone può essere elaborata fino a sembrare qualcosa di completamente diverso, e rimane uno dei simboli più efficaci di come il blues delle origini abbia influenzato lo sviluppo della musica rock in modi non sempre evidenti o scontati. In ogni caso, un ascolto fondamentale.
Led Zeppelin and their talent for transforming an old Blues into something new and overwhelming...
The evocative “When The Levee Breaks” by Memphis Minnie, pioneer of blues guitar, is transformed almost 50 years later with Page, Plant and Bonzo's drumming.
When it was recorded in 1929, the song moved in a lively mood in which Memphis Minnie's lead guitar complemented her verses sung by her husband Kansas Joe McCoy, but the lyrics were anything but cheerful. He spoke of the destruction and loss caused by the great flood that had devastated the Mississippi Delta a couple of years earlier.
She was still a teenager when she performed on the streets of Memphis, surviving on music and the occasional prostitution, as was common for a musician in those days.
She played the guitar better than many of her colleagues and would later achieve some popularity, moving to Chicago in the 1930s and using one of the first electric guitars from the beginning of the following decade.
The version included in Led Zeppelin IV, a fundamental album in the discography of the English rock band, was born from an intuition of Robert Plant, who sings a text quite faithful to the original in his unmistakable styleand its immense ability to make "the sound of the harmonica speak" .
It is Page, however, who transforms it into something completely different thanks to a hypnotic riff with the open-tuned guitar that maintains an almost obsessive chord.
Between the reversed echoes of Plant's harmonica, his disturbing voice and the relentless pace of the drums, the cover is even more consistent with the drama of the lyrics, even with the original variations that the creative Page allows himself, inserting a break of slide which unexpectedly shifts everything into a major key, further enhancing the basic riff in contrast.
Within one of the most complex mixes of the album (to be listened to if possible with headphones), to which the slowing down of the tape to lower the tone and speed contributes significantly to the colors of the sound, John Bonham's celebrated drumming remains in evidence, recorded – as is known – in the atrium of the villa rented by the band in Headley Grange, using the Rolling Stones' mobile studio.
Sound engineer Andy Johns hangs a pair of Beyerdynamic M160 microphones above the drums, connected to a pair of limiters, but above all he uses a very Italian product to record, the Echorec designed by Engineer Bini, founder of Binson. It is precisely thanks to the adjustment of the echo response that the drum pattern has its characteristic notes.
“When The Levee Breaks” is one of the most striking examples of how a song can be elaborated until it seems like something completely different, and remains one of the most effective symbols of how early blues influenced the development of rock music in ways not always obvious or obvious. In any case, an essential listen.

-----
https://www.facebook.com/notes/2418289301811474/
LED ZEPPELIN..I PIU’ GRANDI DI TUTTI..UNICI..MITICI..INEGUAGLIABILI

le storie dietro delle foto perle rare

Zeppelin rinati: il racconto della reunion più attesa della storia del rock

«Vuoi sapere quali sono le mie aspettative? Solo che, se lo facciamo, lo dobbiamo fare molto bene»: parola di Page. A dicembre 2007 i Led Zeppelin hanno suonato di nuovo insieme dopo 27 anni, ecco come era andata

immagine

Il 10 giugno 2007, alle due e mezza di pomeriggio, i membri sopravvissuti dei Led Zeppelin, il chitarrista Jimmy Page, il cantante Robert Plant e il bassista John Paul Jones si ritrovano in una sala prove per suonare alcune canzoni. È la prima volta che si ritrovano nella stessa stanza con gli strumenti in mano, da quando nel 1995 hanno suonato quattro pezzi durante la cerimonia per la loro introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame. Questa volta la posta in gioco è più alta: devono scoprire se hanno la forza, l’empatia e il desiderio di esibirsi come Led Zeppelin nel loro primo vero concerto dalla morte del batterista John Bonham avvenuta nel 1980.

Il luogo delle prove, che si trova da qualche parte in Inghilterra, è segreto. Nelle interviste che hanno rilasciato per promuovere il concerto, un evento benefico che si svolgerà il 10 dicembre 2007 alla O2 Arena di Londra in onore di Ahmet Ertegun (cofondatore della Atlantic Records), Page, Plant e Jones hanno detto di non ricordarsi il giorno in cui si sono incontrati, cosa hanno suonato e nemmeno come è nata l’idea di riunire la band per rendere omaggio a Ertegun, amico e mentore della band nei loro anni con la Atlantic. Tutti e tre, però, d’accordo nel dire che suonare ancora insieme dopo così tanto tempo è stato un momento emozionante e molto importante. «È stato istantaneo», dice Page, che ha il mignolo sinistro steccato, conseguenza di una caduta che ha costretto la band a posticipare il concerto originariamente previsto per il 26 novembre: «Siamo arrivati tutti pieni di voglia di lavorare e di divertirci. È stata una delizia». Plant ricorda «tanti sorrisi» e mentre lo fa sorride anche lui: «È stato un momento catartico e terapeutico. Nessun peso, nessuna pressione». Jones afferma di non aver avuto «alcun dubbio. Qualcuno ha scelto una canzone, l’abbiamo fatta, funzionava». Il figlio di John Bonham, Jason, ricorda invece benissimo il giorno e l’ora in cui i Led Zeppelin sono tornati a esistere, perché lui era lì, seduto nel posto che una volta era di suo padre: «Loro forse non se lo ricordano, ma io sì. Avevo un nodo in gola». Jason ha 41 anni, due figli e suona con i Foreigner: «Non pensavo che avremmo trovato subito un suono. Mi dicevo: “Ci vorrà tempo”». Aveva torto. La band era immersa nella furia lenta e oscura di No Quarter dall’album Houses of the Holy del 1973: «Quando siamo arrivati al riff, ci siamo guardati tutti negli occhi. Era fantastico». Il pezzo successivo è stato la marcia della carovana nel deserto di Kashmir, da Physical Graffiti del 1975: «Poi ci siamo fermati e Jimmy ha detto: “Possiamo abbracciarci?” e Robert ha gridato: “Sì, figli del tuono!”». Alla fine della giornata, racconta Jason: «Mi hanno detto: “La prossima volta…”», si ferma e scoppia a ridere: «Ho pensato: “Ci sarà una prossima volta?”».

https://youtu.be/fpigDGf6vXM

Led Zeppelin - Black Dog (Live at Celebration Day) (

Robert Plant riflette, sorseggiando caffè nella suite di un hotel di Londra con vista su Hyde Park: «La cosa più difficile è stata riuscire ad arrivare tutti e quattro nella stessa sala prove senza che nessuno lo sapesse. Avremmo potuto crollare subito, al primo ostacolo. Sarebbe stato pericoloso avere intorno altre persone in preda al delirio per questo momento». È sempre stato questo, del resto, il piano della band. Quando Page ha formato i Led Zeppelin nel 1968, non voleva solo una band ma: «Una potenza, quattro musicisti virtuosi in grado di dare vita al quinto elemento».

Solo un anno dopo, i Led Zeppelin erano la più grande band del mondo, pronti a dominare gli anni ’70, distruggere il pubblico e riempire gli stadi. La fine improvvisa della band dopo la sbornia fatale di John Bonham poco prima di iniziare un tour in Nord America nel 1980 ha fatto crescere costantemente l’attesa per una reunion. Tecnicamente il concerto alla O2 Arena Londra è molto di più. Il ricavato andrà all’Ahmet Ertegun Education Fund e gli altri che si esibiranno – l’ex cantante di Free e Bad Company Paul Rodgers, Pete Townshend, i Foreigner, l’ex bassista dei Rolling Stones Bill Wyman e Paolo Nutini – sono tutti artisti della Atlantic che, come gli Zeppelin, erano molto legati a Ertegun. Ma per i circa 20 milioni di fan che hanno cercato di comprare uno dei 18mila biglietti disponibili, la serata del 10 dicembre è la realizzazione di un sogno che sembrava impossibile: un concerto dei Led Zeppelin.

Jimmy Page, 63 anni e una tempesta di capelli bianchi lunghi fino alle spalle al posto della sua celebre chioma nerissima e lucente, dice di essere rimasto scioccato dall’isteria scatenata da questa reunion a sorpresa: «Non ce lo aspettavamo assolutamente». È sempre stato lui il guardiano dell’eredità della band, si è occupato personalmente di tutte le rimasterizzazioni e riedizioni del loro catalogo. Quando parla dei Led Zeppelin il suo sguardo è d’acciaio. Durante le prove, dice Jason: «Jimmy è sempre molto attento. È concentratissimo su quello che vuole ottenere».

«Quali sono le mie aspettative?», dice Page: «Una sola: se lo facciamo lo dobbiamo fare molto bene, visti i casini che abbiamo combinato in passato». Si riferisce alle mezze reunion del “Live Aid” nel 1985 e al miniconcerto del 1988 con Jason alla batteria per la celebrazione dei 40 anni della Atlantic. Jones si lamenta del fatto che «al “Live Aid” avevamo dei batteristi che non conoscevano le nostre canzoni», riferendosi a Phil Collins e Tony Thompson degli Chic, ma si prende anche la responsabilità del concerto del 1988: «L’ho dato per scontato, non ho fatto i compiti a casa». Questa volta, dice Page con decisione: «Dobbiamo essere preparati e impegnarci molto». L’organizzazione gli ha detto che il tempo a loro disposizione è un’ora, ma Page dice che dopo le prime prove in giugno e la seconda session a luglio è parso subito chiaro che non sarebbe abbastanza. Adesso, infatti, la scaletta dura «100 minuti, e non ci sono solo Whole Lotta Love, Dazed and Confused e No Quarter».

https://youtu.be/fpigDGf6vXM

La band ha passato il secondo e il terzo giorno di prove a lavorare su For Your Life, un pezzo mai fatto dal vivo estratto dall’album Presence del 1976: «Poi l’abbiamo scartata, ma questo per farti capire lo spirito con cui abbiamo affrontato la cosa», mi dice Plant. A 59 anni, con la barba grigia curata e un misto di biondo e argento nella lunga chioma, Robert Plant sembra la versione “anziano capotribù” del vichingo ventenne che è sbarcato in America per la prima volta nel 1968, ma anche seduto sul divano nell’ufficio del suo manager a Londra la sua voce e il suo atteggiamento così sicuro di sé lo fanno sembrare un conquistatore.

«All’inizio c’era molto rispetto reciproco, ma è svanito presto. John Paul ha cominciato ad alzare le sopracciglia come fa lui di solito, e ha tirato fuori il suo sorriso ironico. Sapevo che eravamo tornati al punto in cui ci siamo lasciati con In Through the Out Door del 1979», dice Plant. Poi si corregge: «No, siamo andati anche più indietro» John Paul Jones, 61 anni, parla con un melodioso tono sottovoce pieno di umorismo sagace (ha definito i suoi 12 anni nei Led Zeppelin come «il lavoro più stabile e lungo che abbia mai avuto»): «C’era un pezzo in cui non mi ricordavo cosa dovessi suonare, poi ho capito che era perché non l’avevamo mai fatto dal vivo». Fortunatamente Jason Bonham ha una conoscenza enciclopedica di tutti i bootleg dei concerti e degli outtakes in studio: «A volte ci domandiamo: “Cosa succede adesso?”, e lui risponde subito: “Nel 1971 avete fatto questo, nel 1973 in quello e quell’altro concerto invece avete fatto così». «Jason conosce le canzoni», dice Page, «ma soprattutto le capisce. Fa una gran differenza». «Questa è la seconda buona ragione per farlo, secondo me», dice Plant. «Quando era più giovane, Jason pensava che suonare nei Led Zeppelin gli spettasse di diritto». Jason ammette che i rapporti con Plant non sono stati facili «prima di diventare sobrio, quando bevevo troppo». «Adesso invece», continua Plant, «Jason sa che non solo è la persona giusta per suonare nella band, ma che con il suo entusiasmo e la sua abilità la sta anche cambiando». Molte cose sono cambiate del resto. Nel 2004 Jason Bonham è andato a seguire un festival bluegrass in North Carolina: «Ho incontrato una grande comunità di musicisti, tutti fan dei Led Zeppelin, e ho suonato con loro quella musica così antica». Recentemente ha prodotto un album per il quartetto bluegrass femminile Uncle Earl, e la sera prima di questa intervista le ha raggiunte in un club di Londra per suonare il mandolino. Plant fa dischi solisti dal 1982, esegue le sue versioni indiane e nordafricane di pezzi dei Led Zeppelin e ha avuto molto successo con l’album Raising Sands, un sublime disco di blues del Delta e gothic-country registrato in collaborazione con la cantante e violinista Alison Krauss. L’anno scorso, dopo le registrazioni di questo disco a Nashville, io stesso ho fatto a Plant la solita domanda sulla reunion: «Mi piacerebbe lavorare ancora con Page, a patto che non diventi una questione troppo importante e che sia una cosa vera», mi ha risposto. Glielo ricordo. Lui scrolla le spalle e non accetta il suggerimento implicito che questa reunion sia in effetti una questione molto importante: «No, non lo è», dice, «le prime prove sono state ottime». E per quanto riguarda il fatto che deve essere una cosa vera? «Quello che è successo in quella stanza, senza avere nessuno intorno, è stato in certi momenti buono come in passato. Prima non lo volevo fare, adesso invece non voglio fare altro. Che te ne pare?».

«Avevo un progetto in mente», dice Page a proposito di quell’estate del 1968 in cui ha formato i Led Zeppelin: «Cercavo un cantante simile a Steve Winwood o a Steve Marriott. Qualcuno che non avesse paura di farsi avanti, per questo volevo Terry Reid». Reid era un giovane e precoce cantante britannico soul, che passa alla storia per aver rifiutato l’offerta di Page e aver suggerito Robert Plant al suo posto, per poi proseguire la sua carriera nella scena delle band psichedeliche delle Midlands.

John Paul Jones, invece, conosce Page dai tempi in cui era uno dei più richiesti session man di Londra, e non vede l’ora di entrare nella sua nuova band. Ricorda di averlo sentito al telefono poco prima che Page andasse in un college di Birmingham a sentire Plant: «Mi ha detto: “Ti faccio sapere”, e quando è tornato mi ha detto: “È incredibile, ha una voce potentissima”».

