Dai Led Zeppelin alla carriera solista, la sua voce nel tempo
La natura lo ha aiutato donandogli buona estensione con un timbro suadente e ben centrato sulle note medio-alte, e lui ha spinto al massimo. Un tenore sexy che si è espresso in tantimemorabili vocalizzi e acute sirene orgasmiche, live come in studio, ci basti pensare alla parte finale di Whole lotta love. Sedotti tutti e tutte.
Voce squillante e cristallina, capace anche di essere grintosa e graffiante all’occorrenza. Tecnicamente legato al blues, un canto intenso ed emotivo, a tratti dolce ma sempre pronto a esplodere. In poco tempo è diventato un punto di riferimento per i cantanti che sarebbero venuti dopo. Nei live sempre generoso nel belting, anche fin troppo vista l’operazione alle corde vocali a cui è dovuto ricorrere nel ’74. Insieme agli innumerevoli potenti acuti al limite dello strillo, ripetuti di continuo in un’attività live frenetica, anche lo stile di vita nel primo periodo del successo planetario ha inciso negativamente sulla sua voce, che nei primi anni sembrava quasi non avere limiti per resistenza e altitudini. Tra i tanti vizi quello delle sigarette è durato decenni.
DaPhisycal Graffiti si nota un cambio nella sua vocalità, energica ma brunita usando tessiture più basse. A suo parere l’operazione per rimuovere i noduli ha avuto ripercussioni permanenti sulla qualità della sua voce e che se potesse tornare indietro non urlerebbe così tanto come nei concerti degli anni ’70. Nella sua carriera solista post zeppelin, ha abbracciato più generi. Rock meno hard, blues, un folk farcito di tematiche celtiche, musiche orientaleggianti, ma le fortune sono state alterne e l’abbassamento della sua voce da metà anni ’80 è diventato evidente.
Meno divinità e più umano negli ultimi tempi, ha sottolineato come non ci si possa aspettare da lui di cantare pezzi dei Led Zeppelin allo stesso modo di quarant’anni fa, ora deve adottare linee vocali e tonalità più consone alla sua età. “Non voglio urlare Immigrant Song ogni notte per il resto della mia vita – confessò Plant al The Guardian -, e non sono sicuro di poterlo fare”.
Dopo aver detto di no, nel 2014, a 500 milioni di sterline per la reunion dei Led Zeppelin, lo storico frontman della band rimane tuttora saldamente convinto della sua decisione. “Non puoi mai tornare indietro – ha dichiarato il cantante in una recente intervista -, è abbastanza difficile ripetere qualcosa che risale a un anno fa, figuriamoci una cosa che risale a 49 anni fa. Devo continuare ad andare avanti“.
E cosa importa se, simpaticamente, negli ultimi anni con quella barbetta grigia e bianca assomiglia più a un barboncino che al sex symbol che è stato, rimarrà un’icona intramontabile del rock, e per noi Robert sarà sempre un ventenne scatenato, il vero bomber degli anni ’70.
Four Sticks - 5-3-1971 This is one of the only live preformances of "Four Sticks" live,
Questa è una delle poche esibizioni dal vivo di "Four Sticks" dal vivo,
La voce di Plant per me è in parte disioniaca, in parte ultraterrena. L'ululato ultraterreno non ha eguali..ti prende in un vortice e non ti lascia fin tanto che non si placa "quel allarme antiaereo, come qualcuno lo ha definito. All'improvviso cantare come una ragazza non è mai sembrato così mascolino e così sensuale !!!
, innumerevoli cantanti hard rock taglierebbero le loro corde vocali pur di raggiungere le note che Plant ha ottenuto per diritto di nascita!
Robert Anthony Plant è nato il 20 agosto 1948 a Helsoun (vicino Birmingham). Ha studiato il futuro cantante famoso nella scuola di Re Edoardo VI, che si trova a Stourbridge.
Le origini di una carriera musicale
I genitori del ragazzo, o piuttosto suo padre, volevano che i loro figli si impegnassero in affari contabili. Tuttavia, fin da giovanissimo, Robert Plant si interessò alla musica. Sentendo il blues interpretato da maestri come R. Johnson e Sonny Williamson, il giovane decise che il suo destino era strettamente connesso alla voce.
Da allora, Robert ha iniziato ad apparire nuovi amici dall'ambiente musicale di Birmingham. Conoscenza del blues solo cantante podnachilo, ha iniziato a studiare avidamente le tendenze popolari del tempo: soul, jazz e altri.
Prime esibizioni
Per la prima volta, Robert Plant era sul palco del piccolo stabilimento di Stourbridge, il Seven Stars Blues Club. Tuttavia, era già in diverse composizioni musicali. Uno di questi era Crawling King Snakes, dove si svolse un fatidico incontro con John Bonham.
1966 ha portato il primo contratto al cantante, firmato con il famoso studio di registrazione CBS Records. Quest'ultimo ha attirato l'attenzione su Robert, quando ha parlato con il gruppo Ascolta. Tuttavia, tre brani registrati da Plant per questo studio non gli hanno portato il successo.
Inoltre, il cantante è stato coinvolto in composizioni come la Band of Joy, Obs-Tweedle, in collaborazione con Alexis Korner, che ha eseguito il blues.
famiglia
Nel 1968, Robert Plant, la cui vita personale procedette senza problemi, sposò Maureen Wilson. Dopo un po 'di tempo, la coppia ebbe una figlia, chiamata dai genitori Carmen Jane, e poi nacque il figlio Karak. Robert Plant, la cui famiglia è già cresciuta, è riuscito a combinare la comunicazione con lei e una carriera musicale.
Zeppelin led
A una delle esibizioni di Obs-Tweedle con la partecipazione di Robert, Jimmy Page si rivelò, che i dati vocali del cantante impressionarono così fortemente da offrirgli la collaborazione. Allo stesso tempo, tra i musicisti ha iniziato un'amicizia.
