https://www.youtube.com/watch?v=vS4Qx2dp30g
qui si allena da solo con il rimbalzo
vedendolo in campo,sentir il suono dei suoi colpi e la velocità con cui scivola su quel rosso terreno..credo che se panichi parla in quel modo lo fà da grande conoscitore e preparatore..sà bene che questo jannik è in grado di elevarsi ed elevare ogni livello..
.ho osservato diverse volte come il suo "molleggiarsi" sia estremamente leggero..prenda in qualche modo energia dal terreno e la incorpori per poi far esplodere la potenza...e se si osserva bene ha qualcosa in più..sempre impercettibile ma fa la differenza...al di là di ciò tutto segue un programma ben definito,lo anche detto Vagnozzi..hanno attraversato in questi tre mesi,tutti quanti, uno tzunami ma l'energia tumultuosa sctenata da ciò sono riusciti a trasformarla in concretezza in tutti i sensi e non dimentichiamo mai l'energia mentale di jannik..
e come ha detto anche Piatti "solo lui può fare certe cose"...poi a Roma sarà un "polverone" perchè il tripudio che ci sarà ha dell'inverosimile..io credo che la pressione la sentiremo noi fan ed alcuni giornalisti ma Jannik ha già in testa quello che lo aspetta..per lui è giocare la sua pressione e quando questa arriva lui gioca ancora meglio!.un abbraccio
Ecco il team al completo!!..
Giorno di Pasqua..
allenamento e poi
un leggero pasto..
ma si ricomincia...
gli allenamenti dovrebbero essere blindati e solo per gli addetti ai lavori a cui viene dato il permesso di filmare..
ma si può comunque accedere..
con qualche piccolo stratagemma..
e tutto è permesso..
basta farlo con rispetto ed educazione...lasciandoli lavorare in tranquillità.
e il nostro caro "Jack"..
è rimasto incantato
da come ha trovato il suo amico Jannik..
ha speso parole belle e significative su Sinner che tra l'altro lo ha anche ospitato nella sua residenza a Monte-Carlo,e lo difende
a spada tratta:
Intervistato dalla Bbc, il britannico ha risposto anche sul ritorno in campo dell'azzurro
e varie testate italiane hanno riportato le sue parole,come Tutto sport ,fanpage...
."Quando la gente chiede di lui, o di chiunque altro, dirò la verità. Penso che Jannik sia una persona molto, molto genuina. E per di più, è ovviamente un giocatore incredibile. In questa situazione, sono sicuro che non aveva idea di cosa gli sarebbe successo. È proprio così che va la vita, a volte ci sono errori".
"Penso che sia importante per le persone conoscere e riconoscere che il ragazzo è molto, molto gentile e una brava persone. Quindi non merita l'odio che gli è stato riversato".
Draper ha parlato di come è nata l’idea e di come ha trovato Jannik Sinner dopo il periodo di stop obbligato: "Stavo cercando di allenarmi per la settimana e sapevo che Jannik era disponibile e a Monte-Carlo sulla terra così mi sono organizzato con la sua squadra per andare in campo per tre o quattro giorni e allenarmi con lui". Grande soddisfazione da parte del giocatore inglese: “Se puoi allenarti con qualcuno, deve essere probabilmente il migliore del mondo, giusto? Ovviamente ha avuto un po’ di tempo libero, ma sta giocando ancora ad un livello incredibile.
C’è una ragione per cui è il numero 1 al mondo. Non è cambiato affatto
Non vedo l’ora di riaverlo in tour, perché penso che la sua presenza sia mancata. È stato bello stare con lui per qualche giorno e ottenere un buon sparring”.
Panichi e Vagnozzi e Cahill :
abbiamo dedicato tanto tempo all’acquisizione di dati su Jannik, applicando moduli di allenamento per metterlo nelle condizioni di fare un altro salto di qualità importante. Da Roma in poi, questo lavoro dovrà dare i suoi frutti”.
è rimasto incantato
da come ha trovato il suo amico Jannik..
ha speso parole belle e significative su Sinner che tra l'altro lo ha anche ospitato nella sua residenza a Monte-Carlo,e lo difende
a spada tratta:
Intervistato dalla Bbc, il britannico ha risposto anche sul ritorno in campo dell'azzurro
e varie testate italiane hanno riportato le sue parole,come Tutto sport ,fanpage...
."Quando la gente chiede di lui, o di chiunque altro, dirò la verità. Penso che Jannik sia una persona molto, molto genuina. E per di più, è ovviamente un giocatore incredibile. In questa situazione, sono sicuro che non aveva idea di cosa gli sarebbe successo. È proprio così che va la vita, a volte ci sono errori".
