venerdì 18 novembre 2022

14..,ROBERT PLANT E AlISON KRAUSS


 https://youtu.be/eI8B7mC2J50

Robert Plant & Alison Krauss, When The Levee Breaks (Led Zeppelin) - Beacon Theater NYC 2022
Robert Plant & Alison Krauss, When The Levee Breaks (Led Zeppelin) - Beacon Theater, New York City, September 12, 2022
Memphis Minnie and Kansas Joe McCoy cover, reworked by Led Zeppelin



Robert Plant e Alison Krauss si riuniranno sul palco di CMT Crossroads , mentre la rete celebra il 20° anniversario del suo iconico franchise televisivo. CMT Crossroads: Robert Plant & Alison Krauss sarà presentato in anteprima martedì 29 novembre alle 20:00 CT, esclusivamente su CMT.
Venerati per le loro carriere da solista e per le loro collaborazioni, Plant e Krauss si sono uniti per la prima volta per un episodio di CMT Crossroads nel 2008 dopo l'uscita del loro album sei volte vincitore del Grammy Raising Sand .
14 anni dopo, durante un tour mondiale, tornano sul palco della CMT sulla scia di tre nomination ai Grammy del 2023 per il loro ultimo progetto, Raise The Roof , tra cui Best Americana Album, Best American Roots Song ("High And Lonesome", scritto da Plant & T Bone Burnett ) e Miglior performance di gruppo/duo country ("Going Where The Lonely Go").
Lo speciale dell'anniversario sarà caratterizzato da una notte di esibizioni accattivanti mentre i due artisti presenteranno i successi dei loro album collaborativi, tra cui "High And Lonesome", "Can't Let Go" e "Gone Gone Gone", oltre a classici come Led Zeppelin's "Rock And Roll" e "When the Levee Breaks".
"Sin dal suo debutto nel 2002, CMT Crossroads è stato determinante per abbattere le barriere percepite tra i generi e ritagliarsi un posto nella storia della televisione", osserva Margaret Comeaux , SVP, Production, Music & Events, CMT. "Quale modo migliore per celebrare 20 anni di incredibili abbinamenti musicali che riunire l'amato duo di Robert Plant e Alison Krauss mentre riflettiamo e celebriamo la magia di oltre 70 episodi di questa serie pionieristica."
I bis sono programmati per martedì 29 novembre alle 21:30 CT e domenica 4 dicembre alle 10:00 CT.


Robert Plant e Alison Krauss portano tutto loro a questa performance di "High And Lonesome" dal loro album candidato ai Grammy 'Raise The Roof'!
Non perdetevi il loro episodio di #CMTcrossroads — in prima visione martedì 29 novembre alle 9/8c su CMT!


bellissima canzone
bellissimi loro..
https://fb.watch/he-gXc8Fwx/
Allison..non lo molla un attimo con lo sguardo..come se cercasse la sua approvazione e un modo per seguirlo in ogni suo respiro di nota..



Robert & Alison 2008

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La leggenda dei Led Zeppelin Robert Plant e la talentuosa cantante/violinista Alison Krauss, stella di prima grandezza nel panorama country & folk americano tornano dopo 15 anni dalla pubblicazione di Raising Sand, l’acclamato album di debutto.
Pochi mesi fa, questo sodalizio artistico ha prodotto un nuovo lavoro discografico (Raise the Roof) forse ancor più intrigante e fascinoso del precedente, sempre sotto la vigile e ispirata produzione artistica di T Bone Burnett. E proprio lo spirito del grande T Bone e le sue raffinatissime sonorità “vintage nouveau” hanno caratterizzato la prima e unica data italiana di Plant & Krauss.
Di fronte a un pubblico appassionato e preparato, che ha gremito la bellissima piazza Napoleone (sede storica del Lucca Summer Festival) i due hanno deliziato anche i palati più esigenti grazie a un repertorio diversificato nelle fonti ma compatto nel suono.
Vecchi traditional anglo americani (per lo più poco conosciuti) si sono mescolati a brani degli anni ’50 (Gone Gone Gone omaggio agli Everly Brothers) o a chicche seminascoste come Trouble with my Lover di Allen Toussaint o Go Your Way della folk singer inglese Anne Briggs. In più, un paio di grandi classici degli Zeppelin rivisti e arrangiati, come tutto il resto, con grande raffinatezza acustica e abilità strumentali eccellenti.
Le deliziose armonie vocali del duo sono il marchio di fabbrica del progetto. Una cosa più unica che rara nella carriera dell’ex front man degli Zeppelin come candidamente ammesso sul palco quando ha spiegato di “aver sempre cantato da solo. E di aver scoperto un repertorio bianco fantastico grazie a questi straordinari musicisti”.
E se la Krauss, stilista impeccabile, canta sia timbricamente che tecnicamente nel più puro stile nord americano, Plant (spirito rock mai domo nonostante sia prossimo ai 74 anni) esce a volte dagli schemi senza però mai debordare. Anzi, le sue “escursioni” vocali rendono il tutto più vico, fresco, trascinante.
Rich Woman, dal primo album, apre lo spettacolo tracciando sin da subito le coordinate artistiche: sound impeccabile, Plant a dominare la scena, Alison a contrappuntarlo in modo esemplare.
Una stravagante ma efficacissima versione di Rock and Roll entusiasma i vecchi fan degli Zep mentre chiunque altro rimane stregato dalla potenza evocativa di Please Read The Letter, brano cardine di Raising Sand. Anche se il culmine del concerto lo si tocca in una versione destrutturata, suggestiva, poetica di When The Levee Breaks che mostra anche la formidabile abilità di Stuart Duncan al violino che duetta sapientemente con l’altro fiddle di Alison creando atmosfere piene di fascino.
Gone Gone Gone e Can’t Let Go (cover di Lucinda Williams) chiudono il tutto dopo solo poco più di un’ora, unica vera pecca di uno show magnifico che ha ampiamente rispettato le attese.
A parziale discolpa, pare, che Alison Krauss non stesse bene e che per questo motivo si è scelto di fare un set ridotto (circa 4/5 brani in meno rispetto alle altre esibizioni del tour).
Se la Krauss, la cui eleganza estetica è pari al suo talento, ha sorpreso solo chi non la conosceva, Plant ha sbalordito anche i suoi ammiratori più accaniti: in grandissima forma fisica, artistica e morale (sorride sempre, si diverte, scherza con il pubblico e con i suoi musicisti) canta da dio rimodulando timbri e tonalità. Ci ha ricordati quei fuoriclasse dello sport che, con il passare del tempo, modificando le proprie caratteristiche tecniche per sopperire a un fisico non più in grado di reggere certi sforzi. Una dote, questa, solo dei veri fuoriclasse. Quali, certamente, Robert Plant è.
Questa sua terza vita artistica (che gli è valsa il plauso della critica, l’ammirazione dei colleghi e l’affetto del pubblico) ci fa capire meglio e ancor di più perché Plant abbia sempre detto di no a quello che sarebbe di certo il più grande business che il Classic Rock potrebbe oggi immaginare: la reunion dei Led Zeppelin.
Il servizio a cura di Ezio Guaitamacchi



