sabato 19 agosto 2023

MISTER ROBERT PLANT 20 AGOSTO 1948 ..NON SOLO LED ZEPPELIN


 “Mi piace pensare che la gente torni a casa dopo un nostro concerto sapendo che siamo andati un po’ sopra le righe e che è abbiamo fatto davvero un sacco delle cose che gira voce facciamo…è questo che ci rende superiori: è la nostra premura. Non è questione di potenza, rivoluzione, pugni per aria. Mi piace che chi ci viene a vedere alla fine si senta come dopo una bella scopata, soddisfatto e sfinito…certe sere guardo il pubblico e vorrei farmi tutta la prima fila”.
~ Robert Plant ~
“I like to think that people go home after one of our concerts knowing that we went a little over the top and that we really did a lot of the things that people say we do...that's what makes us superior: it's our thoughtfulness . It's not a question of power, revolution, fists in the air. I like that those who come to see us at the end feel like they are after a good fuck, satisfied and exhausted...some evenings I look at the audience and I would like to get the whole front row."
~Robert Plant~


MISTER ROBERT PLANT 20 AGOSTO 1948 ..NON SOLO LED ZEPPELIN

le storie dietro una foto

20 agosto 1948...Mister Robert Plant..

a chi ha navigato mari in tempesta e oceani sferzati da venti imperiosi, attraccando a terre lontane benefiche..su navi maestose ,antiche, rigenerate ma solide e sempre illuminate di sola luce❤️
Auguri..e non solo...🎂🍾Mister Plant..auguri Robert..indomito guerriero

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non fermarti vai oltre,attraversami guardando e guardami attraversando uno spirito che sà di rare melodie e poi..vai..vai ancora oltre, non curarti dell'evidenza, sorvola il selvaggio, cacciatore di eteree visioni, afferra con la mente l'invisibile, custodiscilo come dono segreto concesso a pochi, perchè solo pochi meritano, solo pochi meritano, solo pochi sanno cercare, solo pochi hanno occhi per vedere, solo pochi sanno vedere oltre i loro occhi..Lella..

non fermarti vai oltre,attraversami guardando e guardami attraversando uno spirito che sà di rare melodie

e poi..vai..vai ancora oltre, non curarti dell'evidenza, sorvola il selvaggio,

cacciatore di eteree visioni, afferra con la mente l'invisibile,

custodiscilo come dono segreto concesso a pochi,

perchè solo pochi meritano, solo pochi meritano,

solo pochi sanno cercare, solo pochi hanno occhi per vedere,

solo pochi sanno vedere oltre i loro occhi..

Lella..






20 agosto 1948...Mister Robert Plant..
75 primavere che adoro

𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒉𝒂 𝒏𝒂𝒗𝒊𝒈𝒂𝒕𝒐 𝒎𝒂𝒓𝒊 𝒊𝒏 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒆 𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏𝒊 𝒔𝒇𝒆𝒓𝒛𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒆𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊, 𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒄𝒄𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒆 𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒆 𝒃𝒆𝒏𝒆𝒇𝒊𝒄𝒉𝒆..𝒔𝒖 𝒏𝒂𝒗𝒊 𝒎𝒂𝒆𝒔𝒕𝒐𝒔𝒆 ,𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆, 𝒓𝒊𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒎𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒅𝒆 𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒐𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒆❤️
𝑨𝒖𝒈𝒖𝒓𝒊..𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒍𝒐...🎂🍾𝑴𝒊𝒔𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒍𝒂𝒏𝒕..𝒂𝒖𝒈𝒖𝒓𝒊 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕..𝒊𝒏𝒅𝒐𝒎𝒊𝒕𝒐 𝒈𝒖𝒆𝒓𝒓𝒊𝒆𝒓𝒐
𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒆𝒓𝒎𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒗𝒂𝒊 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆,𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒎𝒊 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒆 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒎𝒊 𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒖𝒏𝒐 𝒔𝒑𝒊𝒓𝒊𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒂̀ 𝒅𝒊 𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒎𝒆𝒍𝒐𝒅𝒊𝒆 𝒆 𝒑𝒐𝒊..𝒗𝒂𝒊..𝒗𝒂𝒊 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒓𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒆𝒗𝒊𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂, 𝒔𝒐𝒓𝒗𝒐𝒍𝒂 𝒊𝒍 𝒔𝒆𝒍𝒗𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐, 𝒄𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒆𝒕𝒆𝒓𝒆𝒆 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊, 𝒂𝒇𝒇𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒍'𝒊𝒏𝒗𝒊𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆, 𝒄𝒖𝒔𝒕𝒐𝒅𝒊𝒔𝒄𝒊𝒍𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒂 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊, 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒎𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒎𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒔𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂𝒓𝒆, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒔𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒊 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊..𝑳𝒆𝒍𝒍𝒂..
❤️ 𝑸𝒖𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒎𝒖𝒔𝒊𝒄𝒊𝒔𝒕𝒊 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆𝒏𝒏𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒍𝒆𝒎𝒂𝒏 𝒔𝒄𝒆𝒏𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒂𝒍 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒑𝒊𝒆𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒍𝒍𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒊𝒏𝒕𝒐𝒓𝒏𝒐, 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒖𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊, 𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒄𝒓𝒆𝒔𝒄𝒊𝒖𝒕𝒊 𝒆 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒂𝒊 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒊 𝒊𝒎𝒎𝒐𝒓𝒕𝒂𝒍𝒊? 𝑨𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒆̀ 𝒎𝒊𝒔𝒖𝒓𝒂. 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒉𝒂 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕 𝑷𝒍𝒂𝒏𝒕 𝒓𝒊𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒄𝒂𝒔𝒂, 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑩𝒍𝒂𝒄𝒌 𝑪𝒐𝒖𝒏𝒕𝒓𝒚, 𝒅𝒐𝒑𝒐 𝒊 𝒔𝒖𝒐𝒊 𝒂𝒏𝒏𝒊 𝒂𝒎𝒆𝒓𝒊𝒄𝒂𝒏𝒊. 𝑩𝒂𝒔𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒊 𝒑𝒐𝒔𝒕𝒊 "𝒆𝒔𝒐𝒕𝒊𝒄𝒊", 𝒎𝒆𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒊𝒍 𝒑𝒖𝒃 𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒆𝒔𝒆 𝒂 𝑺𝒉𝒂𝒕𝒕𝒆𝒓𝒇𝒐𝒓𝒅. 𝑪𝒐𝒏 𝑷𝒂𝒕𝒕𝒚 𝑮𝒓𝒊𝒇𝒇𝒊𝒏, 𝒅𝒂𝒍𝒍'𝒂𝒍𝒕𝒓𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝑶𝒄𝒆𝒂𝒏𝒐 𝑨𝒕𝒍𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒉𝒂 𝒇𝒖𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒕𝒐, 𝒎𝒂 𝒂 𝒄𝒂𝒔𝒂 𝒄'𝒆𝒓𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐, 𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐, 𝒇𝒊𝒏 𝒅𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒐. 𝑫𝒆𝒗𝒆 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒂𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒓𝒂𝒊𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒕𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒕𝒂 𝒆 𝒊𝒈𝒏𝒐𝒓𝒂𝒓𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒄𝒊, 𝒆 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒔𝒊. 𝑨 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒄𝒊 𝒔𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒓𝒎𝒂. un giornalista tempo fà 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎ò "𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒛𝒂..(𝒃𝒆𝒍𝒍𝒂)𝒆𝒕𝒂̀ 𝒅𝒊 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕.. 𝒊𝒐 𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒐 "𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒐𝒗𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒊𝒓𝒆"❤️
. 𝑨 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒄𝒊 𝒔𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒓𝒎𝒂.


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riflessione...❤️ Quanti musicisti settantenni con la storia come quella di questo gentleman scendono dal loro piedistallo per guardarsi intorno, essere curiosi, abbracciare generi così diversi da quelli con cui sono cresciuti e grazie ai quali sono diventati immortali? Anche questa è misura. Come quella che alla fine ha Robert Plant riportato verso casa, nella Black Country, dopo i suoi anni americani. Basta con i posti "esotici", meglio il pub in paese a Shatterford. Con Patty Griffin, dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, non ha funzionato, ma a casa c'era una fattoria alla quale stare appresso, e una terra della quale si conosce tutto, fin da piccolissimo. Deve essere bellissimo avere una traiettoria tracciata e ignorarla per continuare a sorprenderci, e sorprendersi. A poter invecchiare così ci si metterebbe la firma. il giornalista la chiama "la terza..(bella)età di Robert.. io la chiamo "chiaroveggenza del divenire"❤️

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..li adoro...❤️..è immagine meravigliosa...per me non è l'inesorabile trascorrere del tempo bensì la consapevolezza dell'immortalità del tempo stesso I Led Zeppelin furono i pionieri dell’hard rock, una fusione tra il rock & roll e il blues rock, le cui radici del gruppo vedranno la luce nel 1968, band formato dalla voce armonica di Robert Plant, dal chitarrista di Jimmy Page, dal bassista e tastierista John Paul e dal batterista John Bonham. Con le loro idee moderne e inedite, contribuiranno all’evoluzione della musica rock attingendo dal repertorio blues e rock blues degli anni 50 e 60, con un sound completamente rivoluzionario, anticipando il nuovo decennio 70 che era già alle porte, influenzando molti gruppi rock del loro tempo e degli anni avvenire, imponendosi sul mercato internazionale, come quello americano, celebrando l’immortalità dietro il mito dei Led Zeppelin.

..li adoro...❤️..è immagine meravigliosa...per me non è l'inesorabile trascorrere del tempo bensì la consapevolezza dell'immortalità del tempo stesso

I Led Zeppelin furono i pionieri dell’hard rock, una fusione tra il rock & roll e il blues rock, le cui radici del gruppo vedranno la luce nel 1968, band formato dalla voce armonica di Robert Plant, dal chitarrista di Jimmy Page, dal bassista e tastierista John Paul e dal batterista John Bonham.

Con le loro idee moderne e inedite, contribuiranno all’evoluzione della musica rock attingendo dal repertorio blues e rock blues degli anni 50 e 60, con un sound completamente rivoluzionario, anticipando il nuovo decennio 70 che era già alle porte, influenzando molti gruppi rock del loro tempo e degli anni avvenire, imponendosi sul mercato internazionale, come quello americano, celebrando l’immortalità dietro il mito dei Led Zeppelin.

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Robert Plant: invecchiare bene Nel mondo del rock succedono ogni tanto cose clamorose, come nel caso dell'ex Led Zeppelin. La misura è una qualità difficile da maneggiare. Nel mondo della musica pop(olare), poi, è praticamente una sirena. Le cronache, così come i feed, sono pieni di comportamenti sopra le righe, follie, eccessi negli studi di registrazione come davanti a un pubblico pagante. Robert Plant sa qualcosa di entrambi gli estremi. Nel 2018 compie settant'anni, e se non fosse così impegnato a registrare e girare in tour, potrebbe dar lezioni di tutt'e due le materie. Della prima non serve dire nulla. Anche se non ha mai scritto il manuale della rockstar, ciò non vuol dire che personaggi di ben altro calibro non abbiano mandato a memoria le sue intemperanze giovanili, passate di bocca in bocca, di groupie in groupie. Se fosse un altro tipo di personaggio potrebbe campare di rendita, accomodato sulla leggenda dei Led Zeppelin e su quella sua personale, bello, biondo, boccoluto com'è sempre stato e sempre sarà. Robert Anthony Plant, esploratore Invece Robert Anthony Plant continua a smontare il proprio stesso mito mettendosi continuamente in gioco, e lo fa con umiltà, accettando gli anni che passano e la voce non più in grado di raggiungere certi picchi, sforzandosi non con l'ugola ma solo di esporre i suoi fedeli all'ascolto di tradizioni diverse, facendo luce su musicisti che potrebbero non conoscere, insistendo a fare una cosa diversa anche quando sarebbe più facile sedersi a raccogliere. Lui continua a seminare. E questa è misura, appunto. Quella che fa difetto a tanti colleghi, anche molto più giovani sebbene non più ragazzini. Qualcuno di questi - leggasi: gli U2 - li aspettiamo al varco a stretto giro, in attesa di capire dove saranno stati condotti dalla tempesta della crisi di mezza età che li ha colpiti. Un po' di misura a loro farebbe bene. Taking a leaf, dicono in inglese per parlare di prendere esempio. È una bella immagine, pensare a Robert Plant come a un albero dal quale staccare una foglia per lasciarsene ispirare. https://youtu.be/eLNLuVEeTWw Di ispirazione ce n'è anche tanta in Carry Fire, che è l'undicesimo disco di Plant senza Led Zep. Si dirà, niente di nuovo sotto la puntina del giradischi, o nel pannello di controllo del servizio di streaming preferito. Ma l'ascolto sboccia in un'esperienza nobile, onesta, elegante. Come ci sembra, del resto, che sia il cantante nell'affacciarsi sulla propria terza età. Ci consegna un disco che non scimmiotta l'esistito né si interessa di arruffianarsi l'esistente. Tantomeno nega che esistano l'uno o gli altri, e che possano interessare al grandissimo pubblico. A poter invecchiare così ci si metterebbe la firma Una platea di più ridotte dimensioni, in compenso, sarà interessata a un Plant che non tornerà in classifica, ma che - caso raro fra i propri coetanei - continua a guardarsi attorno piuttosto che fare la cover band di se stesso. Sono sempre state interessanti le esplorazioni continuate di Plant quando si tratta di immergersi nella corrente del folk o della musica africana, ma in più c'è chi vorrà sentirlo ammonire a proposito della tentazione minacciosa del nazionalismo (nel brano Carving Up the World Again... A Wall and Not a Fence), o chi sarà sorpreso di riscoprire insieme a lui e a Chryssie Hynde dei Pretenders una canzone come Bluebirds Over the Mountain, che fu anche dei Beach Boys ma che è stata scritta da Ersel Hickey, dimenticato piccolo oggetto di culto della scena rockabilly. https://youtu.be/utl6Z86487w Un ragazzo fortunato di quasi 70 anni A Ed Vulliamy del Guardian, che lo intervistava nel 2011, diceva "Sono semplicemente incredibilmente fortunato perché i miei occhi e le mie orecchie si sono aperti". E noi con lui, perché c'è un Robert Plant a portarci per mano attraverso le sue indagini sonore. Come un etnomusicologo troppo appassionato per essere bravo solo a documentare, Plant continua ad allargare la propria (e la nostra) cultura musicale - prima con i Led Zeppelin, più di recente con gli Strange Sensation, i Band of Joy o i Sensational Space Shifters. Le cose che canta oggi con quelli sono ogni tanto sussurrate, quasi sempre crepuscolari. Non vuol dire che siano arrendevoli o nostalgiche. Si consideri una traccia come Keep it Hid, verso il fondo del disco: potrebbe sembrare qualcosa di rimasto fuori da Mezzanine dei Massive Attack, o di captato ai Goldfrapp meno danzerecci. https://www.esquire.com/it/cultura/musica/a13096143/robert-plant-disco-carry-fire/?fbclid=IwAR0fabZi0GPfwubAm3vKItQYGIvTAjl1-QWTwgKvrYkoZqofHtmgLlFWGgc Quanti musicisti settantenni con la storia come quella di questo gentleman scendono dal loro piedistallo per guardarsi intorno, essere curiosi, abbracciare generi così diversi da quelli con cui sono cresciuti e grazie ai quali sono diventati immortali? Anche questa è misura. Come quella che alla fine ha Robert Plant riportato verso casa, nella Black Country, dopo i suoi anni americani. Basta con i posti "esotici", meglio il pub in paese a Shatterford. Con Patty Griffin, dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, non ha funzionato, ma a casa c'era una fattoria alla quale stare appresso, e una terra della quale si conosce tutto, fin da piccolissimo. Deve essere bellissimo avere una traiettoria tracciata e ignorarla per continuare a sorprenderci, e sorprendersi. A poter invecchiare così ci si metterebbe la firma.

