Alda Merini ♡
La nostra epoca è una gigantesca bolla di solitudini.
e aggiungo di superficliatià ignorante..e dilagante..
♫♫♫.•*¨`*•..¸☼ ¸.•*¨`*•.♫♫♫
Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu - statua, ma io - volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno - è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.
------------------------
La meta non è arrivare: è navigare; contro il tempo, malgrado il tempo, a favore del tempo, nonostante il tempo, in mezzo al tempo.
e navigar mi è dolce in questo mare..
La mia gola brontola sempre come una fossa di vecchi leoni, eppure là in mezzo vive una musa che canta divinamente.
Alda Merini
Buongiorno anime belle...
..bisognerebbe ascoltarle più spesso..Le Muse...
ma abbiamo perso quel senso
si preferisce altro..come se questo altro ci donasse dignità..
prevale l'egoismo del prima io
poi se voglio ..arrivi tu..
io voglio essere libero ma a discapito di Voi
vecchi egoismi grigi che non hanno mai trovato una scatola di matite colorate...
..bocche piene di "libertà,libertà,libertà," ma che della libertà non ne conoscono l'embrione...
La gente dice: "È matto." Oppure: "Vive in un mondo di fantasia." O ancora: "Come può confidare in cose prive di logica?" Ma il guerriero continua ad ascoltare il vento e a parlare con le stelle...
(Paulo Coelho)
-------------------
Ah! godetevi la giovinezza finché l’avrete. Non sprecate l’oro dei vostri giorni a ascoltare i noiosi, cercando di migliorare un fallimento inevitabile, o gettando la vostra vita agli ignoranti, agli ordinari, ai volgari. Questi sono i traguardi malsani, i falsi ideali della nostra epoca. Vivete! Vivete la vita meravigliosa che è in voi! Niente di voi vada perduto. Siate sempre alla ricerca di nuove sensazioni. Non abbiate paura di niente…
purtroppo vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte delle persone esiste, questo è tutto.
Buongiorno, principessa! Stanotte t’ho sognata tutta la notte, s’andava al cinema, e avevi quel tailleur rosa che ti piace tanto, non penso che a te principessa, penso sempre a te!
--------------
"Un'altra amicizia mi si è sbriciolata tra le mani, Lloyd"
"Molto bene, sir"
"Come molto bene, Lloyd..."
"Perché non era un'amicizia, sir"
"Come fai a saperlo, Lloyd?"
"Ciò che è prezioso come il diamante, non può essere fragile come vetro scadente, sir"
"Io a quel vetro mi ero affezionato, però"
"Ma sempre vetro sarebbe rimasto, sir"
"Non tutte le rotture vengono per nuocere, insomma"
"Alcune, sir, vengono per rivelare"
Vita con Lloyd
Buongiorno anime belle
"io sono quella degli anni 70...dieci anni ma con la luce negli occhi e nell'anima, quelle pagliuzze liber e scintillanti ,che ancora mi porto dentro e mi rendono fiera, orgogliosa e felice di dire ..io c'ero..ho contribuito in qualcosa"
Lella..
Io sono anni '70, quando a scuola andavi rigorosamente a piedi, col panino a olio, i capelli con la fila di lato e fuori l' istituto non c' erano i rappresentanti dei genitori.
E neanche i Suv in terza fila.
Io sono anni '70 quando la domenica a pranzo era obbligatorio preparare 'o rraù ch' e ziti spezzati, e fare un assaggio a metà mattinata sulla fettina di pane.
Io sono anni '70 e quando si andava a casa di qualcuno non si toccava niente, si diceva sempre "grazie" e "permesso" e non ci si intrometteva nei discorsi dei grandi.
Anzi ci si sorbiva in silenzio i pizzicotti dolorosi sulle guance: " comme s' è fatto gruooosse...".
Io sono anni '70 quando c' era solo mamma Rai 1, e la TV era bella, interessante e intelligente, in bianco e nero, il carosello e la nanna, la radio con Rino Gaetano ed i grandi cantautori.
Io sono anni '70 col juke box una canzone 50 lire e 3 100 lire, i flippers luminosi e nessuna slot machine.
L' album dei calciatori Panini, i 45 giri, la fiat 850, ciao cream, ed il super Santos, l'idrolitina, le feste in casa, i dolci e la pizza della mamma che profumavano, come il caffè, il palazzo intero...
