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Avevo lasciato l’ultima volta Mr Plant a East London, il 29 febbraio 2020, in un tardo pomeriggio – prima serata di pioggia nebbiosa, una di quelle piogge vagamente romantiche che solo Londra sa rendere tollerabile, anzi addirittura parte del suo fascino umido, con l’acqua che attraversa la città attraverso il Tames e che scende dall’alto, in quella bruma che impasta tutto di un maggiore silenzio, di una maggiore attesa. Una fila di pochi intimi, appassionati della sua scorribanda lunghissima nel mondo della musica, in fila, sotto questa sorta di rugiada pre-notturna, per lui.
L’attesa era un’intervista con Robert, ben orchestrata da un giornalista della BBC , al Rough Trade, negozio di dischi e vinili; l’occasione era una collezione appena uscita di vinili molto artistici dell’artista, bellissimi artisticamente e visivamente quanto significativi nella sua carriera, una sorta di pezzo unico, ma l’occasione più ampia era raccontarsi, attraverso il significato di alcuni brani assai importanti nella sua carriera solista, che dal 1981 rappresenta la maggior parte del suo lavoro, 12 anni coi magnifici Led Zeppelin e 42 ormai di milizia quotidiana nell’avventuroso mondo della musica. Avventuroso per lui, che considera il passato un cuscino su cui dormire, ma poi ti alzi e affronti nuovi giorni, in nuove chiavi, e vai avanti. Una filosofia artistica eccezionalmente audace e forte, di cui si può fare tutti tesoro, anche se non si è musicisti, cantanti o artisti in generale. Move on è il motto.
Si è parlato di Mighty Rearrenger, l’album intriso di trip hop, rock, blues e influenze nord africane tanto amate, della cover di Morning Dew, una canzone anni Sessanta in cui si parla di un’alba post distruzione in cui non resta quasi nulla, quasi un presagio di quella che sarebbe stata una lunga, inattesa, problematica pandemia mondiale, che ha messo la musica dal vivo fuori uso per anni; ha dichiarato, onesto e deciso, di come l’anima dell’artista sia racchiuso nella musica e nei testi di Lullaby and the ceaseless roar, come a dire che il suo animo si mantiene in bilico, come in fondo la vita lo fa, fra ruggiti e sussurri, fra sferzate di energia e accenni più intimi, uno yin e yang emozionale e musicale che fa da trait d’union di un mix di generi diversi, orchestrati con sapienza dai suoi compagni storici di scorribande. Si parla poi, come anticipazione, del nuovo album in preparazione con Alison Krauss, ex bambina prodigio del fiddle e regina americana del bluegrass e non solo. Nel 2007, col titolo – che è una strizzata d’occhio- Raising Sand, costruirono una collezione di pezzi magnifici, vincitore di 6 grammy awards nel 2009, capitanato dal brillante talento del produttore T Bone Burnett. Poi, un lungo silenzio, la pandemia, la mancanza della musica dal vivo e, infine, il ritorno, con l’album nuovo uscito nell’autunno 2021.
Il 14 luglio, a Lucca, al Summer Festival, il duo Plant Krauss è introdotto, con classe acustica, dal duo Consoli-Rei. Carmen scherza sull’emozione di suonare mentre da lì a poco entrerà in scena “Roberto, come si fa a suonare mentre aspettiamo Roberto, che era, che è, di una bellezza…”, poi guarda Marina Rei e si chiede “chissà se entrerà sempre con una sua camiseta”… il pubblico applaude e applaude.
Sì, Robert entra in scena con una camicia blu notte, da destra, col suo leggendario passo ieratico, un po’ sciamanico, mentre Alison, scampata a un virus alle corde vocali ma ancora non pienamente guarita, entra da sinistra per poi incontrarlo sul palco, quasi a indicare che vengono da diverse direzioni ma che la musica crea dialoghi inattesi ma possibili. E’ difficile rendere con le parole la malia della musica, perché, come si dice, traduzione è sempre un po’ … tradimento, ma ci provo. Il piglio sciamanico si scioglie immediatamente in sorrisi e in una gioia che corrisponde pienamente al sapore senza tempo, universale come ogni buona musica, che Raise the roof fa assaggiare a un ascoltatore attento; ci sono cover di brani che uniscono rock, blues, americana e fondono ancora una volta opposti apparentemente inconciliabili in un duo armonioso, di grande classe, fuori dal tempo e anche assolutamente grintoso, gioioso, un inno alla musica. Se questo live fosse un quadro, sarebbe un inno alla vita coi colori di Matisse, tratti essenziali ma gioia di vivere versata a piene mani e, soprattutto, avventura sopra ogni cosa, che significa andare oltre gli steccati, sperimentare, provare, tentare nuove strade con spontaneità e con il piacere di farlo.
