I dati raccolti da Tennis Data Innovations ed elaborati da Tennis Viz, due società che lavorano con l'ATP, dimostrano il progresso di Sinner soprattutto in due ambiti rispetto alla partita contro De Jong: in risposta e con il diritto.
L'algoritmo considera, per ogni colpo, ampiezza, profondità, angolazione, impatto sull'avversario, e offre un indicatore sintetico di qualità, un voto, da 1 a 10.
Rispetto alla partita contro De Jong, la qualità della risposta di Sinner è passata da 6.6 a 7.4, quella del diritto da 7.7 a 8.5.
Non è un caso che, anche per effetto delle condizioni di gioco in una serata fredda e umida su un Centrale appesantito a causa della pioggia, Sinner abbia giocato nel primo set contro Cerundolo due terzi dei suoi diritti in lungolinea. Una misura della sua crescente fiducia e insieme di una complessiva condizione sempre più brillante. Per essere efficaci in lungolinea, infatti, serve arrivare prima sulla palla per colpirla molto davanti al corpo.
Sono proprio queste variazioni a darci l'immagine di un Sinner di nuovo signore della scena, padrone del mestiere, dopo tre mesi di stop forzato e due partite di adattamento e ricognizione. La notizia più bella per i tifosi in vista del quarto di finale contro Jaume Munar o Casper Ruud.
C'è anche un altro aspetto che i dati fanno emergere con chiarezza, che aumenta la sensazione di un Sinner sempre più a suo agio.
Nell'ottavo di finale si è vista infatti una versione di Sinner più vicina a quella a cui ci ha abituato da un anno e mezzo. Se nelle prime due partite al Foro ha cercato soprattutto di ritrovare ritmo e sensazioni giuste nello scambio da fondo, contro Cerundolo ha punteggiato la sua prestazione con 11 palle corte, da cui ha ricavato sette punti.
All'inizio della scorsa settimana non sapevo quanto avrei retto e quanto sarei andato avanti nel torneo. Ora invece siamo in gioco", ha detto Jannik in udienza dal Papa.
"Ora invece siamo in gioco".
Ecco io dopo oggi, fossi negli altri tennisti rimasti, inizierei seriamente a tremare.
..hai proprio ragione Fabrizio Delprete..
aggiungo:
in Agenda del Pontefice..
il primo della lista era proprio jannik..
ha voluto vedere lui ancora prima
dell'incontro consueto dei capi di Stato...
Quella di oggi in Vaticano è stata una delle prime udienze private di Papa Leone XIV, con Sinner che ha quindi preceduto personalità come il presidente della Repubblica Mattarella e la premier Meloni.
Questa è la dimostrazione che Sinner è più importante di capi di stato, di governo,reali ...ect..
---------------------------------
Tania Cagnotto e l'amicizia con Jannik Sinner: la visita a casa a Bolzano..
"Jannik è umile e maturo. Lui in campo è una macchina da guerra, fuori cerca la normalità.
La recente visita di Sinner a casa mia? È un amico, e a casa abbiamo un rituale con le bimbe: quando gioca lui Maya e Lisa si addormentano… ma non deve giocare troppo – spiega la Cagnotto alla ‘Gazzetta dello Sport' – Ci ha fatto piacere riceverlo a Bolzano, io lo vedo come un ragazzino, mi ricorda i compagni di squadra più piccoli. È normalissimo, divertente, pensa a fare le cose che fanno i coetanei. Poi sul campo è una macchina da guerra. Una bella persona come si vede in campo. Educato, carino, umile".
Sinner, umiltà e determinazione
è diventato un esempio per i tanti giovani tennisti anche per le sue qualità umane
In questi anni Jannik ha sempre confermato di avere molto rispetto nei confronti degli avversari, a volte anche concedendo punti contestati.
Nonostante la giovane età, ha dimostrato più volte quanto tenga ai veri valori dello sport. Ci sono molti esempi di sportività di Jannik, ma i principali sono tre.
Il primo durante il torneo di Cincinnati 2022, in cui il tennista italiano concesse un punto e un game, riferendo all’arbitro che il servizio dell’avversario Kokkinakis era finito dentro il campo.
Il secondo, sempre lo stesso anno, quando durante una partita ad Umago, contro Jaume Munar, Sinner toccò senza accorgersene la rete con la racchetta. Il direttore di gara non aveva visto, ma era stato proprio Jannik ad ammettere il fallo, concedendo il punto all’avversario spagnolo.
Questi due atti di sportività, l’hanno portato a vincere il premio WeFairPlay, che mette in risalto il lato migliore dello sport, quello del gioco corretto.
Il terzo esempio di sportività di Sinner risale agli Australian Open di quest’anno, in cui Il tennista italiano, protagonista non solo per la grande vittoria, durante una pausa a causa dello squillo del telefono di uno spettatore, ha chiesto all’avversario De Jong di ripetere il servizio, sbagliato per via del suono del cellulare. Jannik in questo momento è il migliore esempio di fair play degli ultimi anni.
------------------------
------------
Cahill e tutto il team..sono anche loro degli alieni!!
Alieni quando tutto procede al meglio e alieni anche quando ci sono difficoltà..fanno autocritica e trovano le soluzioni..
E' il team sinnergico che non lascia niente al caso..
la Sinnergia di pensiero e azione completa ogni piccola difficoltà,ne trae beneficio e la trasforma in energia pura..
Lella..
----------------
"Sono salito sulla sedia dell'arbitro per cronometrarlo". E su Alcaraz...
Il super coach di Jannik alla vigilia della finale a Roma: "Con Carlos deve fare una cosa per vincere"
“Una delle sfide più grandi che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi tre mesi - ha detto Cahill in un'intervista a SkySports Uk - e in particolare negli ultimi due, quando abbiamo iniziato ad avvicinarci un po’ di più al rientro, è stato cercare di replicare le situazioni che affronta in partita e abbiamo scoperto che lui troppo spesso aveva cali di concentrazione quando giocavamo a punti. Si allenava sempre bene, colpiva la palla sempre bene, ma perdeva la concentrazione. Quindi sono dovuto perfino salire sulla sedia dell’arbitro e cronometrarlo a 25 secondi di distanza tra un punto e l’altro. Gli ho fatto notare un paio di violazioni. Ho ricevuto una piccola spinta in cambio, ma stavo cercando di farlo rientrare nel ritmo dei punti e delle partite per assicurarmi che a Roma sarebbe arrivato al top e forse ha funzionato. Nei primi due match forse ha faticato a trovare il giusto ritmo e tempismo, ma poi ci è riuscito abbastanza in fretta".
Ora c'è la sfida più attesa e affascinante. Quella tra il numero uno e il numero due (ufficialmente da lunedì) al mondo. Quella tra i due rivali che si sono spartiti gli ultimi cinque Slam. "Con Alcaraz può vincere - commenta Cahill - e non so voi, ma io adoro questi scontri tra loro due e non vedo l’ora. Sono due ragazzi fantastici, due giocatori fantastici anche se diversi. La cosa più importante da fare per Jannik sarà tenere la palla lontana dal centro del campo, perché è lì che Carlos gioca il suo miglior tennis e controlla i punti. Quindi se Jannik riuscisse a giocare quel suo tennis che abbiamo visto un paio di volte qui, allora avrebbe buone chance. Ma sono emozionato come tutti, adoro questi incontri. Ora hanno giocato abbastanza partite da sapere cosa l’altro è capace di fare. Quindi molto dipenderà da quello che succederà dalla loro parte del campo e dalle condizioni atmosferiche alle 17 di domenica. Sarà una giornata non molto calda, quindi la palla non volerà dappertutto. Dovranno impegnarsi per fare il punto, entrerà in gioco la pazienza. Sarà importante anche variare il gioco e andare a rete. Sappiamo che Carlos farà molte smorzate, quindi anche Jannik dovrà farlo. Quindi ci sono tante variazioni all’interno del match ed è qui che posso dare la colpa a Vagnozzi. È lui che dà le istruzioni e ne parliamo continuamente. Ci siamo seduti e abbiamo guardato un sacco di registrazioni. Ci piace guardare Carlos giocare anche quando non affronta Sinner. Quindi penso che sarà una grande partita e quale posto migliore se non Roma?"
Cahill: "Il primo set con Paul? Ho sbagliato anche io"
"È stato difficile per lui contro Paul - spiega Cahill - dopo aver giocato una partita così perfetta contro Casper Ruud. È anche un po’ colpa mia, perché come allenatore non sai bene come preparare i tuoi giocatori dopo che hanno giocato così bene. È come vincere un torneo. E forse avrei dovuto resettarlo un po’, riportarlo sulla griglia di partenza come una macchina da Formula Uno. Dirgli, questa è una nuova partita, non pensare a quello che ho fatto ieri sera. Dobbiamo tornare là fuori e ricominciare da zero. Non l’ho fatto perché volevo vedere se riusciva a continuare a far girare la palla in quel modo, ma non ci è riuscito. E bisogno riconoscere a Jannik il merito di aver apportato le modifiche necessarie insieme a Simone Vagnozzi nel secondo e nel terzo set. E penso che abbia fatto un lavoro incredibile per ribaltare la situazione. Onestamente a Roma puntavamo ad arrivare al secondo o terzo turno, perché volevamo che facesse un paio di partite, per abituarsi di nuovo a giocare. Non sapevamo come avrebbe reagito il suo corpo dopo quattro mesi senza giocare a tennis. Devi affrontare ogni genere di cosa, tutti i fastidi, le vesciche, le mani doloranti, e spingerti oltre durante una partita è molto diverso che farlo in allenamento”.
