I LED ZEPPELIN A KNEBWORTH
NOTIZIE ROCKL'AMORE DI JOHN FRUSCIANTE PER I LED ZEPPELIN: ECCO QUAL È IL SUO DISCO PREFERITO DELLA BANDIl disco della band di Jimmy Page e Robert Plant ha influenzato totalmente il suo stile chitarristico
I Led Zeppelin sono stati sicuranti una tra la band più influenti per le generazioni di rockers cresciuti negli anni '70 e che negli anni '80 e '90 hanno avuto l'opportunità di far emergere la loro arte creando alcune tra le band più leggendarie nella storia del rock, tra cui Guns N' Roses, Soundgarden, Alice In Chains, Pearl Jam e Red Hot Chili Peppers. Da Slash allo stesso Chris Cornell, l'impronta sonora creata dalla band di Jimmy Page e Robert Plant è stata fondamentale per la crescita artistica di questi grandi rocker, tra i quali John Friusciante .
Il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, rientrato nella band alla fine del 2019 a 10 anni dal suo secondo abbandono, è un vero nerd abbandono della musica in generale. La sua serie di armonie e sperimentazioni l'hanno portata a diventare uno dei più influenti chitarristi del panorama rock moderno, arrivando a collaborare insieme a geni indiscussi come Johnny Cash e George Clinton.
L'influenza che i Led Zeppelin hanno avuto sulla sua crescita artistica è incredibile, arrivando a definire così la band: " Non credo che esista un altro gruppo rock in grado di portare in giro tanta potenza quanto loro ".
Il suo disco preferito della band è Led Zeppelin II , definito da Frusciante come il miglior album di sempre del gruppo . Dopo il devastante impatto hard blues del primo album (incredibilmente sotto contratto con la casa madre Atlantic Records fin dal debutto), con i Led Zeppelin II il gruppo ha dato vita ad un disco potentissimo, in grado di mettere fuori gioco chiunque si trovasse davanti a loro. L'estenuante primo tour della band aveva affinato non solo il sound ma anche la loro visione per il futuro.
Mantenendo di base un suono e una struttura blues la band riuscirà a porre le basi per una vera e propria rivoluzione hard rock, inserendo nello stesso album brani come Whole Lotta Love, Heartbreaker e Moby Dick , canzoni con strutture portanti sulle quali qualsiasi gruppo rock e hard rock avrebbe basato la propria tracklist dal vivo (virtuosismo, potenza, improvvisazione).
È facile immaginare come questo disco (del 1969) abbia ispirato innumerevoli musicisti come Frusciante a iniziare il proprio viaggio verso la grandezza.
Blues..invenzione..carisma..talento..fascino
Robert Plant - Going to California (Live at Roskilde Festival, July 4th, 2019)
Le radici dei Led Zeppelin possono essere ascoltate in questa canzone ... Plant ha un suono definito R&B e canta in una chiave leggermente diversa da quella che ci si aspetterebbe, diversa da ciò che farebbe un cantante R&B ... ed è proprio questo ciò che ha reso Led Zep: quella tensione tra e dentro la voce e la musica, che fa sì che l'ascoltatore non sappia esattamente dove sta andando la musica.
Pre Zep 1967 A1.Long Time Coming B1.I'VE GOT A SECRET
Le radici dei Led Zeppelin possono essere ascoltate in questa canzone ... Plant ha un suono definito R&B e canta in una chiave leggermente diversa da quella che ci si aspetterebbe, diversa da ciò che farebbe un cantante R&B ... ed è proprio questo ciò che ha reso Led Zep: quella tensione tra e dentro la voce e la musica, che fa sì che l'ascoltatore non sappia esattamente dove sta andando la musica.
Robert Plant concerto Roma 20 luglio 2007 chiusura concerto
Robert Plant & Strange Sensation - Babe I'm Gonna Leave You - COMPLETA!!
Live at Teatro Antico, Taormina 15/07/2007
amici fedeli..fedeli compagni compagni e fedeli amici per una vita e oltre❤️
amici fedeli..fedeli compagni
compagni e fedeli amici per una vita e oltre❤️ oggi e per sempre 25 settembre 1980..una leggenda ci lascia..Ciao Bonzo..
Robert Plant presso Leicester University - Sono passati 32 anni ...
32 anni fa, ieri, 23 gennaio 1988, ho viaggiato a Leicester con la brava signora Janet e gli amici Kam, Julie e Alan per avvertire che Robert Plant si sarebbe esibito in un concerto segreto di riscaldamento all'Università per il suo prossimo tour nel Regno Unito
Dopo che un set degli Shadows assomigliava a The Rapiers, Robert è arrivato con una band completamente nuova. Ha proceduto a tessere un ricco arazzo di vecchi e nuovi in una performance piuttosto sorprendente.
Il nuovo è arrivato tramite i brani del suo prossimo album Now And Zen, tra cui Tall Cool One campionato da Zep, un vecchio rockerbilly strappato Billy's Revenge e il singolo al momento appena pubblicato Heaven Knows.
Il vecchio è venuto per gentile concessione della sua ex band nelle vesti di In The Evening, Misty Mountain Hop e Trampled Underfoot. Dopo le precedenti date di riscaldamento a Folkestone e Stourbridge, questa era la terza volta nella sua carriera da solista in cui aveva eseguito dal vivo sul palco brani del catalogo dei Led Zeppelin.
In un'epoca in cui non si parlava di niente, era semplicemente catartico. Come si può vedere da questa recensione che ho scritto all'epoca nella colonna settimanale che ho fatto per il quotidiano locale Bedfordshire Citizen, sono rimasto molto colpito. A 32 anni, quella notte alla Leicester University resta vivo nella memoria.
Fu la sera in cui vidi per la prima volta Robert Plant riconciliare con successo il suo passato con il presente. Essere lì per assistere a tutto ciò che si svolgeva è stato fonte di timore reverenziale.
Ha dato il via a un grande anno di apparizioni di Now And Zen che per me includevano concerti alla Colchester University, al Marquee club di Londra (dove ho incontrato per la prima volta Gary Foy), alla Warwick University, a Oxford Apollo, al London's Town and Country Club e all'Astoria Theatre e due volte all'Hammersmith Odeon (la seconda notte con una sorpresa e un cameo semplicemente incredibile di Jimmy Page).
Per quanto brillanti siano stati tutti, è quella prima notte a Leicester tutti 32 anni fa questa settimana che risuona ancora di più - è proprio lì nella mia lista dei dieci migliori concerti preferiti di tutti i tempi ...
Dave Lewis, 22 gennaio 2020
◊ ◊ ◊..notte doppia..vi lascio questo..genio Robert e genio MikeMillaRD....sembra di essere sotto al palco
Robert Plant - 1990-08-09 - San Diego, CA @ Sports Arena [Audio]
è un grandissimo concerto e Robert in forma smagliante..acuti a parte.
Registrazione dunque stupenda, certo non avrà la qualità di un disco dal vivo ufficiale ben registrato col multitraccia, ma il suono del rock che ti ribolle nella pancia è catturato in modo perfetto. Gran bootleg dunque, gran concerto, grande prova di Robert e dei ragazzi … allora era ancora il golden god e dava la paga ai gruppi tipo Whitesnake in quegli anni ormai annegati nel metal radiofonico americano.
con una cuffia riuscirete a sentirne l'essenza...
