lunedì 3 maggio 2021

CARLO VERDONE INTEVISTA E INCONTRA EX ZEPPELIN ROBERT PLANT E JIMMY PAGE

 CARLO VERDONE INTEVISTA E INCONTRA EX ZEPPELIN ROBERT PLANT E JIMMY PAGE




Intervistarli fu una grande emozione. Mi concessero 40 minuti, agli altri 10/15 minuti, forse perché avevo preparato domande non da giornalista. L’attore e regista romano possiede più di 22.000 vinili, e della sua collezione va fierissimo. “Sono fan delle grandi rockstar, come Jimmy Page che ho intervistato a Milano. Mi ha regalato una foto autografata (che ha messo sotto vetro, oltretutto, ndr). Anche Robert Plant ho incontrato, è stato molto gentile con me“.
“Intervistarli fu una grande emozione. Mi concessero 40 minuti, agli altri 10/15 minuti, forse perché avevo preparato domande non da giornalista. Ed erano sorpresi che un attore- regista fosse così appassionato. Mi impressionò l’altezza di entrambi e le dita lunghe e fini di Page: sembravano le dita lunghe di un bambino. Furono gentili, e generosi verso alcuni colleghi, in particolare verso Gary Moore, e mi ripeterono che senza Muddy Waters sarebbe successo assai poco. Rimproverai scherzosamente Page di non avermi concesso “Don’t Leave Me This Way” nell’album con David Coverdale: quest’ultimo fu gentile e mi diede l’ok, ma Jimmy Page no. Fece ricadere la colpa sul suo editore e mi diede numeri di telefono e indirizzi vari per chiedergli suoi brani. Una volta gli scrissi: mi rispose, fu molto signore, erano solo complimenti e saluti”.
“Led Zeppelin II mi ha sconvolto“, disse nel corso della trasmissione I Miei Vinili su Rai Tre. “Già il primo mi era già piaciuto moltissimo. Plant lo trovavo stranissimo ma mi piaceva tanto, Bonham mi piaceva, ma soprattutto Jimmy Page. Ho comprato il secondo album. Appena è partito il disco sono rimasto sconvolto. Quando ho bisogno di di energia metto ‘Whola Lotta Love‘ e…chi la batte? Energia pura. Il distorsore di Page era nuovo, potente. Questo brano riassume, secondo me, quello che sono stati i Led Zeppelin. Stessa cosa detta anche da Jimmy Page“.
“C’è la gran voce, portata al massimo, di Robert Plant, un assolo di batteria di John Bonham e un lavorone di John Paul Jones. Bonham è stato il più grande batterista rock del mondo, e resterà tale. Io ho visto praticamente quasi tutti i rock più importanti del mondo, solo loro non li ho visti. E questa rimane una macchia. Resterà una macchia“.
Una delle cose di cui va più fiero è “Led Zeppelin III” autografato da Jimmy Page. Come raccontato sulle pagine del Corriere della Sera, “una volta mi rubarono il Led Zeppelin 3, che mio padre mi aveva portato dalla Francia con una copertina diversa. L’ho ritrovato su Facebook, ho cercato di ricomprarlo ma il proprietario si è inalberato, ho lasciato perdere“.
“Una Band come i Led Zeppelin è unica e irripetibile. L’epoca d’oggi è molto confusa e questa confusione si concretizza molto bene in quello che ascoltiamo. C’è voglia di stupire ma poco, pochissimo sentimento. Gli Zeppelin avevano entrambe le cose“.Carlo Verdone..
VERDONE SI TOGLIE LA MASCHERA DI ATTORE COMICO E MOSTRA LA SUA ANIMA ROCK 2. AL SOMMO CHITARRISTA ERIC CLAPTON CHE DICHIARA CHE “NON C'È NULLA CHE MI PIACCIA DEI LED ZEPPELIN”, IL BATTERISTA CARLO RISPONDE CON UNA LETTERA A DAGOSPIA 3. “E’ UN VIZIO SENILE QUELLO DI STRONCARE I TUOI COMPAGNI DI VIAGGIO CON UNA SUFFICIENZA DI RARA PRESUNZIONE. COME DIRE: DOPO DI ME IL NULLA. E’ OVVIO CHE LE TUE PAROLE NASCONO DOPO IL GRANDE TRIBUTO DI OBAMA AI LED AL KENNEDY CENTER HONORS… “ 4. BOTTA FINALE: “L’ETÀ TI HA PORTATO AD UN’ARIDITÀ CREATIVA ASSOLUTA. IL TUO PUBBLICO SEMBRA ORA ESSERE QUELLO DELLO SPORTING CLUB DI MONTECARLO DAI 70 IN SU”1. CLAPTON: "NON C'È NULLA CHE MI PIACCIA DEI LED ZEPPELIN"