"Penso che sia importante per le persone conoscere e riconoscere che il ragazzo è molto, molto gentile e una brava persone. Quindi non merita l'odio che gli è stato riversato".
Draper ha parlato di come è nata l’idea e di come ha trovato Jannik Sinner dopo il periodo di stop obbligato: "Stavo cercando di allenarmi per la settimana e sapevo che Jannik era disponibile e a Monte-Carlo sulla terra così mi sono organizzato con la sua squadra per andare in campo per tre o quattro giorni e allenarmi con lui". Grande soddisfazione da parte del giocatore inglese: “Se puoi allenarti con qualcuno, deve essere probabilmente il migliore del mondo, giusto? Ovviamente ha avuto un po’ di tempo libero, ma sta giocando ancora ad un livello incredibile.
C’è una ragione per cui è il numero 1 al mondo. Non è cambiato affatto
Non vedo l’ora di riaverlo in tour, perché penso che la sua presenza sia mancata. È stato bello stare con lui per qualche giorno e ottenere un buon sparring”.
Panichi e Vagnozzi e Cahill :
abbiamo dedicato tanto tempo all’acquisizione di dati su Jannik, applicando moduli di allenamento per metterlo nelle condizioni di fare un altro salto di qualità importante. Da Roma in poi, questo lavoro dovrà dare i suoi frutti”.
e ancora Buona e serena Pasqua.a tutti Voi..
---mai fermarci!!
Sinnergia vera..
Jannik & Jack, un’amicizia vera
Coincidenza o evento simbolico? Il primo allenamento ufficiale di Sinner dopo la sospensione si è registrato su un campo coperto in terra battuta a Beaulieu-sur-Mer, con Draper, il suo migliore amico sul circuito. L’inglese, attuale n.6 del mondo, ha sempre parlato del collega italiano come di una persona di ispirazione. Coetanei, si conoscono dai tornei giovanili e nel 2024 hanno fatto il doppio insieme a Montreal
Era il momento che tutti noi, che viviamo in Sinnergia, aspettavamo: il primo allenamento ufficiale, su terra (battuta) consacrata a una federazione sportiva, in questo caso la francese FFT, al Tennis Club Beaulieu. L’evento si è registrato giovedì 17 aprile, nonostante Jannik fosse finalmente libero di muoversi nei circoli affiliati sin dal 13 aprile.
Lui però aveva prima scelto di rifinire il lavoro in palestra. Poi, il 16 aprile, si era presentato al Country Club di Monte-Carlo ma la giornata piovosa aveva deciso per lui sul da farsi: dell’altra ginnastica. Alla fine Sinner ha avuto bisogno di certezze: così si è fatto fissare un campo in terra battuta al coperto, nel circolo di Beaulieu-sur-Mer dove si stava svolgendo un torneo internazionale Juniores.
La certezza più importante è stata però quella di mettere i piedi su quel campo di terra rossa insieme a un amico vero, Jack Draper, tesserato per la LTA (Lawn Tennis Association), la federazione inglese.
Aveva parlato di amicizia in una delle tante chiacchierate con i giornalisti nei lunghi mesi di attesa tra processi, verdetti, ricorsi che non arrivavano (e poi invece erano arrivati) in merito alla vicenda della sua contaminazione in quantità infinitesimale da Clostebol, una sostanza proibita contenuta in una pomata, il Trofodermin, che tanti usano perché facilita la cicatrizzazione di piccole ferite, abrasioni, ragadi e simili. La pomata che il suo fisioterapista aveva usato per cercare di far guarire velocemente una ferita al mignolo della mano sinistra.
"Niente succede per caso e questo forse è successo per aiutarmi a capire chi è mio amico e chi no – dichiarò in una lunga intervista televisiva -. Ho capito che ci sono tanti giocatori che non pensavo fossero amici e una quantità abbastanza grande di giocatori che pensavo fossero amici, ma che amici non lo sono. Non dico che mi ha fatto bene, ma mi ha fatto capire tante cose".
Jack Draper non fa parte di nessuna delle due categorie: è un amico di Sinner da tanto tempo. Lo è al punto che in un’intervista collettiva di The Tennis Channel, in cui veniva chiesto ad alcuni dei grandi protagonisti del circuito mondiale che altro giocatore avrebbero chiamato in caso di emergenza, mentre Alcaraz e Rune avevano risposto all’unisono “Novak Djokovic”, Jannik aveva indicato senza esitazioni: “Jack Draper”.