Molto volentieri prendo in prestito
questo post
Sinner è il suo "parlare" al plurale!
Saró pure di parte, ma al sottoscritto piace in modo particolare quando Jannik Sinner, rispondendo ai giornalisti, coniuga sempre i tempi al plurale: "abbiamo vinto, stiamo studiando, vediamo". Il senso di pluralità che trasferisce, facendo comprendere che lui è parte di un gruppo che lo sostiene professionalmente, fa capire l'intenso lavoro che c'è dietro alla crescita e all'evoluzione del campione.
Non è certo da tutti, ma lui riesce molto bene a trasferirlo, e questo non può che rendere fieri noi tifosi che lo sosteniamo e i tanti che lo allenano in modo meticoloso. Una squadra che sa come alimentare il suo indubbio talento naturale e le sue capacità qualitative, che fanno la vera differenza ogni volta che scende sul campo.
Speriamo, allora, che Sinner possa scrivere sul Centrale di Roma il primo capitolo di un libro, raccontando così una storia molto diversa dalle altre che abbiamo già vissuto. Di sicuro, quella che la mia generazione ricorda ben 49 anni fa, nel 1978, quando l'ultimo tennista italiano, Adriano Panatta, si affermò agli Internazionali di tennis d'Italia. È arrivato lo storico momento in cui si possa voltare pagina anche con il beneplacito dello stesso Panatta, che si augura di diventare il penultimo vincitore al Foro Italico.
Nicola Campoli. un amico di un altro Gruppo..
e ringrazio..
"𝗦𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗶𝘂' 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗥𝗼𝗺𝗮"- dichiara Sinner - "Però siamo ancora lontani. Abbiamo una sfida difficile entrambi domani. Sarebbe bello affrontarci in finale a Roma. Se continuiamo a giocare così, capiterà prima o poi. Ha attraversato un momento non facile, ma ne è uscito bene. Quando giocare i quarti sembra normale, vuol dire che siamo nella posizione giusta" .
Quando si scrive che Jannik è un alieno… il lato oscuro della forza: liquidare il numero 6 del seeding in poco più di un’ora, al quarto incontro dopo tre mesi di sospensione.
e in tanti credo sportivamente hanno applaudito Gasper quando ha conquistato quell'unico gioco!!..
si Jannik adesso lo chiamiamo il cavaliere oscuro..
ma di oscuro non ha niente..
è solo Luce..che squarcia ogni avversità...!!!
e in tanti credo sportivamente hanno applaudito Gasper quando ha conquistato quell'unico gioco!!..
si Jannik adesso lo chiamiamo il cavaliere oscuro..
ma di oscuro non ha niente..
è solo Luce..che squarcia ogni avversità...!!!
Casper Ruud: “Oggi non è stato così terribile, lui è semplicemente di un altro livello”
Il norvegese ha messo a segno un solo game: "Ti limiti a guardarlo, non so cos'altro dire..."
Ruud: “Sì, è stata la cosa più vicina alla perfezione che io abbia mai visto, almeno da un giocatore che ho affrontato, bisogna solo dargliene atto. Voglio dire, nei primi quattro game ho forse commesso un paio di errori non forzati con il dritto, in cui ho provato a forzare ma ho sbagliato. Tutto il resto che è uscito dalla sua racchetta, per tutta la durata del match, sembrava andare a più di cento miglia orarie. Ogni singolo colpo, sia di dritto che di rovescio, anche sui miei colpi, che a volte sento essere piuttosto pesanti, la palla tornava indietro come un proiettile. È semplicemente immensamente impressionante. È davvero tutto quello che posso dire”.
“Il colpo che mi ha tradito di più oggi è stato il servizio. Se avessi servito meglio avrei ottenuto più punti diretti. Dal fondo forse ho vinto uno o due scambi lunghi. Ma non sono nemmeno sicuro di averne vinto qualcuno, a pensarci bene. Nella maggior parte degli scambi da fondo campo è stato lui ad avere la meglio, anche se sentivo di aver cercato di impostare i punti come volevo. Lui però era semplicemente ovunque. È un po’ come dire che, quando qualcuno gioca così bene, sembra che abbia due dritti: uno dal lato del dritto e uno dal lato del rovescio. Nel suo caso, è quasi come se avesse due rovesci, perché anche il suo rovescio è eccezionale. Era come giocare contro un muro che ti tira palline a cento miglia orarie in continuazione“.
C’è chi parla di Sinner sottovalutato sulla terra battuta, un’affermazione che non trova d’accordo Ruud: “Forse dalla gente, non lo so. Io non lo sottovaluto affatto, su nessuna superficie. È arrivato in semifinale a Parigi l’anno scorso, semifinale qui quest’anno, che credo sia il suo miglior risultato qui. Sicuramente può fare di più, può puntare ancora più in alto qui. Anche semifinale a Monte-Carlo l’anno scorso, voglio dire.
So che può giocare davvero bene. In semifinale a Parigi ha portato Carlos al quinto set. Non è un segreto che giochi bene su questa superficie.
Finora nella sua carriera non ha avuto tantissimo successo su terra, ma non c’è motivo per cui non possa averlo, se gioca così”.
So che può giocare davvero bene. In semifinale a Parigi ha portato Carlos al quinto set. Non è un segreto che giochi bene su questa superficie.
Finora nella sua carriera non ha avuto tantissimo successo su terra, ma non c’è motivo per cui non possa averlo, se gioca così”.
“Sinceramente non è stata così terribile. Penso che sia stato più divertente che altro, anche se ho perso 6-0 6-1. Ti limiti a guardarlo e dire: “Questo è… sì, roba di un altro livello”, ma non so cos’altro dire. È stato quasi divertente assistere a una cosa del genere. Certo, avrei voluto una partita più equilibrata. Avrei voluto dare al pubblico e ai tifosi un match più lungo e combattuto.
Ma penso di essere sceso in campo pronto per giocare, solo che lui era ancora più pronto. Ogni zona in cui io riuscivo a colpire bene, lui rispondeva ancora meglio. Non riuscivo mai a rispondere con un colpo superiore. Questa è stata semplicemente la storia del match“.
Ma penso di essere sceso in campo pronto per giocare, solo che lui era ancora più pronto. Ogni zona in cui io riuscivo a colpire bene, lui rispondeva ancora meglio. Non riuscivo mai a rispondere con un colpo superiore. Questa è stata semplicemente la storia del match“.
--------------------
Campo 5 ALLENAMENTO..OGGI.
17:00 — 18:00
J. SINNER
J. BERRETTINI.
--------------------------------------
"Non è umano dice jacopo..
Sicuramente una cosa impressionante è che sembra che giochi sempre al cesto (l'allenamento in cui il giocatore colpisce una serie di palle consecutive e ravvicinate, servite dall'allenatore prendendole da un cesto, ndr), perché ha un tempo sulla palla e una capacità di controllare il suo corpo che è veramente inumana".
"Io ho giocato con gente molto forte e devo dire che come lui forse solo Djokovic mi ha dato questa impressione. Ogni palla che gli giochi dà l'idea che lui sappia già dove arriva, a che velocità, come rimbalza, cioè veramente, sembra che stia facendo cesto. Lui riesce in qualsiasi situazione ad arrivare e a tirare con una velocità e una pesantezza impressionante. Questa è l'impressione che dà anche durante i match, perché lo vedi che è in un controllo del suo corpo, dell'azione, del punto impressionante. Diciamo che tante persone colpiscono bene, ma poche persone arrivano così bene sulla palla e lui non a caso è il numero uno al mondo, però su questo è veramente speciale".
"È sicuramente una persona molto umana, molto empatica, nella sua posizione potrebbe anche fregarsene un po' di tutti e andare per la sua strada, invece non lo fa mai – spiega Jacopo – Così come lo fa con me lo fa anche con le persone fuori, quando ci alleniamo è sempre molto disponibile , molto anche gentile nel rivolgere anche un semplice sorriso, un saluto al pubblico". Un numero uno, insomma: Jannik Sinner.
-----------------------------------
Al Foro Italico è diventato lo sparring abituale del numero uno del mondo: "Il primo allenamento è stato casuale, poi Jannik mi ha riconfermato"
Dopo la partita con De Jong, Jannik ha ritrovato serenità. Ha cambiato marcia, in campo se la gode di più ed è in costante crescita». Pochi istanti prima del quarto tra Sinner e Ruud, Jacopo Berrettini aveva letto in maniera eccelsa i progressi del n.1 del mondo. Il romano classe 98, ora numero 336 (best ranking n.310), dopo aver giocato in doppio con il fratello Matteo è rimasto al Foro per allenarsi. In questi giorni è diventato sparring fisso di Sinner.
Che emozioni ha vissuto giocando il doppio?