“Sono i miei testi a dirti chi sono, più di qualsiasi cosa tu abbia sentito su come sono fatto dalla cinta in giù”
Robert Plant..
La Regina della Luce prese l’arco
E si mise in cammino.
Il Principe della Pace abbracciò l’oscurità
E camminò solitario la notte.
Oh, danzate nel buio della notte,
Cantate alla luce del mattino.
Il Signore oscuro cavalca in forze stanotte
E il tempo dirà a noi tutti
Oh, abbandonate il vostro aratro e zappa,
Non esitate a serrare le vostre case.
Fianco a fianco attendiamo la potenza
Del più oscuro tra loro.
Robert Plant and Alison Krauss - The Battle of Evermore - CMAC - Canandaigua, NY - June 1, 2022
Robert Plant and Alison Krauss perform a cover of Led Zepplelin's The Battle of Evermore at CMAC in Canandaigua, New York on June 1, 2022.
ho ascoltato alcuni brani tramite pubblicazione su youtube,,
emozione fortissima..
e quando sono arrivata ad ascoltare
" The Battle of Evermore ".
beh da brivido..
..ho letteralmente vagato in quella brughiera, visto l'incendio, visto la vittoria..
un concerto immenso..qui Robert è stratosferico e Alison è fantastica
un concerto immenso..
e mi sento fortunata di poterli ammirare in quel di Lucca fra non molto tempo..
io che amo Robert oltre LED..e che non ho mai avuto l'onore di ascoltare dal vivo..❤️💞e grata a questo immenso artista perchè si concede in tutta la grandezza per regalare ancora l'emozione della sua voce e del suo talento..grazie Pearcy

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Il modo in cui mi aiuti a capire la logica e a sentire la magia...







È di nuovo quel periodo dell'anno - la Top 100 album radio americana e le classifiche dei singoli sono qui!
L'album #1 Americana Radio del 2022 è...
Il singolo #1 Americana Radio del 2022 è...
"First High" di @TAG, dal suo album "Denim & Diamonds"!
Congratulazioni a tutti coloro che hanno partecipato a tutti gli album e i singoli che abbiamo apprezzato su Americana Radio nel 2022, e grazie a tutte le stazioni radio che supportano la musica americana roots!
Visualizza le tabelle complete qui sotto:
Top 100 album del 2022: https://bit.ly/2022Top100Albums
Top 100 singoli del 2022: https://bit.ly/2022Top100Singles

