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https://www.facebook.com/notes/649428815767510/
le storie dietro delle foto perle rare
Festival internazionale del pop del Texas, Lewisville, Texas. Il 31 agosto 1969.
Quante altre volte (incl. Suzie Q / The Hunter / The Lemon Song / Boogie / All Shook Up)
incredibile..performance da oscar
1969-01-31 - New York, New York Fillmore East They are the opening act for Iron Butterfly..
1969 How Many More Times
performance da..urlo...da non perdere✌️❤️..e in una..siamo oltre ogni limite..non riuscirete ad immaginare...che cosa fà sul palco..purtroppo non si vede..ma si sente..e si sente bene eccome
non perdetele assolutamente..
vi dò un indizio..una versione "particolare" molto particolare
di How Many More Times 1969...
altri filmati sempre stessa canzone e stesso live..
1969-05-27 - Boston, Massachusetts
1969-05-30 - New York, New York Great show
1969-05-30 - New York, New York
1969-01-31 - New York, New York
1969-01-31 - New York, New York Fillmore East
Led Zeppelin - Keith Moon On Stage (Los Angeles 1977) (Rare Film Series)
Keith Moon joins Led Zeppelin on stage in Los Angeles in 1977
*RARE LOST SONG* Led Zeppelin: Untitled Drum Track non è proprio una canzone, ma appartiene a una canzone di cui nessuno sa nulla. È stato registrato per In Through the Out Door in studio, il che significa che Jimmy ce l'ha da qualche parte. Tutto ciò che abbiamo per questa canzone, però, è la traccia di batteria, i sintetizzatori di JPJ all'inizio e qualche chitarra che sanguina nel mix di tanto in tanto.
non è proprio una canzone, ma appartiene a una canzone di cui nessuno sa nulla. È stato registrato per In Through the Out Door in studio, il che significa che Jimmy ce l'ha da qualche parte. Tutto ciò che abbiamo per questa canzone, però, è la traccia di batteria, i sintetizzatori di JPJ all'inizio e qualche chitarra che sanguina nel mix di tanto in tanto.
Led Zeppelin Japan 1971 (8mm film) RARe
Brief patches in Rock and Roll synced to 1975.02.07.
Led Zeppelin - 1975.02.08 Philadelphia - 8mm film
Led Zeppelin - 1971.08.22 LA - 8mm film
Led Zeppelin - 1969.08.31 Texas Pop Festival - 16mm film
31 agosto 1969
Lewisville, TX negli Stati Uniti
Festival pop internazionale del Texas
Gli Zeppelin concludono il loro tour estivo negli Stati Uniti.
Stampa: L'avanguardia di circa 100.000 fan del rock era già accampata venerdì nel vasto parco federale intorno al bacino idrico di Garza-Litlle Elm vicino a Lewisville, in Texas. Il parco è vicino al Dallas International Motor Speedway, dove oggi si apre un festival di tre giorni. Tra le attrazioni del festival del Texas c'erano Janis Joplin, Herbi Mann, Led Zeppelin, Johnny Winter e Tony Joe White.
Led Zeppelin: Badgeholder Blues - The Best of LA 77 on Video (Trailer
Prova di Carouselambra, con il titolo provvisorio The Epic, al Castello di Clearwell nel 1978. Da quanto si sa, questa è la prima canzone che è stata provata per In Through the Out Door.
Played once during the 1980 Tour Over Europe. This was part of the encore in the June 30th show in Frankfurt, Germany. It features Atlantic vice president Phil Carson joining the band to play bass while Jonesy played piano.
Ha suonato una volta durante il Tour Over Europe del 1980. Questo faceva parte del bis dello spettacolo del 30 giugno a Francoforte, in Germania. Presenta il vicepresidente di Atlantic Phil Carson che si unisce alla band per suonare il basso mentre Jonesy suonava il piano.
*RARE SONG* Led Zeppelin: It'll Be Me (With Mick Ralphs of Bad Company) Cover della canzone scritta da Jack Clement nel 1957, con un tocco classico degli Zeppelin. I Led Zeppelin hanno suonato questa canzone solo due volte durante il tour del 1977, questa versione ha una qualità immensamente migliore. https://youtu.be/6ev7FLnXD2k
*RARE SONG* Led Zeppelin: It'll Be Me (With Mick Ralphs of Bad Company)
Cover della canzone scritta da Jack Clement nel 1957, con un tocco classico degli Zeppelin. I Led Zeppelin hanno suonato questa canzone solo due volte durante il tour del 1977, questa versione ha una qualità immensamente migliore.
Questa fu registrata quando la band iniziò a provare per In Through The Out Door, al Castello di Clearwell nel maggio 1978. Alcuni dicono che questa canzone "suona come la sezione iniziale di un capolavoro epico non portato al compimento".
Questa fu registrata quando la band iniziò a provare per In Through The Out Door, al Castello di Clearwell nel maggio 1978. Alcuni dicono che questa canzone "suona come la sezione iniziale di un capolavoro epico non portato al compimento".
Led Zeppelin - Nut Rocker (Live in Cleveland, April 28, 1977)
Questo è uno snippet di No Quarter. Di tanto in tanto, la band faceva una jam su Nut Rocker, una versione di "March of the Toy Soldiers" di Tchaikovsky da The Nutcracker Suite, durante la metà di No Quarter nel tour americano del 1977. Questa versione è tratta da uno dei miei 77 programmi preferiti: la seconda notte a Cleveland, Ohio. Una performance decisamente migliore rispetto al più famoso concerto dei Destroyer della notte precedente.
Il 20 settembre del 1968, Robert Plant, John Bonham, Jimmy Page e John Paul Jones si recano presso gli Olympic Studios di Londra per iniziare le registrazioni del loro primo album. Il debut sulla cui copertina il dirigibile in fiamme che ‘racconta’ il disastro di Hindenburg. Le registgra
Le sessioni si sono svolte prima che il gruppo si fosse assicurato un contratto discografico (la band si presentò all’Atlantic con i nastri in mano, senza chiedere del denaro prima di entrare in studio – parola di Jimmy Page) e sono durate 36 ore, nell’arco di alcune settimane. Uno dei motivi principali del breve tempo di registrazione è dato dal fatto che il materiale selezionato per l’album era stato ben preparato e pre-organizzato dalla band durante il tour scandinavo, quando ancora i quattro non si chiamavo Led Zeppelin. Le registrazioni sono state pagate direttamente dallo stesso Page, che aveva una certa esperienza con il music business per via della sua precedete militanza negli Yarbirds, e dal manager dei Led Zeppelin, Peter Grant, e sono costate 1.782 sterline (equivalenti a 29.546 sterline nel 2019). Sono stati prodotti da Page…
Il resto… è ormai storia!!!
Led Zeppelin: Nut Rocker [MSG 1977]
Played June 7th, 1977, in No Quarter
Prominently featured in a competing "lost song" collection
Led Zeppelin - Live in Long Beach, CA - March 12, 1975 (
Up until recently, the majority of this show was only available in a rather distorted and overloaded audience recording. However, recently, a new source popped up that is much better. It's a tad bass heavy but still very listenable. This has been patched with the previously mentioned distorted source, along with an outstanding third source taped by the legendary Mike Millard. Unfortunately, due to a traffic accident, Millard was only able to capture Stairway and the encores. Still, by mixing these sources, the entire show has been preserved very well, with mostly excellent sound quality. This is easily one of the best shows of 1975. The energy is high right from the start and stays high for all three hours. Page is on fire, and Plant actually sounds pretty decent for this period. Unfortunately, I had to leave off Stairway in order to avoid a copyright claim. To my knowledge, this three source mix is not on YouTube, so here it is. Here's a guide to the songs and which source encompasses which song:
Fino a poco tempo fa, la maggior parte di questo spettacolo era disponibile solo in una registrazione del pubblico piuttosto distorta e sovraccarica. Tuttavia, recentemente, è apparsa una nuova fonte che è molto migliore. I bassi sono un po' pesanti ma sono comunque molto ascoltabili. Questo è stato corretto con la fonte distorta menzionata in precedenza, insieme ad una terza fonte eccezionale registrata dal leggendario Mike Millard. Sfortunatamente, a causa di un incidente stradale, Millard è riuscito a catturare solo Stairway e i bis. Tuttavia, mescolando queste fonti, l'intero spettacolo è stato preservato molto bene, con una qualità del suono per lo più eccellente. Questo è senza dubbio uno dei migliori spettacoli del 1975. L'energia è alta fin dall'inizio e rimane alta per tutte e tre le ore. La pagina è in fiamme e Plant suona davvero abbastanza bene per questo periodo. Sfortunatamente, ho dovuto interrompere Stairway per evitare un reclamo sul copyright. Per quanto ne so, questo mix di tre fonti non è su YouTube, quindi eccolo qui. Ecco una guida alle canzoni e quale fonte comprende quale canzone:
0:00 Intro *** 1:34 Rock and Roll *** 5:25 Sick Again *** 11:39 Over The Hills And Far Away *** 19:39 In My Time Of Dying *** 31:39 The Song Remains The Same (False Start) *** 33:10 The Song Remains The Same *** 38:25 The Rain Song *** 46:56 Kashmir *** 56:59 No Quarter *** 1:21:02 Trampled Under Foot *** 1:29:08 Moby Dick *** 1:46:34 Dazed And Confused ***/* 2:19:42 Whole Lotta Love (incl. The Crunge) ** 2:27:34 Black Dog ** 2:33:04 Audience Sound *** 2:39:25 Heartbreaker *** * - Source 1 (Long source) ** - Source 2 (Mike Millard source) *** - Source 3 (New source)
Led Zeppelin - In My Time Of Dying - Long Beach 03-12-1975 Part 4
Led Zeppelin 1975-03-12 Long Beach Arena CA
In My Time Of Dying
01. Intro-Rock and Roll
02. Sick Again
03. Over The Hills And Far Away
04. In My Time Of Dying
05. The Song Remains The Same
06. The Rain Song
07. Kashmir
08. No Quarter
09. Trampled Underfoot
10. Moby Dick
11. Dazed & Confused
12. Stairway To Heaven
13. WHole Lotta Love(Featuring The Crunge)
14. Black Dog
15. Heartbreaker
One of the best, most visceral shows of 1975! The sound is crisp and bassy and really adds to the show. The opening string of numbers is brutal and fast and this may be one of the best versions of No Quarter ever! It is savage and the improvisations are excellent. In My Time Of Dying was dedicated to Bob Dylan: "An old work song. A long time before Mr Zimmerman listened to it in the Village back in the Sixties." The reason why The Song Remains The Same was repeated is that Jimmy Page broke a string. Trampled Underfoot moves like nobody's business and Dazed And Confused, dedictaed tonight to Roy Harper (:Wherever you are Roy, don't stay in thatstate too long!"), is a glorious 1975 version in full flight. An exquisite Stairway To Heaven closes the show and the relentless and surprising inclusions in the encores end a show that seems leagues ahead of the sluggishness of just the night before!
The band's second night in Long Beach begins with a brief soundcheck before Rock and Roll explodes into motion. Page blazes through the guitar solos during a blistering Sick Again. He hints at White Summer briefly at the beginning of Over the Hills and Far Away. In My Time of Dying is devastatingly heavy. Page's guitar cuts out at the beginning of The Song Remains the Same, causing the band to stop playing and start over after a short pause. Bonzo hammers at his drums with incredible intensity as Page's fingers tear across the fretboard at lightning speed. A fantastically epic Kashmir is dedicated to "anybody who got divorced today." The walls of the arena quake under the power of the band's thunderous attack. An excellent performance, one of the best thus far.
No Quarter is preceded by a haunting electric piano introduction. Page solos wildly as Bonzo and Jones explore an upbeat jazzy rhythm during the outstanding instrumental section. A truly amazing performance. Unfortunately, the song is cut during the final verse. Page shreds frantically through the guitar solo during a frenzied Trampled Underfoot. Plant introduces Dazed and Confused as "the first climax that we reached together" before dedicating the song to an absent Roy Harper. The Woodstock interlude is brutally heavy. The band is absolutely on fire during the guitar solo/workout section. Bonzo thrashes wildly at anything within reach as Page erupts in a furious cascade of notes. The relentless sonic assault threatens to destroy the taper's equipment. The frenzy reaches its peak with the explosive outro jam. A phenomenal performance, one of the best thus far.
Before Stairway to Heaven, Plant tells the crowd "the vibes are really good tonight, they're better than last night... too many reds," adding "by the time we get to The Forum, we should be sky high!" Page delivers a fantastic guitar solo, one of the best in recent memory. As the band returns to the stage, Plant leads the crowd in a Happy Birthday sing-along in honor of their attorney Steve Weiss. The funky theramin freakout during Whole Lotta Love features an excellent rendition of Licking Stick-Licking Stick in addition to the usual The Crunge interlude. Plant is in top form during a riotous Black Dog. Heartbreaker features an outstanding I'm a Man blues interlude between the guitar solos. A truly amazing performance. Must hear.
