https://fungomag.it/roland-garros-2025-sulla-via-di-parigi-col-cuore-in-fiamme-sinner-e-il-sorteggio-degli-dei/?fbclid=IwY2xjawKdEFdleHRuA2FlbQIxMQBicmlkETFGQU8xYTVFOXdmRlp6YzYzAR4me3hK-YtQDWJxAOSswH083o_G2PZGpssYu0P8w568HBNjcBOuLpcXUp8HQA_aem_6pabjDtXcuwTiMWy64JrVg
Jannik Sinner presenta il Roland Garros: "Questo è un torneo che mi manca, non sono al livello di tennis a cui vorrei ancora essere ma..."
Sinner: "Ora so chi è mio amico e chi non lo è: voglio ritrovare la fiducia che avevo prima"
Da Parigi a Parigi: Sinner, un anno da n. 1
- Per Sinner sarà il ritorno a Parigi, lì dove un anno fa è diventato il primo n. 1 al mondo italiano della storia. C'è una data che resterà indimenticabile - il 4 giugno 2024 - e una frase, quella pronunciata da Fabrice Santoro dopo la vittoria di Jannik ai quarti con Dimitrov. "Lunedì prossimo, all’età di 23 anni, diventerai il primo italiano di sempre numero al mondo". L'emozione negli occhi di Jannik, la standing ovation dello Chatrier a suggellare un momento che resterà per sempre nella storia del tennis italiano.
- Adesso Sinner torna a Parigi e lo fa ancora da n. 1 al mondo, certo del primo posto del ranking Atp per 53 settimane consecutive. Da quel giorno l'azzurro ha vinto altri due Slam, le Atp Finals e superato momenti di difficoltà come la sospensione di tre mesi
L'omaggio a Rafael Nadal
- Tra i momenti più attesi di questa edizione c'è l'omaggio che il Roland Garros ha preparato per Rafael Nadal, il sovrano indiscusso di Parigi con 14 trofei. Domenica 25 maggio, al termine dei tre incontri della sessione diurna, ci sarà una cerimonia sul Philippe-Chatrier per rendere omaggio al giocatore che ha riscritto la storia del torneo.
- "Vogliamo guardare al futuro ma anche celebrare coloro che ci hanno fatto emozionare in passato, e tra questi c’è sicuramente un posto per Rafael Nadal - ha spiegato Amelie Mauresmo, direttrice del torneo - Rafa ha segnato la storia del torneo con i suoi 14 titoli, forse mai eguagliabili. Non sarà in campo quest’anno a Roland-Garros, ma sarà comunque molto presente in questa edizione 2025". Gli organizzatori, infatti, allestiranno una mostra immersiva e interattiva dedicata a Nadal al Tenniseum, visitabile per tutta la durata del torneo.
Gli italiani al via
- Jannik SINNER (testa di serie numero 1)
- Lorenzo MUSETTI (testa di serie numero

- Matteo ARNALDI
- Flavio COBOLLI
- Lorenzo SONEGO
- Luciano DARDERI
- Mattia BELLUCCI
- Luca NARDI
- Francesco PASSARO
- Matteo GIGANTE (qualificato)
- Giulio ZEPPIERI (qualificato)
- Il torneo femminile: Paolini riparte dalla finale
- L'Italia parte in pole position anche nel torneo femminile, dove Jasmine Paolini difende la storica finale del 2024 in cui perse con Iga Swiatek
- L'azzurra, testa di serie n°4 del seeding, ci arriva tra le naturali favorite dopo il trionfo agli Internazionali sia in singolare che in doppio
- Saranno quattro in totale le italiane nel main draw di Parigi: oltre a Paolini, troviamo anche Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto e Lucrezia Stefanini (entrata dalle quali)
- Il calendario
- Domenica 25 maggio, dalle 11: 1° turno (maschile e femminile)
- Lunedì 26 maggio, dalle 11: 1° turno (maschile e femminile)
- Martedì 27 maggio, dalle 11: 1° turno (maschile e femminile)
- Mercoledì 28 maggio, dalle 11: 2° turno (maschile e femminile)