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🥰
𝐌𝐚 𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨. 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐯𝐚 𝐦𝐢𝐨 𝐧𝐨𝐧𝐧𝐨, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨.
Robert Plant..
Intervista a uno dei grandi del rock: l’ossessione dei Led Zeppelin per il sesso, il vero significato di ‘Stairway to Heaven’, l’influenza di Tolkien, gli insegnamenti del manager Peter Grant, il blues
Lo sento al telefono qualche giorno prima che si esibisca a Glastonbury con Alison Krauss. Robert Plant è tornato da poco in Inghilterra, è di buon umore e descrive così la sua giornata: «È il solstizio d’estate, una meraviglia. Coi primi raggi del sole ho sentito il cinguettio d’una merla. È una bellissima giornata».
Dopo lo scioglimento dei Led Zeppelin avvenuto dopo la morte di John Bonham, Plant ha seguito la sua musa. Ha fatto pop e R&B, s’è riunito con Jimmy Page, ha suonato folk con Krauss. I Led Zeppelin si sono rimessi insieme sporadicamente, ma Plant non ha mai avuto alcuna intenzione di vivere nel passato.
Di recente hai pubblicato un nuovo album con Alison Krauss, Raise the Roof, e siete andati in tour. Perché proprio questo progetto, con tutte le cose che potresti fare?
È da quando avevo 17 anni e pubblicavo le mie prime cose su Columbia che mi sento impegnato in una specie di decathlon. Mi piacciono le sfide.
Fate pezzi degli Everly Brothers e dei Calexico, ma è una vita che interpreti musica altrui, basti pensare a Babe, I’m Gonna Leave You. Che cos’hanno di interessante le cover?
Il bello di Raise the Roof è che è grezzo, specie nei pezzi di Bert Jansch. Non è pensato per sedurre. Il punto è prendere queste canzoni, rifarle col dovuto rispetto e intanto dare loro una nuova vita. Ci ho provato negli anni ’80 con gli Honeydrippers, ma quella è stata una passeggiata perché lavoravo con Ahmet [Ertegun]. In questi due dischi con Alison e T Bone Burnett c’è invece della ricerca che deriva dal modo in cui le canzoni s’intrecciano, dal modo in cui si parlano, dalle transizioni da una all’altra. Lo trovo affascinante.
Mi piace il modo in cui armonizzate dal vivo. Come lo fate?
Col contatto visivo. Io ho uno stile un po’ più irruento e magari allungo una sillaba un po’ troppo a lungo. Lei mi segue, ma non sa quando quella sillaba finirà. Guarda le sopracciglia, dicono tutto, è come se mi chiedesse: «Perché lo stiamo facendo? Perché stai cazzeggiando così?». È grandioso. Mi prendo qualche libertà e per di più mi esibisco con una cantante mostruosa che ha idee precise su come la mia armonia s’adatti alle canzoni che ha selezionato.
Come ti cali nell’atmosfera di un concerto rispetto ai vecchi tempi?
Che tu ci creda o no, negli anni ’70 c’era del panico derivante dal senso di responsabilità. Eravamo in quattro sul palco, non potevi mica nasconderti, e quindi c’erano serate grandiose e altre meno. I tour erano sfiancanti e a volte andava via la voce. Cantavo sempre al massimo delle capacità, al limite della tonalità. Nel 1980 non era più così da un pezzo.
Cos’è per te il successo?
Il sorriso delle persone con cui lavoro e la mia personale soddisfazione. Questa cosa è fondamentale. L’idea è che l’intrattenimento funziona se la prima persona che intrattieni sei tu. Diffido dalla ripetizione, e non importa dove suono o cosa suono o come funziona, devo sentirmi bene. Il tempo vola. Se devo farlo, devo cavarci fuori il meglio.
Che fai quando la gente ti ferma per strada e ti tratta come un idolo?
Quando sono gentili mi lusinga, ma non è la cosa più importante. Che faccio? Li considero incontri come altri. Sono una persona pubblica, prendo le cose come vengono.
Di recente ho visto una tua foto in libreria. Che cosa leggi di questi tempi?
Per tre anni ho vissuto dalle parti di Austin e ho cominciato pensare che prima degli europei altra gente viveva in quei luoghi. Sto leggendo un libro di Scott Zesch intitolato The Captured. È in buona sostanza la storia del rapimento di bambini alla frontiera texana-indiana e di come questi bambini tedeschi siano diventati alcuni dei più appassionati guerrieri Comanche. Quando molti anni dopo sono stati rimpatriati hanno avuto una transizione nel mondo occidentale molto difficile. Mio nonno è nato una decina d’anni dopo questi eventi, che sono successi nel 1878. È una storia recente e tormentata, una pagina tragica della storia d’America.
Vieni dalla cosiddetta Black Country inglese. Qual è il tuo tratto caratteriale più significativo tipico di quei luoghi?
L’autoironia. Se m’imbatto in gente che frequentavo ai tempi in cui guardavo Gene Vincent o Screaming Lord Sutch li trovo offensivi ma in modo affascinante, e questa cosa mi piace. Celebrano i propri successi per 10 minuti e per il resto del tempo dicono che il successo è andato alla persona sbagliata. Lo adoro.
Si sa che hai fatto un patto con la tua ex moglie: se non avessi sfondato entro i 20 anni, avresti mollato il mondo della musica. Quando ha capito quando ce l’avevi fatta?
Quando sono andato alla prima prova con gli Yardbirds. Avevo 19 anni. Avevo detto a Jimmy Page che il batterista che avevano non era neanche lontanamente paragonabile al dinamismo di John Bonham, che stava su un altro pianeta. Così quando la moglie di John gli ha finalmente dato permesso di venire alle prove – Pat non faceva che ripetergli: «Stai lontano da Plant, sennò finirai al verde e nei guai» – siamo andati a Londra col furgone della madre di John e in quella stanza, quel pomeriggio, quando abbiamo attaccato canzoni che nessuno conosceva davvero come Train Kept a-Rollin’, ecc,o capii che ero in una stanza piena di giganti, davvero, e questo è tutto. Nel 1973, quello che era successo in quella stanza si era trasformato nella più grandiosa non-rock del rock. Eravamo la somma delle parti. Quei ragazzi erano incredibilmente bravi. Ed era come se ci fossero aspettati. E poi… bang!
Quand’è uscito il primo album dei Led Zeppelin molti recensori, tra cui quello di Rolling Stone, l’hanno stroncato. Si impara qualcosa dalle recensioni negative?
Zero. Sono tutte stronzate. La bellezza è negli occhi di chi guarda. Il tipo di Rolling Stone non era granché felice.
Che cosa hai imparato dal manager degli Zeppelin, il notoriamente spietato Peter Grant?