Uno degli spettacoli migliori e più viscerali del 1975! Il suono è nitido e basso e aggiunge davvero valore allo spettacolo. La serie di numeri di apertura è brutale e veloce e questa potrebbe essere una delle migliori versioni di No Quarter di sempre! È selvaggio e le improvvisazioni sono eccellenti. In My Time Of Dying è stata dedicata a Bob Dylan: "Una vecchia canzone di lavoro. Molto tempo prima che il signor Zimmerman la ascoltasse al Village negli anni Sessanta". Il motivo per cui The Song Remains The Same è stato ripetuto è che Jimmy Page ha rotto una corda. Trampled Underfoot si muove come nessuno è affare di nessuno e Dazed And Confused, dedicato stasera a Roy Harper (:Ovunque tu sia Roy, non restare in quello stato troppo a lungo!"), è una gloriosa versione del 1975 in pieno volo. Chiude una squisita Stairway To Heaven lo spettacolo e le implacabili e sorprendenti inclusioni nei bis concludono uno spettacolo che sembra molto più avanti della lentezza della sera prima!
La seconda serata della band a Long Beach inizia con un breve soundcheck prima che il Rock and Roll esploda. Page divampa negli assoli di chitarra durante una violenta Sick Again. Accenna brevemente a White Summer all'inizio di Over the Hills and Far Away. In My Time of Dying è tremendamente pesante. La chitarra di Page si interrompe all'inizio di The Song Remains the Same, facendo sì che la band smetta di suonare e ricominci da capo dopo una breve pausa. Bonzo martella sulla sua batteria con incredibile intensità mentre le dita di Page sfrecciano sulla tastiera alla velocità della luce. Un Kashmir straordinariamente epico è dedicato a "tutti coloro che hanno divorziato oggi". Le pareti dell'arena tremano sotto la potenza del fragoroso attacco della banda. Un'ottima prestazione, una delle migliori finora.
No Quarter è preceduto da un'inquietante introduzione di pianoforte elettrico. Page assolo sfrenati mentre Bonzo e Jones esplorano un ritmo jazzistico ottimista durante l'eccezionale sezione strumentale. Una prestazione davvero sorprendente. Sfortunatamente, la canzone viene tagliata durante la strofa finale. Page distrugge freneticamente l'assolo di chitarra durante una frenetica Trampled Underfoot. Plant presenta Dazed and Confused come "il primo climax che abbiamo raggiunto insieme" prima di dedicare la canzone all'assente Roy Harper. L'intermezzo di Woodstock è brutalmente pesante. La band è assolutamente in fiamme durante la sezione di assolo di chitarra/allenamento. Bonzo si scaglia selvaggiamente contro qualsiasi cosa gli capiti a tiro mentre Page esplode in una furiosa cascata di note. L'implacabile assalto sonoro minaccia di distruggere l'attrezzatura del cono. La frenesia raggiunge il suo apice con l'esplosiva jam outro. Una performance fenomenale, una delle migliori finora.
Prima di Stairway to Heaven, Plant dice al pubblico "le vibrazioni sono davvero buone stasera, sono migliori di ieri sera... troppi rossi", aggiungendo "quando arriviamo al Forum, dovremmo essere alle stelle!" Page offre un fantastico assolo di chitarra, uno dei migliori degli ultimi tempi. Mentre la band torna sul palco, Plant guida il pubblico in un canto di buon compleanno in onore del loro avvocato Steve Weiss. Il funky freak-theramin durante Whole Lotta Love presenta un'eccellente interpretazione di Licking Stick-Licking Stick oltre al consueto interludio di The Crunge. La pianta è al top della forma durante uno sfrenato Black Dog. Heartbreaker presenta un eccezionale intermezzo blues di I'm a Man tra gli assolo di chitarra. Una prestazione davvero sorprendente. Devo sentire.
Led Zeppelin - Live in Long Beach, CA 1975 (Rare Film Series)
Led Zeppelin - Live in Long Beach, CA - March 12, 1975 (Three Source Mix)
Up until recently, the majority of this show was only available in a rather distorted and overloaded audience recording. However, recently, a new source popped up that is much better. It's a tad bass heavy but still very listenable. This has been patched with the previously mentioned distorted source, along with an outstanding third source taped by the legendary Mike Millard.
Unfortunately, due to a traffic accident, Millard was only able to capture Stairway and the encores. Still, by mixing these sources, the entire show has been preserved very well, with mostly excellent sound quality.
This is easily one of the best shows of 1975. The energy is high right from the start and stays high for all three hours. Page is on fire, and Plant actually sounds pretty decent for this period. Unfortunately, I had to leave off Stairway in order to avoid a copyright claim.
To my knowledge, this three source mix is not on YouTube, so here it is. Here's a guide to the songs and which source encompasses which song:
Led Zeppelin - Live in Long Beach, CA - 12 marzo 1975 (Three Source Mix)
Fino a poco tempo fa, la maggior parte di questo spettacolo era disponibile solo in una registrazione del pubblico piuttosto distorta e sovraccarica. Tuttavia, recentemente, è apparsa una nuova fonte che è molto migliore. I bassi sono un po' pesanti ma sono comunque molto ascoltabili. Questo è stato corretto con la fonte distorta menzionata in precedenza, insieme ad una terza fonte eccezionale registrata dal leggendario Mike Millard.
Sfortunatamente, a causa di un incidente stradale, Millard è riuscito a catturare solo Stairway e i bis. Tuttavia, mescolando queste fonti, l'intero spettacolo è stato preservato molto bene, con una qualità del suono per lo più eccellente.
Questo è senza dubbio uno dei migliori spettacoli del 1975. L'energia è alta fin dall'inizio e rimane alta per tutte e tre le ore. La pagina è in fiamme e Plant suona davvero abbastanza bene per questo periodo. Sfortunatamente, ho dovuto interrompere Stairway per evitare un reclamo sul copyright.
Per quanto ne so, questo mix di tre fonti non è su YouTube, quindi eccolo qui. Ecco una guida alle canzoni e quale fonte comprende quale canzone:
0:00 Intro ***
1:34 Rock and Roll ***
5:25 Sick Again ***
11:39 Over The Hills And Far Away ***
19:39 In My Time Of Dying ***
31:39 The Song Remains The Same (False Start) ***
33:10 The Song Remains The Same ***
38:25 The Rain Song ***
46:56 Kashmir ***
56:59 No Quarter ***
1:21:02 Trampled Under Foot ***
1:29:08 Moby Dick ***
1:46:34 Dazed And Confused ***/*
2:19:42 Whole Lotta Love (incl. The Crunge) **
2:27:34 Black Dog **
2:33:04 Audience Sound ***
2:39:25 Heartbreaker ***
* - Source 1 (Long source)
** - Source 2 (Mike Millard source)
*** - Source 3 (New source)
Bootleg: "Old School" 3 source mix (David E.)
Led Zeppelin -The Crunge - Long Beach 03-12-1975 Part 13
Led Zeppelin -The Crunge - Long Beach 03-12-1975 Part 13
Money (That's What I Want) - Led Zeppelin
Dal concerto del 30 giugno 1980 a Francoforte, in Germania
Hanno suonato solo una volta durante il Tour Over Europe del 1980. Questo faceva parte del bis dello spettacolo del 30 giugno a Francoforte, in Germania. Presenta il vicepresidente di Atlantic Phil Carson che si unisce alla band per suonare il basso mentre Jonesy suonava il piano.
Led Zeppelin – La storia del Rock passa da qui
RIPERCORRIAMO IL LUNGO VOLO DEL DIRIGIBILE DI JIMMY PAGE, ROBERT PLANT & C. LUNGO LE ROTTE DI UN SOUND TANTO APPARENTEMENTE DERIVATIVO QUANTO DETERMINANTE PER LA SUCCESSIVA EVOLUZIONE DEL ROCK “DURO”. LIVE INCENDIARI, DUECENTO MILIONI DI DISCHI VENDUTI PER I LED ZEPPELIN. LA STORIA DEL ROCK PASSA DA QUI.
I Led Zeppelin probabilmente passeranno alla storia per un singolare primato, difficilmente eguagliabile: contribuire in modo massiccio all’evoluzione della musica rock non inventandosi quasi nulla, ma, anzi, attingendo a piene mani dal repertorio blues e rock-blues degli anni 50 e 60 prima, e dal folk e dalla musica orientale poi. Eppure, il loro è un soundcompletamente fresco e quasi “rivoluzionario”, che lascerà segni indelebili nel futuro del rock’n’roll. Ed è proprio questa la grandezza degli Zeppelin, che sono stati capaci di giungere laddove altri gruppi britannici prima di loro avevano solo tentato di arrivare (come gli Yardbirds – in cui militò Page stesso – i Cream, il Jeff Beck Group – con cui collaborò John Paul Jones – i Kinks).
I Led Zeppelin hanno saputo creare un suono unico, fondamentale, semplicemente vestendo con panni nuovi una musica che ormai cominciava a diventare vecchia. Una rivoluzione formale, basata in gran parte sul sound, talmente massiccia, però, da travolgere anche la sostanza, tanto da dare il la a buona parte dell’hard-rock sviluppatosi negli anni a venire, fino ad arrivare ai giorni nostri, nei quali è ancora ben visibile lo spettro del dirigibile su molte band.
Ma non c’è solo l’immortalità delle canzoni dietro il mito dei Led Zeppelin. Page e soci, infatti, possono vantare una serie di piccole rivoluzioni che hanno cambiato la storia della musica. Furono i primi a raggiungere un successo di massa senza dipendere dalla programmazione radiofonica. Fino ad allora, radio e televisione erano state dominate dalle hit parade, e quindi dal 45 giri. I Led Zeppelin sfondarono senza mai entrare in quelle classifiche. Nemmeno il loro più grande hit, “Stairway To Heaven”, divenne mai un singolo. E anche la laconicità con cui intitolarono i primi album (alcuni privi persino del loro nome in copertina) segnò una rottura con la tradizione, che voleva i titoli dei dischi funzionali al marketing della band.
Più ancora degli hit, ad attrarre moltitudini di fan furono le loro esibizioni dal vivo. Esibizioni che, sull’onda emotiva di Woodstock, riportavano il rock alla sua dimensione più selvaggia e genuina. I concerti dei Led Zeppelin erano pervasi da un’energia feroce, da una fantasia allucinata, da un furore quasi mistico. Erano baccanali assordanti e melodie folk, deliqui blues e sciabolate elettriche: un’orgia sonora dominata dai virtuosismi iper-veloci di Jimmy Page e dal canto stridulo e possente di Robert Plant. Il film “The Song Remains The Same” ne resterà la testimonianza più celebre.
Early Days
Tutto nasce da un’idea del chitarrista Jimmy Page. Dopo una lunga gavetta come session-man di artisti del calibro di Who, Joe Cocker e Nico, Page approda agli Yardbirds, storica formazione inglese che in precedenza aveva ospitato nomi come Eric Clapton e Jeff Beck. Sfornato l’ultimo singolo, nei primi mesi del 1968, il gruppo si scioglie. Per obblighi contrattuali (una serie di concerti), Page rifonda il gruppo, sotto il nome di New Yardbirds. Il primo a essere reclutato è il suo amico John Paul Jones (al secolo James Baldwin), bassista/tastierista e anch’esso ricercato session-man. Sfumato il tentativo di reclutare il cantante/chitarrista Teddy Reid e il batterista dei Procol Harum B.J. Wilson, Page, dopo aver assistito a un concerto degli sconosciuti Hobbstweedle, ingaggia il biondo cantante del gruppo, Robert Plant, dalla potentissima voce di stampo rock-blues. Dirà di lui Page: “Il solo ascoltarlo mi faceva sentire nervoso. A distanza di anni, accade ancora: il suo canto è una sorta di gemito primordiale”. Su suggerimento di Plant, viene infine contattato il batterista John “Bonzo” Bonam, dal drumming personale e potente, reso ancora più rumoroso dall’uso di foderare i rullanti e i tom di carta stagnola. Vero e proprio quinto membro del gruppo sarà il fedelissimo manager Peter Grant.
I primi provini sono entusiasmanti: “Ci ritrovammo a suonare in una stanza e dopo poco ci rendemmo conto di cosa stava succedendo. Iniziammo a ridere, per la gioia o per la consapevolezza di quel che potevamo fare noi quattro insieme”, racconterà anni dopo Jimmy Page.
Il primo materiale suonato è composto da cavalli di battaglia degli Yardbirds (tra i quali “Train Kept-a-Rollin'”, lo storico, primo pezzo messo a punto), inediti brani scritti da Page e classici blues e rhythm and blues.
Onorato il contratto, il gruppo cambia nome in Led Zeppelin (storpiatura di Lead Zeppelin, “il dirigibile di piombo”). Il nome viene suggerito da Keith Moon e John Entwisle degli Who.
I primi successi arrivano dall’America. E’ qui che il gruppo debutta il 26 dicembre del 1968, a Denver, Colorado, come supporter di due band sulla cresta dell’onda, come Vanilla Fudge e Iron Butterfly; ma gli Zeppelin “offuscano” i loro show grazie a una esibizione memorabile: mai un gruppo aveva suonato il blues con tanta grinta. I loro adrenalinici concerti sono un baccanale di urla e suoni assordanti a un ritmo psicotico. Saranno proprio queste esibizioni a decretarne in maggior parte il successo.