Plant è fluido, intuitivo, e come Page è interessato alle possibilità espressive che si possono trovare dentro e fuori dalle progressioni di accordi blues: «L’idea era quella di espandere i confini», dice Page. L’esempio migliore secondo lui è Babe I’m Gonna Leave You da Led Zeppelin del 1969: «In origine è un pezzo folk», per l’esattezza una ballad che Page ha sentito in un disco di Joan Baez del 1962, «ma è pieno di colori, con quella chitarra ipnotica e increspata nelle strofe, e gli stacchi flamenco in mezzo. C’è la chitarra acustica, la pedal steel e tutti quegli elementi tipici di un suono potente e duro, ma estremamente sensibile».

https://youtu.be/9iGxjV2Sxbc

I Led Zeppelin raccontano il live del 2007 alla presentazione del DVD del live, uscito nel 2012

«Ho riascoltato le canzoni dopo molto tempo, le ho analizzate per capire il numero di battute tra le singole parti», dice Plant, «hanno una specie di combinazione chimica molto astuta che le fa andare a volte in una direzione, a volte in un’altra. In Nobody’s Fault But Mine è pungente, cattiva, ti fa digrignare i denti, In My Time of Dying è spettacolare e gigantesca: ogni tanto è più veloce e ogni tanto più lenta, va da una parte all’altra, si avvolge a spirale o sbanda di lato. E in mezzo a tutto questo ci sono io». «La mia prima idea», dice Plant a proposito della reunion, «era di rifare tutta la scaletta del concerto alla Royal Albert Hall (del 9 gennaio 1970, ndr), cominciando da We’re Gonna Groove». Attacca la prima strofa del classico di Ben E. King, originariamente registrato da King dal vivo all’Apollo Theater di New York nel 1963 per la Atlantic, e scelto dai Led Zeppelin come pezzo di apertura di quasi tutti i concerti del tour del 1960: «C’ero anche io quella sera alla Albert Hall, ma non mi ricordo niente di quello che è successo!», dice sorridendo: «Stavo volando in mezzo a una specie di grande tempesta». L’aura di invincibilità che circonda i Led Zeppelin comincia a vacillare nel 1975, quando Plant rimane ferito in un incidente d’auto in Grecia. Nell’estate del 1977 i Led Zeppelin cancellano le ultime settimane di un tour sold out in America per la morte improvvisa del figlio di Plant, Karac, a causa di un virus sconosciuto. In seguito, ci sono stati i due concerti all’aperto a Knebworth nel 1979 per promuovere In Through the Out Door, l’ultimo album dei Led Zeppelin, un breve tour europeo nel 1980 e poi più niente.

Page dice che non c’era modo di andare avanti dopo la morte di Bonham: «Ne abbiamo discusso, io e John pensavamo di fare un disco più potente, pieno di riff. Ogni album doveva essere un passo in avanti rispetto a quello precedente, anche se non era il nostro credo». In ogni caso, dice Page, la musica che i Led Zeppelin avrebbero fatto negli anni ’80 «non sarebbe certo stata più leggera».

Dopo lo scioglimento ognuno di loro ha fatto pezzi dei Led Zeppelin nei rispettivi lavori solisti, sotto varie forme. Page e Plant hanno collaborato nello speciale di MTV “Unledded” del 1994 e hanno trascorso gran parte degli anni ’90 in tour insieme: «Ma non erano i Led Zeppelin», insiste Page, «erano due membri dei Led Zeppelin». Jones non viene invitato a partecipare a “Unledded”, anzi scopre la sua esistenza solo quando vede lo show in televisione durante un tour in Germania. Oggi dice che l’ha superata: «È successo tanto tempo fa. L’anno prossimo saranno 40 anni da quando abbiamo iniziato a suonare insieme. È una cosa da non credere».

«Non mi sorprende il fatto che oggi abbiamo ancora questa connessione», dice Page, «è sempre stato così: un attimo prima non c’è niente e un attimo dopo… Boom! La vera tragedia per me è se un giorno non fossi più capace di farlo. Essere in grado di venire qui e lavorare con gli altri è un dono, una cosa che rispetto e apprezzo moltissimo».

C’è solo una differenza tra questa e una vera reunion dei Led Zeppelin: manca Bonzo. Jason è molto schietto nel parlare di cosa voglia dire a livello emotivo essere il sostituto di suo padre, che veniva chiamato Bonzo o The Beast per il suo modo di suonare, ma anche per il suo modo di bere e per il suo comportamento animalesco fuori dal palco. Jason racconta che, dopo le prime prove, sua madre Pat gli ha chiesto come era andata: «E io non me la sono sentita di dire che era andata benissimo. Non volevo togliere niente a papà. Così ho risposto: “È andata bene, ma non come papà”».

«John aveva una tecnica favolosa», dice Page, «ma aveva anche una grande immaginazione. La struttura che ha tirato fuori in Good Times Bad Times nel primo album è una cosa che ancora oggi lascia perplessi molti batteristi. Nessun altro è in grado di farlo. Nessuno ha la stessa immaginazione».
«Io me ne sono accorto subito», dice Jones. La prima volta che hanno provato insieme nel 1968 sono partiti con una cover degli Yardbirds, The Train Kept a Rollin’. «In quanto bassista la mia prima preoccupazione era: “Com’è il batterista?” Se non siamo uniti, è inutile. Abbiamo iniziato a suonare e sembravamo due che avevano fatto venti tour insieme». L’edizione in dvd di The Song Remains the Same, un film che mette insieme in modo singolare immagini girate dal vivo al Madison Square Garden nel 1973 e alcune scene fantasy interpretate dalla band, mostra un John Bonham diverso dall’animale che ogni sera faceva per un quarto d’ora l’assolo di Moby Dick. Bonham guida un trattore nella sua fattoria, gioca a biliardo e bacia Pat, mentre camminano insieme lungo una strada di campagna. In una scena dal valore profetico, si vede Jason piccolissimo suonare la batteria sotto lo sguardo orgoglioso del padre che lo accompagna ai bongos. «Quello era il vero John Bonham», dice Jason, «era un padre di famiglia. In un paio di libri è stato descritto molto male, ma in realtà per lui la cosa più difficile era stare lontano da casa».

Jason ha visto suonare suo padre solo tre volte, ma è l’unico batterista oltre a lui ad aver suonato con i Led Zeppelin negli anni ’70. È successo durante il soundcheck di Knebworth, mentre John controllava l’impianto ascoltando dal prato. Jason aveva 13 anni: «Abbiamo suonato Trampled Under Foot, papà me l’aveva fatta provare per una settimana intera. Gli ho chiesto: “Sarà uguale al disco?”, e lui mi ha risposto: “No, l’assolo sarà più lungo. Aspetta il segnale di Jimmy. Quando alza la mano vuole dire che ha finito”». Durante una delle prove, Jason ha chiesto agli altri di fare un omaggio a John durante il concerto a Londra: «Mi hanno risposto: “Stai facendo un ottimo lavoro, non credi che lui vorrebbe che tu prendessi il merito che ti spetta, invece di fare un passo indietro e dire: eccolo, è tuo?”. Non è stato facile per me, voglio essere rispettoso al massimo. Non mi ha potuto dare gli ultimi 27 anni della sua vita, lasciate che sia io a ridarglieli per una notte». Gli altri non penseranno troppo al passato, almeno non pubblicamente. Robert Plant mostra tutta la sua serenità d’animo e fiducia in se stesso: «Lo faremo con lo spirito giusto, Ahmet guarderà giù e dirà: “Ciao ragazzi”. Bonzo sorriderà. Pat sarà molto felice. Jason si alzerà in piedi e griderà: “Yeah!”. Jimmy farà un inchino. Jones scrollerà le spalle come fa di solito. E io…», dice ritrovando il suo grido da Dio del rock, «io canterò: “baby, baby, baby!”».

https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/zeppelin-rinati-il-racconto-della-reunion-piu-attesa-della-storia-del-rock/342657/

immagine

immagine

immagine

immagine

immagine

“Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve / dal sole di mezzanotte dove sgorgano le sorgenti calde / Il martello degli dèi spingerà le nostre navi a nuove terre / per combatter l’orda, cantando e urlando: Valhalla, sto arrivando!“.
...forse in una precedente vita..
vivevo fra cavalieri, dame..corti sassoni,bretoni,vichinghe..elfo o gnomo..maga o strega..
impugnavo vessilli o scudi
forse un guerriero forse un asceta..forse
il Dio del tuono e quello del cielo..
non sò..di sicuro però
qualcosa e qualcuno mi porta sempre là..
e mi trovo sempre a casa..

https://youtu.be/s85y2M615PA

https://youtu.be/Y2hZ6OytDxo

Led Zeppelin - Immigrant Song testo

Ah, ah,
Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Dal sole di mezzanotte dove soffiano le sorgenti termali.
Il martello degli dei guiderà le nostre navi verso nuove terre,
per combattere l'orda, cantando e gridando: Valhalla, sto arrivando!

Su noi spazziamo con la trebbiatura, il nostro unico obiettivo sarà la sponda occidentale.

Ah, ah,
Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Dal sole di mezzanotte dove soffiano le sorgenti calde.
Quanto morbidi i tuoi campi così verdi, possono sussurrare storie di sangue,
di come abbiamo calmato le maree della guerra. Siamo i tuoi signori.

Su noi spazziamo con la trebbiatura, il nostro unico obiettivo sarà la sponda occidentale.

Quindi ora è meglio che ti fermi e ricostruisci tutte le tue rovine,
Perché la pace e la fiducia possono vincere la giornata nonostante tutte le tue sconfitte.

-------------------------------------------------- ------------------------------


Amici
(Page / Plant.)

Luce intensa quasi accecante, la notte nera brilla ancora,
posso ' Smettila, continua a salire, cercando quello che sapevo.

Aveva un amico, una volta mi ha detto: "Hai amore, non sei solo",
ora se n'è andata e mi ha lasciato a cercare solo quello che sapevo.

Mmm, ti sto dicendo ora, la cosa più grande che tu possa fare ora,
è scambiare un sorriso con qualcuno che è blu ora, è molto facile solo ... Ho

incontrato un uomo sul ciglio della strada che piange, senza un amico, non si può negare ,
Sei incompleto, non troveranno nulla alla ricerca di ciò che sapevi.

Quindi ogni volta che qualcuno ha bisogno di te, non deluderlo, anche se ti addolora,
Un giorno avrai bisogno di qualcuno come loro, alla ricerca di ciò che sapevi.

Mmm, ti sto dicendo ora, la cosa più grande che tu possa fare ora,
è scambiare un sorriso con qualcuno che è blu ora, è molto facile solo ...

immagine

Dave Grohl racconta i Led Zeppelin: «Non facevano musica, ma esorcismi»

La scoperta dei dischi della band, lo stile di Jimmy Page, gli acidi e la spiritualità: il musicista di Nirvana e Foo Fighters racconta come, quando e perché è stato folgorato dalla band di ‘Black Dog’

Senza i Led Zeppelin non ci sarebbe stato il metal. E anche se ci fosse stato, avrebbe fatto schifo. Erano qualcosa di più di un gruppo rock, erano una combinazione perfetta di passione, mistero e talento. M’è sempre parso che fossero alla ricerca di qualcosa. Non erano mai paghi, cercavano di buttarsi in esperienze sempre nuove. Erano capaci di tutto e chissà dove sarebbero arrivati se John Bonham non fosse morto. Rappresentavano la fuga da un sacco di cose. In quel che facevano c’era un elemento fantasy, anzi era parte essenziale del loro carattere, di quel che li rendeva importanti. Senza i Led Zeppelin, fatico a immaginare tutta quella gente che va al cinema a vedere Il signore degli anelli.

Non erano amati dalla critica: troppo sperimentali, troppo estremi. Fra il ’69 e il ’70 girava un sacco di musica strana e loro era i più strani di tutti. Per me Jimmy Page era più strambo persino di Jimi Hendrix. Hendrix era un genio portentoso, Page un genio posseduto. I dischi e i concerti degli Zeppelin erano esorcismi. Hendrix, Jeff Beck ed Eric Clapton spaccavano i culi, ma Page stava a un altro livello, suonava in modo umano e imperfetto. Sembrava un vecchio bluesman che si è calato dell’acido. Ascolto i suoi assoli nei bootleg dei Led Zeppelin e mi ritrovo ora a ghignare e ora a versare lacrime. Sentite una versione a caso di Since I’ve Been Loving You e vi scoprirete a ridere e piangere nello stesso tempo. Per Page, la chitarra non è solo uno strumento. È un traduttore di emozioni.

Quando John Bonham suonava la batteria sembrava non sapesse che cosa sarebbe accaduto da un momento all’altro, pareva sempre sull’orlo di un precipizio. Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere e nessuno, credo, ci si avvicinerà mai. È e resterà il più grande batterista di tutti i tempi. Ho passato anni in camera mia – parlo davvero di anni – ad ascoltare le tracce di batteria di Bonham e a cercare di imitarne lo swing, il modo in cui restava indietro sul beat, la velocità, la potenza. Non volevo solo imparare a memoria quel che suonava. Volevo ereditare il suo istinto. Ho tatuaggi di Bonham ovunque: sui polsi, sulle braccia, sulle spalle. Me ne sono fatto uno a 15 anni: sono i tre cerchi che rappresentano il suo simbolo su Zeppelin IV e che erano riprodotti sulla sua grancassa.

Black Dog, da Zeppelin IV, rappresenta i Led Zeppelin al top della potenza rock, è l’esempio perfetto di quant’erano possenti. Non avevano bisogno di grandi distorsioni o di suonare velocemente: erano heavy e bastava. Avevano pure un lato sensibile, una cosa che la gente tende a non prendere in considerazione perché li vede come animali rock, ma Zeppelin III era pieno di momenti belli e delicati. È stata la colonna sonora ai giorni in cui stavo mollando la scuola. Lo ascoltavo ogni giorno sul mio Maggiolone e intanto riflettevo su quel che avrei fatto nella vita. Per un motivo o per l’altro, quel disco mi ha regalato un po’ di luce.

Li ho sentiti per la prima volta negli anni ’70 trasmessi da una radio AM. Era il periodo in cui Stairway to Heaven era popolarissima. Avevo 6 o 7 anni e stavo cominciando a sentire musica, ma solo con l’adolescenza sono arrivato ad ascoltare i primi due dei Led Zeppelin. Me li passarono dei fattoni. Ce n’erano in sacco nelle periferie in Virginia, col loro armamentario di muscle car, fusti di birra, Zeppelin, acidi, erba. Quando c’era uno di questi elementi, c’erano anche gli altri. A me però gli Zeppelin pareva avessero un che di spirituale. Frequentavo una scuola cattolica e stavo mettendo in dubbio l’esistenza di dio, però credevo nei Led Zeppelin. Avevo fede, ma non in senso cristiano: avevo fede nei Led Zeppelin in quanto entità spirituale. Mi fecero capire che la musica proviene da un altro luogo e che gli esseri umani la canalizzano. Quella musica non veniva da un songbook, non da un produttore e nemmeno da un insegnante. Veniva da quattro musicisti che la portavano in posti in cui non era mai stata. Avevo l’impressione che venisse da un altrove. Ecco perché i Led Zeppelin sono il più grande gruppo rock di sempre. Non poteva essere altrimenti.

https://www.rollingstone.it/musica/dave-grohl-racconta-i-led-zeppelin-non-facevano-musica-ma-esorcismi/529207/


------



Robert Plant mentre registra "Black Country Woman" con gli Stones Mobile a Stargroves (casa di Mick Jagger), 1972.
"Durante la registrazione di
'Black Country Woman', Robert ha cantato la sua voce solista all'esterno in modo che potessimo ottenere l'effetto di non avere alcuna interferenza acustica. Tuttavia, proprio mentre stava per cantare, un aereo ha fatto un volteggio sopra le nostre teste. Sul mix finale sono rimasti entrambi i nostri commenti, 'E, che dire di quell'aereo allora ...?' e la sua limpida risposta 'no, lascialo ...' sono conservati per i posteri sull'album." - Eddie Kramer- Ingegnere del suono.
armonia, ascolto. sensibilità...la grande Musica non è fatta di note..è fatta di vibrazioni..quando le fai tue..sei al settimo cielo❤️ 

------

------



Foto di Michael Brennan, 1975
"Peter Grant, manager dei Led Zeppelin, era stato recentemente oggetto di una brillante storia sulle sue capacità manageriali ed era stato paragonato a Brian Epstein, manager dei Beatles, su un giornale britannico. Come un "grazie", se volete , ha concesso al giornale l'accesso esclusivo ai Led Zeppelin durante un viaggio da New York a Detroit e ritorno, un invito raro poiché i musicisti avevano una temibile antipatia per la stampa, in particolare quella britannica.Sono andato all'aeroporto di Newark con uno scrittore , dove siamo saliti a bordo della Starship 1, un Boeing 707 su misura (aveva persino un caminetto nella sala di rappresentanza), e siamo partiti per l'aeroporto della metropolitana di Detroit. : Robert Plant, John Paul Jones, Jimmy Page inizialmente e poi John Bonham. Pur non essendo espansivi con il loro benvenuto nei nostri confronti, tutti i musicisti sono stati gentili e cordiali e hanno risposto alle domande e mi hanno permesso il pieno accesso per scattare foto. Sono felice di dire il camino è rimasto spento.
Photos by Michael Brennan, 1975
"Peter Grant, manager of Led Zeppelin, had recently been the subject of a glowing story regarding his management skills and had been compared to Brian Epstein, manager of The Beatles, in a British newspaper. As a “thank you”, if you will, he granted the newspaper exclusive access to Led Zeppelin on a trip from New York City to Detroit and back, a rare invite since the musicians had a fearsome dislike of the press, the British kind in particular. I travelled to Newark airport with a writer, where we boarded Starship 1, a custom fitted Boeing 707 (it even had a fireplace in the state room), and we took off for Detroit’s Metro airport. As soon as the seat-belt sign was off we were escorted to meet the band: Robert Plant, John Paul Jones, Jimmy Page initially and later John Bonham. While not effusive with their welcome towards us, all the musicians were pleasant and cordial and answered questions and allowed me full access to take pictures. I’m glad to say the fireplace remained unlit.