https://youtu.be/LpiCkAiAC9w
Robert Plant - 1990-08-09 - San Diego, CA @ Sports Arena [Audio]
Recorded by MIke "the MIC" Millard with AKG 451E + CK1 » Nakamichi 550, from cassette master
Di Mike Millard su questo blog ne abbiamo parlato più volte, amante del rock proveniente dalla west coast americana, dal 1973 al 1992 registrò parecchi concerti tenutisi in quell’area. Lo fece con una strumentazione di qualità, per quei tempi davvero notevole, portandola all’interno delle arene in questione usando diversi stratagemmi (a volte anche fingendosi disabile e quindi su una sedia a rotelle). Le sue sono dunque registrazioni audience, cioè prese dal pubblico, ma di una qualità micidiale; non è un un caso che ancora oggi – tra il giro di appassionati – siano considerate tra i documenti migliori per quanto riguarda l’epoca d’oro della musica rock. Sì perché con le registrazione audience si ha l’idea esatta di cosa fosse andare ad un concerto rock, la performance dell’artista catturato nella sua essenza più pura: l’umore e le scosse emotive del pubblico, la musica messa su nastro senza artifici (e dunque senza le modifiche e i trucchetti presenti nei dischi dal vivo ufficiali), i commenti dei fans che a tratti finivano sul nastro. La fortuna ha voluto che i LZ fossero tra i suoi gruppi preferiti e, ad esempio, le sue registrazione di alcuni dei sei concerti tenuti nel 1977 a Los Angeles sono per tutti noi testimonianze preziosissime. Nel 1994 Millard decise di togliersi la vita, decisione che non necessita nè di giudizi ne altro niente commenti verso un dolore a cui deve essere andato incontro. Per moltissimo tempo le sue cassette rimasero archiviate nella sua stanza a casa di sua madre, le registrazioni che circolavano provenivano infatti da copie che lo stesso Millard aveva fatto per amici e altri collezionisti. Successe poi che sua madre finalmente affidò ad amici intimi di suo figlio le tante cassette (si parla di 280 concerti registrati) in modo che potessero essere trasferite e quindi salvate su DAT. Sotto all’articolo riporto (oltre al testo che accompagna la registrazione di RP di cui tra poco parleremo) tutta la lunga storia in caso qualcuno fosse interessato. Per chiudere questo breve riassunto, quando si pensava che i master originali di Millard fossero andati persi, ecco che vengono ritrovati, rimasterizzati e messi gratuitamente in circolo da generosi collezionisti e amanti del rock come noi. E’ dunque doveroso mandare un pensiero a Mike Millard perché grazie ai suoi nastri il rock si mantiene vivo e noi possiamo ancora illuderci di vivere in prima persona i momenti più esaltanti della musica che amiamo.
anche questo concerto è stato registrato da Mike Millard...
https://youtu.be/LpiCkAiAC9w
Robert Plant August 9, 1990 Sports Arena San Diego, CA 00:00:00 Watching You 00:06:20 Nobody's Fault But Mine 00:10:16 Billy's Revenge 00:16:55 Tie Dye On Th...
https://timtirelli.com/2020/06/
“Mio padre ama la Gran Bretagna: da bambini andavamo dappertutto, andavamo in tutti i tipi di castelli, cime e fortezze. Sono molto orgoglioso di essere britannico. La famiglia è enorme per me. La mia educazione è stata fantastica: i miei genitori erano separati ma mi hanno sostenuto in tutto ciò che ho fatto. Sono molto orgoglioso di essere del Paese Nero: è pieno delle persone più incredibili, della classe operaia e oneste. È un posto dove puoi parlare di spazzatura al pub, ridere - è davvero un'estensione della stanza di fronte. '" LOGAN PLANT
“Mio padre ama la Gran Bretagna: da bambini andavamo dappertutto, andavamo in tutti i tipi di castelli, cime e fortezze. Sono molto orgoglioso di essere britannico. La famiglia è enorme per me. La mia educazione è stata fantastica: i miei genitori erano separati ma mi hanno sostenuto in tutto ciò che ho fatto. Sono molto orgoglioso di essere del Paese Nero: è pieno delle persone più incredibili, della classe operaia e oneste. È un posto dove puoi parlare di spazzatura al pub, ridere - è davvero un'estensione della stanza di fronte. '" LOGAN PLANT
“Mio padre ama la Gran Bretagna: da bambini andavamo dappertutto, andavamo in tutti i tipi di castelli, cime e fortezze. Sono molto orgoglioso di essere britannico. La famiglia è enorme per me. La mia educazione è stata fantastica: i miei genitori erano separati ma mi hanno sostenuto in tutto ciò che ho fatto. Sono molto orgoglioso di essere del Paese Nero: è pieno delle persone più incredibili, della classe operaia e oneste. È un posto dove puoi parlare di spazzatura al pub, ridere - è davvero un'estensione della stanza di fronte. '" LOGAN PLANT
“È stato un viaggio interessante e lungo la strada ho avuto dei veri e forti calci all'inguine, insieme a tutto il successo. Ho affrontato alcune cose difficili lungo la linea. Ho perso un bambino quando aveva cinque anni. Sono stato costretto su una sedia a rotelle per un po 'di tempo. Il mio migliore amico, il batterista degli Zeppelin, è morto. Quindi ti rialzi, ti rialzi, ti rialzi e poco a poco ti trasformi in qualcosa. Alla fine, sei il tipo di stampa di tutti questi eventi. Non c'è tempo da perdere, quindi non ha senso insistere su qualcosa. Saggio come, ho bisogno di umorismo. E certamente, ho bisogno di bandire la gerarchia e tutta quella merda. La fama è una grande cosa, ma non sempre funziona per te. Sono in quel posto dove non ha sempre funzionato per me, sai? Ci sono altre cose che le persone potrebbero volere da me ".
ROBERT PLANT, 2014.
Robert Plant nella foto qui con la moglie e la figlia di Marco Giovino (batterista dei Band of Joy)
Robert Plant nella foto qui con la moglie e la figlia di Marco Giovino (batterista dei Band of Joy)
- Intervistatore: Hai attraversato così tante relazioni diverse nella tua vita. Cosa ti ha insegnato sull'amore? Cosa diresti a un 27enne dell'amore, e cosa significa?
- Robert Plant: Non usare mai la parola. Non per molto, molto tempo.
- Intervistatore: perché?
- RP: Perché puoi ferire le persone. È una parola molto potente. Ha effetti davvero notevoli.
- Intervistatore: Quando l'hai imparato?
- RP: Quando il primo pezzo di argenteria mi è volato addosso. Quando ho indossato il primo mobile. Credi che stia scherzando.
Sono rimasto stordito e confuso da una storia che ha fatto il giro questa settimana su di noi che apparentemente offriamo ai Led Zeppelin 500 milioni di sterline per riformare e realizzare un tour. Per quanto io ami la band, non c'è assolutamente nessuna verità nella storia. Ho parlato con Robert Plant della storia, che ha anche confermato essere completamente spazzatura anche da parte sua. Robert mi ha detto che è molto orgoglioso della sua storia e del passato della band, e ha sempre avuto grande rispetto e amore per il suo lavoro durante la sua carriera. Tuttavia, crede davvero di dover andare avanti con la sua vita e carriera oggi. Inventare questa storia è molto irrispettoso di quanto sia meravigliosa la sua carriera da solista con i Sensational Space Shifters. Oggi parte per un tour tutto esaurito e l'anno scorso hanno pubblicato un album brillante. Come mi ha detto Robert: "Guarda Richard, faccio le cose solo perché le amo e voglio fare più cose nuove che amo". Non potrei essere più d'accordo. " RICHARD BRANSON
È semplicemente molto eccitante per me provare a vedere cosa posso fare veramente come cantante".
“Il tempo è così prezioso. Non metto niente per cui non ho una passione al 110%. Altrimenti ho molte altre cose che potrei fare nella mia vita. Mescola un levriero con un buon Bedlington Terrier, tutta quella roba. Questo è ciò che amo. "
ROBERT PLANT, 2014.
Robert Plant and Strange Sensation play 'When The Levee Breaks' live on 20th May 2005. Band includes Billy Fuller on double bass, Clive Deamer on drums, Justin Adams on mandolin/guitar, Skin Tyson on guitar and John Baggott on keyboards
https://youtu.be/b3hDoyrqsV0
Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019
https://youtu.be/fULKh9ItDQo Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019
Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019
Robert Plant & the Sensational Space Shifters - When the Levee Breaks - Harvest Fest 2019
Robert Plant and Strange Sensation play 'When The Levee Breaks' live on 20th May 2005. Band includes Billy Fuller on double bass, Clive Deamer on drums, Justin Adams on mandolin/guitar, Skin Tyson on guitar and John Baggott on keyboards https://youtu.be/AWTZ67-9Qoo
Robert Plant and Strange Sensation play 'When The Levee Breaks' live on 20th May 2005. Band includes Billy Fuller on double bass, Clive Deamer on drums, Justin Adams on mandolin/guitar, Skin Tyson on guitar and John Baggott on keyboards
Robert Plant, Whole Lotta Love ,Vancouver B.C. June , 29Th 2018 https://youtu.be/l7nGztsWsSg
Robert Plant, Whole Lotta Love ,Vancouver B.C. June , 29Th 2018
Robert Plant, Whole Lotta Love ,Vancouver B.C. June , 29Th 2018
https://www.facebook.com/notes/674434193212403/
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le storie dietro delle foto perle rare
Zeppelin rinati: il racconto della reunion più attesa della storia del rock
«Vuoi sapere quali sono le mie aspettative? Solo che, se lo facciamo, lo dobbiamo fare molto bene»: parola di Page. A dicembre 2007 i Led Zeppelin hanno suonato di nuovo insieme dopo 27 anni, ecco come era andata
Il 10 giugno 2007, alle due e mezza di pomeriggio, i membri sopravvissuti dei Led Zeppelin, il chitarrista Jimmy Page, il cantante Robert Plant e il bassista John Paul Jones si ritrovano in una sala prove per suonare alcune canzoni. È la prima volta che si ritrovano nella stessa stanza con gli strumenti in mano, da quando nel 1995 hanno suonato quattro pezzi durante la cerimonia per la loro introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame. Questa volta la posta in gioco è più alta: devono scoprire se hanno la forza, l’empatia e il desiderio di esibirsi come Led Zeppelin nel loro primo vero concerto dalla morte del batterista John Bonham avvenuta nel 1980.