L’attuale n.6 del mondo, semifinalista nel 2024 agli Us Open e recente vincitore nell’ATP Masters 1000 di Indian Wells, è del 2001 come Sinner ma di qualche mese più giovane: è infatti nato a Sutton, un sobborgo di Londra, il 22 dicembre di quell’anno.
Il britannico fa risalire la loro conoscenza al 2017, quando si affrontarono in doppio nel torneo juniores di Berlino, lui in coppia con il connazionale George Loffhagen (oggi n.359 Atp) e Jannik insieme al veronese Davide Tortora. Ricorda anche di aver detto al suo compagno di concentrare il fuoco su Sinner, che pareva il più scarso tra i due italiani. Per la cronaca, erano i quarti di finale e, sempre per la cronaca, Sinner e Tortora vinsero quella partita 4-6 6-4 10-7, qualificandosi per le semifinali.
Non si ricordano né Draper né Sinner che il loro percorso di formazione agonistica aveva avuto in comune un importante crocevia, per entrambi il primo master internazionale: nel 2013, quando erano appena dodicenni (Draper neanche) si erano qualificati per le finali mondiale del Nike Junior Tour under 12, che si svolgevano a fine stagione sui campi del Club Med di Sandpiper, a Port St. Lucie in Florida.
Jannik passò un turno battendo l’israeliano Roi Ginat prima di perdere dal polacco Wojcjek Marek, poi semifinalista. Draper era già più competitivo e raggiunse le semifinali di una gara che vedeva in campo anche l’argentino Juan Manuel Cerundolo, il kazako Timofej Skatov, tra gli attuali protagonisti del circuito professionistico. Perse in due set contro il bulgaro Adrian Andreev, poi vincitore di quel torneo.
Di fatto le strade di Sinner e Draper si incrociano da oltre un decennio anche se entrambi sono giovanissimi. E pur se originari di luoghi lontani tra loro e tanto diversi come possono essere i dintorni di Londra e le montagne della Val Pusteria, hanno man mano scoperto di condividere non solo la passione per la racchetta ma anche il modo di interpretarla, sempre alla ricerca della crescita attraverso il lavoro, sempre desiderosi di giocare meglio, di essere tennisti e persone migliori.
Così mentre sui canali social scorrono le immagini di questo loro primo allenamento sulla terra battuta francese e le nostre orecchie si godono il rumore dell’impatto della palla sulle corde della racchetta di Sinner (quello schiocco bello pieno, vigoroso, inconfondibile), tornano alla memoria le parole di Draper in una recente intervista televisiva.
"Siamo sempre rimasti in contatto, specie negli ultimi due anni. Jannik è un buon amico, qualcuno a cui sono decisamente legato. Ci mandiamo messaggi nei momenti belli e in quelli brutti. È uno sport duro da praticare quando sei molto giovane. Sei in viaggio, stai praticando uno sport così intenso, sia fisicamente che emotivamente, ed è difficile. Non abbiamo molti amici. Quindi avere il supporto di qualcuno che come te sta attraversando questa situazione è davvero grandioso" ha spiegato il britannico.
Che poi è entrato nel merito delle vicende più recenti: “Sono sicuro che Sinner tornerà più forte. Quest’ultimo anno e questi ultimi mesi sono stati davvero complicati per lui. Io ho cercato di supportarlo e gli ho spesso detto che lui è fonte di ispirazione per me, per i risultati che ha raggiunto e per la sua etica del lavoro. Il modo in cui si comporta dentro e fuori dal campo è splendido: è un ragazzo genuino e gentile. Penso che si meriti tutto il successo che sta avendo e aspetto con ansia di rivederlo nel circuito”.
Ed eccolo qui l’amico Jack, il primo a farsi trovare pronto per tornare in campo con Jannik, per il primo allenamento sulla terra battuta che prelude al rientro agonistico di Sinner, dal 5 maggio agli Internazionali BNL d’Italia di Roma. Un amico forte. Un altro grande protagonista del circuito che ha visto la sua ascesa spesso bloccata da infortuni ma ha sempre espresso un tennis esplosivo, aggressivo: lui e Jannik si stimano e non hanno paura di nessuno.
Lo scorso anno si sono pure schierati in doppio insieme all’ATP Masters 1000 di Montreal dove hanno battuto due coppie forti come i belgi Gille e Vliegen e l’estroso duo kazako/americano formato da Bublik e Shelton prima di ritirarsi alla vigilia dei quarti di finale.
