Sono una parte di tutto ciò che ho trovato sulla mia strada.
Robert Plant.
(led zeppelin) going to california (rare)
Babe I'm Gonna Leave You - Isolated Vocals
Robert stratosferico
e non occorre aggiungere altro..
solo ascoltarlo ed ammirarlo
-------------------------------
"Chi lavora con le sue mani, la sua testa
ed il suo cuore è un artista"
Robert Plant - Whole lotta love
Live concerto del Primo Maggio 1993
Robert Plant - Whole lotta love. Live in Rome, Primo Maggio 1993
Elizabeth Siddal,
ottocento vittoriano
I suoi tratti dolci e malinconici, resi immortali dagli inconfondibili colori profondi e vibranti dell’artista, la rendono ancora oggi una delle icone più indimenticabili e rappresentative dell’Ottocento vittoriano.
Poco prima di morire la giovane aveva scritto:
Amore, non piangere su ciò che non può essere,
Per ciò che Dio non ha concesso.
Se il semplice sogno di un amore fosse vero,
Allora, amore, saremmo in paradiso.
Ma noi siamo in terra, mio caro,
Dove il vero amore non è dato
beh..Robert Plant nel video di "I Believe" dedicato al figlio ha "aperto una finestra sulla immagine della dama addormentata nel lago pieno di fiori..non solo per la relazione con la lettura inglese ma soprattutto per quel messaggio scritto prima di morire..parole che abbracciano perfettamente il sentimento che univa un padre al proprio figlio perduto..
Fu suo il volto più raffigurato nell’Ottocento inglese, suo il volto che ossessionò uno dei più famosi pittori preraffaelliti, Dante Gabriel Rossetti.
Per interpretare con il massimo realismo il ruolo, la Siddal fu costretta a rimanere a lungo immersa in un vasca da bagno e resistette coraggiosamente, per non distrarre Millais, persino quando si ruppe una delle lampade che servivano a riscaldare l’acqua, contraendo una forma di bronchite cronica che le minò la salute
La Siddal, con la sua capigliatura fiammante ed il suo volto angelico, stregò letteralmente il pittore, che intraprese con lei una lunga relazione, culminata molti anni dopo nel matrimonio. Fu per molto tempo la sua musa ispiratrice ed il volto ritratto in innumerevoli schizzi e disegni, che compare anche in quadri quali La visione di Dante: Rachele e Lia, del 1855, Beatrice nega il saluto a Dante ed Ecce Ancilla Domini.
Se nei tanti quadri in cui è ritratta da Rossetti la Siddal appare fragile e vulnerabile, nella realtà fu una donna determinata, volta ad un costante miglioramento personale. Studiò sempre per essere all’altezza dell’esclusivo circolo artistico-intellettuale che frequentava e fu lei stessa una pittrice ed una poetessa di discreto talento, che attirò l’attenzione del celebre critico vittoriano John Ruskin.
Quest’ultimo le versò una generosa somma di denaro annuale per consentirle di concentrarsi sulla pittura, sebbene la sua produzione artistica si tradusse in molti schizzi ed in un unico dipinto, dal tema tratto dalle leggende arturiane. Fu sempre Ruskin a scrivere a Rossetti, esortandolo a non rinviare oltre il matrimonio con la giovane, per garantirle quella stabilità affettiva di cui aveva bisogno, matrimonio che il pittore dal canto suo continuava a rinviare, temendo che i genitori non accettassero Lizzie per i suoi modesti natali.
Il tormentato rapporto d’amore che la univa a Rossetti, complicato dalle continue distrazioni femminili del pittore, le feroci emicranie, le frequenti crisi depressive, spinsero la Siddal ad assumere crescenti dosi di laudano, fino al punto di divenirne dipendente. I frequenti viaggi per ragioni di salute non migliorarono le sue condizioni fisiche, né molto poté il sospirato, ma tardivo, matrimonio con Rossetti, nel 1860, seguito ad un anno di distanza dalla morte del figlio appena nato.
Da quest’ultimo evento la giovane non si riprese mai più e l’11 febbraio del 1862, a soli 33 anni, fu trovata esanime nel letto dal marito.
I suoi tratti dolci e malinconici, resi immortali dagli inconfondibili colori profondi e vibranti dell’artista, la rendono ancora oggi una delle icone più indimenticabili e rappresentative dell’Ottocento vittoriano.