Dopo che Robert Plant era nel gruppo, raccomandò a Jimmy di invitare John Bonham. La band chiamò la band The New Yardbirds e andò in tour nei paesi scandinavi. Successivamente, i rocker hanno deciso di rinominare la loro squadra. Poi apparvero i leggendari Led Zeppelin.
L'album Led Zeppelin I registrato dal gruppo ha portato Plant alla fama, i giornalisti e i critici hanno iniziato a parlare di lui, il suo nome ha iniziato a cadere in tutti i tipi di classifiche e liste.
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Led Zeppelin II ha presentato ai fan della band non solo la voce di Robert, ma ha anche contribuito a riconoscerlo come cantautore.
Il terzo album della band fu inaspettato per i critici, i quali credevano che i Led Zeppelin avrebbero reso il loro suono più pesante. Tuttavia, Robert Plant ha sempre creduto che i musicisti dovessero allontanarsi dall'heavy metal e usare più arrangiamenti e acustica nelle loro opere.
I Led Zeppelin IV hanno portato ai fan un singolo che è diventato un classico dell'hard rock. Questa è la scala per il paradiso, che è associata a molti casi interessanti. Alcuni affermano che il cantante è stato aiutato a scrivere questa canzone da forze ultraterrene.
È interessante notare che durante i suoi concerti Robert Plant ha spesso permesso improvvisazioni, durante le quali poteva cantare parole assolutamente nuove, quartina. E con tutto ciò, il musicista è rimasto facilmente sul palco, riuscendo a parlare in modo scherzoso con il pubblico.
Record solisti
Nel 1982, ha iniziato la carriera solista del cantante. Robert Plant, la cui discografia (nel senso di performance solista) è iniziata con il film Pictures at Eleven, ha continuato il suo lavoro. È riuscito a collaborare con Phil Collins, registrando il prossimo album. Successivamente organizzò il gruppo Honeydrippers, che registrò solo due canzoni e si sciolse.
Poi sono stati registrati alcuni altri album, l'autore del quale era il tastierista Phil Johnston. Fu quest'ultimo a convincere Robert a eseguire le canzoni dei grandi Led Zeppelin, che il cantante non aveva voluto cantare prima, perché non voleva rimanere nella storia come "un ex cantante".
Durante la sua lunga carriera, Robert Plant ha registrato molte canzoni eccellenti che sono diventate famose nel mondo. Alcuni di loro sono ancora nelle prime righe dei grafici. La voce di Robert ha influenzato tutta una serie dei seguenti vocalist rock. Molti di loro hanno ammesso questo, ad esempio, personaggi famosi come Steven Tyler di Aerosmith, Freddie Mercury dei Queen e molti altri.
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Si può parlare all'infinito di ogni composizione musicale del cantante, e ce ne sono molte nell'arsenale di Plant. I fan del cantante apprezzano ancora molte delle sue cose, registrate sia durante la partecipazione a Led Zeppelin, sia da solista. Bene, quelli che non hanno familiarità con il suo lavoro, rimane solo da consigliare ad ascoltare il grande e leggendario cantante rock.
«Non conosco le composizioni contemporanee, ma conosco le canzoni tradizionali napoletane: la loro melodia classica e il loro romanticismo sono unici». Robert Plant svela la sua passione per i classici della musica partenopea. La leggenda del rock, volto dei Led Zeppelin, pioniere dell’hard rock, trova così «romantic» la nostra musica. Plant torna stasera in concerto all’Arena Flegrea (ore 21), a 10 anni dallo show al Neapolis Rock Festival.
Robert Plant: "Napoli arrivo"
Mister Plant, arriva a Napoli dopo un momento difficile: il brano cult dei Led Zeppelin “Stairway to Heaven” è stato al centro di un processo per plagio, appena concluso a vostro favore. Come si sente? «In un primo momento sembrava tutto così ridicolo poi è diventato uno choc incredibile quando il processo ha assunto contorni reali... Sono davvero stato male, ero coinvolto sia per le parole che per la melodia. Jimmy Page è stato un grande appoggio in questo vero casino. Avevamo due opzioni: dimenticarlo e non presentarci in giudizio oppure difenderci bene perché è una canzone importante di un’epoca importante della nostra vita: sono felice che sia finito, era tutto così grottesco».
Come è oggi il rapporto di Robert Plant con la vita e la musica? «È straordinario stare al mondo. La gioia di ogni mattina per me è ascoltare “Matchbox” di Blind Lemon Jefferson, che poi l’ha data a Carl Perkins, che a sua volta l’ha data ai Beatles che l’hanno consegnata al mondo. L’idillio con la musica continua sempre. Questo tour, per esempio, non è quello che tutti sognavano nel 1971, ma è qualcosa di potente, selvaggio, e appartiene al 2016».
Qual è oggi il suo rapporto con la fama? «Quando ero un bambino e ho iniziato a cantare non sapevo niente della libertà, non avevo idea di che razza di trappola fosse il successo. Ma ora ho rotto le mura di questa “prigione” e mi godo la mia nuova conquista».