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4 agosto 1975 Isola di RHODES, GRECIA Robert Plant ferito in un incidente d'auto Il cantante dei Led Zeppelin Robert Plant è stato coinvolto in un incidente d'auto quasi mortale sull'isola di Rodi in Grecia il 4 agosto 1975. Il cantante, in viaggio con sua moglie Maureen, i suoi due figli e la figlia di Jimmy Page, era in Grecia in vacanza quando si è verificato l'incidente. Ha distrutto la caviglia e il gomito di Pianta. Secondo il libro ′′ Take a Walk on the Dark Side: Rock and Roll Myths, Leggende e Maledizioni ′′ di R. Gary Patterson, anche la moglie di Plant e i figli sono stati seriamente feriti ma la figlia di Page no. Dopo aver sentito parlare dell'incidente, il road manager della band Richard Cole ha viaggiato immediatamente in Grecia con un jet privato e ha portato la famiglia a Roma. Presumibilmente ha portato anche del sangue pulito in Grecia in modo che Maureen potesse ricevere una trasfusione durante il volo. Il relitto ha avuto un impatto significativo sulla band, poiché li ha costretti a cancellare una manciata di date tour e a continuare a lavorare sul loro settimo album ′′ Presence ′′ mentre Plant era ancora su una sedia a rotelle. LA TRUTH SULLA CRASH ORRIFICA AUTO DI ROBERT Quando guardi indietro l'ascesa e la caduta dei Led Zeppelin, vedi un punto chiaro che segna l'inizio del declino. Non ha seguito una furia maniacale di John Bonham o di un'altra notte di Jimmy Page che viveva al limite. Invece è cominciato con un incidente. Durante le vacanze sull'isola greca di Rodi, Robert Plant e la sua famiglia sono entrati in un terribile incidente d'auto. All'inizio, Plant non pensava che sua moglie sarebbe sopravvissuta all'incidente. E senza i soldi Zeppelin si era buttato via, non l'avrebbe fatto. Nel podcast di Digging Deep di Robert Plant, lo sentite fare riferimento al periodo in cui ha scritto ′′ Achille Last Stand." La storia è davvero iniziata con i membri dei Led Zeppelin alla ricerca di un rifugio fiscale dalla metà del 1975 fino allo stesso tempo il l'anno successivo. Così Plant e la sua famiglia hanno pianificato un lungo viaggio in Marocco (e punta est e sud). Infatti, il viaggio è cominciato quella primavera (′′ una mattina di aprile ′′) quando ′′ ci hanno detto che dovremmo andare." E Pianta e sua moglie si sono risolti a godercelo, ′′ per vivere i sogni che abbiamo sempre fatto." Puoi sentire Plant che guarda avanti a questi tempi nei seguenti versi. (′′ Oh, per navigare via / verso terre sabbiose e altri giorni," canta.) Ma questa non era solo una storia su una famiglia che cercava di sfuggire alle tasse elevate. Pianta cantata anche sugli eroi epici dei tempi antichi, a partire dall'eroe della guerra di Troia Achille. Da qualche parte lungo il cammino, collega la sua energia cercando di recuperare su una sedia a rotelle (per allora in California) e tornare con la leggenda di Albion (Inghilterra) ′′ dorme ora per rialzarsi." Cosa più importante (come sempre nella musica di Zep) , la pianta energetica porta è quella di un uomo pronto a combattere ancora una volta. A novembre, Page e Plant avevano terminato le canzoni per il loro nuovo disco, Presence. Dopo aver incontrato John Paul Jones e Bonham per provare, partirono per Monaco per iniziare a registrare. E la più grande rock band del mondo è riuscita ad avere solo due settimane di tempo per farlo. Con Page che lavora come un pazzo nella produzione del disco - per non parlare delle sue elaborate parti di chitarra - su brani come ′′ Achilles Last Stand," Plant ha canalizzato i suoi dispiaceri e angoscia per la voce mozzafiato della canzone. Ma un incidente in studio ha quasi concluso queste date di registrazione. Dimenticando che stava ancora allattando una caviglia gravemente danneggiata, Plant è saltato su ad un certo punto per andare a sentire una riproduzione nella sala controllo. Quando la gamba bassa si è sbriciolata sotto di lui, Page ha dovuto tirarlo su e portarlo in ospedale. (Pianta per fortuna ce l'ha fatta, di nuovo. Non è vero Meno di tre settimane dopo l'inizio, Zep in qualche modo ha finito la Presenza. Per i Led Zeppelin, ha segnato l'ultima grande dichiarazione della band, con ′′ Achille ′′ come centrotavola dell'album. Anche ′′ Achille ′′ divenne un brano dal vivo della band. Se hai 10 minuti da risparmiare, ascolta Zep suonare a Knebworth nel 1979. Potrebbe essere il più vicino di quanto una band sia mai arrivata alla poesia epica. L ' ULTIMO STANDO DI ACHILLES Led Zeppelin Era una mattina di aprile quando ci hanno detto che dovevamo andare Mentre mi rivolgo a te, tu mi hai sorriso Come potevamo dire di no? Oh, che divertimento da divertirsi Per vivere i sogni che abbiamo sempre fatto Oh, le canzoni da cantare Quando finalmente torniamo di nuovo Sto scivolando via da un bacio sguardo A chi sostiene di sapere Sotto le strade che vapore e fruscio Il diavolo è nel suo buco Oh, per navigare via Alle terre sabbiose e altri giorni Oh, per toccare il sogno Si nasconde dentro e mai visto, sì Al sole, al sud, al nord Finalmente gli uccelli sono volati Le catene dell'impegno sono cadute A pezzi per terra Oh, per cavalcare il vento Per calpestare l'aria sopra il din Oh, per ridere ad alta voce Ballando mentre combattevamo la folla, sì Per cercare l'uomo che punta la mano Il gradino gigante si svolge Con una guida dal percorso curvo https://youtu.be/20XfsejPQXE ..quando un condottiero combatte ..lo fà fino in fondo.. cade..si rialza..ricade e si rialza.. e alla fine vince... da quel 4 agosto 1975, data dell'incidente..il guerriero si è rialzato innumerevoli volte.. ha vinto le sue paure..le sue incertezze.. di quel "tallone" ha fatto la sua rivincita❤️ https://youtu.be/20XfsejPQXE

4 agosto 1975

Isola di RHODES, GRECIA

Robert Plant ferito in un incidente d'auto

Il cantante dei Led Zeppelin Robert Plant è stato coinvolto in un incidente d'auto quasi mortale sull'isola di Rodi in Grecia il 4 agosto 1975.

Il cantante, in viaggio con sua moglie Maureen, i suoi due figli e la figlia di Jimmy Page, era in Grecia in vacanza quando si è verificato l'incidente. Ha distrutto la caviglia e il gomito di Pianta. Secondo il libro ′′ Take a Walk on the Dark Side: Rock and Roll Myths, Leggende e Maledizioni ′′ di R. Gary Patterson, anche la moglie di Plant e i figli sono stati seriamente feriti ma la figlia di Page no.

Dopo aver sentito parlare dell'incidente, il road manager della band Richard Cole ha viaggiato immediatamente in Grecia con un jet privato e ha portato la famiglia a Roma. Presumibilmente ha portato anche del sangue pulito in Grecia in modo che Maureen potesse ricevere una trasfusione durante il volo.

Il relitto ha avuto un impatto significativo sulla band, poiché li ha costretti a cancellare una manciata di date tour e a continuare a lavorare sul loro settimo album ′′ Presence ′′ mentre Plant era ancora su una sedia a rotelle.

LA TRUTH SULLA CRASH ORRIFICA AUTO DI ROBERT

Quando guardi indietro l'ascesa e la caduta dei Led Zeppelin, vedi un punto chiaro che segna l'inizio del declino. Non ha seguito una furia maniacale di John Bonham o di un'altra notte di Jimmy Page che viveva al limite. Invece è cominciato con un incidente.

Durante le vacanze sull'isola greca di Rodi, Robert Plant e la sua famiglia sono entrati in un terribile incidente d'auto. All'inizio, Plant non pensava che sua moglie sarebbe sopravvissuta all'incidente. E senza i soldi Zeppelin si era buttato via, non l'avrebbe fatto.

Nel podcast di Digging Deep di Robert Plant, lo sentite fare riferimento al periodo in cui ha scritto ′′ Achille Last Stand." La storia è davvero iniziata con i membri dei Led Zeppelin alla ricerca di un rifugio fiscale dalla metà del 1975 fino allo stesso tempo il l'anno successivo.

Così Plant e la sua famiglia hanno pianificato un lungo viaggio in Marocco (e punta est e sud). Infatti, il viaggio è cominciato quella primavera (′′ una mattina di aprile ′′) quando ′′ ci hanno detto che dovremmo andare." E Pianta e sua moglie si sono risolti a godercelo, ′′ per vivere i sogni che abbiamo sempre fatto."

Puoi sentire Plant che guarda avanti a questi tempi nei seguenti versi. (′′ Oh, per navigare via / verso terre sabbiose e altri giorni," canta.) Ma questa non era solo una storia su una famiglia che cercava di sfuggire alle tasse elevate. Pianta cantata anche sugli eroi epici dei tempi antichi, a partire dall'eroe della guerra di Troia Achille.

Da qualche parte lungo il cammino, collega la sua energia cercando di recuperare su una sedia a rotelle (per allora in California) e tornare con la leggenda di Albion (Inghilterra) ′′ dorme ora per rialzarsi." Cosa più importante (come sempre nella musica di Zep) , la pianta energetica porta è quella di un uomo pronto a combattere ancora una volta.

A novembre, Page e Plant avevano terminato le canzoni per il loro nuovo disco, Presence. Dopo aver incontrato John Paul Jones e Bonham per provare, partirono per Monaco per iniziare a registrare. E la più grande rock band del mondo è riuscita ad avere solo due settimane di tempo per farlo.

Con Page che lavora come un pazzo nella produzione del disco - per non parlare delle sue elaborate parti di chitarra - su brani come ′′ Achilles Last Stand," Plant ha canalizzato i suoi dispiaceri e angoscia per la voce mozzafiato della canzone. Ma un incidente in studio ha quasi concluso queste date di registrazione.

Dimenticando che stava ancora allattando una caviglia gravemente danneggiata, Plant è saltato su ad un certo punto per andare a sentire una riproduzione nella sala controllo. Quando la gamba bassa si è sbriciolata sotto di lui, Page ha dovuto tirarlo su e portarlo in ospedale. (Pianta per fortuna ce l'ha fatta, di nuovo. Non è vero

Meno di tre settimane dopo l'inizio, Zep in qualche modo ha finito la Presenza. Per i Led Zeppelin, ha segnato l'ultima grande dichiarazione della band, con ′′ Achille ′′ come centrotavola dell'album.

Anche ′′ Achille ′′ divenne un brano dal vivo della band. Se hai 10 minuti da risparmiare, ascolta Zep suonare a Knebworth nel 1979. Potrebbe essere il più vicino di quanto una band sia mai arrivata alla poesia epica.

L ' ULTIMO STANDO DI ACHILLES

Led Zeppelin

Era una mattina di aprile quando ci hanno detto che dovevamo andare

Mentre mi rivolgo a te, tu mi hai sorriso

Come potevamo dire di no?

Oh, che divertimento da divertirsi

Per vivere i sogni che abbiamo sempre fatto

Oh, le canzoni da cantare

Quando finalmente torniamo di nuovo

Sto scivolando via da un bacio sguardo

A chi sostiene di sapere

Sotto le strade che vapore e fruscio

Il diavolo è nel suo buco

Oh, per navigare via

Alle terre sabbiose e altri giorni

Oh, per toccare il sogno

Si nasconde dentro e mai visto, sì

Al sole, al sud, al nord

Finalmente gli uccelli sono volati

Le catene dell'impegno sono cadute

A pezzi per terra

Oh, per cavalcare il vento

Per calpestare l'aria sopra il din

Oh, per ridere ad alta voce

Ballando mentre combattevamo la folla, sì

Per cercare l'uomo che punta la mano

Il gradino gigante si svolge

Con una guida dal percorso curvo

https://youtu.be/20XfsejPQXE

..quando un condottiero combatte ..lo fà fino in fondo..

cade..si rialza..ricade e si rialza..

e alla fine vince...

da quel 4 agosto 1975, data dell'incidente..il guerriero si è rialzato innumerevoli volte..

ha vinto le sue paure..le sue incertezze..

di quel "tallone" ha fatto la sua rivincita❤️

https://youtu.be/20XfsejPQXE

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4 agosto 1975 Isola di RHODES, GRECIA Robert Plant ferito in un incidente d'auto Il cantante dei Led Zeppelin Robert Plant è stato coinvolto in un incidente d'auto quasi mortale sull'isola di Rodi in Grecia il 4 agosto 1975. Il cantante, in viaggio con sua moglie Maureen, i suoi due figli e la figlia di Jimmy Page, era in Grecia in vacanza quando si è verificato l'incidente. Ha distrutto la caviglia e il gomito di Pianta. Secondo il libro ′′ Take a Walk on the Dark Side: Rock and Roll Myths, Leggende e Maledizioni ′′ di R. Gary Patterson, anche la moglie di Plant e i figli sono stati seriamente feriti ma la figlia di Page no. Dopo aver sentito parlare dell'incidente, il road manager della band Richard Cole ha viaggiato immediatamente in Grecia con un jet privato e ha portato la famiglia a Roma. Presumibilmente ha portato anche del sangue pulito in Grecia in modo che Maureen potesse ricevere una trasfusione durante il volo. Il relitto ha avuto un impatto significativo sulla band, poiché li ha costretti a cancellare una manciata di date tour e a continuare a lavorare sul loro settimo album ′′ Presence ′′ mentre Plant era ancora su una sedia a rotelle. LA TRUTH SULLA CRASH ORRIFICA AUTO DI ROBERT Quando guardi indietro l'ascesa e la caduta dei Led Zeppelin, vedi un punto chiaro che segna l'inizio del declino. Non ha seguito una furia maniacale di John Bonham o di un'altra notte di Jimmy Page che viveva al limite. Invece è cominciato con un incidente. Durante le vacanze sull'isola greca di Rodi, Robert Plant e la sua famiglia sono entrati in un terribile incidente d'auto. All'inizio, Plant non pensava che sua moglie sarebbe sopravvissuta all'incidente. E senza i soldi Zeppelin si era buttato via, non l'avrebbe fatto. Nel podcast di Digging Deep di Robert Plant, lo sentite fare riferimento al periodo in cui ha scritto ′′ Achille Last Stand." La storia è davvero iniziata con i membri dei Led Zeppelin alla ricerca di un rifugio fiscale dalla metà del 1975 fino allo stesso tempo il l'anno successivo. Così Plant e la sua famiglia hanno pianificato un lungo viaggio in Marocco (e punta est e sud). Infatti, il viaggio è cominciato quella primavera (′′ una mattina di aprile ′′) quando ′′ ci hanno detto che dovremmo andare." E Pianta e sua moglie si sono risolti a godercelo, ′′ per vivere i sogni che abbiamo sempre fatto." Puoi sentire Plant che guarda avanti a questi tempi nei seguenti versi. (′′ Oh, per navigare via / verso terre sabbiose e altri giorni," canta.) Ma questa non era solo una storia su una famiglia che cercava di sfuggire alle tasse elevate. Pianta cantata anche sugli eroi epici dei tempi antichi, a partire dall'eroe della guerra di Troia Achille. Da qualche parte lungo il cammino, collega la sua energia cercando di recuperare su una sedia a rotelle (per allora in California) e tornare con la leggenda di Albion (Inghilterra) ′′ dorme ora per rialzarsi." Cosa più importante (come sempre nella musica di Zep) , la pianta energetica porta è quella di un uomo pronto a combattere ancora una volta. A novembre, Page e Plant avevano terminato le canzoni per il loro nuovo disco, Presence. Dopo aver incontrato John Paul Jones e Bonham per provare, partirono per Monaco per iniziare a registrare. E la più grande rock band del mondo è riuscita ad avere solo due settimane di tempo per farlo. Con Page che lavora come un pazzo nella produzione del disco - per non parlare delle sue elaborate parti di chitarra - su brani come ′′ Achilles Last Stand," Plant ha canalizzato i suoi dispiaceri e angoscia per la voce mozzafiato della canzone. Ma un incidente in studio ha quasi concluso queste date di registrazione. Dimenticando che stava ancora allattando una caviglia gravemente danneggiata, Plant è saltato su ad un certo punto per andare a sentire una riproduzione nella sala controllo. Quando la gamba bassa si è sbriciolata sotto di lui, Page ha dovuto tirarlo su e portarlo in ospedale. (Pianta per fortuna ce l'ha fatta, di nuovo. Non è vero Meno di tre settimane dopo l'inizio, Zep in qualche modo ha finito la Presenza. Per i Led Zeppelin, ha segnato l'ultima grande dichiarazione della band, con ′′ Achille ′′ come centrotavola dell'album. Anche ′′ Achille ′′ divenne un brano dal vivo della band. Se hai 10 minuti da risparmiare, ascolta Zep suonare a Knebworth nel 1979. Potrebbe essere il più vicino di quanto una band sia mai arrivata alla poesia epica. L ' ULTIMO STANDO DI ACHILLES Led Zeppelin Era una mattina di aprile quando ci hanno detto che dovevamo andare Mentre mi rivolgo a te, tu mi hai sorriso Come potevamo dire di no? Oh, che divertimento da divertirsi Per vivere i sogni che abbiamo sempre fatto Oh, le canzoni da cantare Quando finalmente torniamo di nuovo Sto scivolando via da un bacio sguardo A chi sostiene di sapere Sotto le strade che vapore e fruscio Il diavolo è nel suo buco Oh, per navigare via Alle terre sabbiose e altri giorni Oh, per toccare il sogno Si nasconde dentro e mai visto, sì Al sole, al sud, al nord Finalmente gli uccelli sono volati Le catene dell'impegno sono cadute A pezzi per terra Oh, per cavalcare il vento Per calpestare l'aria sopra il din Oh, per ridere ad alta voce Ballando mentre combattevamo la folla, sì Per cercare l'uomo che punta la mano Il gradino gigante si svolge Con una guida dal percorso curvo https://youtu.be/20XfsejPQXE ..quando un condottiero combatte ..lo fà fino in fondo.. cade..si rialza..ricade e si rialza.. e alla fine vince... da quel 4 agosto 1975, data dell'incidente..il guerriero si è rialzato innumerevoli volte.. ha vinto le sue paure..le sue incertezze.. di quel "tallone" ha fatto la sua rivincita❤️ https://youtu.be/20XfsejPQXE

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Uno dei giorni più scuri per Robert Plant e la sua famiglia e LED ZEPPELIN STORIA

′′ Ho perso il mio ragazzo. Non volevo stare a Led Zeppelin. Volevo stare con la mia famiglia."