«Io e Matteo ci emozioniamo ogni volta che mettiamo piede al Foro Italico. Giocare insieme è stato stupendo: quando hanno annunciato i nostri nomi ci siamo guardati e abbiamo riso. Sugli spalti c’erano familiari e amici».
Il ritiro di Matteo come lo ha vissuto? Come sta?
«La situazione è così così. Per fortuna non è brutta come si pensava, ma c’è qualcosa e lui non sta al massimo, soprattutto di umore. Poi Matteo dirà di più».
In questi giorni la stiamo ammirando in campo con Sinner. Come vi siete messi in contatto?
«Jannik cercava e il desk del torneo ha fatto il mio nome. Avevo già deciso di rimanere qui per allenarmi, poi il primo giorno ho giocato bene e per fortuna mi ha confermato per quelli successivi (ride, ndc)».
In campo come lo ha trovato?
«Jannik ha delle capacità che le persone normali non hanno. Il rientro a Roma è bello ma non è facile, anche perché lui è seguito dai fan. In campo ho percepito la sua crescita, ma se lo aspettava anche lui. Ha un team che lo aiuta tanto. Anche nei primi giorni stava bene, ma alla vigilia del match con De Jong era un po’ teso e bloccato, si vedeva non fosse totalmente a suo agio. Adesso ha ritrovato serenità e se la gode».
Fuori dal campo cosa l’ha sorpresa?
«È gentile con tutti. Questo è un dettaglio non banale quando si arriva a questi livelli».
Questa esperienza quanto le tornerà utile?
«Allenarsi al Foro dà sensazioni importanti, posso confrontarmi con giocatori di livello più alto del mio. Posso imparare e prendere tanto da loro. Ripartirò dal Futures di Cervia, poi giocherò Challenger e ITF in base al calendario. Abbiamo tanti tornei in Italia».
..il mio pensiero da tanto tempo...
speravo in un cambiamento
ma Muso deve tanto tanto lavorare su se stesso!!!..
dopo due passi avanti molto importanti
ieri ne ha fatti dieci indietro!!
----------------------------
PANATTA DELUSO DAL COMPORTAMENTO DI MUSETTI
"Talento da top 5, atteggiamento da junior. Guardare Sinner per imparare a stare in campo"
"Mi aspettavo molto di più dal comportamento! Secondo me ha fatto un passo indietro perchè oggi si è lamentato su ogni punto che perdeva. Era difficile giocare oggi, ma lo era anche per Alcaraz che, invece, anche quando sbagliava delle palle che normalmente non sbaglia per il vento, per qualche rimbalzo un pochino falso, non ha mai fatto una piega.
Lorenzo sta in momento in cui sta giocando benissimo, in un momento che ha fatto un salto di qualità importante come giocatore, perchè ormai è lì tra i primi, secondo me, lo ripeto vale già 4, 5, 6, lì se la gioca ormai con tutti gli altri.
Però non deve tornare a quello che era qualche 6, 7 mesi fa che quando le cose non andavano bene è un continuo lamento! Perchè non gli fa bene, non gli fa bene... deve fare ancora un salto di maturità, di maturazione come giocatore.
Ha degli esempi straordinari: il più straordinario è Sinner. Se uno dice come bisogna comportarsi in campo? Basta che guarda Sinner e non si sbaglia! Ma anche Alcaraz si è comportato benissimo, non che Lorenzo si comportasse male eh! È che si lamenta troppo! È un pò un vizietto da junior che sembra sempre che la colpa non è sua! Mi dispiace perchè quando vedo un giocatore come lui con le sue capacità enormi, perchè lui ha capacità enormi come giocatore, secondo me si è lasciato andare a troppo nervosismo che non è il caso. Si deve abituare a giocare con gente come Alcaraz, come Sinner, come tutti questi grandi giocatori che ha davanti e può capitare anche la giornata in cui gli riesce tutto quanto un pò meno facile.
Cioè, un giocatore o giocatrice devono trovare un equilibrio tra il martello e l'incudine: quando sei incudine devi stare lì buono sperando che 'passa la nottata' e lui deve abituarsi che in dei momenti può essere aggressivo, propositivo e dei momenti deve contenersi e quando l' altro gli fa il punto oppure tu sbagli, devi solamente pensare al prossimo punto.
Non lamentarti continuamente con la tua panchina. Sto dicendo una cosa positiva di lui, non è una grande critica!"
Adriano Panatta a Rai Sport.
aggiungo personalmente
non si diventa un Grande spaccando anche le racchette!!!
------------------------
“A prescindere da come andrà in finale, esserci arrivato mi darà sicuramente fiducia per il Roland Garros”.
A un passo dalla gloria. Comunque andrà, grazie
..la sua umiltà di accettarsi e accettare ogni momento in cui scende in campo sia positivo che negativo,
e la consapevolezza di trovare sempre le soluzioni..
rendono visibile a 360 gradi Il Campione che lui è
nonchè un ragazzo meraviglioso!!!..

..in Conferenza stampa..lo ha detto chiaro
Lui punta al Grande Slam!!!..
non so chi ha scritto questo pensiero
..ma è bellissimo..
"Jannik..il ragazzo vicino alle stelle,
con i piedi per terra,
che dal silenzio regala calma..
ed insegna
grandezza...
--------------------------
solo alcune testate giornalistiche,si sono soffermate su di un particolare che ho già postato..
7 per 7: le finali di Sinner e una storia infinita. Jannik come Murray..
e lo ha fatto a soli 23 anni..
Il primo in nove anni a compiere una tale impresa è l'italiano. E quel filo rosso tra lui, Sir Andy e Djokovic..
Il numero 7 a Roma si carica sempre di molteplici significati. Sette come i colli romani. Sette sono stati i leggendari re di Roma. E durante la settimana degli Internazionali d’Italia, nella Capitale riecheggia ancora questa cifra.
Sette finali per sette tornei disputati. È la striscia aperta che ha messo a segno Jannik Sinner da agosto 2024. Numeri che forse non ci impressionano più se riferiti al numero 1 del mondo, ma che ci ricordano, se mai ce ne fosse bisogno, perché Jannik si sia messo tutti gli avversari alle spalle da un anno a questa parte. Impossibile tacciare questi dati come semplice “continuità di risultati” quando si parla di sette finali in serie. Anche perché per Jannik sono arrivati cinque trionfi su sei con zero set lasciati per strada, in attesa di sapere cosa succederà domani contro Carlos Alcaraz. L’unica finale persa in questa sfilza di vittorie è quella di Pechino, quando l’altoatesino ha ceduto in tre set proprio a Carlitos.
Tutto è iniziato al 1000 di Cincinnati, dopo un’estate rocambolesca, contro Frances Tiafoe ed è proseguito sempre con uno statunitense dall’altra parte della rete, Taylor Fritz, a New York per gli US Open. Poi, l’ATP 500 di Pechino, appunto. E in seguito tre nuovi successi, prestigiosissimi: il 1000 di Shanghai, le ATP Finals di Torino e gli Australian Open 2025. Da Cincinnati a Roma, dal cemento nordamericano alla terra di casa, niente pare essere cambiato, eppure è tutto così diverso. Siamo forse dinnanzi a una situazione gattopardesca?
Erano nove anni che un giocatore non faceva segnare questi numeri. L’ultimo a riuscirci è stato Andy Murray in quel 2016 che lo ha consacrato tra gli eterni della racchetta. Per il tennista scozzese in sette finali consecutive sono arrivate quattro vittorie e tre sconfitte, su tre superfici diverse.
E ben tre di quei successi sono stati di fila, quando tra il Queen’s e le Olimpiadi di Rio Sir Andy sembrava inarrestabile. In mezzo il suo secondo Wimbledon, in quella che è stata l’ultima impresa in uno Slam, prima che il fisico ne fermasse la corsa. Terra, erba, cemento. Non esiste terreno di gioco su cui Murray non abbia saputo farsi valere. E non a caso quella stagione si coronò con il raggiungimento della prima posizione del ranking, davanti a Djokovic, Nadal e Federer. Roger e Rafa sono stati assenti agli alti livelli in quell’annata, come testimonia il fatto che Andy non se li sia ritrovati contrapposti in nessuna finale.
Jannik Sinner ha già uguagliato in termini di finali il britannico, seppur con più trofei portati a casa, e contro Alcaraz ha la possibilità di ampliare la striscia di trionfi consecutivi, che per Andy si è fermata a tre. Per amor di precisione, è bene segnalare come le finali ottenute da Murray siano state centrate senza soluzione di continuità. Per Jannik, invece, non è stato possibile per le note vicende legate alla WADA e al clostebol, indipendenti dalla volontà dello stesso Sinner. Ci sarebbe da chiedersi se tornare dopo uno stop di tre mesi e spingersi alla prima competizione fino all’atto finale non sia un’ulteriore prova di forza.