Io sono anni '70 e la nonna a casa era una istituzione, come un capo tribù Sioux. Augh!..
Io sono anni '70 quando la nostra palestra di vita era la strada : mosca cieca, la cavallina, la campana, 'e cinche préte, acchiapparélla, 'o sottammùro, e figurine, e palline americane... e siamo sopravvissuti anche senza Amuchina. Incredibile... al massimo 'nu poco e póvere e penicellina...
Al tramonto la mamma ti chiamava dal balcone, doccia e cena, tutti insieme. E si mangiava senza opzioni di menù. E che fame...
Nostalgia? Sono stati anni meravigliosi, e quelli della mia generazione lo sanno...
Web.
Good morning beautiful souls
"I am the one of the 70s ... ten years but with the light in my eyes and in my soul, those free and sparkling specks that I still carry inside me and make me proud, proud and happy to say .. I was there ..I contributed something "
Lella ..
I am the '70s, when you went to school strictly on foot, with an oil bun, your hair with a row to the side and outside the institute there were no parents' representatives.
And neither are the SUVs in the third row.
I am in the 70s when on Sunday lunch it was compulsory to prepare 'o rraù ch' and ziti broken, and to taste the slice of bread in the middle of the morning.
I'm from the 70s and when you went to someone's house you didn't touch anything, you always said "thank you" and "permission" and didn't interfere in the speeches of the grown-ups.
On the contrary, we silently sipped the painful pinches on the cheeks: "comme s' è fatto gruooosse ...".
I am the 70s when there was only mother Rai 1, and the TV was beautiful, interesting and intelligent, in black and white, the carousel and the sleep, the radio with Rino Gaetano and the great songwriters.
I am from the 70s with the juke box a song 50 lire and 3 100 lire, the bright pinball machines and no slot machine.
The Panini footballers' album, the 45 rpm, the fiat 850, ciao cream, and the super Santos, the hydrolithin, the house parties, the cakes and the mom's pizza that smelled, like coffee, the whole building. ..
I am 70s and the grandmother at home was an institution, like a Sioux tribal chief. Augh! ..
I am the 70s when our gym for life was the street: blind fly, the horse, the bell, 'e cinche préte, acchiapparélla,' or sottammùro, and stickers, and American balls ... and we survived even without Amuchina . Incredible ... at most nu little and pover and penicellin ...
At sunset your mom would call you from the balcony, shower and dinner, all together. And she ate without menu options. And how hungry ...
Nostalgia? Those were wonderful years, and those of my generation know it ...
Web.
Oggi alla fine del giorno il tramonto posò le sue perle sui fini e neri capelli della sera e io le ho nascoste come una collana senza filo dentro il cuore.
(Rabindranath Tagore)..
.questi sono invasati..deliranti...
e per me sono fascisti..perchè fascismo non è solo attaccare con violenza ,sfasciare e rompere..è l'estrema razio..
.
Il fascismo eterno predilige pilotare gli istinti del cosiddetto “popolo” e detesta i principi del pensiero critico. L’età della Ragione – cioè l’Illuminismo – viene vista come l’inizio della depravazione moderna.
La cultura è contro il popolo. Il sospetto verso “chi ha studiato” ,verso la scienza e la conoscenza, comprende il
Il razzismo che è la chiave di volta per ogni sistema fascista o parafascista, che insegue il consenso esasperando la naturale paura nei confronti della differenza. Il primo appello di un movimento simil-fascista è contro gli intrusi, prima di tutto gli stranieri o coloro che sono percepiti come estranei (rom, ebrei, omosessuali, dissidenti, ecc.).
. La frustrazione sociale e individuale è usata come lievito dall’autoritarismo. Infatti una caratteristica comune anche a tutti i “vecchi” fascismi è stato l’appello a classi sociali in difficoltà per qualche vera o presunta crisi economica o umiliazione politica.
Il nazionalismo diventa il collante per coloro che si sentono privi di un’identità sociale. Il fascismo eterno cerca di convincerli del fatto che la loro qualità fondamentale è quella di appartenere a un “popolo” che ha radici in un unico Paese. Quindi, per consolidare questa “identità”, occorre avere sempre nemici: minoranze, stranieri, presunte caste e ipotetici complotti sovranazionali. Gli adepti devono sentirsi circondati e, ovviamente, la xenofobia è il mezzo più semplice per garantire questa sensazione.