Poco prima di morire la giovane aveva scritto:
Amore, non piangere su ciò che non può essere,
Per ciò che Dio non ha concesso.
Se il semplice sogno di un amore fosse vero,
Allora, amore, saremmo in paradiso.
Ma noi siamo in terra, mio caro,
Dove il vero amore non è dato
-------------------
Una fotografia non è né catturata né presa con la forza.
Essa si offre. È la foto che ti cattura.
buon pomeriggio family..
e con questa foto auguro buon compleanno al carissimo
Frank Melfi..
che ringrazio di cuore
grazie di cuore Frank..La fotografia è l’arte di mostrare di quanti istanti sia composta una vita..non esiste un lato A o B..esistono i sentimenti..le sfumature più intime e ci regalano momenti preziosi come tesori..
Frank Melfi
Una fotografia non è né catturata né presa con la forza. Essa si offre. È la foto che ti cattura.
heartfelt thanks Frank..Photography is the art of showing how many moments a life is made up of..there is no side A or B..there are feelings..the most intimate nuances and give us precious moments as treasures ..
Frank Melfi
A photograph is neither captured nor taken by force. It offers itself. It is the photo that captures you.
---
Robert Plant, Fate of Nations Tour: December 20, 1993 - Paradiso, Amsterdam, Holland, The Netherlands ..
Robert Plant - Vocal.
Charlie Jones - Bass.
Francis Dunnery - Lead Guitar.
Michael Lee - Drums.
Innis Sibun - Lead Guitar.
Phil Johnstone - Keyboards, Mandoline, Guita
Robert Plant, Fate of Nations Tour: December 20, 1993 - Paradiso, Amsterdam, Holland, The Netherlands ..
Robert Plant, Fate of Nations Tour: December 20, 1993 - Paradiso, Amsterdam, Holland, The Netherlands ..
Robert Plant - Vocal.
Charlie Jones - Bass.
Francis Dunnery - Lead Guitar.
Michael Lee - Drums.
Innis Sibun - Lead Guitar.
Phil Johnstone - Keyboards, Mandoline, Guitar.
Robert PLant live on Later... with Jools Holland 1993.
Robert Plant Gallows Pole + Wonderful One + Four Sticks Live Later with Jools Holland 8 Nov 1994
Robert Plant Gallows Pole + Wonderful One + Four Sticks Live Later with Jools Holland 8 Nov 1994
DL/ TBL Throwback Thursday
It was 41 years ago today:
Robert Plant and The Honeydrippers at Nottingham Boat Club…
41 years ago today on Tuesday May 12 1981, I took the train from Bedford to Nottingham for a very special gig.
In prospect was a night with The Honeydrippers at the famous Nottingham Boat Club venue.
The Honeydrippers was the ad hoc band Robert Plant formed in early 1981 with some of his Midlands musician pals. This was his way of finding a pathway out of the demise of Led Zeppelin.
Anyone who was lucky enough to see these very low key shows in the spring of 1981, will know how incredibly exciting it was to see the former lead singer in the biggest band in the world in such small surroundings – going back to his roots.
For there was, as he put it ‘’No led anything’ in this era – just a whole lot of rhythm and blues and an attempt to re- establish contact with an audience – on his terms.
This short lived venture would provide the inspiration for him to hook up with Robbie Blunt on a more serious mission of song writing that would have all roads leading to Rockfield Studios in Monmouth for the recording of his first solo album Pictures At Eleven.
Before all that, there were sweaty nights on the road and this night at the Nottingham Boat Club was just that. This was the second occasion I had seen this line up – a week back I had been at the Porterhouse in Retford and ahead in the next two weeks I would catch further shows in Pontypridd, Sheffield and Bradford.
In those days if Robert or indeed Jimmy and JPJ were playing anywhere, I would do my best to be there…oh and I also saw Bruce Springsteen and the E Street Band at Bingley Hall Stafford that month.
On this day, I was lucky enough to be in attendance at the afternoon soundcheck – it was a huge thrill to be inside the venue where Zep had performed in March 1971. Robert and the band were on great form and the gig itself was a stormer. I didn’t take any photos of this gig but I took some of the other gigs which I’ll try and dig out.