------


le storie dietro delle foto perle rare
LED ZEPPELIN: RARO BOOTLEG DELLE PROVE PRIMA DEL CONCERTO
Questo raro estratto che vi proponiamo oggi è sicuramente uno dei più discussi tra gli appassionati dei Led Zeppelin. Si combatte tra chi lo associa alle prove tenutesi al Chicago Auditorium il 6 luglio del 1973, chi invece associa la registrazione a quelle del 17 Gennaio del 1975 al Metropolitan Sports Center in Minneapolis.
Chi sostiene la data più tarda fa notare che la voce di Robert Plant sembra essere chiaramente quella più affaticata della metà dei '70; inoltre, è presente del materiale musicale contenuto poi nell'album Chi sostiene la data più tarda fa notare che la voce di Robert Plant sembra essere chiaramente quella più affaticata della metà dei '70; inoltre, è presente del materiale musicale contenuto poi nell'album Physical Graffiti, pubblicato il mese successivo.
D'altronde, chi invece rimarca l'attribuzione al '73 lo fa sostenendo che comunque molti brani del disco erano già parzialmente strutturati qualche anno prima e difatti nelle registrazioni si sentono strutture per certi versi non ancora "sgrezzate" per come saranno nell'album. In più, lo stato della voce di Plant poteva anche essere un calo temporaneo.
Indipendentemente da chi ha ragione, è sicuramente un documento molto interessante.
Led Zeppelin - Soundcheck 1973 Awesome RARE
https://youtu.be/7gnEYJMZAQk Led Zeppelin at an unknown venue on an unknown date, probably sometime between May and July, 1973. Many dates are speculated, but none are confirmed. This soundcheck recording is everywhere, so I figured I'd do it some justice. I remastered the entire thing, and edited it down to make it as coherent as possible. 0:00 Sugar Baby (Strawberry Jam) [Unknown, probably Page and Plant] 3:22 The Wanton Song {Work in Progress} [Page, Plant] 4:51 The Rover [Page, Plant] 8:55 Night Flight [Jones, Page, and Plant] 11:31 School Days [Chuck Berry] 14:16 Nadine [Chuck Berry] 15:17 Around and Around [Chuck Berry] 18:04 Move On Down the Line [Roy Orbison] 19:41 Please Don't Tease [Cliff Richard] 22:17 Move It [Cliff Richard] 23:39 Dynamite [Cliff Richard] 24:23 Shakin' All Over [Johnny Kidd, Gus Robinson] 26:56 Hungry For Love [Gordon Mills] 28:37 I'll Never Get Over You [Gordon Mills] 30:51 Reelin' and Rockin' [Chuck Berry]
Led Zeppelin at an unknown venue on an unknown date, probably sometime between May and July, 1973. Many dates are speculated, but none are confirmed. This soundcheck recording is everywhere, so I figured I'd do it some justice. I remastered the entire thing, and edited it down to make it as coherent as possible. 0:00 Sugar Baby (Strawberry Jam) [Unknown, probably Page and Plant] 3:22 The Wanton Song {Work in Progress} [Page, Plant] 4:51 The Rover [Page, Plant] 8:55 Night Flight [Jones, Page, and Plant] 11:31 School Days [Chuck Berry] 14:16 Nadine [Chuck Berry] 15:17 Around and Around [Chuck Berry] 18:04 Move On Down the Line [Roy Orbison] 19:41 Please Don't Tease [Cliff Richard] 22:17 Move It [Cliff Richard] 23:39 Dynamite [Cliff Richard] 24:23 Shakin' All Over [Johnny Kidd, Gus Robinson] 26:56 Hungry For Love [Gordon Mills] 28:37 I'll Never Get Over You [Gordon Mills] 30:51 Reelin' and Rockin' [Chuck Berry]
(LZ Minneapolis tour rehearsals 1975)
FIRST ALBUM:
– “The Bells” (with Steve Winwood)
– “Babe I’m Gonna Leave You” (with Steve Winwood)
– Untitled guitar/keyboard instrumentals
– Unknown soul ballad (mentioned by Page in 2009)
– “Chest Fever” (rehearsed, maybe recorded)
– “Flames” (rehearsed, maybe recorded)
– “As Long As I Have You” (rehearsed, maybe recorded)
– “Fresh Garbage” (possibly rehearsed)
– “Watch Your Step” (rehearsed but probably not recorded)
– “The Train Kept A-Rollin'” (rehearsed but probably not recorded)
Led Zeppelin-As Long As I Have You Medley part1
Led Zeppelin As Long As I Have You Medley part2
SECOND ALBUM:
– “Sugar Mama” (June 1969, Morgan Studios)
– rest of Bonham’s solo from “Moby Dick”
Led Zeppelin-Suga Mama
THIRD ALBUM:
– “Jennings Farm Blues (instrumental electric version of BRON YR AUR STOMP ndtim)” (December 1969, Olympic Studios)
– “Blues Mama” (May 1970, Olympic Studios)
– all-piano-piece by John Paul Jones
– possibly an early version of “Down By The Seaside”
– unknown song titles (at least 17 songs were written for the album, but only 14 are confirmed to have been recorded)
Led Zeppelin - Feel So Bad - That's Alright Mama
FOURTH ALBUM:
– “St. Tristan’s Sword” (1970)
– “Sloppy Drunk” (possibly just an early title for “Boogie With Stu”)
– possibly an early version of “No Quarter”
– unknown song titles (at least 14 songs were written for the album, but only 11 are confirmed to have been recorded)
HOUSES OF THE HOLY:
– “Slush” (possibly just an early title for “The Rain Song”)
The Rain Song "è una ballata di oltre 7 minuti di lunghezza. Il chitarrista Jimmy Page ha originariamente costruito la melodia di questa canzone nella sua casa di Plumpton, in Inghilterra, dove aveva recentemente installato una console da studio. Un nuovo modello Vista, è stato in parte realizzato dal Pye Mobile Studio che era stato utilizzato per registrare la performance della Royal Albert Hall del 1970 e l'album The Who's Live at Leeds.
Page è stato in grado di portare un arrangiamento completo della melodia, per il quale il cantante Robert Plant ha composto alcuni testi. Questi testi sono considerati dallo stesso Plant la sua migliore performance vocale complessiva. La canzone presenta anche un mellotron suonato da John Paul Jones per aggiungere all'effetto orchestrale, mentre Page suona una chitarra Danelectro.
Sicuramente questa canzone ha il testo più intenso scritto da Plant.
“Tu sei luce del sole nella mia crescita. Sentivo cosi poco calore prima”. Un verso semplice ma proprio per questo devastante, che immortala questa poesia tra le più belle canzoni d’amore mai scritte. E poi, una di quelle melodie che riesce a farti cambiare dimensione…
La leggenda vuole che sia nata per controbattere all’affermazione di George Harrison riguardo il fatto che i Led Zeppelin componessero poche ballad. L’essenza languida e finanche sensuale del brano si trasforma nel finale in un senso di liberazione, un lasciarsi alle spalle “le tenebre” carico di positività e rinnovata saggezza. Ed è su queste sensazioni, su questi ampi spazi carezzati dal vento, dove infelicità e gioia sembrano alternarsi e dipendere da un meccanismo naturale, che anche noi ci lasciamo trasportare, nel personale perseguimento della nostra, unica felicità.
versione acustica, molto emozionante di Plant e Page.
– “Friends” (with the Bombay Symphony Orchestra)
– “Four Sticks” (with the Bombay Symphony Orchestra)
1972 Friends Final Mix Take 1 1972 Complete Bombay Sessions
1972 Four Sticks Final Mix Stereo 1972 Complete Bombay Sessions
PHYSICAL GRAFFITI:
– “Let There Be Drums” (October 1973, Headley Grange)
– “Baby I Don’t Care” (October 1973, Headley Grange)
– “Jailhouse Rock” (October 1973, Headley Grange)
– “One Night” (October 1973, Headley Grange)
– “Don’t Be Cruel” (October 1973, Headley Grange)
– “The Girl Of My Best Friend” (October 1973, Headley Grange)
– “Money Honey” (October 1973, Headley Grange)
– “Summertime Blues” (October 1973, Headley Grange)
– 3 alternate versions of “In The Light” (1973-74, Headley Grange)
– “Swan Song” (February 1974, Headley Grange)
– “Lost In Space” (1973-74)
Rare* Led Zeppelin In The Light *In The Morning*
Led Zeppelin Physical Graffiti Outtake *Swan Song*
PRESENCE: da passare su album foto
– “Don’t Start Me Talkin'” (October 1975 rehearsal at SIR Studios)
– “Minnie The Moocher/Tea For One” (October 1975 rehearsals at SIR Studios)
Outtake - Don't Start Me Talking
IN THROUGH THE OUT DOOR: da passare su album foto
– “Fire” (May 1978 rehearsal at Clearwell Castle)
– unknown song title (brief clip available on bootleg as ‘Polar Studio Fragment’)
– unknown song title (drum track available on bootleg)
Led Zeppelin In Through The Outdoor Sessions (1978)
Led Zeppelin In Through The Outdoor Sessions (1978)
73:59): All My Love, Fire, Carouselambra, canzone sconosciuta, Wearing And Tearing, Fool In The Rain, Hot Dog, In The Evening, Southbound Suarez, Darlene, Fool In The Rain
In Through The Outdoor Sessions è un'altra eccellente raccolta di outtakes precedentemente disponibili dalle sessioni finali in studio dei Led Zeppelin. La qualità del suono su Boogie Mama è paragonabile alle migliori versioni disponibili di questi nastri, ed è confezionata in un attraente digipack e molto conveniente per il collezionista medio.
Il disco inizia con l'incredibile outtake di "All My Love" registrato a Stoccolma nel novembre 1978. Questa è la ripresa usata per la versione finale, ma manca di sovraincisioni, l'assolo di tastiera nel mezzo e non si dissolve. La sezione finale, che è stata purtroppo modificata, ha un piccolo assolo di chitarra lirico di Jimmy Page.
Le due tracce successive risalgono alle demo di Clearwell Castle del maggio 1978. Questa è stata la prima prova della band degli Zeppelin dalla brusca fine del tour dell'anno precedente a causa della tragedia personale di Robert Plant. È una registrazione amatoriale che contiene la traccia incompiuta "Fire". Questo suona come l'inizio di quella che sarebbe una traccia epica scritta e dominata da Page. è in contrasto con i numeri dominati dalle tastiere che avrebbero formato l'album finale con la forte batteria di Bonham e Page che prendeva il volo nel caos. È simile a "When The Levee Breaks", ed è un peccato che gli Zeppelin non abbiano mai completato la canzone.
Il numero si interrompe per alcune conversazioni prima che il nastro si interrompa. Questa canzone purtroppo non è mai passata oltre il palco delle prove e, per quanto ne sappiamo, non è mai stata registrata in studio.
Ci sono tre riprese del brano di John Paul Jones scritto "Carouselambra". Le tre riprese arrivano fino alla prima sezione. Gli altri due, il ponte a movimento lento suonato sul doppio manico e le sezioni "disco" dal ritmo veloce, non sarebbero stati scritti fino a molto tempo dopo.
Si dice che gli Zeppelin lo abbiano provato per i concerti di Knebworth e il successivo tour estivo in Europa, ma non sono mai arrivati ​​alla scaletta. Si dice anche che questo sarebbe stato presentato nel tour nordamericano tra la fine del 1980 e l'inizio del 1981, ma con la fine della band non lo sapremo mai. Questo è quanto di più vicino abbiamo a una versione live di questo pezzo ed è piacevole sentirlo suonare con abbandono.
Il resto del disco è occupato da mix alternativi di canzoni dalle sessioni di Stoccolma alla fine del 1978 che hanno prodotto In Through The Outdoor a partire dalla "canzone sconosciuta", un frammento di otto secondi di Dio sa cosa.
"Wearing And Tearing" sarebbe stato un EP speciale per commemorare i concerti di Knebworth, ma è stato demolito e non sarebbe stato pubblicato fino a Coda del 1982. Questa è la versione finale del pezzo con un count-in di Bonham e ulteriori interiezioni di Plant durante la canzone.
"Fool In The Rain" inizia con un count-in di Bonham. E Plant, riferendosi al sapore latino della canzone, grida "quartro!" C'è un ulteriore "oh sì" all'inizio, ma mancano il fischio, la voce di Plant al ponte e l'assolo di chitarra.
"Hot Dog" è lo stesso della versione finale tranne che con l'assolo di chitarra mancante e Plant che lancia in divertenti interiezioni come "questo è il mio tipo di musica" e "dai, signor Philips, puoi farlo di nuovo".
"In The Evening" suona noioso e confuso rispetto agli altri. Dal momento che ha la voce, l'assolo di chitarra e le sovraincisioni di voce e chitarra, questo è il prodotto finale ma ha un'introduzione drone piuttosto che quella utilizzata per la ripresa finale.
Questa è una versione molto forte di Boogie Mama. Negli ultimi due anni hanno rilasciato diversi ottimi titoli Zeppelin. In Through The Outdoor Sessions, pur avendo del materiale comune, offre un'ottima presentazione per coloro che potrebbero non averlo già, o per coloro che non possono permettersi i costosi set Empress Valley e Scorpio.
Led Zeppelin May 1978 rehearsal at Clearwell Castle in England da passare su album foto
This is something I found on a website that a friend of mine sent me. A song called Fire. Recorded in May 1978 at Clearwell Castle in England. Rehearsals right before they recorded "In Through the Out Door".
Fire (Say You're Gonna Leave Me) is an outtake from the Clearwell Castle Sessions, recorded in 1978. Led Zeppelin composed and rehearsed some new material of their album In Through the Out Door there in 1978. Years later, this song was used by Jimmy Page for his album The Firm, recorded with his new band. The song's riff became part of Closer, the first track of The Firm self-titled and first album, released in 1985. The powerful Hard Rock style of the song put off to the epic parts of Achilles Last Stand, the best song from Led Zeppelin's album Presence, released in 1976.
THE COMPLETE BBC SESSION GIA’ PASSATO SUL ALBUM FOTO
Provided to YouTube by Rhino Atlantic Whole Lotta Love (Medley) (1/4/71 Paris Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar, Theremin: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Bass Guitar: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Arthur Crudup Writer: Bukka White Writer: Doc Pomus Writer: Jimmy Page Writer: John Bonham Writer: John Lee Hooker Writer: John Paul Jones Writer: Mort Shuman Writer: Robert Plant Writer: Willie Dixon
Travelling Riverside Blues (29/6/69 Top Gear) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Guitar: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant Writer: Robert Johnson
The Girl I Love She Got Long Black Wavy Hair (Live on Tasty Pop Sundae from BBC Sessions) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Guitar: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant Writer: John Paul Jones Writer: John Bonham Writer: John Estes Writer: Willie Dixon Writer: Robert Johnson
You Shook Me (10/8/69 Playhouse Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Pedals Keyboards: John Paul Jones Organ: John Paul Jones Harmonica, Vocals: Robert Plant Writer: J B Lenoir Writer: Willie Dixon