Il pacifismo è collusione col nemico ed è cattivo perché la vita è un conflitto permanente per difendere Nazione, identità e tradizione.
Il cosiddetto popolo è concepito come un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna grande quantità di esseri umani può esprimere all’unisono una volontà comune, il leader è il loro interprete. Oggi non servono più le vecchie adunate oceaniche; c’è la grande piazza del web in cui la risposta emotiva di alcuni può essere presentata come la “voce del popolo”.
La morale? Il nazionalpopulismo e l’autoritarismo antidemocratici, tipici del fascismo eterno, mutano e si riproducono. Siccome viviamo in un’epoca in cui, in Italia e altrove, il terreno sembra ben concimato, ecco che un "certo pensiero" ricompare, è evidente che il fascismo non è sparito nel 1945
----------------------
“Alcune cose sono belle per quel che sono. In quel preciso momento. Che durino minuti, ore, giorni o mesi, non importa.
Non sono belle per quello che potrebbero diventare.
Per il luogo da cui arrivano...sono belle lì, in quel momento perché sono così. Sospese.
Appena sfiorate”
J. L. Borges
′′ Ti chiameranno pazza ′′ perché lo sei, perché sei nata con il dono di vedere le cose in un altro modo e questo li spaventa.
Ti chiameranno ′′ intensa ′′ perché lo sei, perché sei nata con il valore ben indossato per permetterti di sentire tutto pienamente e questo li intimidisce.
Ti chiameranno ′′ egoista ′′ perché è così, perché hai scoperto di essere la cosa più importante della tua vita e questo non gli conviene.
Ti chiameranno in molti modi, con molti giudizi, per molto tempo, ma resta ferma in te e in quello che vuoi, e ti prometto che un giorno ti chiameranno per dirti: ′′ Grazie di esistere ".
A. Jodorowsky
----------------------
„La luce è come il respiro, ci rendiamo conto dell'importanza che riveste solo quando non c'è. In un certo senso, è la forza di capire le cose senza doverle toccare.“
cit.
Non aver paura della grandezza: alcuni nascono grandi, alcuni la conquistano e alcuni la ricevono dall’alto
..me ne vado per mar lontani...terre di fuoco e ghiaccio..
fragori di tuono.. vero il Valhalla
Vichinghi, versate l'idromele nei corni, perché è tempo di celebrare Vetrablót, il sacrificio d'inverno!
Con questa celebrazione, gli uomini del nord salutavano l'arrivo della stagione fredda, sacrificando agli dèi affinché la rendessero più mite e ringraziandoli per il raccolto.
Dopo il blót, o sacrificio, il sangue degli animali sacrificati veniva usato per tingere di rosso l'altare e per aspergere i presenti, quindi la carne veniva bollita e preparata per il banchetto.
Nella Saga di Hakon il Buono viene descritto come, durante i banchetti, si brindasse in onore di Odino, per la vittoria in battaglia e per il re, quindi di Njord e Freya per la prosperità e la pace.
La Stirpe di Frey - Heimskringla: Cronache dei Re del Nord
E se si ascolta con molta attenzione
La melodia alla fine ti raggiungerà
Quando tutti sono uno e uno è tutti
Per essere saldi come roccia e non rotolare via
And it makes me wonder
e Il fatto che esista un'autostrada per l'inferno e solo una scala per il cielo, la dice lunga sulla quantità di traffico che ci si deve attendere.
perciò..it makes me wonder..mi voglio meravigliare..
ho bisogno di meraviglia
Sarò pure un bambino io ma se ti vedo senza sorriso, prendo un colore e te lo disegno
Il sorriso è un sogno che ce l’ha fatta.
Lella..
Musa sincera e fedele amica
angelo dalle grandi ali
protettive
sai, nel momento del mio
abbandono fiducioso
fra le tue braccia
spezzare catene
scavarmi dentro
e far parlare a ruota libera
i miei silenzi.
Sei nocchiera impavida
che naviga sulle onde
impetuose
delle mie Emozioni
giorno e notte
curando ferite.
