martedì 25 gennaio 2022

31..♥ღ♥ DAL MIO DIARIO:..”Ciao Anima mia..posso raccontarti una favola?


Fu nel parco di un manicomio che incontrai un giovane con il volto pallido e bello, colmo di stupore.

Sedetti accanto a lui sulla panca, e dissi: "Perché sei qui?”.
E lui mi rivolse uno sguardo attonito e disse: “È una domanda poco opportuna, comunque risponderò.
Mio padre voleva fare di me una copia di se stesso, e così mio zio.
Mia madre vedeva in me l’immagine del suo illustre genitore.
Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come il perfetto esempio da seguire.
Mio fratello riteneva che dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta.
Ed anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro di musica, e il logico, erano ben decisi: ognuno di loro voleva che io fossi il riflesso del suo volto in uno specchio.
Per questo sono venuto qui. Trovo l’ambiente più sano.
Qui almeno posso essere me stesso.”
E di scatto si volse verso me e chiese: “Anche tu sei qui a causa dell’educazione e dei buoni consigli?”
Ed io risposi: ”No, sono qui in visita”.
E lui disse: ”Ah, ho capito. Vieni dal manicomio dall’altra parte del muro”.
(Khalil Gibran – da “Il mondo dei pazzi”)


La vita può essere capita solo tornando indietro;
ma deve essere vissuta andando avanti.🌹


Sii sempre ciò che sei, magari con il rischio di non piacere a tutti, ma con la meravigliosa certezza di piacere a te stesso... 💞🌹
una parte di me..

Io ne ho memoria.
in quei giorni mi avrebbero messo un nero, quello per gli Asociali, che erano i "disabili" o prostitute, i malati o semplici oppositori: i diversi ci chiamavano.
Ho memoria del rosso per i comunisti, gli anarchici e gli oppositori politici fossero anche sacerdoti.
Del giallo per gli ebrei.
Del viola per testimoni di Geova.
Ho memoria del marrone degli zingari
e del blu per i tedeschi antifascisti.
Ho memoria del rosa degli omosessuali.
Erano triangoli.
Erano i miei fratelli e le mie sorelle.
A volte facevano la musica come me.
E io sono tutti loro. Sono tutti quei colori.
Per questo ho memoria di quei triangoli e continuerò ad averla.
Perché sono tutti quei triangoli.
Lo siamo tutti.
E quindi avrò memoria.
Oggi come ieri, come domani.


..non dimentichiamo mai
di darci un orizzonte luminoso
di milioni buongiorni
un abbraccio anime belle💞🌹
..i silenzi e gli sguardi sono più eloquenti di tante parole al vento



..la sera trasforma .. arriva e spegne le parole accese, ricuce gli strappi del giorno, e riesce a sfumare le incomprensioni.💞..un abbraccio


J.R.R. Tolkien diceva: “Il coraggio si trova nei luoghi più impensabili”. Aveva proprio ragione!
questo mi ricorda una frase dal libro "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.."..“- Bene, gatto. Ci siamo riusciti - disse sospirando - Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante - miagolò Zorba - Ah sì? E cosa ha capito? - chiese l'umano - Che vola solo chi osa farlo - miagolò Zorba.”




..la vita ti mette davanti scelte difficili..ti mette alla prova e poi ti ripaga... ripaga sempre... non puoi sapere quando.
ma poi bussa alla tua porta..
Lella..


bisogna rimanere semplici fino all'ultimo
a costo di farci prendere in giro dalla gente, di sentirci incompresi dagli altri..a costo anche di quella sensazione di solitudine solitudine come ho passato io stessa...
ogni essere umano ha dentro un fanciullino e quella creatura sublime vive dentro di noi fino a che non la uccidiamo....
con le nostre falsità, con il nostro egoismo e con le nostre indifferenze.....
non permettiamo mai che accada....
unn abbraccio dal mio cuore al vostro..🌹




Da leggere spesso.
"Lascia tutto lì, la tavola da sparecchiare, i piatti da lavare, per una volta puoi rinunciare a qualcosa. Spegni la TV appoggia quello che hai in mano, interrompi quello che stai facendo, non rispondere se il telefono continua a squillare. Corri, abbraccia il tuo bambino, la tua bambina, fatevi il solletico fino alle lacrime, baciatevi, sorridetevi, datevi i morsini nelle manine, sulle guance, nel pancino. Cantate a voce alta una canzone impertinente, disturbate i vicini, fate la lotta con i cuscini, tiratevi i coriandoli anche se è Luglio. Poi sedetevi per terra, con le gambe incrociate, mangiate pane e cioccolato, e con le dita sporche e la musarella, abbracciatevi ancora una volta. Nel tempo nessuno ricorderà il disordine di quel giorno, ma l'amore di quel momento resterà come un tatuaggio sul cuore".
pensiero..in libertà..



