martedì 5 ottobre 2021

19..ROBERT PLANT LA PIù GRANDE VOCE DEL ROCK E NON SOLO...INTERVISTE e CITAZIONI VARIE anni 70 80 90 anni 2000


 Robert Plant, un’intervista

Incontro con Robert Plant a King’s Cross, Londra. Travolti dalle dune del deserto.
Il Water Rats di Londra è una famosa venue che fa da trampolino di lancio alle giovani bands inglesi ancora in rodaggio ,ma già conosciute e attive sulla complessa scena odierna della capitale inglese.
Il cinque agosto scorso entro nel torrido pub munita di un Cranberry per sopravvivere e di tutta l’attenzione per ascoltare tre bands della kermesse Monto, organizzata all’interno del locale per tutto il mese .
Vicino all’ingresso scorgo il passo inconfondibile, lento e un po’ sciamanico di Robert Plant, per l’occasione con la folta chioma legata in una coda, l’elastico nero attorno ai ricci e quindi meno riconoscibile. Mi sorride all’entrata e insieme a due delle sue pr si appoggia al bancone dell’affollato bar per bere un piccolo bicchiere di vino bianco. Mi avvicino e lo ritrovo disponibile a chiacchierare e raccontarsi; raccolgo così riflessioni a sorpresa sulla scena di oggi, ricordi della scena di ieri e piccole rivelazioni sul suo futuro musicale .
D- Robert, non voglio tediarti, ma complimenti per quei 5 grammys dello scorso inverno con Alison Krauss. Molto meritati. SO che tutti ti avranno detto la stessa cosa ,ma Raising Sand ha aperto una strada nuova che mi ha ammaliato
R-Grazie! Alison Krauss è una ragazza divertente e… (si punta il dito indice alla mente come per dire che lei è una ragazza pensante)… non so come dire… clever !
D-Ho ascoltato la band dal vivo a Parigi e Londra e mi ha colpito lo spirito d’avventura nella rilettura dei brani. Un disco percorso su una strada non battuta, piena di curve. Avventura, rockabilly ed esotismo arabo.
R-Quello sempre. Specie in Nothin’ a un certo punto abbiamo scoperto una soluzione spettacolare per trasformare un lamento di un cantautore del sud degli Stati Uniti in un lamento vicino alle mie corde. Ah eri a Londra?
D-SI.Stai lavorando al secondo album con Alison Krauss e t bone ora ?
R-Quello è una possibilità. Ora sto pensando al mio prossimo progetto solista, che mi vedrà impegnato dal prossimo novembre. Quest’anno ho partecipato al lavoro di Buddy Miller che è qualcosa di diverso da Raising Sand ma sempre legato alla Roots music;
D- L’ho ascoltato, un buon connubio, anche con Buddy ! Dunque sai già cosa farai prossimamente , niente riposo?
R-Non mi riposo, sto pensando. Sì… un progetto solista con una band di musicisti dal Marocco
D-Niente Strange Sensation nel futuro?
R-No. All moroccans (nda risponde con una spiritosa smorfia della bocca, un mezzo sorriso e gli occhi che ridono alla mia sorpresa compiaciuta. È divertito e orgoglioso)
D-Il MArocco è il tuo Eden. Dai viaggi del 73 e 75 con i Led Zeppelin al 94 con No Quarter insieme a Jimmy Page al Festival del deserto del 2003 fino alle collaborazioni arabeggianti con Justin Adams . Kashmir in fondo era deserto marocchino e Achille’s Last Stand un riferimento al monte Atlas .
R-Con Adams abbiamo unito la storia della musica antica araba di cui lui si nutre all’elettronica; è il momento di proseguire su questa strada ed estremizzarla; una voce rock e tutti marocchini.
D-Ad Abu Dhabi per il Womad la collaborazione con Adams è sfociata in una notte interessante in cui Whole lotta love diventava araba. Forse un po’ troppo per i puristi dei Led Zeppelin ma a mio avviso intrigante
R-La vita va avanti e le canzoni evolvono con te, crescono con te come un bambino; erano anni di fuoco, in tutti i sensi. Un mondo lontano che non esiste più e oggi non avrebbe più senso, per certi versi ridicolo. Sto pensando. Vediamo che ne esce.
D-Questa sera suonano tre giovani band. Io sono qui per ascoltare i Sons of Albion, all’inizio ero solo curiosa ma hanno un suono ipnotico. Spero facciano presto il loro album, hanno molto materiale