Certo, la scaletta è stata ridotta per permettere ad Alison di riprendersi completamente, ma si sa, artisticamente il valore di una serata musicale non è nella durata, ma nell’ intensità e nella qualità; a partire dalla soffusa Rich Woman, in una carrellata che presenta Quattro, la divertente Fortune teller, Rock n roll degli Zep riveduta e corretta in una delle tante nuove interessanti vite che Robert le offre, la dolce e vagamente malinconica Please read the letter, l’inedito dell’album High and Lonesome, forte e potente, l’intrigante Troubles with my lover, poi una cover trascinante degli Everly Brothers, fino al tripudio, con due violini magistrali e il ruggito inconfondibile di Plant, di When the levee breaks. E’ forse il momento più intenso, emozionale, quasi arcaico nella sua incisività, della notte di Robert e Alison, un brano così potente che assorbe su di sé testa e cuore, tecnica e passione, un mondo intero in alcuni minuti di artisticità. Si scivola via sulle note della ritmata e incalzante Gone gone gone e su Can’t let go.
Un concerto come questo riporta ai fasti che un concerto dal vivo magistrale deve avere dopo anni di silenzio: la classe, la tecnica, la passione e l’allegria, con Robert che scherza e ammicca ma senza esagerazioni, autenticamente simpatico e autenticamente divertito. In un grande gioco di opposti, il mondo americano di Alison e quello east -west- north african di Robert si uniscono in modo sperimentale, senza ricerche pretenziose di equilibri assoluti, ma in un cammino in divenire di sperimentazione, o più propriamente di gioco. Certo, un gioco sapientamente giocato, fra mente ed emozione, testa e cuore o, per dirla come gli zep ma anche come ‘You led me to the wrong”, fra silver e gold: opposti che si attraggono e si miscelano come in un cocktail corroborante e rinfrescante, qualcosa di molto raro da trovare nel mondo attuale della musica.
Go, go, go, Robert … il tour continua per poi approdare in America in agosto e settembre.
https://www.tuttorock.com/concerti/robert-plant-alison-krauss-lucca-summer-festival-14-7-2022/?fbclid=IwAR3ZA-7unrTKBoRQe2wFtxHmx44EYJa2sCdBgkdThzkDOiZpcbaVZlLk7c8
"La cosa più lodevole di te sono i tuoi duetti con così tante persone", ha detto Plant a Krauss durante un'intervista congiunta con l'Union-Tribune. "Penso che tu abbia fatto più duetti di quante io abbia avuto amiche!"
La regina della musica bluegrass Krauss, 27 volte vincitrice del Grammy Award, e Plant, co-fondatore dei Led Zeppelin e artista solista veterano, danno il via alla terza tappa del loro tour di concerti del 2022 lunedì a San Diego. Si conclude il 12 settembre a New York City
DI GIORGIO VARGA
12 AGOSTO 2022 13:55 PT
L'ex cantante dei Led Zeppelin Robert Plant ha diverse ragioni per essere colpito dalla collega cantante Alison Krauss, la sua partner musicale periodica negli ultimi 15 anni.
Ha una voce luminosa, è una violinista superba e un'abile band leader il cui album di debutto da solista nazionale è uscito quando era in 10a elementare. Ma non è questo ciò che impressiona di più Plant di Krauss, che aveva solo 19 anni quando ha vinto il primo dei suoi 27 Grammy Awards.
Piuttosto, è la sua capacità di brillare quando collabora con artisti così diversi come Vince Gill, Bonnie Raitt, Phish, Andrea Bocelli, James Taylor, Michel Feinstein, Dolly Parton, Yo-Yo Ma, Tom Jones, The Chieftains, Bad Company o Def Leppard , il cui nuovo album presenta Krauss in due canzoni. Questa è solo una frazione dell'elenco dei suoi partner musicali passati.