Il giorno in cui una tragica perdita ha cambiato Led Zeppelin per sempre

Poche cose sono profondamente radicate nella nostra coscienza collettiva quanto la convinzione che vada contro le leggi della natura perché un genitore seppellisca il proprio figlio. Universalmente accettato come l'unico evento vitale così terribile che non c'è nemmeno un titolo per chi appartiene a quel tragico club, la perdita di un bambino vi cambia in modi Prego che nessuno di voi debba mai sperimentare; per il cantante dei Led Zeppelin Robert Plant , quei cambiamenti sono arrivati oggi 43 anni fa, quando una serie di telefonate frenetiche si è conclusa con la terra che era morto suo figlio di 5 anni, Karac.

Il 26 luglio 1977 iniziò con i Led Zeppelin che arrivarono a New Orleans, Louisiana per un appuntamento nel loro atteso tour nordamericano ad una telefonata urgente della moglie di Plant, Maureen. Mezzo mondo lontano vicino a Kidderminster nelle midlands inglesi, il figlio della coppia Karac era malato ed era stato ordinato di andare a letto dal medico di famiglia, ma la sua condizione si è deteriorata fino al punto in cui un'ambulanza è stata chiamata a prendere i 5 anni - vecchio per un ospedale locale.

Appena due ore dopo, il telefono ha suonato di nuovo: era di nuovo Maureen, questa volta chiamando per dare la notizia che Karac era morto in viaggio verso l'ospedale.

Proprio così, la vita di Robert è stata cambiata per sempre. Il giorno seguente ha trovato il padre di 29 anni che correva a casa per stare tra le braccia della famiglia, i Led Zeppelin cancellavano il resto delle loro date del tour e il loro futuro comprensibilmente in aria. Dove Jimmy Page e John Paul Jones si ritirarono per dare a Plant il suo spazio per piangere, fu il batterista John Bonham che si dimostrò un pilastro di forza durante l'ora più buida, riuscendo a convincere Plant a non rinunciare alla musica e a tornare al Occhio pubblico all'inizio del 1978.

43 anni dopo, auguriamo a Roberto tutto quello che gli abbiamo sempre augurato: pace.

Karac Pendra Plant (20 aprile 1972-26 luglio 1977) è stato figlio del cantante dei Led Zeppelin Robert Plant. Karac Plant è nato nel Worcestershire, Inghilterra. Era il fratello minore di Carmen Plant, e il primo figlio di Robert e Maureen Plant (nata Wilson). Il suo secondo nome Pendra, è una forma abbreviata di Pendragon (Welsh: warlord). ' Pendragon'è di Caractacus Caradog Pendragon (6 d.C.), un capo storico celtico e il principale leader gallese della tribù Catuvellauni. Guidò la resistenza nativa britannica alla conquista romana.

Karac Plant apparve non accreditato nel film dei Led Zeppelin del 1976 The Song rimane lo stesso, presso la fattoria gallese della famiglia delle piante originariamente filmata alla fine del 1973.

È stato anche un passeggero nell'auto di Robert e Maureen Plant coinvolto in un incidente sull'isola greca di Rodi il 4 agosto 1975.[1] La famiglia delle piante è rimasta gravemente ferita quando hanno assunto Austin Mini skidd la strada e si scontra con un albero. Sul sedile posteriore, Karac soffriva tagli e lividi. In un'intervista alla rivista People del 20 dicembre 1976, Robert disse di suo figlio: ′′ Lo chiamiamo Baby Austin dopo quell'uomo bionico. Non conosce paura, non ha alcuna anticipazione del pericolo. Lo invidio. Non mi interessa

Karac morì all'età di cinque anni, mentre Robert era negli Stati Uniti durante il tour nordamericano dei Led Zeppelin del 1977 Dopo aver lasciato Oakland, California, a bordo del Chariot di Caesar, il batterista John Bonham, il tour manager Richard Cole e Plant si dirigono a New Orleans per il concerto dei Led Zeppelin al Louisiana Superdome, il sito del loro prossimo show. Anche il governatore della Louisiana aveva intenzione di premiarli con i titoli dei colonnelli onorari. A poche ore dall'arrivo e dal check-in presso l'hotel Maison Dupuy, Robert ha ricevuto una chiamata dalla moglie Maureen presso la fattoria della famiglia vicino Kidderminster, Worcestershire. La prima telefonata diceva che suo figlio era malato, e nelle prossime due ore ha informato Robert che Karac era morto. Prima Karac si era sentito male ed era stato ordinato di andare a letto dal medico di famiglia, ma la sua condizione si è deteriorata. Maureen ha chiamato un'ambulanza ma non è riuscito a rispondere al trattamento ed è morto sulla strada per il Kidderminster General Hospital martedì 26 luglio 1977. Robert Plant è rimasto scioccato e devastato. Un'autopsia tenuta lunedì 1 agosto 1977, ha rivelato che Karac era morto per cause naturali. Solo una settimana prima Carmen si era ammalata di un'enterite allo stomaco che potrebbe essere stato lo stesso virus che ha colpito Karac.

La mattina del 27 luglio 1977, il direttore della band Peter Grant ha tenuto una conferenza stampa nell'atrio dell'hotel Maison Dupuy, e ha annunciato la cancellazione del concerto del 30 luglio a Superdome, così come gli spettacoli per Chicago (3 agosto) e Buffalo (6 agosto). Già venduti 80,000 biglietti per il Superdome Le restanti date del tour sono state cancellate una settimana dopo. L ' assistente personale di Plant, Cole, Bonham e Plant, Dennis Sheehan, sono subito tornati a casa in Inghilterra sul prossimo volo commerciale disponibile via Newark verso Heathrow, Londra su British Airways. A causa della breve svolta nel tempo, il carro di Cesare non era disponibile. Bonham e Plant poi volano via jet privato a Birmingham, e vennero incontrati dal padre di Robert all'aeroporto di Birmingham, che dichiarò: ′′ Karac era la mela dell'occhio di Roberto. Si sono idolizzati a vicenda. ' La famiglia delle Plant è stata protetta dai media e invece ha parlato per loro il rappresentante della Swan Song Records Moira Bellas. Il funerale e la cremazione di Karac si sono svolti nella prima settimana di agosto 1977, nella vecchia contea di Hereford e Worcester.

La sua scomparsa ha avuto un effetto immediato e profondo su Roberto e sul futuro dei Led Zeppelin. Per mesi Plant non ha voluto lasciare la sua famiglia e la sua fattoria nelle West Midlands, e ha pensato brevemente di lasciare il business della musica, per diventare insegnante nel metodo Rudolf Steiner. Fu solo dopo le assicurazioni di Bonham che decise di tornare alla vita pubblica a fine aprile 1978.

Plant dedicherebbe il brano ′′ All My Love ′′ a Karac, e nel 1993, Plant pubblicò la canzone 'I Believe' che ha messo a parole i suoi pensieri che ha tenuto per anni per il dolore di aver perso suo figlio. Si ritiene che anche la canzone ′′ Carouselambra ′′ sia legata agli eventi che circondano la scomparsa di Karac.

Un fan ha detto

Avevo i biglietti per il concerto a New Orleans qualche giorno dopo e ho perso la mia unica occasione per vedere i Led Zeppelin di persona. È stata una terribile delusione per me, ma che tragica per la famiglia."

Un altro fan ha detto:

′′ Ricordo quel giorno. Ho pianto per Robert Plant e la sua famiglia. Mi ha spezzato il cuore, qualcuno così giovane è morto. I genitori sperano sempre che l'impensabile di dover seppellire uno dei loro figli non si verifichi mai. I genitori si aspettano sempre che i loro figli sopravvivano ai genitori. Non ho mai creduto in tutte le teorie di cospirazione raccontate sui Led Zeppelin. Le cose brutte possono succedere alle persone buone ed è andata così per Robert Plant e la famiglia. Dio benedica Robert Plant e la famiglia. Riposa in pace Karac."

Nel 2017 Robert Plant disse che la canzone ′′ All My Love," che scrisse su Karac dopo la sua morte, ′′ stava solo rendendo omaggio alla gioia che ci ha dato come famiglia e, in modo folle, ancora ogni tanto fa."

′′ Io e sua madre spesso... la memoria diventa... cambia, il contrasto e l'attenzione cambia man mano che il tempo passa. È passato tanto tempo che lo perdevamo. 40 anni fa."

′′ E siamo stati benedetti con un altro ragazzo che è venuto circa due anni dopo e le due immagini sono sfocate. La definizione tra Karac e Logan è... è difficile chip tra le due cose ma era un ragazzino della natura, sai? Era un uomo di montagna."

Piuttosto chiesto a Piant come ha fatto a superare la morte di suo figlio. ′′ Beh, non è stato facile," disse la pianta, ′′ soprattutto alla luce del fatto che c'è tutta l'isteria che ha circondato la metà-fine degli anni ' Non era altro che favorevole alla normale vita familiare."

′′ Ma ci siamo uniti e sia mia moglie che io, avevamo famiglie forti, quindi... e buon supporto, voglio dire, John Bonham di Zeppelin e sua moglie Pat, sono stati magnifici con noi e ci hanno aiutato molto. E vivevamo abbastanza vicini, molto lontano da Londra. Quindi eravamo gente del posto."

′′ Ho scritto un'altra canzone su di lui intitolata ' I Believe ' che era su un album nel 1992 e ogni tanto si presenta in canzoni per nient'altro che mi manca un sacco."

Piuttosto che chiedere quali consigli darebbe Piante a qualcuno che stava avendo dolore.

′′ Beh, come dici tu, è un fenomeno così individuale o semplicemente un pezzo di vera sfortuna e non so quante persone ci siano state negli occhi pubblici in una tale laurea."

′′ Conosco altri ragazzi che fanno quello che faccio io che hanno perso i bambini e perché siamo una specie di proprietà pubblica, in un certo senso, le nostre condizioni, la nostra fortuna e la nostra sfortuna e tutte le nostre circostanze sono lì per discutere pubblicamente. È così che funziona, sai? Quindi quando è dura, è davvero dura."

′′ Direi solo che non ci sono consigli, ama tutto ciò che ti circonda più che puoi."

https://www.facebook.com/LegionOfDoomBumperPool/posts/3073182902788621

https://www.virginradio.it/news/rock-news/1355569/robert-plant-penso-di-dire-addio-alla-musica-per-fare-l-insegnante-volevo-liberarmi-di-tutto-la-celebrita-non-significava-nulla-per-me.html

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ho rincorso la mia ombra,in un danzar di note, ho afferrato al volo l'ultimo mio alito di vita per spiccar il volo. .ho raggiunto il mio spirito d'amor noto portando con me volti del tempo oramai passato ..presente io sono.. futuro io sarò.. e in quel danzar di note..io rivivrò lella




ROBERT PLANT PENSÒ DI DIRE ADDIO ALLA MUSICA PER FARE L'INSEGNANTE: "VOLEVO LIBERARMI DI TUTTO. LA CELEBRITÀ NON SIGNIFICAVA NULLA PER ME"

Il frontman dei Led Zeppelin ha raccontato il difficile momento dopo la morte del figlio Karac e la scomparsa di John Bonham

Robert Plant , il cantante dei Led Zeppelin e simbolo della figura sovrumana della rockstar tipica degli anni 70 ha raccontato un retroscena molto personale sul momento più difficile e drammatico della sua vita, la tragica morte di suo figlio Karac nel 1977 . Robert Plant era in America con i Led Zeppelin per una data al Louisiana Superdome di New Orleans ed è volato a casa per stare con la sua famiglia, cancellando quello che sarà l'ultimo tour della band in America (l'ultimo concerto è quello del 24 luglio a Oakland). “ Non è stato facile considerando l'isteria che c'era intorno alle rock band negli anni 70 ” ha detto Robert Plant, “ Non desideravo altro che tornare ad una vita normale”. Il rapporto con la moglie Maureen Wilson è forte anche l'amicizia con il batterista John Bonham : “ John e sua moglie Pat ci hanno aiutato moltissimo a superare il momento ”. I Led Zeppelin tornano in studio a Stoccolma in Svezia nel novembre 1978 per registrare l'album In Through the Out Door , che esce nell'agosto 1979 e arriva al numero uno in America e in Inghilterra.

https://youtu.be/dSEClIembvU

https://youtu.be/dSEClIembvU

Nell'agosto 1979 la band fa due concerti a Copenhagen poi due serate leggendarie a Knebworth e un breve tour europeo ma mentre si prepara a tornare in America, il 25 settembre durante le prove a Old Mill House, la casa di Jimmy Page a Windsor, John Bonham muore per intossicazione da alcol. Un secondo colpo durissimo per Robert Plant, che dopo l'uscita di CODA, una raccolta di inediti e outtakes, decide di sciogliere i Led Zeppelin.

“ Il caos e la vanità della vita da celebrità non significavano più niente per me ” ha detto, “ Volevo fare qualcosa di più onesto e importante, e volevo mettere via l'ego e nasconderlo in un armadio. Tutti gli artisti e gli intrattenitori sono persone insicure, cercano la gloria per compensare la loro debolezza. Volevo liberarmi da tutto .”