R- Oggi per una band all’inizio la situazione è terribile. Quando suonavamo noi , ora ho sessant’anni ti parlo degli anni sessanta, una band aveva a disposizione un paio d’ore in una sera e al massimo in un locale si esibivano un paio di band a notte , si aveva il tempo per entrare nell’atmosfera e farsi conoscere, fare davvero vedere ciò di cui si era capaci. Oggi suonano una carrellata di gruppi a sera e mezz’ora non è davvero nulla per potersi esibire, si riesce a malapena a scaldarsi in quel lasso di tempo e appena cominci ad entrare nel groove, devi salutare e lasciare spazio al gruppo successivo. E’ semplicemente terribile. In più, in Inghilterra il rock è meno trendy della musica Indie, infatti Usa e Giappone son più sensibili ai gruppi rock anche dal punto di vista discografico
D-Sai già ovviamente cosa suonerai Al Rockwell, il concerto benefico organizzato per la sera dell’11 settembre alla O2 di londra?
R-SI… qualcosa di totalmente diverso. È un evento, qualcosa di unico per quella sera. Sarà una sorpresa.
D-Sai ho scoperto uno dei miei gruppi preferiti ai tuoi lives?
R-Ah si?
D-Orange Blossom! Sono meravigliosi, un gruppo fra elettro music e pura tradizione algerina , con un violinista tipo Paganini e una cantante dalle corde magiche
R-Oh loro sono magnifici, di grande talento.
D-Ho entrambi i loro album
R-Io ho solo covers, mi han dato solo covers. Credo che la ragazza ora abbia un nuovo gruppo , ha suonato anche a Londra. Sono fantastici.
D-Una musica con cui puoi farti l’ipnosi, si entra in trance. Quando Borrough parlava di gnawa e poteri magici della musica forse immaginava già gli Orange Blossom!
R-Hanno una forza e un’energia uniche.
Sorride , e si accalora parlando di musica marocchina, la sua rinascita nel 2000 è dovuta al calore e alla magia di questa terra che ama con passione, profondità e rispetto. Dai colori agli odori alle scale musicali, ama tutto e si intuisce che è liberatorio poter lavorare con musicisti di quella terra che ha il colore dell’ambra e una musica che Robert anche in passato ha definito “sabbiosa”, dedicandole il brano Takamba del cd Mighty Rearrenger, riferita ai movimenti ritmici del cammello , mentre in Tin Pan Valley ricreava lo stato di trance .Oggi come ha svelato sta mettendo tutte le sue energie creative ,praticamente incrollabili, nel nuovo progetto con i musicisti berberi.
D-Ho visto Waterhouse in mostra alla Royal Academy. Preraffaeliti e Marocco uguale Led Zeppelin
R-Adoro William Blake. Un visionario.
Per Achille’s last stand, si univano forze diverse: il Marocco, il flamenco e i versi di Blake appunto.
D-Robert grazie per questa chiacchierata.
R-CI vediamo a fine serata…ora andiamo dentro ad ascoltare.
Vestito di jeans, t shirt nera e boots neri con fibbia e punta arrotondata non più country, Robert Plant si avvia verso la venue e si appoggia al secondo bancone senza bere assolutamente nulla. IL suo spirito avventuroso e curioso lo tiene incollato lì fino alla fine del concerto e poi sparisce con pr al seguito nel backstage dove a porta aperta lo si vede gesticolare animatamente coi gruppi e i discografici presenti, con il consueto sorriso e il viso aggrottato in un ‘espressione concentrata e appassionata. Esce dopo una buona mezzora nel mezzo della sala , vicino all’ingresso e saluta tutti gli amici, per la verità un gruppetto ristretto di pr, discografici e amateurs, con schiette pacche sulle spalle e occhiolini ironici. Sta per uscire stavolta con la chioma sciolta e semibagnata,il caldo è crescente e molto umido, e lo saluto a mia volta.
D-Robert posso darti la buona notte?
Si volta, e si ferma sulla porta fissandomi con un sorriso mascherato. Non dice niente, e io gli tendo la mano e dico “buonanotte, al prossimo concerto”.Tace per qualche secondo, sorride,con uno sguardo diretto e schietto, quasi disarmante. Comincio a chiedermi cosa fare in tre secondi che sembrano molto più lunghi. A quel punto mi da un bacio con uno slancio che quasi mi rovescia all’indietro, e sorridente mi dice “Questo è buona notte”, sparendo nella sera londinese appena cominciata.
Roberta Guiducci