Muta alleata del Tempo
riesci a frantumare
la corazza di anime vigorose
o i cristalli di fragili anime
appassite
e conduci la tua esistenza
senza fissa dimora.
Doni intensi battiti
al cuore
vibranti carezze
all'anima
struggenti sospiri ai pensieri.
Con i tuoi grandi occhi puri
offri frequenti scintille
alle paure e ai rimpianti
ai sogni e ai desideri.
A volte urlando e denunciando
altre volte
malinconicamente sospirando
sempre ammaliando.
Musa alla quale costantemente
anelo
resta con me , non abbandonarmi
proteggimi per sempre
accarezzando
i momenti di solitudine
con il saggio tuo sorriso.
--------------------
Incontrare una fata è facile. Il difficile è riconoscerla… le fate sono strane, impalpabili, sorprendenti. Appaiono e scompaiono nel trambusto delle nostre vite. A volte ci prendono per mano e ci accompagnano per un tratto di strada. Chi dice che non esistono non ha saputo vederle e ascoltarle.
Quando si parla di Fate, si pensa subito a una buona signora con l’abito azzurro lungo fino ai piedi, un cappello a cono sui capelli biondi e una bacchetta magica pronta a soddisfare ogni desiderio: è così che questi famosissimi personaggi vengono raffigurati nei libri di fiabe e nelle storie per bambini.
Ma le Fate autentiche sono un’altra cosa. Ce ne sono di bionde, brune, di giovani e di vecchie, di belle e di brutte, di eleganti e di straccione, e quanto al carattere… meglio stare attenti, perché nessuno è più imprevedibile di una Fata. E niente è più pericoloso del suo cattivo umore.
In tempi lontani, quando era facile incontrarne qualcuna tra gli alberi di una foresta o in fondo a una grotta, gli uomini badavano a non offenderle e addirittura le evitavano perché sapevano bene di avere a che fare con creature quasi onnipotenti, imparentate con le Dee e le Ninfe dell’antichità.
Tra le “bisnonne” delle Fate troviamo, infatti, le Moire, ossia le divinità greche che decidevano la sorte degli uomini: la prima, Cloto, filava il filo del destino, la seconda, Làchesi, lo misurava, e la terza, Atropo, lo tagliava. Figlie di Zeus, le tre Dee – che i Romani chiamavano Parche – venivano raffigurate come donne vecchie e cenciose, ed è proprio da loro che discendono le famose Fate Madrine riunite attorno alla culla dei neonati; si pensi alla Bella addormentata nel bosco, e si ricordi che oltre a Fauna, Flora e Serenella, anche Malefica era una Fata… incavolata, ma pur sempre Fata!
Altre antenate illustri sono le Fatue – compagne dei Fauni e capaci di predire il futuro – le Matres, dee galliche, che assistevano alla nascita dei bambini e decidevano del loro futuro, e le Norne, ossia le Moire scandinave.
Ognuna di queste creature soprannaturali ha regalato qualcosa di sé alle Fate, fino a farle diventare quelle che conosciamo: donne immortali dotate di incredibili poteri, che vanno e vengono tra il mondo segreto e senza tempo e il nostro.
La parola “Fata” deriva, con tutta probabilità dal latino Fatum, che vuol dire destino. Le tre Parche venivano infatti chiamate Tria Fata, oppure Fatae.
Le Fate inglesi, invece, si chiamano Fairies, un nome che però viene usato per indicare anche creature di altro genere, come gli Elfi, gli Gnomi, i Folletti e così via. In Irlanda e in Scozia, dove si parla Gaelico, il nome delle Fate è Daohine Shide – o semplicemente Shide – che vuol dire “Gente delle colline”.
Le Fate hanno la capacità di mutare dimensioni e aspetto e si divertono a mostrarsi agli uomini nei più strani travestimenti; si ricordi quella gran burlona della Fata della Bella e la Bestia, che era solo un tantino permalosa. Le Fate sono in genere bellissime ed eternamente giovani, risplendono lievemente al buio e amano portare ricchi gioielli e abiti sontuosi, lunghi fino a terra per mascherare una delle loro caratteristiche: molte di loro, infatti, hanno zoccoli di capra o di cerva al posto dei piedi.