A dire sempre la verità alle persone con cui lavori. Peter avrebbe potuto cambiare registro, soprattutto quando abbiamo avuto tutto quel successo. E invece è sempre stato diretto e questa cosa mi ha ispirato. Era un duro, tutti hanno una qualche storia da raccontare a tal proposito. Non era perfetto, ma la cosa fondamentale è che fin all’inizio ha dato fiducia a me e a Bonham. Sapevamo che ci avrebbe protetti. Mi ha insegnato a essere sincero con le persone con cui lavoro. Far sapere a tutti cosa sta succedendo, come funziona, qual è l’accordo, cosa c’è in ballo, cosa sta succedendo, e avere sempre un atteggiamento aperto.
Col senno di poi, c’è un consiglio che vorresti aver ricevuto da giovane?
Non dire «ti amo» a così tante persone (ride). No, scherzo. Non posso guardare indietro e lamentarmi o essere compiaciuto. Mi sento a posto.
Ai tempi dei Led Zeppelin cantavi spesso di sesso. Molti associano il gruppo alla dissolutezza e al sesso. Come vivi oggi questa cosa?
Stamattina stavo guardando un video su YouTube di Howlin’ Wolf con Son House, un filmato in bianco e nero di Meet Me in the Bottom. E pensavo a Robert Johnson, a Memphis Minnie e a I Want to Be Your Chauffeur, a Muddy Waters e la sua Got My Mojo Workin’. È musica piena di allusioni, tutta. Era intrattenimento. Con i cantanti rock’n’roll è diventata quasi una pantomima e ormai è roba del passato. Era un’altra epoca e non c’era nulla di malevolo o volgare. Era così ai tempi.
Non t’infastidisce quando la gente legge la musica dei Led Zeppelin usando quelle lente?
Anch’io lo faccio, in un certo senso. Ripenso al passato e mi chiedo: «Come diavolo è potuto accadere?». Quelli erano gli standard dell’epoca. Non è una scusa, è solo che viviamo in tempi diversi. Ho passato un sacco di tempo ad ascoltare Wilco, Low o Calexico, i loro testi astratti e tutto il resto. E chiaramente mi ha influenzato quello che sentivo e quello che provavo. Non dovevo più cantare il repertorio R&B perché ero in grado di scrivere cose mie. Anche se alcune erano… forse c’erano uno o due hobbit di troppo (ride).
Che ne pensi oggi della tua ossessione di allora per Tolkien?
Se guardo fuori dalla finestra posso vedere i paesaggi che vedeva Tolkien. Mi sembrava di vivere in un sogno, allora, parlando di C. S. Lewis e di Tolkien, finendo per essere deriso da chi ha poi preso in mano una chitarra o si è messo di fronte a un microfono. Ma ero un ragazzino. Avevo 22 anni quando ho scritto Ramble On con Jimmy, quindi che ne sapevo? Ora so molto di più su Tolkien, perché la sua eredità è ancora viva. La battaglia di Evermore non è mai finita. Tutt’altro. Evermore è… Ho detto ad Alison: «Mi imbarazza». E lei: «Non devi sentirti in imbarazzo, è la canzone di un giovane che viveva in una zona come quella, con quella eredità». Ero ossessionato da Louis Spence e da C. S. Lewis e da tutta l’idea degli Inklings e delle persone che si incontravano con Tolkien a Oxford e cercavano di far rivivere lo spirito di ciò che era accaduto all’inizio del XX secolo.
Ti intristisce il fatto che l’ultima volta che sei apparso in pubblico con Jimmy Page è stato per il processo per Stairway to Heaven?
Credo di averlo visto anche dopo. Anzi, spero di vederlo domani, quando andrò a Londra. Ho un bellissimo disco di Robert Finley, Sharecropper’s Son, che voglio fargli avere.
Nella mia interpretazione, il testo di Stairway to Heaven è contro l’egoismo. Pensi che qualcuno abbia mai capito il senso della canzone?