After the soundcheck, the band, crew and myself strolled on to the balcony of the Boat Club to view the gathering crowds below. In this photo taken by a fan in the crowd (I cannot recall who sent me this) the line up is:
Far left just above the parked van, long time Zep/Plant soundman and friend Benji Le-fevre, then Robert Plant in the red jacket, saxophonist Keith Evans, guitarist Robbie Blunt, drummer Kevin J O’Neal, behind him that’s me (note short lived moustache!) and to the right future Plant tour manager Rex King.
An amazing day when I was a mere 24 years old and it all happened 41 years ago today… what a memory…
This one and many more will be in the memoirs book I am chipping away at for future publication sometime ahead…
Dave Lewis – May 12 2022
thanks Dave Lewis
DL/ TBL Ritorno al passato giovedì
Accadeva oggi 41 anni fa:
Robert Plant e gli Honeydrippers al Nottingham Boat Club...
Oggi, 41 anni fa, martedì 12 maggio 1981, ho preso il treno da Bedford a Nottingham per un concerto molto speciale.
In prospettiva c'era una notte con gli Honeydrippers al famoso locale del Nottingham Boat Club.
The Honeydrippers era la band ad hoc Robert Plant formata all'inizio del 1981 con alcuni dei suoi amici musicisti delle Midlands. Questo era il suo modo di trovare una via d'uscita dalla morte dei Led Zeppelin.
Chiunque abbia avuto la fortuna di vedere questi spettacoli molto bassi nella primavera del 1981, saprà quanto è stato incredibilmente emozionante vedere l'ex cantante della più grande band del mondo in un ambiente così piccolo - tornare alle sue origini.
Perché in quest'epoca c'era, come diceva lui, "Nessun led anything" - solo un sacco di rhythm and blues e un tentativo di ristabilire il contatto con il pubblico - alle sue condizioni.
Questa impresa di breve durata gli avrebbe dato l'ispirazione per rimorchiare Robbie Blunt in una missione più seria di scrivere canzoni che avrebbe portato tutte le strade ai Rockfield Studios di Monmouth per la registrazione del suo primo album solista Picture Alle undici.
Prima di tutto, c'erano notti sudate sulla strada e questa notte al Nottingham Boat Club era proprio questo. Questa era la seconda occasione che avevo visto questa formazione: una settimana fa ero stato al Porterhouse a Retford e nelle due settimane successive avrei visto altri spettacoli a Pontypridd, Sheffield e Bradford.
In quei giorni, se Robert o Jimmy e JPJ giocassero da qualche parte, farei del mio meglio per essere lì... oh e ho visto anche Bruce Springsteen e la E Street Band al Bingley Hall Stafford quel mese.
In questo giorno, ho avuto la fortuna di essere presente al soundcheck pomeridiano: è stato un'enorme emozione essere all'interno della sede dove Zep si era esibito nel marzo 1971. Robert e la band erano in grande forma e il concerto in sé è stato un temporale. Non ho scattato nessuna foto di questo lavoro ma ho fatto alcuni degli altri concerti che cercherò di scovare.
Dopo il soundcheck, la band, l'equipaggio ed io abbiamo passeggiato sul balcone del Boat Club per vedere la folla che si radunava qui sotto. In questa foto scattata da un fan tra la folla (non ricordo chi me l'ha mandata) la fila è:
Lontano a sinistra appena sopra il furgone parcheggiato, il soundman Zep/Plant di lunga data e amico Benji Le-fevre, poi Robert Plant con la giacca rossa, il sassofonista Keith Evans, il chitarrista Robbie Blunt, il batterista Kevin J O'Neal, dietro di lui ci sono io (notare baffi breve vita ! ! ) e al giusto futuro tour manager dei Plant Rex King.
Una giornata fantastica quando avevo appena 24 anni ed è successo oggi 41 anni fa... che ricordi...
Questo e molti altri saranno nel libro di memorie che sto mettendo via per una futura pubblicazione in anticipo...
Dave Lewis – 12 maggio 2022
..fermi lì...
quando uno sguardo ti tramuta..in statua.. lo sguardo magnetico che osa dove nessun altro farebbe..dove ogni parte del corpo si tende come un archetto di violino..sei lì,,senti tutto ma, attratta da sì tale bellezza..non ti muovi e attendi...oppure stramazzi a terra..
in mitologia lo facevano le Gorgoni...
Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa. Di aspetto stupendo, avevano ali d'argento, mani con smalto rosso, e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato. La gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina, che, per volere di Persefone, era la custode degli Inferi.
Nessun commento:
Posta un commento