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Ascolta la batteria isolata di John Bonham in "Good Times Bad Times"
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Questo uomo ha suonato la batteria in una delle band che più di tutte viene ricordata per aver segnato la storia del rock e della musica in generale: sto parlando dei Led Zeppelin, gruppo britannico composto dal frontman Robert Plant, dal chitarrista Jimmy Page e dal bassista John Paul Jones.
Si dice che questo batterista abbia cambiato completamente la musica rock attraverso la sua tecnica, il suo modo di suonare pieno di passione e la sua apertura a nuovi stili.
Essendo in prima linea nell’LP fondamentale dei Led Zeppelin, le sue capacità da batterista erano invidiate da tutti all’interno dell’industria.
Anni dopo la sua scomparsa, Jimmy Page, uno dei più bravi chitarristi di tutti i tempi nonché suo compagno di band, ammise di essere rimasto affascinato dal contributo di questo artista alla musica rock.
John Bonham – Il Motore Dei Led Zeppelin
Scritto dal fratello Mick, questo libro è un resoconto molto intimo sulla vita del nostro batterista; partendo dall’adolescenza di entrambi, il libro racconta (grazie anche al contributo delle testimonianze di Robert Plant e John Paul Jones) la vita e la carriera di Bonham, dagli esordi alla fama planetaria, come membro della più potente band rock’n’roll della storia.
Attraverso questo libro è possibile capire per quale motivo “Bonzo” venga considerato come il motore di questo incredibile progetto; si tratta di uno scritto che un vero fan non può perdersi.
John Bonzo Bonham E I Led Zeppelin
Prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1980, la creatività ed il suono di Bonham avevano già contrassegnato il gusto di molti amanti del rock in tutto il mondo, lasciandoli alla ricerca continua di quel grande impatto simbolo del modo in cui suonava nel gruppo.
In seguito alle loro conclusioni si parlava a lungo di ognuna delle esibizioni di questo batterista. Ciò che emergeva ogni volta in maniera piuttosto chiara era che la performance fosse pesante, vivace, virtuosistica e deliberata.
Ogni ascoltatore sarebbe elettrizzato dallo spettacolo mostrato dalle abili percussioni di questo batterista. Questo è il motivo; forse rimane nei libri di storia come uno tra i più grandi batteristi di tutti i tempi.
Si dice che quando Bonham fosse al minimo, non suonasse mai in modo noioso. Tutti potevano ancora sentire l’impatto del suo potere e della sua forza.
Era come se stesse solo parlando alla batteria e questa avesse seguito alla lettera le sue istruzioni. Quando era al suo meglio dal punto di vista ritmico, non ha mai dato al suo pubblico alcuna delusione.
Ogni notte in cui Bonham era in tournée con i Led Zeppelin, l’atmosfera si riempiva di vita e divertimento.
Sembrava sapere come sfuggire ad ogni difficoltà con il suo drumming travolgente; ne è un esempio il pezzo “Moby Dick “.
https://youtu.be/IOb8otk7Y0U
Questo suo modo particolare di suonare la batteria e le percussioni era la sua firma e la sua tecnica per lasciare tutti i fan a chiedere di più.
Ogni performance che ha fatto durante il suo periodo di attività con i Led Zeppelin era migliore della precedente; facendo così, Bohnam lasciava il palco tra gli applausi di tutti.
Dave Grohl, un altro famoso batterista, non ha perso l’occasione di elogiare lo stile di questo musicista quando ha scritto per “Rolling Stone”.
Grohl dice di aver passato anni nella sua camera da letto ascoltando il lavoro di Bonham e cercando di emulare il suo stile.
Era affascinato dallo swing e dalla spavalderia dietro al ritmo, alla velocità ed alla potenza della batteria di Bonham.
Lui stesso ha ammesso di voler raggiungere lo stesso senso di direzione istintiva, oltre che memorizzare ciò che ha fatto Bonham alla batteria mentre suonava con i Led Zeppelin.
Scommetto che, se guardassi John in azione, saresti costretto anche tu a provare quello che abbiamo descritto. Si tratta di portare la musica nel sangue.
Per anni, ogni rocker post-Bonham ha desiderato seguire le orme di questo batterista in un caso o nell’altro. È anche vero che i più grandi batteristi oggi sul mercato hanno ricevuto la sua ispirazione.
Ci sono così tante registrazioni delle sue esibizioni che qualsiasi tua esigenza di batteria potrebbe essere soddisfatta.
È sempre stato il desiderio di molti batteristi crescere allo stesso livello del più grande di tutti i tempi e questa ricerca ha permesso loro di trovare la strada giusta.
La Morte Di John Bonham
I Led Zeppelin sono ricordati come una delle band più grandi e produttive di sempre; il loro talento è noto tanto quanto il loro successo. Tuttavia è ben conosciuta anche la loro reputazione per gli eccessi nella vita privata.