Non ne ho idea. Voglio dire, era un sacco di tempo fa. Ai tempi degli Zeppelin dicevo «è una canzone di speranza». Ed è pazzesco, all’epoca era gigantesca. Il modo in cui era costruita musicalmente per quegli anni era davvero speciale e so che Jimmy e i ragazzi ne erano orgogliosi. Me l’hanno fatta sentire dicendomi: «Ci fai qualcosa con questa?». Ho cercato di una qualcosa tipo The Rover o forse Rain Song, un testo pieno di ottimismo, una riflessione di uno che aveva 23 anni o giù di lì. Mi chiedi che cosa ne penso ora. Quando lo ascolto da solo, mi sento sopraffatto per le ragioni che puoi immaginare. C’era nell’aria l’idea di farcela. Oggi viviamo in un mondo differente. All’epoca si era reduci dal Vietnam e dalla corruzione della politica. C’è chi l’ha raccontato in modo decisamente meno immaginifico, facendo un lavoro migliore del mio. Ma io sono quello che sono. Come diceva mio nonno, non posso che essere me stesso.
Tradotto da Rolling Stone US.
https://www.rollingstone.it/musica/interviste-musica/robert-plant-sesso-hobbit-e-rocknroll/660602/?fbclid=IwAR0hiM0uIF5QewLL68yRGptOOyD_1Zhph7Tqct3Nn9NRsSanzWbopeiggiA


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https://www.billboard.com/music/features/robert-plant-alison-krauss-interview-grammys-raise-the-roof-1235178140/?fbclid=IwAR1W6VHTfCB5SlsBczAZV11Am_EsHWE4R14BCJ9JuhtDBl5R5DX4L93Omqg