Il luogo delle prove, che si trova da qualche parte in Inghilterra, è segreto. Nelle interviste che hanno rilasciato per promuovere il concerto, un evento benefico che si svolgerà il 10 dicembre 2007 alla O2 Arena di Londra in onore di Ahmet Ertegun (cofondatore della Atlantic Records), Page, Plant e Jones hanno detto di non ricordarsi il giorno in cui si sono incontrati, cosa hanno suonato e nemmeno come è nata l’idea di riunire la band per rendere omaggio a Ertegun, amico e mentore della band nei loro anni con la Atlantic. Tutti e tre, però, d’accordo nel dire che suonare ancora insieme dopo così tanto tempo è stato un momento emozionante e molto importante. «È stato istantaneo», dice Page, che ha il mignolo sinistro steccato, conseguenza di una caduta che ha costretto la band a posticipare il concerto originariamente previsto per il 26 novembre: «Siamo arrivati tutti pieni di voglia di lavorare e di divertirci. È stata una delizia». Plant ricorda «tanti sorrisi» e mentre lo fa sorride anche lui: «È stato un momento catartico e terapeutico. Nessun peso, nessuna pressione». Jones afferma di non aver avuto «alcun dubbio. Qualcuno ha scelto una canzone, l’abbiamo fatta, funzionava». Il figlio di John Bonham, Jason, ricorda invece benissimo il giorno e l’ora in cui i Led Zeppelin sono tornati a esistere, perché lui era lì, seduto nel posto che una volta era di suo padre: «Loro forse non se lo ricordano, ma io sì. Avevo un nodo in gola». Jason ha 41 anni, due figli e suona con i Foreigner: «Non pensavo che avremmo trovato subito un suono. Mi dicevo: “Ci vorrà tempo”». Aveva torto. La band era immersa nella furia lenta e oscura di No Quarter dall’album Houses of the Holy del 1973: «Quando siamo arrivati al riff, ci siamo guardati tutti negli occhi. Era fantastico». Il pezzo successivo è stato la marcia della carovana nel deserto di Kashmir, da Physical Graffiti del 1975: «Poi ci siamo fermati e Jimmy ha detto: “Possiamo abbracciarci?” e Robert ha gridato: “Sì, figli del tuono!”». Alla fine della giornata, racconta Jason: «Mi hanno detto: “La prossima volta…”», si ferma e scoppia a ridere: «Ho pensato: “Ci sarà una prossima volta?”».
Led Zeppelin - Black Dog (Live at Celebration Day) (
Robert Plant riflette, sorseggiando caffè nella suite di un hotel di Londra con vista su Hyde Park: «La cosa più difficile è stata riuscire ad arrivare tutti e quattro nella stessa sala prove senza che nessuno lo sapesse. Avremmo potuto crollare subito, al primo ostacolo. Sarebbe stato pericoloso avere intorno altre persone in preda al delirio per questo momento». È sempre stato questo, del resto, il piano della band. Quando Page ha formato i Led Zeppelin nel 1968, non voleva solo una band ma: «Una potenza, quattro musicisti virtuosi in grado di dare vita al quinto elemento».
Solo un anno dopo, i Led Zeppelin erano la più grande band del mondo, pronti a dominare gli anni ’70, distruggere il pubblico e riempire gli stadi. La fine improvvisa della band dopo la sbornia fatale di John Bonham poco prima di iniziare un tour in Nord America nel 1980 ha fatto crescere costantemente l’attesa per una reunion. Tecnicamente il concerto alla O2 Arena Londra è molto di più. Il ricavato andrà all’Ahmet Ertegun Education Fund e gli altri che si esibiranno – l’ex cantante di Free e Bad Company Paul Rodgers, Pete Townshend, i Foreigner, l’ex bassista dei Rolling Stones Bill Wyman e Paolo Nutini – sono tutti artisti della Atlantic che, come gli Zeppelin, erano molto legati a Ertegun. Ma per i circa 20 milioni di fan che hanno cercato di comprare uno dei 18mila biglietti disponibili, la serata del 10 dicembre è la realizzazione di un sogno che sembrava impossibile: un concerto dei Led Zeppelin.
Jimmy Page, 63 anni e una tempesta di capelli bianchi lunghi fino alle spalle al posto della sua celebre chioma nerissima e lucente, dice di essere rimasto scioccato dall’isteria scatenata da questa reunion a sorpresa: «Non ce lo aspettavamo assolutamente». È sempre stato lui il guardiano dell’eredità della band, si è occupato personalmente di tutte le rimasterizzazioni e riedizioni del loro catalogo. Quando parla dei Led Zeppelin il suo sguardo è d’acciaio. Durante le prove, dice Jason: «Jimmy è sempre molto attento. È concentratissimo su quello che vuole ottenere».
«Quali sono le mie aspettative?», dice Page: «Una sola: se lo facciamo lo dobbiamo fare molto bene, visti i casini che abbiamo combinato in passato». Si riferisce alle mezze reunion del “Live Aid” nel 1985 e al miniconcerto del 1988 con Jason alla batteria per la celebrazione dei 40 anni della Atlantic. Jones si lamenta del fatto che «al “Live Aid” avevamo dei batteristi che non conoscevano le nostre canzoni», riferendosi a Phil Collins e Tony Thompson degli Chic, ma si prende anche la responsabilità del concerto del 1988: «L’ho dato per scontato, non ho fatto i compiti a casa». Questa volta, dice Page con decisione: «Dobbiamo essere preparati e impegnarci molto». L’organizzazione gli ha detto che il tempo a loro disposizione è un’ora, ma Page dice che dopo le prime prove in giugno e la seconda session a luglio è parso subito chiaro che non sarebbe abbastanza. Adesso, infatti, la scaletta dura «100 minuti, e non ci sono solo Whole Lotta Love, Dazed and Confused e No Quarter».
La band ha passato il secondo e il terzo giorno di prove a lavorare su For Your Life, un pezzo mai fatto dal vivo estratto dall’album Presence del 1976: «Poi l’abbiamo scartata, ma questo per farti capire lo spirito con cui abbiamo affrontato la cosa», mi dice Plant. A 59 anni, con la barba grigia curata e un misto di biondo e argento nella lunga chioma, Robert Plant sembra la versione “anziano capotribù” del vichingo ventenne che è sbarcato in America per la prima volta nel 1968, ma anche seduto sul divano nell’ufficio del suo manager a Londra la sua voce e il suo atteggiamento così sicuro di sé lo fanno sembrare un conquistatore.