Ci sono, tuttavia, anche Fate del tutto insensibili al fruscio della seta e al luccichio delle gemme: le timide e solitarie abitatrici delle foreste indossano semplici tuniche verdi o bianche – il bianco è il colore preferito delle Fate – oppure abiti fatti di foglie e di fiori freschi, quando non vanno in giro coperte soltanto dai loro lunghissimi capelli.
Le più modeste fra tutte restano le Fate anziane, simili a tranquille nonnette vestite di grigio, senza alcuna pretesa di eleganza; ma attenzione a non sottovalutarle, perché il loro aspetto dimesso nasconde quasi sempre poteri straordinari.
Esistono, specialmente nei paesi orientali, anche Fate brutte o grottesche, con pelli scagliose, lunghi denti oppure seni così lunghi che si possono buttare indietro, sopra le spalle.
Non sempre le Fate sono buone e generose come ci si aspetterebbe: è vero che spesso intervengono per premiare i buoni e punire i cattivi, ma non si può negare che siano terribilmente inclini a fare i dispetti, lunatiche e persino crudeli.
Il loro peggior difetto è sicuramente quello di essere permalose e vendicative. Basta un nonnulla per scatenare la loro collera, con conseguenze disastrose per chi ha avuto la disgrazia di offenderle.
La maggior parte delle Fate, inoltre, ama mettere il naso nelle faccende umane; alcune prendono sotto la loro protezione una singola persona o una famiglia intera, e dispensano consigli, aiuto e favori. E poi ci sono le Fate che si divertono a giocare scherzi più o meno maligni, invitando gli uomini a visitare le loro case, offrendo loro grandi ricchezze che, il mattino dopo si saranno trasformate in gusci di lumache e foglie secche. Attenzione, inoltre, alle vecchie mendicanti o alle donnette che domandano aiuto per trasportare un fascio di legna: spesso sono Fate travestite, decise a mettere alla prova la bontà umana; chi le tratta gentilmente verrà premiato, ma chi le respinge o le insulta riceverà una tremenda punizione.
Poco amanti dei contatti con gli uomini e perfino con le loro stesse sorelle sono, invece, le Fate silvestri, quelle che si nascondono nel folto dei boschi e che custodiscono piante e sorgenti; chi le sorprende mentre si specchiano in un laghetto o mentre si riposano sul muschio le vedrà fuggire all’istante, seccate per l’intrusione.
Si è detto che le Fate sono creature dai poteri sconfinati, ma spesso il potere di una fata è legato a un oggetto che le permette di compiere magie ed incantesimi. Di solito si tratta di una bacchetta, ma anche di un anello, di un velo o di uno scrigno, senza i quali la Fata tornerebbe ad essere una donna come le altre. Perdere simili oggetti o lasciarseli rubare è quindi per loro un’autentica sciagura; ed è proprio in questa occasione che gli uomini possono rendersi utili, ritrovandoli. Il premio sarà adeguato al favore reso. Chi poi fosse tentato di tenere per sé l’oggetto magico, non si illuda: nelle sue mani umane non funzionerebbe.
Ma approfondiamo un momento il discorso sulle dimore delle Fate. Nessuno meglio di loro è capace di arredare una casa in modo confortevole: quelli che sono stati invitati nei loro palazzi e castelli, o che sono riusciti ad entrarci di soppiatto, raccontano che mobili lussuosi, tende di seta e preziosissimi tappeti abbelliscono salotti e saloni, camere da letto e immense stanze da pranzo, dove spesso suona un’orchestra invisibile. Eppure, a guardarle dall’esterno, nessuno direbbe che le case delle Fate siano così sontuose: a volte somigliano a capannucce cadenti, a volte a modeste fattorie. Ma a farle sembrare tali è, ovviamente, un incantesimo, destinato ad ingannare solo gli
occhi umani.
Ancor più spesso, però, le Fate scelgono di costruire le loro case nelle viscere di una montagna o di una collina. E allora solo l’imboccatura di una grotta o una fenditura nella roccia segnalano a un occhio esperto l’esistenza delle magnifiche dimore sotterranee. Esemplare è il caso della reggia della Fata Pari-Banu nelle Mille e una notte, nel bel mezzo di una terra arida e desolata, cui si accedeva attraverso una grotta.