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Robert Plant: "Nessuno avrebbe potuto prendere il posto di Bonham. Impossibile!
https://www.loudersound.com/.../robert-plant-no-one-could...
Robert Plant: "Nessuno avrebbe potuto prendere il posto di Bonham. Impossibile!
È una giornata piovosa e nuvolosa del settembre 1982. Ho appena terminato un'intervista con Robert Plant sul suo primo album solista post-Led Zeppelin, Pictures At Eleven, e siamo fuori dal Blakes Hotel a South Kensington a condurre una sessione fotografica improvvisata con Ross Halfin.

A dispetto del suo status di dio del rock inavvicinabile, Plant è disponibile e collaborativo. Si mette in questa e quella posizione, accovacciato in basso, allungandosi in alto, facendo sentire il mio corpo fragile e rigido al confronto.

Tuttavia, Plant deve scusarsi per non essere stato in grado di raddrizzare un braccio per uno scatto particolare - l'eredità di quell'incidente automobilistico a Rodi nell'agosto 1975 quando lui e sua moglie Maureen furono gravemente feriti, che lasciò Plant costretto sulla sedia a rotelle per un po' di tempo. e che ha causato una pausa inaspettata nella carriera dei Led Zeppelin. Plant si rimbocca la manica e fa una smorfia mentre mi mostra le sue cicatrici.

Troppo presto è finita e ci salutiamo. Come gesto d'addio presento a Plant una foto che ho di lui che si esibisce in un recente concerto low-key da Dudley JB's, nel cuore del suo amato Black Country.

https://youtu.be/n_7abjQe3J0
"Caro oh caro!" lui piange. “Guarda le borse sotto gli occhi. Ti dirò perché è così: lo spettacolo è stato due giorni dopo il mio compleanno. Stavo per iniziare a tornare sobrio. E quell'acconciatura! Mi ero appena tagliato i capelli. Sembra che indosso un soufflé".

Al momento giusto, Halfin tira fuori una copia del suo libro fotografico The Powerage e torna all'ultima pagina. Ecco, c'è una foto di Plant nei suoi classici giorni da cintura urlante con i capelli lunghi, mentre saltellava sul palco con gli Zeppelin a Knebworth. Non puoi fare a meno di confrontare le foto del cantante al Dudley JB's e al festival nel 1979, e confrontare l' ora con l' allora .

"Mi firmi il libro?" chiede Halfin, impetuoso. Ma Plant è fin troppo disponibile e scrive, con notevole enfasi: «A Ross. Sta migliorando! Roberto.' Plant va a restituire il libro, ma non riesce a staccare lo sguardo dallo scatto di lui sul palco con Zep.

I suoi occhi si restringono, la sua fronte si increspa e dice: “Oh, non lo so. Devo farmi crescere di nuovo i capelli?'
Riflette un attimo e alla fine esclama: “Sì, perché no. Al diavolo!»
Come un soufflé, Robert Plant nel 1982 (Credito immagine: Getty Images)
Torna indietro di un paio d'ore prima. Plant è appoggiato alla reception del Blakes Hotel. Telefono in mano, sta borbottando qualcosa sul tentativo di acquisire una copia del nuovo singolo di Billy Fury Love Or Money “per Jimmy”.

Rispetto al suo sgargiante personaggio dei Led Zeppelin, quello che mi sta davanti è un Plant più maturo e sottilmente cambiato. I capelli sono corti, il suo viso è un po' segnato e il suo modo di vestire (tuta kaki con zip e stivali da baseball bianchi sbrindellati) è piuttosto anonimo.

Ci aggiorniamo al ristorante del seminterrato. Plant apre la strada a un annesso appartato che ovviamente aveva riservato per l'occasione. Ci sediamo su cuscini bassi e morbidi e Plant versa il tè e offre dei biscotti. Sul tavolo di fronte a lui ci sono una copia di Fear & Loathing In Las Vegas di Hunter S. Thompson , un nastro di Roy Harper e un pacchetto di sigarette Winston mezzo finito.