Questo gruppo britannico era famoso per le storie che lo ritraevano al centro di numerose storie di dissolutezza, tra cui numerose avventure sessuali e l’abuso di alcool e droghe.
Nel ’75 Robert Plant, il frontman, ebbe un tragico incidente con la moglie e ne uscì con una prognosi di sei mesi bloccato su una sedia a rotelle: la conclusione più ovvia fu il ritiro del gruppo dalla scena rock, che avvenne nel 1976.
A seguito di questo spiacevole episodio, la band visse un periodo piuttosto buio che culminò con la morte di John Bonham, avvenuta il 25 Settembre 1980, quando il batterista dei Led Zeppelin aveva solo 32 anni.
Durante le prove con i compagni di gruppo nella villa di Jimmy Page a Windsor, Inghilterra, il nostro batterista era ubriaco e non accennava a smettere di bere.
Fu così che la sera dello stesso giorno, John venne trasportato in una stanza e lasciato là a dormire, venendo poi ritrovato senza vita a causa del vomito che lo aveva soffocato.
Successivamente all’accaduto, il 4 Dicembre del medesimo anno i Led Zeppelin rilasciarono un comunicato all’interno del quale dichiaravano l’interruzione dell’attività artistica della band, la quale si riunirà in seguito solamente altre cinque volte, tra cui il Live Aid dell’85 ed il loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, avvenuto dieci anni dopo.
Primo set
Purtroppo ci sono diversi racconti discordanti su questo primissimo set usato da Bonham. Unica cosa certa è che fosse un set particolarmente rovinato e che fosse stato comprato al negozio Drumland di Birmingham. In molti suppongono si trattasse di una Premier, mentre altre fonti citano una Trixon rossa. Sfortunatamente non esistono alcune foto o documentazioni certe in tal senso.
Prima Ludwig Green Sparkle
Quando il giovane Bonham a 15 anni si stancò del suo primo kit, lo rimpiazzò con la sua prima Ludwig. L’acquistò in quello che divenne il suo negozio di fiducia per tutti gli anni a venire : Yardley’s Music Shop a Birmingham.
Questa batteria modello Superclassic era una green sparkle ed aveva dimensioni 22″x14″, 13″x9″, 16″x16″ e rullante in alluminio L400 14″x5″. Come piatti spesso utilizzava piatti Zildjian per imitare i suoi idoli Buddy Rich e Gene Krupa, ma ben presto iniziò a mettere nel suo set anche qualche Paiste. Purtroppo non esistono foto che testimonino questo kit, ma tutte le fonti sono concordi nello svolgersi dei fatti.
Questa batteria accompagnò Bonham per tutto il periodo di formazione fino all’ingresso nei Led Zeppelin. Successivamente la batteria fu venduta al suo caro amico Frank Hall. Così ricorda
Era un kit Ludwig green sparkle. Quando la vidi, gli dissi “Vorrei averne una così”. Subito dopo mi ricordo che stavamo guidando fino alla fattoria di Bonham in una Range Rover con quella batteria stipata dietro
Frank la usò per soli 5 anni ed in seguito la vendette per 40 pound al batterista dei West Cumbrian, Robin Melville. A sua volta questa batteria fu venduta in un negozio di Manchester.
La prima batteria usata con i Led Zeppelin era una Slingerland
Contrariamente a quello che si pensa, la prima batteria usata con i Led Zeppelin fu una Slingerland. Difatti in tutte le foto dei loro primi concerti è presente questo kit Slingerland con le medesime misure e colore del set Ludwig che aveva in precedenza.
La storia legata a questo kit è piuttosto nebulosa e frutto di molti dibattiti. Non si sa con certezza se fosse un kit affittato per il primo tour o se fosse con certezza di proprietà di Bonham. Altre fonti dicono che con questo kit sia stato registrato il primo album del gruppo, ma purtroppo non esiste alcune fonte certa che possa testimoniare tutto ciò.
La prima cassa “grande”
Durante il primo tour negli States, John Bonham ebbe maniera di sperimentare il primo kit con la cassa maggiorata. Si trattava di una Ludwig dalla finitura Black Diamond e composta da 24″x14″, 13″x9″, 16″x16″, 18″x16″ e rullante 14″x5″.
Arriva l’endorsement con Ludwig
Proprio durante il tour negli States, John ebbe maniera di conoscere uno dei suoi idoli : Carmine Appice. Difatti i Led Zeppelin condividevano le loro serate insieme ai Vanilla Fudge e tra uno spettacolo e l’altro i due batteristi avevano maniera di parlare lungamente dei propri strumenti.