«All’inizio c’era molto rispetto reciproco, ma è svanito presto. John Paul ha cominciato ad alzare le sopracciglia come fa lui di solito, e ha tirato fuori il suo sorriso ironico. Sapevo che eravamo tornati al punto in cui ci siamo lasciati con In Through the Out Door del 1979», dice Plant. Poi si corregge: «No, siamo andati anche più indietro» John Paul Jones, 61 anni, parla con un melodioso tono sottovoce pieno di umorismo sagace (ha definito i suoi 12 anni nei Led Zeppelin come «il lavoro più stabile e lungo che abbia mai avuto»): «C’era un pezzo in cui non mi ricordavo cosa dovessi suonare, poi ho capito che era perché non l’avevamo mai fatto dal vivo». Fortunatamente Jason Bonham ha una conoscenza enciclopedica di tutti i bootleg dei concerti e degli outtakes in studio: «A volte ci domandiamo: “Cosa succede adesso?”, e lui risponde subito: “Nel 1971 avete fatto questo, nel 1973 in quello e quell’altro concerto invece avete fatto così». «Jason conosce le canzoni», dice Page, «ma soprattutto le capisce. Fa una gran differenza». «Questa è la seconda buona ragione per farlo, secondo me», dice Plant. «Quando era più giovane, Jason pensava che suonare nei Led Zeppelin gli spettasse di diritto». Jason ammette che i rapporti con Plant non sono stati facili «prima di diventare sobrio, quando bevevo troppo». «Adesso invece», continua Plant, «Jason sa che non solo è la persona giusta per suonare nella band, ma che con il suo entusiasmo e la sua abilità la sta anche cambiando». Molte cose sono cambiate del resto. Nel 2004 Jason Bonham è andato a seguire un festival bluegrass in North Carolina: «Ho incontrato una grande comunità di musicisti, tutti fan dei Led Zeppelin, e ho suonato con loro quella musica così antica». Recentemente ha prodotto un album per il quartetto bluegrass femminile Uncle Earl, e la sera prima di questa intervista le ha raggiunte in un club di Londra per suonare il mandolino. Plant fa dischi solisti dal 1982, esegue le sue versioni indiane e nordafricane di pezzi dei Led Zeppelin e ha avuto molto successo con l’album Raising Sands, un sublime disco di blues del Delta e gothic-country registrato in collaborazione con la cantante e violinista Alison Krauss. L’anno scorso, dopo le registrazioni di questo disco a Nashville, io stesso ho fatto a Plant la solita domanda sulla reunion: «Mi piacerebbe lavorare ancora con Page, a patto che non diventi una questione troppo importante e che sia una cosa vera», mi ha risposto. Glielo ricordo. Lui scrolla le spalle e non accetta il suggerimento implicito che questa reunion sia in effetti una questione molto importante: «No, non lo è», dice, «le prime prove sono state ottime». E per quanto riguarda il fatto che deve essere una cosa vera? «Quello che è successo in quella stanza, senza avere nessuno intorno, è stato in certi momenti buono come in passato. Prima non lo volevo fare, adesso invece non voglio fare altro. Che te ne pare?».
«Avevo un progetto in mente», dice Page a proposito di quell’estate del 1968 in cui ha formato i Led Zeppelin: «Cercavo un cantante simile a Steve Winwood o a Steve Marriott. Qualcuno che non avesse paura di farsi avanti, per questo volevo Terry Reid». Reid era un giovane e precoce cantante britannico soul, che passa alla storia per aver rifiutato l’offerta di Page e aver suggerito Robert Plant al suo posto, per poi proseguire la sua carriera nella scena delle band psichedeliche delle Midlands.
John Paul Jones, invece, conosce Page dai tempi in cui era uno dei più richiesti session man di Londra, e non vede l’ora di entrare nella sua nuova band. Ricorda di averlo sentito al telefono poco prima che Page andasse in un college di Birmingham a sentire Plant: «Mi ha detto: “Ti faccio sapere”, e quando è tornato mi ha detto: “È incredibile, ha una voce potentissima”».
Plant è fluido, intuitivo, e come Page è interessato alle possibilità espressive che si possono trovare dentro e fuori dalle progressioni di accordi blues: «L’idea era quella di espandere i confini», dice Page. L’esempio migliore secondo lui è Babe I’m Gonna Leave You da Led Zeppelin del 1969: «In origine è un pezzo folk», per l’esattezza una ballad che Page ha sentito in un disco di Joan Baez del 1962, «ma è pieno di colori, con quella chitarra ipnotica e increspata nelle strofe, e gli stacchi flamenco in mezzo. C’è la chitarra acustica, la pedal steel e tutti quegli elementi tipici di un suono potente e duro, ma estremamente sensibile».
I Led Zeppelin raccontano il live del 2007 alla presentazione del DVD del live, uscito nel 2012
«Ho riascoltato le canzoni dopo molto tempo, le ho analizzate per capire il numero di battute tra le singole parti», dice Plant, «hanno una specie di combinazione chimica molto astuta che le fa andare a volte in una direzione, a volte in un’altra. In Nobody’s Fault But Mine è pungente, cattiva, ti fa digrignare i denti, In My Time of Dying è spettacolare e gigantesca: ogni tanto è più veloce e ogni tanto più lenta, va da una parte all’altra, si avvolge a spirale o sbanda di lato. E in mezzo a tutto questo ci sono io». «La mia prima idea», dice Plant a proposito della reunion, «era di rifare tutta la scaletta del concerto alla Royal Albert Hall (del 9 gennaio 1970, ndr), cominciando da We’re Gonna Groove». Attacca la prima strofa del classico di Ben E. King, originariamente registrato da King dal vivo all’Apollo Theater di New York nel 1963 per la Atlantic, e scelto dai Led Zeppelin come pezzo di apertura di quasi tutti i concerti del tour del 1960: «C’ero anche io quella sera alla Albert Hall, ma non mi ricordo niente di quello che è successo!», dice sorridendo: «Stavo volando in mezzo a una specie di grande tempesta». L’aura di invincibilità che circonda i Led Zeppelin comincia a vacillare nel 1975, quando Plant rimane ferito in un incidente d’auto in Grecia. Nell’estate del 1977 i Led Zeppelin cancellano le ultime settimane di un tour sold out in America per la morte improvvisa del figlio di Plant, Karac, a causa di un virus sconosciuto. In seguito, ci sono stati i due concerti all’aperto a Knebworth nel 1979 per promuovere In Through the Out Door, l’ultimo album dei Led Zeppelin, un breve tour europeo nel 1980 e poi più niente.
Page dice che non c’era modo di andare avanti dopo la morte di Bonham: «Ne abbiamo discusso, io e John pensavamo di fare un disco più potente, pieno di riff. Ogni album doveva essere un passo in avanti rispetto a quello precedente, anche se non era il nostro credo». In ogni caso, dice Page, la musica che i Led Zeppelin avrebbero fatto negli anni ’80 «non sarebbe certo stata più leggera».
Dopo lo scioglimento ognuno di loro ha fatto pezzi dei Led Zeppelin nei rispettivi lavori solisti, sotto varie forme. Page e Plant hanno collaborato nello speciale di MTV “Unledded” del 1994 e hanno trascorso gran parte degli anni ’90 in tour insieme: «Ma non erano i Led Zeppelin», insiste Page, «erano due membri dei Led Zeppelin». Jones non viene invitato a partecipare a “Unledded”, anzi scopre la sua esistenza solo quando vede lo show in televisione durante un tour in Germania. Oggi dice che l’ha superata: «È successo tanto tempo fa. L’anno prossimo saranno 40 anni da quando abbiamo iniziato a suonare insieme. È una cosa da non credere».
«Non mi sorprende il fatto che oggi abbiamo ancora questa connessione», dice Page, «è sempre stato così: un attimo prima non c’è niente e un attimo dopo… Boom! La vera tragedia per me è se un giorno non fossi più capace di farlo. Essere in grado di venire qui e lavorare con gli altri è un dono, una cosa che rispetto e apprezzo moltissimo».
C’è solo una differenza tra questa e una vera reunion dei Led Zeppelin: manca Bonzo. Jason è molto schietto nel parlare di cosa voglia dire a livello emotivo essere il sostituto di suo padre, che veniva chiamato Bonzo o The Beast per il suo modo di suonare, ma anche per il suo modo di bere e per il suo comportamento animalesco fuori dal palco. Jason racconta che, dopo le prime prove, sua madre Pat gli ha chiesto come era andata: «E io non me la sono sentita di dire che era andata benissimo. Non volevo togliere niente a papà. Così ho risposto: “È andata bene, ma non come papà”».
«John aveva una tecnica favolosa», dice Page, «ma aveva anche una grande immaginazione. La struttura che ha tirato fuori in Good Times Bad Times nel primo album è una cosa che ancora oggi lascia perplessi molti batteristi. Nessun altro è in grado di farlo. Nessuno ha la stessa immaginazione».
«Io me ne sono accorto subito», dice Jones. La prima volta che hanno provato insieme nel 1968 sono partiti con una cover degli Yardbirds, The Train Kept a Rollin’. «In quanto bassista la mia prima preoccupazione era: “Com’è il batterista?” Se non siamo uniti, è inutile. Abbiamo iniziato a suonare e sembravamo due che avevano fatto venti tour insieme». L’edizione in dvd di The Song Remains the Same, un film che mette insieme in modo singolare immagini girate dal vivo al Madison Square Garden nel 1973 e alcune scene fantasy interpretate dalla band, mostra un John Bonham diverso dall’animale che ogni sera faceva per un quarto d’ora l’assolo di Moby Dick. Bonham guida un trattore nella sua fattoria, gioca a biliardo e bacia Pat, mentre camminano insieme lungo una strada di campagna. In una scena dal valore profetico, si vede Jason piccolissimo suonare la batteria sotto lo sguardo orgoglioso del padre che lo accompagna ai bongos. «Quello era il vero John Bonham», dice Jason, «era un padre di famiglia. In un paio di libri è stato descritto molto male, ma in realtà per lui la cosa più difficile era stare lontano da casa».