Oltre al numero sette, c’è un altro trait d’union tra Jannik Sinner e Andy Murray che risponde al nome di Novak Djokovic. Il tennista serbo si è visto opposto a entrambi durante il loro periodo trionfale, con fortune del tutto opposte. Se con lo scozzese l’ex numero 1 al mondo nel 2016 ha raccolto due vittorie e una sconfitta, tutte su terra rossa, contro Jannik nell’unico incrocio in finale degli ultimi mesi si è arreso in tre set a Shanghai. Quando in Cina è andata in scena quella partita Andy Murray non si era ancora seduto sulla panchina di Djokovic, quel colpo di scena clamoroso avrebbe sorpreso tutti qualche settimana dopo. Tutto si intreccia. Giocatori diventati leggenda, poi divenuti allenatori di altre leggende. Insomma, così funziona il Panta rei tennistico.
questo in molti non lo hanno scritto..
ringrazio Beatrice Becattini che mi ha dato spunto per mettere in evidenza quanto Jannik ha già fatto e quanto ancora potrà fare..
a volte bisogna essere eccelsi anche nel dare visione e merito a certe cose non troppo fruibili e un pò sconosciute ai meno conoscitori...
vedete quando ci si rapporta ad un Numero UNO, lo si deve fare non solo perchè ha più punti in una classifica..
ma perchè in meriti assoluti si raggiungono traguardi sognati, ma non sempre esaudibili..bene Jannik sta facendo l'uno e l'altro..
sta realizzando il sogno e la realtà.
Lella..
..questi sono i dati che contano!!!..
e non le racchette..rotte...
io la penso così!!!
Singolare maschile: Sinner primo italiano in finale dal 1978
Sinner, a Roma la prima finale Masters 1000 sul rosso
Jannik Sinner giocherà la sua settima finale in questa categoria di tornei sulle nove raggiunte dagli italiani dal 1990
Jannik sette bellezze eguaglia la striscia di Murray
Andy Murray è stato l'ultimo prima di Sinner a giocare sette finali in sette tornei consecutivi
La finale più attesa andrà di scena domenica agli Internazionali BNL d'Italia. Jannik Sinner, attuale numero 1 del mondo, contro Carlos Alcaraz, numero 3 ma sicuro di salire alla posizione numero 2 comunque vada la finale, la prima fra due Top 3 a Roma dal 2021, dalla vittoria su Rafa Nadal su Novak Djokovic.
Sarà la terza volta che due giocatori nati negli anni 2000 si sfidano per il titolo in un Masters 1000. E' successo sempre quest'anno, a Indian Wells quando il britannico Jack Draper ha battuto Holger Rune, e a MonteCarlo dove Alcaraz ha piegato in rimonta Lorenzo Musetti.
Sinner, che affronterà Alcaraz per la terza volta in una sfida per il titolo, giocherà agli Internazionali BNL d'Italia la settima finale negli ultimi sette tornei giocati. In questa serie ha trionfato a Cincinnati e allo US Open, poi ha subito contro Alcaraz a Pechino quella che ad oggi è la sua ultima sconfitta nel circuito ATP. Ha chiuso il 2024 diventando il primo italiano nell'albo d'oro delle Nitto ATP Finals e aperto il 2025 con il secondo successo consecutivo all'Australian Open. Poi, dopo lo stop forzato, è tornato in finale e proverà a diventare il primo campione italiano agli Internazionali BNL d'Italia.
Il numero 1 del mondo è diventato così il primo giocatore a raggiungere sette finali in sette tornei dai tempi di Andy Murray (2016), e il più giovane dal 1982 quando ci riuscì Ivan Lendl.
Andre Agassi ammira Jannik Sinner:
“È dove si trova perché è lì che appartiene”
Giocare così bene, contro qualcuno pericoloso ed efficace come Ruud, su quella superficie? Questo accade forse tre volte in una carriera,”
“È stata una cosa di bellezza da guardare.”
“Non c’era molto che Ruud potesse sperare là fuori. Mi dispiace per lui, ma l’ha presa con filosofia,”
“Sinner è semplicemente un colpitore quintessenziale. Per uno come me, questo va dritto al cuore… La sua aggressività controllata mi impressiona tremendamente.”
“La cosa che mi sorprende di più dopo tre mesi di assenza è sempre stata la questione del movimento,”
“Per me, era sempre stato il rovescio, era sempre stata la risposta alla seconda. Ma, quando il giocatore si muove bene come ieri… Sembrava che avesse trascorso alcune partite senza stressarsi, senza forzare, osservando la palla, seguendola usando le gambe. Poi, una volta sicuro, è come se avesse messo l’assorbire colpì nel pilota automatico. Una cosa quasi zen.”
Tania Cagnotto e l'amicizia con Jannik Sinner: la visita a casa a Bolzano..
"Jannik è umile e maturo. Lui in campo è una macchina da guerra, fuori cerca la normalità.
La recente visita di Sinner a casa mia? È un amico, e a casa abbiamo un rituale con le bimbe: quando gioca lui Maya e Lisa si addormentano… ma non deve giocare troppo – spiega la Cagnotto alla ‘Gazzetta dello Sport' – Ci ha fatto piacere riceverlo a Bolzano, io lo vedo come un ragazzino, mi ricorda i compagni di squadra più piccoli. È normalissimo, divertente, pensa a fare le cose che fanno i coetanei. Poi sul campo è una macchina da guerra. Una bella persona come si vede in campo. Educato, carino, umile".
VI SONO MANCATO?
L'approccio al mio Sinner/Ruud, a seguito di consulto medico con il mio cardiologo di fiducia e dopo lo stress del match con Cerundolo, è stato molto zen.
Cioè tu Jan, mi passi la vigilia di un quarto di finale degli internazionali di Roma dividendoti tra Papa Prevost e le scarse prestazioni del Milan all'Olimpico ed io stasera avrei dovuto preoccuparmi di Ruud?
Confesso un piccolo particolare. Io a Novembre scrissi qui su Facebook che Sinner avrebbe concluso la carriera senza mai perdere da De Minaur, Baez e Ruud. Per troppa distanza tra le rispettive cilindrate.
Pronti via e Sinner apre il cannone spara palle alla velocità modello Australian Open.
Ruud ad un certo punto capisce che la sua serata romana non sarebbe stata come una di quelle di Mastroianni ne "La Dolce Vita".
La grandine copiosa cadeva nella sua metà campo. Dritti e rovesci con precisione chirurgica tirati da quello là, che sembrava divertirsi in modo brutalmente sadico.
In sintesi: lo stava prendendo a pallate.
L'unico problema della serata era per gli addetti al campo centrale perché Sinner faceva copiosi buchi sul rosso di Roma ogni volta che colpiva.
Un preoccupatissimo Binaghi in tribuna temeva per la tenuta dei campi in vista di semifinali e finali.
Jan scivolando a destra e a sinistra con la soave leggerezza di Sofia Goggia, menava come un tagliabosco lettone.
Mai si era vista tanta grazia mista a simile strabordante potenza.
A questo punto a chi legge e non ha visto il match sorgerá spontanea la domanda: "ma come è finita poi la partita?"
La risposta è semplice: non c'è stata partita.
"Salve a tutti, sono Jannik Sinner e sono tornato. Vi sono mancato?"
Si, da morire Jan, non immagini neppure quanto.
Sinner batte Ruud 6/0 - 6/1
Mai come oggi, Ruud ha desiderato di fare la doccia prima possibile.
-----------------------------------
Sinner, i numeri della partita perfetta contro Ruud a Roma
Ecco i dati che consentono di apprezzare la qualità e il livello della prestazione di Jannik Sinner contro Casper Ruud ai quarti degli Internazionali BNL d'Italia 2025
"È la cosa più vicina alla perfezione che abbia mai visto, almeno da giocatore che affronta un altro giocatore". Così Casper Ruud ha commentato la prestazione di Jannik Sinner che l'ha annichilito 60 61 dopo 64 minuti, nella semifinale più a senso unico in un Masters 1000 dal 1990, quando questa categoria di tornei è stata introdotta in calendario.
"Nei primi quattro game ho commesso forse un paio di errori gratuiti con il dritto, ma tutto quello che è uscito dalla sua racchetta, in quei game e per tutto il match, sembrava andare a più di cento all'ora. E' impressionante" ha detto Ruud, primo Top 10 a vincere non più di un game in un match dalle Nitto ATP Finals 2018.
Non è solo il punteggio a far parlare di una partita praticamente perfetta di Sinner, che ha dato subito una chiara indicazione delle due intenzioni: ha infatti vinto 16 dei primi 18 punti giocati. Tennis Viz, che elabora i dati ATP raccolti da Tennis Data Innovations, ha indicato in 9.62 la qualità della prestazione complessiva di Jannik contro Ruud, su una scala da 1 a 10. E' il valore più alto raggiunto da un giocatore tra 2024 e 2025 fino ad oggi.
Se si guarda al solo 2025, un altro italiano è al secondo posto, Matteo Berrettini, che ha raggiunto una valutazione di 9.29 contro Gael Monfils a Dubai.
Nel corso del match ha vinto l'86% di punti in cui si è trovato in posizione d'attacco e il 48% di quelli in cui è stato costretto in difesa. Il norvegese non ha mai individuato il modo per contrastare la superiorità totale del numero 1 del mondo. La qualità dei colpi di Sinner, che l'algoritmo ottiene tenendo in considerazione parametri come ampiezza, profondità, altezza, impatto sull'avversario, ha raggiunto livelli di eccellenza: 8.2 al servizio, 8.8 in risposta, 9.3 con il diritto, 9.4 con il rovescio. Tutto questo contro un avversario che, in termini di colpi, non ha fatto male, anzi.