🌹🌹 PRIMO LEVI RACCONTA I SUOI ULTIMI DIECI GIORNI DI PRIGIONIA NEL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWITZ: 25 GENNAIO 1945 🌹🌹
📌 25 GENNAIO 1945
Tratto da "Se questo è un uomo", capitolo "storia di dieci giorni"
Fu la volta di Sómogyi. Era un chimico ungherese sulla cinquantina, magro, alto e taciturno. Come l’olandese, era convalescente di tifo e di scarlattina; ma sopravvenne qualcosa di nuovo. Fu preso da una febbre intensa. Da forse cinque giorni non aveva detto parola: aprì bocca quel giorno e disse con voce ferma:
- Ho una razione di pane sotto il saccone. Dividetela voi tre. Io non mangerò più.
Non trovammo nulla da dire, ma per allora non toccammo il pane. Gli si era gonfiata una metà del viso. Finché conservò coscienza, rimase chiuso in un silenzio aspro.
Ma a sera, e per tutta la notte, e per due giorni senza interruzione, il silenzio fu sciolto dal delirio. Seguendo un ultimo interminabile sogno di remissione e di schiavitù, prese a mormorare «Jawohl» ad ogni emissione di respiro; regolare e costante come una macchina, «Jawohl» ad ogni abbassarsi della povera rastrelliera delle costole, migliaia di volte, tanto da far venire voglia di scuoterlo, di soffocarlo, o che almeno cambiasse parola.
Non ho mai capito come allora quanto sia laboriosa la morte di un uomo.
Fuori ancora il grande silenzio. Il numero dei corvi era molto aumentato, e tutti sapevano perché. Solo a lunghi intervalli si risvegliava il dialogo dell’artiglieria.
Tutti si dicevano a vicenda che i russi presto, subito, sarebbero arrivati; tutti lo proclamavano, tutti ne erano certi, ma nessuno riusciva a farsene serenamente capace. Perché nei Lager si perde l’abitudine di sperare, e anche la fiducia nella propria ragione. In Lager pensare è inutile, perché gli eventi si svolgono per lo più in modo imprevedibile; ed è dannoso, perché mantiene viva una sensibilità che è fonte di dolore, e che qualche provvida legge naturale ottunde quando le sofferenze sorpassano un certo limite.
Come della gioia, della paura, del dolore medesimo, così anche dell’attesa ci si stanca. Arrivati al 25 gennaio, rotti da otto giorni i rapporti con quel feroce mondo che pure era un mondo, i più fra noi erano troppo esausti perfino per attendere.
A sera, intorno alla stufa, ancora una volta Charles, Arthur ed io ci sentimmo ridiventare uomini. Potevamo parlare di tutto. Mi appassionava il discorso di Arthur sul modo come si passano le domeniche a Provenchères nei Vosgi, e Charles piangeva quasi quando io gli raccontai dell’armistizio in Italia, dell’inizio torbido e disperato della resistenza partigiana, dell’uomo che ci aveva traditi e della nostra cattura sulle montagne.
Nel buio, dietro e sopra di noi, gli otto malati non perdevano una sillaba, anche quelli che non capivano il francese. Soltanto Sómogyi si accaniva a confermare alla morte la sua dedizione.


C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
e sono arrabbiata, e non solo
pensare che solo ieri un bambino di 12 anni è stato insultato, picchiato, deriso da due sue coetanee quindicenni
solo perchè di fede ebraica...
per certe menti..anzi mentecatte non serve riportare alla memoria un passato atroce che potrebbe riaffacciarsi con tutta la disumanità e crudeltà vista e vissuta..
queste menti,.catte vivono nell'uNIVERSO dell'ignoranza più completa e penso ad Ignoranza quella cattiva, malvagia, annientatrice, abbarbicata in menti distorte, offuscate da messaggi sottotraccia e non solo..
per fortuna questo episodio non è passato sottotraccia --è esploso in tutta la sua crudeltà mettendo a nudo la pochezza di certi "esseri umani"
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…
Joyce Lussu
Foto fatta ad Auschwitz





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qualche giorno di pausa..
ogni tanto vado nel mio posto preferito..💞






il profilo divino da sognare in ogni momento..ad occhi ben aperti..ci sono volti i cui angoli fanno sperare l’impossibile💞


Siamo pura sintonia.

Complicità di voci pensanti.💞


Ci sono persone, attimi, respiri, sguardi, odori, cieli e sorrisi
che si incastrano proprio in quel punto del cuore dove devono incastrarsi.🌹💞












Ci sono visi i cui angoli fanno sperare l’impossibile,



 Secondo la tradizione greca e romana, oggi nacquero le Grazie (o Cariti per i greci), divinità legate alla bellezza, alla gioia e alla fertilità.

🌸 Le Grazie erano solitamente venerate come un trio composto da Aglaia, lo Splendore, Eufrosine, la Gioia, e Talia, la Prosperità.
🌸 Il geografo Pausania ci fa notare che il culto delle Grazie non era identico dappertutto, ad esempio a Sparta si riteneva che fossero solo due: Cleta, l'Invocata, e Faenna, la Lucente.
🌸 Anche gli ateniesi avevano le loro Cariti più affezionate, ovvero Auxo, la Crescente, ed Egemone, la Reggente.
🌸 Queste fanciulle delicate e liete hanno ispirato numerosi artisti nel corso dei secoli. Botticelli, Pontormo, Cézanne e Picasso sono solo alcuni dei celebri pittori che vollero immortalare su una tela il fascino delle tre Grazie.
art by Chie Yoshii
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Ada Battiato

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