Tra le case fatate più “segrete” ci sono, naturalmente, quelle invisibili: castelli meravigliosi – come quello della Dama del Lago del ciclo arturiano – che sorgono in cima a un monte, nel mezzo di una foresta o in fondo a un lago, ma si lasciano vedere dagli uomini solo se le loro padrone lo desiderano, oppure appaiono dal nulla in certe notti dell’anno.
Chiunque trascorra qualche ora nelle dimore delle Fate si accorgerà, una volta uscito, che nel mondo degli uomini sono passati, in realtà, molti e molti anni; come accade nella fiaba giapponese di Urashima Taro. Questo perché nei luoghi fatati il tempo scorre lentissimo, o è addirittura immobile.
Il luogo fatato più difficile da raggiungere è senza dubbio l’Isola Vagante, che cambia continuamente posto e, come una zattera, si sposta sulla superficie dei mari e degli oceani, simile a un miraggio che i marinai riescono appena a intravedere e che subito sparisce. Laggiù è sempre primavera e chi vi approda non invecchia mai e guarisce da ogni ferita – come avvenne per Re Artù, ferito mortalmente nella battaglia di Camlann nella lotta contro Mordred; che fu posto su una chiatta dalla sorellastra, la Fata Morgana e portato sull’isola, dove riacquistò la salute – e da ogni malattia. Per questo gli Irlandesi la chiamano Tir Nan Og, ossia la “Terra della gioventù”; che altri non è che l’Isola di Avalon: visto che in bretone e in cornico – una lingua celtica – il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval, l’Isola di Avalon dovrebbe significare, quindi, “l’Isola delle mele”, che la ricollega direttamente al Giardino delle Esperidi e, in un certo modo, all’Eden.
Si racconta come quest’isola appaia agli uomini di notte, una volta ogni sette anni, e che solo deponendo sulla spiaggia un oggetto di ferro – materiale ritenuto in grado di vanificare gli incantesimi prodotti da elfi, fate e streghe – o accendendovi un fuoco, si eviterà che la Terra della Gioventù scompaia o si sposti.
Le Fate sono tutte donne, e se vogliono sposarsi e avere figli devono trovare un marito tra gli uomini. In genere sono loro a chiedere la mano dello sposo, promettendogli di portarlo nei loro castelli, dove il tempo non passa mai e si resta giovani per l’eternità, E non è proprio il caso che il prescelto si azzardi a rifiutare, perché gliene succederebbero di tutti i colori, oppure verrebbe rapito senza complimenti. Altrettanto spesso, però, una Fata riluttante viene costretta al matrimonio da un uomo che si è impadronito di un oggetto magico che le appartiene, senza il quale la poverina perde tutti i suoi poteri. E infine può accadere che la bellissima creatura accetti di sposare colui che l’ha aiutata in un momento di difficoltà, conquistata dal suo coraggio e dal suo disinteresse.
Che le nozze si facciano per amore, oppure per forza, c’è comunque da scommettere che non dureranno a lungo: i matrimoni tra Fate e mortali sono quasi sempre destinati a fallire, perché la sposa ha l’abitudine d’imporre al marito condizioni stravaganti, come quella di non essere vista in un certo giorno della settimana, o di non essere chiamata per nome. Appena lo sposo, per curiosità o per distrazione, infrange il divieto, subito la sposa sparisce – come accadde allo sfortunato cavaliere Raimondo con la Fata Melusina – per non tornare mai più. La sparizione è altrettanto immediata quando la moglie ritrova l’oggetto magico che le era stato rubato, nascosto in qualche angolo della
casa: anche se nel frattempo si è affezionata al marito umano e ai figli avuti da lui, non saprà resistere alla tentazione di tornare nel suo mondo.
Perché le Fate amano in modo particolare gli animali, e spesso li usano come “esca” per chiamare a sé gli uomini. Può succedere ad esempio che uno splendido cervo dalle corna d’oro si faccia inseguire a lungo da un cacciatore, che ad un tratto si ritroverà nel folto del bosco e vedrà apparire una dama bellissima. Altre volte, invece, sarà un uccello dalle candide piume, oppure una farfalla, o addirittura un magnifico unicorno ad attirare un uomo o una ragazza verso la Signora della Foresta che vuole incontrarli.