Robert Plant pensa di mollare la musica e diventare un professore : “ Ci ho pensato seriamente e ancora oggi mi piace l'idea. Ogni tanto sono andato con Alison Krauss a prendere suo figlio Sam a scuola e mi ha affascinato sentire il rumore e le grida di gioia dei ragazzi in classe ”. Robert Plant è un grande appassionato di storia e letteratura britannica , che ha usato come riferimento in molte canzoni dei Led Zeppelin, dalla mitologia vichinga in Immigrant Song ai libri di JRR Tolkien in Ramble On , e non ha dubbi sulle materie che vorrebbe insegnare: “Ho cinque nipoti e tutti si meravigliano della mia follia, adoro raccontare grandi storie del passato. Battaglie, guerrieri, tradizioni: sono capace di mandare a dormire tutti in due secondi durante un viaggio sul tour bus ”.

https://youtu.be/RlNhD0oS5pk

https://www.virginradio.it/news/rock-news/1355569/robert-plant-penso-di-dire-addio-alla-musica-per-fare-l-insegnante-volevo-liberarmi-di-tutto-la-celebrita-non-significava-nulla-per-me.html


ho rincorso la mia ombra,in un danzar di note, ho afferrato al volo l'ultimo mio alito di vita per spiccar il volo. .ho raggiunto il mio spirito d'amor noto portando con me volti del tempo oramai passato ..presente io sono.. futuro io sarò.. e in quel danzar di note..io rivivrò lella

https://stonemusic.it/42782/robert-plant-la-voce-che-strego-il-mondo-intero/?fbclid=IwAR3LsDTj6LjiAJ1sFBeP9NHz1R1XbqdsLj__dkM_QDRpGxwlYV3yZtnGFMMimmagine

Robert Plant: la voce che stregò il mondo intero

La voce del leader dei Led Zeppelin ha lasciato a bocca aperta ogni suo ascoltatore e non solo durante il suo percorso con la band. Eccone un esempio.

Lo storico frontman dei Led Zeppelin ha di certo una di quelle voci difficili se non impossibili da dimenticare. Durante la sua carriera molti si sono chiesti – senza mai riuscire a darsi una risposta – come riuscisse a toccare note così alte mantenendo l'intonazione.

Dev'essere stato questo il caso di Jimmy Pagechitarrista e futuro collega di Plant, durante il suo primo incontro con l'artista: in quel momento, infatti, Page stava cercando un nuovo cantante per la sua neonata band ed era stato indirizzato proprio verso Plant, il cui nome all'epoca non era ancora così conosciuto. Dopo averlo sentito cantare una cover di . Dopo averlo sentito cantare una cover di . Dopo averlo sentito cantare una cover di Somebody To Love dei Jefferson Airplane, Page rimase estasiato e commentò così la performance del collega:

Quando l'ho ascoltato durante l'audizione ho pensato subito che dovesse esserci qualcosa che non andasse nella sua personalità oppure che fosse una persona con la quale non si poteva lavorare in armonia perché proprio non capivo come, avendo iniziato a cantare già da diversi anni, potesse non essere ancora diventato famoso.

Insomma, non è sbagliato dire che Plant lasciò letteralmente Page a bocca aperta, e non solo lui: conosciamo tutti il grande successo di pubblico che il vocalist ebbe come frontman di uno dei gruppi più innovatori della storia del rock. E come solista? Plant non fu da meno. Prendiamo in esame, per esempio, il suo primissimo disco senza i compagni, PICTURES AT ELEVEN.

Era il dicembre del 1980 quando i Led Zeppelin conclusero il loro periodo di attività come band (salvo poi riunirsi in diverse occasioni - ve ne abbiamo parlato qua). A quel punto, anche la sicurezza di un leader carismatico come Plant non poté che vacillare. Il cantante pensò, infatti, di lasciare definitivamente la strada dell'industria musicale per intraprendere una nuova carriera come insegnante ed era davvero a un passo dal convincersi di questa idea quando scelse di fare un tentativo e di pubblicare il suo primo disco come solista.

Siamo nel giugno del 1982. Robert Plant fece il suo debutto con il sopracitato PICTURES AT ELEVEN accompagnato anche da Phil Collins dei Genesis, e dall'ex membro dei Rainbow Cozy Powell.

L'impronta dei Led Zeppelin si ritrova nell'etichetta discografica scelta per la distribuzione di questo primo album di Plant: la Swan Song, progetto nato proprio da un'idea della band britannica nel 1974. Fu il primo e ultimo album pubblicato da Plant in collaborazione con la Swan Song dato che di lì a poco l'etichetta avrebbe chiuso i battenti.

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Una curiosità interessante sull'album riguarda il titolo: si tratta di una frase che si sentiva molto spesso durante i telegiornali statunitensi di quel periodo e che, pronunciata dal presentatore dopo un breve riassunto di una notizia di interesse pubblico, stava a indicare che quella stessa notizia sarebbe stata approfondita nell'edizione delle undici del tg. Decisamente un titolo curioso.

PICTURES AT ELEVEN fu per Plant il trampolino di lancio che, pur senza troppe pretese, fece spiccare il volo alla sua carriera come solista. A questo primo lavoro, infatti, ne seguirono molti altri ai quali il cantante è riuscito sempre a dare uno speciale tocco personale grazie alla sua splendida voce.

E - i fan già lo sanno - presto potremo ascoltare un nuovo disco... Trovate qui tutti i dettagli e il primo singolo estratto.

da leggere tutta in un fiato..e se non lo conosci ancora bene..conoscerai Robert e te ne innamori

Intervista a Robert Plant: la mia vita dopo i Led Zeppelin

Di Rob Hughes (Classic Rock), 8 gennaio 2020

È passato molto tempo da quando Robert Plant è stato il leader della più grande band del mondo e ora, a 71 anni, si sta godendo il quarto decennio di una carriera da solista di successo

"Ricordo quella splendida mattina in cui fu inventato il termine 'rock classico'", dice Robert Plant, a titolo di introduzione, nella sua base nella Severn Valley. “È diventata una rete radiofonica in America molto prima della tua rivista. Quello che era successo era che il mondo di "raaaak" - con diverse "a" - era diventato come una stazione di vecchietti.

"Ma non si relaziona molto a voi ragazzi, perché avete tenuto il passo con le mie follie nel corso degli anni. E lo apprezzo perché, ironia della sorte, non vengo giocato sul classico raaaak in questi giorni, a parte la mia precedente incarnazione . Ora sono là fuori con gli angeli e gli uccellini, non c'è possibilità all'inferno. "

Plant è davvero là fuori da un po 'di tempo, da quando ha fatto il suo debutto da solista nel 1982, due anni dopo che la morte del suo grande amico John Bonham ha segnato la fine dei Led Zeppelin. È stata una carriera affascinante e itinerante, coinvolgendo elementi di folk, blues, musica africana, psichedelia, roots-rock e oltre. E mentre riconosce che, per alcuni, sarà per sempre il dio d'oro della leggenda di Zep, il suo ricco catalogo - dai suoi primi tentativi passi come artista solista alla brillantezza sfaccettata dei recenti album Lullaby And ... The Ceaseless Roar and Carry Il fuoco è il lavoro di un ricercatore incallito.

Una conversazione con Plant è altrettanto digressiva, la sua mente si accende alle tangenti, un ricordo si elude in un altro. Oggi parla dei suoi primi anni a Birmingham; essere accompagnato in città da John Bonham all'apice della sua fama; giorni brutti a Top Of The Pops; perché non scriverà mai un libro di memorie; il suo recente soggiorno in Texas ... E ovviamente c'è la sua attuale banda di fratelli, i Sensational Space Shifters.

Parla anche molto di scavare in profondità, il che ci porta alla sua ultima impresa. Scavando in profondità con Robert Plant è il suo podcast estremamente popolare, in cui discute in modo eloquente i come e i perché delle canzoni della sua carriera. Digging Deep è anche il nome di un cofanetto che raccoglie singoli dai suoi album solisti fino a Mighty Rearranger del 2005.

Plant è un'ottima compagnia. E, considerando quella "precedente incarnazione" di cui sopra, quanto meno stellare è possibile essere. Anche modesto. Lui e gli Shifters sono appena tornati dall'America, dove hanno concluso il loro tour con un'apparizione a Hardly Strictly Bluegrass, una festa annuale al Golden Gate Park di San Francisco.

"Sono ancora stordito dall'erba in mezzo alla folla", ride. "Fottuto inferno! Avevo voglia di uno spuntino della canzone numero tre. Quello che non avrei fatto per una salsa di tonno. "

È ora di approfondire ...

Cosa ti ha spinto a fare il podcast?

Molti degli sforzi che sono stati fatti dopo la morte dei Led Zep sono stati grandi storie d'amore, quasi come storie d'amore con musicisti diversi e il loro contributo. Suoni diversi e il modo in cui la registrazione contemporanea è cambiata a metà degli anni ottanta, il caro addio alla registrazione analogica. Tutto quel genere di cose. Penso di aver avuto così tanta esperienza dell'accelerazione della creatività nel caos per un periodo negli anni Settanta, che volevo solo continuare a fare cose diverse tutto il tempo.

Faccio interviste con persone che dicono: "Hai pensato di scrivere un libro?" Io: “Vaffanculo. Tutto quello che ho tra le orecchie o tra le gambe sono affari miei e di nessun altro. So troppe cose, e quando finalmente lascerò questa spirale mortale non voglio che la mia famiglia pensi che fossi una specie di strano ". Quindi lo tengo nascosto. Una delle tracce del mio ultimo disco [Carry Fire del 2017] parla proprio di questo: Keep It Hid. Ed è quello che devi fare.

Oltre a tutelare la tua privacy, il podcast mira a far luce su parti del tuo catalogo.

Parlare della creazione e dello sviluppo della musica è un'arma a doppio taglio. Recentemente ho fatto un concerto a Roskilde, in Danimarca, e Bob Dylan voleva parlarmi del tour. Così l'ho incontrato dove sono parcheggiati tutti gli autobus, a questo grande festival, e ci siamo guardati l'un l'altro e abbiamo sorriso nell'oscurità. Stava pisciando per la pioggia, due creature incappucciate in un parcheggio oscurato, e gli ho detto: "Ehi, amico, non ti fermi mai!"

Mi guardò, sorrise e disse: "Per cosa fermarsi?" Ma non potevo chiedergli delle sue canzoni, perché per quanto io sia stato influenzato dal suo lavoro non puoi parlarne. Il mio lavoro non è neanche lontanamente così profondo in ciò che sta cercando di fare. Allo stesso tempo, puoi conoscere il motivo e le circostanze dietro una particolare canzone, senza che sia Masters Of War.

Discutendo di alcune canzoni sul podcast, hai scoperto un filo conduttore del tuo lavoro?

In un modo. C'era sempre una reticenza con le cose, a partire dal 1982 con Pictures At Eleven, che utilizzava scatole di batteria e cose del genere, cercando solo di rompere l'aspettativa di me che facevo parte di un enorme colosso. La linea di fondo è scavare in profondità. A quel tempo, ho continuato a torcere e girare con questi fili musicali.

Quando guardo indietro ora, non sono mai arrivato al punto in cui stavo cercando di arrivare con alcuni di loro, ma con altri l'ho fatto davvero. Doing Your Ma Said You Cried In Your Sleep Last Night [una cover del successo di Kenny Dino dei primi anni '60, sui Manic Nirvana degli anni '90] con il vero run-in della traccia essendo il suono dello stilo sul vinile originale a casa mia era semplicemente idiosincratico oltre ogni immaginazione. A nessuno importava un cazzo volante. Ma l'ho fatto. E questo è ciò che contava.

L'idea di fare questa cosa è che riporta in vita queste canzoni, il che è divertente. Prendono vita quasi in un modo completamente diverso. È incredibile come l'intera idea dei podcast, come modalità di intrattenimento, abbia sostituito la radio nell'immaginazione di molte persone.

Ho anche più di quaranta brani che non ho mai pubblicato. Ho cose che ho fatto a New Orleans con la Li'l Band O 'Gold e Allen Toussaint. Ho fatto tante cose. Ho un intero album, Band Of Joy II, che ho fatto con Buddy Miller e Patty Griffin. Ho roba ovunque. Quindi potrebbe essere un buon modo per raccogliere alcune cose piuttosto potenti e tirarle fuori. Ho appena riordinato il mio piccolo studio qui, per fare alcune prove nel corso della settimana, e ho trovato alcune cose con gli Space Shifters che abbiamo fatto a Rockfield due anni fa. Quindi non si tratta solo di cose che sono uscite attraverso i canali normali.

https://youtu.be/MgeERt4rSjM

Tornando all'inizio della tua carriera da solista, ho ragione nel dire che quasi non è successo? Eri pronto per andare all'università per la formazione degli insegnanti a un certo punto.

Nel 1977 abbiamo perso nostro figlio, Karac [è morto per un virus allo stomaco mentre i Led Zeppelin erano in tour in America]. Aveva solo cinque anni. Avevo passato così tanto tempo a cercare di essere un padre decente, ma allo stesso tempo ero davvero attratto da quello che stavo facendo in Zeppelin.

Quindi, quando si è ritirato, ho pensato: "Quanto vale? Di cosa si tratta? Sarebbe stato diverso se fossi stato lì, se fossi stato in giro? " Quindi stavo pensando al merito della mia vita in quel momento, e se avessi bisogno o meno di mettere molto di più nella realtà delle persone che amavo e tenevo - mia figlia e la mia famiglia in generale. Quindi sì, ero pronto a scollegarmi, finché non è arrivato Bonzo.

Ti ha convinto del contrario?

Si. Aveva una limousine Mercedes a sei porte e veniva fornita con un cappello da autista. Vivevamo a cinque o sei miglia di distanza, non lontano da qui, e qualche volta uscivamo a bere qualcosa. Si era messo il cappello da autista e io mi sarei seduto dietro questa Mercedes allungata e saremmo usciti di corsa. Poi si sarebbe rimesso il cappello e mi avrebbe accompagnato a casa.

Certo, sarebbe stato tre fogli al vento, e passavamo davanti alla polizia e loro avrebbero detto: "C'è un altro povero stronzo che lavora per i ricchi!" Ma a quel tempo era molto solidale, con sua moglie e i bambini. Quindi sono tornato [allo Zeppelin] per un'altra raffica.

Allo stesso modo, alcuni anni dopo, Phil Collins ti ha aiutato quando sei andato da solo.

Phil era a un picco così grande e molto prolifico. Mi sono seduto in una stanza con Atlantic Records e Peter Grant, parlando della cosa solista. Ho detto: "Guarda, non c'è altro modo per farlo, davvero. Devo andare avanti, perché ho trentadue anni e in realtà non ho sentito nient'altro che questa cosa del successo da colosso. Devo scoprire com'è l'altro aspetto. "

Di conseguenza, Phil Carson, di Atlantic, aveva a che fare con le cose da solista di Phil Collins, post-Genesis. Phil era un così grande fan di John [Bonham] che mi ha inviato un messaggio: "Mi piacerebbe davvero aiutarti, perché questa deve essere una delle cose più difficili che tu abbia mai dovuto fare, musicalmente".

Stava parlando di me che ero senza il ragazzo con cui giocavo da quando avevo sedici anni, anche se avevamo una relazione focosa, io e Bonzo. Quindi Phil è entrato e se n'è andato. Avevamo quattro giorni per il primo album e quattro per il successivo. Quindi stavamo tagliando le basi musicali senza sosta. E se qualcosa non gli piaceva, si fermava a metà, si alzava e diceva alla gente perché non era del tutto corretto. Mi piaceva, perché stavo ancora in punta di piedi, non sapendo come comportarmi con gli altri musicisti.

https://youtu.be/FxSsol3Zd7k

Per quanto ci fosse trepidazione nell'andare da solo, presumibilmente è stata anche un'esperienza liberatoria?

Assolutamente. È davvero di cosa si tratta. Hai questa cosa dentro di te in cui sai che c'è qualcosa dietro l'angolo che non hai mai sentito prima, ma chi aprirà la serratura per farlo uscire? Conoscevo [il chitarrista] Robbie Blunt molto bene, essendo in questa zona qui nel North Worcestershire. È un chitarrista molto lirico, un bellissimo musicista.

Quindi ascolto il primo disco da solista e cose come Like I've Never Been Gone e mi rendo conto di quanto fosse bello il suo modo di suonare.

Come I've Never Been Gone è sul podcast e nel cofanetto, così come Big Log del 1983, il tuo primo grande successo da solista. Ripensando alla tua interpretazione in Top Of The Pops, sembri leggermente imbarazzante.

Beh, non so chi fosse il parrucchiere. Lo sto ancora cercando. Probabilmente si sta nascondendo da qualche parte. La canzone è bella, ma mi sono sentito fuori posto con l'intera faccenda. Potevo capire di più il Robert che aveva suonato al Fillmore di San Francisco, con tutti sulla pista da ballo mentre noi [Led Zep] stavamo facendo una canzone che durava quindici minuti, con un arco di violino nel mezzo.