Quello a cui Sinner sta abituando i suoi tifosi è un eccezionale connubio tra la velocità e il controllo. Contro Ruud ha messo in campo 78 diritti su 85 e 75 rovesci su 80. Ma non si può dire abbia cercato di giocare un tennis percentuale o che sia limitato ad attendere l'errore. I suoi diritti viaggiavano in media a 130 kmh, i suoi rovesci a 123, con un evidente gap rispetto alle velocità medie che riusciva a raggiungere il norvegese, di fatto impotente. Si spiega anche così la nettissima superiorità di Sinner soprattutto negli scambi durati più di cinque colpi. Con queste velocità medie, mettere l'avversario in condizioni di non nuocere, chiuderlo all'angolo, è oggettivamente più semplice.
Ma c'è un elemento che ci offre con ancora più chiarezza il quadro della superiorità di Sinner contro Ruud. Ed è il confronto "Sinner contro Sinner", ovvero il paragone con i suoi standard medi nelle ultime 52 settimane (in arancione nel grafico). L'efficacia negli scambi da fondo, e nel passare dalla difesa al contrattacco fino a vincere il punto (48%), insieme al 32% di punti giocati in attacco, danno la misura di un giocatore totalmente a suo agio in tutte le zone del campo. Un giocatore praticamente perfetto.
Ringrazio come sempre Alessandro...
Alessandro Mastroluca...
ha fornito in modo professionale un quadro completo di quanto
Jannik è stratosferico
e mi ha aiutato a semplificare...
Grazie ancora
"Ho cercato di stare lì mentalmente. Le condizioni erano diverse, fa più freddo e la palla era pesante. Ho sofferto all'inizio e lui mi ha subito brekkato, è stato come un pugno in faccia. Ma sono riuscito a restare li mentalmente e pensare a cosa potesse funzionare meglio. Sono felice di essere in finale", afferma Sinner a caldo in campo dopo la vittoria.
SINNER: “NON HO PAURA, DOMENICA SARÓ AL 100%”
”Problema fisico? No, c'è una piccola vescica che da 2-3 turni ho sotto al piede che a volte la sento un po' di più, chee poi è connesso un po con la gamba. Però non ho paura. Sicuramente domenica sarò al 100%. Per me il riposo è uno dei giorni più importanti e per fortuna domani l'abbiamo. Ci prepariamo e poi vediamo come va.
Avevo detto che la partita può cambiare in un attimo, è successo proprio questo. Se con Ruud prendo il break sul 2-1 la partita è di nuovo aperta. Anche con Paul era così, poi sono riuscito fortunatamente a girarla in qualche modo e niente ovviamente siamo contenti. Domenica se voglio giocare alla pari devo alzare il livello, in mezzo c'è un giorno di riposto che a me serve”.
Sinner - Paul 1-6 | 6-0 | 6-3 Conferenza stampa post Semifinale Internazionali BNL d'Italia..
quanta differenza in questa Conferenza stampa..da un'altra fatta ieri!!!..
si purtroppo Musetti mi ha molto deluso, non nella sconfitta che ci può stare, ma nel modo che lui l'ha approcciata, dal suo comportamento in campo e da certe dichiarazioni fatte sia su Jannik che su Alcaraz..
mi spiace perchè è un talento e perchè è il n.8
ma per diventare il numero Uno occorre tanto tanto tanto di più..
e disturba sempre quel velo di certa "invidia" che Musetti fà trasparire ogni volta che si parli di Jannik..
quest'ultimo ha elogiato tutti gli italiani, ha parlato di Lorenzo sempre..Lorenzo invece di fargli gli auguri per la semifinale..si sofferma su se stesso e dice che tanto Alcaraz è il più forte di tutti..
...alcuni diranno certo è il suo modo di porsi..ognuno è diverso..
ognuno vuol vincere..
certo.. e mi ritornano in mente le parole di jannik, sui messaggi non ricevuti..jannik è un signore..e ogni giorno ne dà prova!!!..
"Roma è speciale, in finale darò tutto quello che ho"
Le parole di Jannik Sinner dopo la vittoria contro Tommy Paul in semifinale agli Internazionali BNL d'Italia: "Comunque vada sono contento. Mi fa molto bene giocare contro Alcaraz prima di Parigi e Wimbledon, che sono i due tornei più importanti. Mi dà un bel punto di riferimento per capire dove sono e soprattutto dove devo migliorare se voglio vincere i Grandi Slam”.
"Ieri mi sono sentito benissimo in campo, oggi dopo mezz'ora ero 6-1 sotto. Posso giocare meglio a tennis, voi tifosi mi avete dato una mano pazzesca. Abbiamo girato una partita in cui non mi sono sentito benissimo in campo" ha detto Jannik Sinner al termine della semifinale degli Internazionali BNL d'Italia vinta contro Tommy Paul.
"Sono arrivato qui che volevo fare due o tre partite, e sono in finale: è incredibile. Mi dà tanta fiducia per il Roland Garros comunque vada. Questo è un posto speciale, darò tutto in finale" ha spiegato.
Tornando sulla partita appena conclusa, Sinner ha posto l'attenzione sul fatto che anche nel momento più difficile, tenere duro e provare a reagire è stato fondamentale: " Ho sofferto all'inizio e lui mi ha subito brekkato, è stato come un pugno in faccia. Ma sono riuscito a restare li mentalmente e pensare a cosa potesse funzionare meglio. Riuscire a vincere anche solo quel singolo game prima che finisse il primo set per me è stato in realtà molto importante. Nel tennis ogni momento può diventare cruciale. E’ stato un match difficile: non sono partito benissimo. Però questo è il bello dello sport: un giorno ti senti benissimo, il giorno dopo non è così. Le condizioni stasera erano differenti. Però posso essere contento: al primo torneo, tornare e fare finale per me vuol dire veramente tanto. Poi domenica, quello che succede, succede. Sicuramente se voglio giocare alla pari devo alzare il livello. Questo sarà il mio obiettivo. Carlos (Alcaraz) ha mostrato un tennis eccezionale oggi".
A un certo punto del terzo set quando pareva lanciato verso un altro percorso netto ha mostrato qualche problema fisico, ha rallentato un po' la sua azione, concedendo a Paul di tentare una rimenta. I cronisti di ATP Media gli chiedono quale fosse il problema. Jannik esita. Non gli piace parlare dei suoi malanni. Poi capisce che è inutile tacere: la sua andatura leggermente claudicante era stata notata da milioni di persone che seguivano la diretta tv.
“Dal terzo turno ho una vescica sotto al piede che in certi momenti mi crea un po’ di problemi, mi rende più difficile muovermi - spiega - Oggi mi ha dato un po’ più fastidio di ieri. Non è una cosa che mi preoccupa è solo una cosa fastidiosa, è normale che possa succedere. Ma non può diventare una scusa per non muovermi bene: tutta l’adrenalina che avevo mi ha dato tanta energia. Domenica sotto questo profilo sarò al 100%”.
Nella conferenza stampa post-partita gli chiedono se a un certo punto era preoccupato dell’andamento dell’incontro con Tommy Paul.
“Quando ieri avevo detto che la partita può cambiare in un secondo intendevo proprio proprio questo: se vinci 6-0 6-1 non è detto che la partita sia andata liscia. Se ieri Casper (Ruud n.d.r.) mi avesse fatto il break sul 2-1 e fossimo andati 2-2 saremmo di nuovo lì, a giocarcela punto a punto. Oggi lui è partito molto bene nel primo set, io ho sbagliato qualcosa, non ho giocato giusto tatticamente. Nel secondo set lui al servizio ha sbagliato due o tre palle e da lì sono entrato in partita. La partita è cambiata. Ogni giorno è diverso e quella di oggi è una conferma perché mi sono sentito totalmente diverso in campo rispetto a ieri. Però sono cose che devi accettare, devi cercare di trovare una soluzione. Oggi la soluzione l'ho trovata quindi sono contento; però so anche che domenica sarà una partita totalmente differente. Se voglio giocare anche solo alla pari devo alzare il livello. Dipenderà anche un po' dalle condizioni che ci saranno: se ci sarà vento o no, se farà freddo, se farà caldo. Vedremo. Però sono contento di quello che ho fatto a prescindere dal risultato domenica”.
La domanda successiva è un po’ provocatoria: chi è più forte in questo momento, Sinner o Alcaraz, a giudicare da come ha visto lo spagnolo nella sfida con Musetti?
"La loro partita, col disturbo del vento, è stata più legata alla capacità di gestire meglio certi momenti che al bel gioco. Ci sono stati tanti break, era molto difficile. Per quanto mi riguarda non so a che percentuale del mio potenziale sono, perché non so quanto riesco a tenere un certo livello. Però mi fa molto bene giocare contro Carlos prima di Parigi e Wimbledon, che sono i due tornei più importanti. Mi dà un bel punto di riferimento per capire dove sono e soprattutto dove devo migliorare se voglio vincere i Grandi Slam”.