Stairway to Heaven (Live: 1/4/71 Paris Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Pedals Keyboards: John Paul Jones Organ: John Paul Jones Electric Piano: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant.
Since I've Been Loving You (1/4/71 Paris Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Pedals Keyboards: John Paul Jones Organ: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant Writer: John Paul Jones
Led Zeppelin - Live in Bloomington, MN (Jan. 18th, 1975) - NEW SOUNDBOARD PORTIONS
https://youtu.be/-i5_4CArPL4 già passato su album foto
At long last, a portion of the soundboard for the band's first show of their 1975 North American tour has just come out. This show is notable for occurring before Plant became sick with the flu, and for its unique setlist. Special thanks to TAFCIA for liberating and transferring this soundboard!
0:00 Intro
1:02 The Song Remains the Same
6:18 The Rain Song
14:58 Kashmir
23:49 The Wanton Song (cut)
Bootleg: Led Zeppelin: Wanton Song 1975 Met Center (no label)
Silver CD - EAC - WAV - TLH - FLAC
Due frammenti di una registrazione inedita della performance dei Led Zeppelin del 18 gennaio 1975 a Minneapolis sono emersi online all'inizio di questa settimana.
Non sono state rilasciate registrazioni del pubblico o della tavola armonica dello spettacolo, rendendo gli snippet potenzialmente il primo audio dello spettacolo emerso dal 1975.
Il primo campione mostra Robert Plant che racconta alla folla l'infortunio di Jimmy Page al suo dito. "Jimmy ha avuto la sfortuna di rompersi una delle sue dita ... una delle sue dita", dice, prima dell'inizio di "The Song Remains The Same".
Il secondo esempio include Plant che fa riferimento a "Kashmir", che presumibilmente la band ha appena suonato, e poi introduce "The Wanton Song". Lo snippet termina a metà della canzone.
Recensione di giornali: i Led Zeppelin sono scesi a Minneapolis lo scorso fine settimana e hanno dimostrato a una folla gremita di oltre 20.000 devoti che è ancora la prima band heavy metal rock and roll al mondo.
Il concerto, che ha dato il via al tour nordamericano della band nel 1975, ha segnato la prima apparizione dei Led Zeppelin su questo lato dell'Oceano Atlantico in quasi 18 mesi. Pochi gruppi sono in grado di avvicinarsi al livello di energia che Jimmy Page e la compagnia hanno mantenuto dall'inizio alla fine durante la performance di 2 ore e mezza di Zep. Ancora intatti dopo quasi sette anni insieme come un'unità musicale compatta e coesa, i Led Zeppelin si sono evoluti dai suoi inizi come un gruppo blues pesante, specializzato in prosciutti lunghi serpeggianti in un sofisticato gruppo rock professionale ad alta energia, in grado di vendere fino a 50.000- sede di uno stadio di calcio dopo l'altro tutto da solo, senza il beneficio di un atto di riscaldamento.
Il gruppo è apparso sul palco quasi esattamente all'orario di inizio previsto per le 20:00, con un fragoroso ruggito dalla folla e ha fatto irruzione nel Rock and Roll, guidato dalle linee di chitarra dure e taglienti di Jimmy Page. Con l'eccezione di Moby Dick, la vetrina standard della band per il batterista John Bonham, e un breve estratto di 30 secondi da Whole Lotta Love durante il bis, il gruppo ha limitato la sua attenzione ai suoi album più recenti, Led Zeppelin 4 e Houses Of The Holy, insieme a una serie di selezioni dal suo prossimo LP Physical Grafitti. Il nuovo materiale è stato un punto culminante particolare, in particolare Kashmir, un numero minacciosamente lunatico con alcuni intriganti lavori di sintetizzatore di John Paul Jones e Trampled Underfoot, un rocker in ascesa il cui titolo è molto autoesplicativo. Una tremenda Una tremenda versione di Stairway To Heaven,
È stata la presenza scenica dinamica del gruppo che mi ha colpito più di ogni altra cosa. Questi ragazzi sono totalmente responsabili della situazione in ogni momento, con l'istrionismo vocale travolgente di Plant e il corpo allampanato e biondo (estremamente sexy, secondo la maggior parte delle ragazze con cui ho parlato prima e dopo lo spettacolo) che attira l'attenzione di tutti. . Page è diventato un performer energico ed eccitante, saltellando e scambiando sorrisi consapevoli con Plant mentre lancia una serie di assoli stupendi, ognuno più incredibile del precedente.
Altre chicche per la serata includevano arrangiamenti straordinariamente potenti di When The Levee Breaks e The Song Remains The Same, che, insieme al materiale Physical Graffiti, venivano eseguiti per la prima volta, secondo Plant. Verso la fine, Plant si è scusato con il pubblico perché la band era "arrugginita". Non doveva preoccuparsi: se i Led Zeppelin funzionassero solo a metà velocità, mi sarebbe difficile immaginare quanto sarebbe stata sensazionale questa band in una buona notte!
Durante la sua lunga permanenza in cima alla classifica del rock heavy metal, i Led Zeppelin hanno affrontato e sconfitto le sfide di un numero incalcolabile di pretendenti al suo trono, e se la performance dello scorso sabato è un'indicazione di ciò che verrà, dubito seriamente che esiste una band capace di eguagliare, molto meno di superare, ciò che i Led Zeppelin potrebbero fare nel sonno. Il superbo sistema audio del gruppo e gli effetti di luce colorati, che hanno immerso gli artisti in una varietà Avide di colori intensi; aggiunto considerevolmente all'effetto complessivo. In questa epoca altamente inflazionistica, i Led Zeppelin danno ai suoi fan il valore dei loro soldi e anche di più. Cinque anni fa ho pagato volontariamente $ 10 per un biglietto della diciottesima fila per lo spettacolo del gruppo nello stesso Bloomington Sports Center (1970), la casa del club di hockey del Minnesota North Stars,
Mi sarebbe piaciuto vedere il gruppo suonare più a lungo, e dubito che ci fossero più di una manciata di persone che avrebbero lasciato l'edificio se il gruppo avesse suonato 15 bis nelle prime ore del mattino. - Free Press, 23 gennaio 1975 .
At long last, a portion of the soundboard for the band's first show of their 1975 North American tour has just come out. This show is notable for occurring before Plant became sick with the flu, and for its unique setlist. Special thanks to TAFCIA for liberating and transferring this soundboard! 0:00 Intro 1:02 The Song Remains the Same 6:18 The Rain Song 14:58 Kashmir 23:49 The Wanton Song (cut) Bootleg: Led Zeppelin: Wanton Song 1975 Met Center (no label) Silver CD - EAC - WAV - TLH - FLAC
già passato su album
Most people know the soundboard for this show (known as "Flying Circus") or the excellent matrix by Bluecongo (known as "Four Blocks in the Snow"), but the raw audience source is damn good in and of itself. Stairway once again had to be edited due to copyright. 0:00 Intro 1:46 Rock and Roll 5:26 Sick Again 11:58 Over the Hills and Far Away 21:01 In My Time of Dying 33:14 The Song Remains The Same 38:42 The Rain Song 47:58 Kashmir 57:35 No Quarter 1:16:08 Trampled Underfoot 1:25:16 Moby Dick 1:46:05 Dazed and Confused 2:19:15 Stairway to Heaven (partial) 2:31:38 Whole Lotta Love 2:33:02 Black Dog 2:40:33 Heartbreaker/That's Alright Mama Bootleg: AUD Master Cassette - DAT - CD - SHN
You're watching Led Zeppelin perform 'I Can't Quit You Baby' in front of a sold out crowd, live at Royal Albert Hall in 1970. già passato su album
Led Zeppelin - Kashmir (Stereo) già passato su album
già passato su album
Bron y Aur Stomp on Led Zeppelin's 1977 tour. CLICK HERE FOR JAZZ 7:53 The concert was shot on film cameras that were not set for the low light levels on stage. The result is both artistic and frustrating at times.
Bron y Aur Stomp on Led Zeppelin's 1977 tour. CLICK HERE FOR JAZZ 7:53 The concert was shot on film cameras that were not set for the low light levels on stage. The result is both artistic and frustrating at times.
già passato su album
25 MAGGIO - EARLS COURT ARENA, LONDRA, REGNO UNITO (DOMENICA, 20:00) Il
DJ Alan "Fluff" Freeman ha presentato la band. L'intero concerto è stato registrato e filmato professionalmente. I frammenti sono stati usati nel video promozionale di "Whole Lotta Love" nel 1997, Latter Days - The Very Best Of Led Zeppelin Volume 2 nel 2000 e DVD nel 2003. l'ultima esibizione in assoluto di Dazed And Confused.
Stairway To Heaven era dedicato alla figlia di Plant: "Carmen - questa canzone è per una bambina che si siede probabilmente chiedendosi di cosa si tratta ... quindi, dov'è il ponte? Beh, Carmen, hai avuto la possibilità di scoprire dove si trova il ponte ... e se lo sai, fammelo sapere dopo lo spettacolo. "
al minuto 2.53.16 la dedica a sua figlia Carmen..
led zeppelin live 25/05/1975 ful(show completo)
Led Zeppelin - Immigrant Song - Rehearsal/Practice Tape già passata su album
Led Zeppelin - The Wanton Song - Practice Rehearsal Soundcheck Tape già passata su album
The Wanton Song - Led Zeppelin live in Indianapolis (25/1/1975) già passata su album
hanno iniziato e Percy ha avuto un raffreddore, un terribile terribile e un raffreddore che ha rovinato la vita, Jimmy ha avuto un dito rotto, ..alcuni problemi anche Jonesy e Bonzo
in questo concerto Robert canta in tonalità più bassa, dato che ha un raffreddore ancora fastidioso..
non è stato un ottimo live...in quella sera...Robert lo dice all'inizio che la sua voce ha problemi
Led Zeppelin outtakes/studio sessions già passato su album
Led Zeppelin outtakes/studio sessions
Robert canta a cappella....
e si vanno un sacco di risate....
parte da solo..poi si aggiunge la chitarra..poi la batteria..
blues all'estrema potenza..
Led Zeppelin outtakes/studio sessions
posto un commento che ho già descritto in altri post....cosa dobbiamo aggiungere?...niente..tutto è nato..tutto si è compiuto..e possiamo dire..solo...c'eravamo..e ci siamo ancora...questa è l'Arte con la A maiuscola..perchè la musica è un patrimonio della intera esperienza umana..a volte io penso che ci siano genialità aliene..nascono..arrivano dritto a compimento dell'intento preposto e ne solcano poi il cammino futuro..
Led Zeppelin In My Time of Dying già passato su album
Led Zeppelin In My Time of Dying
Led Zeppelin In My Time of Dying https://youtu.be/B9lBKVjuNFU
Led Zeppelin: Communication Breakdown 5/25/1975 HD già compreso in album foto
Led Zeppelin: Communication Breakdown 5/25/1975 HD con balletto compreso
Led Zeppelin - Ripartizione della comunicazione live maggio / 25/1975
Robert ha parlato:
Un momento.
Vorremmo farne un altro. Stiamo solo facendo una chiacchierata, se volete scusarci un minuto. Beh, nel frattempo, vedrai che i signori con le camicie bianche passeranno un cappello perché l'attrezzatura e Dennis ci costano così tanto che abbiamo preso, non abbiamo pane per volare via dal paese. Quindi, se vedete arrivare un cappello, metteteci il pane dentro. Qualcuno deve fare soldi da qualche parte. Aspetta un minuto. Stiamo solo provando a pensare se mai avessimo avuto qualche colpo. Non facciamo saltare la nostra immagine facendo due chiacchiere, vero? C ' è un gentiluomo quaggiù che, che ci ha suggerito di Credo che dovremmo farlo, sì, ok? Questo è un problema che non capiamo, ma forse alcuni, alcune persone sì. Charles Scharr Murry, ovunque tu sia, continua a prendere le pillole.
---------------------------------------------------------------------
Beh, sono passate circa tre ore quarantacinque minuti da quando siamo arrivati, ed è ora di tornare indietro e ascoltare Bob Marley and the Wailers. Grazie mille per averci mostrato che l'Inghilterra è ancora viva e viva. Ed è buona notte da parte mia e buona notte da parte sua. Buonanotte e attenzione al Santo Graal.
Berkeley, California 1971. GIà PASSATO SU ALBUM FOTO
Berkeley, California 1971.
Boogie Chillun'- Hello Mary Lou - My Baby Left Me - Mess O' Blues 9-14-71
Led Zeppelin - For What It's Worth (Buffalo Springfield cover GIà PASSATO SU ALBUM FOTO
Led Zeppelin che coprono dal vivo For What it's Worth di Buffalo Springfield. In questo video sono incluse due esibizioni dal vivo della copertina. Il primo è stato durante il medley Communication Breakdown registrato nel famoso bootleg "Live on Blueberry Hill", il secondo viene da un'esecuzione molto più oscura e inquietante della canzone registrata dal vivo a Seattle il 21 marzo 1975, entrambi sono tra i miei preferiti momenti live dei Led Zeppelin. BTW aggiungi & fmt = 18 alla fine dell'URL per ottenere un suono di alta qualità.
Inoltre è estremamente bello quando Plant canta alcuni testi di I Shot the Sheriff nella seconda versione.
Led Zeppelin - For What It's Worth (Buffalo Springfield cover
Led Zeppelin che coprono dal vivo For What it's Worth di Buffalo Springfield. In questo video sono incluse due esibizioni dal vivo della copertina. Il primo è stato durante il medley Communication Breakdown registrato nel famoso bootleg "Live on Blueberry Hill", il secondo viene da un'esecuzione molto più oscura e inquietante della canzone registrata dal vivo a Seattle il 21 marzo 1975, entrambi sono tra i miei preferiti momenti live dei Led Zeppelin. BTW aggiungi & fmt = 18 alla fine dell'URL per ottenere un suono di alta qualità.
Inoltre è estremamente bello quando Plant canta alcuni testi di I Shot the Sheriff nella seconda versione.
LED ZEPPELIN-"BLUEBERRY HILL" GIà PASSATO SU ALBUM FOTO
Led Zeppelin nel 1970 che si esibivano a Blueberry Hill su
Led Zeppelin nel 1970 che si esibivano a Blueberry Hill su
LED ZEPPELIN-"BLUEBERRY HILL"
Una performance audio bootleg dei Led Zeppelin nel 1970 che si esibivano a Blueberry Hill suonando la canzone "Blueberry Hill" Tutte le immagini in questa presentazione sono del 1970, anno di questo concerto.
------
-------------------------
Robert canta a cappella....
e si vanno un sacco di risate....
parte da solo..poi si aggiunge la chitarra..poi la batteria..
blues all'estrema potenza..
Led Zeppelin outtakes/studio sessions
cosa dobbiamo aggiungere?...niente..tutto è nato..tutto si è compiuto..e possiamo dire..solo...c'eravamo..e ci siamo ancora...questa è l'Arte con la A maiuscola..perchè la musica è un patrimonio della intera esperienza umana..a volte io penso che ci siano genialità aliene..nascono..arrivano dritto a compimento dell'intento preposto e ne solcano poi il cammino futuro..