Tutto pronto all'Arena Flegrea per il concerto di Robert Plant 📷 📷 📷 📷 📷
1 di 3È uno dei concerti più attesi di questa estate partenopea. Classe 1948, tra i grandi del rock mondiale, è atteso con la sua inconfondibile chioma bionda lunga, pizzetto e con quel suo timbro vocale unico, che lo accompagna da sempre sui palchi di tutto il mondo. Robert Plant sarà in concerto all'Arena Flegrea venerdì 22 (start alle 21.15). La star britannica, voce ormai leggendaria dei Led Zeppelin fino al 1980 (anno in cui il gruppo si sciolse per la morte del batterista John Bonham), si esibirà con la sua band "The Sensational Space Shifters", formata da Justin Adams (chitarre, benedir e cori), John Baggott (tastiere, effetti), Billy Fuller (basso), Juldeh Camara (violino africano, banjo africano), Dave Smith (batteria e percussioni) e Liam “Skin” Tyson (banjo, chitarra e cori). I biglietti costano dai 65 agli 85 euro (info www.arenaflegrea .com). Plant ha annunciato il suo arrivo in città anche attraverso un video, girato al "Café del Mar", locale di Ibiza. "Napoli Rocks", dice il musicista 68 enne nella clip, promettendo ai suoi fan una performance degna di ogni attesa. In scaletta, sia pezzi nuovi che alcuni classici, della sua carriera coi Led Zeppelin, per "celebrare l'arte e la vita", come ricorda lo stesso Plant. In base alla scaletta del suo live a Milano, tra i brani in programma non dovrebbero mancare le immortali "Black Dog", "Dazed and Confused" e "What Is and What Should Never Be". Il concerto sarà aperto dall'esibizione di Mike Sanchez accompagnato dai "The Portions" (Tom Bull alla chitarra, Nick Whitfield al basso e Mark Morgan alla batteria). Non finisce qui il lungo luglio musicale dell'Arena Flegrea, restituita ai cittadini dopo l'acquisto della famiglia Floro Flores, che ne ha avviato un completo restyling, recuperando ogni ambiente della location (dalla buca degli orchestrali, ai foyer e alle luci). Il prossimo appuntamento sarà mercoledì 27 coi "Massive Attack". (foto roberto della noce- testo paolo de luca)
Dalle 21 dunque Robert Plant, icona del rock mondiale dalle vertiginose impennate vocali, salirà sul palco dell’Arena con la sua band The Sensational Space Shifters. Il concerto sarà aperto da Mike Sanchez & The Portions. Oltre tremila i biglietti venduti, ma l’arena può contenere il doppio degli spettatori (biglietti 35, 65, 75 e 85 euro). In arrivo fan da tutto il Sud. In scaletta, come a Milano mercoledì notte, non dovrebbe esserci “Stairway to Heaven”. La simbolica piuma “magica” stasera sarà lì sullo sfondo della coreografia, e le movenze sinuose di Plant pure. Basterebbe questo per rivivere la Storia. Una leggenda mondiale, 68 anni tra un mese, dispenserà un rock seducente, pieno di energia. Catartico.
Il concerto dovrebbe aprirsi con il brano “Poor Howard”, e poi al terzo giro è già “Hey, hey mama, said the way you move, gonna make you sweat, gonna make you groove.” Sarà “Black Dog” il primo classico zeppeliano a riscaldare la platea: un canto africano con Plant che imbraccia un tamburello. E in un attimo il pensiero va alla tammorra. La chioma non è più bionda, ma è sempre fluente. E, come Sansone, anche Plant sembra trarre la forza da quella cascata di ricci indomiti. Brani nuovi ed echi del passato. E sembra di vedere l’arena con gli smarthphone in alto, tutti a registrare “Whole Lotta Love” e “Hey! Bo Diddley”. Il blues incessante è servito, come negli anni ’60 quando Plant fu scoperto da Jimmy Page che cercava un cantante per i “New Yardbirds”. Atmosfere folk per “Rock and roll” con Mr. Plant che batte le mani e muove il bacino: «Per come la vedo io, il rock’n’roll è musica folk». A cantare, ballare e sognare, stasera a Fuorigrotta ci saranno fan di tutte le generazioni, dagli anni ‘50 ai giovani. Tutti pronti a salire su quella “scala per il paradiso”.
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Come ha raccontato il suo chitarrista Justin Adams: “In studio Plant crea un’atmosfera tale da farti pensare che da un momento all’altro possa venire giù un fulmine dal cielo”
Robert Plant, il viandante in fuga dai Led Zeppelin
Con il suo nuovo album ‘Carry Fire’ il cantante dimostra una creatività rinnovata, tra folk celtico, ritmi africani e influenze trip-hop. Ma non chiedetegli una reunion...
Sono passati 36 anni dallo scioglimento del gruppo, e 36 anni sono tanti. In 36 anni, ad esempio, tu nasci, cresci, maturi, ti sposi e fai anche dei figli. In 36 anni conosci una marea di posti, impari diverse lingue, incontri milioni e milioni di persone.. Insomma, 36 anni sono un arco abbastanza grande di vita. Ma c’è chi dopo 36 anni ancora non è invecchiato. Forse qualche ruga sul volto, ma nulla di più, e non sono le rughe che contano.
Robert Plant è il solito giovincello che negli anni ’70 faceva la strage di donne. E’ il solito ragazzo che con la sua voce graffiante e calda allo stesso tempo, ti riesce ad entrare dentro e a toccare le parti più profonde del cuore. Robert è ancora lui, e non molla. Nemmeno a 67 anni, nemmeno dopo una carriera travagliata e dura, nemmeno dopo i problemi fisici e tanti altri disagi. Nemmeno dopo la morte del grande amico e compagno di gruppo John Bonham.
Robert non è solo una rockstar. E’ un vero artista. Un poeta, un uomo di sensibilità e gusto, di raffinatezza ma allo stesso tempo di oscenità, di trasgressione e di provocazione. Non si è ancora tolto il vizio di far passare l’asta del microfono nella zona del suo bacino, non si è ancora tolto il vizio di fare swish con i suoi capelli e di toccarli sempre, quei capelli che resistono ancora a tutto, lunghi e perfettamente ricci come pochi. Certo, l’età non gli permette più di fare determinate cose con la voce, ma a Rob piace azzardare, e allora si butta, con un po’ di coscienza, e ci prova. Stecca? Che importa, ci ha messo l’anima per buttare giù quella parola o quella nota o quel vocalizzo. E lo si apprezza per questo, per la grande passione che prova per la musica e per quello che fa da sempre.
I suoi Babe restano impressi nella mente degli ascoltatori per tantissimo tempo. Trovatemi qualcuno che sappia dire meglio di lui babe. E lo mette ovunque, anche nei momenti più improbabili, proprio quando meno te l’aspetti.