"La cosa più lodevole di te sono i tuoi duetti con così tante persone", ha detto Plant a Krauss durante un'intervista congiunta con l'Union-Tribune. "Penso che tu abbia fatto più duetti di quante io abbia avuto amiche!"
Krauss rise, poi sussultò quando il suo intervistatore chiese se lei e Plant avevano bisogno di una calcolatrice per calcolare i numeri.
"Una calcolatrice? Brava!” disse Krauss, ridendo di nuovo.
In effetti, i duetti più estesi che Krauss ha fatto nella sua carriera sono stati con Plant, il primo nel loro album del 2007, "Raising Sand", che ha vinto cinque Grammy Awards.
I due cantanti non registrarono di nuovo fino a quando non realizzarono l'altrettanto avvincente album "Raise the Roof". È stato completato all'inizio del 2020, ma non è stato rilasciato fino allo scorso anno a causa della pandemia.
Entrambi gli album mostrano blues terroso, country, folk, R&B e altri stili con sentimenti profondi e senza gesti musicali estranei. Plant e Krauss danno una nuova svolta fresca e decisamente inaspettata ai preferiti di artisti così vari come Doc Watson, Allen Toussaint, Little Milton, Everly Brothers, Lucinda Williams, Merle Haggard, Geeshie Wiley e altri.
I risultati sono profondamente evocativi e spesso inquietanti. La voce ricca e incontaminata di Krauss e la consegna precisa contrastano e completano l'approccio a ruota libera di Plant, che non fa mai una canzone allo stesso modo due volte. È una combinazione improbabile che funziona meglio di quanto entrambi avrebbero potuto immaginare.
Il loro rapporto di dare e avere nella conversazione è punteggiato da candore, riflessione premurosa e costose bonarie.
Quando Plant ha fatto uno scherzoso riferimento all'acconciatura da triglia che ha sfoggiato per parte degli anni '80, Krauss ha risposto rapidamente.
«Non mi dispiaceva il tuo cefalo», disse. «Il tuo è stato molto meno offensivo di quello degli altri. Il tuo cefalo era a posto.
Plant rise.
"È stata una 'mossa di carriera'", ha scherzato. "Oddio! Cosa è successo?"
"Il tuo cefalo", ribatté Krauss, "è ciò che mi ha ispirato!"
Plant, 73 anni, e Krauss, 51, hanno parlato insieme al telefono giovedì mattina. Lei era a casa sua nel Tennessee, lui da lui in una zona rurale dell'Inghilterra al confine con il Galles. Ecco alcuni estratti dell'intervista. Sono stati modificati per lunghezza e chiarezza.
Q: Quando vi ho intervistato nel 2008, Robert ha detto: “Alison ed io siamo telepaticamente collegati quando lavoriamo sull'intensità vocale. Era qualcosa che non sapevo che potessimo fare, o che esistesse". Come si è evoluto il tuo rapporto musicale da allora? Cosa è diverso e cosa rimane lo stesso?
Plant: Dio mio, è una domanda carina e leggera per le 6 del mattino in California!
Krauss: (ride)
Plant: Beh, seguo solo le sue istruzioni.
Krauss: (ridendo di nuovo) Oh, basta!
Plant: Ed è affascinante e mi lascia avere un po' di corda. Poi mi corregge e fa ciò che è meglio.
Krauss: Questa è una versione interessante del processo telepatico!
Plant: Siamo molto intuitivi... Il mio fraseggio a volte è discutibile, quindi è come un seminario che abbiamo ed è davvero interessante. Si è sviluppato bene, specialmente di recente quando abbiamo suonato in Europa all'inizio di quest'estate, dalla Scandinavia alla Polonia. Penso che siamo diventati maggiorenni come entità, io e te, Alison, e anche la band.
Krauss: Il lusso di ritrovarci insieme è che, quando canti con qualcuno per la prima volta, c'è così tanta imprevedibilità. E Robert è la persona più imprevedibile che tu abbia mai incontrato. Ma per farlo di nuovo e vedere dove queste cose si allineano ora - è stata una (esperienza) molto diversa questa volta cantare insieme e rivisitare qualcosa che è così divertente e che ora ha una nuova vita.