"Suonava la batteria come qualcuno che non sapeva cosa sarebbe successo dopo, come se fosse in equilibrio sul bordo di un burrone. Da allora nessuno è più riuscito ad avvicinarsi a lui, e non credo che in futuro nessuno sarà mai capace di farlo. Sarà per sempre il più grande batterista di tutti i tempi"
Dave Grohl (Nirvana e Foo Fighters)
---------------
. il rumore che diventa suono, il battito che diventa ritmo, f spingere la nostra vita a tutta velocità e non smettete mai di fare rivoluzioni... la luna diventa il sole, la notte il giorno, perché dietro ogni persona se ne nasconde un'altra, forse più bella, forse più nuova...siamo noi con tutto quel bagaglio di meraviglia..e Bonzo era ed è meraviglia🥰
Lella.



🔴 I LED ZEPPELIN HANNO GUARDATO UNA COPPIA FARE SESSO SUL LORO GOLD RECORD AWARD
Nel marzo 1973 Led Zeppelin arrivò a Stoccolma per il primo show del loro tour europeo. A quel tempo, Robert Plant , Jimmy Page , John Bonham e John Paul Jones Official avevano già pubblicato quattro album in studio di immenso successo e stavano per svelare il loro ultimo sforzo, Houses of The Holy.
Nel tentativo di promuovere il nuovo album e il tour di supporto, il manager degli Zeppelin, il famigerato Peter Grant, ha organizzato per i Led Zeppelin un'apparizione al sex club più affascinante di Stoccolma, il Chat Noir, dove Plant e la gang avrebbero poi guardato una coppia impegnata in sesso penetrante in cima di un tavolo che mostra i dischi d'oro della band.
Ovviamente, è stata tutta un'idea di Grant. Il manager aveva suggerito alla Metronome Records, il rappresentante svedese della Atlantic Records, di allestire un piccolo palco nella Chat Noir, dove i Led Zeppelin sarebbero stati premiati con i loro album d'oro. Non è chiaro se Grant abbia detto ai membri dei Led Zeppelin che la cerimonia si sarebbe svolta accanto a uno show sessuale dal vivo o se fosse stata intesa come sorpresa.
All'epoca, il Chat Noir era considerato il sex club più di classe di Stoccolma, offrendo ai clienti un'esperienza di sesso di lusso con alcune delle star femminili più ambite di tutto il mondo. Si dice che il club fosse molto popolare tra gli uomini d'affari giapponesi viaggiatori ed era spesso usato dall'industria porno svedese per filmare film erotici come Anita: Swedish Nymphet, uscito lo stesso anno in cui i Led Zeppelin visitarono.
Secondo l'amministratore delegato di Metronome Börje Ekberg, solo un fotografo è stato invitato a documentare l'esperienza dello spettacolo sessuale dei Led Zeppelin: Bengt H. Malmqvist, che ha scattato le foto dei Led Zeppelin in posa nel club e guardando il sex show su film in bianco e nero. Le foto di Malmqvist sono apparse su una popolare rivista svedese maschile, ma sono rimaste altrimenti invisibili per anni. Furono infine pubblicati nel libro "De legendariska åren - Metronome Records".


------
----------------------------------
https://www.formulapassion.it/passioni/robert-plant-una-sensualita-fatta-ad-hard-rock

Robert Plant, sensualità hard rock

Un artista dal timbro unico, potente, graffiante e allo stesso tempo delicato, pervaso da una sensualità immortale, fortemente voluto da Jimmy Page per dare parole e voce alla musica del nascente hard rock dei Led Zeppelin


Le sue origini sono britanniche, Robert nasce nel West Midlands e cresce all’interno di un nucleo familiare che non approva il suo intenso amore per la musica. Per questo motivo, a diciassette anni va via di casa per inseguire i suoi sogni e per immergersi totalmente nell’apprendimento e nella conoscenza del blues. Fino a quando, nel 1965, durante la sua militanza nei The Crawing King Snakes, incontra un tanto gioviale quanto fenomenale batterista dal nome di John Bonham. Tra i due si crea un legame profondissimo, un’amicizia che sarà destinata a durare nel tempo per la loro affinità musicale e umana. Suonano insieme anche nella Band of Joy, nel ’67, esperienza in cui fondono il loro amato blues con le nuove vibrazioni psichedeliche che arrivavano dalla West Coast californiana.

Plant, nel mentre, è comunque alle prese con una turbinosa serie di collaborazioni. Tra queste, quella con i Hobbstweedle, un gruppo folk rock che univa blues, elementi psichedelici e tematiche connesse a Il Signore degli Anelli di Tolkien, un’opera di cui è un grande appassionato. Ma presto, una realtà più concreta avrebbe bussato alla sua porta. È durante la prima metà del 1968 che il chitarrista Jimmy Page è alla ricerca di un cantante adatto al sound del suo nuovo gruppo. Page viene a sapere che ce n’è uno dal carisma impressionante e dalla voce estremamente blues. A Birmingham assiste a una performance di Robert, ne rimane così impressionato che gli propone di raggiungerlo nella sua abitazione galleggiante a Londra per parlare di un innovativo progetto musicale. I due trascorrono alcuni giorni immersi nell’ascolto di vecchi dischi blues e folk, si confrontano sul nuovo suono e sull’impatto che il rock avrebbe dovuto dare negli anni Settanta, e propongono idee senza riserve. Era l’inizio di un’incredibile alchimia che avrebbe portato ad una epocale collaborazione. Il 21 ottobre di quell’anno Plant diventa padre di Carmen Jane, e pochi giorni dopo, durante le sessioni di registrazione di Led Zeppelin I, sposa la sua compagna indiana Maureen Wilson. Una tranquillità completamente sconvolta dal clamoroso successo della band: vita on the road fatta di sregolatezza, acclamanti folle, trasgressioni, lussuose camere d’albergo devastate ed eccessi di ogni tipo.

Plant diventa un sex symbol senza precedenti, con le sue pose e i suoi atteggiamenti sfrontati al limite dell’osceno, con la sua voce dotata di un’unica e selvaggia sensualità, i suoi abiti aderenti e la sua lunghissima criniera di lucenti riccioli biondi. La sua carriera è impegnativa, lo costringe spesso ad allontanarsi da casa, ma non gli impedisce di coronare il sogno di Maureen e avere un secondo figlio nell’aprile del ‘71, Karac Pendragon.

Qualche anno più tardi per Robert arriva un’operazione alle corde vocali per via di alcuni noduli. Una battuta d’arresto che comporterà gravi ripercussioni sulla sua incredibile voce che, col passare del tempo cambia livello di estensione e timbrica. E ancora, altro brutto imprevisto nell’agosto del ’75 quando viene coinvolto, insieme alla sua famiglia e alla figlia di Page, in un incidente. La convalescenza e la riabilitazione di Plant, sulla sedia a rotelle, ritardano l’inizio del tour e condizionano le vendite del nuovo disco, a causa della poca promozione dal vivo e della generale debolezza delle composizioni. La caparbia volontà del frontman riceve il colpo di grazia il 26 luglio ’77, con la tragica notizia della prematura morte del piccolo Karac, forse per un’infezione. I Led Zeppelin cancellano la tournèe e Robert si chiude in sè stesso arrivando a meditare anche un ritiro dalle scene. Le sorti del gruppo restano in sospeso sino al maggio successivo, quando i componenti si riuniscono al Castello di Clearwell per discutere sul da farsi: nuove registrazioni verso fine ’78 e un nuovo tour. Un bel periodo coronato con l’avvio del 1979, che regala a Robert e Maureen la nascita di un altro figlio, Logan Romero.

Nonostante il doloroso scioglimento dei Led Zeppelin nel 1980, a seguito della morte di Bonham, Plant non ha mai smesso di fare musica. Lui che ha introdotto radicali innovazioni non solo nello stile ma anche nelle tecniche di scrittura dei testi e nelle tematiche trattate, con quell’intuitivo accostare testi oscuri e mistici a esoterismo e filosofia. E di questa fusione, i Led Zeppelin sono i primi artefici. Perché l’hard rock epico non si era ancora visto, e non era altro che il punto di partenza per quella corrente heavy ed epic metal che sarebbe arrivata nei decenni successivi.

Come in molti sanno, ogni membro dei Led Zeppelin si è identificato in un simbolo specifico. Quello di Plant è una piuma inscritta dentro un cerchio. Forse, rispetto a quelli scelti dai suoi compagni, il suo è il meno difficile da decifrare, perché offre una prima e chiara interpretazione: la scrittura. Più profondamente, i devoti al gruppo hanno scoperto un altro significato. È la piuma della dea Ma’at, la dea egizia della verità, dell’equilibrio, della legge, della giustizia e della moralità. La piuma si posava sul capo della dea e serviva per capire se l’anima del defunto sarebbe riuscita a raggiungere l’aldilà: il cuore, veniva posto su un piatto della bilancia, mentre sull’altro c’era, appunto, la piuma. Il risaputo interesse di Plant per l’esoterismo, lo ha condotto verso un simbolo presente ancora oggi nella sua vita da artista.

Un incredibile esponente del carisma e della sensualità emanati da una voce cambiata, vissuta, ma pur sempre fantastica.

https://www.formulapassion.it/passioni/robert-plant-una-sensualita-fatta-ad-hard-rock

---------------------------

----------


Perché i Led Zeppelin sembrano essere così contrari all'utilizzo delle loro canzoni in film o programmi TV?
Perché i Led Zeppelin, uno dei gruppi rock più adorati di sempre, hanno esitato a concedere in licenza la loro musica? Una delle band più famose nella storia del rock and roll sono i Led Zeppelin. I Led Zeppelin dominarono l’industria musicale e conquistarono il cuore di molti giovani in tutto il mondo durante il loro apice tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Classici del rock come "Rock and Roll", "Stairway to Heaven" e "Immigrant Song" hanno consolidato la loro reputazione di gruppo prolifico che ha resistito alla prova del tempo. Non sorprende che numerosi produttori cinematografici e televisivi abbiano desiderato utilizzare le loro canzoni in progetti data la popolarità della loro musica. I membri dei Led Zeppelin sono stati storicamente riluttanti a soddisfare queste richieste per una serie di ragioni importanti.
La band non solo ha venduto milioni di dischi grazie al carisma e all'abilità vocale di Plant, ma è diventata anche una band dal vivo altamente redditizia grazie ai metodi chitarristici creativi e dinamici di Page. Migliaia di persone li hanno visti suonare in spettacoli esauriti a causa del fascino di Plant. I Led Zeppelin erano il prototipo della rock band durante il suo periodo di massimo splendore ed erano più conosciuti della maggior parte delle persone. La band possedeva anche un aereo privato che chiamavano The Starship! Nel gennaio 1969 fu pubblicato l'album di debutto omonimo degli Zeppelin. Il disco, che ebbe un buon successo commerciale, fece conoscere il suono degli Zeppelin in tutto il mondo. Aiutò la band a guadagnare notorietà mentre scalava le classifiche rock negli Stati Uniti e nel Regno Unito. "Led Zeppelin II" fu l'album che venne dopo; è stato rilasciato nell'ottobre dello stesso anno. Nel secondo album del gruppo, sono state incluse canzoni come "Whole Lotta Love" e "Living Loving Maid (She's Just A Woman)". L'album era più popolare del primo della band e raggiunse il numero 1 negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Pubblicato nell'ottobre del 1970, "Led Zeppelin III" presentava la classica canzone "Immigrant Song" come traccia di apertura. L'album, come i suoi predecessori, entrò bene nelle classifiche e venne riconosciuto come uno dei migliori dei Led Zeppelin. Il gruppo pubblicò un album senza titolo nel novembre 1971; ora è conosciuto come “Led Zeppelin IV”. ha ottenuto buoni risultati nelle classifiche ed è diventato uno dei migliori dei Led Zeppelin. Il gruppo pubblicò un album senza titolo nel novembre 1971; ora è conosciuto come “Led Zeppelin IV”. ha ottenuto buoni risultati nelle classifiche ed è diventato uno dei migliori dei Led Zeppelin. Il gruppo pubblicò un album senza titolo nel novembre 1971; ora è conosciuto come “Led Zeppelin IV”.
L'album, che includeva standard come "Stairway to Heaven", "Rock and Roll" e "Black Dog", finì per diventare il lavoro più venduto del gruppo. Nonostante il fatto che lo stesso Robert Plant non sia in grado di articolare il significato preciso della canzone, "Stairway to Heaven" è diventata la melodia caratteristica dei Led Zeppelin. "Led Zeppelin III" è stato acclamato dalla critica come uno degli album più belli del 20° secolo. Anche in un sondaggio tra i lettori condotto da Rolling Stone, "Led Zeppelin IV" è risultato il miglior album dei Led Zeppelin con un'ampia maggioranza. Nel marzo 1973 debuttò "House of the Holy", portando con sé canzoni come "The Song Remains the Same" e "The Rain Song". Ha venduto oltre 10 milioni di copie ed è stato inserito nella lista dei 500 migliori album di sempre stilata da Rolling Stone. Seguì “Physical Graffiti” nel febbraio 1975. L'album ha venduto più di 8 milioni di copie e ha debuttato al numero 1 sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. "Presence", il settimo album dei Led Zeppelin, fu pubblicato nel marzo del 1976. Nonostante il successo economico, l'album ottenne solo recensioni mediocri e non fu così apprezzato come i suoi predecessori. L'ultimo album del gruppo, "In Through the Out Door", fu pubblicato nell'agosto del 1979. Fu un enorme successo e raggiunse il numero 1 in diverse classifiche straniere.
L'album, che includeva canzoni come "Fool in the Rain" e "In the Evening", servì come forte conclusione del gruppo prima del loro scioglimento nel 1980. Perché i Led Zeppelin sono contrari al leasing della loro musica? I restanti membri della band, Robert Plant, Jimmy Page e John Paul Jones, sono stati spesso riluttanti a concedere il permesso di utilizzare la loro musica in film e serie televisive. Sebbene i dettagli della loro obiezione siano sconosciuti, si può presumere che fossero riluttanti per il desiderio di preservare la loro eredità e il loro corpo di lavoro. Durante gli anni di attività della band, Plant e Page, entrambi perfezionisti, hanno dedicato il loro cuore e la loro anima alla creazione di musica per i Led Zeppelin ed erano consapevoli del significato del loro lavoro per i numerosi seguaci della band in tutto il mondo. Col passare del tempo, i Led Zeppelin sono stati più ricettivi nel concedere in licenza la loro musica. Durante la pre-produzione della commedia classica del 2003 School of Rock, Jack Black ha inviato un video di supplica ai Led Zeppelin chiedendo il permesso di utilizzare "Immigrant Song" nel film. Sapendo come il film avrebbe potuto presentare il loro lavoro a una nuova generazione, Plant, Page e Jones hanno dato la loro benedizione. Plant era contento che avessero preso la decisione di lasciare che "Immigrant Song" fosse a School of Rock.
“Quindi dallo ai bambini, è fantastico. Voglio dire, Jack Black ha capito bene”, ha spiegato Plant. School of Rock è stato tra i primi successi a campionare la musica dei Led Zeppelin nel 21° secolo. Secondo Screen Rant, il classico degli anni '80 Fast Times at Ridgemont High presentava "Kashmir". Uno dei primi film ad alto budget del ventunesimo secolo a utilizzare la colonna sonora dei Led Zeppelin è stato School of Rock. Secondo Screen Rant, la canzone "Kashmir" è stata inclusa nel classico degli anni '80 Fast Times at Ridgemont High. La grande scommessa, American Hustle, Shrek terzo, Silver Linings Playbook, Arthur: Legend of the Sword e molti altri film hanno utilizzato una canzone dei Led Zeppelin. La band è stata più aperta a concedere in licenza la propria musica, anche se è costato denaro. È noto che i Led Zeppelin esercitano un certo controllo creativo su come le sue canzoni vengono utilizzate nelle produzioni, oltre a chiedere un compenso considerevole a carico dei produttori cinematografici e televisivi che desiderano utilizzare una delle loro canzoni. Secondo il Los Angeles Times, il prezzo di licenza dei Led Zeppelin sarebbe a sette cifre. Rispetto ai costi del film, questo è piuttosto costoso. È noto che i produttori di film e programmi televisivi stabiliscono un legame con la band prima di chiedere il permesso e poi di mostrare come una canzone dei Led Zeppelin potrebbe influenzare il loro particolare progetto. Fortunatamente per i produttori, Plant, Page e Jones sono stati più ricettivi alla comunicazione, anche se i Led Zeppelin continuano a essere ferocemente protettivi nei confronti della loro produzione creativa. secondo il Los Angeles Times. Rispetto ai costi del film, questo è piuttosto costoso. È noto che i produttori di film e programmi televisivi stabiliscono un legame con la band prima di chiedere il permesso e poi di mostrare come una canzone dei Led Zeppelin potrebbe influenzare il loro particolare progetto. Fortunatamente per i produttori, Plant, Page e Jones sono stati più ricettivi alla comunicazione, anche se i Led Zeppelin continuano a essere ferocemente protettivi nei confronti della loro produzione creativa. secondo il Los Angeles Times. Rispetto ai costi del film, questo è piuttosto costoso. È noto che i produttori di film e programmi televisivi stabiliscono un legame con la band prima di chiedere il permesso e poi di mostrare come una canzone dei Led Zeppelin potrebbe influenzare il loro particolare progetto. Fortunatamente per i produttori, Plant, Page e Jones sono stati più ricettivi alla comunicazione, anche se i Led Zeppelin continuano a essere ferocemente protettivi nei confronti della loro produzione creativa.
https://ps5storage.com/why-do-led-zeppelin-seem-to-be.../... 