Rob, oggi, però, non si accontenta di ricopiare i pezzi che suonava con i Led, no, non si accontenta proprio. Avrebbe potuto fare, come altri fanno (quali David Gilmour o Paul McCartney, dei grandissimi musicisti che forse hanno segnato la storia della musica più dello stesso Plant), e quindi portare sul palco con un semplice “copia e incolla” le più belle hit così che la gente canti con lui, perché alla fine si sa, Robert Plant è famoso perché è stato il cantante dei Led Zeppelin, Gilmour perché è stato il chitarrista dei Pink Floyd, etc…
GLASTONBURY, ENGLAND - JUNE 28: Robert Plant performs on the Pyramid Stage during day 2 of the Glastonbury Festival at Worthy Farm on June 28, 2014 in Glastonbury, England. (Photo by Ian Gavan/Getty Images)GLASTONBURY, ENGLAND – JUNE 28: Robert Plant performs on the Pyramid Stage during day 2 of the Glastonbury Festival at Worthy Farm on June 28, 2014 in Glastonbury, England. (Photo by Ian Gavan/Getty Images)
E invece no. Rob, nella sua pur breve scaletta, non inserisce mai un pezzo dei Led Zeppelin tale e quale. Perché li stravolge, li cambia, aggiunge altre parti, trasforma i riff..insomma, li rende ancor più suoi! Così mantiene il rispetto nei confronti degli altri tremostri sacri non toccando le loro parti e crea un qualcosa di innovativo e di interessante sia per i musicisti che per il pubblico. La chiave è quella del blues americano, ma anche i richiami asiatici non tardano a farsi sentire. Un’atmosfera variegata, strana e bella allo stesso tempo. Roba per pochi, insomma.
E l’atmosfera che si viveva il 24 luglio al Teatro Greco-Romano di Taormina era particolare. Persone di tutte le età, di tutte le generazioni (il primo album dei Led risale al 1969, quindi i fan che allora erano i più giovani oggi sono pressoché ultrasessantenni), anche provenienti da paesi diversi, come ad esempio la Germania o la Svizzera, l’UK o la Francia (per non parlare dei fan più sfegatati che venivano da tutto il sud Italia e addirittura dalla Sardegna), erano radunati in quel magnifico tempio, tutti uniti dalla passione per il gruppo che ha scritto buona parte della storia del rock.
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La location è da brividi ogni volta. Non era la prima volta che andavo a sentire un concerto lì, ma le emozioni ogni volta sono sempre nuove e sempre meravigliose. Vedere l’Etna, il grandissimo vulcano nello sfondo e il mare al suo fianco, soprattutto quando inizia a fare buio, che la costa è tutta illuminata, è davvero suggestivo. Molti artisti si sono legati a questo posto e spesso ci fanno ritorno. Ricordo un concerto di Giovanni Allevi ma anche un altro di Cesare Cremonini, in cui loro, parlando del più e del meno, sottolineavano la bellezza di quel posto, un patrimonio mondiale da tutelare. E al contempo, per i musicisti, la “responsabilità” di quel palco, dove si sono esibiti grandissimi artisti di fama internazionale come Deep Purple, Carlos Santana, Patti Smith o Mark Knopfler per citare i casi più recenti. Un palcoscenico di tutto rispetto che non ha nulla da invidiare agli altri grandi teatri all’aperto come ad esempio l’Arena di Verona.
E poi, che dire, un concerto stratosferico, non molto lungo (poco più di un’ora e mezza) ma essenziale. Del resto stiamo parlando di Robert Plant, non di un pinco pallino qualsiasi. Oltre 50 anni di carriera musicale alle spalle significano tanto : significano sacrificio, impegno, dedizione ma anche fortuna e talento. E sono sicuro che Rob ci ha messo tutto di questo e continuerà a farlo, così come ha fatto ieri sera.
Un po’ di tristezza sopraggiunge quando lui presenta i musicisti che lo accompagnano e dice : we are The Sensational Space Shifters. E’ una frase che pesa, è una frase che un amante dei Led Zeppelin non può digerire facilmente. E’ la constatazione che Robert Plant non è più Led Zeppelin, è la constatazione che ormai quella storia è finita e che difficilmente si sentirà nuovamente “Led Zeppelin in concerto” (l’ultima reunion è stata nel 2007 alla O2 Arena). Robert ha creato un nuovo gruppo, con il quale gira il mondo portando avanti i suoi pezzi e il suo progetto, pur consapevole che deve molto ai Led Zeppelin, e per questo li omaggia e li ricorda con alcuni brani. Ma quella storia è finita, ramble on,now It’s the time, time to sing my song, I’m goin’ round the world…[…] on my way.
Ma è così che deve andare, è così che è andata, tutto ha un inizio, un crescere e una fine, e così anche la vita musicale di Robert Plant che, comunque vada a finire, sarà degna di essere ricordata come una stairway to heaven dalle tante e tante generazioni che verranno.
"Suonare la batteria è stata l'unica cosa in cui sono mai stato bravo."
- John Henry Bonham
💞
Era uno dei migliori batteristi che il rock abbia mai conosciuto. La sua morte ha portato i membri della band a rilasciare questa dichiarazione:
“Ci auguriamo che si sappia che la perdita del nostro caro amico e il profondo rispetto che abbiamo per la sua famiglia, insieme al profondo senso di indivisa armonia provato da noi stessi e dal nostro manager, ci hanno portato a decidere che non potevamo continuare come eravamo. "
Penso che sia stata la decisione più rispettabile che avrebbero potuto prendere. E recitare in riunione con il figlio Jason è stato un modo prezioso per rendere omaggio all'eredità di Bonzo.