Quella con Carlos Alcaraz è la grande rivalità di questa nuova generazione. Gli chiedono: è la prima volta che vi affrontate nella finale di un ATP Masters 1000. Lui ha ammesso di aver avuto un periodo difficile perché aveva l'ossessione di scavalcarti al numero uno, come tu stesso hai avuto un momento difficile nel 2021 dopo aver perso il quarto di finale contro di lui agli US Open. Quanto la rivalità tra di voi influenza emotivamente le vostre carriere e come si gestisce questo aspetto?
"Siamo due giocatori totalmente diversi. Normalmente quando giochiamo uno contro l’altro la partita il livello è molto alto perché tutti e due ci spingiamo a fare delle cose che normalmente non facciamo. Questa volta però per me è diverso, perché sono in una situazione che non ho mai vissuto. Voglio solo capire dove sono, a che punto sono. Le nostre partite ci danno sempre qualcosa, sia positivo sia negativo, perché siamo giovani, giochiamo un buon tennis. Le nelle ultime sfide ha sempre vinto lui: vediamo cosa ne esce".
Infine si torna sul pericolo scampato in questa semifinale da poco conclusa. Gli chiedono che cosa gli desse fastidio del gioco di Tommy Paul all'inizio e in cosa fosse consistito l'aggiustamento che ha fatto cambiare la partita
"Quando mi sono scaldato sotto il tunnel entrava un po' l'aria, sentivo che faceva un po' più freddo ma non pensavo così tanto. Quando sono entrato in campo, volevo far saltare la palla un po' di più con le rotazioni e non ci sono riuscito. Non ho trovato la lunghezza, la profondità che volevo. Così lui mi è entrato molto con rovescio. Poi ho cambiato, ho cercato di muoverlo un po’ più sul diritto. Oggi la partita, onestamente, l'abbiamo vinta più con il cuore, stando lì a cercare una soluzione. Invece quella con Casper (Ruud) l'avevo vinta col gioco. Ogni partita è diversa: devo sperare di mettere tutti i pezzi insieme per domenica e credo che questa sia la chiave. Se ci riesco posso giocare a un buon livello. Contro giocatori come Carlos, contro i migliori al mondo, se non riesci a mettere insieme i pezzi fai una brutta fine".
e i giornalisti si sono messi a sorridere!!...
--------------------------------------------------
Jannik ..Alieno a tutti gli effetti!!!..
e a chi diceva
"la terra rossa non è il suo campo"
ha risposto..
e adesso tutti zitti!!!...
alcune frasi intervista post partita..
"Quando non attaccavi, trasformavi la difesa in attacco contro il campione di Madrid. Che tipo di mentalità produce quella prestazione?"
Jannik: "Ognuno di noi ha uno o due avversari con cui fatichiamo un po' di più. Ho cercato di replicare quello che ho fatto in passato oggi su una superficie diversa. Colpivo molto bene la palla. Queste condizioni... giocare di notte contro Casper è un po' meglio dal mio punto di vista perché non riesce a far rimbalzare la palla così tanto. Oggi tutto è andato a mio favore. Qualche corda in rete. Qualche linea. La partita può cambiare molto rapidamente... se non avessi servito bene sul 2-1, saremmo di nuovo in parità. Avrebbe potuto cambiare la partita. Sono contento di come ho gestito la situazione."Jannik Sinner
oggi voglio però scrivere due parole su Ruud..
Come un muro che ti colpisce a 160 km/h» G.Ruud.
"Sono stati altri che hanno sottovalutato Jannik su questa superficie..io no..mai sottovalutato..
"Tutto quello che è uscito dalla sua racchetta sembrava andasse a più di cento miglia orarie. La sua partita è la più vicina alla perfezione che abbia mai visto, è stato semplicemente impressionante"
"La partita di Sinner è la più vicina alla perfezione che abbia mai visto tra quelle vissute da giocatore. È semplicemente impressionante".
Parole d'elogio quelle di Casper Ruud, sconfitto da Jannik Sinner nei quarti degli Internazionali d'Italia con un netto 6-0, 6-1. Una prova di forza del n. 1 al mondo (valutata 9.62 su 10 dall'Atp, la migliore prestazione di quest'anno di un giocatore), riconosciuta anche da Ruud:
"Nei primi quattro game ho forse commesso un paio di errori non forzati, ma tutto quello che usciva dalla sua racchetta, per tutta la partita, sembrava andare a più di cento miglia orarie. Anche i miei colpi che a volte mi sembravano piuttosto pesanti, tornavano indietro in modo fulmineo".
"Non è un segreto che Sinner giochi bene anche sulla terra"
Per Sinner è la prima semifinale in carriera a Roma, la quarta in un grande torneo sulla terra dopo Monte-Carlo (2023 e 2024) e Roland Garros (2024).
"Jannik sottovalutato sulla terra? Forse da alcune persone - ha aggiunto Ruud - Io non lo sottovaluto affatto su nessuna superficie. È stato in semifinale a Parigi l’anno scorso, a Monte-Carlo e adesso qui quest'anno. Sicuramente può fare ancora di più qui. So che può giocare davvero bene. In semifinale a Parigi ha portato Carlos al quinto set. Non è un segreto che giochi bene qui. Finora nella sua carriera non ha avuto tanto successo su questa superficie, ma non c’è motivo per cui non possa averne, se gioca così".
........
ora da più parti,addetti ai lavori presunti...
paginone sulla stratosferica prova di jannik..
gli stessi che poche ore prima della partita trovavano ancora Jannik in dubbio sul controllo della partita...
io aggiungo
CASPER RUUD: UN UOMO DI CLASSE
Il campione norvegese ha parlato dopo la sconfitta per 6-0, 6-1 contro Jannik Sinner
Un esempio di sportività e rispetto, che ha ammesso la superiorità del suo avversario dopo una partita al limite della perfezione
Ruud: “Ogni singolo colpo suo a mille all’ora”
“E’ la prestazione più vicina alla perfezione che abbia mai visto, almeno da giocatore in campo. Devo solo dargliene atto”ha commentato a fine gara. Ruud riconosce alcuni errori ma allo stesso tempo ammette con lucidità la prestazione superlativa del numero uno al mondo. “Voglio dire, nei primi quattro game, ho commesso forse un paio di errori non forzati sul dritto, dove ho tentato il vincente, ma ho sbagliato. Tutto quello che è uscito dalla sua racchetta – sottolinea – sembrava andasse a cento miglia all’ora. Ogni singolo colpo di dritto, di rovescio”.
Jannik Sinner Intervista per SUPER TENNIS Dopo Aver Demolito Casper Ruud | Rome 2025
"Sono a Roma per capire me stesso. Non dimenticherò mai l'incontro col Papa"
Intervista..
Le parole del n° 1 al mondo dopo la schiacciante vittoria contro Casper Ruud: "Da fondo mi sentivo davvero in fiducia e ho cercato di ripetere quanto avevo fatto nel nostro ultimo match a Torino. Possibile finale con Musetti? Per Lorenzo sono felice, non aveva iniziato bene l’anno. Ha fatto finale a Montecarlo, semi a Madrid, sta giocando un tennis costante"
"Sono a Roma per capire me stesso, capire cosa sono capace di fare. Abbiamo lavorato tanto, i risultati arrivano. Sono contento della semifinale, avrei firmato senza pensieri. Sarà la quinta partita domani, ed è una sensazione buona, il risultato schiacciante è relativo. Siamo riusciti a salire con la prestazione, questo mi serve per arrivare con sensazioni positive a Parigi. Andiamo giorno dopo giorno, oggi è stata un’ottima giornata, domani avrò altre difficoltà da affrontare con il mio solito buon atteggiamento".
Una partita fantastica da parte mia, tutto ha funzionato. Da fondo mi sentivo davvero in fiducia, avevo le tattiche preparate, e ho cercato di ripetere quanto avevo fatto nel nostro ultimo match a Torino. Le cose potevano cambiare velocemente a inizio secondo, quando potevo andare 3-0 ma ha recuperato sul 2-1. Le cose cambiano velocemente, domani è un altro giorno, un altro avversario, cerco sempre di prepararmi al meglio. Sono felice di essere qui, ci siamo preparati al meglio per arrivare in forma, avevamo dubbi su come sarebbe stata la mia prestazione. Mi mancava il feedback della partita, mi sento bene, ho lavorato su alcune cose dopo il match con De Jong, desideravo perfezionarle. Lavoro duro e credo in me stesso. Ovviamene il tifo mi aiuta molto, mi sento fiducioso qui. Il tennis italiano sta vivendo un gran momento, tanta Italia agli Internazionali".
"Oggi onestamente non credo avrei potuto far nulla di meglio (ride). Andava tutto bene, ho servito con una buona percentuale, ho sempre risposto, i primi colpi erano aggressivi. La partita precedente a volte la porti in una partita nuova con lo stesso avversario. Ero pronto se cambiava qualcosa rispetto a Torino. A volte sbagliava, poi è riuscito a rientrare in partita. Le cose possono cambiare da un momento all’altro. Domani un altro giocatore da affrontare, allo US Open ho sofferto contro Paul".