Cantare una canzone che aveva un inizio e una fine, in quel momento, era piuttosto impegnativo. E anche mimando. Era tutto così nuovo. Era molto lontano dal suonare con Alexis Korner in qualche folk club.

Una volta hai detto che ti sentivi "nel posto sbagliato" all'epoca di Big Log. Puoi approfondire questo?

Non sapevo davvero cosa fare, perché le ruote della fortuna - e anche le ruote della Warner Bros. - mi stavano incoraggiando a giocare duro e duro e a portare avanti in qualche modo la tradizione che era già presente nella psiche di tutti. , a causa della cosa dello Zeppelin. E penso di averlo toccato con cose come Slow Dancer [da Pictures At Eleven del 1982]. Ma l'idea di essere veramente accudito in quest'altro ragazzo era molto strana.

Ho fatto alcuni video e ho ottenuto la massima rotazione su MTV, il che è stato piuttosto divertente. Cresciamo tutti, sai? O è quello o recedere di nuovo in qualcosa e dire: "Sono andato abbastanza lontano ora e questo è tutto quello che posso fare". Penso che la crescita sia passata da quella cosa della rotazione di MTV a lentamente aprirsi la strada a Fate of Nations [1993]. Da quel momento in poi me ne sono andato.

https://youtu.be/jj5nH0O8lmg

Hai descritto Fate Of Nations come un punto di svolta. È stata la prima volta che ti sei sentito davvero a tuo agio come artista solista?

Non proprio. Se si trattasse di essere a proprio agio, non avrebbe senso essere creativi. Avevo solo bisogno di stare in buona compagnia e, poco a poco, ci sono riuscito. Sono stato in grado di lavorare con persone per le quali ho un enorme rispetto, come Richard Thompson, e poi trasferirmi in una zona in cui, alla fine, stavo facendo dischi con T Bone Burnett e Alison Krauss [Raising Sand del 2007].

Così diventi la persona che non sapevi che saresti diventato. Oppure fai un pacchetto rock. O anche una fottuta barca! Quindi non credo di essere mai stato davvero a mio agio con l'idea di fare Top Of The Pops. Invece mi sono ritrovato a svilupparmi in quest'altro ragazzo - non compiaciuto, ma sicuramente avevo un groove.

Tall Cool One del 1988 campiona Led Zep e presenta Jimmy Page alla chitarra. A quel punto avevi iniziato a fare pace con il tuo passato?

I Beastie Boys avevano iniziato a campionare Zeppelin [su She’s Crafty, che campiona The Ocean]. Ho pensato: "È un'ottima idea. Ascolta quello. " Perché puoi estrapolarlo dal contesto e portarlo in un'altra zona, che è esattamente quello che abbiamo fatto con Tall Cool One. Abbiamo preso molti pezzi diversi di Zeppelin.

Ho pensato che fosse anche un po 'comico. Anche il titolo, Tall Cool One, era uno strumentale di The Wailers di Seattle nel 1959. Quindi non c'era niente di nuovo lì, era solo una specie di visita. Ma fare i conti con il passato, no no no. Voglio dire, in quale passato devo andare?

Ma nel podcast sottolinei quanto eri consapevole di non trasformarti in quel ragazzo della parodia dei Led Zep.

Sì, ma qualunque cosa accada, non ho scelta. Ci sono state ottime varianti di un altro me, ma ogni volta che leggo un giornale mi sembra di essere ancora nei Led Zep. Penso che il problema sia che nessuno può sentire cosa riescono a far uscire gli artisti che restano in giro. Se non esci e non lo trovi di tua spontanea volontà, non verrà fuori dai canali normali. E penso che molte persone che vanno ai concerti non ascoltino nemmeno la radio. Quindi vai su Spotify e lo vedi lì: “Robert Plant ha fatto un nuovo record, vero? Che ne dici! "

https://youtu.be/Ka_ALgG9hqY

In Dreamland del 2001 fai una cover della canzone popolare apocalittica di Bonnie Dobson, Morning Dew. Come sei arrivato a quello?

L'ho sentito quando Tim Rose ha avuto una sorta di successo con esso nel sessantasette o sessantotto. Più tardi, in quel periodo dell'era Morning Dew, John Bonham era il batterista della band di Tim. Dovevo andare a cercarlo per Jimmy [Page] dell'Hampstead Country Club, quando suonava con Tim. Non ho nemmeno mai realizzato che non fosse la canzone di Tim Rose.

Ha fatto un accordo con Bonnie Dobson, che da allora è diventata una mia conoscenza regolare ogni volta che entriamo nel mondo di Bert Jansch. Ho solo pensato che quella canzone fosse davvero bellissima. Sarebbe altrettanto valido che questo fosse suonato ora da un artista veramente contemporaneo. Basta cambiare l'indicazione del tempo. Lascia che i bambini lo ascoltino e si rendano conto che siamo nei guai.

Tornando ai giorni del tuo folk club intorno a Birmingham negli anni Sessanta, era una scena sana?

Dipende da dove folk e blues diventano due cose diverse. Direi che Alexis Korner che canta Rock Me Baby potrebbe non essere folk inglese tradizionale, ma può ancora funzionare nello stesso clima. La cosa popolare è stata solo agli inizi per me.

Era una scena molto prolifica intorno a dove ero a scuola, e c'era un folk club lì che aveva Alex Campbell, Ian Campbell e varie persone che stavano cantando canzoni sulle navi che scendevano lungo la costa della Northumbria o dovunque fosse. Ma la scena blues è stata più evocativa per me, perché aveva quella sorta di sofferenza in tonalità minore, nota blu, che adoro.

Hai preso la solita strada verso la musica facendo una serie di lavori quotidiani?

Stavo lavorando da Lewis a Birmingham, misurando le gambe interne dei signori. La grande frase che accompagnava quel compito era: "Da che parte si veste, signore?" In altre parole, dove sono le tue cazzate? E se quei ragazzi fossero un po 'elastici, ti direbbero la parte sbagliata, solo così potresti dargli una rapida modifica!

https://youtu.be/-c6qmsL_Qto

Credo che tuo padre suonasse il violino, ma i tuoi genitori avevano ancora quell'atteggiamento di: "Vai e trova un lavoro adeguato"?

Beh, ero destinato a un lavoro vero e proprio, e ne ho uno. Sì, ho avuto il mio momento di potenziale professionale e, poiché non l'ho accettato, ho dovuto lasciare la casa quando avevo diciassette anni. Quindi mi sono irrigidito abbastanza rapidamente. Ho fatto pace con i miei genitori un paio d'anni dopo. Ma era buono, era quello che doveva essere.

Conosco tanti ragazzi del mio tempo a scuola, che vedo ancora e che sono molto divertenti e amano la vita, ma hanno fatto la cosa sbagliata. Sono rimasti con una famiglia o qualunque cosa avresti dovuto fare, e si rammaricano davvero del fatto che non sia mai entrato davvero in scena. Non hanno vissuto la loro vita, hanno vissuto la vita che era richiesta.

Quindi sapevi da subito che non volevi farlo?

Non sapevo cosa volevo essere, ma non avevo intenzione di spingere una penna per due sterline a settimana e allenarmi per diventare contabile.

Pre-Zeppelin, tu e John Bonham avete suonato nei Band Of Joy nelle Midlands. Ma è giusto dire che a quel tempo la tua casa spirituale era la costa occidentale d'America?

Si Credo di si. Era più come se ci fosse stato detto qualcosa lì. Non abbiamo avuto i fenomeni del Vietnam e non abbiamo davvero avuto la stessa tensione razziale istintiva - anche se c'era tensione razziale, ma non avevamo le marce. L'intera faccenda di essere qui era vecchio Impero.

L'America ha sempre barcollato, sbadigliando, ringhiando e avendo conflitti interni, quindi la cultura giovanile stava affrontando i propri problemi. Quindi sulla costa occidentale, le persone là fuori erano all'avanguardia per la loro stessa generazione di musicisti, e ce la facevano. Se pensi a Per quello che vale, di Buffalo Springfield, è tutto quello che avevano a che fare con se stessi per strada con le autorità. Da queste parti, la rivoluzione è stata leggermente per adattarsi a un po 'di industria artigianale; c'erano molte campane, perline e roba venduta.

Facendo un balzo in avanti verso il tuo album del 2005 Mighty Rearranger, parli di una delle sue canzoni, Tin Pan Valley, sul podcast e di quanto sia stato importante quel tempo a livello personale. Suggerisci che è stato l'inizio per accettare quella sfida di essere sia un cantante che un cantautore sul serio.

Forse, ma ho sempre cercato di far funzionare il tutto come una sorta di pezzo arrotondato. Penso che il grande potere di Mighty Rearranger sia la sua flessibilità, da Tacamba [un ritmo maliano] a ogni sorta di cose.

https://youtu.be/A3uVoid74SA

Nove anni dopo, Lullaby And ... The Ceaseless Roar sembra essere il culmine di tutta quella ricerca e sperimentazione.

Ci siamo sbarazzati del tipo di grinta e aggressività di una registrazione come Tin Pan Valley e l'abbiamo sostituita con il dramma panoramico di Embrace Another Fall, che è una combinazione di musicalità, intenzione e poesia che non avrei mai potuto immaginare in quel momento.

Lullaby è tutto ritmi e consistenza, con la tua voce come parte di quel "dramma panoramico". È stata una sorta di svolta per te?

In parte ha a che fare con le circostanze. A volte non gestisci la tua vita, funziona da sola. Ho visto la mia vita aprirsi in un modo diverso. Suppongo che se torno a Mighty Rearranger e passo da lì in poi, ci sono state un sacco di fantastiche opportunità e cambiamenti in cui potevo provare a entrare e barcollare, cosa che ho fatto.

Quindi da Raising Sand a Band Of Joy [l'incarnazione del 2010], questi sono stati davvero i momenti per eccellenza per me, perché ero solo un cantante del Black Country che ha fatto una buona versione di Rock Me Baby, e all'improvviso sono in tutto questi diversi ambienti, musicalmente ed emotivamente. Ed ero convinto, più viaggiavo attraverso l'America e più persone ho incontrato da diverse parti del mondo musicale là fuori, che è lì che dovrei essere.

Durante l'era Band Of Joy [2010-11], ho passato molto tempo con Patty [Griffin] mentre viveva ad Austin, in Texas. Ovviamente viaggiavo per l'America da una quarantina d'anni, e avevo sempre visto queste piccole visioni da cartolina di vari luoghi. Ma non ci avevo mai vissuto per vedere cosa fosse veramente. Così mi sono trasferito ad Austin. Ed ero circondato da alcuni musicisti incredibili. Jimmie Vaughan, il fratello di Stevie Ray dei Fabulous Thunderbirds, è stato un grande giocatore. Charlie Sexton, Junior Brown, Wanda Jackson ... così tante persone. E io facevo parte di quella confraternita di grandi giocatori che andavano e venivano, si trasferivano, si trasferivano.

La conclusione è che ho davvero abbracciato l'idea di essere in quella scena e stavo vivendo al fianco di Patty. Ed è così prolifica e un gatto così pieno di sentimento che ho pensato, è questo. Questo è tutto ciò di cui si tratta: integrità musicale, ottima compagnia e stimolo. E un caloroso benvenuto da parte di persone di tutte le arti. Così ho scavato in profondità e ho comprato un posto lì. Ma poi ho continuato a guardare a casa e a chiedermi come fosse con i miei figli e i miei amici.

A volte mi piace la semplicità della vita. Mi stavo davvero abituando al fatto che ero eccitato in Texas, ma non c'era modo di sfuggire alla mia storia. Quindi non ce la facevo più e sono tornato. E questo è ciò di cui parla Lullaby And ... The Ceaseless Roar. Si tratta di tornare indietro, di fallire, davvero. O in realtà solo rendendosi conto che ci vogliono così tanti elementi diversi per creare una vita.

L'intero disco riguarda la realizzazione, la maturità, il tentativo di metterti in linea con te stesso e scoprire che ti sei venduto un po 'su tutta la linea. E a suo modo, questo è il blues.

https://youtu.be/W3h7KdJKEIM

Il tuo album in studio più recente, Carry Fire del 2017, sembra un complemento di Lullaby.

Si. Gli Space Shifters, per un uomo, sono notevoli. Sono anche notevoli dalle diverse angolazioni da cui si sono sviluppati. Justin Adams, Johnny Baggott e io siamo stati insieme, a intermittenza, dal 2001. E c'è già abbastanza da fare nel frattempo che quando torniamo è un grande ritorno a casa.

Quando Billy Fuller è arrivato, ha portato di nuovo qualcosa di diverso dal suo fianco. E ha le sue avventure con Beak. John Blease si è unito a noi alla batteria. È un giocatore straordinario. E "Skin" Tyson era un membro fondatore di Cast. Quindi è come una specie di fraternità. Possiamo riunirci in qualsiasi momento e va tutto bene. C'è un grande incoraggiamento creativo tra tutti noi.

Hai qualcosa di nuovo all'orizzonte, dal punto di vista della registrazione?

Sì, ci sono alcune cose nell'aria, forse a Nashville. Dovrei andarci tra due settimane. Al momento non sta succedendo niente, ma ci sarà. Tra Justin, Skin e tutti, abbiamo già una quarantina di idee strumentali diverse. Lavoriamo con un ragazzo di nome Tim Oliver, che è il manager dello studio al Real World, a casa di Peter Gabriel, e possiamo scherzare lì dentro.

Posso passare un pomeriggio con Tim e cambiare davvero stili e radici della musica in preparazione per modellarli come canzoni. Abbiamo registrato gli ultimi due dischi con Tim ed è un ottimo modo per fare le cose. È una buona combinazione. Sappiamo tutti dove stiamo andando.

Ci sarà un seguito a Raising Sand ad un certo punto?

Oh, ne sono sicuro, sì. Vedo molto Alison e le parlo molto. E anche T Bone. La realtà è che sono tornata di corsa una volta, e Patty aveva fatto il suo disco American Kid [2013] ed era in tour con quello. E penso che una volta che inizi a scheggiarti e ad andare in modi diversi, e sei un estraneo in un posto dove le persone pensano ancora che ci sia una sfera specchiata che ruota intorno alla tua testa, è davvero bello scavare con la realtà degli Space Shifters. Non c'è cosa più grande che essere sul palco quando questi ragazzi sono in pieno volo.

https://youtu.be/L3Xi5gvZ7Kk

Pete Townshend ha recentemente affermato di pensare che il rock'n'roll basato sulla chitarra avesse esaurito le sue possibilità e che la nuova tecnologia ha aperto la porta per creare altre forme di musica con atteggiamenti e modi di lavorare diversi. Cosa ne pensi?

Penso solo che il gioco sia lì per tutti e per tutto. Per quanto riguarda le persone per strada, è solo una questione di gusti. Ci sono persone che fanno ottima musica ovunque, sempre. Pete ha ragione nel dire che per quanto riguarda le tecniche di registrazione e il cambiamento dell'idea di creare canzoni, non devi preoccuparti di un assolo di chitarra.

Puoi mettere un sacco di piccoli pezzi di pasticceria in cose contemporanee. E umorismo e commento sociale. Non tutto deve venire da Nashville. Penso che sia solo il modo in cui si sente Pete. Inoltre, ha viaggiato molto, quindi probabilmente è passato a tutti i tipi di formati musicali.

Una delle cose che smentisci nel podcast è l'idea di essere irrequieto. Invece dici che è più un caso in cui sei ispirato e costantemente stimolato.

È un altro modo di considerare la stessa condizione, non è vero? È la stessa bestia. Non so quando il sipario si chiuderà per me, né come persona ispirata né come persona che respira davvero, ma il calcio a cinque di mercoledì sera non è sufficiente.

Quindi lo faccio. E sono fortunato, perché ho due o tre strade diverse che posso godermi con le persone e ricompense diverse. So che le band in buona fede pubblicano dischi e tendono a sentirsi deluse. Perché l'intera finestra di esposizione e opportunità è andata, non importa se si tratta di Neil Young, Elton John o chiunque sia a cui le persone sono pronte a passare.