John Bonham
Facciamo qualche esempio tecnico: la mano di John Bonham parte con l’essere di piuma e può arrivare a essere di ferro, che tradotto significa possedere una padronanza dinamica – cioè il controllo dello strumento – fuori dal comune. Si dice che di solito i batteristi rock siano “pesanti” e quelli jazz “leggeri“: Bonham riesce a essere entrambe le cose insieme ed è uno spettacolo, sia nei celeberrimi assoli dal vivo (che a volte duravano delle mezz’ore) sia nell’accompagnamento in studio dei pezzi zeppeliniani. Il tutto rendendo le sue linee piacevoli da ascoltare, mai monotone o scontate; e allo stesso tempo sempre sintonizzate con le melodie. Anche in brani cosiddetti “minori” dei Led Zeppelin, Bonzo riesce a inventarsi un ritmo che rende interessante l’intera composizione. Inarrivabile. Nessuno ci è riuscito meglio di lui: ed è molto vasta la rosa dei batteristi rock validi. Una parte di Moby Dick la suona a mani nude. Four Sticks viene eseguita con 4 bacchette, 2 per mano, in ritmo dispari: 5/4. Si è ispirato alla musica jazz e funky, traendo e personalizzando il tutto con versatilità e potenza d’esecuzione. Si è studiato i soli di Buddy Rich ed è stato un grande estimatore del sound dei dischi Motown, che insieme al blues hanno rappresentato la sua scuola. Da lì ha tratto tutto ciò che serviva al suo di suono, arricchito da una spiccata creatività, e dagli effetti “magici” del produttore Page che ha sempre tenuto sotto controllo i suoni di tutti gli album della band. Avvantaggiato nella composizione dalla presenza di John Paul Jones, bassista ancora oggi tra i migliori ed eclettici al mondo, usava spesso lo stile shuffle, quello jazz – basato su terzine – alternato con lo stile “dritto” in ottavi – in uso nell’hard rock – riuscendo a rendere il tutto magicamente coerente.
Il set della micidiale batteria Ludwig era composto da misure “grandi“, non a caso le stesse di Buddy Rich, ma con una diversa finitura: tom da 13″, timpani da 16″ e 18″, cassa sempre chiusa davanti (per sfruttarne la dinamica e aumentare la corposità del suono) da 26″ e piatti Paiste giganti a corroborare il tutto. Portò inoltre in auge il modello Vistalite, batteria in plexiglass trasparente nel suo caso colorata in arancio. Impressionante gong sullo sfondo.
John Bonham rimane lì, sui vinili, immortalato per sempre. Artefice e testimone di un tempo in cui lo scopo era lavorare sulla sperimentazione senza curarsi troppo del genere musicale. Sfondare sì, ma basandosi sull’idea – ardua e pregevole – di miscelare le proprie influenze creando opere capaci di emozionare e di sopravvivere all’infinito. Dovevi essere più creativo che robotico, bravo a sceglierti una band che aiutava a sviluppare idee e stili piuttosto che offuscarli. Perchè coi metodi odierni, al di là della tecnologia, i vari “John Bonham” sono praticamente estinti.
https://youtu.be/r9-42mu1D9Y
Bonzo era un genio, e la sua creatività era in ogni singola cannonata sparata sulle pelli, anche la più semplice. In ogni canzone dei Led Zeppelin c’era il suo calcolo, e la sua potenza era degna di nota anche nei fraseggi più semplici. Anche in Kashmir, per esempio, pur mancando le classiche terzine, John Bonham riuscì a rendere inconfondibile il suo tocco pur rimanendo nei canonici 4/4.
Dazed And Confused (1969)
In Dazed And Confused si percepisce, se ascoltiamo bene, la brama di John Bonham nel picchiare duro per tutto il brano. I suoi riff si interrompono nelle strofe per poi esplodere in terzine e cavalcate nel ritornello e nello special. Quando il blues incontrava Bonzo, il blues diventava di Bonzo.
Good Times Bad Times (1969)
Ignorare Good Times Bad Times nell’elenco delle migliori performance di John Bonham sarebbe da criminali. Il suo groove esplode nei contraccolpi della grancassa dimostrando che Bonzo non aveva bisogno del doppio pedale o del doppio kick. Come singolo di debutto dei Led Zeppelin, Good Times Bad Times fece sì che la band britannica dettasse legge dall’esordio.
Moby Dick (1969)
Jimmy Page assistette agli esercizi di Bonzo e decise di incanalarli verso un inedito. Nacque così Moby Dick con il monumentale assolo di John Bonham suonato anche senza le bacchette.
Whole Lotta Love (1969)
Whole Lotta Love non è soltato l’iconico riff di Jimmy Page: il singolo gode della presenza di Bonham a partire dal primo colpo di rullante che apre la strada al ritornello. Non dimentichiamo, inoltre, lo special in cui Bonzo lavora sui ride e sul charlie creando un vero e proprio amplesso sonoro.
Fool In The Rain (1979)
Fusion, ghost notes, jazz e un pizzico di caraibico rendono Fool In The Rain l’ultima tra le migliori performance di John Bonham, consacrandolo a rivoluzionario del mondo batteristico del rock.
Black Dog,è un discorso a parte..
Il brano, di base, è strutturato in tre parti, con due mini varianti e assolo:

A - motivo cantato da Plant senz’alcun accompagnamento, poi risposta della band con il celebre riff di Page (la parte A2 è una variante di A con Plant “psichedelico”)
B - Innesto altro riff (variante del primo e ripresa del primo)
C - Apertura della band, accordo e mini interventi chitarra e Plant. (C2 variante di C con accordi e Plant)
Poi l'assolo di Page sulla parte C2
La forma è la seguente:
(A A A B C)
(A A A2 C2)
(A A A B C)
​(A A A2 C2 con assolo chitarra)

Il linguaggio è prettamente rock-blues: pochi e semplicissimi suoni, timbri crudi; note, per il cantato e il riff, basate sulla scala pentatonica (con cromatismo di settima maggiore); pochissimi accordi (bicordi raddoppiati di quinta e maggiori) e impiantati sulla scala pentatonica LA-DO-RE-SOL/MI.
Ciò che caratterizza questo brano è la metrica e la sincope ritmica di ​Bonham nella parte A e la ritmica del riff nel B, il resto è semplicissimo e convenzionale.
Il pezzo è in tempo medio (circa 81 bpm), la parte A (solo cantato) è costituita da due misure: 4/4+5/4 (dal vivo di solito ne facevano due di 4/4), il riff entra in controtempo di semicroma sull’ultimo quarto di questo (si percepiscono le bacchette-metronomo di Bonham), per poi estendersi per due battute 4/4+2/4+1/8 (in totale 13/8).
Bonham da par suo non entra con la cassa sul battere ma sul levare, generando ancor più asimmetria e straniamento: soluzioni tanto semplici quanto efficaci.
Nella parte B il riff è la trasposizione, una quarta discendente, dell’attacco del riff A (le prime sette note), innescando così un mini ciclo lungo 9/16 che si sovrappone per tre volte al semplicissimo e drittissimo 4/4 di Bonham. Da qui una sensazione di movimento particolare.
l’intro di batteria di uno dei loro pezzi più celebri: Rock and Roll
Sembra una veloce (circa 172 bpm) ma elementare tirata di batteria charleston-rullante che lancia il tipico riff rock&roll; ma così non è. Infatti, anche un capace musicista a tutta prima (e probabilmente anche dopo) non comprende quando inizia il pezzo (peraltro il riff di chitarra è in levare); è sempre sorprendente. Ha un codice particolare, enigmatico… Dunque se non lo si comprende, addirittura non si riesce a iniziare correttamente il brano.
La metrica complessiva dell’intro di Bonham è di 35/8, e il ritmo è interamente dispari. La pura suddivisione (data dagli accenti) quindi in ottavi (crome) è: 3+5/3+5/3+4/3+2+2/+5
La più coerente coagulazione metrica in quarti è: 4/4 + 4/4 + 4/4 + 3/4 + 5/8. La sua fondamentale pulsazione accentuale è battere dell’1-levare del 2/ battere 1-levare 2/ battere 1-levare 2-levare 4/ battere 2 e 3 + 5/8.
Se lo si “sente” a tempo tagliato, ovvero a metà e quindi con una scansione di movimento d’agevolissima velocità (86 bpm), la morfologia ritmica si manifesta più chiaramente in un (quasi ortodosso) groove afro-cubano di metrica dispari: la prima parte in 4/4 con pattern di derivazione montuno; la seconda di 3/4+1/8 (7/8) di un clave con appresso la coda di 5/16 di lancio, una mini rullata per l’entrata. Ciò non vuol dire necessariamente che Bonham abbia voluto consapevolmente suonare un compendio alterato dei classici pattern afro-cubani (e perché no!), ma che di fatto è così.
Addirittura qualcuno può pensare che questa introduzione sia una sorta di casualità in studio, bè, farebbe un torto a Bonham e compagni e a molto del Rock più alto, che non di rado dispensa ponderate raffinatezze (anche armoniche e melodiche), dando così purtroppo ragione a chi considera il Rock solo terreno per musicisti barbari e inetti.
A ulteriore conferma della pianificazione, in tutte le versioni dal vivo di Rock And Roll è presente la stessa introduzione. E dai video a disposizione si nota che i LZ entrano correttamente senza guardarsi, fare cenni ecc.: semplicemente conoscono il complesso codice musicale e si sincronizzano nella sua aritmetica.
Viva il grande Rock. Viva i Led Zeppelin. Viva John Bonham.
​(Peraltro questo ritmo di Bohnam è parente a quello notevole presente nella versione di “Keep A-Knockin'” di Little Richard di 15 anni prima, ma quello suonato dal batterista Charles Connor ha una conformazione ritmico-metrica alquanto diversa, essendo un rapidissimo shuffle, quindi con andamento terzinato, con due movimenti “fuori” che lanciano le quattro misure di 4/4 con tre sincopi: è altra cosa rispetto a quello binario e ricorsivamente dispari di Bonham.) 