Antonio Lodetti per "Il Giornale" -http://www.dagospia.com/.../eric-clapton-in-blues-e-la...
I gruppi preferiti di Eric Clapton sono The Band (i sodali di Bob Dylan guidati da Robbie Robertson) e i Los Lobos. Per il rock blues (o l'hard rock) inglese, venuto dopo di lui, non ha molta simpatia, per lo meno per i Led Zeppelin. «Non c'è nulla che mi piaccia dei Led Zeppelin. Anzi, non è stato semplice dissociarsi dai paralleli politici fatti tra noi e loro. Questo tra l'altro è uno dei motivi per cui ho lasciato i Cream».LETTERA DI CARLO VERDONE A DAGOSPIA
Caro Eric, ancora oggi ti considero uno dei più grandi chitarristi viventi. Per classe, gusto e pulizia del suono. Ma questa tua ossessione della "purezza" nel blues francamente comincia ad annoiare l'ascoltatore. L'età ti ha migliorato assolutamente la voce, ti ha portato a sfidare i grandi vecchi del blues in modo eccellente, ma ti ha portato anche ad un'aridità creativa assoluta.
Non sei mai stato un vero compositore è vero, ma non è saggio e tantomeno sincero bollare i Led Zeppelin come "un gruppo assolutamente non interessante". E' un vizio senile quello di stroncare i tuoi compagni di viaggio con una sufficienza di rara presunzione. Che equivale a dire: dopo di me il nulla.
E' ovvio che le tue parole nascono dopo il grande tributo di Obama ai Led al Kennedy Center Honors... Addirittura dici di non trovare nulla, proprio nulla di interessante nella discografia degli Zeppelin! Eric, ma ce sei o ce fai? ... Io dico che ce fai.Ci deve essere un grande senso di invidia da parte tua e del tuo ex bassista Jack Bruce, che l'anno scorso se ne uscì con la frase più infelice ed idiota a proposito dei Led Zeppelin: "Gli Zeppelin? Il nulla. Il migliore è morto'' (riferendosi al batterista John Bonham). Inutile leggere i commenti su quel sito inglese a quella frase. Fu coperto di insulti al punto tale che la sua dissennata intervista fu oscurata dopo 12 ore. Tanto che dovette ammettere in una seconda intervista: "Sì, sono un invidioso!!!".
Altre pernacchie nei commenti. Queste mie righe, scritte di getto, nascono dal profondo rispetto verso uno dei primi cinque chitarristi al mondo: Jimmy Page. E a quegli appassionati che hanno acquistato nei soli States 51 milioni di dischi con una media di 17 milioni a pezzo. Tutti ignoranti questi acquirenti?
Page va tutelato, rispettato e ringraziato per tutto quello che ci ha dato nella sperimentazione, nel furore creativo, nel suono sporco, nei suoi straordinari riff. Nel non ripetersi mai! E non ti è affatto secondo. Perché sperimentava, osava, rischiava.E quando voleva, sapeva anche affiancarti, e forse superarti, nei toni a te congeniali, come in "Since I've Been Loving You". Prendiamo atto di questa tua palese invidia competitiva e ti lasciamo, dopo aver ascoltato le ennesime cover di "Old Sock" e del mediocre "Back Home" al tuo pubblico. Che sembra ora essere quello dello Sporting Club di Montecarlo dai 70 in su.
Sempre con grande stima, perché continuo ad ascoltarti fino a "Pilgrim", ma con preghiera di minor presunzione
Carlo Verdone

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