Sull'incontro col Papa
"Ieri ha organizzato la Federazione, fantastico. Ero davvero onorato, non sapevo bene cosa dire, una cosa molto emozionante con anche i miei genitori lì. Qualcosa che non dimenticherò mai. Davvero difficile dire com’è andata, non ho mai provato qualcosa del genere. Ho incontrato persone importanti…ma il Papa è qualcosa di diverso".
"Vedo somiglianze con Paolini, una ragazza che ama giocare a tennis, non è una banalità. Lei è sempre allegra, le piace giocare in un Centrale pieno, è una che lavora tanto. Ha fatto delle scelte non semplici nella carriera, ha una bella personalità. Sono tante cose, poi ognuno è diverso, ma sono contento di quello che sta facendo. Dobbiamo essere contenti di tutta la squadra italiana. La pressione è normale averla, se non la senti non sei nel posto giusto. Jasmine merita quello che sta facendo. Io sono contento per lei, per Lorenzo, sono contento di far parte di questo movimento
Sulla possibile finale con Musetti
"La finale con Lorenzo sarebbe la cosa più bella, ma abbiamo due sfide difficili. Siamo ad una partita dal farcela, e sarebbe bello farlo qua a Roma. Per Lorenzo sono felice, non aveva iniziato bene l’anno. Ha fatto finale a Montecarlo, semi a Madrid, sta giocando un tennis costante. Quando quarti e semifinali ti sembrano cose normali vuol dire che sei sulla strada giusta".
--------------------------------
Era il 1978 quando Panatta raggiunse la finale a Roma(persa poi contro Borg), dopo 47 anni un altro italiano! Jannik Sinner!
e aggiungo che solo Jannik ci poteva arrivare...
abbiamo aspettato tanto ma ne è valsa la pena!!..
aggiungo.
È il tuo avversario – la sua forza, la sua audacia – a permetterti di dare il meglio, a spingerti verso l'impossibile, a metterti nelle condizioni tali da resistere un solo secondo in più.
Jannik Sinner.
Se pensiamo al successo, probabilmente, la prima cosa che ci viene in mente è la gloria o la fama
Per Sinner, invece, il successo è solo un modo per ricambiare gli sforzi delle persone che ci stanno vicino. Mai banale
Questa analisi non vuole in nessun modo mettere in secondo piano
un tennista come Zverev..gli dobbiamo rispetto e anche gratitudine
un avversario comunque sempre leale
anche in incontri all'ultima pallina..palline infuocate..
-------------
Perché Jannik Sinner è diventato n.1 del mondo e Alexander Zverev no
Due modi diversi di affrontare le difficoltà: quello dell’altoatesino nei quarti di finale contro Tommy Paul e quello del tedesco, sempre nei quarti, contro Lorenzo Musetti. Stesso campo, stesso orario, stesse palle: due esiti e due visioni del mondo diametralmente opposte
È stata una serata difficile quella di ieri, quella della semifinale degli Internazionali BNL d’Italia, per noi che viviamo in Sinnergia e per la Sinnergia... Calati come sempre nei panni dí Jannik Sinner abbiamo patito parecchio quei drammatici 28 minuti in cui lo statunitense Tommy Paul lo ha strapazzato in lungo e in largo davanti ai 10.500 del Campo Centrale ammutoliti per la sorpresa, increduli di fronte alla partita che stavano vedendo.
Dobbiamo ammetterlo: abbiamo temuto il peggio. Anche perché, a differenza della maggioranza dei 10.500 del Foro e dei milioni davanti ai teleschermi, sapevamo, come Jannik, che il peggio poteva avverarsi.
I più hanno sicuramente pensato: è addormentato. Quando si sveglia il problema si risolve da sè. Avranno archiviato la partita vinta da Sinner 1-6 6-0 6-3 come una semplice serata iniziata storta e finita, come prevedevano, in gloria.
Il tennis però non è il pattinaggio artistico, il salto in alto o il golf. La tua prestazione non dipende solo da te. Dall’altra parte della rete c’è un altro che cerca di fare a te quello che tu stai cercando di fare a lui. E se tu non trovi la chiave per neutralizzare il suo gioco, se, come direbbe De André, non gli spari dritto nel cuore, quello si volta, imbraccia l’artiglieria e ti ricambia la cortesia.
Tommy Paul è un signor giocatore, cresciuto sugli “hardcourt americani, i campi duri, dove il rimbalzo è deciso e regolare. Tommy è velocissimo sul campo, ha un gran senso del timing e se la palla che gli arriva è bella veloce, e gli permette di colpire all’altezza della vita, diventa un incubo per chiunque. Serve benissimo e tira missili di diritto e di rovescio con tempi di reazione micidiali. Inoltre sbaglia poco.
Jannik lo sapeva e aveva pensato di aggredirlo ma caricando la palla con quella giusta quantità di top spin che, come dice lui, la fa “saltare” di più. Questo avrebbe impedito a Paul di colpire d’anticipo all’altezza della vita, avrebbe dovuto impedirgli di imporre il suo gioco.
Quando però è arrivato sul campo (come ha poi spiegato) Jannik ha trovato condizioni particolari: faceva più freddo del previsto. E quando ha cominciato a cercare di spingere forte si è trovato a colpire una palla dura per il freddo e pesante per l’umidità che rimbalzava più bassa del previsto e che lui non riusciva a far “saltare” dalla parte di campo di Tommy Paul come avrebbe voluto. Risultato: il massacro del primo set che hanno visto tutti. Paul, partito fortissimo, ha dominato gli scambi, anche il virtù del fatto che la sua rapidità nell’impattare la palla è proprio il modo migliore per disinnescare il tennis di Sinner (se se ne è capaci). Jannik è uno che toglie il tempo agli avversari; Tommy ha ottenuto i suoi notevoli risultati con lo stesso sistema, sia pure a livello minore, perché la sua palla non ha il peso e la complessità di quella del nostro n.1.
A quel punto Sinner ha dovuto scavare dentro se stesso per trovare la soluzione. L’altro non gli avrebbe regalato niente, lo ha capito subito. Ha dovuto trovare un modo di rallentare un po’ i ritmi della partita, per trovare più continuità con il servizio. Piano piano è riuscito a rallentare appena appena anche la palla negli scambi (senza che l’altro approfittasse per sparagliela imprendibile) e a imprimerle quella dose di rotazione in più che ha incrinato la perfezione di Paul nella prima mezz’ora di partita.
A quel punto è cominciata un’altra partita, con un’inerzia opposta,
ma non è stato uno “svegliarsi”: è stato trovare la soluzione giusta a un problema complicato. Complicato ancora di più dal fatto che la vescica sotto il piede destro, che si era procurato nella partita contro l’olandese De Jong, gli faceva molto male e a un certo punto (verso la metà del terzo set) lo ha un po’ limitato negli spostamenti. E l’americano, dopo aver subito un primo break (1-3), è riuscito a rientrare in partita (2-3), tenendo tutti col fiato sospeso fino all’ultimo “quindici”.
Noi che viviamo in Sinnergia, che eravamo sugli spalti in piena empatia con lui, abbiamo sofferto fino alla fine perché sul 5-3 era evidente che un nuovo break di Paul avrebbe rimesso tutto in discussione.
Invece è finita bene: Jannik ha radunato tutte le energie e giocato il suo turno di battuta con quello che aveva, consapevole che non poteva concedersi altri passi falsi. Ha chiuso da campione una partita affrontata con una serie di condizioni avverse, a partire soprattutto dalla qualità di un avversario che è riuscito a battere proprio perché ne ha rispettato il valore e le qualità. Un avversario che lo aveva impegnato a fondo anche nei quarti di finale degli Us Open 2024.
Viene spontaneo il paragone con quanto era successo mercoledì sera, sullo stesso campo, alla stessa ora, tra Alexander Zverev e Lorenzo Musetti.
Il tedesco partiva favorito contro il nostro n.9 del mondo. Arrivato sul Campo Centrale trovava lo stesso freddo umido di ieri sera, le stesse palle che rimbalzavano poco e assorbivano l’umido del Lungotevere. E un avversario che lo conosceva bene e ha subito impostato la partita come non piaceva a Zverev, che è stato molto falloso con il diritto che cercava di spingere esattamente come ha fatto Sinner contro Paul nel primo set.
La differenza è stata che Zverev ha continuato a sbagliare nello stesso modo e a subire il gioco di Musetti fino alla sconfitta finale. Poi si è lamentato della qualità delle palle, che secondo lui era scarsa e un problema da risolvere e ha criticato il modo di giocare di Musetti definendolo uno che aspetta solo l’errore dell’avversario.
Il confronto tra l’atteggiamento di Sinner e quello di Zverev spiega molto bene perché Jannik è n.1 del mondo da 49 settimane (saranno 50 lunedì 19 maggio) e Sascha non è mai andato oltre il n.2 e non ha mai vinto un titolo dello Slam.
Per prima cosa evidentemente non ha approfondito tutte le conoscenze tecniche del gioco, cosa che invece Sinner ha fatto. Non dovrebbe infatti stupirsi che le stesse palle da tennis, di qualità selezionata per i grandi tornei, possano offrire performance diverse a seconda delle condizioni climatiche.