Poco prima della partenza per il tour americano, il gruppo aveva trovato il tempo per registrare il suo primo album, Led Zeppelin. L’esordio della band inglese è sostanzialmente un confronto con la storia del blues: contiene infatti dei brani di Willie Dixon, autore che verrà “saccheggiato” anche in seguito. Per rendersi conto del potenziale del gruppo basta confrontare brani come “You Shock Me” e “I Can’t Quit You Baby” con versioni eseguite da altri artisti: quelle degli Zeppelin schiacciano in ogni senso le altre, grazie al loro incedere pesante, ma allo stesso tempo pieno di riff e spunti d’improvvisazione. Brani inediti come “Good Times Bad Times” e “Communication Breakdown” presentano riff epici che resteranno nella storia, sorretti dalle detonazioni di Bonham; su tutto svetta però la rauca e sensuale voce di Plant.
Da ricordare sono anche la straziante “Babe I’m Gonna Leave You”, traditional (rivendicato tuttavia con successo dalla cantautrice Anne Bredon negli anni 80) che alterna arpeggi acustici a potenti schitarrate, culminando nel memorabile crescendo finale, e la celeberrima “Dazed And Confused”, uno dei brani simbolo del gruppo. Durante i sei minuti del brano, la fisicità del blues si sposa alla dimensione onirica della psichedelia. E Page sperimenta con la sua Gibson Les Paul le mille sfaccettature sonore che offre il riverbero: il brano diverrà famoso soprattutto per l’esecuzione con l’arco del violino nella psichedelica parte centrale. In realtà, si tratta della rielaborazione del tema di un oscuro folksinger di nome Jake Holmes, scoperto per caso dallo stesso Page in un locale di New York.
Completano l’album la ballata “You’re Time Has Gonna Come”, lo strumentale per chitarra classica e tabla “Black Mountain Side” e la lunga “How Many More Times”, cavalcata dal passo più veloce che, nei primi concerti, avrà la funzione di medley e sarà sostituita in seguito da “Whole Lotta Love”.
I testi, infine, sono il lato più trascurabile del disco: scritti ancora da Page, sono colmi di frasi a doppio senso, che a volte scadono nella misoginia (come non ricordare “Molta gente parla, ma pochi di loro sanno che la donna è un essere inferiore”, da “Dazed And Confused”).
Nonostante l’album non abbia nemmeno un singolo a rappresentarlo, Led Zeppelin scala le classifiche americane, e, quando il gruppo, al termine del tour, torna in patria, è ormai diventato una celebrità.E’ il 1969, e nasce l’hard rock (o hard-blues che dir si voglia, anche se, a onor del vero, una menzione ai Blue Cheer, che esordirono nel 1968, va fatta), proprio mentre, non molto lontano, esce “Black Sabbath”, che spiana la strada all’heavy-metal.
Il 1969 degli Zeppelin scorre quasi totalmente in tour, con quasi 150 show. Nelle brevissime pause, il gruppo trova il tempo di registrare il suo secondo lavoro, chiamato semplicemente II.
Il risultato è un sound meno psichedelico e più “duro” rispetto all’esordio, con un piglio quasi da live in studio.
Ad aprire il disco, una brevissima risata e un semplice riff di tre sole note. Saranno proprio quelle tre note a far entrare i Led Zeppelin nella leggenda. Il brano è “Whole Lotta Love”, destinata a diventare uno degli inni per antonomasia del rock. Sorretto quasi totalmente da quel riff, evolve nella parte centrale in un baccanale rumoristico, tra percussioni tempestose, deflagranti distorsioni di chitarra e le urla viscerali e istintive di Plant. La differenza maggiore tra quest’album e il precedente è la sua freschezza compositiva: si sente che è stato composto “on the road”, e le molte parti strumentali lasciate all’improvvisazione lo dimostrano.
Non mancano le palesi scopiazzature: la opener è ripresa da “You Need Love” di Willie Dixon (1962), e il terzo brano “The Lemon Song”, blues lento e pesante, ma dalle improvvise impennate hard, da “Killing Floor” di Chester Burnett alias Howlin’ Wolf. Il testo presenta ancora tendenze misogine, citando una celebre metafora sessuale di Robert Johnson: “Strizza il mio limone/ fino a quando non mi scende il succo lungo le mie gambe/ Se non strizzi il mio limone/ ti caccerò a calci dal letto”. A questo testo si oppone quello di “Thank You”, ballata con organo in evidenza, in cui Plant, nel primo testo scritto per il gruppo, omaggia la moglie. Il primo lato è completato dalla delicatezza acustica di “What Is And What Should Never Be”, in cui emergono anche tendenze jazzistiche.
Il lato B si apre con un altro capolavoro, “Heartbreaker”, bignami per ogni successivo chitarrista, grazie all’assolo centrale privo di accompagnamento, che sperimenta uno dei primi tapping della storia. Sorvolando sulla piacevole e aggressiva “Living Loving Maid (She’s Just a Woman)”, le ultime tre perle dell’album sono le arrembanti “Ramble On” e “Bring It On Home”: semi-folk la prima, in bilico tra languori acustici e scatti hard-rock, e blueseggiante(con tanto di armonica a bocca suonata da Plant) la seconda, e, tra queste due, lo strumentale “Moby Dick”, contenente uno degli assoli di batteria più celebri della storia, al pari di “The Mule” dei Deep Purple e “Rat Salad” dei Black Sabbath.
Il successo, naturalmente, sarà grandioso. II scalzerà dalla vetta delle chart “Abbey Road” dei Beatles: resterà nelle classifiche di Billboard per 138 settimane e al n.1 per un mese e mezzo, vendendo, in soli sei mesi, tre milioni di copie. Unici sgradevoli “strascichi”, le controversie per plagio con le case editrici di Dixon e Burnett, che saranno risolte con faticose mediazioni dai legali della band. Ma anche questa prassi spregiudicata in materia di “appropriazioni indebite”, peraltro piuttosto in voga all’epoca, non alienerà alla ditta Page & Plant i consensi di pubblico e critica.
I lunghissimi tour però affaticano il gruppo, che decide di prendersi una pausa: Page e Plant si ritirano in un cottage gallese presso Bron-Yr-Aur per comporre nuove canzoni. Mentre Page manifesta il suo amore per il folk, Plant è sempre più interessato al soffice rock californiano. Dalla fusione di queste influenze, nel 1970, nasce uno dei lavori più controversi della band, anche questa volta intitolato semplicemente con un numero, III. L’album alterna una prima facciata elettrica a una totalmente acustica. L’ouverture non lascia presagire alcuna svolta morbida, anzi: “Immigrant Song” è uno dei brani più violenti degli Zeps; su tutto svetta la voce di Plant, un urlo di battaglia selvaggio che sembra provenire dai barbari vichinghi citati nel testo. Per molti resterà l’ibrido “definitivo” tra il nucleo duro del soundzeppeliniano e la propensione della band verso l’immaginario magico e mitologico.
Subito dopo arriva “Friends”, primo assaggio acustico dell’album, sorretto da una sezione di violini, il cui testo, incentrato su amore e fratellanza, si sposa bene con la cultura hippiedell’epoca. “Celebration Day” torna su territori hard più consoni al gruppo, e lascia il passo a un altro capolavoro, “Since I’ve Been Loving You”, uno dei migliori brani blues della storia, in cui l’ensemble zeppeliniano sfiora vette di pathos inarrivabili per qualsiasi altro musicista; il protagonista assoluto, ancora più di Plant, che si esibisce in una delle sue migliori prestazioni, è Jimmy Page, accompagnato dalla sua fedele sei corde, sporca e imprecisa quanto volete, ma anche così “umana” e “sofferente”. E’ da brani come questi che si nota la differenza tra Page e altri bluesman “in giacca e cravatta” come Clapton. Forse anche per il capolavoro che la precede, “Out Of The Tiles” risulta un brano ritmato e piacevole, ma dimenticabile.
La seconda parte dell’album ci trasporta in atmosfere completamente diverse: i toni si fanno più pacati, la batteria scompare quasi del tutto, in favore di strumenti tradizionali come il banjo e il mandolino. Le influenze maggiori sono ora Joni Mitchell e Crosby, Stills, Nash & Young. A introdurci è “Gallows Pole”, tradizionale che parte in modo lento e si trasforma in un brano dal ritmo sfrenato, che incita al ballo. In “Tangerine”, delicatissima ballata acustica, sembra quasi di vedere, come in un miraggio, la lontana California (rappresenta un’anticipazione per un’altra splendida ballata dell’album seguente). “That’s The Way”, dal testo ecologista, sarà molto eseguita nei concerti nelle immancabili sezioni acustiche, grazie alla sua atmosfera bucolica e rilassata.
Le ultime due tracce sono “Bron-Y-Aur Stomp”, altra ballata da festa di paese, dedicata da Plant al suo cane, dal testo spensierato che insegna a vivere la vita con semplicità, e la non eccezionale “Hats Off To (Roy) Harper”, solo chitarra e voce (filtrata). L’album viene accolto male sia dalla critica che dal pubblico, e sarà rivalutato solo in seguito.
E’ proprio durante il tour di supporto a III che i Led Zeppelin scenderanno in Italia per un concerto, l’unico della loro carriera nel nostro paese. Il 3 luglio 1971, al PalaVigorelli di Milano, il gruppo è ospite del Cantagiro, e dovrebbe esibirsi dopo gli artisti italiani. Secondo David Zard, impresario rock nei primi anni 70, la colpa dei disordini fu proprio dei Led Zeppelin: “Avevamo concordato che avrebbero chiuso la giornata del Cantagiro intorno a mezzanotte, dopo l’esibizione degli altri artisti. Invece, intorno alle 20, quando c’era ancora una lunga fila di gente in attesa di entrare, mi annunciarono che volevano suonare subito. Tentai di farli ragionare, inutilmente. Il concerto iniziò scatenando l’ira di chi era ancora in fila per i biglietti. Furono inevitabili, quindi, le cariche della polizia”. Indipendentemente dalla colpa, i disordini sono incredibili. Prima, la violenta contestazione a fischi e lattine verso i “canzonettari” del Cantagiro, che aprivano la serata. Poi, durante l’esibizione dei Led Zeppelin, il putiferio: Robert Plant non fa in tempo a completare il primo brano, che la musica si ferma, la polizia spara candelotti lacrimogeni, si alza il fumo. Alla terza canzone, altri lacrimogeni e una carica della polizia, con la gente che, in preda al panico, invade il palco.
Plant disgustato dirà: “Quella sera credemmo di morire. Fummo costretti ad abbattere una porta per rifugiarci nei camerini. Quando cercammo di recuperare gli strumenti, scoprimmo che era stato tutto distrutto. Non verremo mai più a suonare in Italia”. La promessa verrà mantenuta. Curioso, invece, l’episodio di Copenaghen, 21 febbraio 1970: i Led Zeppelin sono costretti a esibirsi come The Nobs per la minaccia di azione legale da parte degli eredi del conte Von Zeppelin, inventore del dirigibile simbolo del gruppo.
Forse a causa dei rapporti tesi con la stampa, il gruppo, dopo un mini-tour in incognito in piccoli club, decide di depurare la sua musica da qualsiasi elemento estraneo. Per questo il nuovo album, pubblicato nel 1971, non presenta né il nome della band né un titolo, ma solo 4 misteriosi simboli, rappresentanti ognuno un membro della band. Che sia una cosa voluta o no, il risultato è di creare, intorno al disco, un alone di mistero. Tra i vari titoli citati per indicarlo (“Untitled”, “Runes Album”, “Four Symbols”, “Zo-So”, l’unico simbolo leggibile) si userà semplicemente IV. Anche la copertina rinuncia al dirigibile e alla consueta iconografia, ritraendo un contadino curvo, con un fascio di legna sulla schiena, e, sul retro, un desolante squarcio di periferia urbana, quasi a voler ribadire ancora una volta la vocazione “bucolica” del gruppo. Soffermandoci soltanto sul lato musicale, IV rappresenta la summa di tutti i generi toccati fino ad allora dal Dirigibile. L’onore di aprire questo capolavoro tocca a Plant con il suo urlo selvaggio e sensuale. “Black Dog” è il tipico hard-blues a cui il gruppo ci ha abituato, ma la canzone, vuoi per le quattro sovraincisioni di chitarra, vuoi per il ritmo caracollante, non suscita alcun effetto deja-vu. Tira aria di rock pesante, e la sensazione è confermata da un altro classico della band, “Rock And Roll”, che, aperta da un drumming da antologia di Bonham, non è altro che – come rivela il titolo – uno sfrenato rock’n’roll dal ritmo impazzito, in cui tutti gli strumenti si amalgamano in un flusso di energia incontenibile.
L’atmosfera cambia radicalmente con “The Battle Of Evermore”, misteriosa ballata medievaleggiante che, in un tripudio di chitarre acustiche, mandolini e dulcimer, inscena un duetto tra Plant e Sandy Denny, la cantante dei Fairport Convention. I tre pezzi da novanta precedenti non sono, però, che un tappeto rosso steso per quello che è a tutt’oggi celebrato come uno dei migliori brani della storia della musica, l’immortale “Stairway To Heaven”. Aperta da un dolce arpeggio di chitarra acustica (un vero e proprio plagio di “Taurus” degli Spirit), seguito da flauti silvestri, il brano unisce l’amore per il folk celtico e il rock ad alto volume in una sequenza dall’incedere epico, in cui, con il passare dei minuti, si aggiungono a poco a poco gli altri strumenti, fino a raggiungere il culmine nella parte finale, in cui Plant urla a squarciagola, supportato dal resto della band, mai così incalzante. Il testo è pieno di ermetiche metafore (misteriose signore, pifferai incantati, mutazioni alchemiche), e porta con sé un messaggio pseudo-religioso dalla forte carica emotiva. Diventerà un inno generazionale. L’aura di leggenda che circonda “Stairway To Heaven” verrà amplificata dalla credenza che, suonandola al contrario, si possa sentire un messaggio satanico. Trattasi probabilmente di leggenda, anche se Page è sempre stato attratto dall’occulto, ed è un seguace del mago Aleister Crowley.