Jason ha visto suonare suo padre solo tre volte, ma è l’unico batterista oltre a lui ad aver suonato con i Led Zeppelin negli anni ’70. È successo durante il soundcheck di Knebworth, mentre John controllava l’impianto ascoltando dal prato. Jason aveva 13 anni: «Abbiamo suonato Trampled Under Foot, papà me l’aveva fatta provare per una settimana intera. Gli ho chiesto: “Sarà uguale al disco?”, e lui mi ha risposto: “No, l’assolo sarà più lungo. Aspetta il segnale di Jimmy. Quando alza la mano vuole dire che ha finito”». Durante una delle prove, Jason ha chiesto agli altri di fare un omaggio a John durante il concerto a Londra: «Mi hanno risposto: “Stai facendo un ottimo lavoro, non credi che lui vorrebbe che tu prendessi il merito che ti spetta, invece di fare un passo indietro e dire: eccolo, è tuo?”. Non è stato facile per me, voglio essere rispettoso al massimo. Non mi ha potuto dare gli ultimi 27 anni della sua vita, lasciate che sia io a ridarglieli per una notte». Gli altri non penseranno troppo al passato, almeno non pubblicamente. Robert Plant mostra tutta la sua serenità d’animo e fiducia in se stesso: «Lo faremo con lo spirito giusto, Ahmet guarderà giù e dirà: “Ciao ragazzi”. Bonzo sorriderà. Pat sarà molto felice. Jason si alzerà in piedi e griderà: “Yeah!”. Jimmy farà un inchino. Jones scrollerà le spalle come fa di solito. E io…», dice ritrovando il suo grido da Dio del rock, «io canterò: “baby, baby, baby!”».
“Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve / dal sole di mezzanotte dove sgorgano le sorgenti calde / Il martello degli dèi spingerà le nostre navi a nuove terre / per combatter l’orda, cantando e urlando: Valhalla, sto arrivando!“.
...forse in una precedente vita..
vivevo fra cavalieri, dame..corti sassoni,bretoni,vichinghe..elfo o gnomo..maga o strega..
impugnavo vessilli o scudi
forse un guerriero forse un asceta..forse
il Dio del tuono e quello del cielo..
non sò..di sicuro però
qualcosa e qualcuno mi porta sempre là..
e mi trovo sempre a casa..
Led Zeppelin - Immigrant Song testo
Ah, ah,
Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Dal sole di mezzanotte dove soffiano le sorgenti termali.
Il martello degli dei guiderà le nostre navi verso nuove terre,
per combattere l'orda, cantando e gridando: Valhalla, sto arrivando!
Su noi spazziamo con la trebbiatura, il nostro unico obiettivo sarà la sponda occidentale.
Ah, ah,
Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Dal sole di mezzanotte dove soffiano le sorgenti calde.
Quanto morbidi i tuoi campi così verdi, possono sussurrare storie di sangue,
di come abbiamo calmato le maree della guerra. Siamo i tuoi signori.
Su noi spazziamo con la trebbiatura, il nostro unico obiettivo sarà la sponda occidentale.
Quindi ora è meglio che ti fermi e ricostruisci tutte le tue rovine,
Perché la pace e la fiducia possono vincere la giornata nonostante tutte le tue sconfitte.
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Amici
(Page / Plant.)
Luce intensa quasi accecante, la notte nera brilla ancora,
posso ' Smettila, continua a salire, cercando quello che sapevo.
Aveva un amico, una volta mi ha detto: "Hai amore, non sei solo",
ora se n'è andata e mi ha lasciato a cercare solo quello che sapevo.
Mmm, ti sto dicendo ora, la cosa più grande che tu possa fare ora,
è scambiare un sorriso con qualcuno che è blu ora, è molto facile solo ... Ho
incontrato un uomo sul ciglio della strada che piange, senza un amico, non si può negare ,
Sei incompleto, non troveranno nulla alla ricerca di ciò che sapevi.
Quindi ogni volta che qualcuno ha bisogno di te, non deluderlo, anche se ti addolora,
Un giorno avrai bisogno di qualcuno come loro, alla ricerca di ciò che sapevi.
Mmm, ti sto dicendo ora, la cosa più grande che tu possa fare ora,
è scambiare un sorriso con qualcuno che è blu ora, è molto facile solo ...
Dave Grohl racconta i Led Zeppelin: «Non facevano musica, ma esorcismi»
La scoperta dei dischi della band, lo stile di Jimmy Page, gli acidi e la spiritualità: il musicista di Nirvana e Foo Fighters racconta come, quando e perché è stato folgorato dalla band di ‘Black Dog’
Senza i Led Zeppelin non ci sarebbe stato il metal. E anche se ci fosse stato, avrebbe fatto schifo. Erano qualcosa di più di un gruppo rock, erano una combinazione perfetta di passione, mistero e talento. M’è sempre parso che fossero alla ricerca di qualcosa. Non erano mai paghi, cercavano di buttarsi in esperienze sempre nuove. Erano capaci di tutto e chissà dove sarebbero arrivati se John Bonham non fosse morto. Rappresentavano la fuga da un sacco di cose. In quel che facevano c’era un elemento fantasy, anzi era parte essenziale del loro carattere, di quel che li rendeva importanti. Senza i Led Zeppelin, fatico a immaginare tutta quella gente che va al cinema a vedere Il signore degli anelli.
Non erano amati dalla critica: troppo sperimentali, troppo estremi. Fra il ’69 e il ’70 girava un sacco di musica strana e loro era i più strani di tutti. Per me Jimmy Page era più strambo persino di Jimi Hendrix. Hendrix era un genio portentoso, Page un genio posseduto. I dischi e i concerti degli Zeppelin erano esorcismi. Hendrix, Jeff Beck ed Eric Clapton spaccavano i culi, ma Page stava a un altro livello, suonava in modo umano e imperfetto. Sembrava un vecchio bluesman che si è calato dell’acido. Ascolto i suoi assoli nei bootleg dei Led Zeppelin e mi ritrovo ora a ghignare e ora a versare lacrime. Sentite una versione a caso di Since I’ve Been Loving You e vi scoprirete a ridere e piangere nello stesso tempo. Per Page, la chitarra non è solo uno strumento. È un traduttore di emozioni.
Quando John Bonham suonava la batteria sembrava non sapesse che cosa sarebbe accaduto da un momento all’altro, pareva sempre sull’orlo di un precipizio. Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere e nessuno, credo, ci si avvicinerà mai. È e resterà il più grande batterista di tutti i tempi. Ho passato anni in camera mia – parlo davvero di anni – ad ascoltare le tracce di batteria di Bonham e a cercare di imitarne lo swing, il modo in cui restava indietro sul beat, la velocità, la potenza. Non volevo solo imparare a memoria quel che suonava. Volevo ereditare il suo istinto. Ho tatuaggi di Bonham ovunque: sui polsi, sulle braccia, sulle spalle. Me ne sono fatto uno a 15 anni: sono i tre cerchi che rappresentano il suo simbolo su Zeppelin IV e che erano riprodotti sulla sua grancassa.
Black Dog, da Zeppelin IV, rappresenta i Led Zeppelin al top della potenza rock, è l’esempio perfetto di quant’erano possenti. Non avevano bisogno di grandi distorsioni o di suonare velocemente: erano heavy e bastava. Avevano pure un lato sensibile, una cosa che la gente tende a non prendere in considerazione perché li vede come animali rock, ma Zeppelin III era pieno di momenti belli e delicati. È stata la colonna sonora ai giorni in cui stavo mollando la scuola. Lo ascoltavo ogni giorno sul mio Maggiolone e intanto riflettevo su quel che avrei fatto nella vita. Per un motivo o per l’altro, quel disco mi ha regalato un po’ di luce.