---

05/10/1970: 53 anni del disco dei Led Zeppelin che trovò il mondo impreparato
e la Musa parlò...
e anche la Fenice...
Una data che bisognerebbe festeggiare ogni anno, e a maggior ragione se si spengono 53 candeline.
Incredibilmente però una parte abbondante della critica quel 5 Ottobre 1970 sostenne che qualcosa in quel supergruppo si fosse rotto.
La band giusto un anno prima pubblicando “Led Zeppelin II” era di fatto entrata nell’olimpo del rock.
Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham divennero i nomi che qualsiasi appassionato del genere doveva saper recitare a memoria, perché non si trattava solo di musica, si trattava di dare voce ad una generazione che aveva una terribile voglia di urlare il proprio malessere ma una claustrofobica sensazione di non essere ascoltata da nessuno.
Per questo motivo dietro l’hard rock e la psichedelia dei primi Led Zeppelin si nascondeva un mondo che finalmente si sentiva rappresentato; dietro le visionarie ritmiche di John Bonham, l’erotismo della voce di Plant, gli tsunami sonori di Page c’era una generazione che finalmente sapeva di esistere, e che soprattutto si sentiva meno sola.
Per questo un nuovo disco dei Led Zeppelin non era un evento come un altro e il minimo cambio di registro poteva essere visto come un tradimento verso tutti quelli che riuscivano a ritrovare il senso della propria esistenza dietro la loro musica.
La verità però è che molto semplicemente quando vivi un’epoca d’oro come quella vissuta dal gruppo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, anche reinventandoti, innovando, sperimentando, sei fatalmente destinato a produrre qualcosa di incredibile.
“Led Zeppelin III” non è il disco che fa da ponte tra il II e il IV (che poi divenne il più grande successo del gruppo), il III è concepito come un manifesto di libertà espressiva, è un capolavoro che con gli anni ha messo d’accordo tutti, come solo i migliori dischi sono stati capaci di fare.
Su cosa si appoggiarono allora coloro i quali criticarono aspramente questa pubblicazione?
Si appoggiarono sul fatto che i Led Zeppelin erano i portavoce di una generazione arrabbiata, ma nel III vennero rispolverate delle sonorità folk e blues che misero in difficoltà tante persone che scrivevano di musica e che credevano di aver inquadrato bene il fenomeno “Led Zeppelin”. La conclusione di tutto ciò fu che la band venne accusata di essersi “rammollita” e di aver perso il furore sonoro dei primi lavori.
Chi sosteneva ciò non aveva evidentemente capito la portata del gruppo del quale stava scrivendo. Seppur il risultato di essere uno dei principali simboli della rivoluzionaria generazione sessantottina già fosse un grande traguardo, in realtà le pretese di Page e compagni erano molto più alte, l’obiettivo era quello di costruire qualcosa destinato a vivere per sempre.
Il disco nasconde tutta la complessità del gruppo che lo ha generato, è come una intricata figura tridimensionale che ripetutamente si rigira su se stessa senza chiudersi mai. Perché quando pensi di aver capito tutto dei Led Zeppelin, in realtà sei solo all’inizio.
“Led Zeppelin III” si apre con “Immigrant Song” che si presenta come una sorta di ouverture di un’opera lirica, il riff iniziale è uno dei più famosi della storia del rock, l’atmosfera teatrale che genera il brano ha portato il gruppo ad utilizzarlo come pezzo di apertura dei live, quasi una sorta di dichiarazione d’intenti, e l’intento stavolta è quello di alzare l’asticella.
“Friends” mette subito in chiaro che questo disco suonerà in modo differente, ai pomposi riff ai quali erano abituati i fan si sostituiscono delle sonorità completamente acustiche, i ritmi cadenzati trasportano l’ascoltatore in una serata di campagna con vino, canti popolari e barili al posto delle sedie. È un brano che riallaccia il gruppo alle sue tradizioni familiari, che sa di libertà e che riporta la musica alla sua ancestrale funzione di momento di condivisione. Non a caso l’ispirazione per i brani più acustici del disco Jimmy Page e Robert Plant l’hanno avuta in un periodo di isolamento dal caos della quotidianità in una montagna nel Galles.
La successiva “Celebration Day” sicuramente rassicura il fan più nostalgico, Page ritorna a perturbare l’ambiente generando un’onda sonora che viene abilmente cavalcata da Plant, sembrano tornati i vecchi Led Zeppelin.
Chi, arrivato a questo punto, avrà pensato di esser riuscito a decodificare il percorso artistico che vuole seguire la band nel disco verrà improvvisamente catapultato in una oscura palude priva di appoggi, in una enorme landa di sabbie mobili all’interno della quale è inevitabile cadere e sprofondare. Ma se cadere nel nulla significa ascoltare “Since I’ve Been Loving You”, io non voglio più rialzarmi.
Il capolavoro del disco senza ombra di dubbio, inizia come una ballata blues, sale di tono fino a mostrare le scale del paradiso, quelle che poi verranno narrate nel disco successivo in quella “Stairway to Heaven” che a detta di molti è la più bella canzone di tutti i tempi.
I due pezzi sembrano fatalmente legati all’immortalità, ti accompagnano passo passo senza lasciarti per mezzo secondo.
In “Since I’ve Been Loving You” non c’è nessun cambio brusco, tutto è perfettamente levigato, come fosse concepito da un vecchio fabbro, in una infinita serie di spirali concentriche che ti conducono lontano senza che tu manco ti fossi accorto di essere partito. Chi ascolta il brano viene passivamente trasportato lungo le sue morbide melodie che col tempo tendono ad articolarsi complicando sempre più la struttura ritmica, John Bonham dimostra ancora una volta di essere uno dei migliori percussionisti di sempre, Jimmy Page guida minuziosamente ogni passo armonico, ma nulla, chi ascolta questo pezzo non si accorge di nulla.
Si preme su “play”, iniziano i primi secondi e all’improvviso sono passati 7 minuti e mezzo di pura bellezza.
Con “Out of Tiles” i Led Zeppelin tornano a graffiare incendiando l’atmosfera ovattata generata dal brano precedente. “Gallows Pole” e “Bron-Y-Aur Stomp” ripropongono le melodie folk e blues inaugurate da “Friends”, stavolta aggiungendoci anche sonorità country, il rullante di Bonham scandisce quasi il rumore dei stivali che percuotono il pavimento in una festa di campagna.
“Tangerine” e “That’s the Way” portano ad un ulteriore cambio di passo, al dinamismo dei brani precedenti si oppone la dolcezza della melodia tracciata da Page e compagni, ancora una volta il gruppo mostra un’altra faccia del maestoso costrutto artistico costruito. Le sonorità stavolta sono distensive, Robert Plant indossa quasi le vesti di un cantastorie che accompagna gradualmente l’ascoltatore al finale del blues ipnotico di “Hats off To (Roy) Harper”.
Alla fine del disco ci si arriva quasi stanchi, come succede sempre quando si ascolta un capolavoro.
Il III dei Led Zeppelin è e sarà per sempre un manifesto di libertà artistica, oltre che di onnipotenza di un gruppo che ha cambiato irreversibilmente la musica degli anni 60 e 70 e che ha dettato i canoni di quella che si sarebbe prodotta successivamente, perché a partire da “Led Zeppelin III” nulla sarebbe stato più come prima.


-----


"Ci sono due cose che non avró piû la fortuna di fare: scrivere un'altra Stairway to Heaven e cantare con Janis Joplin, lei é stata la piû grande.Noi abbiamo fatto la storia, lei é stata la storia..." (Robert Plant.) ❤
Jimmy Page avrebbe detto, durante un’intervista per Rolling Stone, che Robert “aveva sempre desiderato essere Janis” perchè a sentirla cantare, lui si sentiva “in Paradiso”.
una curiosità..
4 settembre 1970: i Led Zeppelin stanno suonando al LA Forum (tecnicamente è a Inglewood, ma tutti si sono abituati a dire al LA Forum), e i Fairport Convention stanno facendo uno stand di 4 notti al Troubadour, un piccolo club a Santa Monica Boulevard e Doheny a West Hollywood.
Dopo che gli Zeppelin finiscono il loro concerto, presto immortalati nel bootleg "Live on Blueberry Hill", si dirigono al Troubadour (immagino l'autista della limousine diretto su La Brea Ave., che porta da Inglewood a Hollywood, magari fermandosi per un po' da Pink lungo la strada, poi girando a sinistra su Santa Monica Blvd.) per guardare il resto del concerto dei Fairport. Dopo un po' di discussioni sul set, gli Zeppelin si uniscono ai Fairport per una jam di rock oldies e folk tradizionale... che dovrebbe durare fino a 3 ore!
Dato che Fairport stava registrando gli spettacoli dei Troubadour per un album dal vivo ("House Full"), i nastri ci devono essereda qualche parte
Comunque, dopo lo spettacolo, tutti si dirigono al Barney's Beanery e diciamo che brindano festeggiando abche con Janis Joplin..avrei voluto essere una mosca...e godermi sia i concerti sia il cin cin🥰 ahah.
Janis Joplin ci ha lasciato in eredità delle interpretazioni audio e video fenomenali, che continuano a scuoterci nel profondo ad ogni nuovo ascolto e visione. La capacità di controllare l’emissione vocale pur lasciandosi sopraffare dall’emotività, l’esposizione corporea, spudorata di cuore e fragilità, l’esagerata eppur necessaria potenza canora sono senza dubbio tratti di un’estetica del sublime, paragonabile solo a quella di Robert Plant dei Led Zeppelin, di cui appare uno dei modelli più evidenti.🥰--
25 giugno del 1964: in una casetta a Santa Clara (California) un sì e no ventitreenne Jorma Kaukonen schiacciò il tasto REC del suo Sony TC-100 tape recorder, mentre sua moglie Margareta scriveva a macchina stanza a fianco. La ragazza davanti a lui, che chiamava “Janice” (da quando, un paio d’anni prima, l’aveva incontrata all’Università), iniziò a cantare, mentre lui l’accompagnava con la chitarra, alcuni brani composti insieme. Venivano così registrati per la prima volta non solo il bootleg The Typewriter Tape, ma anche la leggendaria voce di Janis Joplin.
Per inciso, Janis avrebbe anche offerto a Jorma l’occasione (dandogli buca a un evento) per improvvisarsi solista country-blues: episodio a cui poi si sarebbero concatenati vari eventi legati alla fondazione dei Jefferson Airplane. Ma questa è un’altra storia.
La storia che ci interessa oggi inizia invece, almeno anagraficamente, nel 1943: nata in Texas da un’ex “ragazza facile” che cercò redenzione diventando una donna tutta casa e famiglia, Janis ebbe una vita quasi ordinaria fino al diploma. Quasi, eh! Perchè tra l’acne che la divorava, la goffaggine, la pubertà tardiva e le sue idee non troppo popolari (il suo antirazzismo, in un territorio avvelenato dal Ku Klux Klan, le valse l’appellativo di negrofila), tre anni di bullismo al liceo non glieli risparmiò nessuno. Anche all’Università, dove venne inizialmente eletta Uomo più brutto del campus, l’esordio non fu indolore. Ma le arti ormai erano già il suo rifugio: pittura, teatro, canto corale. E poi ancora Kerouac, la Beat generation e la scena psichedelica della San Francisco di fine anni ’60…
Dapprima incise due dischi con i Big Brother and the Holding Company (l’album omonimo del 1967, e Cheap Thrills, 1968), in cui confluirono le sue passioni per il folk e il blues. Poi si dedicò alla carriera solista con gli album I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama! (1969) e soprattutto Pearl (1971), a cui ancora stava lavorando quando la ritrovarono, esanime e prona, in un albergo di Los Angeles, la testa incastrata tra il letto e il comodino e una siringa nel braccio.
Di lei l’immaginario pop ci ha lasciato le famose lenti tonde (che rese “trendy” molto prima di John Lennon), un’alone di selvaggia sensualità e sregolatezza (per l’aperta bisessualità, la promiscuità, l’avventatezza nello sperimentare alcool e droghe) e soprattutto l’inaugurazione – suo malgrado – dello sfortunato “Club 27” con un’overdose di eroina che interruppe, troppo precocemente, la sua carriera.
Ma è senza dubbio il suo canto istintuale a renderla davvero immortale: roco, graffiante, straziato, potente. Una vocalità aspra e carismatica, ricercata a più riprese nella storia del rock, sia dentro che fuori dallo sfortunato club di sua fondazione: non solo la scena grunge (Kurt Cobain, Dave Pirner, Kevin Martin…) ma anche altri grandi del rock, come Robert Plant, la ammirarono senza raggiungerla mai del tutto. Di quest’ultimo Jimmy Page avrebbe detto, durante un’intervista per Rolling Stone, che “aveva sempre desiderato essere Janis” perchè a sentirla cantare lui si sentiva “in Paradiso”.
Vederla oggi nel live registrato durante il Festival Pop di Monterey (1967) non ci può svelare molto della Janis “oltre” il nastro magnetico. La Janis che scriveva, in una lettera alla famiglia del 1966: “Voglio che il pubblico mi veda come una vera interprete, mentre ora ho un’aria di una di noi che è salita sul palco”. La Janis nullatenente, smagrita per il Methedrine, che rientrava a casa, col supporto della sorella minore Laura, con un desiderio di pace e “normalità” (persino in odore di matrimonio… salvo scoprire che il suo amato Peter De Blanc aveva un’altra, e anche un figlio). Ma anche la Janis della rabbia femminista ante litteram, quella della scritta Quando la diga si rompe le donne vengono, trasferita da un muro di New York alla sua T-shirt, o quella degli appassionati tira-e-molla con la cantante folk-rock Sandy Denny (anche mentre era ufficialmente impegnata in relazioni etero). E ancora, la Janis d’ispirazione magico-mistica, forse sopravvissuta solo in alcuni bootleg registrati dai Led Zeppelin dopo un intenso (e “sotterraneo”) scambio reciproco.
Ma vederla non è poi così necessario. Al di là del gossip da rotocalco e delle leggende metropolitane, dopo aver sentito Piece of my heart o Move over, come continuare a credere nell’esistenza di qualcosa che le rotture disfoniche della sua voce soul-rock non riescono a esprimere?




------



La linea di basso del "Led Zeppelin III" che non è stata suonata da John Paul Jones
Led Zeppelin III è stato l'album in cui John Paul Jones ha dimostrato di essere molto più di un semplice bassista. Era così impegnato, infatti, che lasciò una parte di basso a Jimmy Page...
È difficile credere che Led Zeppelin III sia stato pubblicato in questo giorno più di mezzo secolo fa. Mentre la band passava dall'hard rock mostrato nei primi due dischi a un suono più morbido e acustico, i Led Zep III mostravano la loro vera versatilità. È anche uno dei preferiti del bassista dei Guns N' Roses Duff McKagan.
Non ci sono brutte linee di basso nei Led Zeppelin. John Paul Jones è straordinario.
Duff McKagan
Scelgo Led Zep III come il mio disco preferito degli Zeppelin", ha detto Duff a BP. “Ero in tournée quando ho iniziato a prendere lezioni di basso per la prima volta in assoluto, e ho davvero iniziato a smontare le battute di John Paul Jones. Una delle cose che ho notato è che le linee non erano esattamente sciatte, ma hanno un aspetto grezzo e sapevi che Jones si stava divertendo così tanto con le parti di basso.
Nei Led Zeppelin era uno scherzo costante che se ci fosse stato bisogno di uno strumento esotico per una traccia, John Paul Jones se ne sarebbe occupato. Organo, mandolino, registratori? Nessun problema. Durante la seconda metà della carriera della band è stato anche il tastierista di riferimento, spesso alternando il basso e le tastiere durante gli spettacoli dal vivo. Eppure, in una band in cui il bassista aveva una valida pretesa di essere uno dei migliori di tutti i tempi, perché dovresti volere qualcun altro al basso? È successo solo una volta, ed è stato nel brano "That's the Way" dei Led Zeppelin III .
Stavo facendo un sacco di sovraincisioni e mi sono emozionato. John Paul Jones è tornato a casa, quindi ci ho messo sopra anche la parte di basso!
Jimmy Page.
I Led Zeppelin III presentavano molti nuovi strumenti per la band. E questa traccia non era diversa. "Le pause principali sono riprese con la pedal steel guitar", menziona Page nel libro Light and Shade: Conversations with Jimmy Page . "E proprio alla fine, dove tutto si apre, ho suonato il salterio."
Mentre arricchiva la traccia, Jones aggiunse all'arrangiamento una parte di mandolino, e poiché non c'era un piano specifico per aggiungere del basso si ritirò per la notte. Fu a questo punto che Page decise che voleva un po' più di fascia bassa. “Stavo facendo un sacco di sovraincisioni e mi sono emozionato. John Paul Jones è tornato a casa, quindi ho messo anche la parte di basso!” ha detto Page...
"Non succedeva spesso, credimi!"