Le quattro tracce che seguono, pur di ottima fattura, sono destinate a rimanere all’ombra del colosso che le ha precedute. “Misty Mountain Hop” rispolvera l’anima rock del quartetto: John Paul Jones usa come accompagnamento il piano Rhodes, anche se l’esito finale risulta un po’ ripetitivo; “Four Sticks”, che trae il nome dalle quattro bacchette usate da Bonham per suonarla, poteva essere valorizzata meglio nella sua struttura, ma rimane comunque un brano validissimo. Si torna all’eccellenza, invece, con la splendida ballata “Going To California” e il possente blues “When The Levee Breaks”, cover di Memphis Minnie, in cui il gruppo attinge nuovamente al suo primo amore, il blues. L’atmosfera è ricreata in modo così efficace che sembra proprio di trovarsi nel delta del Mississippi “quando si rompono gli argini”: l’infuriare del drumming di Bonham spiana la via alle virtuose figure bottleneck di Page e alle frasi d’armonica di Plant.
Nonostante l’enigma del titolo e la rinuncia – clamorosa per l’epoca – allo stesso nome del gruppo, IV farà collassare le classifiche, vendendo oltre dieci milioni di copie solo negli Stati Uniti.
Latter Days
Al termine dell’ennesimo tour mondiale, e di una prima parte di carriera eccelsa, per il gruppo è arrivato il momento dei bilanci. L’alchimia di blues, psichedelia, rock e folk aveva trovato la sua massima esemplificazione nei primi quattro album. Riciclare la stessa formula sarebbe stato troppo facile. Occorreva perciò allargare i proprio orizzonti, e cercare vie alternative non ancora esplorate. Mettersi in discussione. Nel 1972, sfruttando questo momento di pausa, Page intraprende un viaggio mistico in India, seguendo le orme dei Beatles e di Mick Jagger. Registrerà con alcuni musicisti indiani i brani “Four Sticks” e “Friends”, un esperimento che troverà un seguito solo ventidue anni dopo.
I quattro diserteranno la sala d’incisione per ben due anni, e quando ritorneranno, il risultato non sarà totalmente all’altezza delle aspettative. Houses Of The Holy, pubblicato nel 1973, è un album che in parte delude i fan. Abbandonato in alcuni frangenti lo sporco blues-rock degli esordi, il gruppo decide di puntare su brani più elaborati e ricercati dal punto di vista musicale, con un maggior utilizzo di suoni elettronici. Nonostante la qualità resti elevata, l’album difetta di una canzone di spicco, del lampo di genio che ne alzi la media. Il lavoro è molto eclettico: si alternano canzoni solari e allegre come “The Song Remains The Same”, in cui l’hard-rock si sposa con le sempre care sonorità californiane, “Over The Hills And Far Away” e “Dancing Days”, spensierati brani in cui Page sperimenta soluzioni sempre nuove, “The Crunge”, un tripudio di ritmiche sincopate dirette magistralmente da Bonham; la malinconica ballata “The Rain Song”, molto articolata dal punto di vista degli arrangiamenti; il tipico hard-rock di “The Ocean” (dedicato all'”oceano” di teste che il gruppo vede dal palco a ogni concerto).
I due episodi più particolari sono il divertissement di “D’yer Mak’er”, che mischia hard-rock e reggae, e l’oscura “No Quarter”, nella quale John Paul Jones fa la parte del leone con l’hammond, la voce filtrata di Plant rende molto psichedelica l’atmosfera e l’intermezzo centrale è semi-jazzistico.
Nonostante la tiepida accoglienza di critica e pubblico, i Led Zeppelin si lanciano in un altro mastodontico tour, che culminerà nella data al Madison Square Garden di New York, immortalata in seguito nel film-documentario “The Song Remains The Same”. Il 1974 è dedicato alla promozione della nascente casa discografica del gruppo, la Swan Song. I quattro scelgono quindi di partecipare individualmente ai progetti discografici degli artisti messi sotto contratto (tra cui figurano i Bad Company, Maggie Bell e i Pretty Things).
Nonostante tutto, alla fine dell’anno il gruppo rientra in sala di registrazione, e, nel marzo del 1975, viene pubblicato il mastodontico doppio Lp Physical Graffiti. Oltre alle nuove registrazioni, sono presenti sette brani mai inseriti nei loro precedenti lavori. L’album rappresenta una specie di summa delle tappe artistiche del gruppo: c’è l’hard-rock, in brani come “Night Fly” (uscita dalle sessioni di IV) e “Custard Pie”, gentili escursioni acustiche, come in “Bron-Yr-Aur”, direttamente dal III. Altri fortunati ripescaggi sono “Houses Of The Holy”, che doveva essere la title track del precedente album, e “Down By The Seaside”, sempre da III.
Sono comunque i brani nuovi a meritare maggiori attenzioni: gli Zeps continuano ad articolare e allungare sempre più le loro tracce. Accanto ad altalenanti brani come “Ten Years Gone”, “In The Light” o la lunghissima (undici minuti, il più lungo brano mai inciso in studio dal gruppo) “In My Time Of Dying”, dove si tenta un ritorno al blues tradizionale, ma in modo goffo e manieristico (basta sentire come Page “violenta” una slide guitarultradistorta), si piazza il gioiello “Kashmir”, maestoso inno sorretto da un misterioso riff di chitarra, su cui si appoggiano un’orchestra d’archi e un mellotron orientaleggiante, su cui Plant declama un testo pieno di luoghi fantastici e antiche civiltà. Si oppongono a questi impegnativi e sfibranti episodi, altre tracce in cui il gruppo ha voglia di suonare cose più immediate: ecco spiegati brani come la simil-funky “Trampled Underfoot” (dal divertentissimo testo in cui la donna è paragonata all’automobile), “The Wanton Song”, con uno strano effetto eco di chitarra e “Sick Again”.
Completano l’album due jam fuori di testa, “Boogie With Stu” (registrata al tempo di IV, e improponibile in quell’album) e “Black Country Woman” (registrata nel 1973), e il gioiello “The Rover”, con alcune delle migliori parti di chitarra mai suonate da Page.
Physical Graffiti sarà un altro grande successo per la band, apprezzato sia da critica che dal pubblico. Sarà l’ultima volta in cui il Dirigibile volerà in alto: d’ora in avanti, infatti, la fortuna volterà le spalle al gruppo. Durante il faraonico tour di supporto, Robert Plant, nell’isola di Rodi, è vittima di un brutto incidente d’auto, che lo costringe sulla sedia a rotelle per un lungo periodo.
La voglia di non darsi per vinto ha la meglio: Page raggiunge Plant a Malibu, dove sta trascorrendo il periodo di convalescenza, per scrivere nuove canzoni, mentre John Paul Jones e John Bonham tornano dalle loro famiglie. Forse anche per questo, il disco successivo, Presence, pubblicato nel 1976, può essere considerato l’album più imperniato sulla chitarra nella discografia dei Led Zeppelin: è infatti Page a comporre tutte le canzoni, mentre Plant si dedica ai testi. Si avverte, lungo tutto il disco, la rabbia e la volontà di dimostrare di essere ancora gli stessi. Se da un lato questo porterà a un suono molto più “hard”, d’altro canto la paura di non farcela e la fretta porta il gruppo a spremere fino all’osso il poco materiale che era a disposizione prima di entrare in studio.
L’album si apre con l’ultimo vero capolavoro del gruppo, “Achille’s Last Stand”. Il brano è una “Immigrant Song” all’ennesima potenza: ognuno dei dieci minuti trasuda epicità, acuita dal testo di Plant, pieno di riferimenti alla mitologia greca.
Tutto il gruppo sfodera una prestazione eccellente: Bonham rende la sua batteria esplosiva, John Paul Jones conferisce un ritmo da cavalcata epica (si sentono già le prime avvisaglie di ciò che renderà unico un certo Steve Harris), Page sovraincide tantissime parti di chitarra per poi lanciarsi in splendidi assoli; infine, Plant, pur ancora convalescente, urla a più non posso. Il brano successivo, “For Your Life”, è un altro colosso di durezza, che mostra il grande affiatamento dei tre musicisti, mentre Plant, lasciati da parte i viaggi mistici, si rituffa in storie di ragazzine arrapate.
“Royal Orleans” è un insipido funky, mentre “Nobody’s Fault But Mine” è un’altra grintosa performance (ispirata a “It’s Nobody’s Fault But Mine” di Willie Johnson), in cui Page e Plant ripetono insieme ossessivamente il tema portante della canzone, per poi lanciarsi in due assoli, prima Plant con l’armonica, poi Page con la Les Paul, per poi tornare insieme nel finale. Altre due cadute di stile sono “Candy Stone Rock”, orribile rock’n’roll anni 50, e “Hots On For Nowhere”, allegra e divertente, ma trascurabilissima. Chiude “Tea For One”, lento blues che tenta di tornare ai fasti di “Since I’ve Been Loving You”, ma che acuisce soltanto la nostalgia per un passato ormai lontano.
Le vendite dell’album saranno scarse in patria, mentre in America Presence sarà il primo album della storia a diventare disco di platino con le sole prenotazioni. A penalizzare le vendite di Presence sarà anche la pubblicazione del live doppio The Song Remains The Same, colonna sonora dell’omonimo film. L’album, registrato al Madison Square Garden di New York nel 1973, presenta il gruppo non proprio in forma perfetta, ma comunque sempre grintoso. Si alternano momenti esaltanti (l’opener “Rock And Roll”), lunghi assoli che rendono pesante l’ascolto (il quarto d’ora di assolo di batteria di “Moby Dick” o i venti minuti di “Dazed And Confused”, ma questo discorso vale per ogni live dei Led Zeppelin) e cadute su brani importanti, come in “Stairway To Heaven”, dove Plant canta a volume dimezzato.
Sostanzialmente l’album è un modo per scongiurare l’inattività forzata causata dalla convalescenza di Plant. Il film, invece, alterna le riprese del concerto a inserti in cui ogni membro del gruppo interpreta un personaggio: ecco perciò sfilare un John Paul Jones “giustiziere mascherato” con tanto di mantello e maniero/rifugio, John Bonham e Peter Grant sono due gangster, Robert Plant un cavaliere medievale, mentre Jimmy Page scala una montagna per incontrare l’eremita di IV. Altre immagini si intrufolano nella vita privata di Bonham e Plant, svelando l’amore per le auto da corsa del primo e la vita casalinga del secondo.
Nel 1977 parte un nuovo tour americano. Nei primi quattro mesi tutto procede liscio, poi in una escalation di eventi tragici Page ha un collasso sul palco, Bonham, Grant e due roadiesono arrestati per aver picchiato due promoter dello staff dell’impresario Bill Graham. Infine, il gruppo riceve la notizia della morte del figlio di Plant, Karac, di cinque anni. La tournée viene interrotta tra polemiche e strascichi giudiziari. Come se non bastasse, di lì a poco Bonham si frattura il polso in un incidente d’auto.
Iniziano a circolare voci secondo cui la causa del declino del gruppo sia l’interesse di Page per l’occulto… Il gruppo torna in studio solo nel maggio del 1978. La scena musicale però, non è più la stessa: il progressive e l’hard rock, che fino ad allora erano stati i generi più in voga, vengono messi in crisi dall’esplosione del punk. I punk odiano i “dinosauri” come i Led Zeppelin, soprattutto a causa del loro stile di vita, fatto di evasioni fiscali, party con le groupie, hotel a 5 stelle e un successo costruito su brani lunghi e autocelebrativi, privi di un qualsiasi messaggio politico o sociale. Dirà anni dopo Robert Plant: “Quelle accuse lanciate ai Led Zeppelin durante il periodo del punk, accuse di non avere nessuna idea su quello che stavamo facendo e dicendo, accuse di superficialità e mancanza di sensibilità… beh, erano vere. Devo ammetterlo: allora facevano male, bruciavano, ma oggi devo dichiararmi colpevole!”.
Oltre a questo, il gruppo sembra sfaldarsi: i dissapori tra Page e Plant sono sempre più insostenibili, mentre Jones e Bonham dividono il loro tempo tra il gruppo e la Rockestra di Paul McCartney. Un po’ per tutti questi motivi, il nuovo album, In Through The Out Door, è un vero e proprio disastro: il gruppo cambia quasi completamente genere, perdendo la rotta. La voglia di apparire “alla moda” a tutti i costi li porta a snaturare completamente, infarcendolo di sintetizzatori, il loro tipico sound. Ma andiamo con ordine: l’inizio, al contrario di quanto possa sembrare, non è dei peggiori. “In The Evening”, introdotta da atmosferici synth, è una canzone solida e tirata, in cui elettronica e strumenti trovano un giusto equilibrio con un bell’assolo di Page. Anche il secondo brano, “South Bound Suarez” non è malaccio, uno scanzonato rock’n’roll reso movimentato dal piano di John Paul Jones.
