sabato 5 febbraio 2022

2bis DRUSILLA FOER UNICITA' ATTO SECONDO



 

Diversità è una parola che non mi piace, ha un qualcosa di comparativo e una distanza che non mi convince.
Trovo che le parole siano come gli amanti: quando non funzionano più, vanno cambiati subito.
Ho cercato un termine che potesse sostituire una parola così incompleta. E l’ho trovato: unicità.
Mi piace, è una parola che piace a tutti. Tutti noi pensiamo di essere unici. Facile? Per niente. Bisogna capire di cosa è composta la nostra unicità, di cosa siamo fatti noi.
Delle cose belle. Le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti. Ma i talenti vanno allenati, seguiti. Delle proprie convinzioni bisogna avere la responsabilità. Delle proprie forze bisogna avere cura.
Non è facilissimo.
Entrare in contatto con la propria unicità è un lavoro pazzesco. Come si fa? Io un modo ce l’avrei. Si prendono per mano tutte le cose che ci abitano.
Quelle belle, quelle che pensiamo essere brutte e si portano in alto. Si sollevano insieme a noi, nella purezza dell’aria, nella libertà del vento, alla luce del sole, in un grande abbraccio innamorato e gridiamo: “Che bellezza, tutte queste cose sono io!”.
Sarà una figata pazzesca. E sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità.
E a quel punto io credo che sarà anche più probabile aprirsi all’unicità dell’altro. Ed uscire da questo stato di conflitto che ci allontana.
Credo di sì. Io sono molto fortunata a essere qui, ma date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo il più grande atto rivoluzionario che si possa fare oggi, che è l’ascolto. Degli altri, delle unicità.
Proviamo ad ascoltarci, a donarci ad altri. Accogliamo il dubbio, anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni.
Facciamo scorrere i pensieri in libertà senza pregiudizio, vergogna, e liberiamoci della prigionia dell’immobilità. È orrendo, immaginate se un mondo non ruotasse e fisso stesse. Se tutto il buio fosse nero pesto.
Drusilla Foer