- Giovedì 29 maggio, dalle 11: 2° turno (maschile e femminile)
- Venerdì 30 maggio, dalle 11: 3° turno (maschile e femminile)
- Sabato 31 maggio, dalle 11: 3° turno (maschile e femminile)
- Domenica 1 giugno, dalle 11: ottavi di finale (maschile e femminile)
- Lunedì 2 giugno, dalle 11: ottavi di finale (maschile e femminile)
- Martedì 3 giugno, dalle 11: quarti di finale (maschile e femminile)
- Mercoledì 4 giugno, dalle 11: quarti di finale (maschile e femminile)
- Giovedì 5 giugno, dalle 15: semifinali femminili
- Venerdì 6 giugno, dalle 14.30: semifinali maschili
- Sabato 7 giugno, ore 15: finale femminile
- Domenica 8 giugno, ore 15: finale maschile
- I punti in palio
- 1° turno: 10 pt
- 2° turno: 50 pt
- 3° turno: 100 pt
- Ottavi di finale: 200 pt
- Quarti di finale: 400 pt
- Semifinale: 800 pt
- Finalista: 1.300 pt
- Vincitore: 2.000 pt
- Dove vedere il Roland Garros 2025
Testa di serie 2. #RolandGarros pic.twitter.com/AJX0peOiFA— Roland-Garros (@rolandgarros) 23 maggio 2025
Roland Garros 2025, sulla via di Parigi col cuore in fiamme: Sinner e il sorteggio degli Dei
E allora sia.
Sia fuoco. Sia sangue. Sia argilla. Sia terra battuta.
Il destino ha disegnato il suo tracciato col compasso sbilenco dei poeti ubriachi e dei santi con le ginocchia sbucciate. E non poteva che essere così per lui, per JannikBello, per il ragazzo del ghiaccio che ha imparato a scaldarsi col sudore, con l’attesa, con l’umiltà feroce di chi ogni giorno ha fame e mangia silenzio. Lui, la nostra Scintilla d’Infinito e di Eterno che torna a calcare uno dei terreni più prestigiosi.
Roland Garros 2025.
Il tempio.
La prova.
La montagna incantata.
E lassù, in cima, quella coppa che pare un’arca, un relitto d’antiche civiltà: la Coppa dei Moschettieri, che a osservarla da vicino sembra un cuore pietrificato. E forse lo è.
Forse sì, forse è un cuore pietrificato, pronto a battere solo per chi ha il coraggio di farsi mito.
Il sorteggio?
Crudele. Onesto. Affascinante.
Come tutti gli oracoli, non dice “se”: ti chiede “quanto vali”.
Sinner esordirà contro Arthur Rinderknech: un francese, alto come la Tour Eiffel e orgoglioso come un gallo da combattimento. Sulle sue spalle, anche sulle sue spalle, il peso di un’intera nazione che ancora sogna un figlio vincente, un erede tra i rovi. Avrà il pubblico, avrà il vento, avrà la patria: ma non avrà l’Anima. Quella è già altrove.
Poi, forse, sarà Richard Gasquet, il crepuscolo in gilet bianco. L’ultimo ballo. L’ultima piroetta di quel rovescio a una mano che sa di bisturi e poesia. Un saluto a Parigi, sulle note di Chopin. E lì, sì, lì ci sarà commozione, teatro, malinconia. Ma Jannik – che pure è tutto cuore – non potrà concederla. Perché nei sogni dei grandi, c’è posto per la compassione. Ma non per la deroga.
Poi verranno i primi veri scogli. Quelli che mordono.
Lehečka o Davidovich Fokina, entrambi con la furia nelle caviglie. Il primo è ceco e schematico, gioco pulito e idee dritte. Il secondo è spagnolo e imprevedibile come un bicchiere d’assenzio: gioca con i piedi e con l’anima, con il laccio sinistro del cuore. Sarà lì, nel terzo turno, che il torneo comincerà davvero. Sarà lì che Jannik dovrà scendere in profondità a toccare quella nota che ancora non s’ode.
Ma è nella seconda settimana che le favole si biforcano.