Carmine Appice rimane particolarmente impressionato dal giovane Bonham e non perdendo tempo, telefona alla Ludwig e chiede di mettere sotto contratto il batterista inglese e realizzargli un set del tutto identico al suo : 2 grancasse 26″x15″(misura custom), un tom da 15″x12″,e due timpani 16″x16″ e 18″x16″. Il rullante il classico 14″x6,5″ in alluminio. A questi tamburi, Bonham chiese anche un tom 14″x10″ (misura custom e che diventò il tom che usò maggiormente) ed un tom 13″x9″ (rimastro inutilizzato).
Questo era un kit personalizzato fatto su ordinazione da Ludwig con fusti a 3 strati (acero-pioppo-acero) con l’aggiunta di cerchi di rinforzo, senza la vernice bianca resacote all’interno. La finitura esterna non era un ricoperta ma piuttosto laccata.
Il set montato con la doppia cassa non fu ben visto dagli altri del gruppo. Ben presto fu chiesto a John di suonare con una sola grancassa. Particolarità di questo kit customizzato stanno nel fatto che il tom holder Roger Swiv-o-matic, mentre le sordine interne sono presenti solamente nel tom da 13″x9″ e nel timpano 16″x16″, mentre invece nel tom 14″x12″ e nel timpano 18″x16″ non sono presenti.
Il kit fu usato per tutto il 1969, fino alla metà del 1970 (con questo kit venne registrato Led Zeppelin II) quando il set fu venduto al ragazzo della sorella di John per appena 5 pounds. In seguito il kit fu acquistato da Paul Thompson (batterista dei Roxy Music) che fece una piccola modifica al tom da 14″, accorciandolo la profondità a 10″ grazie all’aiuto del Roy Webster’s Drum Shop & Percussion Services.
Il secondo set Ludwig Green Sparkle
A partire dalla primavera del 1970, Bonham tornò ad utilizzare un kit color Green Sparkle. La Ludwig realizzò tre kit identici. Bonham ha usato questo drum kit dal 1970 fino alla fine del tour europeo del 1973. Si diceva che questo fosse il suo kit preferito da utilizzare in studio e che veniva utilizzato anche per la registrazione dei Led Zeppelin III, Led Zeppelin IV, House of the holy, Physical Graffiti, Presence e In Through The Out Door.
Le misure che adoperò furono 26″x14″, 14″x10″, 16″x16″ e 18″x16″.
Il kit Ludwig Green Sparkle ha fatto il suo debutto sul palco per il concerto del 22 giugno 1970 a Reykjavik in Islanda. Sotto questa batteria, Bonham aveva anche una piattaforma in legno. Consisteva in fogli di compensato uniti insieme con delle cerniere in modo che potesse essere piegato. Mick Hinton (drumtech che fece il suo primo concerto con Bonham a Belfast, in Irlanda, il 5 marzo 1971) raccontò in un’intervista: “Il mio compito era quello di avere il kit esattamente nella stessa posizione ogni sera. Avevo segnato tutto con diversi nastri colorati, e usavamo delle memorie per avere ogni cosa alla stessa altezza ogni notte. Avevamo dei fori per segnare tutte le gambe del tom, puntali della cassa e hi-hat: i buchi erano profondi circa mezzo pollice, quindi tutto si infilava dentro e avevo messo una striscia di nastro in gaffa su ogni gamba per fissarla al pavimento. Misi anche un bullone per ancorare la grancassa, se non lo avessi fatto, sarebbe volata al primo colpo”.
Dopo la morte di John Bonham, uno dei drum kit è stato consegnato al batterista e storico drumtech Jeff Ocheltree, un altro fu venduto ad un collezionista mentre un altro è stato tenuto da Pat Bonham (la vedova di John) che ad un certo punto lo diede in prestito al Rock And Roll Hall Of Fame di Cleveland, e ora risiede nella casa della famiglia Bonham, la Old Hyde Farm nel Wolcestershire, in Inghilterra, con sopra l’immagine di John.
La Vistalite
Questo kit è immortalato per sempre nel film dei Led Zeppelin, “The Song Remains The Same”, pubblicato nel 1976.
Stesse misure rispetto al Green Sparkle kit. Il kit è stato utilizzato per la prima volta sul palco del concerto il 4 maggio 1973 ad Atlanta, in Georgia. Ci sono alcune fonti che sostengono che oltre ai 16 “x16” e 16 “x18” forniti con il kit, siano stati forniti anche dei timpani più grandi da 16 “x20” e uno da 16 “x22”, alternandoli con quelli più piccoli in diversi momenti durante il tour, ma purtroppo tale teoria non trova alcun riscontro.
Black & White Spiral
Nel 1975 John Bonham ricevette 18 tamburi Black & White Spiral Ludwig Vistalite direttamente da Ludwig. Questi tamburi non sono mai stati utilizzati nè dal vivo, né in studio e sono stati tenuti solo a casa di John Bonham, la Old Hyde Farm nel Worcestershire, in Inghilterra.