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È uno scenario "vissuto", e mi viene in mente che oggi Plant deve aver fatto un'intera serie di interviste; che sono solo un'altra faccia sfocata sul nastro trasportatore giornalistico.

"No, in realtà sei la prima persona con cui ho parlato", rivela Plant con un accento delle Midlands sorprendentemente caratteristico.

“Non è troppo disperato,” commento.

“No, non c'è disperazione. Non proprio."

Il tuo album Pictures At Eleven ha ricevuto buone recensioni. Ti ha sorpreso?

Mi aspettavo di ricevere una martellata da tutti. Non so davvero perché, perché sono orgoglioso di quello che ho fatto. Ma c'è stato così tanto impegno in passato quando ho provato davvero tanto, e ho pensato che non ci fossero molte possibilità che l'album fosse ben accolto.

Sicuramente i tuoi anni con gli Zeppelin devono averti reso immune alle scorie?

Questo è diverso: ora sono fuori da solo. Potrei dire che le persone dicevano alle mie spalle: "Ecco, ha finito, non se ne occuperà affatto". Per tutto il tempo che ho lavorato a Rockfield, nessun estraneo ha sentito il disco. Ma sapevo cosa stava succedendo, stava solo migliorando sempre di più.

La cosa più sorprendente è stata che così tante persone sono state contente per me quando hanno finalmente ascoltato il disco. Persone che conosco da anni, persone che gestiscono club nel Black Country. Hanno sentito la cosa e hanno annuito con la testa e hanno sorriso. Mi hanno dato la loro approvazione silenziosa, ed è semplicemente fantastico.

Mi conoscono da così tanto tempo che non mi lanceranno improvvisamente foglie di palma ai piedi.

Quanto tempo fa hai iniziato a registrare Pictures At Eleven ?

Lo scorso settembre [1981]. Cozy [Powell, uno dei due batteristi dell'album, l'altro è Phil Collins] è tornato da dovunque fosse. Era andato a fare immersioni, o manicotti o pesce, non ricordo. Ma comunque, era lo scorso settembre e abbiamo posato Slow Dancer e Like I've Never Been Gone .

https://youtu.be/QibiJtk10s8
E hai pubblicato l'album questo luglio [1982]. Dieci mesi: è una svolta piuttosto rapida per gli standard degli Zeppelin.

Sì... infatti abbiamo fatto le prime due tracce che ho citato in circa un giorno e mezzo. C'è così tanto dramma in Slow Dancer . È così cupo – e c'era così tanto da dimostrare, soprattutto dal mio punto di vista. Doveva solo essere giusto.

Cosa hai sentito esattamente di dover dimostrare?

Volevo solo essere responsabile di qualcosa che era in quel genere. Se non scriverò mai più niente del genere... volevo solo che fosse così ancora una volta. Bevetene un po', allora! E ha funzionato con successo.

Quando esattamente hai deciso di andare da solo e registrare il tuo album?

Beh... ovviamente ero seduto sul mio culo dopo che avevamo perso John [Bonham]. Stavo pensando: "Cosa succede dopo?" Non ne avevo proprio idea.

Ovviamente c'erano gli Honeydrippers e tutto il resto, che andavano in giro per i club a suonare roba da Otis Rush, ma è roba vecchia. Era ovvio che sarebbe dovuto uscire qualcosa che avrebbe alimentato la mia brama... di... dramma se vuoi, di umore, per espandere l'umore oltre a cantare Stormy Monday - che, per inciso, ho fatto molto bene da JB a Dudley per tre settimane fa.

Sì. Qualche giorno fa un fotografo locale ci ha inviato una tua foto sul palco lì.

Infatti il ​​fratello di Bonzo, Micky, ha filmato il concerto ed è davvero divertente. Avevamo appena provato... ma è stato grandioso per Robbie [Blunt, il chitarrista di Plant], perché da quando è stato registrato il disco sono circolate varie voci, persone che dicevano: “No, non esiste davvero; non è Robbie, è Jimmy.»

Bene, lasciatemi mettere le cose in chiaro una volta per tutte: Robbie Blunt è una persona a sé stante e non è Jimmy Page.

Non vedo davvero come la gente possa pensarlo; Non credo affatto che Robbie suoni come Jimmy. Sono come gesso e formaggio. Jimmy è molto aggressivo nel suo approccio...