Li ho sentiti per la prima volta negli anni ’70 trasmessi da una radio AM. Era il periodo in cui Stairway to Heaven era popolarissima. Avevo 6 o 7 anni e stavo cominciando a sentire musica, ma solo con l’adolescenza sono arrivato ad ascoltare i primi due dei Led Zeppelin. Me li passarono dei fattoni. Ce n’erano in sacco nelle periferie in Virginia, col loro armamentario di muscle car, fusti di birra, Zeppelin, acidi, erba. Quando c’era uno di questi elementi, c’erano anche gli altri. A me però gli Zeppelin pareva avessero un che di spirituale. Frequentavo una scuola cattolica e stavo mettendo in dubbio l’esistenza di dio, però credevo nei Led Zeppelin. Avevo fede, ma non in senso cristiano: avevo fede nei Led Zeppelin in quanto entità spirituale. Mi fecero capire che la musica proviene da un altro luogo e che gli esseri umani la canalizzano. Quella musica non veniva da un songbook, non da un produttore e nemmeno da un insegnante. Veniva da quattro musicisti che la portavano in posti in cui non era mai stata. Avevo l’impressione che venisse da un altrove. Ecco perché i Led Zeppelin sono il più grande gruppo rock di sempre. Non poteva essere altrimenti.
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Robert Plant mentre registra "Black Country Woman" con gli Stones Mobile a Stargroves (casa di Mick Jagger), 1972.
"Durante la registrazione di
'Black Country Woman', Robert ha cantato la sua voce solista all'esterno in modo che potessimo ottenere l'effetto di non avere alcuna interferenza acustica. Tuttavia, proprio mentre stava per cantare, un aereo ha fatto un volteggio sopra le nostre teste. Sul mix finale sono rimasti entrambi i nostri commenti, 'E, che dire di quell'aereo allora ...?' e la sua limpida risposta 'no, lascialo ...' sono conservati per i posteri sull'album." - Eddie Kramer- Ingegnere del suono.
armonia, ascolto. sensibilità...la grande Musica non è fatta di note..è fatta di vibrazioni..quando le fai tue..sei al settimo cielo
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Robert Plant, sensualità hard rock
Un artista dal timbro unico, potente, graffiante e allo stesso tempo delicato, pervaso da una sensualità immortale, fortemente voluto da Jimmy Page per dare parole e voce alla musica del nascente hard rock dei Led Zeppelin
Plant, nel mentre, è comunque alle prese con una turbinosa serie di collaborazioni. Tra queste, quella con i Hobbstweedle, un gruppo folk rock che univa blues, elementi psichedelici e tematiche connesse a Il Signore degli Anelli di Tolkien, un’opera di cui è un grande appassionato. Ma presto, una realtà più concreta avrebbe bussato alla sua porta. È durante la prima metà del 1968 che il chitarrista Jimmy Page è alla ricerca di un cantante adatto al sound del suo nuovo gruppo. Page viene a sapere che ce n’è uno dal carisma impressionante e dalla voce estremamente blues. A Birmingham assiste a una performance di Robert, ne rimane così impressionato che gli propone di raggiungerlo nella sua abitazione galleggiante a Londra per parlare di un innovativo progetto musicale. I due trascorrono alcuni giorni immersi nell’ascolto di vecchi dischi blues e folk, si confrontano sul nuovo suono e sull’impatto che il rock avrebbe dovuto dare negli anni Settanta, e propongono idee senza riserve. Era l’inizio di un’incredibile alchimia che avrebbe portato ad una epocale collaborazione. Il 21 ottobre di quell’anno Plant diventa padre di Carmen Jane, e pochi giorni dopo, durante le sessioni di registrazione di Led Zeppelin I, sposa la sua compagna indiana Maureen Wilson. Una tranquillità completamente sconvolta dal clamoroso successo della band: vita on the road fatta di sregolatezza, acclamanti folle, trasgressioni, lussuose camere d’albergo devastate ed eccessi di ogni tipo.
Plant diventa un sex symbol senza precedenti, con le sue pose e i suoi atteggiamenti sfrontati al limite dell’osceno, con la sua voce dotata di un’unica e selvaggia sensualità, i suoi abiti aderenti e la sua lunghissima criniera di lucenti riccioli biondi. La sua carriera è impegnativa, lo costringe spesso ad allontanarsi da casa, ma non gli impedisce di coronare il sogno di Maureen e avere un secondo figlio nell’aprile del ‘71, Karac Pendragon.
Qualche anno più tardi per Robert arriva un’operazione alle corde vocali per via di alcuni noduli. Una battuta d’arresto che comporterà gravi ripercussioni sulla sua incredibile voce che, col passare del tempo cambia livello di estensione e timbrica. E ancora, altro brutto imprevisto nell’agosto del ’75 quando viene coinvolto, insieme alla sua famiglia e alla figlia di Page, in un incidente. La convalescenza e la riabilitazione di Plant, sulla sedia a rotelle, ritardano l’inizio del tour e condizionano le vendite del nuovo disco, a causa della poca promozione dal vivo e della generale debolezza delle composizioni. La caparbia volontà del frontman riceve il colpo di grazia il 26 luglio ’77, con la tragica notizia della prematura morte del piccolo Karac, forse per un’infezione. I Led Zeppelin cancellano la tournèe e Robert si chiude in sè stesso arrivando a meditare anche un ritiro dalle scene. Le sorti del gruppo restano in sospeso sino al maggio successivo, quando i componenti si riuniscono al Castello di Clearwell per discutere sul da farsi: nuove registrazioni verso fine ’78 e un nuovo tour. Un bel periodo coronato con l’avvio del 1979, che regala a Robert e Maureen la nascita di un altro figlio, Logan Romero.
Nonostante il doloroso scioglimento dei Led Zeppelin nel 1980, a seguito della morte di Bonham, Plant non ha mai smesso di fare musica. Lui che ha introdotto radicali innovazioni non solo nello stile ma anche nelle tecniche di scrittura dei testi e nelle tematiche trattate, con quell’intuitivo accostare testi oscuri e mistici a esoterismo e filosofia. E di questa fusione, i Led Zeppelin sono i primi artefici. Perché l’hard rock epico non si era ancora visto, e non era altro che il punto di partenza per quella corrente heavy ed epic metal che sarebbe arrivata nei decenni successivi.
Come in molti sanno, ogni membro dei Led Zeppelin si è identificato in un simbolo specifico. Quello di Plant è una piuma inscritta dentro un cerchio. Forse, rispetto a quelli scelti dai suoi compagni, il suo è il meno difficile da decifrare, perché offre una prima e chiara interpretazione: la scrittura. Più profondamente, i devoti al gruppo hanno scoperto un altro significato. È la piuma della dea Ma’at, la dea egizia della verità, dell’equilibrio, della legge, della giustizia e della moralità. La piuma si posava sul capo della dea e serviva per capire se l’anima del defunto sarebbe riuscita a raggiungere l’aldilà: il cuore, veniva posto su un piatto della bilancia, mentre sull’altro c’era, appunto, la piuma. Il risaputo interesse di Plant per l’esoterismo, lo ha condotto verso un simbolo presente ancora oggi nella sua vita da artista.
Un incredibile esponente del carisma e della sensualità emanati da una voce cambiata, vissuta, ma pur sempre fantastica.
https://www.formulapassion.it/passioni/robert-plant-una-sensualita-fatta-ad-hard-rock
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Perché i Led Zeppelin, uno dei gruppi rock più adorati di sempre, hanno esitato a concedere in licenza la loro musica? Una delle band più famose nella storia del rock and roll sono i Led Zeppelin. I Led Zeppelin dominarono l’industria musicale e conquistarono il cuore di molti giovani in tutto il mondo durante il loro apice tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Classici del rock come "Rock and Roll", "Stairway to Heaven" e "Immigrant Song" hanno consolidato la loro reputazione di gruppo prolifico che ha resistito alla prova del tempo. Non sorprende che numerosi produttori cinematografici e televisivi abbiano desiderato utilizzare le loro canzoni in progetti data la popolarità della loro musica. I membri dei Led Zeppelin sono stati storicamente riluttanti a soddisfare queste richieste per una serie di ragioni importanti.