Conversazione con Robert Plant e Alison Krauss: nomination ai Grammy, potenziale per il terzo album e lavoro con persone "che hanno un grande cuore"
"Non è mai noioso. Ma se è noioso, non rimango comunque", dice Plant della collaborazione di lunga data della coppia, che è valsa loro un trio di nomination ai Grammy del 2023.
Quando due delle voci più singolari della storia della musica si sono incontrate per la prima volta 15 anni fa, non sorprende che il risultato siano state armonie alchimizzate e vibrazioni pure e non tagliate. Dopo aver unito le loro voci nell'album collaborativo del 2007 Raising Sand , Robert Plant e Alison Krauss hanno tradotto l'Americana tradizionale nella coscienza mainstream con la forza della personalità, espandendo l'ampio repertorio di Krauss all'interno del genere e promuovendo il lavoro nel suono per Plant, la cui predilezione per Americana era stato un punto di riferimento della musica popolare da quando si lamentò per la prima volta, "Non posso lasciarti piccola", 53 anni fa sulla cover dei Led Zeppelin di Delta blues scorcher di Willie Dixon.
Ma a testimonianza della rispettiva popolarità di Krauss e Plant, così come del suono delicato ma allettante che avevano creato, Raising Sand trascendeva ben oltre i fan del folk , del bluegrass e del blues, diventando una sorta di ardente anomalia nella musica popolare in generale. L'LP ha raggiunto il numero 2 della Billboard 200 (dove ha trascorso 72 settimane), ha assicurato alla coppia un posto da headliner al Bonnaroo e ha fatto guadagnare loro il Grammy 2009 come album dell'anno. "Ai vecchi tempi, avremmo chiamato questo tutto esaurito", ha detto Plant nel suo discorso di accettazione , "ma è un buon modo per trascorrere una domenica".
Poi il progetto si è oscurato, scomparendo in una nuvola di fumo con la stessa rapidità con cui era arrivato, quando Krauss è tornata alla sua band di lunga data Union Station e Plant ha lavorato in studio e in viaggio come solista e con i suoi abiti, Band Of Gioia e mutaforma sensazionali. Ma proprio come i molti ascoltatori che consideravano Raising Sand un nuovo classico, Krauss e Planet erano consapevoli che il progetto era speciale, con considerazioni di una riunione che occupavano le loro menti durante la lunga pausa.
“Volevo davvero tornare a farlo. Lo adoro,” Plant, 74, dice a Billboard , chiamando dal Regno Unito, dove può essere sentito girovagare per casa sua durante quello che c'è nel tardo pomeriggio.
"Cantare in armonia è la cosa che preferisco fare", Krauss, 51 anni, che fa il numero da Nashville a metà mattinata, aggiunge di ciò che lei e Plant fanno particolarmente bene insieme.
Quindi sono tornati a farlo, con le stelle che si sono riallineate l'anno scorso per Raise The Roof , un'altra raccolta di copertine di atti disparati come Calexico , Allen Toussaint e The Everly Brothers , tutte rese in uno stile twangy e incandescente costruito attorno all'unione delle voci di Krauss e Plant. L'album - che, come il suo predecessore, è stato prodotto da T Bone Burnett - ha debuttato al numero 1 della Top Rock Albums , Americana/Folk Albums e Bluegrass Albums classifiche e al numero 7 della Billboard 200. La scorsa estate, un tour di accompagnamento includeva uno spettacolo sul palco principale a Glastonbury e un'esibizione all'Hyde Park di Londra ("Fondamentalmente stavamo solo passando il tempo finché gli Eagles non sono saliti sul palco", Plant dice di quel concerto di apertura), insieme ad altre tre dozzine di date negli Stati Uniti e in Europa.
E ora, come sorpresa proprio per nessuno, Raise The Roof ha raccolto alcune nomination ai Grammy - tre in totale, per la migliore performance di gruppo/duo country (per "Going Where The Lonely Go"), miglior canzone roots americana (per "High And Lonesome") e miglior album americano. I cenni si aggiungono alla mitologia di Krauss come la seconda donna più premiata nella storia dei Grammy (dopo Beyoncé ) con 27 vittorie e 44 nomination. Nel frattempo, Plant ha ottenuto otto vittorie e 18 nomination, la prima delle quali è arrivata nel 1969, quando Zeppelin era in lizza per il miglior nuovo artista. (Hanno perso contro Crosby, Stills e Nash .)
"Il fatto stesso che sia stato riconosciuto che ci siamo divertiti", dice Plant di questo ultimo round di nomination, "è più di quanto potessi immaginare".
Pianta: Ciao. Buon pomeriggio.
Krauss: Whoa, whoa, whoa, whoa!
Pianta : Ciao Alison! Come stai?
Krauss: Ehi, sto bene! Come va?
Plant : Okay, penso che ora potremmo davvero entrare in un posto qui ai confini gallesi dove sta iniziando a fare freddo. Abbiamo avuto l'inizio più lungo, più lungo, più lungo di un autunno, ma è bellissimo. Il tempo è buono. Le cose vanno bene. Non vedo l'ora di andare a dare un'occhiata a questo cagnolino la prossima settimana, e finalmente sto vivendo una vita normale.
Krauss : Wow.
Pianta : lo odio.
Sono curiosa di questo cucciolo !
Pianta : Beh, sai, quando ero bambino, mia madre era allergica ai peli di cane e roba del genere. Non abbiamo mai avuto un animale domestico soffice o qualcosa del genere. Quindi negli ultimi tanti anni ho sempre apprezzato questi bellissimi cani da corsa. Sono una combinazione di Greyhound e un terrier.
E i viaggiatori, gli zingari e i viaggiatori - li vedi sempre con loro; sono davvero belli - sono quel tipo di cane che vedi su tutti quei dipinti medievali e roba del genere. C'è sempre qualcuno in piedi dietro le persiane con un bellissimo animale.
Ho perso il mio miglior cane dopo 14 anni circa due o tre mesi fa, e ho detto che non avrei mai avuto un altro cane, ma la vita senza un cane è difficile per me. Ma non ha niente a che fare con "Stairway To Heaven", grazie a dio!
Voglio dire, se non vedi una connessione, non ce n'è una.
Plant: No, non ce n'è uno lì. Dovevo solo smetterla di parlare di cani.