I due amici si sono poi ritrovati faccia a faccia nella semifinale degli Us Open, dove Jannik si è imposto alla fine di tre set durissimi. Agli Open d’Australia di quest’anno Jack aveva dovuto ritirarsi negli ottavi contro Carlos Alcaraz per il riacutizzarsi dell’infiammazione ai tendini delle anche con la quale lotta da tempo.
Poi però, in assenza di Jannik, ha raggiunto la finale Doha e, con la prima vittoria in un Masters 1000, a Indian Wells, è entrato per la prima volta nella Top 10. Anche lui è atteso dalla sfida con la terra battuta, certo non la sua superficie preferita (a Monte-Carlo è stato battuto dallo spagnolo Davidovich Fokina).
L’appuntamento di Jannik & Jack a Beaulieu-sur-Mer è qualcosa che va oltre la ricerca, fondamentale per entrambi, della miglior performance. E’ godersi una sintonia rara e preziosa E’ quel ritrovarsi tra amici che genera un’energia positiva che vale mille palestre. Jannik la sa apprezzare, la sa incamerare, sa che non è la quantità degli amici che conta ma la qualità.
E’ una delle cose che anche noi che viviamo in Sinnergia apprezziamo in lui e per la quale è fonte anche per noi di ispirazione. Vorremmo essere bravi come lui a infischiarci delle malelingue, diventare impermeabili alla pattumiera di livore e invidia dei social, alla negatività dei detrattori, alle insinuazioni malevole di tante primedonne (uomini e donne) dello sport mondiale che sotto sotto mal sopportano che ci sia qualcun altro sotto i riflettori al loro posto. E che, per di più, sia una bella persona, che invita a vivere in Sinnergia la sua bella avventura (andando a leggere la storia della sua formazione umana e sportiva non si può non farsi coinvolgere e non empatizzare con un campione così). Ecco, se c’è una cosa che evidentemente di questi tempi non si può perdonare è la correttezza, insieme a lealtà, franchezza e gentilezza. Beh, chi non sa godersi il gusto fresco di questi atteggiamenti naturali, non sa cosa si perde.
Sentite lo Jannik-pensiero in merito a Jack: "Non ricordo di aver giocato contro di lui in doppio tra gli juniores, ma ricordo di averlo visto da fuori. Il suo impatto di palla è sempre stato molto, molto buono. È vero: ci mandiamo messaggi quando abbiamo momenti belli o brutti, cercando di tenerci su. È una grande amicizia. Ovviamente cerchiamo di mettere da parte questo quando ci ritroviamo uno contro l’altro in campo. Penso che sia abbastanza ovvio. Ma ogni volta che ci stringiamo la mano, è di nuovo amicizia e tutto andrà bene".
ringrazio Enzo che anche il giorno di Pasqua
è sempre presente..
una bella persona..Grazie..
Ecco qui l'Intervista completa
rilasciata da Vagnozzi alla giornalista
Giorgia Mecca di Repubblica..
per l'inserto "il Venerdi"..
uno stralcio lo trovate in un post precedente..
...non tutti magari potranno leggere l'inseto "il Venerdi"..
quindi ho ritenuto di postare l'intervento di Vagno..
così è fruibile a tutti..
Quando parla Vagnozzi..
abbiamo veramente il dovere e il piacere
di ascoltarlo..
e di leggerlo,
perchè se Lui dedica un pò del suo tempo
ad una giornalista o giornalista
vuol dire che
veramente HA QUALCOSA DA DIRE..
non come tanti che si arrogano di essere i detentori di chissà quale verità e competenza...
per cui..
anche noi abbiamo tempo per ascoltarlo e dirgli
Grazie perchè di persone per bene ,leali, schiette e competenti
ma soprattutto reali,vere
ne sono rimaste poche...
Grazie Vagno!!
------------------
Vagnozzi: “Sinner deve andare in giro a testa alta. Post Cahill? Qualcuno che sappia stare accanto ad un n. 1”
“Dovrà essere una persona che sappia cosa significa stare accanto al numero uno del mondo, ma soprattutto, dovrà avere la stima di Jannik”
con questa frase ha messo a tacere tanti che,senza cognizione ed esperienza vera, sfornano nomi su nomi solo per il fatto che questi piacciono a chi ogni mattina ,dopo il caffè, fà il giornalista di turno o l'allenatore di tuttologia...
quanti nomi sono stati detti e quanti altri ne verrano..
da sempre chi decide,e ripeto da sempre,
è Jannik..punto
----------------------
Ecco l'intervista per intero..