Erano amici ben prima della fama, della fortuna e dell'eccesso. Quando erano adolescenti, a corto di soldi ma a lungo con i sogni. Quando discutevano su chi doveva i soldi per la benzina e rubavano una stecca di sigarette dal piccolo negozio dei genitori di Bonzos ... Ed erano amici molto più tardi quando i soldi e lo champagne scorrevano, quando le groupie si aggrappavano a loro e si divertivano nel bagliore dell'adulazione ... Ma fu quando la tragedia colpì che la reale profondità e sincerità della loro amicizia sarebbe stata messa alla prova e alla fine sarebbe trascesa nella fratellanza. Robert ha rilasciato la seguente dichiarazione su quel periodo della sua vita:
Robert Plant:
Durante i momenti più bui della mia vita, quando ho perso mio figlio e la mia famiglia era allo sbando, è stato Bonzo a venire da me. Gli altri ragazzi (Page & Jones) erano del sud (dell'Inghilterra) e non avevano lo stesso tipo di etichetta sociale che abbiamo qui al nord che potrebbe effettivamente colmare quella scomoda voragine con tutte le sensibilità richieste ... per consolare. "
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La prima volta che ho incontrato John Bonham è stato in un minuscolo seminterrato che avevamo affittato in Lyle Street, pieno di un sacco di amplificatori e casse acustiche che erano stati implorati, presi in prestito o rubati ed era letteralmente: 'Questo è Robert, questo è John ' 'Come va? Cosa dovremmo fare ora?'
'Cosa sai?' Ho detto che stavo suonando delle sessioni e non sapevo niente, quindi Jimmy ha detto semplicemente: "Beh, non lo so, conosci qualche canzone di Yardbirds?" E siamo andati con 'Train Keep A Rollin' in E, e Bonzo ci ha contati e c'è stata come questa esplosione istantanea --- un riconoscimento istantaneo --- che questo sarebbe stato davvero un bel vestito con cui stare.
Quello che mi ha colpito di più di Bonzo è stata la sua sicurezza, e sai che a quei tempi era un vero bastardo arrogante. Tuttavia, devi essere per giocare in quel modo. È stata una grande ... concentrazione istantanea. Non si stava mettendo in mostra, ma era solo consapevole di quello che poteva fare. Sapevo che John era solido come una roccia perché batteristi e bassisti devono lavorare così a stretto contatto che si riconoscono rapidamente le capacità l'uno dell'altro.
Quando sei un bassista e salti attraverso le band, sai subito del batterista: "Beh, non ha molto --- o --- mio Dio, non posso lavorare con questo tizio." Con Bonzo e io ci siamo solo ascoltati, piuttosto che guardarci, e abbiamo capito subito dal primo conteggio di essere solidi e assolutamente insieme. Sapevamo subito che sarebbe stato bello e che saremmo diventati una grande sezione ritmica.
Quando stavo facendo le sessioni, suonavo con tre diversi batteristi ogni giorno. Conoscerai quelli con cui ti divertiresti e quelli che sarebbero stati un lavoro duro e sanguinario. Non appena ho sentito suonare Bonzo, ho capito che sarebbe stato grandioso - qualcuno che sa cosa sta facendo e oscilla come un bastardo. Ci siamo subito uniti come una squadra.
Avevamo un rispetto reciproco quando entrambi ci siamo resi conto di sapere cosa stavamo facendo. Ho ascoltato il suo piede di grancassa e lui ha ascoltato quello che stavo facendo. Era uno di quei matrimoni a sezione ritmica. John era musicalmente rumoroso. Era un batterista forte, e stavamo suonando rock 'n' roll --- non vuoi che qualcuno si limiti a picchiettare.
Amava suonare la batteria, ma odiava essere in tour. Ricordo che nei primi giorni non andava a letto finché non faceva luce. Ero solito sedermi con lui, semplicemente parlando o ascoltando la radio. Odiava davvero stare lontano, e odiava volare. Quindi quella era un'altra cosa che lo faceva bere. Mandavamo delle macchine per portarlo all'aeroporto. Si sapeva che aveva ordinato all'autista di voltarsi e riportarlo a Birmingham.
La sua paura di volare in realtà è migliorata quando avevamo il nostro aereo. Lo lasciarono sedere ai comandi di un jet Lear e, poiché amava guidare velocemente, si rese conto improvvisamente che volare era un po 'come guidare la sua macchina. Gli lasciarono fare alcune mosse e ... ricordo qualcuno che uscì dal bagno sul retro dicendo: "Che diavolo era quello!" mentre l'aereo sobbalzava. John è uscito dall'abitacolo con un grande sorriso sul volto e ha detto: "Questa è la cosa più veloce che abbia mai guidato".
-John Paul Jones
questo era Bonzo!!!..Super Iper di più💞🌹
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Led Zeppelin, Robert Plant: “Ho amato la batteria di John Bonham nella canzone…”
Robert Plant ha ammesso di aver amato alla follia la batteria di John Bonham in una canzone molto specifica. In realtà, siamo sicuri che il cantante ami davvero molto quasi tutte le canzoni dei Led Zeppelin che presentano un assolo solista di John Bonham. Sappiamo che il batterista era spesso solito a lasciarsi andare a spinte soliste all’interno dei dischi e soprattutto nei live. Bonzo amava dimostrare quanto fosse abile e creativo nel suonare la batteria, uno strumento che non ha mai avuto una spinta solista così marcata come la chitarra elettrica. E se nel tuo gruppo hai Jimmy Page a far gli assoli, non si è fortunatissimi. Ma John Bonham si faceva valere eccome.
Robert Plant ha detto: “Vado spesso ad ascoltare alcune cose degli Zeppelin e a emozionarmi, e io pensavo che ormai mi sarei annoiato. ‘Kashmir’ e ‘The Song Remains The Same.’ sono canzoni praticamente create dal batterista. Bonzo non suonava facendo casino , come facevano praticamente tutti i batteristi in quel periodo. È quello che non ha effettivamente suonato che ha trasformato John Bonham nella leggenda che tutti raccontano e parlano adesso, non solo quello che ha effettivamente fatto. Penso che Jimmy Page e John Bonham fossero molto affini a ciò che si suonava e si capivano al volo“.
Ma allora quale è la canzone dei Led Zeppelin in cui John Bonham ha dato il meglio di sè, secondo Robert Plant? Il cantante del gruppo ha definito il pezzo “The Crunge” come la canzone che vede John Bonham dare il suo 200% tirando fuori dal cilindro una cosa straordinaria. “The Crunge” è tratto da Houses of the Holy del 1973 ed è nota come una canzone in stile James Brown con un insolito tempo in 5/4. Si tratta di una canzone piuttosto particolare ma che Plant ama tantissimo.