Ma a chi importa? Se è un fottuto hip-hop o una cover di una canzone di Melanie, non importa. Fai solo quello che fai, sentilo e pensaci.

Il cofanetto Digging Deep di Robert Plant uscirà il 28 febbraio 2020 tramite EsParanza. La seconda stagione del podcast Digging Deep With Robert Plant è ora disponibile.

https://www.loudersound.com/features/robert-plant-interview-my-life-after-led-zeppelin?fbclid=IwAR3cbmycxVBfClvujXtxoUD4AZOrV8fdmrSoLmJuwZzJ5GaJzznDb6smPvI


20 agosto 2023. BUON COMPLEANNO, ROBERT PLANT!
“DANCE IN THE DARK OF NIGHT, SING TO THE MORNING LIGHT” una Led Zeppelin Fanfiction Story di Cecilia Vitelli
È il 20 agosto del 1958 e oggi Robert si sente davvero grande: è il giorno del suo decimo compleanno. Da tanto tempo aspetta di varcare questa soglia! Finalmente tutti avrebbero smesso di chiamarlo “Robbie”, o “piccolo” e di rivolgersi a lui con gli atteggiamenti e le espressioni tipiche degli adulti quando hanno a che fare con dei mocciosi, dei bambinetti solitamente fastidiosi sempre attaccati a loro e privi di qualunque spirito di iniziativa e di intraprendenza personale. Basta, da oggi in poi, tutto finito! Ormai era cresciuto, era proprio ora!
Anche quell’anno la famiglia Plant si trovava nella stessa località per trascorrere le vacanze estive: il Galles del Nord, nella regione di Snowdonia. Per tutto l’autunno, il lungo inverno e la primavera, lui aspettava di ritornare in quel posto magnifico e pieno di magia. La mamma adorava quei luoghi e, forse anche ricordando le sue origini gitane, aveva cercato in biblioteca tutte le storie, i miti e le leggende di quella parte del Galles, passando molte ore a leggerle e a studiarle. Quando entrava nella sua cameretta per rimboccargli le coperte e dargli il bacio della buona notte, ogni volta la implorava di raccontargli una di queste storie prima di dormire. Allora sua madre si sedeva sul bordo del letto e gli accarezzava dolcemente i riccioli biondi sempre un po’ribelli, poi, con la sua voce meravigliosa, iniziava a narrare di fate, elfi, giganti buoni, draghi, cavalieri, re ed eroi gallesi che combattevano per la libertà e indipendenza della loro terra contro gli odiati inglesi… La quantità di storie e leggende che la mamma conosceva era praticamente infinita, ogni sera gliene proponeva una diversa, anche se spesso le chiedeva di raccontare le sue preferite, che riguardavano proprio la zona del Galles dove sorgeva quello che per lui era il posto più bello dell’universo, Cadair Idris.
E ora eccolo proprio lì, sul Penygadair, la cima più alta di quel luogo fatato, Cadair Idris, dove una cerchia di antichissime montagne abbraccia un lago dalla forma rotondeggiante, il Llyn Cau. Da lassù la vista è così bella e ammaliante che sente il fiato mozzarsi in gola, e non per la salita un po’ faticosa. Si arrestano tutti e tre sulla cima. Mamma e papà lo tengono saldamente per mano, perché guardare oltre lo strapiombo fa venire le vertigini. Infatti, per un momento si sente girare la testa e il suono del vento che sibila tutto attorno a lui gli sembra una voce che sussurra il suo nome. Vacilla sulle gambe e sente il bisogno di ancorarsi a qualcosa di solido e reale, per essere sicuro di non essere dentro a un sogno che è iniziato bene, ma può diventare da un momento all’altro spaventoso. Perciò si concentra sul suo corpo e percepisce il peso rassicurante del piccolo zaino nuovo. Pesa un pochino, sì, e forse la pelle delle spalle si è irritata per lo sfregamento con le cinghie di cuoio, ma lui è lo stesso al settimo cielo, perché, per la prima volta, visto che ormai è diventato grande, i suoi genitori gli hanno permesso di portarsi per conto suo le cose più amate in quello zaino di pelle bellissimo che gli hanno regalato per il compleanno prima di partire da casa.
Il Sole del pomeriggio ormai non è più tanto forte nel cielo e il riflesso dei raggi sulla superficie del lago è ipnotico. Gli fa pensare che quel paesaggio immobile è rimasto uguale, proprio tale e quale nel corso di tantissimi anni, centinaia, migliaia, forse milioni. È difficile concepire un tempo così lungo, ma lui ci prova lo stesso.
Mentre riflette, continua a osservare il lago luminoso, quando, ad un tratto, un raggio di luce sembra staccarsi dalla superficie e volare in un lampo fino ai suoi occhi. Quel raggio si muove, si attorciglia in una forma strana. “Ecco, sembra proprio una grande scalinata tutta fatta di luce che sale verso il cielo. Chissà come si farà per salire lassù e se quella scala porterà verso il Paradiso”.
Con gli occhi spalancati resta a fissare quell’immagine arcana per un tempo lunghissimo.
«Robert, su, svegliati. Robert! Stai di nuovo sognando a occhi aperti, vero?» La voce della mamma lo riporta sulla Terra. Finalmente distoglie lo sguardo e fissa sua madre che però non è arrabbiata, per fortuna sta sorridendo. Gli capita spesso anche a casa d’incantarsi a pensare a qualcosa restando per molto tempo in silenzio, assorto. Non ha avuto il coraggio di dire a nessuno che in quei momenti sente scorrere nella sua testa delle frasi, delle parole, oppure vede delle figure, delle immagini che gli rimangono in mente a lungo e che nasconde in un angolino del suo cervello, come se fossero chiuse dentro a un cassetto segreto, che conosce solo lui, pronte per essere tirate fuori.
Ma intanto la mamma gli sta ancora parlando. «Dobbiamo montare la tenda, perché si sta facendo tardi.» Così, dopo aver trovato una zona abbastanza ampia e priva di rocce sporgenti, tutti e tre si mettono al lavoro e si accampano per la notte, finché c’è ancora abbastanza luce per vederci.
Dopo aver mangiato davanti al fuoco, si stendono a dormire al riparo della tenda sui materassini, avvolti nelle coperte: anche se è agosto, la sera fa freddo sulla cima della montagna, in quel luogo selvaggio.
Mamma e papà si sono già addormentati da un po’, se n’è accorto dal loro respiro profondo e regolare, invece, lui non riesce a prendere sonno. Si sente inquieto. Gli sembra strano, perché di solito a casa si addormenta abbastanza velocemente. Dopo essersi rigirato alcune volte si rende conto che, se avesse continuato così, avrebbe svegliato i suoi genitori. Allora decide di uscire dalla tenda e sedersi fuori a contare le stelle. Tutte le volte che non era riuscito a dormire a casa aveva fatto proprio quello: aveva aperto la finestra, aveva cercato, contandole, tutte le stelle che riusciva a vedere, e aveva funzionato benissimo, perché il sonno alla fine era arrivato.
Dunque, esce piano piano dalla tenda, avendo cura di richiuderne l’apertura per bene, e decide di sistemarsi poco più in là. Non ha nessuna intenzione di allontanarsi molto. Ma, volgendo lo sguardo intorno per cercare un posticino dove sedersi, scorge qualcosa di strano. Un po’ più distante da lì, un bagliore sembra sprigionarsi dal terreno. Ripetendosi che in fondo si sarebbe allontanato di poco, procede con cautela in quella direzione. Man mano che si avvicina, grazie alla luce della luna piena, nota che lo scintillio viene emesso da delle grandi pietre bianche disposte in un ampio cerchio. Gli sfugge un ansito. «Uno Stone Circle, un cerchio di pietre fatato!»
Avanza ancora, perché lui non è pauroso, proprio per niente! Adesso che è arrivato più vicino, sente che le pietre risuonano e vibrano sempre più forte. No! Quel suono fortissimo sveglierà i suoi genitori e loro si accorgeranno che si è allontanato senza avvertirli! Deve far smettere quel frastuono immediatamente. Pensando che, nascosta da qualche parte all’interno del cerchio di pietre, deve esserci la fonte di quel suono assordante, con un balzo oltrepassa il confine esterno del cerchio ed entra nello spazio interno, fermandosi proprio al centro. All’improvviso la vibrazione intensissima si arresta e si diffondono tutto intorno a lui dei suoni che si levano magicamente dalle pietre: ora è proprio una musica. Qualcosa di stupendo, ammaliante, che non ha mai sentito prima. Non capisce quali strumenti stanno suonando, ma è irresistibilmente attratto dalla melodia fatata che essi producono. Una voce inizia a cantare e sembra provenire da lontano, quasi in sordina, da un luogo arcano, nascosto e remoto. Canta di un’oscura profezia e lui trema di terrore. Le pietre scintillano e pulsano di luce al ritmo di quei suoni profondi e di quella voce ultraterrena. Poi la musica aumenta di potenza e lui cade in ginocchio reggendosi con le mani ai radi ciuffi d’erba, china la testa sopraffatto mentre due parole gli sfrecciano nella mente, come dardi incandescenti che gli attraversano l’anima, perforandola: “NO QUARTER… NESSUNA PIETÀ”.
Ecco cosa canta la voce che si alza e si abbassa seguendo la musica selvaggia, disperata, riecheggiante.
«Sbarra la porta, spegni la luce.
Non ci sarà nessuno a casa stanotte.
La neve scende fitta e - non lo sai? -
i venti di Thor stanno soffiando, gelidi.
Sono ricoperti di lucido e autentico acciaio
portano notizie che devono essere recapitate.
Essi scelgono il sentiero
che nessuno ha mai percorso.
Non concedono pietà.
Non chiedono pietà.
Camminando fianco a fianco con la morte,
il diavolo si fa beffe di ogni loro passo
la neve rende lento il loro cammino,
i cani del destino ululano ancora
portano notizie che devono essere recapitate,
per costruire un sogno per me e per te.
Essi scelgono il sentiero
che nessuno ha mai percorso.
Non concedono pietà
Non chiedono pietà
Il dolore, il dolore senza pietà.
Non chiedono pietà.
I cani del destino ululano ancora!»
Appena si rende conto di cosa sta dicendo quella voce bellissima, che gli sembra stranamente familiare, si sente perduto. Sì, è perduto, perché ha capito in un lampo di consapevolezza che l’ora della sua morte si sta avvicinando. I mostruosi Cwn Annwni Cani dell’Oltretomba, i Segugi Infernali - ne sente già gli orrendi latrati - stanno venendo a prenderlo e la sua anima gli verrà strappata e trascinata nell’Annwn, l'Oltretomba. Nessuna pietà! Il Re del Popolo Fatato, Gwyn ap Nudd, non si ferma davanti a nulla e a nessuno: impossibile per un mortale tentare di arrestare la sua Caccia Selvaggia e i Segugi Infernali.
Si rannicchia sull’erba in posizione fetale al centro del cerchio di pietre, coprendosi gli occhi con le braccia e aspetta di morire.
Ma… la morte non arriva. Solleva la testa, volge lo sguardo, si alza in piedi accorgendosi che sta succedendo qualcosa. La propria ombra, che prima era piccola, quella di un ragazzino, ora sembra espandersi, allungarsi, irrobustirsi, crescere. È diventata l’immagine solida di un bellissimo uomo alto e snello, con una lunga chioma bionda. Sembra un Dio nordico o un guerriero vichingo. Lui non ha paura, perché in qualche modo dentro di sé intuisce che le fate gli hanno inviato quell’uomo magico in soccorso. L’uomo lo guarda, gli sorride e in quel momento lui si rende conto di una cosa stranissima: quel sorriso è identico al suo. Anzi, ora che lo osserva meglio, ha anche lo stesso suo colore degli occhi.
Allora capisce di stare guardando nel futuro: grazie a un incantesimo fatato può vedersi adulto. Quell’uomo, talmente biondo e rilucente da sembrare tutto dorato, è lui come sarà da grande! Strizza gli occhi e nota che dietro all’essere dorato ci sono altre tre figure. Sono meno nitide, ma riesce a scorgere un uomo con la lunga chioma bruna, gli occhi color del fumo dalla forma un po’allungata, una veste con ricamato un grande drago. Questi tiene qualcosa tra le braccia, teneramente ma in modo saldo, forse si tratta di uno strumento musicale a corde. Accanto a lui c’è un altro essere imponente, che ricorda un grosso orso con i baffi e impugna due bacchette magiche, con le quali percuote ripetutamente tutto ciò che gli sta intorno, aria compresa, producendo dei tuoni ogni volta. Il terzo e ultimo uomo ha un viso pacifico e un sorriso dolce e, con il suo sguardo saggio, sembra volergli comunicare una tranquillità assoluta.
Va bene, ora non è più solo, ma pensa comunque che nessuno di loro avrà scampo: ormai l’Esercito del Male deve essere quasi giunto! Ad un cenno delle quattro grandi figure, la musica cambia improvvisamente e diventa il tintinnio allegro e incalzante di un mandolino. Sì, conosce bene il suono di quello strumento e l’ha sempre associato a sensazioni di gioia e di allegria, al Sole splendente, al mare scintillante, all’estate. Ancora la stessa voce di prima si leva in un canto ma stavolta non è disperata e lontana: è viva e squillante, è quella del Dio Dorato in piedi accanto a lui. Alla sua voce se ne aggiunge un’altra, che sicuramente, pensa Robert, è quella di una fata. Quindi ora sono due le voci limpide e luminose che, come in una danza magica, si intrecciano tra loro. Esse invitano a lottare tutti insieme, a restare uniti per sconfiggere il Male, a non perdere mai la speranza. E lo fanno così.
«La Regina della Luce impugnò il suo arco
e si volse per andare,
il Principe della Pace abbracciò la tenebra,
e fendette la notte, da solo.
Oh, danzate nell’oscurità della notte,
cantate alla luce del mattino.
Il Signore dell’oscurità cavalca con le sue truppe armate stanotte,
e il tempo ci rivelerà tutto.
Oh, deponete
il vostro aratro e la vostra zappa,
restate, non sbarrate le vostre case.
Fianco a fianco affrontiamo la potenza
dei più oscuri tra tutti loro.
Odo il rombo dei cavalli risuonare
laggiù nella valle,
attendo gli angeli di Avalon,
attendo il bagliore che sorge a Oriente.
Le mele della valle racchiudono in loro
i semi della felicità,
la terra è ricca per le cure premurose
ricambiate quanto essa vi ha dato, non dimenticate! No!
Danzate nell’oscurità della notte,
cantate alla luce del mattino.
Le mele avvizziscono divenendo marroni e nere
il volto del tiranno è vermiglio.
“Oh, la guerra!” è il disperato urlo collettivo,
raccogliete le vostre spade e volate.
Il cielo è totalmente invaso dalle forze del Bene
e del Male: mai i mortali sapranno che ciò è avvenuto.
Oh, dunque, la notte è lunga
le perle del tempo si sgranano lentamente,
gli occhi stanchi si volgono verso l’alba
in attesa del bagliore che sorge a Oriente.
Il dolore della guerra non può superare
la sofferenza di ciò che seguirà,
i tamburi faranno tremare le mura del castello
gli Spettri dell’Anello cavalcano, con i loro manti neri,
avanzano sempre più.
Cantate mentre tendete il vostro arco,
scagliate le vostre frecce più diritte di come abbiate mai fatto.
Non dà conforto, questa notte, il fuoco
che illumina il volto così freddo.
Oh, danzate nell’oscurità della notte,
cantate alla luce del mattino.
Le rune magiche sono scritte con l’oro
per riequilibrare la bilancia. Per riportarla in equilibrio
Infine il sole splende in cielo,
le nubi di tristezza sono spazzate via,
assieme alle fiamme del drago dell’oscurità,
la luce del sole acceca i suoi occhi.»
Spronato da quel canto di battaglia, che tuttavia ha come fine ultimo il raggiungimento della pace, si sente di nuovo vivo, solleva le braccia verso il cielo stellato, poi comincia a ridere, a saltare, a ballare, a cantare, a mimare con le mani un combattimento con uno spadone medievale.
«È LA BATTAGLIA,» grida verso il cielo buio che si sta schiarendo verso Est «DELL’ ETERNITAAAAAAÀ !»
E la sua spada affonda, meglio della leggendaria Excalibur di re Artù, nelle corazze, ora improvvisamente molli come gelatina, del Dolore, della Paura, della Disperazione, della Miseria, dell’Inganno, della Solitudine, dell’Indifferenza, della Sopraffazione, della Morte e li sconfigge inesorabilmente, fino all’ultimo guerriero dell’esercito del Male… Scompaiono tutti, uno ad uno: almeno per quella notte la battaglia è vinta!
Ormai è giunta l’alba. È esausto, si accascia stremato per la fatica e la tensione. Osserva rapito lo spettacolo del Sole che sorge, scacciando lontano, con i suoi raggi luminosi e il suo calore, il buio e la paura.
Poi chiude gli occhi e inspira profondamente, fino a riempirsi completamente i polmoni, l’aria dolcissima di quel luogo millenario e magico, Cadair Idris, “La Poltrona del Gigante Idris”, pronunciando le parole finali della leggenda: «Chi si addormenterà sulle pendici del Cadair Idris si risveglierà pazzo o poeta.»
E, con un grande sbadiglio e un sussurro pensoso: «Chissà io, allora, cosa sarò diventato quando mi risveglierò?» finalmente, rannicchiato su un fianco nell’erba rada, il volto appoggiato alle mani, i riccioli biondi e la pelle chiara e delicata accarezzati dai primi tiepidi raggi del Sole, cade in un sonno profondo, la bocca piegata in un piccolo, dolce sorriso un po’ sghembo che gli fa comparire una fossetta sulla guancia sinistra.
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DEDICATO A ROBERT PLANT, CHE SI RISVEGLIÒ POETA…
“D’estate i Plant, come molte altre famiglie del Black Country erano solite fare all’epoca, se ne andavano a ovest per trascorrere le vacanze in Galles. In auto, si dirigevano al parco nazionale di Snowdonia, oltre duemila chilometri quadrati di frastagliate regioni montuose nel remoto nord-ovest del paese: una zona ricca di tradizioni popolari celtiche e di storia, tutti elementi che, uniti all’aspetto selvaggio del luogo, estasiavano il giovane Plant. Robert era affascinato dai miti gallesi e dalle leggende che gravitavano intorno al Cadair Idris, un monte imponente situato al confine sud di Snowdonia, vicino alla cittadina-mercato di Machynlleth, spesso visitata dai Plant. Si diceva che quella montagna fosse sia la sede del regno di Re Artù che il luogo in cui andava a sedersi il gigante Idris per riposarsi e osservare le stelle della sera. Secondo la leggenda, chi trascorre la notte sulle pendici del Cadair Idris, al risveglio si trasformerà in un poeta o in un pazzo. A Machynlleth, Plant scoprì le gesta dell’uomo che divenne il suo grande eroe popolare, il re gallese Owain Glyndwr.”
Tratto da “Robert Plant – Una vita” di Paul Rees, ed. Arcana.
CADAIR IDRIS: LUOGO REALE MA ANCHE MITICO E LEGGENDARIO…
Cadair Idris si trova nel Galles del Nord, ed è situato nell’estremità meridionale del Parco di Snowdonia, divenuto riserva naturale nel 1957.
Il nome Cadair Idris (“Sedia del gigante Idris”) si riferisce al gigante della mitologia gallese Idris Gawr. Idris era un abile poeta, astronomo e filosofo. Il toponimo è dovuto alla somiglianza dell’antico circo glaciale, il Cwm Cau, ad un'enorme poltrona. Si raggiunge la massima altitudine sulla cima chiamata Penygadair("Cima della Sedia") a 893 m d'altezza.
Molte sono le leggende su Cadair Idris. Si dice che il lago di origine glaciale sottostante, il Llyn Cau, sia senza fondo e che sia la prigione di un drago marino che terrorizzava il Galles e che fu catturato da Re Artù, il quale lo relegò nelle profondità del lago. Si crede che chiunque si addormenterà sulle pendici del Cadair Idris si risveglierà pazzo o poeta. La tradizione del dormire sulla cima di un monte probabilmente deriva dalle usanze bardiche: i bardi dormivano sulle montagne per trarre ispirazione (l' awen).
Nella mitologia gallese Cadair Idris è anche terreno di caccia di Gwyn ap Nudd (Il Re del Popolo Fatato) e dei suoi Cwn Annwn (i Cani dell’Oltretomba). Secondo la leggenda, i latrati degli enormi cani predicono la morte di chi li ascolti e il loro suono si avverte sempre più debolmente man mano che essi si avvicinano. L'anima del malcapitato verrebbe strappata via e trascinata nell'Annwn (l'Oltretomba).
Sulla sommità di Cadair Idris si trova un Cerchio di Pietre ritenuto un luogo dove si radunano le fate per danzare.