Il fiorentino Gianluca Gori porta sul palco dell'Ariston di Sanremo la sua Firenze.
Il creatore di Drusilla Foer sul palco più famoso d'Italia porta l'artigianalità sartoriale fiorentina e abiti già usati nello spirito del riuso. Ecco il mio amico Gianluca.
Il Festival di Sanremo 2022 arriva stasera al giro di boa, e se all’esordio è stato il mito un po' decadente di Ornella Muti ad accompagnare nella conduzione Amadeus e ieri la giovane attrice Lorena Cesarini è decisamente la terza serata, che andrà in onda stasera, la più attesa da critici e pubblico, quando salirà sul palco dell'Ariston arriverà direttamente da Firenze Drusilla Foer.
Un personaggio unico nel panorama artistico nato dalla mente creativa dell'artista fiorentino Gianluca Gori: pittore, fotrografo oltre ad artista completo dello spettacolo con cui ho condiviso cinque anni di vita fra le aule storiche e polverose dove ha insegnato Ottone Rosai e il mitico ottagono di quello che è stato l'Istituto d'Arte di Firenze.
E' su Gianluca più che di Drusilla (di cui tutti credono di sapere ttutto) che cui voglio soffermarmi. Del genio cretivo già presente anche se in fase embrionale in un adolescente timido e rispettoso.
Il nostro Istituto d'Arte di fine anni '80 era un limbo felice dove la sperimentazione artistica e una didattica alternativa creavano le basi di futuri uomini e donne che si responsabilizzavano in una scuola dove non esistevano i registri di classe e dove dal portone si entrava e usciva a piacere alternando lezioni in classe a quelle in plen air dell'ampio parco verde.
Era l'Italia dell'edonismo reganiano, degli scioperi per i missili di Gheddafi a Lampedusa, dei paninari fighetti sempre visti con disprezzo in un ambiente dove i miti erano i post punk e i dark.
Ore passate a disegno dal vero oppure nei laboratori di fotografia dove sognavamo un mondo diverso e dove la nostra arte voleva emergere.
Come dimenticare fra i compagni il nigeriano Olimakinwa Isingadebo figlio di buona famiglia mandato a studiare in Europa che ha avuto non poche difficoltà a comprendere che i bianchi non sono pallidi e malati, l'inglesina Sandy "esentata dalle lezioni d'inglese", la timidissima Lucia che dal Valdarno si isolava nei suoi vestitini fuori tempo nella lentezza dei suoi chiaroscuri infiniti perennemente vittima degli scherzi di Tiziano e Stefano, che se gli avessero fatti oggi sarebbero stati additati come bulli.
C'erano poi in quella classe speciale tanti "ragazzi di campagna" al loro primo impatto con la città fra cui l'affermata (oggi) artista e pittrice delle pietre Michela da Impruneta e l'allora timidissimo e oggi autore di best sellers Fabrizio Silei da Tavarnelle Val di Pesa con le sue sciarpone a scacchi, le scarpe pesanti e quella manualità espressa sotto un caschetto di capelli neri.
Gianluca già all'epoca ci faceva divertire inscenando improvvisazioni anche alla fermata del bus che lui prendeva per zona Cure dove abitava con la mamma che l'ha fatto crescere nei retroplachi del teatro dell'Oriuolo.
E' certamente lì che scrutando il palco ha affinatoil suo talento di performer fino a creare quel personaggio "en travesti" che stasera lo fa tornare sul palco dell'Ariston di Sanremo (dove è gia stato come corista degli Oro negli anni '90 anche se quasi nessuno lo ricorda) da protagonista.
Unico uomo a fare da conduttore come una delle cinque donne che accompagnano in ognuna delle serate Amadeus col suo alter ego Drusilla Foer che, come racconta in un'intervista concessa a Il Tirreno un po' di tempo fa: “Quando ho scoperto un personaggio così chiaro, così libero, ho pensato che tutti dovessero conoscerla e ho spinto la signora a farsi più visibile. Ammetto che vorrei essere come lei”.
Sprezzante e ironica, inconfondibile con i suoi capelli argentati con le sue lunghe telefonate popolarissime sul web con la dispotica domestica Ornella stasera conquisterà l'Italia che finalente si toglie a Sanremo la polvere falso perbenista.
Gianluca tramite Drusilla si toglie (molti) sassolini dalle scarpe e anche se mi confessa "Nadia mia, non posso lasciarti interviste fino a dopo Sanremo" sono certa che farà parlare di se, anche chi ha storto la bocca all'annuncio della sua presenza.
Gianluca/Drusilla novello Paolo Poli poterà sull'Ariston la sua Firenze perchè anche se è stato corteggiato da stilisti celebri ha deciso per onorare la grande sartoria artigiana fiorentina di indossare all'Ariston le produzioni di Rina Milano con atelier sui lungarni.
Un messaggio preciso affinchè come ha confermato l'artista si possa “far passare il segnale che l'economia italiana deve ripartire dal basso, dalle sartorie, dagli atelier piccoli”.
Non solo. Oltre agli abiti artigianali ci sarà spazio per alcuni abitini già usati per far capire che anche nella moda il futuro è l'economia circolare.
Forza Gianluca, magari ci troveremo presto ancora ad abbracciarci dopo tanto tempo in quel parco defilato dove anche lì mi sorprendesti con una delle tue battute pungenti. "Oddio magari chi ci vede penserà che siamo vecchi amanti!"
https://www.okfirenze.com/news/spettacolo/1092252/firenze-il-performer-fiorentino-gianluca-gori-porta-sul-palco-dellariston-di-sanremo-la-sua-firenze

Il performer fiorentino Gianluca Gori porta sul palco dell'Ariston di Sanremo la sua Firenze

Il creatore di Drusilla Foer sul palco più famoso d'Italia porta l'artigianalità sartoriale fiorentina e abiti già usati nello spirito del riuso. Ecco il mio amico Gianluca.



Il Festival di Sanremo 2022 arriva stasera al giro di boa e se all'esordio è stato il mito un po' decadente di Ornella Muti ad accompagnare nella conduzione di Amadeus e ieri la giovane attrice Lorena Cesarini è decisamente la terza serata, che andrà in onda stasera , la più attesa da critica e pubblico, quando salirà sul palco dell'Ariston direttamente da Firenze Drusilla Foer.