Hai provato consapevolmente a fare in modo che Pictures At Eleven non suonasse come i Led Zeppelin?

Come puoi immaginare, ho fatto un milione di sforzi per cercare di creare il mio suono personale. A metà della cosa mi sono fermato e ho detto a Benji l'ingegnere, un ragazzo che era con noi da anni con gli Zeppelin, l'uomo della PA, gli ho chiesto: “È vicino? Perché se è vicino ci fermiamo!” E lui ha detto: "Oh no, l'umore è completamente diverso".

Stavo solo cercando di allontanarmi il più possibile... ma poi di nuovo puoi solo allontanarti così lontano. Volevo lasciare gli Zeppelin così com'erano e... tirare le redini un po' a destra.

Ci sono somiglianze, ovviamente, ma questo deve essere dovuto al fatto che sto cantando e scrivendo, ed è così che ho cantato e scritto dall'inizio dei tempi. Visto che abbiamo pensato in bianco e nero, davvero.

Solo per la cronaca, i Led Zeppelin sono morti e sepolti, vero?

Dopo aver perso John, abbiamo rilasciato una dichiarazione in tal senso, ma tutti l'hanno interpretata come ambigua. Non riesco nemmeno a ricordare la formulazione di esso ora. Ma no, non ha assolutamente senso. Nessun punto. Ci sono certe persone di cui non fai a meno nella vita, non tieni le cose per il gusto di farlo. Non c'è uno scopo funzionale per far andare avanti le cose. Per comodità di chi? Nessuno, davvero.

Nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di John. Mai e poi mai! Impossibile. Ascolto roba degli Zeppelin adesso e mi rendo conto di quanto fosse importante John. Quando ha suonato la batteria era proprio lì con la mia voce o qualunque cosa stesse facendo Pagey... non avresti potuto trovare nessuno con lo stesso tipo di ingrediente per far decollare la band come ha fatto John.

Per tutta la merda che ha colpito il fan tutte quelle volte... ne siamo usciti tutti insieme dicendo: "Non ci interessa - prendi questo!" E non inizi ad andare avanti con persone che non ne facevano parte. Impossibile.

Tutto ciò esclude qualsiasi tipo di collaborazione con Jimmy Page o John Paul Jones in futuro?

È sempre stato difficile collaborare con Jonesy perché non ha mai ascoltato i testi. Parlavo di una canzone e lui diceva: “Ora, quale canzone sarebbe? E io direi: "Sai, quello su Presenza ". E diceva: "Scusa, non conosco i titoli, in che chiave era?" Sospiravo e dicevo: "Non ne ho idea, Jonesy".

Ma... mi mancano. E mi manca molto Jimmy. Ma siamo amici da anni e anni, e abbiamo avuto una relazione che si basava su determinati standard. Sebbene siamo totalmente dissimili, totalmente diversi, sapevamo esattamente fino a che punto portarci l'un l'altro. Quando stai con un ragazzo da 14 anni ti mancano naturalmente certe parti, musicalmente e dal punto di vista della personalità. Ma c'è ancora molta strada da fare prima che smetta di cantare, e in questo momento mi sto divertendo molto con i miei ragazzi.

Quando andrai in tour per promuovere i Pictures At Eleven , di che dimensioni suonerai?

Non posso suonare in posti come il Birmingham NEC. L'unico gruppo che ho visto venire abbastanza bene è stato quello dei Dire Straits, e ho visto parecchie persone, inclusi Dylan, David Bowie e Foreigner. Quel numero di concerti è un po' fuori posto ora, almeno in Gran Bretagna. Voglio dire, quando gli Zeppelin suonarono a Earls Court nel 1975 il suono era orrendo, ma c'era una specie di slancio furioso per l'intero concerto che ci ha tirato avanti.

Non credo di avere il tipo di pubblico che riempirebbe comunque il NEC. Non so come mi trovo nello schema delle cose, davvero.

In confronto ai tuoi giorni 'reclusivi' degli Zep, sembri essere molto più aperto e disponibile ora.

Questo perché sono pronto a lavorare, sono pronto a uscire e sono pronto a stare in piedi ed essere contato. Per me tutto è facile a meno che tu non lo rendi difficile. E qual è il punto di essere difficile quando la musica dovrebbe essere un mezzo di espressione e contatto? Musicalmente, gli Zeppelin non erano al sicuro, ma avevamo un tale seguito che praticamente tutto era accettato... tranne che la gente voleva sempre Dazed & Confused e non voleva Fool In The Rain .