“È davvero un pezzo molto bello e quello che suona Bonzo è fantastico, soprattutto la grancassa. Il suo contributo è davvero molto coerente ed estremo allo stesso punto e purtroppo davvero sottovalutato. Ci sono tanti mood diversi in quello che suona, bastava al tempo mettere solo una parte riempitiva di batteria. Ma quando ha iniziato a suonare…”. Inutile dire che Robert era innamorato del lavoro di Bonzo
https://youtu.be/h6tVzrfnEXQ
https://youtu.be/bG8qNqdixdE
Led Zeppelin 1975-03-12 Long Beach Arena CA
The Crunge
01. Intro-Rock and Roll
02. Sick Again
03. Over The Hills And Far Away
04. In My Time Of Dying
05. The Song Remains The Same
06. The Rain Song
07. Kashmir
08. No Quarter
09. Trampled Underfoot
10. Moby Dick
11. Dazed & Confused
12. Stairway To Heaven
13. WHole Lotta Love(Featuring The Crunge)
14. Black Dog
15. Heartbreaker
Uno dei migliori e più viscerali spettacoli del 1975! Il suono è nitido e basso e aggiunge davvero allo spettacolo. La sequenza di numeri di apertura è brutale e veloce e questa potrebbe essere una delle migliori versioni di No Quarter di sempre! È selvaggio e le improvvisazioni sono eccellenti. In My Time Of Dying era dedicato a Bob Dylan: "Una vecchia canzone di lavoro. Molto tempo prima che il signor Zimmerman l'ascoltasse al Village negli anni Sessanta". Il motivo per cui The Song Remains The Same è stato ripetuto è che Jimmy Page ha rotto una corda. Trampled Underfoot si muove come gli affari di nessuno e Dazed And Confused, dedicato stasera a Roy Harper 🙂 Ovunque tu sia Roy, non restare in quello stato troppo a lungo! "), È una gloriosa versione del 1975 in pieno volo. lo spettacolo e le inesorabili e sorprendenti inclusioni nei bis concludono uno spettacolo che sembra leghe avanti rispetto all'indolenza della sera prima!
La seconda notte della band a Long Beach inizia con un breve soundcheck prima che il Rock and Roll esploda. La pagina esplode negli assoli di chitarra durante un sanguinante Sick Again. Accenna brevemente a White Summer all'inizio di Over the Hills and Far Away. In My Time of Dying è devastantemente pesante. La chitarra di Page si interrompe all'inizio di The Song Remains the Same, facendo sì che la band smetta di suonare e ricominci dopo una breve pausa. Bonzo martella la sua batteria con incredibile intensità mentre le dita di Page sfrecciano sulla tastiera alla velocità della luce. Un Kashmir straordinariamente epico è dedicato a "chiunque abbia divorziato oggi". Le pareti dell'arena tremano sotto il potere del fragoroso attacco della banda. Una prestazione eccellente, una delle migliori finora.
No Quarter è preceduto da un'introduzione inquietante al piano elettrico. Pagina assoli selvaggiamente mentre Bonzo e Jones esplorano un ritmo jazz ottimista durante l'eccezionale sezione strumentale. Una performance davvero sorprendente. Sfortunatamente, la canzone viene tagliata durante la strofa finale. Page si muove freneticamente durante l'assolo di chitarra durante un frenetico Trampled Underfoot. Plant presenta Dazed and Confused come "il primo climax che abbiamo raggiunto insieme" prima di dedicare la canzone a un assente Roy Harper. L'interludio di Woodstock è brutalmente pesante. La band è assolutamente in fiamme durante la sezione di assolo / allenamento di chitarra. Bonzo si agita selvaggiamente contro qualsiasi cosa a portata di mano mentre Page esplode in una furiosa cascata di note. L'implacabile assalto sonoro minaccia di distruggere l'equipaggiamento del tapering. La frenesia raggiunge il suo apice con l'esplosivo outro jam. Una performance fenomenale, una delle migliori finora.
Prima di Stairway to Heaven, Plant dice alla folla "le vibrazioni sono davvero buone stasera, sono migliori della scorsa notte ... troppi rossi", aggiungendo "quando arriveremo al Forum, dovremmo essere alle stelle!" Page offre un fantastico assolo di chitarra, uno dei migliori nella memoria recente. Mentre la band torna sul palco, Plant guida la folla in un canto di buon compleanno in onore del loro avvocato Steve Weiss. Il funky freakout di Theramin durante Whole Lotta Love presenta un'eccellente interpretazione di Licking Stick-Licking Stick in aggiunta al solito intermezzo di The Crunge. La pianta è al top della forma durante un ribelle Black Dog. Heartbreaker presenta un eccezionale intermezzo blues I'm a Man tra gli assoli di chitarra. Una performance davvero sorprendente. Devo sentire.
https://youtu.be/bG8qNqdixdE
https://youtu.be/h6tVzrfnEXQ
https://youtu.be/0kTg4QhUwuE
the crunge
il brano suonato da Bonzo più amato da Robert...
Led Zeppelin, Robert Plant: “Ho amato la batteria di John Bonham nella canzone…”
Robert Plant ha ammesso di aver amato alla follia la batteria di John Bonham in una canzone molto specifica. In realtà, siamo sicuri che il cantante ami davvero molto quasi tutte le canzoni dei Led Zeppelin che presentano un assolo solista di John Bonham. Sappiamo che il batterista era spesso solito a lasciarsi andare a spinte soliste all’interno dei dischi e soprattutto nei live. Bonzo amava dimostrare quanto fosse abile e creativo nel suonare la batteria, uno strumento che non ha mai avuto una spinta solista così marcata come la chitarra elettrica. E se nel tuo gruppo hai Jimmy Page a far gli assoli, non si è fortunatissimi. Ma John Bonham si faceva valere eccome.