Ok, allora parliamo del tuo album. Il 19 novembre ha segnato l'anniversario dell'uscita di Raise The Roof . Sono curioso di sapere se il tuo rapporto con la musica è cambiato in qualche modo nell'ultimo anno, in particolare da quando sei stato in tour.
Plant: Penso che io e Alison siamo diventati - voglio dire, siamo partner in tutti i sensi, professionalmente. E abbiamo condiviso ogni singolo elemento e ogni singola parte della creazione del disco fin dall'inizio, dalla selezione delle canzoni alla creazione dell'atmosfera, e lo portiamo in studio insieme; lo usiamo quando creiamo opere d'arte. Penso che siamo appena diventati molto più uniti e molto più vicini, e condividiamo molto umorismo spensierato, ma allo stesso tempo penso che siamo carini, professionali su quanto vogliamo che sia bello. Diresti così, Alison?
Krauss: Non penso che ci sia un rapporto diverso con esso. Voglio dire, sei sempre alla ricerca di cose che ti parlino in modo veritiero, sia che tu stia raccontando la storia di qualcun altro, sia che tu stia trasmettendo un messaggio o raccontando la tua storia. Non penso che sia cambiato. La cosa divertente è stata riprenderlo di nuovo - tipo, avere qualcosa di così divertente ed essere una sorpresa totale, quindi tornare indietro e farlo di nuovo. Per me, quando siamo tornati in studio insieme, è stato come se il tempo non fosse passato, specialmente con T Bone . E 'stato molto divertente. Avevamo alcune facce nuove, ma l'energia era molto generosa, come sempre. Quindi non so se c'è una relazione diversa con esso, sono solo felice di rivisitare.
Plant : Non avevamo idea di come sarebbe andata a finire, e tornare insieme dopo così tanto tempo è stato, beh, c'era molto da fare. Eravamo ancora capaci e disponibili allo scambio di idee? Con le scelte del materiale e delle canzoni, molto dipende da come possiamo esibirci all'interno di queste vecchie canzoni. Quindi sì, è stato interessante far rotolare di nuovo la palla e spazzare via le ragnatele. Ma come ho detto, in quel tipo di risposta obliqua, ci siamo avvicinati, se vuoi. Siamo stati in grado di prendere le canzoni vere e proprie, abbellirle e svilupparle per uno spettacolo dal vivo, il che le ha rese, credo, piuttosto allettanti, e c'era anche un'altra energia in loro.
Vi ho visti ragazzi a Chicago lo scorso giugno, e sembrava che l'atmosfera sul palco fosse spesso dolce, e talvolta quasi contemplativa. Come ci si sente a suonare queste canzoni dal vivo? Di che umore sei?
Plant : Beh, contemplativa, non credo, penso sia solo la natura della canzone. Entri ed esci dalla forma originale della musica così come l'hai ascoltata, anche prima di registrarla. Le canzoni hanno una personalità. Penso solo che siamo molto adattabili: entriamo nel personaggio e cantiamo il meglio che possiamo all'interno di quelle impostazioni del personaggio.
Krauss: Penso anche che questo non ci attrarrebbe se non fosse naturale. Quindi non mi sembra che ci sia uno spazio di testa in cui dobbiamo entrare. È semplicemente andato a posto. È stata un'amicizia naturale, e si è appena tradotta: entrambi amiamo la storia e la musica tradizionale, e tutte le persone nella band sono lo stesso tipo di storici. Quindi è stata una cosa naturale. Non sembrava che dovessimo pomparci per questo, se questo ha senso.
Pianta : No, esattamente. E penso che ci sia una sorta di fusione, una specie di grande unione sul palco, specialmente per il modo in cui i musicisti hanno sviluppato le canzoni con noi. È una vera liberazione. Ne abbiamo passate parecchie negli ultimi 12 mesi, lavorando negli Stati Uniti e poi in Europa. Siamo diventati dei veri musicisti in movimento. Era qualcosa da vedere, perché la personalità del gruppo diventava sempre più, suppongo, affascinante. E c'era anche una sorta di sensazione di guerriero, andando da un paese all'altro, attraverso la Scandinavia e giù nell'Europa occidentale e persino in Polonia. Credo che siamo cresciuti sempre di più nel concerto.
Sei riuscito a fare cose alla fine del tour che non avvenivano all'inizio?
Pianta : Certo, sì. Trovi un groove che funziona ed è genuino.
Come mantieni la resistenza necessaria per un tour così imponente e lontano?
Plant: Penso che sia solo la volontà, vero? A volerlo fare.
Krauss: Essere divertenti aiuta!
Pianta : Sì. Ridiamo molto. Voglio dire, non è una cosa competitiva. È solo una sorpresa così magnifica e inaspettata, essere in grado di provenire inizialmente da mondi così diversi e scoprire che abbiamo il nostro mondo. Abbiamo il nostro posto.
Ho letto un articolo relativamente recente che descriveva voi due come una "strana coppia" e non mi sembrava che quella descrizione fosse del tutto accurata. Come vi sentite insieme a questo punto, dopo questa lunga collaborazione?
Plant: Penso solo che siamo davvero, davvero ottimi amici. E ci conferiamo e ci ascoltiamo l'un l'altro quando abbiamo delle opzioni. È davvero buono, perché non ci aggrovigliamo. Ovviamente la vita fuori strada è - siamo così lontani l'uno dall'altro che questi momenti di uscire o conversazioni telefoniche, o torneremo a Nashville in aprile - tutto questo genere di cose è tutto ciò che non vede l'ora . Quindi non stiamo mai insieme abbastanza a lungo da stancarci di qualsiasi cosa. È solo una condizione in crescita, davvero.
Krauss : Sì, voglio dire, è davvero un bel cast di personaggi in quella band, e ci piacciono, ed è un piacere. Siamo stati felici di poterlo fare e felici di tornare indietro. È qualcosa di cui abbiamo parlato per anni. È stata davvero una bella idea, ea volte quelle cose sono solo una bella idea, ma questa [ha fatto qualcosa di nuovo insieme]. Mi sento davvero grato. È stata una sorpresa, dall'inizio alla fine.
Perché l'anno scorso è stato il momento giusto per tornare al progetto, dopo aver pubblicato il vostro primo album insieme nel 2007?