È molto divertente in questo momento, molto divertente. Imparo cose nuove ogni giorno, incontro tutti i tipi di nuove persone nel settore e li sorprendo tutti, perché tutti pensavano che fossi una specie di demone.

Ti piacciono ancora i villaggi gallesi e tutto il resto? Bron e Aur…

Bronnari.

È così che lo pronunci? me lo sono sempre chiesto.

Sì, mi piacciono ancora. Ma li guido molto velocemente.

Questo articolo è apparso originariamente su Classic Rock #102.
https://youtu.be/b2FHDW5Frwc 


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Durante l'ultima intervista fatta pochi giorni fa Robert ha detto:
"Ultimamente ho visto molto di più Jimmy" di recente, abbiamo visto un nostro amico che non sta molto bene, ed è come se fossimo di nuovo in fratellanza. Mi aspetto altre occasioni del genere."
È possibile che Plant e Page abbiano visitato insieme l'ex tour manager dei Led Zeppelin Richard Cole in ospedale. Robert è stato fotografato mentre lo visitava all'inizio di quest'anno.
"Non ho mai sperimentato, e probabilmente non lo farò mai, la presenza di un musicista così grande ed eloquente", ha detto Plant di Page nell'intervista ricordando la registrazione del quarto album dei Led Zeppelin.



Robert Plant ha "visto molto di più Jimmy Page ultimamente"
Robert Plant ha detto in una nuova intervista che ha recentemente visto più di Jimmy Page e ha detto che sembrava "come se fossimo di nuovo la fratellanza".
Plant, Page e John Paul Jones hanno parlato con Mojo Magazine per una storia di copertina nella sua edizione di dicembre 2021 che segna il cinquantesimo anniversario dell'uscita del quarto album senza nome dei Led Zeppelin.
"Ho visto molto di più Jimmy ultimamente", ha detto Plant nell'intervista. “Recentemente abbiamo visto un nostro amico che non sta molto bene, ed è come se fossimo di nuovo la confraternita. Sto cercando altri eventi del genere."
È possibile che Plant e Page abbiano visitato insieme l'ex tour manager dei Led Zeppelin Richard Cole in ospedale. Plant è stato fotografato mentre lo visitava all'inizio di quest'anno.
Durante l'intervista, Plant ha anche discusso di come testimoniare insieme a Page nel processo sui diritti d'autore dei Led Zeppelin del 2016 negli Stati Uniti su "Stairway To Heaven".
"È stato surreale", ha detto Plant a Mojo Magazine. «Team TV mobili, squadre SWAT sotto l'edificio. Ma almeno ha dato a Jimmy e a me l'opportunità di parlare".
"Non ho mai sperimentato, e probabilmente mai lo farò, la presenza di un musicista così grande ed eloquente", ha detto Plant di Page nell'intervista ricordando la registrazione del quarto album dei Led Zeppelin.
Nonostante la relazione apparentemente migliorata tra Plant e Page, né Page né Jones hanno detto che hanno intenzione di ascoltare il prossimo secondo album di Plant con Alison Krauss .
"Sono un po' curioso, ma non lo comprerò", ha detto Jones. "Trasmetto un sacco di cose ma non ascolto rock'n'roll."
"Non uso Internet", ha detto Page, "quindi non ho nulla su cui ascoltare".
Jimmy Page ha accennato alla musica inedita dei Led Zeppelin
Altrove nell'intervista, a Page è stato chiesto se ci sono outtakes inediti dal quarto album dei Led Zeppelin.
"Forse alcuni dei mix di Sunset Sound", ha detto, prima di aggiungere con una risata. "Potrei mettere qualcosa nel mio testamento per dire che possono uscire per il centesimo anniversario dell'album."
Secondo quanto riferito, Page ha trascorso parte del blocco a convertire nastri analogici in file musicali digitali. "Alcuni di questi risalgono a molto tempo fa", ha detto.
E per quanto riguarda il prossimo album solista di Page, a lungo promesso, Page era meno sicuro che negli anni precedenti sui piani per più musica da solista. "Mettiamola così, finché ho il polso c'è ancora la possibilità di un altro album solista di Jimmy Page."




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