La band non solo ha venduto milioni di dischi grazie al carisma e all'abilità vocale di Plant, ma è diventata anche una band dal vivo altamente redditizia grazie ai metodi chitarristici creativi e dinamici di Page. Migliaia di persone li hanno visti suonare in spettacoli esauriti a causa del fascino di Plant. I Led Zeppelin erano il prototipo della rock band durante il suo periodo di massimo splendore ed erano più conosciuti della maggior parte delle persone. La band possedeva anche un aereo privato che chiamavano The Starship! Nel gennaio 1969 fu pubblicato l'album di debutto omonimo degli Zeppelin. Il disco, che ebbe un buon successo commerciale, fece conoscere il suono degli Zeppelin in tutto il mondo. Aiutò la band a guadagnare notorietà mentre scalava le classifiche rock negli Stati Uniti e nel Regno Unito. "Led Zeppelin II" fu l'album che venne dopo; è stato rilasciato nell'ottobre dello stesso anno. Nel secondo album del gruppo, sono state incluse canzoni come "Whole Lotta Love" e "Living Loving Maid (She's Just A Woman)". L'album era più popolare del primo della band e raggiunse il numero 1 negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Pubblicato nell'ottobre del 1970, "Led Zeppelin III" presentava la classica canzone "Immigrant Song" come traccia di apertura. L'album, come i suoi predecessori, entrò bene nelle classifiche e venne riconosciuto come uno dei migliori dei Led Zeppelin. Il gruppo pubblicò un album senza titolo nel novembre 1971; ora è conosciuto come “Led Zeppelin IV”. ha ottenuto buoni risultati nelle classifiche ed è diventato uno dei migliori dei Led Zeppelin. Il gruppo pubblicò un album senza titolo nel novembre 1971; ora è conosciuto come “Led Zeppelin IV”. ha ottenuto buoni risultati nelle classifiche ed è diventato uno dei migliori dei Led Zeppelin. Il gruppo pubblicò un album senza titolo nel novembre 1971; ora è conosciuto come “Led Zeppelin IV”.
L'album, che includeva standard come "Stairway to Heaven", "Rock and Roll" e "Black Dog", finì per diventare il lavoro più venduto del gruppo. Nonostante il fatto che lo stesso Robert Plant non sia in grado di articolare il significato preciso della canzone, "Stairway to Heaven" è diventata la melodia caratteristica dei Led Zeppelin. "Led Zeppelin III" è stato acclamato dalla critica come uno degli album più belli del 20° secolo. Anche in un sondaggio tra i lettori condotto da Rolling Stone, "Led Zeppelin IV" è risultato il miglior album dei Led Zeppelin con un'ampia maggioranza. Nel marzo 1973 debuttò "House of the Holy", portando con sé canzoni come "The Song Remains the Same" e "The Rain Song". Ha venduto oltre 10 milioni di copie ed è stato inserito nella lista dei 500 migliori album di sempre stilata da Rolling Stone. Seguì “Physical Graffiti” nel febbraio 1975. L'album ha venduto più di 8 milioni di copie e ha debuttato al numero 1 sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. "Presence", il settimo album dei Led Zeppelin, fu pubblicato nel marzo del 1976. Nonostante il successo economico, l'album ottenne solo recensioni mediocri e non fu così apprezzato come i suoi predecessori. L'ultimo album del gruppo, "In Through the Out Door", fu pubblicato nell'agosto del 1979. Fu un enorme successo e raggiunse il numero 1 in diverse classifiche straniere.
L'album, che includeva canzoni come "Fool in the Rain" e "In the Evening", servì come forte conclusione del gruppo prima del loro scioglimento nel 1980. Perché i Led Zeppelin sono contrari al leasing della loro musica? I restanti membri della band, Robert Plant, Jimmy Page e John Paul Jones, sono stati spesso riluttanti a concedere il permesso di utilizzare la loro musica in film e serie televisive. Sebbene i dettagli della loro obiezione siano sconosciuti, si può presumere che fossero riluttanti per il desiderio di preservare la loro eredità e il loro corpo di lavoro. Durante gli anni di attività della band, Plant e Page, entrambi perfezionisti, hanno dedicato il loro cuore e la loro anima alla creazione di musica per i Led Zeppelin ed erano consapevoli del significato del loro lavoro per i numerosi seguaci della band in tutto il mondo. Col passare del tempo, i Led Zeppelin sono stati più ricettivi nel concedere in licenza la loro musica. Durante la pre-produzione della commedia classica del 2003 School of Rock, Jack Black ha inviato un video di supplica ai Led Zeppelin chiedendo il permesso di utilizzare "Immigrant Song" nel film. Sapendo come il film avrebbe potuto presentare il loro lavoro a una nuova generazione, Plant, Page e Jones hanno dato la loro benedizione. Plant era contento che avessero preso la decisione di lasciare che "Immigrant Song" fosse a School of Rock.
“Quindi dallo ai bambini, è fantastico. Voglio dire, Jack Black ha capito bene”, ha spiegato Plant. School of Rock è stato tra i primi successi a campionare la musica dei Led Zeppelin nel 21° secolo. Secondo Screen Rant, il classico degli anni '80 Fast Times at Ridgemont High presentava "Kashmir". Uno dei primi film ad alto budget del ventunesimo secolo a utilizzare la colonna sonora dei Led Zeppelin è stato School of Rock. Secondo Screen Rant, la canzone "Kashmir" è stata inclusa nel classico degli anni '80 Fast Times at Ridgemont High. La grande scommessa, American Hustle, Shrek terzo, Silver Linings Playbook, Arthur: Legend of the Sword e molti altri film hanno utilizzato una canzone dei Led Zeppelin. La band è stata più aperta a concedere in licenza la propria musica, anche se è costato denaro. È noto che i Led Zeppelin esercitano un certo controllo creativo su come le sue canzoni vengono utilizzate nelle produzioni, oltre a chiedere un compenso considerevole a carico dei produttori cinematografici e televisivi che desiderano utilizzare una delle loro canzoni. Secondo il Los Angeles Times, il prezzo di licenza dei Led Zeppelin sarebbe a sette cifre. Rispetto ai costi del film, questo è piuttosto costoso. È noto che i produttori di film e programmi televisivi stabiliscono un legame con la band prima di chiedere il permesso e poi di mostrare come una canzone dei Led Zeppelin potrebbe influenzare il loro particolare progetto. Fortunatamente per i produttori, Plant, Page e Jones sono stati più ricettivi alla comunicazione, anche se i Led Zeppelin continuano a essere ferocemente protettivi nei confronti della loro produzione creativa. secondo il Los Angeles Times. Rispetto ai costi del film, questo è piuttosto costoso. È noto che i produttori di film e programmi televisivi stabiliscono un legame con la band prima di chiedere il permesso e poi di mostrare come una canzone dei Led Zeppelin potrebbe influenzare il loro particolare progetto. Fortunatamente per i produttori, Plant, Page e Jones sono stati più ricettivi alla comunicazione, anche se i Led Zeppelin continuano a essere ferocemente protettivi nei confronti della loro produzione creativa. secondo il Los Angeles Times. Rispetto ai costi del film, questo è piuttosto costoso. È noto che i produttori di film e programmi televisivi stabiliscono un legame con la band prima di chiedere il permesso e poi di mostrare come una canzone dei Led Zeppelin potrebbe influenzare il loro particolare progetto. Fortunatamente per i produttori, Plant, Page e Jones sono stati più ricettivi alla comunicazione, anche se i Led Zeppelin continuano a essere ferocemente protettivi nei confronti della loro produzione creativa.
https://ps5storage.com/why-do-led-zeppelin-seem-to-be.../...
John Bonham
Facciamo qualche esempio tecnico: la mano di John Bonham parte con l’essere di piuma e può arrivare a essere di ferro, che tradotto significa possedere una padronanza dinamica – cioè il controllo dello strumento – fuori dal comune. Si dice che di solito i batteristi rock siano “pesanti” e quelli jazz “leggeri“: Bonham riesce a essere entrambe le cose insieme ed è uno spettacolo, sia nei celeberrimi assoli dal vivo (che a volte duravano delle mezz’ore) sia nell’accompagnamento in studio dei pezzi zeppeliniani. Il tutto rendendo le sue linee piacevoli da ascoltare, mai monotone o scontate; e allo stesso tempo sempre sintonizzate con le melodie. Anche in brani cosiddetti “minori” dei Led Zeppelin, Bonzo riesce a inventarsi un ritmo che rende interessante l’intera composizione. Inarrivabile. Nessuno ci è riuscito meglio di lui: ed è molto vasta la rosa dei batteristi rock validi. Una parte di Moby Dick la suona a mani nude. Four Sticks viene eseguita con 4 bacchette, 2 per mano, in ritmo dispari: 5/4. Si è ispirato alla musica jazz e funky, traendo e personalizzando il tutto con versatilità e potenza d’esecuzione. Si è studiato i soli di Buddy Rich ed è stato un grande estimatore del sound dei dischi Motown, che insieme al blues hanno rappresentato la sua scuola. Da lì ha tratto tutto ciò che serviva al suo di suono, arricchito da una spiccata creatività, e dagli effetti “magici” del produttore Page che ha sempre tenuto sotto controllo i suoni di tutti gli album della band. Avvantaggiato nella composizione dalla presenza di John Paul Jones, bassista ancora oggi tra i migliori ed eclettici al mondo, usava spesso lo stile shuffle, quello jazz – basato su terzine – alternato con lo stile “dritto” in ottavi – in uso nell’hard rock – riuscendo a rendere il tutto magicamente coerente.