Plant: Penso che tu abbia ragione. Stiamo bene insieme e penso che siamo diventati amici piuttosto forti, senza imporci l'un l'altro. Siamo professionisti, ma - allo stesso tempo - siamo molto a nostro agio e a nostro agio gli uni con gli altri, socialmente e musicalmente. Quindi, siamo cresciuti e siamo anche diventati più rilassati. Ci sosteniamo a vicenda ed è un'ottima cosa da fare.
D: Siamo, purtroppo, ancora nel mezzo di una pandemia globale. Non che nessuno di voi abbia mai dato per scontata la musica, ma significa qualcosa di più o di diverso rispetto a prima della pandemia?
Krauss: Oh, dio, lo fa per me, di sicuro. E tu, Roberto?
Plant: Beh, non mi rendevo conto di quanto sono triste senza essere in grado di estendere le astrazioni della mia imprevedibilità. Quindi, sì, è stato un tale campanello d'allarme scoprire che tutto era sparito. Dai per scontato che questa (musica) non sia una carriera, ma una vita. E di solito penseresti che sarà la tua chiamata su come andrà a finire una volta che inizierai qualcosa. Siamo stati separati per molto tempo (dai "Raising Sand"), facendo le nostre cose individuali, per nessun altro motivo se non perché entrambi siamo dei gran lavoratori...
Quando la pandemia ha colpito, stavamo finendo questo lotto più recente di canzoni con l'obiettivo di poterle (pubblicare e) andare in tour (nel 2020). Sono fortunato perché vivo in un luogo incredibilmente rurale, quindi non sono stato limitato. Ma ero decisamente limitato nel mio spirito, perché questa (musica) è quello che faccio. Cantare ai polli, che è quello che ho finito per fare, non è una buona cosa.
Krauss: Non sono mai stato così grato come adesso per aver potuto... suonare musica (in concerto) per un'ora e mezza. C'è stata così tanta separazione durante la pandemia che non sapevo se saremmo mai riusciti a suonare di nuovo.
Pianta: Esatto.
Krauss: Quindi, ero così grato di potermi esibire di nuovo dal vivo.
22 giugno 2019: Alison Krauss si esibisce a Burgettstown, Pennsylvania.
Alison Krauss si esibisce all'Outlaw Music Festival 2019 in un sobborgo di Pittsburgh. È stata inserita nella Bluegrass Music Hall of Fame nel 2021.(STAMPA ASSOCIATA)
D: Alison, abbiamo parlato anche nel 2007 e tu hai detto: “Ogni volta che fai un disco, è come il primo e l'ultimo che farai. Questo è ciò che si prova per me. Sei così preso da questo, almeno io sì, e non ti concentri su nient'altro che su quello. Poi lo metti via e passi alla cosa successiva. Sembrava che "Raising Sand" potesse essere il primo e l'ultimo disco che tu e Robert avete fatto insieme. Cosa, in particolare, vi ha riunito per fare "Raising the Roof" e ci sono state false partenze tra "Raising Sand" e adesso?
Krauss: Uhm, per me - e penso di poter parlare per Robert - continuavamo a sentire canzoni in cui pensavamo: "Oh, sarebbe bello per noi due cantare", canzoni che ci ispiravano a voler tornare indietro in studio insieme. Questo è andato avanti per anni. Alla fine, abbiamo avuto abbastanza melodie insieme, che sembrava tutto a posto, che era ora di tornare. Per quanto riguarda le false partenze, abbiamo avuto molte conversazioni, probabilmente non potevo contare quante, finché non avessimo il materiale giusto.
Plant: Sì, vale anche per me. Mi mancava davvero l'idea di cantare veramente con qualcuno. Ho trascorso un soggiorno dopo "Raising Sand", poi sono tornato dai miei amici di musica britannici e dell'Africa occidentale. Ma non ho mai cantato con nessun altro. È molto evocativo cantare insieme a qualcuno come Alison, che ha la capacità di lasciarsi andare all'improvviso. Ci guardiamo a volte sul palco e lei dice: “Vai avanti. Perché non lo prendi?"
E penso: “Non so se posso . Verrai con me?" È come salire due diverse rampe di scale insieme... Per me è intrigante e sono costantemente sorpreso. Quando penso al modo in cui cantiamo "Quattro" (la morbida, intensamente malinconica canzone di apertura di "Raise the Roof"), è semplicemente fantastico.
Krauss: (ride con apprezzamento)
Plant: È qualcosa che non ho mai sperimentato molto, se mai.