grazie a quel Dio Dorato che stà attraversando come dico io l'Oltre del divenire..Mitici quei luoghi Mitico Lui..❤🌹..ho letto ben due volte il libro.“Robert Plant – Una vita” di Paul Rees..c'è descritto un ritratto autentico..di un uomo reale, vero, a volte confuso ma più delle volte determinato e sapiente..è certo un Mito ma talmente umano da essere perfetto..

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Ed eccoci qui. 75
Ed ancora mi diverto a cantare.
È la mia vita. Non ho fatto altro e non posso vivere senza. Bastano una manciata di persone ed eccomi qui..perché la musica é di tutti. Tutti.
Dicono che siano gli anni in cui si sente la pesantezza addosso...io invece mi sento leggero.
Il peso indicibile lo portavo negli anni 70/80.
Forse mi son solo rincoglionito ed è per questo che mi sento leggiadro come una farfalla ahahah
75 anni. Non me li ero mai immaginati.
Cose brutte e belle. Grandi e piccole....la mia famiglia. I miei amici. I miei libri.
Il Regno Unito. Profumo di casa.
Adoro entrare di soppiatto nei piccoli pub senza essere riconosciuto. Fare una battuta con la mia pungente ironia. Ogni tanto parlare il gallese. Fare giusto due autografi per accontentarvi. Solo due eh
Mi sento un uomo comune e non amo parlare del passato o dei miei dolori.... o dei Led Zeppelin e di assurde reunion.
Spero che il riflettore si spenga presto oggi ..
Io sono cosí ... vivo della vita, del giornaliero, della solitudine anche.
Vivo cantando...vivo vivendo la musica.
E allora ok... vi precedo.
Tanti Auguri a me. Ed ora lasciatemi bere questa pinta"
Happy BDay my Robert ❤️
All My Love
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https://palcoscenicidelmondo.wordpress.com/2020/08/19/happy-birthday-mr-robert-plant/

Happy Birthday, Mr. Robert Plant

Correva l’anno 1968 e il chitarrista Jimmy Page era alla ricerca di una voce che potesse miscelerarsi al sound sovversivo che aveva in mente per il suo nuovo gruppo. Aveva idee grintose e cercava qualcosa che non somigliasse a nulla di già esistente e che, anzi, fosse del tutto fuori da ogni canone, dirompente, innovativo. Gli venne fatto il nome di un cantante dall’impressionante carisma e dalla voce blues che si esibiva in un locale di Birmingham assieme agli Hobbstweedle.

Ovviamente Page andò a “toccare con mano” e assistette alla performance rimanendo impressionato. Il cantante in questione aveva un timbro sensuale che si spingeva in vocalizzi potenti e acuti. Una voce cristallina e graffiante al tempo stesso, estrema ed intensa nell’interpretazione. Una miscela irresistibile che nasceva in modo caldo ed era sempre pronta ad esplodere. L’alchimia perfetta su cui costruire l’idea del Rock rivoluzionario che aveva in mente Page.

Jimmy Page e Robert Plant

«Quando gli ho fatto il provino e l’ho sentito cantare ho immediatamente pensato che ci fosse qualcosa di storto nella sua personalità o che fosse impossibile lavorarci insieme, perché semplicemente non riuscivo a capire come mai, dopo che cantava ormai da un po’ di anni, come mi aveva detto, non fosse ancora diventato una celebrità.» raccontò Jimmy Page.

Alla fine dell’esibizione propose al cantante di raggiungerlo per qualche giorno nella sua abitazione galleggiante di Pangbourne, a Londra, per discutere del suo progetto musicale. I due trascorsero giorni interi ascoltando una marea di vecchi dischi blues e folk e confrontandosi senza sosta sul nuovo suono e sul nuovo impatto che il Rock avrebbe dovuto avere negli anni settanta. Chissà se erano consapevoli del fatto che stavano “decidendo” a tavolino quelle che sarebbero state le sorti del Rock da lì in poi? Anzi, chissà se erano coscienti del fatto che stavano diventando i veri e propri iniziatori di qualcosa di ancora più poderoso, l’Hard Rock? Giocarono entrambi a carte scoperte, mettendo in gioco idee senza riserve, con generosità ed entusiasmo e avvertirono subito che stava nascendo qualcosa di alchemico che andava molto al di là di una semplice visione comune delle cose. Erano gli albori di una collaborazione epocale che timbrò e piegò per sempre la storia del Rock.

Il cantante era Robert Plant e stavano nascendo i leggendari Led Zeppelin, la band Hard Rock più potente e massiccia della storia.

Si, proprio lui.
Robert Anthony Plant.
Carismatico, eclettico, non solo a livello canoro, ma anche in termini di composizione e scrittura ha sempre combinato vari generi musicali lasciandosi contaminare dalle sonorità arabe e dalle tematiche mitologiche, in particolar modo quelle celtiche. Erano gli anni 70, vibranti e ricettivi verso qualsiasi cosa odorasse di rivoluzione. Immaginate l’impatto che portò Plant col suo canto, del tutto inedito per l’epoca, che venne amplificato ancora di più dal sound pazzesco dell’intera band, capace di assumere sfumature delicatissime o livelli di aggressività inaudita. Plant era generosissimo nei suoi live, si dava completamente anche nel corpo e divenne ben presto un modello indiscusso per i cantanti hard rock ed heavy metal da lì in avanti. Basti pensare a Steven Tyler degli Aerosmith, Bon Scott degli AC/DC, Axl Rose dei Guns N’ Roses, solo per citare gli esempi più evidenti.

Il successo dei Led Zeppelin fu planetario e immediato e catapultò Plant e i suoi compagni in una dimensione travolgente fatta di vita sregolata, folle oceaniche acclamanti, orge con le groupie, lussuose camere d’albergo devastate ed eccessi di ogni tipo. E non fece resistenza il giovane Plant a tutto questo, anzi si adeguò subito, pienamente cosciente della forte carica erotica a cui dava sfogo non solo sul palco. Sprigionava una sessualità quasi selvaggia e, grazie anche alla sua criniera di riccioli biondi, divenne un sex-symbol senza precedenti. Le sue pose e gli atteggiamenti sfrontati, al limite dell’osceno, ipnotizzarono tutti e tutte. Sono passati alla storia alcuni suoi outfit fatti di abiti attillati e lustrini, divennero un fenomeno di costume mai visto prima.

Robert Plant and Jimmy Page – Led Zeppelin – Earls Court Arena in London in May 1975

Tanti eccessi, tanta generosità vocale, fatta di urla estreme e potenti acuti, unita alla frenetica attività live della band non hanno inciso positivamente però sulla salute della sua voce. Tutto ciò fu un mix pericoloso e lo costrinse nel 74 a ricorrere ad una operazione alle corde vocali.
L’intervento ebbe delle severe ripercussioni sul suo timbro vocale e lo si percepisce già dal disco Physical Graffiti, registrato subito dopo l’operazione. Gli effetti si fecero sentire in modo più evidente con il trascorrere del tempo: da allora la sua voce ha conosciuto un lento e inesorabile declino, immediatamente a livello di estensione e progressivamente anche a livello di timbrica.

Questa fu solo la prima battuta d’arresto del cantante che inanellò una serie di eventi funesti che incisero moltissimo sul suo stato d’animo e sulla sua resa artistica di lì in avanti. Nel 1975 fu coinvolto in uno spaventoso incidente automobilistico in cui si fratturò il bacino, la riabilitazione lo vide a lungo sulla sedia a rotelle e venne cancellato il tour mondiale. Lo stesso venne ripianificato nel 1977, ma le prime date furono rinviate per via di una laringite di Plant stesso. Eppure sia lui che la band proseguirono ostinatamente a pianificare le attività artistiche, ma ricevettero il colpo di grazia il 26 luglio 1977, con la morte misteriosa del piccolo figlio di Plant, Karac, riconducibile, a quanto sembra, a una non meglio precisata infezione. Plant, che quel giorno si trovava con il gruppo a New Orleans per una delle date del tour in corso, rimase sconvolto e attonito dalla perdita; la tournée venne cancellata e il cantante si chiuse in sé stesso, meditando un definitivo ritiro dalle scene. Tutta questa sfortunata serie di eventi che funestarono la vita del cantante, segnarono pesantemente anche il gruppo e il suo percorso musicale.

Plant, al proposito, dichiarò :
«Mi rendo conto che quella prospettiva, o fattore di spensieratezza che avevo, è sparita all’istante con l’incidente d’auto del 1975. Quel genere di attitudine sgangherata della serie “posso conquistare il mondo” era completamente andata.»

Il 21 gennaio 1979 Robert e Maureen diedero alla luce un altro figlio, Logan Romero; pochi mesi dopo, il 25 settembre 1980, l’esperienza dei Led Zeppelin si concluse definitivamente a seguito della morte del batterista John Bonham.

Robert Plant e Jimmy Page

Oltre 30 anni dopo la loro fine, Plant e i suoi Led Zeppelin sono ancora ovunque. Solo dal 1990 in poi hanno venduto quasi 25 milioni di album e, praticamente ogni sera, in tutto il mondo band che si chiamano Kashmir, No Quarter o Lez Zeppelin suonano nei bar e nei club le loro canzoni.

“Quello che ci affascina dei Led Zeppelin è soprattutto il fatto che il mondo non produce più band di questa grandezza, che si tratti del loro blues atomico o dell’edonismo strafottente dei loro tour. È difficile dare dimensioni umane al gemito da guerriero del sesso di Robert Plant o alle martellate sulla batteria di John Bonham. Non ascolti i Led Zeppelin perché sono la band che capisce i tuoi problemi, li ascolti perché vuoi venire trascinato via o preso a pugni dalla loro grandezza” scrive la rivista Rolling Stone nel suo speciale dedicato alla band.

«Quello che ho sentito… Era meglio della ragazza più bella in circolazione. Era pesante e potente, era devastante». Il primo fan dei Led Zeppelin è proprio lui, Robert Plant. L’eredità più importante della band potrebbe essere allora proprio quello che lui ha descritto così bene: un nuovo brivido R&R.

Una volta sciolta la storica band, in seguito alla morte del batterista John Bonham, Plant si è dedicato alla carriera solista, riprendendo e ampliando molti dei temi che erano alla base della complessa alchimia musicale dei Led Zeppelin e di nuovo si è contaminato con il blues, il folk, suoni orientali e strumenti ricercatissimi… tutto di lui sta ancora fluendo.

Oggi è il 20 agosto.
La data è tutta tua.
Buon compleanno, straordinario leone del Rock!

Roma, 20 agosto 2020
Valentina Proietto Scipioni

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https://www.formulapassion.it/passioni/robert-plant-una-sensualita-fatta-ad-hard-rock

Robert Plant, sensualità hard rock

Un artista dal timbro unico, potente, graffiante e allo stesso tempo delicato, pervaso da una sensualità immortale, fortemente voluto da Jimmy Page per dare parole e voce alla musica del nascente hard rock dei Led Zeppelin


Le sue origini sono britanniche, Robert nasce nel West Midlands e cresce all’interno di un nucleo familiare che non approva il suo intenso amore per la musica. Per questo motivo, a diciassette anni va via di casa per inseguire i suoi sogni e per immergersi totalmente nell’apprendimento e nella conoscenza del blues. Fino a quando, nel 1965, durante la sua militanza nei The Crawing King Snakes, incontra un tanto gioviale quanto fenomenale batterista dal nome di John Bonham. Tra i due si crea un legame profondissimo, un’amicizia che sarà destinata a durare nel tempo per la loro affinità musicale e umana. Suonano insieme anche nella Band of Joy, nel ’67, esperienza in cui fondono il loro amato blues con le nuove vibrazioni psichedeliche che arrivavano dalla West Coast californiana.