Il set della micidiale batteria Ludwig era composto da misure “grandi“, non a caso le stesse di Buddy Rich, ma con una diversa finitura: tom da 13″, timpani da 16″ e 18″, cassa sempre chiusa davanti (per sfruttarne la dinamica e aumentare la corposità del suono) da 26″ e piatti Paiste giganti a corroborare il tutto. Portò inoltre in auge il modello Vistalite, batteria in plexiglass trasparente nel suo caso colorata in arancio. Impressionante gong sullo sfondo.
John Bonham rimane lì, sui vinili, immortalato per sempre. Artefice e testimone di un tempo in cui lo scopo era lavorare sulla sperimentazione senza curarsi troppo del genere musicale. Sfondare sì, ma basandosi sull’idea – ardua e pregevole – di miscelare le proprie influenze creando opere capaci di emozionare e di sopravvivere all’infinito. Dovevi essere più creativo che robotico, bravo a sceglierti una band che aiutava a sviluppare idee e stili piuttosto che offuscarli. Perchè coi metodi odierni, al di là della tecnologia, i vari “John Bonham” sono praticamente estinti.
https://youtu.be/r9-42mu1D9Y
Bonzo era un genio, e la sua creatività era in ogni singola cannonata sparata sulle pelli, anche la più semplice. In ogni canzone dei Led Zeppelin c’era il suo calcolo, e la sua potenza era degna di nota anche nei fraseggi più semplici. Anche in Kashmir, per esempio, pur mancando le classiche terzine, John Bonham riuscì a rendere inconfondibile il suo tocco pur rimanendo nei canonici 4/4.
Dazed And Confused (1969)
In Dazed And Confused si percepisce, se ascoltiamo bene, la brama di John Bonham nel picchiare duro per tutto il brano. I suoi riff si interrompono nelle strofe per poi esplodere in terzine e cavalcate nel ritornello e nello special. Quando il blues incontrava Bonzo, il blues diventava di Bonzo.
Good Times Bad Times (1969)
Ignorare Good Times Bad Times nell’elenco delle migliori performance di John Bonham sarebbe da criminali. Il suo groove esplode nei contraccolpi della grancassa dimostrando che Bonzo non aveva bisogno del doppio pedale o del doppio kick. Come singolo di debutto dei Led Zeppelin, Good Times Bad Times fece sì che la band britannica dettasse legge dall’esordio.
Moby Dick (1969)
Jimmy Page assistette agli esercizi di Bonzo e decise di incanalarli verso un inedito. Nacque così Moby Dick con il monumentale assolo di John Bonham suonato anche senza le bacchette.
Whole Lotta Love (1969)
Whole Lotta Love non è soltato l’iconico riff di Jimmy Page: il singolo gode della presenza di Bonham a partire dal primo colpo di rullante che apre la strada al ritornello. Non dimentichiamo, inoltre, lo special in cui Bonzo lavora sui ride e sul charlie creando un vero e proprio amplesso sonoro.
Fool In The Rain (1979)
Fusion, ghost notes, jazz e un pizzico di caraibico rendono Fool In The Rain l’ultima tra le migliori performance di John Bonham, consacrandolo a rivoluzionario del mondo batteristico del rock.
Black Dog,è un discorso a parte..
Il brano, di base, è strutturato in tre parti, con due mini varianti e assolo:
A - motivo cantato da Plant senz’alcun accompagnamento, poi risposta della band con il celebre riff di Page (la parte A2 è una variante di A con Plant “psichedelico”)
B - Innesto altro riff (variante del primo e ripresa del primo)
C - Apertura della band, accordo e mini interventi chitarra e Plant. (C2 variante di C con accordi e Plant)
Poi l'assolo di Page sulla parte C2
La forma è la seguente:
(A A A B C)
(A A A2 C2)
(A A A B C)
(A A A2 C2 con assolo chitarra)
Il linguaggio è prettamente rock-blues: pochi e semplicissimi suoni, timbri crudi; note, per il cantato e il riff, basate sulla scala pentatonica (con cromatismo di settima maggiore); pochissimi accordi (bicordi raddoppiati di quinta e maggiori) e impiantati sulla scala pentatonica LA-DO-RE-SOL/MI.
Ciò che caratterizza questo brano è la metrica e la sincope ritmica di Bonham nella parte A e la ritmica del riff nel B, il resto è semplicissimo e convenzionale.
Il pezzo è in tempo medio (circa 81 bpm), la parte A (solo cantato) è costituita da due misure: 4/4+5/4 (dal vivo di solito ne facevano due di 4/4), il riff entra in controtempo di semicroma sull’ultimo quarto di questo (si percepiscono le bacchette-metronomo di Bonham), per poi estendersi per due battute 4/4+2/4+1/8 (in totale 13/8).
Bonham da par suo non entra con la cassa sul battere ma sul levare, generando ancor più asimmetria e straniamento: soluzioni tanto semplici quanto efficaci.
Nella parte B il riff è la trasposizione, una quarta discendente, dell’attacco del riff A (le prime sette note), innescando così un mini ciclo lungo 9/16 che si sovrappone per tre volte al semplicissimo e drittissimo 4/4 di Bonham. Da qui una sensazione di movimento particolare.
l’intro di batteria di uno dei loro pezzi più celebri: Rock and Roll
Sembra una veloce (circa 172 bpm) ma elementare tirata di batteria charleston-rullante che lancia il tipico riff rock&roll; ma così non è. Infatti, anche un capace musicista a tutta prima (e probabilmente anche dopo) non comprende quando inizia il pezzo (peraltro il riff di chitarra è in levare); è sempre sorprendente. Ha un codice particolare, enigmatico… Dunque se non lo si comprende, addirittura non si riesce a iniziare correttamente il brano.
La metrica complessiva dell’intro di Bonham è di 35/8, e il ritmo è interamente dispari. La pura suddivisione (data dagli accenti) quindi in ottavi (crome) è: 3+5/3+5/3+4/3+2+2/+5
La più coerente coagulazione metrica in quarti è: 4/4 + 4/4 + 4/4 + 3/4 + 5/8. La sua fondamentale pulsazione accentuale è battere dell’1-levare del 2/ battere 1-levare 2/ battere 1-levare 2-levare 4/ battere 2 e 3 + 5/8.
Se lo si “sente” a tempo tagliato, ovvero a metà e quindi con una scansione di movimento d’agevolissima velocità (86 bpm), la morfologia ritmica si manifesta più chiaramente in un (quasi ortodosso) groove afro-cubano di metrica dispari: la prima parte in 4/4 con pattern di derivazione montuno; la seconda di 3/4+1/8 (7/8) di un clave con appresso la coda di 5/16 di lancio, una mini rullata per l’entrata. Ciò non vuol dire necessariamente che Bonham abbia voluto consapevolmente suonare un compendio alterato dei classici pattern afro-cubani (e perché no!), ma che di fatto è così.
Addirittura qualcuno può pensare che questa introduzione sia una sorta di casualità in studio, bè, farebbe un torto a Bonham e compagni e a molto del Rock più alto, che non di rado dispensa ponderate raffinatezze (anche armoniche e melodiche), dando così purtroppo ragione a chi considera il Rock solo terreno per musicisti barbari e inetti.
A ulteriore conferma della pianificazione, in tutte le versioni dal vivo di Rock And Roll è presente la stessa introduzione. E dai video a disposizione si nota che i LZ entrano correttamente senza guardarsi, fare cenni ecc.: semplicemente conoscono il complesso codice musicale e si sincronizzano nella sua aritmetica.
Viva il grande Rock. Viva i Led Zeppelin. Viva John Bonham.
(Peraltro questo ritmo di Bohnam è parente a quello notevole presente nella versione di “Keep A-Knockin'” di Little Richard di 15 anni prima, ma quello suonato dal batterista Charles Connor ha una conformazione ritmico-metrica alquanto diversa, essendo un rapidissimo shuffle, quindi con andamento terzinato, con due movimenti “fuori” che lanciano le quattro misure di 4/4 con tre sincopi: è altra cosa rispetto a quello binario e ricorsivamente dispari di Bonham.)
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