D’ora in poi, i quattro non azzeccheranno nulla. In terza posizione troviamo “Hot Dog”, uno stupido country, seguito da “Fool In The Rain”, denso di sonorità caraibiche e reggae, con tanto di fischietti e percussioni. “Carouselambra” è un supplizio di dieci minuti, in cui il gruppo cerca una miscella tra le sempre care atmosfere orientaleggianti e il progressive à-laYes, risultando solo freddo e pomposo. Alza lievemente la media “All My Love”, una virata sul pop, ma almeno squisitamente malinconica, il cui testo è dedicato da Plant al figlioletto Karac. Chiude l’album “I’m Gonna Crawl”, incursione nel soul, in cui Plant tenta di imitare James Brown, risultando solo irritante. Da notare anche il titolo profetico dell’album, “Attraverso la porta d’uscita”: si tratterà infatti dell’ultimo lavoro dei Led Zeppelin. Poco dopo la sua pubblicazione, Page, in un’intervista, dichiarerà: “Quando ascolto ‘All My Love’ penso: non siamo noi, non siamo noi. Io e Bonzo abbiamo già cominciato a discutere sul nuovo album, che avrà una impostazione rock più decisa. Sarà sicuramente più interessante”, ma non sa che non ci sarà tempo per registrare un altro album.
L’epitaffio e l’eredità
Nel giugno del 1980 il gruppo intraprende un mini-tour in giro per l’Europa. Il risultato è così confortante da spingere i quattro a programmare un nuovo tour americano. Ma il 25 settembre, nella villa di Page presso Windsor, dove il gruppo si era rinchiuso per le prove, John Bonham viene trovato morto, dopo una lunga notte di abuso alcolico. E’ la fine: il gruppo decide di sciogliersi. Il 4 dicembre 1980, il comunicato-epitaffio della band: “La perdita del nostro amico e il rispetto per la sua famiglia ci hanno portato a decidere che non potremo continuare come prima”.
Per obblighi contrattuali, viene pubblicato postumo, a due anni dalla tragedia, Coda. E’ un album assemblato con i rimanenti brani inediti. I primi tre brani vengono direttamente dal biennio 1970-71: “We’re Gonna Groove” è una energica cover di Ben E. King, “Poor Tom” è un rilassato brano acustico molto minimale. Chiude questa prima parte la registrazione dal vivo di “I Can’t Quit You Babe”. Da Houses Of The Holy viene recuperato l’infelice boogie “Walter’s Walk”, penalizzato da una pessima registrazione. Sorprendono, invece, i tre brani scartati da In Through The Out Door: privi dell’abuso di synth, “Ozone Baby”, “Darlene” e “Wearing And Tearing” (che sarebbe potuta diventare un piccolo classico) suonano molto più zeppeliniane delle più sfortunate versioni finite nell’album del ’78. Omaggio al loro sfortunato compagno è “Bonzo’s Montreaux”, nove minuti di sperimentazioni percussive.
Dal 4 dicembre del 1980, il vuoto lasciato dal gruppo non è mai stato colmato. Sia Page che Plant hanno intrapreso in seguito carriere soliste lontane dai fasti dei Led Zeppelin (molto deludente soprattutto quella di Page). Nonostante questo, i tre superstiti si sono incontrati per suonare insieme varie volte: con la session “old rock” degli Honeydrippers (1984), al Live Aid, 1985 (Phil Collins alla batteria), in un concerto celebrativo per il quarantesimo compleanno della Atlantic, (1988, Jason Bonham, figlio di John, dietro le pelli).
Page e Plant hanno addirittura pubblicato due album insieme: nel 1994 No Quarter: Jimmy Page & Robert Plant Unledded, in cui vengono reinterpretati alcuni classici dei Led Zeppelin in chiave orientale, oltre a quattro brani scritti appositamente, e nel 1998 Walking Into Clarksdale, più tendente al rock/blues ma dall’andamento altalenante.
Ma il regalo più grande ai fan Page lo offre nel 1997 con la rimasterizzazione in due cd delle storiche Bbc Sessions dei Led Zeppelin, circolate per anni attraverso innumerevoli bootleg. Il primo disco racchiude i brani dei primi due album nelle versioni incise per due trasmissioni radiofoniche del 1969: esecuzioni dal vivo e in presa diretta, che testimoniano la dirompente verve dell’allora giovane band. Si aggiunge solo qualche sovraincisione (alcuni cori e assolo chitarristici). Tra gli inediti, la “Travelling Riverside Blues” di Robert Johnson, già inclusa nel cofanetto “Remasters”. A chiudere il primo cd, un breve live registrato al Playhouse Theatre di Londra per la trasmissione “One Night Stand” del giugno 1969. Il secondo disco, invece, fotografa lo show di due anni dopo al Paris Theatre di Londra per il programma “In Concert”, includendo anche i pezzi che vennero eseguiti ma non trasmessi in radio.
Anche oggi, a quasi trent’anni dal loro scioglimento, il dirigibile dei Led Zeppelin continua a restare in quota. L’interesse per gli hardrocker britannici non accenna a diminuire, come dimostrano le varie uscite che puntualmente vengono pubblicate: tra le tante è doveroso citare il triplo live How The West Was Won, registrato poco prima dell’uscita di IV, il doppio Dvd Led Zeppelin (cinque ore complessive), in cui viene ripercorsa la storia del gruppo attraverso alcuni dei suoi migliori concerti, ma anche la doppia antologia Early Days e Latter Days, utilissima per chi vuole accostarsi alla loro carriera. “Volevamo farci conoscere da una nuova generazione – ha spiegato Page – Ho sempre pensato che la nostra musica potesse durare a lungo, quello che non immaginavo è che io potessi vivere tanto. A 18 anni pensavo che sarei morto a 30, mi sembra incredibile aver superato anche i 50”.
E’ dura a morire, invece, la polemica sul “rock satanista”, che si abbatté sulla band fin dai tempi in cui Page acquistò la Boleskine House, la “casa maledetta” del mago Aleister Crowley vicino al lago Loch Ness, in Scozia. Alla fine del decennio 90, Page ha perfino vinto una causa contro la rivista “Ministry Magazine” che lo accusava di aver assistito inerte alla morte di Bonham, indossando una tunica “satanista” e tentando un incantesimo. Robert Plant, invece, è stato criticato per aver scritto testi da figlio dei fiori fuori tempo massimo: “Come può mai essere datato un figlio dei fiori? – replicò – L’essenza di ciò che scrivo è il desiderio di pace, di armonia. È tutto quello che ogni persona ha sempre voluto. Come può diventare un argomento fuori moda?”.
Oggi i figli dei fiori sono una razza estinta, ma i figli dei Led Zeppelin non si contano più. Gli ultimi sono stati forse quelli di Seattle, della generazione grunge dei Nirvana e dei Pearl Jam, che hanno aggiornato il loro hard-rock con un approccio punk iconoclasta e disperato, oppure i paladini dello stoner-rock, dai Kyuss in poi. Ma ai Led Zeppelin non servono eredi. Hanno già venduto 200 milioni di dischi. E sono ancora venerati da folle di vecchi e giovani appassionati. Un elisir di eterna giovinezza musicale: è questa la loro “scala per il paradiso”.
https://youtu.be/HQmmM_qwG4k?list=PLjH4YJfu1WfE2bciiQZ7Ci0TiIDzYE3HJ
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NOTIZIE ROCKL'AMORE DI JOHN FRUSCIANTE PER I LED ZEPPELIN: ECCO QUAL È IL SUO DISCO PREFERITO DELLA BANDIl disco della band di Jimmy Page e Robert Plant ha influenzato totalmente il suo stile chitarristico
I Led Zeppelin sono stati sicuranti una tra la band più influenti per le generazioni di rockers cresciuti negli anni '70 e che negli anni '80 e '90 hanno avuto l'opportunità di far emergere la loro arte creando alcune tra le band più leggendarie nella storia del rock, tra cui Guns N' Roses, Soundgarden, Alice In Chains, Pearl Jam e Red Hot Chili Peppers. Da Slash allo stesso Chris Cornell, l'impronta sonora creata dalla band di Jimmy Page e Robert Plant è stata fondamentale per la crescita artistica di questi grandi rocker, tra i quali John Friusciante .
Il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, rientrato nella band alla fine del 2019 a 10 anni dal suo secondo abbandono, è un vero nerd abbandono della musica in generale. La sua serie di armonie e sperimentazioni l'hanno portata a diventare uno dei più influenti chitarristi del panorama rock moderno, arrivando a collaborare insieme a geni indiscussi come Johnny Cash e George Clinton.
L'influenza che i Led Zeppelin hanno avuto sulla sua crescita artistica è incredibile, arrivando a definire così la band: " Non credo che esista un altro gruppo rock in grado di portare in giro tanta potenza quanto loro ".
Il suo disco preferito della band è Led Zeppelin II , definito da Frusciante come il miglior album di sempre del gruppo . Dopo il devastante impatto hard blues del primo album (incredibilmente sotto contratto con la casa madre Atlantic Records fin dal debutto), con i Led Zeppelin II il gruppo ha dato vita ad un disco potentissimo, in grado di mettere fuori gioco chiunque si trovasse davanti a loro. L'estenuante primo tour della band aveva affinato non solo il sound ma anche la loro visione per il futuro.
Mantenendo di base un suono e una struttura blues la band riuscirà a porre le basi per una vera e propria rivoluzione hard rock, inserendo nello stesso album brani come Whole Lotta Love, Heartbreaker e Moby Dick , canzoni con strutture portanti sulle quali qualsiasi gruppo rock e hard rock avrebbe basato la propria tracklist dal vivo (virtuosismo, potenza, improvvisazione).
È facile immaginare come questo disco (del 1969) abbia ispirato innumerevoli musicisti come Frusciante a iniziare il proprio viaggio verso la grandezza.
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le storie dietro delle foto perle rare
LED ZEPPELIN: RARO BOOTLEG DELLE PROVE PRIMA DEL CONCERTO
Questo raro estratto che vi proponiamo oggi è sicuramente uno dei più discussi tra gli appassionati dei Led Zeppelin. Si combatte tra chi lo associa alle prove tenutesi al Chicago Auditorium il 6 luglio del 1973, chi invece associa la registrazione a quelle del 17 Gennaio del 1975 al Metropolitan Sports Center in Minneapolis.
Chi sostiene la data più tarda fa notare che la voce di Robert Plant sembra essere chiaramente quella più affaticata della metà dei '70; inoltre, è presente del materiale musicale contenuto poi nell'album Chi sostiene la data più tarda fa notare che la voce di Robert Plant sembra essere chiaramente quella più affaticata della metà dei '70; inoltre, è presente del materiale musicale contenuto poi nell'album Physical Graffiti, pubblicato il mese successivo.
D'altronde, chi invece rimarca l'attribuzione al '73 lo fa sostenendo che comunque molti brani del disco erano già parzialmente strutturati qualche anno prima e difatti nelle registrazioni si sentono strutture per certi versi non ancora "sgrezzate" per come saranno nell'album. In più, lo stato della voce di Plant poteva anche essere un calo temporaneo.
Indipendentemente da chi ha ragione, è sicuramente un documento molto interessante.
Led Zeppelin - Soundcheck 1973 Awesome RARE
https://youtu.be/7gnEYJMZAQk Led Zeppelin at an unknown venue on an unknown date, probably sometime between May and July, 1973. Many dates are speculated, but none are confirmed. This soundcheck recording is everywhere, so I figured I'd do it some justice. I remastered the entire thing, and edited it down to make it as coherent as possible. 0:00 Sugar Baby (Strawberry Jam) [Unknown, probably Page and Plant] 3:22 The Wanton Song {Work in Progress} [Page, Plant] 4:51 The Rover [Page, Plant] 8:55 Night Flight [Jones, Page, and Plant] 11:31 School Days [Chuck Berry] 14:16 Nadine [Chuck Berry] 15:17 Around and Around [Chuck Berry] 18:04 Move On Down the Line [Roy Orbison] 19:41 Please Don't Tease [Cliff Richard] 22:17 Move It [Cliff Richard] 23:39 Dynamite [Cliff Richard] 24:23 Shakin' All Over [Johnny Kidd, Gus Robinson] 26:56 Hungry For Love [Gordon Mills] 28:37 I'll Never Get Over You [Gordon Mills] 30:51 Reelin' and Rockin' [Chuck Berry]
Led Zeppelin at an unknown venue on an unknown date, probably sometime between May and July, 1973. Many dates are speculated, but none are confirmed. This soundcheck recording is everywhere, so I figured I'd do it some justice. I remastered the entire thing, and edited it down to make it as coherent as possible. 0:00 Sugar Baby (Strawberry Jam) [Unknown, probably Page and Plant] 3:22 The Wanton Song {Work in Progress} [Page, Plant] 4:51 The Rover [Page, Plant] 8:55 Night Flight [Jones, Page, and Plant] 11:31 School Days [Chuck Berry] 14:16 Nadine [Chuck Berry] 15:17 Around and Around [Chuck Berry] 18:04 Move On Down the Line [Roy Orbison] 19:41 Please Don't Tease [Cliff Richard] 22:17 Move It [Cliff Richard] 23:39 Dynamite [Cliff Richard] 24:23 Shakin' All Over [Johnny Kidd, Gus Robinson] 26:56 Hungry For Love [Gordon Mills] 28:37 I'll Never Get Over You [Gordon Mills] 30:51 Reelin' and Rockin' [Chuck Berry]
(LZ Minneapolis tour rehearsals 1975)
FIRST ALBUM:
– “The Bells” (with Steve Winwood)
– “Babe I’m Gonna Leave You” (with Steve Winwood)
– Untitled guitar/keyboard instrumentals
– Unknown soul ballad (mentioned by Page in 2009)
– “Chest Fever” (rehearsed, maybe recorded)
– “Flames” (rehearsed, maybe recorded)
– “As Long As I Have You” (rehearsed, maybe recorded)
– “Fresh Garbage” (possibly rehearsed)
– “Watch Your Step” (rehearsed but probably not recorded)
– “The Train Kept A-Rollin'” (rehearsed but probably not recorded)
Led Zeppelin-As Long As I Have You Medley part1
Led Zeppelin As Long As I Have You Medley part2
SECOND ALBUM:
– “Sugar Mama” (June 1969, Morgan Studios)
– rest of Bonham’s solo from “Moby Dick”
Led Zeppelin-Suga Mama
THIRD ALBUM:
– “Jennings Farm Blues (instrumental electric version of BRON YR AUR STOMP ndtim)” (December 1969, Olympic Studios)
– “Blues Mama” (May 1970, Olympic Studios)
– all-piano-piece by John Paul Jones
– possibly an early version of “Down By The Seaside”
– unknown song titles (at least 17 songs were written for the album, but only 14 are confirmed to have been recorded)
Led Zeppelin - Feel So Bad - That's Alright Mama
FOURTH ALBUM:
– “St. Tristan’s Sword” (1970)
– “Sloppy Drunk” (possibly just an early title for “Boogie With Stu”)
– possibly an early version of “No Quarter”
– unknown song titles (at least 14 songs were written for the album, but only 11 are confirmed to have been recorded)
HOUSES OF THE HOLY:
– “Slush” (possibly just an early title for “The Rain Song”)
The Rain Song "è una ballata di oltre 7 minuti di lunghezza. Il chitarrista Jimmy Page ha originariamente costruito la melodia di questa canzone nella sua casa di Plumpton, in Inghilterra, dove aveva recentemente installato una console da studio. Un nuovo modello Vista, è stato in parte realizzato dal Pye Mobile Studio che era stato utilizzato per registrare la performance della Royal Albert Hall del 1970 e l'album The Who's Live at Leeds.