Un personaggio unico nel panorama nato dalla mente dell'artista creativo fiorentino Gianluca Gori: pittore, fotografo oltre che artista completo dello spettacolo con cui ho condiviso cinque anni di vita fra le aule storiche e polverose dove ha insegnato Ottone Rosai e il mitico ottagono di quello che è stato l' Istituto d'Arte di Firenze.

E' di Gianluca più che di Drusilla (di cui tutti credono di sapere tutto) su cui voglio soffermarmi. Sul genio cretivo già presente anche se in fase embrionale in un adolescente timido e rispettoso.
Il nostro Istituto d'Arte di fine anni '80 era un limbo felice dove la sperimentazione artistica e una didattica alternativa creavano le basi di futuri uomini e donne che si responsabilizzavano in una scuola dove non esistevano i registri di classe e dove dal portone si entrava e usciva a piacere alternando lezioni in classe a quelle in plen air dell'ampio parco verde.

Era l'Italia innamorata dell'edonismo reganiano, degli scioperi per i missili di Gheddafi a Lampedusa, dei paninari fighetti visti con disprezzo in una scuola dove i miti erano post punk ei dark.

Ore passate a disegno dal vero oppure nei laboratori di fotografia a sognare un mondo diverso dove la nostra arte voleva emergere.
Come dimenticare fra i compagni il nigeriano Olimakinwa Isingadebo figlio di buona famiglia mandato a studiare in Europa che ha avuto non poche difficoltà a comprendere che i bianchi non sono pallidi e malati, l'inglesina Sandy "esentata dalle lezioni d'inglese", la timidissima Lucia dal Valdarno che si isolava con i suoi vestitini fuori tempo nella lentezza dei suoi chiaroscuri infiniti perennemente vittima degli scherzi di Tiziano e Stefano che se solo li avessero fatti oggi sarebbero stati additati come bulli. 

C'era poi in quella classe speciale tanti "ragazzi di campagna" al loro primo impatto con la città fra cui l'affermata (oggi) artista e pittrice delle pietre Michela da Impruneta e l'allora timidissimo e oggi autore di best seller Fabrizio Silei da Tavarnelle Val di Pesa con le sue sciarpone a scacchi, le scarpe pesanti e quella manualità espressa sotto un caschetto di capelli neri. 

Gianluca già all'epoca ci faceva divertire inscenando improvvisazioni anche alla fermata del bus che lui prendeva per zona Cure dove abitava con la mamma che l'ha fatto crescere nei retroplachi del teatro dell'Oriuolo.
E' certo lì che scrutando il palco ha affinato il suo talento di performer fino a creare quel personaggio "en travesti" che stasera lo fa tornare sul palco dell'Ariston di Sanremo (dove è gia stato come corista degli Oro negli anni '90 anche se quasi nessuno lo ricorda)
Unico uomo a fare da conduttore come una delle cinque donne che accompagnano in ognuna delle serate Amadeus col suo alter ego Drusilla Foer che, come racconta in un'intervista concessa a Il Tirreno un po' di tempo fa: “ Quando ho scoperto un personaggio così chiaro, così libero, ho pensato che tutti dovessero conoscerla e ho spinto la signora a farsi più visibile. Ammetto che vorrei essere come lei ”. 

Sprezzante e ironica, inconfondibile con i suoi capelli argentati con le sue lunghe telefonate popolarissime sul web con la dispotica domestica Ornella stasera conquisterà l'Italia che finalente si toglie a Sanremo la polvere falso perbenista.

Gianluca tramite Drusilla si toglie (molti) sassolini dalle scarpe e anche se mi confessa " Nadia mia, non posso lasciarti interviste fino a dopo Sanremo perché sono blindato" sono certa che farà parlare di se, anche chi ha storto la bocca all'annuncio della sua presenza.

Gianluca/Drusilla novello Paolo Poli poterà sull'Ariston la sua Firenze perchè anche se è stato corteggiato da stilisti celebri ha deciso per onorare la grande sartoria artigiana fiorentina da indossare all'Ariston le produzioni di Rina Milano con atelier sui lungarni. 
Un messaggio preciso affinchè come ha confermato l'artista si possa “far passare il segnale che l'italiana deve ripartire dal basso, dalle sartorie, dagli atelier piccoli”.
Non solista. Oltre agli abiti artigianali ci sarà spazio per alcuni abitini già usati per capire che anche nella moda il futuro è l'economia circolare.