------------------------
C'ERA UNA VOLTA IL ROCK
Immaginiamo di tornare indietro nel tempo, in quel 20 settembre del 1968 quando Robert Plant, John Bonham, Jimmy Page e John Paul Jones vanno agli Olympic Studios di Londra per iniziare le registrazioni del loro primo album. Un debutto che sarà epico, come epica rimarrà la copertina del dirigibile in fiamme.
Quando si presentano a queste sessioni i Led Zeppelin non avevano ancora un contratto discografico. Come disse poi Jimmy Page "la band si presentò all’Atlantic con i nastri in mano, senza chiedere del denaro prima di entrare in studio". 36 ore di registrazione distribuite nell’arco di alcune settimane, pagate direttamente da Page e da Peter Grant, il manager della band. Bastarono solo 36 ore per creare un capolavoro perché il materiale per l’album era stato già preparato, selezionato e organizzato dalla band durante il tour scandinavo, quando il gruppo non si chiamava ancora Led Zeppelin.
Believe it 🤟


--------



testimonianza giornaliera. 2011
.....❤️🙏
. È successo al suo spettacolo del 20 aprile a Seattle. Gli avevamo realizzato una tracolla per chitarra in pelle con disegni di uccelli e foglie con un centrotavola "R" decorato con perline. Abbiamo aspettato che arrivasse il suo autobus prima dello spettacolo, e quando è arrivato siamo stati in grado di attirare la sua attenzione e fargli il suo regalo. È stato incredibilmente gentile, ringraziandoci più volte e firmando un paio di autografi per noi. Dopo essere entrato nell'edificio per il sound check, si è persino preso la briga di rimandare fuori il suo road manager con foto promozionali patinate firmate personalmente per ciascuno di noi. Si è anche offerto di coprire i nostri biglietti per entrare nello spettacolo se non li avevamo già, e il tour manager ci ha detto che lo avevamo "davvero toccato". È stata una serata davvero bellissima che ricorderemo per il resto della nostra vita.
Stiamo rivivendo questo ricordo da quando è stato esattamente un anno fa. Siamo ancora in soggezione per la sua gentilezza e speriamo di essere abbastanza fortunati da vedere un altro dei suoi spettacoli un giorno.

-------


Neal Preston.e Robert Plant..
il fotografo accreditato e il Gold..
..e quella volta che Grant lo mise in punizione(il fotografo)...
l'articolo è comunque più ampio..
e Neal parla del suo amore..la fotografia
Di Ivor Levene
Il fotografo Neal Preston e molti dei suoi amici più cari stanno per cambiare ciò che pensi di sapere sulla storia del rock.
Come? Rilasciando un tesoro di fotografie storiche di musica rock mai viste prima. Se un'immagine vale davvero più di mille parole, una foto di Neal Preston non ha bisogno di così tante parole, lo spettatore raramente riesce a superare esclamazioni di una sola parola come "Wow!" o "Dannazione!"
E Neal Preston ha dato l'esclusiva a Goldmine .
Cosa differenzia esattamente una foto di Neal Preston dalla foto di un altro fotografo con lo stesso soggetto?
"Prendo lo spettatore per la collottola", spiega Preston, "e lo metto proprio di fronte!"
Tuttavia c'è di più. Una foto di Preston ti porta sul palco, dietro il palco e sull'aereo con la band. Molto semplicemente, è andato dove pochi fotografi erano andati prima. Ad esempio, è stato l'unico fotografo mai assunto dai Led Zeppelin per andare in tournée con loro. Era così intimamente coinvolto con i Queen che portò Brian May a casa per incontrare sua madre. Molti dei suoi soggetti hanno insistito affinché Preston fosse il fotografo scelto per rappresentarli fotograficamente. Se lo chiami “fotografo rock”, ti fermerà subito e ti dirà quanto disdegna quel titolo, perché la musica rock è solo una parte della sua eredità. Ha girato quattro Olimpiadi, numerosi altri eventi sportivi ed è un grande scrittore.
Neal non è timido riguardo alla sua abilità, sarà il primo a dirti: "Sono il più grande fotografo di concerti dal vivo di sempre", quantificando l'affermazione con: "Non importa quanto sei bravo, ci sarà sempre qualcuno in piedi accanto a te nella fossa chi può scagliare anelli intorno a te”. Contraddittorio? Forse, ma essenzialmente a Neal piace lasciare che siano le sue foto a parlare per lui.
“Il mio ego non ha mai richiesto 'Non sai chi sono?' una specie di stronzata. Conosco molti fotografi che giocano questa carta, e non sono io. Non me ne potrebbe fregare di meno se le persone sanno o meno chi sono. Se conosci le foto, allora so di aver fatto il mio lavoro. Il piacere più grande che provo è quando qualcuno riceve una mia stampa, la incornicia, la appende al muro e ne trae piacere. Questo è il massimo complimento per me. Non importa se la gente conosce il mio nome oppure no.
"Non sono un nome familiare, ma sono conosciuto da una fetta della torta mondiale del rock and roll. Le foto sono molto più famose di quanto lo sarà mai il mio nome, ed è così che mi sono sempre sentito più a mio agio. Io conosco i fotografi che vanno sul palco e pensano: "guardami, guardami, sono sul palco". Non me ne potrebbe importare di meno.
Più ci allontaniamo da quei giorni felici degli anni ’70, più rosea sembra diventare la lente attraverso la quale vediamo queste cose. Un presupposto facile da fare è che Neal Preston avesse il miglior lavoro del mondo, ma nei primi minuti dopo averlo incontrato, ti metterà le cose in chiaro. “Il lavoro non è affascinante, è stressante da morire. Le scadenze sono infinite e ci sono personalità. Non le personalità individuali dei membri della band, ma il tour. Ogni tour ha la sua personalità e può cambiare in un attimo. Alla band non piace il suono, non gli piace l'impianto audio, qualcuno ha incasinato una canzone, il batterista ha incasinato la fidanzata del chitarrista a Memphis. Lo dici, ho visto tutto, e anche di più.
I Led Zeppelin erano i ragazzi simbolo della dissolutezza del rock and roll, le loro imprese con sesso, droga e camere d'albergo spazzatura sono diventate quasi mitologiche nel tempo. Dato il suo status di insider nella band, è un dato di fatto che Preston avrebbe preso parte, ma Neal tiene queste storie piuttosto nascoste e, se glielo chiedi, di solito risponde con: "Certo, alcuni membri della band si sono lasciati andare". , chi non l'ha fatto? Di solito stavo molto attento a queste cose quando lavoravo, perché devi consegnare la merce, e anche se era ai tempi in cui tutti lo facevano e veniva condonato, dovevi comunque fare il tuo lavoro. "
Neal ha pubblicato il suo libro, Exhausted and Exhilarated nel 2017, pieno di storie fantastiche e foto killer. Una di queste storie racconta il momento in cui i Led Zeppelin erano gli headliner del festival di Knebworth nel 1979, e le preoccupazioni di Peter Grant che i promotori del concerto tentassero di sminuirlo per quanto riguarda le cifre sull'affluenza ai cancelli. Grant aveva ordinato a Preston di salire su un elicottero, dove stava quasi uscendo dall'elicottero, e di fargli scattare quante più foto possibile della folla. Come dice Neal, “Peter aveva avuto accesso ad un nuovo software in grado di guardare una foto e capire quante persone c'erano nell'inquadratura. È riuscito a ottenere un conteggio molto preciso di quante persone erano presenti, e questo è tornato utile perché il promotore ha cercato di sminuirlo sulle ricevute dei biglietti. Peter ha vinto quella causa!”
Intervistare Neal può essere un compito infinito e, francamente, chi vorrebbe che finisse mai? Ha più storie di quante ne abbia il tempo. Ho deciso di iniziare con la sua impresa più recente: un sito web con la fotografia più esclusiva che il mondo abbia mai visto .
https://www.goldminemag.com/interviews/photographer-neal-preston-is-about-to-change-rock-history?fbclid=IwAR0Qx_20rZ3r3vudsAU6qJb6xqVLlDPqgM7DfT_v-ce3YAZ4DQ5dU47XPB0


--------

"Lì, tra la luce abbagliante e il fumo, Jimmy Page ha fatto la sua variazione della camminata da papera con le spalle curve di Chuck Berry mentre Robert Plant ha afferrato il cavo del microfono come una frusta e ha inarcato la schiena per pavoneggiarsi come un gallo bantam. Il cantante - che ha il tubi per convincerti che è appena caduto a testa in giù bene - richiede la maggior parte degli occhi per la maggior parte del tempo. La camicia spalancata, il petto che si gonfia, si pavoneggia e saltella, sbuffa e bocca, agitando le sue ciocche bionde spesso come un re della criniera della giungla " . -- The Morning News Zep Concert Review⠀ ⠀ Led Zeppelin, "Sick Again", Philadelphia Spectrum,



Che musicisti straordinari erano tutti e quattro - Page con i suoi sbuffi, riff e sawing gustosi, l'impennata potenza blues del canto di Plant e l'epico rumore della batteria di Bonham - ancora i tonfi più grandi nella storia del rock. Jones suonava il basso con un'invenzione sinuosa che lo ha reso il James Jamerson del metal. Il suono degli Zeppelin è stato unificato.⠀ --Variety, settembre 2021 🎸


----

Intervista a John Paul Jones
Informazioni sull'intervista:
Bassista dei Led Zeppelin intervistato dal fratello di John Bonham: Mick Bonham.
Fonte: Mick Bonham Book
Colloquio:
Mick Bonham: Beh John, dimmi la tua versione di come tutto è iniziato.
John Paul Jones:
Ho telefonato a Jimmy quando ho letto che stava per formare una nuova band, perché stavo facendo delle sessioni in quel momento, e gli ho chiesto se aveva bisogno di un bassista. Mi ha detto che sarebbe andato a Birmingham per vedere un cantante che conosce un batterista e che potremmo avere una band quando tornerà.
Quando è tornato mi ha chiamato per dirmi che John stava suonando con Tim Rose, e in quel momento, credo, guadagnava 100 sterline a settimana; o erano £ 40? Comunque, potremmo superarlo? John non voleva davvero lasciare Rosy perché pensava che fosse un lavoro fisso, quindi ci sono voluti molto tempo e fatica per convincerlo ad andarsene.
La prima volta che ho incontrato John è stato in una minuscola stanza nel seminterrato che avevamo affittato in Lyle Street. Avevamo solo un sacco di amplificatori e casse che erano stati implorati, presi in prestito o rubati ed era letteralmente, ' Questo è Robert, questo è John '
'Come va? Cosa dovremmo fare ora?'
' Cosa ne sai? '
Ho detto che stavo suonando e non sapevo proprio niente, quindi Page ha detto: " Beh, non lo so, conosci qualche canzone degli Yardbirds? " ci ha contato e c'è stata questa esplosione istantanea e un immediato riconoscimento che questo sarebbe stato davvero un bel vestito con cui stare.
La prima cosa che mi ha colpito di Bonzo è stata la sua sicurezza, e sai che a quei tempi era un vero bastardo arrogante. Tuttavia, devi essere per giocare così. È stato fantastico, concentrazione istantanea. Non si stava mettendo in mostra, ma era solo consapevole di quello che poteva fare. Era solo solido come una roccia.
John era solido come una roccia e poiché batteristi e bassisti devono lavorare così a stretto contatto insieme, presto ti rendi conto delle capacità reciproche. Presto saprai se hai un duffer a bordo.
Quando sei giovane e ti avvicini alle band che conosci immediatamente, beh, non ha molto in mente o mio Dio, non posso lavorare con questo tipo. Con Bonzo ed io, ci siamo solo ascoltati piuttosto che guardarci e ci siamo capiti subito perché eravamo così solidi. Dal primo conteggio siamo stati assolutamente insieme.
Devo aver ancora fatto degli arrangiamenti o mi sono rimasti altri impegni perché, dopo una breve pausa alle prove a casa di Page sul fiume a Pangbourne, sono dovuto tornare indietro e finire un disco di PJ Proby che avevo già fatto disposizioni per. Quindi, per mantenere le casse piene (perché nessuno stava guadagnando soldi), ho prenotato tutti noi per la sessione. Ho detto loro, "Sapete che Jimmy e io abbiamo questo nuovo grande batterista che dovreste avere", e ho anche fatto entrare Percy al tamburello solo così non si sarebbe sentito escluso. Quindi il nostro primo impegno professionale è stato il disco di PJ Proby.
Abbiamo capito subito che sarebbe andata bene e che saremmo diventati una grande sezione ritmica. Inoltre John non è stato influenzato da altre rock band. Nessuno di noi ha davvero ascoltato altre rock band. Forse John ha fatto qualcosa con le band Brum e gli piacevano i Beatles, ma era più interessato alla musica soul e amava le canzoni. Stranamente, stamattina ero dal parrucchiere quando alla radio è arrivata una delle vecchie canzoni di Delphonics e ho pensato a lui, perché era una canzone che gli piaceva. In realtà tutti i migliori batteristi ascoltano i testi, che ci crediate o no, e lui ascoltava sempre i testi. Bonzo suonava le canzoni dei Beatles e molte altre canzoni e cantava e suonava la batteria perché tutto il fraseggio ha a che fare con i testi. Se hai bisogno di conoscere le parole di una canzone, chiedi al batterista. Amavamo anche James Brown e la musica soul in generale.
Bonzo l'ha fatto".
in onore a te Bonzo 10 0ttobre 1980
Includes brief interview with fans outside the parish church in Cutnall Green, Nr Kidderminster, October 10th 1980.


------


Intervistatore: I Led Zeppelin sono visti da molti come i padrini dell'heavy metal - pensi che quello che fai, o che hai fatto allora, possa essere definito con precisione "heavy metal"?

Robert Plant:No. Prendi il primo album - "Babe I'm Gonna Leave You", "Your Time Is Gonna Come", "How Many More Times" - che non era heavy metal. Non c'era niente di pesante. Ascolti "How Many More Times", che è davvero preso in prestito dal blues, comunque. Il tipo di dinamica nel mezzo, o Jimmy che usava il pedale wah-wah su alcune parti, o Bonzo che lo scimmiotta con i piatti, o cose del genere - era pulito. Bonzo aveva vent'anni quando lo fece ed era pulito. E non era un insulto all'integrità e alla raffinatezza delle persone. Era etereo in alcuni punti e anche "Dazed And Confused". La musicalità era tale che le persone potevano prendere tangenti e creare passaggi avvincenti. In un certo senso, stavano schiantando i crani. Ma non era tutto attraverso il puro e brutale volume. Era il modo in cui si suonava. È una netta differenza.

Nessun commento:

Posta un commento

79.ROBERT PLANT LA Più GRANDE VOCE DEL ROCK E NON SOLO..(.INTERVISTE ..FOTO.. e CITAZIONI VARIE anni 70 80 90 anni 2000.

  Robert Plant si racconta dal backstage della Royal Albert Hall: “Con i Led Zeppelin un’esperienza mistica e non solo hard rock”.. https://...