Page è stato in grado di portare un arrangiamento completo della melodia, per il quale il cantante Robert Plant ha composto alcuni testi. Questi testi sono considerati dallo stesso Plant la sua migliore performance vocale complessiva. La canzone presenta anche un mellotron suonato da John Paul Jones per aggiungere all'effetto orchestrale, mentre Page suona una chitarra Danelectro.
Sicuramente questa canzone ha il testo più intenso scritto da Plant.
“Tu sei luce del sole nella mia crescita. Sentivo cosi poco calore prima”. Un verso semplice ma proprio per questo devastante, che immortala questa poesia tra le più belle canzoni d’amore mai scritte. E poi, una di quelle melodie che riesce a farti cambiare dimensione…
La leggenda vuole che sia nata per controbattere all’affermazione di George Harrison riguardo il fatto che i Led Zeppelin componessero poche ballad. L’essenza languida e finanche sensuale del brano si trasforma nel finale in un senso di liberazione, un lasciarsi alle spalle “le tenebre” carico di positività e rinnovata saggezza. Ed è su queste sensazioni, su questi ampi spazi carezzati dal vento, dove infelicità e gioia sembrano alternarsi e dipendere da un meccanismo naturale, che anche noi ci lasciamo trasportare, nel personale perseguimento della nostra, unica felicità.
versione acustica, molto emozionante di Plant e Page.
– “Friends” (with the Bombay Symphony Orchestra)
– “Four Sticks” (with the Bombay Symphony Orchestra)
1972 Friends Final Mix Take 1 1972 Complete Bombay Sessions
1972 Four Sticks Final Mix Stereo 1972 Complete Bombay Sessions
PHYSICAL GRAFFITI:
– “Let There Be Drums” (October 1973, Headley Grange)
– “Baby I Don’t Care” (October 1973, Headley Grange)
– “Jailhouse Rock” (October 1973, Headley Grange)
– “One Night” (October 1973, Headley Grange)
– “Don’t Be Cruel” (October 1973, Headley Grange)
– “The Girl Of My Best Friend” (October 1973, Headley Grange)
– “Money Honey” (October 1973, Headley Grange)
– “Summertime Blues” (October 1973, Headley Grange)
– 3 alternate versions of “In The Light” (1973-74, Headley Grange)
– “Swan Song” (February 1974, Headley Grange)
– “Lost In Space” (1973-74)
Rare* Led Zeppelin In The Light *In The Morning*
Led Zeppelin Physical Graffiti Outtake *Swan Song*
PRESENCE: da passare su album foto
– “Don’t Start Me Talkin'” (October 1975 rehearsal at SIR Studios)
– “Minnie The Moocher/Tea For One” (October 1975 rehearsals at SIR Studios)
Outtake - Don't Start Me Talking
IN THROUGH THE OUT DOOR: da passare su album foto
– “Fire” (May 1978 rehearsal at Clearwell Castle)
– unknown song title (brief clip available on bootleg as ‘Polar Studio Fragment’)
– unknown song title (drum track available on bootleg)
Led Zeppelin In Through The Outdoor Sessions (1978)
Led Zeppelin In Through The Outdoor Sessions (1978)
https://classicrockreview.wordpress.com/category/led-zeppelin-in-through-the-outdoor-sessions/
73:59): All My Love, Fire, Carouselambra, canzone sconosciuta, Wearing And Tearing, Fool In The Rain, Hot Dog, In The Evening, Southbound Suarez, Darlene, Fool In The Rain
In Through The Outdoor Sessions è un'altra eccellente raccolta di outtakes precedentemente disponibili dalle sessioni finali in studio dei Led Zeppelin. La qualità del suono su Boogie Mama è paragonabile alle migliori versioni disponibili di questi nastri, ed è confezionata in un attraente digipack e molto conveniente per il collezionista medio.
Il disco inizia con l'incredibile outtake di "All My Love" registrato a Stoccolma nel novembre 1978. Questa è la ripresa usata per la versione finale, ma manca di sovraincisioni, l'assolo di tastiera nel mezzo e non si dissolve. La sezione finale, che è stata purtroppo modificata, ha un piccolo assolo di chitarra lirico di Jimmy Page.
Le due tracce successive risalgono alle demo di Clearwell Castle del maggio 1978. Questa è stata la prima prova della band degli Zeppelin dalla brusca fine del tour dell'anno precedente a causa della tragedia personale di Robert Plant. È una registrazione amatoriale che contiene la traccia incompiuta "Fire". Questo suona come l'inizio di quella che sarebbe una traccia epica scritta e dominata da Page. è in contrasto con i numeri dominati dalle tastiere che avrebbero formato l'album finale con la forte batteria di Bonham e Page che prendeva il volo nel caos. È simile a "When The Levee Breaks", ed è un peccato che gli Zeppelin non abbiano mai completato la canzone.
Il numero si interrompe per alcune conversazioni prima che il nastro si interrompa. Questa canzone purtroppo non è mai passata oltre il palco delle prove e, per quanto ne sappiamo, non è mai stata registrata in studio.
Ci sono tre riprese del brano di John Paul Jones scritto "Carouselambra". Le tre riprese arrivano fino alla prima sezione. Gli altri due, il ponte a movimento lento suonato sul doppio manico e le sezioni "disco" dal ritmo veloce, non sarebbero stati scritti fino a molto tempo dopo.
Si dice che gli Zeppelin lo abbiano provato per i concerti di Knebworth e il successivo tour estivo in Europa, ma non sono mai arrivati alla scaletta. Si dice anche che questo sarebbe stato presentato nel tour nordamericano tra la fine del 1980 e l'inizio del 1981, ma con la fine della band non lo sapremo mai. Questo è quanto di più vicino abbiamo a una versione live di questo pezzo ed è piacevole sentirlo suonare con abbandono.
Il resto del disco è occupato da mix alternativi di canzoni dalle sessioni di Stoccolma alla fine del 1978 che hanno prodotto In Through The Outdoor a partire dalla "canzone sconosciuta", un frammento di otto secondi di Dio sa cosa.
"Wearing And Tearing" sarebbe stato un EP speciale per commemorare i concerti di Knebworth, ma è stato demolito e non sarebbe stato pubblicato fino a Coda del 1982. Questa è la versione finale del pezzo con un count-in di Bonham e ulteriori interiezioni di Plant durante la canzone.
"Fool In The Rain" inizia con un count-in di Bonham. E Plant, riferendosi al sapore latino della canzone, grida "quartro!" C'è un ulteriore "oh sì" all'inizio, ma mancano il fischio, la voce di Plant al ponte e l'assolo di chitarra.
"Hot Dog" è lo stesso della versione finale tranne che con l'assolo di chitarra mancante e Plant che lancia in divertenti interiezioni come "questo è il mio tipo di musica" e "dai, signor Philips, puoi farlo di nuovo".
"In The Evening" suona noioso e confuso rispetto agli altri. Dal momento che ha la voce, l'assolo di chitarra e le sovraincisioni di voce e chitarra, questo è il prodotto finale ma ha un'introduzione drone piuttosto che quella utilizzata per la ripresa finale.
Questa è una versione molto forte di Boogie Mama. Negli ultimi due anni hanno rilasciato diversi ottimi titoli Zeppelin. In Through The Outdoor Sessions, pur avendo del materiale comune, offre un'ottima presentazione per coloro che potrebbero non averlo già, o per coloro che non possono permettersi i costosi set Empress Valley e Scorpio.
Led Zeppelin May 1978 rehearsal at Clearwell Castle in England da passare su album foto
This is something I found on a website that a friend of mine sent me. A song called Fire. Recorded in May 1978 at Clearwell Castle in England. Rehearsals right before they recorded "In Through the Out Door".
Fire (Say You're Gonna Leave Me) is an outtake from the Clearwell Castle Sessions, recorded in 1978. Led Zeppelin composed and rehearsed some new material of their album In Through the Out Door there in 1978. Years later, this song was used by Jimmy Page for his album The Firm, recorded with his new band. The song's riff became part of Closer, the first track of The Firm self-titled and first album, released in 1985. The powerful Hard Rock style of the song put off to the epic parts of Achilles Last Stand, the best song from Led Zeppelin's album Presence, released in 1976.
THE COMPLETE BBC SESSION GIA’ PASSATO SUL ALBUM FOTO
Provided to YouTube by Rhino Atlantic Whole Lotta Love (Medley) (1/4/71 Paris Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar, Theremin: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Bass Guitar: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Arthur Crudup Writer: Bukka White Writer: Doc Pomus Writer: Jimmy Page Writer: John Bonham Writer: John Lee Hooker Writer: John Paul Jones Writer: Mort Shuman Writer: Robert Plant Writer: Willie Dixon
Travelling Riverside Blues (29/6/69 Top Gear) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Guitar: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant Writer: Robert Johnson
The Girl I Love She Got Long Black Wavy Hair (Live on Tasty Pop Sundae from BBC Sessions) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Guitar: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant Writer: John Paul Jones Writer: John Bonham Writer: John Estes Writer: Willie Dixon Writer: Robert Johnson
You Shook Me (10/8/69 Playhouse Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Pedals Keyboards: John Paul Jones Organ: John Paul Jones Harmonica, Vocals: Robert Plant Writer: J B Lenoir Writer: Willie Dixon
Stairway to Heaven (Live: 1/4/71 Paris Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Pedals Keyboards: John Paul Jones Organ: John Paul Jones Electric Piano: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant.
Since I've Been Loving You (1/4/71 Paris Theatre) (2016 Remaster) · Led Zeppelin The Complete BBC Sessions ℗ 2016 BBC Worldwide Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Drums: John Bonham Remastering Engineer: John Davis Bass Pedals Keyboards: John Paul Jones Organ: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant Writer: John Paul Jones
Led Zeppelin - Live in Bloomington, MN (Jan. 18th, 1975) - NEW SOUNDBOARD PORTIONS
https://youtu.be/-i5_4CArPL4 già passato su album foto
At long last, a portion of the soundboard for the band's first show of their 1975 North American tour has just come out. This show is notable for occurring before Plant became sick with the flu, and for its unique setlist. Special thanks to TAFCIA for liberating and transferring this soundboard!
0:00 Intro
1:02 The Song Remains the Same
6:18 The Rain Song
14:58 Kashmir
23:49 The Wanton Song (cut)
Bootleg: Led Zeppelin: Wanton Song 1975 Met Center (no label)
Silver CD - EAC - WAV - TLH - FLAC
Due frammenti di una registrazione inedita della performance dei Led Zeppelin del 18 gennaio 1975 a Minneapolis sono emersi online all'inizio di questa settimana.
Non sono state rilasciate registrazioni del pubblico o della tavola armonica dello spettacolo, rendendo gli snippet potenzialmente il primo audio dello spettacolo emerso dal 1975.
Il primo campione mostra Robert Plant che racconta alla folla l'infortunio di Jimmy Page al suo dito. "Jimmy ha avuto la sfortuna di rompersi una delle sue dita ... una delle sue dita", dice, prima dell'inizio di "The Song Remains The Same".
Il secondo esempio include Plant che fa riferimento a "Kashmir", che presumibilmente la band ha appena suonato, e poi introduce "The Wanton Song". Lo snippet termina a metà della canzone.