Qui potrebbero esserci Fils, il predestinato di Francia, il talento nuovo con la pelle che freme e le vene che sanno di Marsiglia, e Rublev, l’uragano russo dal cuore infranto, la testa fragile e bella e un dritto da altro Dio. Qui il torneo diventa sfida personale che tange orgoglio, dignità ed onore.
Qui non si gioca solo contro l’avversario, ma contro i giorni. Contro le notti insonni. Contro i dubbi. Poi ci saranno i quarti.
E lì, su quella soglia, il destino ha sussurrato un nome con l’accento british e la mano mancina: Jack Draper. L’amico. Il gemello di sguardi e silenzi. Chi li ha visti allenarsi insieme sa che si sono sfiorati con rispetto, che si conoscono come due righe scritte sullo stesso diario.
Ma l’amicizia, si sa, finisce ai piedi del Philippe Chatrier. Lì, per quelle ore, l’amicizia si cristallizza e frantuma.
Lì non esistono fratelli.
Solo gladiatori. Finché racchetta resiste.
E poi – ah, poi – l’inferno elegante.
La semifinale.
La madre di tutte le prove.
Novak Djokovic, se ancora respira.
Alexander Zverev, se ancora crede.
Due muri, due altari. Il primo è il Re che non abdica, il secondo il Principe che non si arrende.
Contro uno o contro l’altro, Jannik dovrà non solo vincere: dovrà dichiararsi.
Dovrà dire chi è.
Non con le parole, ma con la pazienza.
Con la dedizione. E con il suo infinito coraggio.
E se poi veramente si arriverà fino a qui – e se poi sarà ancora una volta – la prima all’ombra di Parisi – finale, allora potrà essere vera e proprio Poesia.
Carlos Alcaraz, il Sole incostante che quando decide di brillare scioglie ed abbaglia.
O Casper Ruud, la Roccia.
O – perché no – Lorenzo Musetti, l’Artista.
Ma chiunque sia, sarà l’ultimo ostacolo prima dell’ennesimo Olimpo.
Sarà l’ultimo sì da strappare agli Dei.
Perché questo è il Roland Garros.
Non si vince per diritto di nascita.
Non si vince per forma.
Si vince per dolore.
Si vince per Scintilla.
Per quella fame di Infinito che solo chi è stato piccolo – e ha sputato sangue per diventar grande da solo – può riconoscere.
E allora SinnerBello, vai. Dispiega le ali e inizia a volare.
A testa bassa e cuore in petto.
Cammina su quella terra come fosse la prima volta, come fosse l’ultima, come fosse tua.
Passo dopo passo.
Set dopo set.
Col rosso addosso e la luna negli occhi.
Perché quando il sorteggio è crudele è proprio allora che nasce il fuoco.
E noi saremo lì con te.
A guardarti salire.
A sperare che, alla fine, sia veramente Mito che diventa Infinito.
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da dove proviene la terra rossa del Roland-Garros?
Perché dovresti usare palline differenti su un campo in terra battuta?
Il feltro
Il nucleo
Wilson x Roland Garros
una grande e bella persona
al di là di un tennista grandissimo...
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la presunzione non è nel suo DNA..
il rispetto per gli avversari quello si che è il suo DNA.