Plant: Non ho il controllo del mio tempo, trovo solo lo slancio in un progetto e lo seguo. C'è solo una durata particolare da record a record. Ai vecchi tempi, era così che funzionava - se ci stai davvero credendo in questa vita, cosa che siamo - allora come una volta c'era un ciclo di eventi in cui avresti scritto o creato un disco, e lo seguiresti con la solita trafila di tour e cose del genere. Era sempre qualcosa come una cosa di tre anni e mezzo o quattro, dall'inizio alla fine.
Quindi, quando abbiamo lasciato Raising Sand e ci siamo salutati in lacrime, abbiamo continuato a fare altri progetti. E se avessi finito qualcosa e non vedevo davvero l'ora di fare qualcosa di nuovo, forse Alison era nel bel mezzo di uno dei suoi progetti, ed è andata così. Non è stata una trattativa se non con il calendario e con il tempo. Sono stato anche molto in viaggio con i miei amici Sensational Spaceshifters, e questo [progetto con Alison] prometteva solo di essere - offrirsi di essere - un'esperienza completamente diversa, o una sensazione diversa. Volevo davvero tornarci. Lo adoro.
E ogni sera quando cantiamo, due o tre delle canzoni in cui Alison prende il comando, trovo sempre una tale avventura unirmi e contribuire alla sua personalità come cantante. Lo amo. Non l'ho avuto per diversi anni. Quindi, una volta che si è presentata l'opportunità, ed eravamo entrambi liberi e pronti - e liberi di fallire in realtà, penso che sarebbe il termine - è piuttosto tenue tornare indietro dopo così tanto tempo, ma ha funzionato. Questi sono giorni diversi per quanto riguarda il music biz, ma non sono giorni diversi per noi. Ce l'abbiamo fatta, sappiamo cosa stiamo facendo e ci piace.
Krauss: Il canto armonico è la cosa che preferisco fare. Ed è un…
Pianta: Stabile. Stai attento.
Krauss: [ride] Cambia sempre in quei brani, notte dopo notte, e questo mi tiene all'erta. Stavo ascoltando uno spettacolo che abbiamo fatto a Red Rocks, e le differenze e i cambiamenti nelle melodie notte dopo notte - lo spettacolo suona così bene, Robert. È semplicemente divertente, perché si evolvono davvero, ed è un ambiente molto diverso da quello in cui sono cresciuto, che è un canto armonico molto irreggimentato in cui l'intero concerto lo sta perfezionando. Ad esempio, non vai al ballo perché stai lavorando sulla tua armonia. Questo è solo un animale completamente diverso, e adoro il modo in cui le melodie sono cambiate, anche durante la scorsa estate.
Plant: E tutto quello che ho fatto è stato andare al ballo di fine anno. Sono ancora! La vita potrebbe essere un sogno sh-boom! Questo è quello che è successo a me. Quando aprivo lo spettacolo per le persone, sai, le star all'inizio e alla metà degli anni '60, ero solito dire: “Wow, è così esotico. È semplicemente fantastico. Quando quelle grandi vecchie luci del palcoscenico si sono accese nel teatro ad arco di proscenio, tutto il mio cuore ha avuto un sussulto. Non vedevo l'ora di arrivare al posto successivo per vedere qualcun altro fare la stessa cosa. E quindi non ho studiato nulla, tranne cercare di essere bravo come Terry Reid, o Steve Marriott , o Steve Winwood , o tante persone che sono cantanti straordinari.
Krauss: Un grande ballo di fine anno! [ride]
Plant : Ma penso che parte della cosa davvero importante di te e me, Alison, è che ci siamo scontrati l'uno con l'altro, e mi ha dato un grande allontanamento dal trovarmi un tipografo e dall'essere sfidato, il che, nonostante i suoi cambiamenti di tanto in tanto all'interno degli spettacoli, penso che sia davvero un bel giro.
Krauss: Non è mai noioso. [ride]
Plant: Potrei essere un po' troppo serio con me stesso e sedermi nel mio camerino con una stella sulla porta, ma non è per questo che lo faccio. Lo faccio perché lavoro solo con persone che hanno un grande cuore, e questo è tutto. Quindi non è mai noioso. Ma se è noioso, non rimango comunque.
Entrambi avete molte precedenti vittorie e nomination ai Grammy. Questi premi sono importanti per te? Essere nominati migliora il progetto stesso o lo rende più significativo in qualche modo?
Plant: Lo lascio a te, Alison.
Krauss: Penso solo che sia sempre inaspettato. Non immagini che succederà, che verrai nominato. Come dico sempre, ogni disco che fai è come l'unico che farai.
Pianta : Sì.
Krauss: E quindi è davvero bello avere quel riconoscimento che le persone l'hanno ascoltato e apprezzato. È sempre un sollievo.
Plant: E anche l'idea di essere considerati un duetto country è affascinante. Il fatto è che una nomination è una nomination: il fatto stesso che sia stato riconosciuto che ci siamo divertiti è più di quanto potessi immaginare. Non ho vinto molti Grammy... quindi essere nominato come duetto country è fuori dal mio normale radar. È ottimo. Lo adoro e so anche che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ho imparato molto e continuo a imparare, che è quello che voglio fare. Penso che sia piuttosto bello.
Nel 2009, Raising Sand ha vinto il Grammy come album dell'anno. Nominati in quella categoria quest'anno sono artisti come Lizzo , Beyoncé, Coldplay . Ti senti legato a quel tipo di atti o sei più a tuo agio nella categoria country? Qual è il tuo rapporto con le pop star mainstream?
Pianta : Non molto. [ride] Sono mondi diversi, vero? Questo è tutto. È solo che ti piace o apprezzi solo le cose che escono dal delta del Mississippi o da New Orleans? Siamo tutti musicisti; facciamo tutti quello che facciamo. Devi apprezzare tutto da dove si trova nel suo mondo.
C'è qualche possibilità di un terzo album da voi due?
Plant : Non vedo alcun motivo per cui no. Suppongo che se aspettiamo altri 14 anni potrebbe essere un po' rischioso per me, a dire il vero. Potrei trovare un po' difficile suonare un do alto. Ma possiamo dire che funziona davvero bene, e ci divertiamo a vicenda ed è una grande cosa, quindi sembra un'ottima idea.

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