Recensione di giornali: i Led Zeppelin sono scesi a Minneapolis lo scorso fine settimana e hanno dimostrato a una folla gremita di oltre 20.000 devoti che è ancora la prima band heavy metal rock and roll al mondo.
Il concerto, che ha dato il via al tour nordamericano della band nel 1975, ha segnato la prima apparizione dei Led Zeppelin su questo lato dell'Oceano Atlantico in quasi 18 mesi. Pochi gruppi sono in grado di avvicinarsi al livello di energia che Jimmy Page e la compagnia hanno mantenuto dall'inizio alla fine durante la performance di 2 ore e mezza di Zep. Ancora intatti dopo quasi sette anni insieme come un'unità musicale compatta e coesa, i Led Zeppelin si sono evoluti dai suoi inizi come un gruppo blues pesante, specializzato in prosciutti lunghi serpeggianti in un sofisticato gruppo rock professionale ad alta energia, in grado di vendere fino a 50.000- sede di uno stadio di calcio dopo l'altro tutto da solo, senza il beneficio di un atto di riscaldamento.
Il gruppo è apparso sul palco quasi esattamente all'orario di inizio previsto per le 20:00, con un fragoroso ruggito dalla folla e ha fatto irruzione nel Rock and Roll, guidato dalle linee di chitarra dure e taglienti di Jimmy Page. Con l'eccezione di Moby Dick, la vetrina standard della band per il batterista John Bonham, e un breve estratto di 30 secondi da Whole Lotta Love durante il bis, il gruppo ha limitato la sua attenzione ai suoi album più recenti, Led Zeppelin 4 e Houses Of The Holy, insieme a una serie di selezioni dal suo prossimo LP Physical Grafitti. Il nuovo materiale è stato un punto culminante particolare, in particolare Kashmir, un numero minacciosamente lunatico con alcuni intriganti lavori di sintetizzatore di John Paul Jones e Trampled Underfoot, un rocker in ascesa il cui titolo è molto autoesplicativo. Una tremenda Una tremenda versione di Stairway To Heaven,
È stata la presenza scenica dinamica del gruppo che mi ha colpito più di ogni altra cosa. Questi ragazzi sono totalmente responsabili della situazione in ogni momento, con l'istrionismo vocale travolgente di Plant e il corpo allampanato e biondo (estremamente sexy, secondo la maggior parte delle ragazze con cui ho parlato prima e dopo lo spettacolo) che attira l'attenzione di tutti. . Page è diventato un performer energico ed eccitante, saltellando e scambiando sorrisi consapevoli con Plant mentre lancia una serie di assoli stupendi, ognuno più incredibile del precedente.
Altre chicche per la serata includevano arrangiamenti straordinariamente potenti di When The Levee Breaks e The Song Remains The Same, che, insieme al materiale Physical Graffiti, venivano eseguiti per la prima volta, secondo Plant. Verso la fine, Plant si è scusato con il pubblico perché la band era "arrugginita". Non doveva preoccuparsi: se i Led Zeppelin funzionassero solo a metà velocità, mi sarebbe difficile immaginare quanto sarebbe stata sensazionale questa band in una buona notte!
Durante la sua lunga permanenza in cima alla classifica del rock heavy metal, i Led Zeppelin hanno affrontato e sconfitto le sfide di un numero incalcolabile di pretendenti al suo trono, e se la performance dello scorso sabato è un'indicazione di ciò che verrà, dubito seriamente che esiste una band capace di eguagliare, molto meno di superare, ciò che i Led Zeppelin potrebbero fare nel sonno. Il superbo sistema audio del gruppo e gli effetti di luce colorati, che hanno immerso gli artisti in una varietà Avide di colori intensi; aggiunto considerevolmente all'effetto complessivo. In questa epoca altamente inflazionistica, i Led Zeppelin danno ai suoi fan il valore dei loro soldi e anche di più. Cinque anni fa ho pagato volontariamente $ 10 per un biglietto della diciottesima fila per lo spettacolo del gruppo nello stesso Bloomington Sports Center (1970), la casa del club di hockey del Minnesota North Stars,
Mi sarebbe piaciuto vedere il gruppo suonare più a lungo, e dubito che ci fossero più di una manciata di persone che avrebbero lasciato l'edificio se il gruppo avesse suonato 15 bis nelle prime ore del mattino. - Free Press, 23 gennaio 1975 .
At long last, a portion of the soundboard for the band's first show of their 1975 North American tour has just come out. This show is notable for occurring before Plant became sick with the flu, and for its unique setlist. Special thanks to TAFCIA for liberating and transferring this soundboard! 0:00 Intro 1:02 The Song Remains the Same 6:18 The Rain Song 14:58 Kashmir 23:49 The Wanton Song (cut) Bootleg: Led Zeppelin: Wanton Song 1975 Met Center (no label) Silver CD - EAC - WAV - TLH - FLAC
già passato su album
Most people know the soundboard for this show (known as "Flying Circus") or the excellent matrix by Bluecongo (known as "Four Blocks in the Snow"), but the raw audience source is damn good in and of itself. Stairway once again had to be edited due to copyright. 0:00 Intro 1:46 Rock and Roll 5:26 Sick Again 11:58 Over the Hills and Far Away 21:01 In My Time of Dying 33:14 The Song Remains The Same 38:42 The Rain Song 47:58 Kashmir 57:35 No Quarter 1:16:08 Trampled Underfoot 1:25:16 Moby Dick 1:46:05 Dazed and Confused 2:19:15 Stairway to Heaven (partial) 2:31:38 Whole Lotta Love 2:33:02 Black Dog 2:40:33 Heartbreaker/That's Alright Mama Bootleg: AUD Master Cassette - DAT - CD - SHN
You're watching Led Zeppelin perform 'I Can't Quit You Baby' in front of a sold out crowd, live at Royal Albert Hall in 1970. già passato su album
Led Zeppelin - Kashmir (Stereo) già passato su album
già passato su album
Bron y Aur Stomp on Led Zeppelin's 1977 tour. CLICK HERE FOR JAZZ 7:53 The concert was shot on film cameras that were not set for the low light levels on stage. The result is both artistic and frustrating at times.
Bron y Aur Stomp on Led Zeppelin's 1977 tour. CLICK HERE FOR JAZZ 7:53 The concert was shot on film cameras that were not set for the low light levels on stage. The result is both artistic and frustrating at times.
già passato su album
25 MAGGIO - EARLS COURT ARENA, LONDRA, REGNO UNITO (DOMENICA, 20:00) Il
DJ Alan "Fluff" Freeman ha presentato la band. L'intero concerto è stato registrato e filmato professionalmente. I frammenti sono stati usati nel video promozionale di "Whole Lotta Love" nel 1997, Latter Days - The Very Best Of Led Zeppelin Volume 2 nel 2000 e DVD nel 2003. l'ultima esibizione in assoluto di Dazed And Confused.
Stairway To Heaven era dedicato alla figlia di Plant: "Carmen - questa canzone è per una bambina che si siede probabilmente chiedendosi di cosa si tratta ... quindi, dov'è il ponte? Beh, Carmen, hai avuto la possibilità di scoprire dove si trova il ponte ... e se lo sai, fammelo sapere dopo lo spettacolo. "
al minuto 2.53.16 la dedica a sua figlia Carmen..
led zeppelin live 25/05/1975 ful(show completo)
Led Zeppelin - Immigrant Song - Rehearsal/Practice Tape già passata su album
Led Zeppelin - The Wanton Song - Practice Rehearsal Soundcheck Tape già passata su album
The Wanton Song - Led Zeppelin live in Indianapolis (25/1/1975) già passata su album
hanno iniziato e Percy ha avuto un raffreddore, un terribile terribile e un raffreddore che ha rovinato la vita, Jimmy ha avuto un dito rotto, ..alcuni problemi anche Jonesy e Bonzo
in questo concerto Robert canta in tonalità più bassa, dato che ha un raffreddore ancora fastidioso..
non è stato un ottimo live...in quella sera...Robert lo dice all'inizio che la sua voce ha problemi
Led Zeppelin outtakes/studio sessions già passato su album
Led Zeppelin outtakes/studio sessions
Robert canta a cappella....
e si vanno un sacco di risate....
parte da solo..poi si aggiunge la chitarra..poi la batteria..
blues all'estrema potenza..
Led Zeppelin outtakes/studio sessions
posto un commento che ho già descritto in altri post....cosa dobbiamo aggiungere?...niente..tutto è nato..tutto si è compiuto..e possiamo dire..solo...c'eravamo..e ci siamo ancora...questa è l'Arte con la A maiuscola..perchè la musica è un patrimonio della intera esperienza umana..a volte io penso che ci siano genialità aliene..nascono..arrivano dritto a compimento dell'intento preposto e ne solcano poi il cammino futuro..
Led Zeppelin In My Time of Dying già passato su album
Led Zeppelin In My Time of Dying
Led Zeppelin In My Time of Dying https://youtu.be/B9lBKVjuNFU
Led Zeppelin: Communication Breakdown 5/25/1975 HD già compreso in album foto
Led Zeppelin: Communication Breakdown 5/25/1975 HD con balletto compreso
Led Zeppelin - Ripartizione della comunicazione live maggio / 25/1975
Robert ha parlato:
Un momento.
Vorremmo farne un altro. Stiamo solo facendo una chiacchierata, se volete scusarci un minuto. Beh, nel frattempo, vedrai che i signori con le camicie bianche passeranno un cappello perché l'attrezzatura e Dennis ci costano così tanto che abbiamo preso, non abbiamo pane per volare via dal paese. Quindi, se vedete arrivare un cappello, metteteci il pane dentro. Qualcuno deve fare soldi da qualche parte. Aspetta un minuto. Stiamo solo provando a pensare se mai avessimo avuto qualche colpo. Non facciamo saltare la nostra immagine facendo due chiacchiere, vero? C ' è un gentiluomo quaggiù che, che ci ha suggerito di Credo che dovremmo farlo, sì, ok? Questo è un problema che non capiamo, ma forse alcuni, alcune persone sì. Charles Scharr Murry, ovunque tu sia, continua a prendere le pillole.
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Beh, sono passate circa tre ore quarantacinque minuti da quando siamo arrivati, ed è ora di tornare indietro e ascoltare Bob Marley and the Wailers. Grazie mille per averci mostrato che l'Inghilterra è ancora viva e viva. Ed è buona notte da parte mia e buona notte da parte sua. Buonanotte e attenzione al Santo Graal.
Berkeley, California 1971. GIà PASSATO SU ALBUM FOTO
Berkeley, California 1971.
Boogie Chillun'- Hello Mary Lou - My Baby Left Me - Mess O' Blues 9-14-71
Led Zeppelin - For What It's Worth (Buffalo Springfield cover GIà PASSATO SU ALBUM FOTO
Led Zeppelin che coprono dal vivo For What it's Worth di Buffalo Springfield. In questo video sono incluse due esibizioni dal vivo della copertina. Il primo è stato durante il medley Communication Breakdown registrato nel famoso bootleg "Live on Blueberry Hill", il secondo viene da un'esecuzione molto più oscura e inquietante della canzone registrata dal vivo a Seattle il 21 marzo 1975, entrambi sono tra i miei preferiti momenti live dei Led Zeppelin. BTW aggiungi & fmt = 18 alla fine dell'URL per ottenere un suono di alta qualità.
Inoltre è estremamente bello quando Plant canta alcuni testi di I Shot the Sheriff nella seconda versione.
Led Zeppelin - For What It's Worth (Buffalo Springfield cover
Led Zeppelin che coprono dal vivo For What it's Worth di Buffalo Springfield. In questo video sono incluse due esibizioni dal vivo della copertina. Il primo è stato durante il medley Communication Breakdown registrato nel famoso bootleg "Live on Blueberry Hill", il secondo viene da un'esecuzione molto più oscura e inquietante della canzone registrata dal vivo a Seattle il 21 marzo 1975, entrambi sono tra i miei preferiti momenti live dei Led Zeppelin. BTW aggiungi & fmt = 18 alla fine dell'URL per ottenere un suono di alta qualità.
Inoltre è estremamente bello quando Plant canta alcuni testi di I Shot the Sheriff nella seconda versione.
LED ZEPPELIN-"BLUEBERRY HILL" GIà PASSATO SU ALBUM FOTO
Led Zeppelin nel 1970 che si esibivano a Blueberry Hill su
Led Zeppelin nel 1970 che si esibivano a Blueberry Hill su
LED ZEPPELIN-"BLUEBERRY HILL"
Una performance audio bootleg dei Led Zeppelin nel 1970 che si esibivano a Blueberry Hill suonando la canzone "Blueberry Hill" Tutte le immagini in questa presentazione sono del 1970, anno di questo concerto.
https://www.facebook.com/notes/1272661146433149/
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https://www.facebook.com/notes/353970319161741/
le storie dietro delle foto perle rare
The Rain Song: testo e significato del brano romantico dei Led Zeppelin
Il titolo provvisorio di questa traccia era "Slush", un riferimento al suo finto arrangiamento orchestrale di facile ascolto.
The Rain Song "è una ballata di oltre 7 minuti di lunghezza. Il chitarrista Jimmy Page ha originariamente costruito la melodia di questa canzone nella sua casa di Plumpton, in Inghilterra, dove aveva recentemente installato una console da studio. Un nuovo modello Vista, è stato in parte realizzato dal Pye Mobile Studio che era stato utilizzato per registrare la performance della Royal Albert Hall del 1970 e l'album The Who's Live at Leeds.