Robert Plant ha detto: “Vado spesso ad ascoltare alcune cose degli Zeppelin e a emozionarmi, e io pensavo che ormai mi sarei annoiato. ‘Kashmir’ e ‘The Song Remains The Same.’ sono canzoni praticamente create dal batterista. Bonzo non suonava facendo casino , come facevano praticamente tutti i batteristi in quel periodo. È quello che non ha effettivamente suonato che ha trasformato John Bonham nella leggenda che tutti raccontano e parlano adesso, non solo quello che ha effettivamente fatto. Penso che Jimmy Page e John Bonham fossero molto affini a ciò che si suonava e si capivano al volo“.
Ma allora quale è la canzone dei Led Zeppelin in cui John Bonham ha dato il meglio di sè, secondo Robert Plant? Il cantante del gruppo ha definito il pezzo “The Crunge” come la canzone che vede John Bonham dare il suo 200% tirando fuori dal cilindro una cosa straordinaria. “The Crunge” è tratto da Houses of the Holy del 1973 ed è nota come una canzone in stile James Brown con un insolito tempo in 5/4. Si tratta di una canzone piuttosto particolare ma che Plant ama tantissimo.
“È davvero un pezzo molto bello e quello che suona Bonzo è fantastico, soprattutto la grancassa. Il suo contributo è davvero molto coerente ed estremo allo stesso punto e purtroppo davvero sottovalutato. Ci sono tanti mood diversi in quello che suona, bastava al tempo mettere solo una parte riempitiva di batteria. Ma quando ha iniziato a suonare…”. Inutile dire che Robert era innamorato del lavoro di Bonzo
santina giaimi
le mie anime in blu...
Il colore è un mezzo per esercitare un influsso diretto sull’Anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’Anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che con questo o quel tasto porta l’anima a vibrare.
ROBERT PLANT: "QUANDO NON CI SARÒ PIÙ I MIEI FIGLI DOVRANNO PUBBLICARE TUTTO IL MIO ARCHIVIO GRATIS PER I FAN"Il leggendario frontman dei Led Zeppelin conferma la sua grandezza di rockstar dimostrando l'amore per la musica e per il suo pubblico
in un’era in cui i cataloghi dei grandi nomi del rock vengono venduti per milioni di dollari, la scelta di Robert Plant di regalare un giorno la propria musica ai fan è una dimostrazione della sua grandezza.
io lo amo quest'uomo..è l'essenza di quello che dovrebbe essere la Vita e il senso di vivere di ognuno di noi..
e il mio pensiero corre alla altra parte di me..
quell'anima meravigliosa che avrebbe fatto lo stesso
se avesse avuto attorno a lui,persone che lo amavano davvero e non per i suoi soldi..e delle quali lui si fiidava
e che invece ,ancora da morto ,ne vogliono trarre profitto sfruttando la sua umanità e talento..
Led Zeppelin Charlie Rose Interview 2012 (full version)
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25 maggio 1969
Columbia
MD
NOI
Merriweather Post Pavilion
Train Kept a Rollin ', I Can't Quit You Baby, Dazed and Confused, White Summer / Black Mountainside, Babe I'm Gonna Leave You, You Shook Me, How Many More Times, Whole Lotta Amore.
L’unica volta in cui Who e Led Zeppelin condivisero il palco
Una rara doppia fattura con i Led Zeppelin e gli Who - l'unica volta che ciò si sarebbe verificato. Il bis ha caratterizzato un'altra prima apparizione di Whole Lotta Love . Esistono alcune riprese del backstage in 8 mm di entrambe le band insieme, così come una clip della performance di Zep.
"Il set di Zeppelin durava a lungo, tuttavia, e uno sfortunato membro dell'equipaggio degli Who era stato incaricato di spostare le cose." Avevo il compito non invidiabile di lanciare Zeppelin fuori dal palco ", ricorda Jeff Wolff. 'è uscito, e c'era il coprifuoco, quindi stavo dicendo:' Devo farti scendere! ' Ho dovuto staccare la spina, altrimenti non saremmo mai andati avanti! "(Da Anyway Anyhow Anywhere - The Complete Chronicle of The Who: 1958-1978, di Andy Neill e Mark Kent).
Gli Who stavano cavalcando il successo iniziale di Tommy quando suonarono al Merriweather Post Pavilion a Columbia, MD, il 25 maggio 1969. Ad aprire lo spettacolo fu una band inglese relativamente nuova il cui primo album era stato pubblicato nel gennaio di quell'anno: Led Zeppelin .
La troupe degli Who ha dovuto staccare la spina da Zep quando il loro set di otto canzoni, che includeva "Dazed and Confused" e "Train Kept A-Rollin '" e "Babe I'm Gonna Leave You", è andato oltre il suo programma È ora di evitare che lo spettacolo dell'headliner superi il coprifuoco.
Il nome dei Led Zeppelin era scritto male sui biglietti ("Lead"), che costavano solo $ 5,75 - anche un vero affare in quei giorni. Ironia della sorte, uno dei poster originali dello spettacolo (in cui "Led" era corretto) è stato venduto per più di $ 9.000 nel 2010.
Una rassegna stampa di Zep quella sera ha dato alla futura band superstar un tiepido commento: "E sebbene il chitarrista Jimmy Page si sia dimostrato ancora una volta un bravo musicista, non c'era molto altro da dire sull'atto come un totale. Lui e il cantante Robert Plant si sono lanciati in innumerevoli trasgressioni di giochi tonali di domande e risposte, più favorevoli alla noia che al languore indotto musicalmente ".
Il debutto omonimo dei Led Zeppelin era stato rilasciato a gennaio ed erano passati ancora cinque mesi prima che i Led Zeppelin II arrivassero. Era la seconda volta che i Led Zeppelin suonavano "Whole Lotta Love" dal vivo (ascoltalo sotto). Era stato registrato quello stesso mese e sarebbe stata la traccia principale del secondo album della band, diventando un singolo d'oro al quarto posto che li ha aperti in America.
Uno sguardo a 10 dei migliori momenti vocali dell'iconico cantante con la sua leggendaria band
Legendary Led Zeppelin frontman Robert Plant ha recentemente rivelato che ha istruito i suoi figli a offrire il suo vasto archivio di musica inedita da tutta la sua carriera gratuitamente una volta che esce questo mondo. Ma non agitatevi nella vostra siepe, fan: per quanto ne sappiamo, il Golden God è ancora in ottima salute e la sua voce leggendaria rimane intatta.