Forza Gianluca, magari ci troveremo presto ancora ad abbracciarci dopo tanto tempo in quel parco defilato dove anche lì mi sorprendesti con una delle tue battute pungenti. Oddio magari chi ci vede penserà che siamo vecchi amanti!"

---------------------

Drusilla era già stata a Sanremo: si chiamava Gianluca Gori ed era un corista degli O.R.O.

Grande successo sul palco dell’Ariston per la conduttrice della terza serata del Festival. Ecco i suoi trascorsi sanremesi

Leggerezza divertita di chi con studiato rovesciamento dei ruoli ambiva da tempo ad essere valletta sanremese, si ritrova conduttrice di serata e prova a cantare, si traveste da Zorro per asfaltare Pillon, si strappa i baffi finti bestemmiando, annichilisce di battuta Iva Zanicchi, prende il caffè sul palco.

Eleganza raffinata nei vestiti, eloquio moderno, ha trionfato sui social e nel gradimento. Peccato che il suo monologo sia stato piazzato dalla scaletta all’una di notte: “Si prendono per mano tutte le cose che ci abitano, quelle belle e quelle brutte, e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, alla luce del sole”.

Non tutti sanno che Drusilla Foer è l’alter ego di Gianluca Gori, attore e fotografo toscano che sulla scena offre mirabilmente le sue capacità artistica per plasmare una nobildonna fiorentina, figlia di un diplomatico, amica di Tina Turner. Gianluca detto “Gigo”, figlio di una costumista, semplice profilo Facebook contro l’imponente Instagram di Drusilla.

Gianluca Gori potrebbe essere il replicante in vita del Dustin Hoffman nell’esilarante “Tootsie” in cui l’attore che non trova lavoro si trasforma in Dorothy Micheals conquistando un incredibile successo.

Gori, nei panni di Gori, era già stato a Sanremo negli anni Novanta nei panni di un anonimo corista degli O.R.O. come racconta su un giornale fiorentino la sua compagna di scuola Nadia Fondelli all’Istituto d’Arte

Veniva da Firenze anche il magnifico Paolo Poli, campione di recitazione “en travesti” che con una Rita da Cascia fece imbestialire Oscar Luigi ScalfTanti uomini hanno messo la gonna per recitare. Non manca all’appello Totò, la romantica donna inglese di Montesano non ancora no vax, Arbore e Benigni che si prendono a borsettate e si potrebbe per infinite righe continuare.

Ma la novità oggi è un’altra. A Sanremo vince e convince un uomo travestito da donna.

Lunga vita a Drusilla Foer. Applausi a Gianluca Gori l’anonimo corista degli O.R.O. diventato mattatrice.. 

-------

SPETTACOLO 

visibility35368 - giovedì 03 febbraio 2022

 

di Nadia Fondelli

Drusilla era già stata a Sanremo: si chiamava Gianluca Gori ed era un corista degli O.R.O.

Grande successo sul palco dell’Ariston per la conduttrice della terza serata del Festival. Ecco i suoi trascorsi sanremesi

Leggerezza divertita di chi con studiato rovesciamento dei ruoli ambiva da tempo ad essere valletta sanremese, si ritrova conduttrice di serata e prova a cantare, si traveste da Zorro per asfaltare Pillon, si strappa i baffi finti bestemmiando, annichilisce di battuta Iva Zanicchi, prende il caffè sul palco.

Eleganza raffinata nei vestiti, eloquio moderno, ha trionfato sui social e nel gradimento. Peccato che il suo monologo sia stato piazzato dalla scaletta all’una di notte: “Si prendono per mano tutte le cose che ci abitano, quelle belle e quelle brutte, e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, alla luce del sole”.

Non tutti sanno che Drusilla Foer è l’alter ego di Gianluca Gori, attore e fotografo toscano che sulla scena offre mirabilmente le sue capacità artistica per plasmare una nobildonna fiorentina, figlia di un diplomatico, amica di Tina Turner. Gianluca detto “Gigo”, figlio di una costumista, semplice profilo Facebook contro l’imponente Instagram di Drusilla.

Gianluca Gori potrebbe essere il replicante in vita del Dustin Hoffman nell’esilarante “Tootsie” in cui l’attore che non trova lavoro si trasforma in Dorothy Micheals conquistando un incredibile successo.