Sinner e il gesto di Rinderknech che indispettisce tutti... tranne Jannik
Corretja: "Sinner è una versione migliorata di Agassi e Djokovic"
L'ex n. 2 ha elogiato la rivalità tra i migliori due giocatori al mondo: "Sinner è quasi imbattibile, Alcaraz può farcela solo con la sua creatività, perché è un giocatore unico"“La mia sensazione, è che sia Alcaraz che Sinner sono un passo avanti rispetto agli altri, o forse anche più di uno. Naturalmente, man mano che il torneo andrà avanti, vedremo quali giocatori sapranno adattarsi meglio e creare problemi. Ma penso che entrambi arrivino in ottima forma al torneo”, ha detto.“Per Alcaraz è stato fondamentale vincere a Roma, soprattutto dal punto di vista mentale e della fiducia, dopo non aver potuto giocare a Madrid. A livello fisico, il fatto di sentirsi pronto, di credere di poter tornare a competere, è stato importantissimo. Nel caso di Sinner, dopo tre mesi senza competizioni, è davvero notevole come abbia gestito la situazione: come è arrivato a Roma, come si è adattato, come è riuscito ad arrivare in finale. E il calo del secondo set mi sembra dovuto proprio a tutti questi fattori, mentre Alcaraz è riuscito a salire di livello. Penso sarà molto difficile che non siano loro due a giocarsi la finale”.Alcaraz vince, Sinner promette. Roma è uno spettacoloSpiegando ciò che vede nella loro rivalità, che oggi vede Alcaraz avanti 7-4 nei precedenti, con una striscia positiva di quattro successi, Corretja ha paragonato Sinner ad una “macchina perfetta”: “Oggi Carlos è leggermente sopra in termini di sensazioni e risultati. Ma se arrivassero entrambi in finale, bisognerebbe vedere in che condizioni ci arrivano, perché sarebbe una finale davvero aperta, perché Sinner troverebbe quel ritmo che gli manca nel corso del torneo”.“Sinner è una macchina perfetta e, per smontare una macchina, bisogna trovare i tasti giusti. Alcaraz ha il grande merito e la grande fortuna di avere quelle armi. È quasi impossibile battere Sinner, è come una versione migliorata di Agassi e Djokovic, è in un’altra dimensione. Alcaraz ha capito che non si può sfidare Sinner sulla costanza ed il gioco lineare: lì, l’italiano è il migliore. Quindi deve usare la sua creatività e capire che ci sono momenti in cui deve variare altezze, potenze, angoli, intensità. Tutto questo comporta anche uno sforzo che per Carlos è molto difficile da sostenere. Contro Sinner deve dare qualcosa in più, e a Roma ha dovuto farlo. Se giocherà la finale del Roland Garros, dovrà dare tre volte quel “di più”, perché una sola non basterà: Sinner non ha giocato per tre mesi e ogni partita che farà a Parigi lo farà migliorare”.Infine, Corretja ha anche spiegato la sua visione tattica del tennis su terra battuta, ribadendo i motivi per cui Alcaraz ottiene i suoi successi, mentre Sinner sta cercando i correttivi per esprimersi al meglio: “Secondo me, oggi il circuito si è molto uniformato a livello tattico. Oggi si gioca su tre o quattro colpi e si vuole già chiudere lo scambio, mentre prima – soprattutto spagnoli e sudamericani – si affidavano ai colpi con molta rotazione”."Oggi tutto questo sta scomparendo, ma penso che su terra vinca ancora chi sa giocare bene in quel modo - ha concluso -. Alcaraz vince anche per la sua resistenza, Musetti e Ruud hanno un tipo di gioco fatto di rotazioni, angoli che servono ad aprirsi il campo. Anche Draper sta migliorando e Sinner sulla terra gioca il dritto con maggiore parabola, lavora di più il servizio. Su terra non si vince giocando piatto da fondo. Anche Andre Agassi per vincere (nel 1999, completando il Career Grand Slam) dovette giocare diversamente rispetto al solito, con molta più intelligenza”.
Mats Wilander fa le carte a Parigi: «Sinner è un lupo affamato, solo Alcaraz può batterlo al Roland Garros»
Wilander: “Solo Alcaraz può battere Sinner. Chi per il dopo Cahill? Anche nessuno”
«Non sono poi così tanti. Mi spiego: ha minimizzato il danno allenandosi sulla terra e alimentando la sua fame di match. È tornato affamato come un lupo.
Ricordo quando Rafa e Roger si ritrovarono in finale all'Australian Open dopo mesi lontano dal tennis: non li teneva più nessuno.
Mats Wilander fa le carte a Parigi: «Sinner è un lupo affamato, solo Alcaraz può batterlo al Roland Garros»
«È il più forte, può fare il Grande Slam già quest'anno. Se mi chiedesse di allenarlo? Può continuare solo con Vagnozzi ma non saprei dirgli di no»
Wilander: “Solo Alcaraz può battere Sinner. Chi per il dopo Cahill? Anche nessuno”
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Mats Wilander ha vissuto alcune giornate intense al Foro Italico (dove è stato premiato dalla FITP con la “racchetta d’oro”) restando impressionato da Jannik Sinner, al rientro dopo tre mesi di stop, fermato solo in finale da un eccellente Alcaraz. Per questo lo svedese afferma che l’azzurro ha la stessa fame di tennis di un “lupo affamato” e che a Roland Garros potrebbe non avere rivali, eccetto Carlos Alcaraz. Un’investitura pesante quella del sette volte campione Slam, rilasciata in un’intervista al Corriere della Sera, della quale riportiamo i passaggi più significativi.