Plant, nel mentre, è comunque alle prese con una turbinosa serie di collaborazioni. Tra queste, quella con i Hobbstweedle, un gruppo folk rock che univa blues, elementi psichedelici e tematiche connesse a Il Signore degli Anelli di Tolkien, un’opera di cui è un grande appassionato. Ma presto, una realtà più concreta avrebbe bussato alla sua porta. È durante la prima metà del 1968 che il chitarrista Jimmy Page è alla ricerca di un cantante adatto al sound del suo nuovo gruppo. Page viene a sapere che ce n’è uno dal carisma impressionante e dalla voce estremamente blues. A Birmingham assiste a una performance di Robert, ne rimane così impressionato che gli propone di raggiungerlo nella sua abitazione galleggiante a Londra per parlare di un innovativo progetto musicale. I due trascorrono alcuni giorni immersi nell’ascolto di vecchi dischi blues e folk, si confrontano sul nuovo suono e sull’impatto che il rock avrebbe dovuto dare negli anni Settanta, e propongono idee senza riserve. Era l’inizio di un’incredibile alchimia che avrebbe portato ad una epocale collaborazione. Il 21 ottobre di quell’anno Plant diventa padre di Carmen Jane, e pochi giorni dopo, durante le sessioni di registrazione di Led Zeppelin I, sposa la sua compagna indiana Maureen Wilson. Una tranquillità completamente sconvolta dal clamoroso successo della band: vita on the road fatta di sregolatezza, acclamanti folle, trasgressioni, lussuose camere d’albergo devastate ed eccessi di ogni tipo.

Plant diventa un sex symbol senza precedenti, con le sue pose e i suoi atteggiamenti sfrontati al limite dell’osceno, con la sua voce dotata di un’unica e selvaggia sensualità, i suoi abiti aderenti e la sua lunghissima criniera di lucenti riccioli biondi. La sua carriera è impegnativa, lo costringe spesso ad allontanarsi da casa, ma non gli impedisce di coronare il sogno di Maureen e avere un secondo figlio nell’aprile del ‘71, Karac Pendragon.

Qualche anno più tardi per Robert arriva un’operazione alle corde vocali per via di alcuni noduli. Una battuta d’arresto che comporterà gravi ripercussioni sulla sua incredibile voce che, col passare del tempo cambia livello di estensione e timbrica. E ancora, altro brutto imprevisto nell’agosto del ’75 quando viene coinvolto, insieme alla sua famiglia e alla figlia di Page, in un incidente. La convalescenza e la riabilitazione di Plant, sulla sedia a rotelle, ritardano l’inizio del tour e condizionano le vendite del nuovo disco, a causa della poca promozione dal vivo e della generale debolezza delle composizioni. La caparbia volontà del frontman riceve il colpo di grazia il 26 luglio ’77, con la tragica notizia della prematura morte del piccolo Karac, forse per un’infezione. I Led Zeppelin cancellano la tournèe e Robert si chiude in sè stesso arrivando a meditare anche un ritiro dalle scene. Le sorti del gruppo restano in sospeso sino al maggio successivo, quando i componenti si riuniscono al Castello di Clearwell per discutere sul da farsi: nuove registrazioni verso fine ’78 e un nuovo tour. Un bel periodo coronato con l’avvio del 1979, che regala a Robert e Maureen la nascita di un altro figlio, Logan Romero.

Nonostante il doloroso scioglimento dei Led Zeppelin nel 1980, a seguito della morte di Bonham, Plant non ha mai smesso di fare musica. Lui che ha introdotto radicali innovazioni non solo nello stile ma anche nelle tecniche di scrittura dei testi e nelle tematiche trattate, con quell’intuitivo accostare testi oscuri e mistici a esoterismo e filosofia. E di questa fusione, i Led Zeppelin sono i primi artefici. Perché l’hard rock epico non si era ancora visto, e non era altro che il punto di partenza per quella corrente heavy ed epic metal che sarebbe arrivata nei decenni successivi.

Come in molti sanno, ogni membro dei Led Zeppelin si è identificato in un simbolo specifico. Quello di Plant è una piuma inscritta dentro un cerchio. Forse, rispetto a quelli scelti dai suoi compagni, il suo è il meno difficile da decifrare, perché offre una prima e chiara interpretazione: la scrittura. Più profondamente, i devoti al gruppo hanno scoperto un altro significato. È la piuma della dea Ma’at, la dea egizia della verità, dell’equilibrio, della legge, della giustizia e della moralità. La piuma si posava sul capo della dea e serviva per capire se l’anima del defunto sarebbe riuscita a raggiungere l’aldilà: il cuore, veniva posto su un piatto della bilancia, mentre sull’altro c’era, appunto, la piuma. Il risaputo interesse di Plant per l’esoterismo, lo ha condotto verso un simbolo presente ancora oggi nella sua vita da artista.

Un incredibile esponente del carisma e della sensualità emanati da una voce cambiata, vissuta, ma pur sempre fantastica.

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20 agosto 1948...Mister Robert Plant..
75 primavere che adoro
𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒉𝒂 𝒏𝒂𝒗𝒊𝒈𝒂𝒕𝒐 𝒎𝒂𝒓𝒊 𝒊𝒏 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒆 𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏𝒊 𝒔𝒇𝒆𝒓𝒛𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒆𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊, 𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒄𝒄𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒆 𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒆 𝒃𝒆𝒏𝒆𝒇𝒊𝒄𝒉𝒆..𝒔𝒖 𝒏𝒂𝒗𝒊 𝒎𝒂𝒆𝒔𝒕𝒐𝒔𝒆 ,𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆, 𝒓𝒊𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒎𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒅𝒆 𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒐𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒆❤️
𝑨𝒖𝒈𝒖𝒓𝒊..𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒍𝒐...🎂🍾𝑴𝒊𝒔𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒍𝒂𝒏𝒕..𝒂𝒖𝒈𝒖𝒓𝒊 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕..𝒊𝒏𝒅𝒐𝒎𝒊𝒕𝒐 𝒈𝒖𝒆𝒓𝒓𝒊𝒆𝒓𝒐
𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒆𝒓𝒎𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒗𝒂𝒊 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆,𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒎𝒊 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒆 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒎𝒊 𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒖𝒏𝒐 𝒔𝒑𝒊𝒓𝒊𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒂̀ 𝒅𝒊 𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒎𝒆𝒍𝒐𝒅𝒊𝒆 𝒆 𝒑𝒐𝒊..𝒗𝒂𝒊..𝒗𝒂𝒊 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒓𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒆𝒗𝒊𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂, 𝒔𝒐𝒓𝒗𝒐𝒍𝒂 𝒊𝒍 𝒔𝒆𝒍𝒗𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐, 𝒄𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒆𝒕𝒆𝒓𝒆𝒆 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊, 𝒂𝒇𝒇𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒍'𝒊𝒏𝒗𝒊𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆, 𝒄𝒖𝒔𝒕𝒐𝒅𝒊𝒔𝒄𝒊𝒍𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒂 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊, 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒎𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒎𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒔𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂𝒓𝒆, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆, 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒊 𝒔𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒊 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊..𝑳𝒆𝒍𝒍𝒂..
❤️ 𝑸𝒖𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒎𝒖𝒔𝒊𝒄𝒊𝒔𝒕𝒊 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆𝒏𝒏𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒍𝒆𝒎𝒂𝒏 𝒔𝒄𝒆𝒏𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒂𝒍 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒑𝒊𝒆𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒍𝒍𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒊𝒏𝒕𝒐𝒓𝒏𝒐, 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒖𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊, 𝒂𝒃𝒃𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒄𝒓𝒆𝒔𝒄𝒊𝒖𝒕𝒊 𝒆 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒂𝒊 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒊 𝒊𝒎𝒎𝒐𝒓𝒕𝒂𝒍𝒊? 𝑨𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒆̀ 𝒎𝒊𝒔𝒖𝒓𝒂. 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒉𝒂 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕 𝑷𝒍𝒂𝒏𝒕 𝒓𝒊𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒄𝒂𝒔𝒂, 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑩𝒍𝒂𝒄𝒌 𝑪𝒐𝒖𝒏𝒕𝒓𝒚, 𝒅𝒐𝒑𝒐 𝒊 𝒔𝒖𝒐𝒊 𝒂𝒏𝒏𝒊 𝒂𝒎𝒆𝒓𝒊𝒄𝒂𝒏𝒊. 𝑩𝒂𝒔𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒊 𝒑𝒐𝒔𝒕𝒊 "𝒆𝒔𝒐𝒕𝒊𝒄𝒊", 𝒎𝒆𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒊𝒍 𝒑𝒖𝒃 𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒆𝒔𝒆 𝒂 𝑺𝒉𝒂𝒕𝒕𝒆𝒓𝒇𝒐𝒓𝒅. 𝑪𝒐𝒏 𝑷𝒂𝒕𝒕𝒚 𝑮𝒓𝒊𝒇𝒇𝒊𝒏, 𝒅𝒂𝒍𝒍'𝒂𝒍𝒕𝒓𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝑶𝒄𝒆𝒂𝒏𝒐 𝑨𝒕𝒍𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒉𝒂 𝒇𝒖𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒕𝒐, 𝒎𝒂 𝒂 𝒄𝒂𝒔𝒂 𝒄'𝒆𝒓𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐, 𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐, 𝒇𝒊𝒏 𝒅𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒐. 𝑫𝒆𝒗𝒆 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒂𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒓𝒂𝒊𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒕𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒕𝒂 𝒆 𝒊𝒈𝒏𝒐𝒓𝒂𝒓𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒄𝒊, 𝒆 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒔𝒊. 𝑨 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒄𝒊 𝒔𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒓𝒎𝒂. un giornalista tempo fà 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎ò "𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒛𝒂..(𝒃𝒆𝒍𝒍𝒂)𝒆𝒕𝒂̀ 𝒅𝒊 𝑹𝒐𝒃𝒆𝒓𝒕.. 𝒊𝒐 𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒐 "𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒐𝒗𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒊𝒓𝒆"❤️
. 𝑨 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒄𝒊 𝒔𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒓𝒎𝒂.
August 20, 1948...Mister Robert Plant..
75 springs that I love
to those who have sailed stormy seas and oceans lashed by imperious winds, docking in distant beneficial lands.. on majestic, ancient, regenerated but solid ships and always illuminated with only light ❤️
Best wishes..and not only...🎂🍾 Mister Plant.. best wishes Robert.. indomitable warrior
don't stop go further, cross me looking and look at me crossing a spirit that smacks of rare melodies and then.. go.. go further, don't care about the evidence, fly over the wild, hunter of ethereal visions, grasp the invisible with your mind , keep it as a secret gift granted to a few, because only a few deserve, only a few deserve, only a few know how to search, only a few have eyes to see, only a few know how to see beyond their eyes..Lella..
❤️ How many seventy-year-old musicians with a history like this gentleman's come down from their pedestal to look around, be curious, embrace genres so different from the ones they grew up with and thanks to which they became immortal? This too is measure. Like the one that finally brought Robert Plant home to the Black Country after his American years. No more "exotic" places, better the village pub in Shatterford. With Patty Griffin, on the other side of the Atlantic Ocean, it didn't work, but at home there was a farm to stay close to, and a land of which you know everything, from a very young age. It must be wonderful to have a trajectory traced and ignore it to continue to surprise us, and be surprised. To be able to grow old like this, one would sign. a journalist some time ago called "Robert's third..(beautiful) age.. I call it "clairvoyance of becoming"❤️



 https://hermesmagazine.it/article/musica/robert-plant-dai-led-zeppelin-a-75-anni-di-successi

Robert Plant: dai Led Zeppelin ai 75 anni di successi

Di recente Robert Plant, leader dei Led Zeppelin ha raccontato cosa ha fatto durante i mesi del suo lockdown a causa della pandemia, e nonostante oggi sia il suo compleanno, il regalo vorrebbe farlo lui ai fans nel caso venisse a mancare. Il che non sarebbe affatto una buona idea, caro Plant, ma in questi ultimi tempi bisogna essere pronti a tutto.

Il regalo ai fan

«Ho archiviato e sistemato con una parvenza di ordine tutte le avventure che ho avuto nella musica, gli album e i progetti non finiti».

Il cantante dei Led Zeppelin ha infatti raccolto tutto quello che ha fatto nella sua carriera solista e anche prima della storica band, tornando al lontano 1966 quando cantava con la sua prima band, i Band of Joy in cui suonava anche John Bonham.

Plant ha anche rivelato ciò che ha detto ai suoi figli ovvero: “che quando non ci sarò più devono rendere disponibile tutto il mio archivio gratis al pubblico. Voglio mostrare quante cose strane sono successe dal 1966 ad oggi”

Un uomo che ha sempre guardato al futuro, nonostante il suo passato si scriva da solo e sia esattamente dietro alle sue spalle. Non si è mai soffermato troppo sul ciò che è stato il suo leggendario contributo con i Led Zeppelin, nei quali è entrato nel 1968 dopo essere stato segnalato a Jimmy Page da Terry Reid (che era la sua prima scelta) mentre cantava in un college di Birmingham in una band con un nome stranissimo Hobbstweedle.

Indiscrezioni raccontano che alla prima audizione con Page, Robert  abbia esordito con Somebody to Love dei Jefferson Airplane, convincendo da subito il talentuoso chitarrista che ha affermato: «Appena l’ho sentito cantare ho pensato: deve avere dei problemi personali o essere un tipo molto difficile perché non è possibile che con questa voce non sia già famosissimo»

Il concerto più triste

Anche gli uomini piu forti, quelli del grande rock, quelli che sul palco credi di non poter distruggere mai, un giorno si trovano davanti a sfide improvvise e difficili.

Per Robert, il momento piu complicato della sua vita arriva poche ore di prima di un concerto al Superdrome di New Orleans dove circa 80mila persone attendono i Led Zeppelin, sbarcati nel Nuovo Continente per il tour. Una chiamata della moglie, lo avvisa che il figlio Karac, che allora aveva solo cinque anni sta molto male. Due ore dopo arriva una seconda chiamata Karac Plant è morto, per mano di un virus che ha intaccato il suo stomaco.

Il tour manager Richard Cole ha di fronte a sé un uomo distrutto. E una band letterlamente a pezzi. Il 26 luglio 1977 la carriera dei Led Zeppelin prende una strada tortuosa, fatta di dubbi, scossoni e instabilità. Il tour negli Stati Uniti viene immediatamente annullato. Un anno, quell’anno, in cui la band britannica ha dovuto affrontare una miriade di problemi legati alla vita e al succeso: John Bonham continua nella sua eclissi alcolica, Jimmy Page è ancora schiavo della droga e l’equilibrio per lui è sempre più labile.

https://youtu.be/cdERUjC0rYw

Ma è proprio nei momenti piu difficili che l’affetto di un gruppo con basi solide si presenta e prova a rimettere insieme le macerie. Un anno dopo rimetterà tutto in piedi grazie anche all’aiuto dei compagni. Robert dedica al figlio scomparso le canzoni All My Love e I Believe, necessarie catarsi dopo tanto struggimento e dramma.

La lettera della madre

Robert Plant ha raccontato che tra le cose che ha recuperato del suo passato c’è anche una lettera che sua madre Annie gli ha scritto per convincerlo a lasciare il suo sogno ovvero la musica e trovarsi un lavoro: «Quel posto da contabile a Stourport-on-Severn è ancora disponibile, perché non torni a casa e facciamo finta che non sia successo niente?» scriveva la madre.

E Plant ci ha provato, ha studiato da contabile per due settimane, prima di andarsene ed inseguire il suo sogno  a 16 anni: «Ho iniziato la mia vera educazione con la musica, passando da un gruppo all’altro e approfondendo la mia conoscenza del blues» ha raccontato.

Oggi, Robert Plant di anni ne compie 75 ed è felice di aver messo ordine nei ricordi e nelle registrazioni che raccontano il suo viaggio nella musica, nella sua vita e nella sua carriera, che fino ad un anno fa  continuava con i suoi progetti solisti, collaborando con Alison Krauss ai dischi con i Band of Joy e i Sensational Space Shifters.

Insomma grazie Robert per questi 75 anni di regali ai tuoi fan e al mondo della musica. Buon compleanno!


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