Vagnozzi: “Sinner deve andare in giro a testa alta. Post Cahill? Qualcuno che sappia stare accanto ad un n. 1”
“Dovrà essere una persona che sappia cosa significa stare accanto al numero uno del mondo, ma soprattutto, dovrà avere la stima di Jannik”
la carriera di un tennista è fatta di cerchi. E al centro, nel cerchio perfetto che ruota attorno al numero uno del mondo, c’è un ragazzo dai capelli rossi e uno staff che non fa rumore, ma costruisce e sostiene, allena e fortifica. “Il nostro è un vero lavoro di squadra, e nel tennis non è così scontato”, racconta Vagnozzi in un’intervista rilasciata a Giorgia Mecca per Il Venerdì, inserto di Repubblica. “Quando ci siamo conosciuti Jannik era numero 10 al mondo. Oggi è il numero uno, ma il modo in cui lavoriamo non è cambiato di una virgola”.
“Da giocatore capivo già che sarei stato più utile agli altri che a me stesso. Mi piaceva sedermi in tribuna e dare una mano agli amici”. Poi, nel 2022, l’inizio dell’era Sinner: “Abbiamo messo tutto sul tavolo fin dall’inizio. L’obiettivo era chiaro: vincere gli Slam e arrivare in cima”.
“Da giocatore capivo già che sarei stato più utile agli altri che a me stesso. Mi piaceva sedermi in tribuna e dare una mano agli amici”. Poi, nel 2022, l’inizio dell’era Sinner: “Abbiamo messo tutto sul tavolo fin dall’inizio. L’obiettivo era chiaro: vincere gli Slam e arrivare in cima”.
L’arte dell’equilibrio e la giostra del circuito
“Il circuito è una giostra che non si ferma mai. Quando sei in alto, ogni settimana ti viene richiesto il cento per cento”, spiega il coach marchigiano. Lo stop per infortunio di Jannik, lungo quasi tre mesi, è stato vissuto con intelligenza: “Ci ha fatto bene staccare. Ogni tanto è necessario scendere dalla giostra”.
E anche il rapporto tra allenatore e giocatore si è consolidato, tra campo e vita: “Viviamo insieme 24 ore su 24 per molte settimane all’anno. È inevitabile creare un rapporto che va oltre il professionale, ma è fondamentale non diventare troppo amici”.
“L’amicizia può ostacolare certe decisioni, serve equilibrio. Empatia, sì. Ma anche lucidità. Bisogna poter dire le cose giuste anche quando fanno male”.
“Il circuito è una giostra che non si ferma mai. Quando sei in alto, ogni settimana ti viene richiesto il cento per cento”, spiega il coach marchigiano. Lo stop per infortunio di Jannik, lungo quasi tre mesi, è stato vissuto con intelligenza: “Ci ha fatto bene staccare. Ogni tanto è necessario scendere dalla giostra”.
E anche il rapporto tra allenatore e giocatore si è consolidato, tra campo e vita: “Viviamo insieme 24 ore su 24 per molte settimane all’anno. È inevitabile creare un rapporto che va oltre il professionale, ma è fondamentale non diventare troppo amici”.
“L’amicizia può ostacolare certe decisioni, serve equilibrio. Empatia, sì. Ma anche lucidità. Bisogna poter dire le cose giuste anche quando fanno male”.
Le parole giuste al momento giusto
Nel box, durante i match, la loro calma è quasi irreale. “Il nostro compito è trasmettere serenità. Il giocatore in campo ha già abbastanza caos dentro di sé”.
Indimenticabile la finale di Melbourne con Medvedev, prima vittoria Slam di Sinner: “Gli ho dato un consiglio sulla posizione in risposta. All’inizio non lo ha seguito. Poi, da lì, la partita è girata. Ma quel dritto lungolinea con cui ha chiuso? Lì c’è solo Jannik. Nessun merito nostro”.
E poi, il concetto chiave: “Nel tennis nessuno deve sapere cosa provi. Neanche l’avversario. A volte mettiamo un asciugamano sopra il microfono, così nessuno ci sente. Ma anche il linguaggio del corpo va controllato. Bisogna avere la poker face”.
Un episodio lo ricorda bene: “Roland Garros 2023, contro Altmaier. Sconfitta dolorosa, ma più che altro mi colpì il suo atteggiamento. Lì abbiamo parlato tanto. Non si è più visto così”.