“Jannik è il tipo di giocatore che migliorerà fino all’ultima palla che giocherà nella sua carriera, costringendo i rivali a sfiancarsi per tenere il passo” afferma Wilander. “È così determinato, la sua tecnica è eccezionale, crescendo sta diventando ogni giorno più forte fisicamente. Il servizio, negli ultimi anni, è rivoluzionato. Mi ha stupito la facilità con cui a Roma ha gestito i primi match, digiuno com’era di agonismo: ha dimostrato perché è in vetta al ranking mondiale da quasi un anno”.
“È tornato affamato come un lupo. Ricordo quando Rafa e Roger si ritrovarono in finale all’Australian Open dopo mesi lontano dal tennis: non li teneva più nessuno. Jannik ha trasformato la sospensione in un vantaggio e adesso, nella parte centrale e decisiva della stagione, si ritrova fresco. Nell’arco di due mesi si gioca Parigi e Wimbledon nella perfetta situazione di condizione. E può mantenere vivo il sogno meraviglioso dello Slam“.
Slam un sogno possibile secondo Mats, ma l’ostacolo vero è ora, è Parigi. “Per le caratteristiche di Jannik naturalmente il Roland Garros è la sfida più alta: lui gioca vicino alla linea di fondo e sul rosso non è facile. Ma a Parigi, conoscendolo, me lo aspetto già migliorato rispetto a Roma. Sinner non rimane mai fermo. Sulla terra, per come si muove, mi ricorda Novak Djokovic più che su qualsiasi altra superficie. Certo che può vincere tutti e quattro i Major quest’anno. Parliamoci chiaro: chi può battere Jannik? Solo Alcaraz. Zverev è un grande tennista ma a Parigi si gioca tre set su cinque: è un format che, solitamente, promuove il più forte. Paul, Fritz, gli americani sono da temere ma insomma, diciamocelo, Jannik è un’altra cosa”.
Wilander fa un paragone tra il tennis italiano e quello svedese dei suoi tempi. “Jannik mi ricorda la freddezza della generazione di noi svedesi. Bravo ragazzo, giocatore pazzesco. L’Italia oggi è quello che la Svezia è stata negli anni Ottanta e Novanta: il Paese leader, una scuola di riferimento per tutti. Con la vostra passione, con il sorriso di Jasmine Paolini, fate bene a tutto il tennis. Però non commettete il nostro errore…La Svezia, prima con Borg e poi con noi eredi, ha dominato per anni però non ha saputo costruirsi un futuro. Hanno pensato che fosse tutto scontato, automatico. Invece no. A un certo punto, all’improvviso, il filone del tennis svedese si è esaurito. E oggi non abbiamo più nessuno da top 100.”
Capitolo Cahill: chi il sostituto ideale? Per Mats, forse nessuno… “Io non vedo necessariamente un altro coach accanto a Vagnozzi. Jannik non ha bisogno di nessun altro. Capisco che Simone non se la senta di viaggiare dodici mesi all’anno: è sfiancante. Ma credo che molto dipenderà da come va questa stagione. Se Sinner facesse il Grande Slam, a quel punto potrebbe essere allenato da suo fratello, per dire…”
Lo svedese quindi lancia Jannik verso orizzonti sconfinati, confidando nella sua forza tecnica, fisica e mentale. Sinner, alla settimana n.51 da n.1 del mondo, inizia stasera la sua avventura al Bois de Boulogne. Certamente la stima di Mats gli farà piacere, ma conoscendolo il suo mantra resterà lo stesso: un passo alla volta, una partita alla volta, cercando di arrivare al livello di prestazione che lo soddisfa.
Marco Mazzoni


















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