L'iconico cantante è universalmente considerato uno dei più grandi cantanti rock da decenni. Al tuo prossimo tea party, se le chiacchiere si attenuano, poni la domanda: "Chi è il più grande cantante rock di tutti i tempi?" E il nome di Plant verrà sicuramente fuori.
Mentre sta ancora andando forte come artista solista, la discografia di Plant con i Led Zeppelin può superare (o almeno eguagliare) qualsiasi altro atto nella storia dell'hard rock. E uno degli elementi chiave dell'enorme successo degli Zeppelin sono state le potenti pipe del loro frontman, che vanno dalla voce dorata di un angelo al glorioso urlo di una banshee.
Quindi, con Plant che annuncia questa generosa offerta del suo materiale inedito ai suoi fan in futuro (e speriamo che sia molto lontano nel futuro), è un bel momento per compilare un elenco di 10 canzoni dei Led Zeppelin che mostrano la sua meraviglia vocale.
10. "Nel mio tempo di morire"
Con tutto questo parlare improvviso della mortalità di Plant, probabilmente ha più senso dare il via alle cose con questa piccola canzoncina (in realtà, fai quella lunga canzoncina) di Physical Graffiti . Ma a parte gli scherzi, la voce di Plant cambia marcia verso la fine della melodia (a partire dalle 8:20, per la precisione), quando inizia a offrire improvvisazioni vocali attorno alla frase ripetuta, "Oh mio Gesù".
https://youtu.be/scpqae3P7Dg
Con tutto questo parlare improvviso della mortalità di Plant, probabilmente ha più senso dare il via alle cose con questa piccola canzoncina (in realtà, fai quella lunga canzoncina) di Physical Graffiti . Ma a parte gli scherzi, la voce di Plant cambia marcia verso la fine della melodia (a partire dalle 8:20, per la precisione), quando inizia a offrire improvvisazioni vocali attorno alla frase ripetuta, "Oh mio Gesù".
09. “Kashmir”
Come parte del concerto tributo di Ahmet Ertegun alla O2 Arena di Londra il 10 dicembre 2007, Plant si è riunito con i membri sopravvissuti dei Led Zeppelin - il chitarrista Jimmy Page e il bassista John Paul Jones - insieme al figlio di John Bonham, Jason, per un set completo. E come sentito durante questa performance di "Kashmir", Plant è rimasto in ottima forma vocale quasi 40 anni dopo l'album di debutto degli Zep.
08. "Tesoro, ti lascio"
Sebbene il debutto omonimo degli Zeppelin fosse pieno zeppo di blues rock e crudo, ci sono stati alcuni momenti in cui gli allora emergenti hanno mostrato il loro lato sensibile, specialmente su questa cover di un brano reso famoso da Joan Baez (originariamente scritto di Anne Bredon). Ma la band non è riuscita a rimanere in silenzio a lungo, e quando il volume viene alzato, Plant è sicuramente a voce alta.
07. “Oltre le colline e lontano”
Plant potrebbe essere stato al culmine dei suoi poteri vocali intorno alle inebrianti Houses of the Holy era di Zep , e "Over the Hills and Far Away" è una bella vetrina vocale, specialmente quando colpisce con decisione il suo registro acuto mentre entra nella serie della canzone di “Molte” righe.
06. "Stordito e confuso"
Vuoi una prova che Plant è sempre stato un cantante eccezionale? Che ne dici di questo classico filmato del cantante come un giovane ragazzo di 20 anni - completo della famosa sezione chiamata e risposta Plant/Page nel mezzo (che alla fine si estenderebbe a durate molto più lunghe in concerto, a la quasi 30 versione di un minuto su The Song Remains the Same ).
05. “Andare in California”
Plant è senza dubbio uno dei più grandi "urlatori" del rock, ma "Going to California" mostra l'altrettanto impressionante lato più morbido del cantante. La sua performance vocale semplicemente sublime in questa versione dal vivo del 1975 della canzone è assolutamente da ascoltare (e vedere).
04. "Immigrant Song"
"Ah-aaah, ah!, Ah-aaah, ah!" Alcune canzoni possono essere identificate come la nascita dell'heavy metal (mi vengono subito in mente “Born to Be Wild” degli Steppenwolf, la versione di “Summertime Blues” dei Blue Cheer e “Black Sabbath” dei Black Sabbath). Anche se "Immigrant Song" degli Zep è arrivato un po' di tempo dopo i suddetti brani (1970), è comunque una voce degna, in quanto è stata una delle prime canzoni rock in cui un cantante cantava dal punto di vista di un dannato vichingo!
03. "Black Dog"
C'è una canzone degli Zeppelin più sensuale di "Black Dog"? Probabilmente solo un altro (di cui parleremo presto). La voce a cappella di Plant è presente in tutto il numero, che vanta un altro famoso vocalismo degli Zep: "Ah ah, ah ah, ah ah, ah ah, ah ah, ah ah, ahhhhh".
02. “Scala per il paradiso”
Non può essere una sorpresa che "Stairway to Heaven" arrivi in cima alla lista. Come accennato in precedenza, gli Zep hanno avuto i suoi momenti più tranquilli, ma poche volte sono riusciti a scrivere una melodia che combinasse sia l'acustica folk che il rock con gli amplificatori a manovella (anche se questa versione dal vivo è tutta elettrica). E come previsto, Mr. Plant non ha problemi ad adattarsi vocalmente a entrambi i lati della medaglia stilistica.
01 "Tutto l'amore di Lotta"
Per quanto riguarda quella canzone che trasudava ancora più sessualità di "Black Dog", offriamo la versione completa in studio di "Whole Lotta Love" (in particolare la sezione "orgasmica" di Plant, e la parte verso la fine in cui dichiara, "LOOOOOOOOOVE" ). Questo è Robert Plant nei panni del Golden God dei Led Zeppelin in tutta la sua gloria.
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