Servitori e amici fedeli delle Fate, gli animali hanno con loro un legame profondo: molte Fate si trasformano esse stesse in animali in alcune occasioni o giorni specifici dell’anno e in quei momenti perdono i loro poteri, correndo gli stessi rischi di un animale autentico. Gli uomini che le aiutano in queste circostanze, guadagneranno la loro eterna gratitudine e grandi ricompense.
Un’antica leggenda racconta che alcune Fate usano trasformarsi in animali grazie a un abito fatto con le piume o la pelliccia della bestia prescelta; quando poi si spogliano della veste magica, riprendono il loro vero aspetto.
Ma anche tra le Fate e la vegetazione c’è un rapporto molto stretto: non solo gran parte di esse preferisce abitare nei boschi, ma tutte, indistintamente, sono protettrici delle piante, dei fiori e degli alberi, e ne conoscono le virtù medicinali. I palazzi e i castelli fatati, inoltre, sono circondati da giardini meravigliosi, dove fioriscono in ogni stagione tutti i fiori del mondo e dove crescono alberi che danno frutti d’oro e di pietre preziose, o mele prodigiose che fanno restare eternamente giovani.
E per cancellarvi completamente lo stereotipo di Fata come creaturina dolce e benevola – e traumatizzarvi retroattivamente l’infanzia – vi lascio con alcuni esempi di Fate davvero indimenticabili… come la Leanhaun Shee – che deriva dal gaelico scozzese “leannan Sìth”, ovvero “concubina del Sidhe” (il Sidhe è il “Popolo dei tumuli”) – che vivrebbe sotto terra in piccoli aggregati costruiti in grotte sotterranee.
La Leanhaun Shee viene di solito descritta come una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri o rossi, con occhi penetranti e dal corpo sinuoso e formoso; apparirebbe ad ignari viaggiatori solitari, contadini e boscaioli offrendosi come musa ispiratrice per convincerli a diventare artisti – scrittori, poeti, pittori, scultori ecc. – in cambio della loro devozione. Quest’attrazione del neo artista verso la sua “musa” lo condurrà lentamente ed inesorabilmente alla follia e ad una morte prematura.
La Baobhan-Sith, invece, è una deliziosa fatina inglese vestita di verde, che fa innamorare di sé gli uomini e poi si nutre del loro sangue. Una volta sazia, prende la forma di un corvo grigio e vola via. La si può riconoscere dai piedi di cerva – come quelli sfoggiati da Katy Perry nel video E.T. al minuto 4.33 – di solito nascosti dalla lunga veste.
Altre simpatiche fatine sono le Fenettes che vivono presso il lago Lemano, in Svizzera; sono piccole, bionde e lanciano continuamente richiami e grida. Chi le vede muore entro l’anno…
E concludiamo la carrellata con le Vily o Villi, Fate bellissime che si possono incontrare tra le montagne e i boschi dei paesi slavi. Queste Fate sono estremamente famose grazie al balletto Giselle, della metà del XIX secolo – ideato da Théophile Gautier, musicato da Adolphe-Charles Adam e coreografato da Jean Coralli e Jules Perrot.
L’autore fu ispirato dalle pagine del romanzo De l’Allemagne di Heinrich Heine; impressionato dalla suggestività dei luoghi descritti e soprattutto della Saga delle “Villi” – dalla radice slava Vila che significa Fata – nome con il quale, nella mitologia dei popoli slavi, si designano gli spiriti di giovani fanciulle morte infelici perché tradite o abbandonate prima del matrimonio. Vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, ogni notte vagano in cerca dei loro traditori e li costringono, con l’aiuto di rametti di vischio apparentemente magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento o fino a che, totalmente indeboliti, non vengono gettati in un lago nelle loro vicinanze. Alla morte del rispettivo traditore, le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore. Nel libro di Heine, inoltre, le Villi provano un irrefrenabile desiderio e amore per la danza, aspetto che contribuì a fare di questa leggenda la fonte di ispirazione del balletto.
Penso che le persone che non riescono a credere nelle fate, non vale la pena conoscerle.
Le fate non sono elfi, sono donne che hanno imparato a volare, credendo nei propri sogni.
----------------------
Il nero contiene tutto. Anche il bianco. Sono di una bellezza assoluta. È l'accordo perfetto.
Buongiorno anime belle
Black contains everything. Even white. They are of absolute beauty. It's the perfect deal
Good morning beautiful souls
Nessun commento:
Posta un commento