Gori, nei panni di Gori, era già stato a Sanremo negli anni Novanta nei panni di un anonimo corista degli O.R.O. come racconta su un giornale fiorentino la sua compagna di scuola Nadia Fondelli all’Istituto d’Arte (LEGGI QUI)

Veniva da Firenze anche il magnifico Paolo Poli, campione di recitazione “en travesti” che con una Rita da Cascia fece imbestialire Oscar Luigi ScalfTanti uomini hanno messo la gonna per recitare. Non manca all’appello Totò, la romantica donna inglese di Montesano non ancora no vax, Arbore e Benigni che si prendono a borsettate e si potrebbe per infinite righe continuare.

Ma la novità oggi è un’altra. A Sanremo vince e convince un uomo travestito da donna.

Lunga vita a Drusilla Foer. Applausi a Gianluca Gori l’anonimo corista degli O.R.O. diventato mattatrice.. 


------------------------------

https://www.today.it/media/sanremo-2022/chi-e-drusilla-foer-eta-matrimonio-lavoro.html

------------------------------

https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/02/04/news/drusilla_e_la_professionalita_che_paga-8661133/?ref=fbph&fbclid=IwAR3Kz5s-aEaFKx05vVXOwvr__81lH4pjDwgVOJDOdPGRQOca_uTYL2xezMg

il talento di Drusilla. Certe scale sono solo per chi le sa scendere



La preparazione non si improvvisa, la cultura è il bagaglio che ti fa stendere elegantemente chi vorrebbe metterti all’angolo con la propria ignorante arroganza

Gianluca Gori racconta lo scambio di battute tra Drusilla Foer e Iva Zanicchi

L’alter ego dell’attrice toscana ha parlato anche del suo rapporto di “unicità” con Drusilla
Parla da (terza) parte in causa, descrivendo dall’esterno – pur avendola vissuta in prima persona – quel che è successo ieri sera sul palco dell’Ariston. Perché il botta e risposta tra Drusilla Foer a Iva Zanicchi, a causa di un fraintendimento che poi è stato provocato dal malfunzionamento di un microfono, ha provocato tantissime discussioni sui social. E a quasi 24 ore dal fatto e dopo aver già ascoltato la versione della cantante, ecco arrivare il racconto di Gianluca Gori.

Intervistato da Nino Luca, inviato de Il Corriere della Sera al Festival di Sanremo, l’alter ego di Drusilla Foer ha spiegato cosa è accaduto, confermando quanto già detto da Iva Zanicchi in occasione di una conferenza stampa trasmessa questa mattina: “Credo che sia stato un errore di cose che si sono dette, però al microfono non si sentiva. È tutto un equivoco”. Insomma, alla fine quel che si sono dette le due sul palco dell’Ariston non era nulla di così eclatante. O, almeno, non quello percepito dal pubblico in diretta che si è riversato con indignazione sui social.

D’altronde, Drusilla Foer e Iva Zanicchi si conoscono da tempo e hanno anche lavorato insieme. E anche la terza parte in causa, Gianluca Gori, conferma questa versione. Proprio lui che parla, ovviamente, a nome di Drusilla: “Io credo che sia contenta. Ma non lo so, tendo a non parlarci”, ha detto rispondendo a una domanda sulle emozioni post co-conduzione della terza serata di Sanremo. Ma tornerà sul palco dell’Ariston? “Drusilla? Non lo so cosa fa quella donna, non gli sto dietro. Tendo a non frequentarla”.

In attesa di scoprire se la Rai offrirà, come detto oggi da Coletta, un programma in seconda serata sulla televisione pubblica a Drusilla Foer, Gianluca Gori ha chiuso quella sua breve intervista con una risposta eclatante sul suo rapporto con il personaggio: ““Siamo due unicità. È facile”.




























Nessun commento:

Posta un commento

79.ROBERT PLANT LA Più GRANDE VOCE DEL ROCK E NON SOLO..(.INTERVISTE ..FOTO.. e CITAZIONI VARIE anni 70 80 90 anni 2000.

  Robert Plant si racconta dal backstage della Royal Albert Hall: “Con i Led Zeppelin un’esperienza mistica e non solo hard rock”.. https://...