Bonham ha dato alcuni tamburi al giornalista rock Chris Welch, il quale ha poi utilizzato per qualche anno il drum-kit in gruppi jazz. Alla fine, nel 1998 vendette a Phil Harris di Harris Hire Vintage Musical Instruments per £ 950. Nel corso degli anni, il drum kit è stato utilizzato da alcuni musicisti di rilievo, tra cui Robbie Williams, Shawn Drover di Megadeth e Manic Street Preachers. Il 4 settembre 2008, il kit di batteria Black & White Spiral Ludwig Vistalite è stato venduto alla casa d’aste The Fame Bureau per $ 41.000 a un compratore sconosciuto. I pezzi rimanenti sono ora in possesso della figlia di John Bonham, Zoe.
Stainless Steel
Il suo quarto e ultimo kit di batteria prodotto da Ludwig nell’aprile del 1977 è quello noto come il Kit in acciaio inossidabile (stainless steel). Bonham ha utilizzato questo kit di batteria Ludwig Stainless Steel dall’inizio del Tour degli Stati Uniti del 1977 fino all’ultima sfilata dei Led Zeppelin il 7 luglio 1980.
Voci discordanti ne riportano l’utilizzo anche per registrare alcune tracce dell’ultimo album in studio dei Led Zeppelin “In Through The Out Door“, anche se è stato anche detto che in studio sia stata utilizzata il kit Ludwig Green Sparkle. Esiste tuttavia una foto che mostra sia i kit di batteria in acciaio inossidabile sia quelli in Green Sparkle nel libretto di accompagnamento incluso nell’edizione deluxe di “In Through The Out Door”. Questo kit in acciaio inossidabile è ora in possesso di un collezionista canadese sconosciuto.
Le misure che Bonham utilizzò nel corso del tour furono 26″x14″, 16″x16″ e 18″x16″. Nel corso del tour alternò spesso la dimensione del tom, utilizzando talvolta un 14″x10″ e talvolta un 15″x12″ (riconoscibile perchè aveva i blocchetti stile “marching band”).
Altri drum kit usati
John Bonham è stato invitato a partecipare alla registrazione di due brani, “So Glad To See You Here” e “Rockestra Theme” con Paul McCartney e la Rockestra Orchestra il 3 ottobre 1978 presso Abbey Road Studios, City of Westminster, Londra, Inghilterra. Per questa sessione, Bonham ha utilizzato un Drum-kit Staccato Voyager 6. Le due tracce si trovano nell’album del 1979 di The Wings ‘Return to the Egg’. Il tema Rockestra è stato eseguito dal vivo al Concerto per il Popolo della Kampuchea all’Hammersmith Odeon, Londra, Inghilterra, il 29 dicembre 1979, tuttavia Bonham ha utilizzato il kit di batteria Ludwig Stainless Steeel per questo spettacolo. Il kit Staccato Voyager 6 con rivestimento in fibra di vetro era composto di Rack Tom da 6 “, 8”, 10 “e 12”, un floor tom da 18 “e una cassa da 22”.
Paiste : i piatti scelti da Bonham
Prima di utilizzare i piatti elvetici, Bonham era solito usare anche piatti di altre marche (non viene mai detto ufficialmente i marchi che usasse, ma si desume aver avuto diversi Zildjian), tuttavia come raccontò lo stesso Bonham era rimasto insoddisfatto del suono troppo scuro e dalla facilità con cui questi piatti si rompevano. Decise di provare i nuovi piatti della Paiste : Giant Beat. Con questi piatti sembrò aver trovato la quadra sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista delle rotture.
Tuttavia quando Bonham divenne endorser Ludwig, allora il marchio americano aveva fortissimi legami con la Paiste. Difatti la Ludwig era distributore unico per la Paiste negli Stati Uniti, Messico e Canada. Non è difficile ipotizzare che l’accordo di sponsor per i piatti sia avvenuto di conseguenza.
Ufficialmente John Bonham divenne endorser Paiste a partire dal 1971, ma già a partire dal 1970 aveva iniziato a collaborare con il marchio, usando perlopiù la serie Giant Beat. In seguito, il suo nome sarebbe stato legato in maniera indissolubile alla serie 2002.
Qua sotto potete trovare tutti i piatti usati da John Bonham nel corso della carriera
Le bacchette che usava John Bonham
Le bacchette che usava John Bonham erano molto spesse. Ne usò diverse tipologie marche, tra di esse Jeff Ocheltree menzionò delle Ludwig 2A, mentre altri parlarono di 2B e 5B. Altre bacchette che usava Bonham erano delle bacchette realizzate da Eddie Ryan e dall’azienda Promuco. I drumtech dicevano che durante un concerto Bonham rompeva 2 o 3 paia a serata.
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