La gomma naturale (caucciù) della quale è composto il nucleo diventa più o meno elastica a seconda della temperatura (più caldo, rimbalzi più vivaci e viceversa). Il feltro (che nelle palle di qualità ha un’alta percentuale di lana naturale) tende ad assorbire l’umido, appesantendosi, e a gonfiarsi. Ergo è evidente le stesse palle, sul Campo centrale del Foro Italico, a meno di 100 metri dal Tevere, avranno un comportamento diverso sotto il sole di mezzogiorno e alle nove della sera. Tutti dovrebbero saperlo. Tutti ci devono fare i conti. Come tutti devono fare i conti con il modo di giocare dell’avversario (il tennis funziona così).
Se tu, quando la partita ti sfugge di mano, pensi (e poi dici anche) che la colpa è delle palle che fanno schifo e dell’avversario che si approfitta dei tuoi errori, non diventi n.1 e non vinci titoli del Grande Slam.
Se invece accetti la situazione e la difficoltà, hai la forza di non mollare finché non trovi una soluzione e stringi i denti perché appoggiare il piede per terra ti fa davvero male, allora ti chiami Sinner e sei il n.1. Stesso campo, stesse palle, stesso avversario con un gioco che ti dà fastidio. Trovandoti delle scuse puoi arrivare quasi in cima. In cima davvero mai.
La faccia imbarazzata che fa Sinner (e la sua lunga esitazione) quando gli inviati sul campo di ATP Media gli chiedono che problema avesse nel terzo set, dato zoppicava un po’ e si toccava una gamba, è la fotografia del modo di pensare di un n.1.
Si capisce benissimo che non vorrebbe parlare di quelle grossa vescica che ha sul piede. Arrossisce, esita. Poi in un attimo si rende contro che non dire sarebbe come mentire, perché tutti l’hanno visto in difficoltà. Però ammettere di avere una ferita gli costa: per lui non esistono scuse per una prestazione non perfetta. Né in pubblico né soprattutto quando è da solo, davanti allo specchio.
---
..come vedete la differenza fra Jannik e tanti altri suoi colleghi..
è la capacità di elaborare i momenti più difficili e farli diventare propizi per trovare soluzioni immediate..
c'è un problema?..bene cerco di adattarmi alla situazione che mi si presenta portando variazioni che poi consentono di ribaltare momenti meno belli in più felici!!!
lella..
ah come al solito ringrazio Enzo..
che mi aiuta tanto a completare certe mie considerazioni e quesiti che da sempre faccio miei...
Grazie Enzo Anderloni 



47 anni dopo Panatta. Dopo una sospensione di 3 mesi.
Finale Internazionali di Tennis a Roma 2025.
Sei nella storia 26 vittorie consecutive come te solo altri 4 giocatori in oltre 100 anni di storia
ed ha solo 23 anni...
Grazie Jannik
ritorno al passato....
ELOGIO DELLA SCONFITTA.
In un'epoca in cui la sconfitta sembra un'onta da giustificare a tutti i costi, tra conferenze stampa surreali e alibi degni di romanzi comici ("le palline erano troppo grandi!"; "mi ha distratto la luce che proveniva dalle finestre delle cucine del McDonald's di fronte"), ieri ha spiccato un uomo che ha saputo uscire dal campo con la schiena dritta, il cuore leggero e un sorriso sincero: Casper Ruud.
Dopo la sua nettissima sconfitta contro Jannik Sinner, anziché cercare repertori da barzelletta, Ruud ha scelto l’applauso elogiando Jannik: "E' la prestazione più vicina alla perfezione che abbia mai visto, almeno da giocatore in campo. Devo solo dargliene atto."
Ruud ha riconosciuto la superiorità dell’avversario con una serenità disarmante, facendo qualcosa che ormai pare rivoluzionario: accettare di aver perso.
Come fanno i veri campioni.
Casper Ruud - come ci aveva già spiegato André Agassi nella sua autobiografia "Open" che non era una semplice celebrazione di successi sportivi, ma una riflessione profonda sul significato della sconfitta e sul suo ruolo nella vita di un atleta -, ci ha dato una lezione che vale più di mille match vinti: la vera forza si vede quando si perde. Le sconfitte non sono un fallimento, ma un'opportunità di crescita, apprendimento e sviluppo personale.
E grazie alla sua umiltà Casper ha vinto qualcosa che pochi sanno conquistare: il rispetto autentico di chi ama lo sport per ciò che è davvero.
Massimiliano Caruso
(alias "Come sorridere in un mondo contorto")
-------------------------------------
io noto molte differenze ..tra giocatori che si sentono grandi e quelli che lo sono davvero!!
lella..
-------------
per essere solidali, dare un contributo morale,soprattutto in una vicenda così complicata, come ha dovuto subire Jannik..
non occorre essere amici..per scrivere una parola in un messaggio,
anche se avversari ,la solidarietà e il rispetto
credo che prescindano dall'amicizia..
come diceva Jannik..questo è sempre e comunque uno sport individuale..tutti vogliono vincere..
va bene..ne prendo atto..passerà...
nella lista diciamo nera ci sono alcuni giocatori che sinceramente dimostrano pochezza..
e come diceva Binaghi..tanta cattiveria in patria e all'estero...
per me quella di domani sarà anche una partita fra due modi di concepire la bellezza del gioco del tennis e come la signorilità fa parte di un cammino di vita..
------------------------
Alcaraz: "Ognuno guarda a sé"
Queste le parole di Alcaraz, la cui rivalità con Sinner, ora rilanciata dall'aggiornamento del ranking internazionale, è considerata come l'inizio della nuova era del tennis dopo il ritiro di due dei Big Three: "Non ho parlato con Sinner - ha dichiarato lo spagnolo in seguito al successo su Musetti - . Ma è normale che si senta deluso perché qualcuno non ha parlato con lui. Ho un buon rapporto fuori dal campo ma non siamo così vicini. Sono felicissimo del rientro in campo di Jannik. Alla fine ognuno guarda a sé. Ci saranno persone che scrivono o vogliono essere dietro di lui. Non ho parlato con Sinner ma alla fine siamo in un circuito: possiamo andare d'accordo, bene o male. Quando sei testa a testa è complicato, ma ho un grande rispetto per lui e per quello che ha fatto e sono felice del suo ritorno. Non vedo l'ora, sono sincero. Ogni volta che gioco con lui è una battaglia, ma sono momenti che mi piacciono e mi divertono. Giocare contro di lui qui a Roma sarà ancora più difficile".
Complicato essere amici quando ti affronti a questi livelli". A dirlo è Carlos Alcaraz,
-
dalla Gazzetta..
"Sinner? In questi mesi non l'ho sentito. Non siamo amici, ma rivali"
Carlos ai media spagnoli: "Capisco che sia deluso da chi non si è fatto vivo. Lo rispetto, ma non posso essere amico di chi voglio battere"
Non più commilitoni, ora solo rivali. Con stima e rispetto reciproco, sicuramente, ma non è più il caso di alimentare la favola degli amiconi. Domani al Foro Italico (non prima delle 17) sarà battaglia vera, con lo spagnolo che brama di sgambettare Jannik ancora una volta, e davanti al pubblico di casa. Con Sinner che proverà a togliersi un po' sabbia dalle scarpe dopo le amarezze ingoiate negli ultimi tre mesi e anche nei mesi precedenti, da quando è esploso il caso Clostebol e si è sentito "abbandonato" da chi credeva amico. Regolare i conti in campo è sempre la cosa migliore. E se Sinner si è tenuto il numero 1 al mondo molto più di Alcaraz, già certo di superare le 52 settimane mentre Carlos si è fermato a 36, lo spagnolo dal talento abbacinante è avanti nella quota Slam (4-3) e nei precedenti, 6-4.
L'ultima vittoria, in ordine di tempo, è di Jannik che ha conquistato il jackpot multimilionario del Six Kings Slam in Arabia Saudita proprio superando Carlos in finale. Ma l'ultima sconfitta del numero 1 al mondo, il 2 ottobre del 2024 l'ha subita proprio dallo spagnolo. Ora si ricomincia mettendo subito le cose in chiaro. Jannik si era stupito che nel suo periodo fuori dai giochi alcuni che pensava amici non si siano fatti vivi tra questi, ora è ufficiale, c'è anche Carlos e forse è il suo il nome che fa più rumore. Carte in tavola, Alcaraz è stato molto franco dopo aver raggiunto la finale: "Se mi sono sentito con Sinner nei tre mesi fuori? No. Alla fine ognuno di noi guarda a se stesso. Non ho parlato con lui durante la squalifica". Ha spiegato alla stampa spagnola, spiegando che adesso non è più tempo di essere amici, ma solo rivali: "Facciamo parte di un circuito, abbiamo un buon rapporto ma non siamo poi così vicini, non posso avere un'amicizia stretta con una persona che voglio battere. Siamo rivali ma sono contento che sia tornato in campo e stia bene. Posso capire che sia un po' amareggiato che alcuni non siano fatti vivi, ma è così...".
Nessun commento:
Posta un commento