Q: Te lo chiedo ironico, Robert, ma faceva parte della tua motivazione per riunirti per impedire ad Alison di essere più coinvolta con Def Leppard?
Plant: (ride) Beh, voglio dire, ha la mia benedizione! Questi ragazzi degli anni '80 hanno un certo modo di loro, (ma) non riesco a vedere Alison andare in viaggio con loro. (cantante dei Def Leppard) Joe Elliott è un mio caro amico, è un bravo cantante e un bravo ragazzo. Ma se Alison dovesse andare in tour con loro e altre band degli anni '80, penso che desidererebbe non essere stata portata alla distrazione!
Krauss: Mi piace il modo in cui Robert dice le cose. Dirà qualcosa e sta facendo una specie di allusione!
Pianta: Oh, sì. Posso immaginare le altre band degli anni '80 che si raggruppano intorno a te e come i Def Leppard ti porterebbero dietro la curva, e tu verresti a bussare alla mia porta, implorando pietà!
D: Robert, nel 2019 hai iniziato a lavorare con Suzy Dian nella tua nuova band, i Saving Grace. Alison ti ha aperto una porta, in termini di sentirsi più a suo agio nel cantare con una donna?
Pianta: Sì. Bene, quindi ho anche fatto alcune cose con (l'ex amante di Plant) Patty Griffin (nel 2013), che è una cosa completamente diversa... Come duettista, vado in posti in cui Alison è andata (musicalmente), con un certa consapevolezza che: "Conosco il mio concerto e questo è un concerto diverso ". È intrigante per me. Stavo per dire "impegnativo", ma ora l'abbiamo superato. Siamo andati nei regni di Alison guardandomi (sul palco) e chiedendoci se canterò mai le parti giuste delle canzoni!
Krauss: (ride) È così drammatico!
Plant: Puoi dire che siamo fantastici insieme, dal punto di vista energetico, dal punto di vista del rispetto e dell'umorismo.
D: Alison, nel 1999 Bob Dylan e Paul Simon hanno fatto un tour insieme alle rispettive band. Ogni sera, quando Bob e Paul suonavano una canzone insieme, Paul affrontava Bob piuttosto che il pubblico in modo che fosse meno probabile che si perdesse cercando di armonizzarsi con Bob. Robert potrebbe non prendersi il tipo di libertà che si fa Bob, ma ti tiene all'erta. Quando siete insieme sul palco, lo state guardando attentamente o state semplicemente reagendo ai colpi di scena udibili che potrebbe fare?
Krauss: Oh, lo sto guardando. È subdolo!
Plant: (ridendo) Potrebbe essere così!
D: Robert, la precisione e la coerenza di Alison come cantante servono come un'ancora musicale che ti rende più facile fare quei colpi di scena?
Pianta: No, non proprio. Penso solo che qualunque cosa stia succedendo sia quasi inespressa. E non possiamo essere così imprevedibili o sembrerebbe un pasticcio, e non è così. Non ha senso andare fuori (traccia) quando stai cantando armonie perché potrebbe essere peggio di quello che già è! Posso capire Paul Simon alle prese con Bob Dylan perché penso che Bob si diverta all'interno delle sue stesse canzoni. E, normalmente, canta da solo da solo, a parte quella cosa che ha fatto con Johnny Cash (nel 1969).
Q: Hai fatto due album e due tour insieme, a quasi 14 anni di distanza. Quello che viene dopo?
Plant: Beh, aspettare altri 14 anni mi farebbe 88! Non posso farlo, anche se Willie Nelson compirà 90 anni l'anno prossimo e ce l'ha ancora. Non lo so. Mi piace pensare che possiamo girare l'angolo e trovare cose pazze. E sono sicuro che possiamo farlo e ne abbiamo appena parlato, (anche se) l'abbiamo detto nel 2008. Ma sono molto ottimista che possiamo attirare l'attenzione l'uno dell'altro un po' più a lungo!
Krauss: (ride) Mi piacerebbe continuare. Siamo stati davvero benissimo e sono davvero orgoglioso di quello che abbiamo fatto.
Robert Plant e Alison Krauss, con JD McPherson
Quando: lunedì alle 19:00
Dove: The Rady Shell a Jacobs Park, 222 Marina Park Way, in centro
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