Page è stato in grado di portare un arrangiamento completo della melodia, per il quale il cantante Robert Plant ha composto alcuni testi. Questi testi sono considerati dallo stesso Plant la sua migliore performance vocale complessiva. La canzone presenta anche un mellotron suonato da John Paul Jones per aggiungere all'effetto orchestrale, mentre Page suona una chitarra Danelectro.
Sicuramente questa canzone ha il testo più intenso scritto da Plant.
“Tu sei luce del sole nella mia crescita. Sentivo cosi poco calore prima”. Un verso semplice ma proprio per questo devastante, che immortala questa poesia tra le più belle canzoni d’amore mai scritte. E poi, una di quelle melodie che riesce a farti cambiare dimensione…
La leggenda vuole che sia nata per controbattere all’affermazione di George Harrison riguardo il fatto che i Led Zeppelin componessero poche ballad. L’essenza languida e finanche sensuale del brano si trasforma nel finale in un senso di liberazione, un lasciarsi alle spalle “le tenebre” carico di positività e rinnovata saggezza. Ed è su queste sensazioni, su questi ampi spazi carezzati dal vento, dove infelicità e gioia sembrano alternarsi e dipendere da un meccanismo naturale, che anche noi ci lasciamo trasportare, nel personale perseguimento della nostra, unica felicità.
versione acustica, molto emozionante di Plant e Page.
Per la sua bellezza vale la pena riportare il testo completo. Lo trovate qui sotto, inclusa traduzione.
“This is the springtime of my loving
The second season I am to know
You are the sunlight in my growing so little warmth I’ve felt before.
It isn’t hard to feel me glowing
I watched the fire that grew so low.
It is the summer of my smiles
Flee from me Keepers of the Gloom.
Speak to me only with your eyes. It is to you I give this tune.
Ain’t so hard to recognize These things are clear to all from time to time.
Talk Talk
I’ve felt the coldness of my winter
I never thought it would ever go. I cursed the gloom that set upon us…
But I know that I love you so
These are the seasons of emotion and like the winds they rise and fall
This is the wonder of devotion I see the torch we all must hold.
This is the mystery of the quotient
Upon us all a little rain must fall”“È la primavera del mio amore
La seconda stagione che sto conoscendo
Tu sei luce del sole nella mia crescita
Sentivo cosi poco calore prima
Non è difficile farmi sentire ardente
Ho guardato il fuoco crescere lentamente
È l’estate dei miei sorrisi
Fuggono da me i custodi del buio.
Parlami solo con i tuoi occhi
Per te porto questa melodia
Non è difficile da riconoscere
Queste cose sono chiare per tutti da sempre
Parlami, parlami
Ho sentito il freddo del mio inverno
Non ho mai pensato che se ne sarebbe andato
Ho maledetto l’oscurità scesa sopra noi
Ma io so che ti amo cosi
Ma lo so che ti amo cosi
Queste sono le stagioni delle emozioni e come il vento salgono e scendono
Questa è la meraviglia della devozione
Vedo la torcia che tutti dobbiamo tenere
Questo è il mistero del nostro scopo
Su tutti noi un po’ di pioggia deve cadere”
HOUSES OF THE HOLY:
– “Slush” (possibly just an early title for “The Rain Song”)
– “Friends” (with the Bombay Symphony Orchestra)
– “Four Sticks” (with the Bombay Symphony Orchestra)
1972 Friends Final Mix Take 1 1972 Complete Bombay Sessions
1972 Four Sticks Final Mix Stereo 1972 Complete Bombay Sessions
da completare
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Anno di uscita:1979. Durata:42 min. Etichetta:Swan Song. Tracklist. IN THE EVENING; SOUTH BOUND SAUREZ; FOOL IN THE RAIN; HOT DOG; CAROUSELAMBRA; ALL MY love
IN THROUGH THE OUT DOOR
E’ fondamentalmente un disco di John Paul Jones e non del duo Page & Plant? Sì, può anche essere…e allora? Da quando ascolto musica, tanti anni passati letteralmente a divorarla, ho sempre avuto difficoltà a confrontarmi con questi odiosi luoghi comuni: i Beatles sono solo Lennon & McCartney. I Rolling Stones sono solo Jagger & Richards. I Genesis sono niente senza Gabriel (giusto per uscire dall’ambito rock) etc etc. Si potrebbe proseguire in questo elenco di “presunti unici artefici” delle fortune di un gruppo per molte righe ancora, ma la sostanza si può riassumere in quello che per me è sempre stato un credo incrollabile: il nome della band è sempre superiore alla somma dei singoli elementi. Page e Plant per i Led Zeppelin (al pari degli altri mostri sacri citati, per i rispettivi gruppi di appartenenza) sono senza dubbio i maggiori catalizzatori di energia del quartetto. Rappresentano The Queen of Light e The Prince of Peace, incarnano il front man dal petto villoso che fa impazzire le groupies e il magico chitarrista, grande orchestratore di intere armate di sei corde. Ma in una band che si rispetti ogni elemento fornisce il proprio apporto, senza del quale non ci sarebbero i Led Zeppelin, piuttosto che i Beatles, così come li conosciamo e li apprezziamo. L’alchimia fra gli elementi è la vera chiave. La collaborazione. Il talento di uno che interviene e si accende quando nell’altro è spenta l’idea giusta.
E poi, cosa sarebbero stati i Led Zeppelin senza i colpi di Mjölnir di John “Bonzo” Bonham? Che cosa sarebbero stati senza l’arte, il gusto e la compostezza dell’ottimo polistrumentista John “Paul Jones” Baldwin a controbilanciare gli eccessi del resto del gruppo?
Negli anni in cui “In Through The Outdoor” è stato scritto e registrato, per la band non c’è altro da fare che affidarsi alle mani e al cervello del bassista/tastierista, perché le vicende musicali ed umane del quartetto inglese sono notoriamente agitate e funestate da lutti, malattie e gravi dipendenze. Page è inebetito dalla droga: nel folle desiderio di emulare Aleister Crowley abusa di eroina in modo insostenibile per il suo corpo gracile; fisico e testa non reggono l’impatto devastante. Plant è colpito duramente dalla malasorte: la morte del figlio Karac è una tragedia che non so nemmeno commentare adeguatamente. Bonzo è tormentato dall’alcolismo: se da sobrio è l’amabile padre di famiglia che soffre per il distacco dai suoi familiari durante gli estenuanti tour, da sbronzo è “la Bestia” distruttrice e stupratrice, un bambinone con una forza incontrollata ed ingestibile. E sappiamo bene dove il demone dell’alcool lo porterà nel giro di pochi mesi. Su tutti grava la tensione dell’esilio obbligato dall’Inghilterra, per ragioni fiscali, che trasforma il gruppo in un branco di lupi in gabbia, irascibili, ma anche immalinconiti. Tutti tranne John Paul Jones, l’unico che nei momenti di tensione resta calmo. L’unico che non partecipa a bravate e festini. L’unico che non subisce perdite e che non è vittima di alcun incidente. L’unico, si vocifera con insistenza, che non abbia firmato il patto col diavolo e che per questo è libero da dazi da pagare per fama e successo ottenuti.
“In Through The Outdoor” non è un disco di hard rock, ma “semplicemente” un disco di grande musica. Se cercate i bombardamenti di “Led Zeppelin II” potete tranquillamente evitare questa esperienza di ascolto, ma a mio modesto parere perdereste qualcosa di significativo. E’ il disco che mi ha fatto percepire definitivamente la trasversalità e l’universalità dei Led Zeppelin, ai quali sta strettissimo lo status di “gruppo rock”, sia pure nella collocazione Olimpica che gli attribuisco da fan indefesso. Persino Eddie Van Halen, in un’intervista dell’epoca, lo ha bollato come il disco che “aveva seppellito Jimmy Page sotto un mare di tastiere”: forse il chitarrista olandese, deluso dall’abdicazione della centralità all’interno della band del suo eroe, non riesce in quel momento a cogliere l’essenza di un disco che chiude un’era (la fine dei ’70) e con gli stereotipi ad essa legati, per seminare soluzioni che si sarebbero sentite in molte produzioni degli anni a venire. “In Through The Outdoor” è una festa di suoni, di colori e di ritmi, un festa dalla quale ci si deve solo lasciar coinvolgere, abbandonando ogni preconcetto nel corso dei suoi quarantadue minuti di durata.
Per la cronaca, il disco esce come sempre per Swan Song, la casa discografica di proprietà dei Led Zeppelin, con ben sei copertine differenti: ognuna rappresenta il punto di vista di ciascun avventore presente in un bar, scena dello scatto del grafico Storm Thorgerson. Il mio vinile, poi, è confezionato in una busta anonima tipo pacco postale, con tanto di timbro, che in realtà riporta nome del gruppo e titolo del disco.
Come letto in tante interviste e come raccontato ne “Il Martello degli Dei” (S. Davies – Arcana Editore), mio costante riferimento per tutto l’universo zeppeliniano, il sound del disco è fortemente condizionato dal desiderio di J.P. Jones di testare tutte le possibilità del suo synth Yamaha (“il mio nuovo giocattolo” cit.). Il resto del gruppo incide le proprie parti sulle idee e sulle basi elaborate da Jonesy, intervenendo in una seconda fase. Eppure i riflettori puntano subito, tutto sommato giustamente, su Jimmy Page (produttore del disco), che apre “In the Evening” con i sinistri effetti sonori da tempo elaborati e sperimentati per la colonna sonora di “Lucifer Rising” di Kenneth Anger. Un’intro oscura e malsana, alla quale segue la solare esplosione di chitarra (bello il gioco di leva su un’inusuale Stratocaster), sostenuta dall’orchestrazione della tastiera: un suono corposo, che si arricchisce delle randellate di Bonham sulle pelli e della voce compressa e feroce di Plant. Pur essendo un brano molto incentrato sulla tastiera, gli interventi di chitarra sono da applausi, dirompenti nella parte iniziale dell’assolo e poi morbidi sull’arpeggio limpido e ricco di chorus. Sarà anche fuori di testa e tossico, ma Page resta sempre uno dei numeri uno nella capacità di scegliere e creare suoni per le sue chitarre, non c’è storia.
Le successive “South Bound Saurez” e “Fool in the Rain” sono canzoni ritmatissime con piano e tastiere in evidenza, che richiamano lo stile vario e scanzonato di alcuni brani di “Houses of the Holy”. La prima ha l’inconfondibile marchio Led Zeppelin, con maggior equilibrio nell’uso degli strumenti e una chitarra più presente, mentre nella seconda impazza Jones, che si avventura fino ad un intermezzo di samba scatenato, lasciando a Page giusto lo spazio per un assolo quasi fusion (passatemela senza troppa severità).
“Hot Dog” (autori gli “infallibili” Page e Plant) è l’unica, dico l’unica, canzone dei Led Zeppelin che non mi piace. Il tentativo di omaggiare Elvis naufraga su un giro di chitarra country-rock, mal eseguito, mal concepito e tutto sommato abbastanza banale. Con uno dei peggiori assoli di Page. Insensato persino se interpretato in chiave ironica. Stop.
Veniamo al capolavoro del disco, “Carouselambra”, dieci minuti e trentaquattro secondi di fuochi d’artificio. Se i Led Zeppelin fossero sopravvissuti alle loro tragedie e avessero continuato in questa direzione ne sarei stato estasiato: i synth saltano e ballano nelle casse dello stereo, Bonzo pesta più che mai e Page dipinge con la sua chitarra archi e curve soniche in un miracolo di struttura musicale che, dal minuto quattro in poi, si impreziosisce di cambi di tempo e arpeggi che influenzeranno la musica di altri grandi. I Genesis di “Duke” devono sicuramente qualcosa alla magia di questo brano articolato ed ispiratissimo (insisto, in anticipo sui tempi, altro che disco del declino).
Altro mare (stavolta malinconico) di tastiere ci attende in “All My Love”: Plant canta in un testo struggente il dolore della perdita del figlio. Lo farà una volta sola, perché gli sarà impossibile emotivamente ripetere quelle parole in un’altra sessione di registrazione. Una “take” unica in tutti i sensi. John Paul Jones omaggia l’amico con una lieve stonatura su una nota del solo di tastiera, a simbolo del dolore condiviso, mentre Page esegue un solo con chitarra classica, contenuto e rispettoso.
Classe a profusione nella conclusiva “I'm Gonna Crawl”, un blues raffinatissimo e tirato, come da tradizione zeppeliniana, che sfuma con eleganza su un Plant strepitante e disperato.
Un disco che forse avrebbe aperto una fase nuova, in cui i quattro musicisti avrebbero proiettato nuove generazioni verso nuove sonorità. Oppure che avrebbe accompagnato i vecchi fans in un percorso tutto nuovo fatto di magie e sperimentazione di grande musica, non possiamo dirlo, ma solo immaginarlo con gran rimpianto.
Un anno, un mese e dieci giorni dopo la pubblicazione di “In Through The Outdoor”, nel giorno del mio nono compleanno, John Bonham moriva dopo aver consumato quaranta drink alla vodka nell’arco di una giornata. Con lui morivano formalmente i Led Zeppelin. Una morte che li avrebbe consegnati definitivamente alla leggenda e alla storia della musica.
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