Nel box, durante i match, la loro calma è quasi irreale. “Il nostro compito è trasmettere serenità. Il giocatore in campo ha già abbastanza caos dentro di sé”.
Indimenticabile la finale di Melbourne con Medvedev, prima vittoria Slam di Sinner: “Gli ho dato un consiglio sulla posizione in risposta. All’inizio non lo ha seguito. Poi, da lì, la partita è girata. Ma quel dritto lungolinea con cui ha chiuso? Lì c’è solo Jannik. Nessun merito nostro”.
E poi, il concetto chiave: “Nel tennis nessuno deve sapere cosa provi. Neanche l’avversario. A volte mettiamo un asciugamano sopra il microfono, così nessuno ci sente. Ma anche il linguaggio del corpo va controllato. Bisogna avere la poker face”.
Un episodio lo ricorda bene: “Roland Garros 2023, contro Altmaier. Sconfitta dolorosa, ma più che altro mi colpì il suo atteggiamento. Lì abbiamo parlato tanto. Non si è più visto così”.
Le svolte, le scelte, e una domanda ancora aperta
“Il vero clic è avvenuto a Pechino, nell’autunno del 2023”, confessa Vagnozzi. “Contro Alcaraz e poi con Medvedev ha fatto cose che non gli avevo mai visto fare. Soprattutto la scelta di scendere a rete. Era uno dei nostri obiettivi. Cosa può migliorare ancora? Dettagli. Quando l’ho conosciuto era un ottimo giocatore con poca visione tattica. Oggi ce l’ha, ha migliorato il servizio e la discesa verso rete. Può lavorare ancora su alcune variazioni sulla terra e diventare più sicuro quando scende a rete”.
Il paragone con Djokovic viene naturale: “Si difende come Nole, ma riesce a essere più aggressivo. E ha qualcosa di raro: non si prende troppo sul serio. Non si sente speciale”.
Con Darren Cahill pronto a lasciare il team, si apre un nuovo capitolo. “Dovrà essere una persona che sappia cosa significa stare accanto al numero uno del mondo, ma soprattutto, dovrà avere la stima di Jannik”. E quando gli chiedono se Sinner sia più forte di Alcaraz, Vagnozzi sorride: “Lo vedremo solo alla fine, quando conteremo i titoli. Sono entrambi straordinari, ma ogni partita è un mondo a sé: superficie, clima, orario… tutto può fare la differenza”.
“Il vero clic è avvenuto a Pechino, nell’autunno del 2023”, confessa Vagnozzi. “Contro Alcaraz e poi con Medvedev ha fatto cose che non gli avevo mai visto fare. Soprattutto la scelta di scendere a rete. Era uno dei nostri obiettivi. Cosa può migliorare ancora? Dettagli. Quando l’ho conosciuto era un ottimo giocatore con poca visione tattica. Oggi ce l’ha, ha migliorato il servizio e la discesa verso rete. Può lavorare ancora su alcune variazioni sulla terra e diventare più sicuro quando scende a rete”.
Il paragone con Djokovic viene naturale: “Si difende come Nole, ma riesce a essere più aggressivo. E ha qualcosa di raro: non si prende troppo sul serio. Non si sente speciale”.
Con Darren Cahill pronto a lasciare il team, si apre un nuovo capitolo. “Dovrà essere una persona che sappia cosa significa stare accanto al numero uno del mondo, ma soprattutto, dovrà avere la stima di Jannik”. E quando gli chiedono se Sinner sia più forte di Alcaraz, Vagnozzi sorride: “Lo vedremo solo alla fine, quando conteremo i titoli. Sono entrambi straordinari, ma ogni partita è un mondo a sé: superficie, clima, orario… tutto può fare la differenza”.
Uomini, cadute e parole da fuoriclasse
Sulla vicenda doping, Vagnozzi è netto: “È stato uno shock. Ma non abbiamo fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Ho detto a Jannik: dobbiamo andare in giro a testa alta”.
E parlando di giovani promesse, non si tira indietro anche con paragoni importanti “La voglia di vincere ce l’avevano i Big Three e ce l’ha Jannik, ma quella ce l’hanno tutti, li vedo quando si allenano. Non è detto però che arrivino i risultati. Ho visto giocatori fortissimi a 19 anni che a 25 sono esattamente allo stesso punto. Non sono migliorati. Zverev? Credo che vincerà almeno uno Slam. Dopo l’infortunio ha fatto più progressi che in tutto il periodo precedente”.
Infine, l’incontro con Roberto Baggio, un momento che vale più di mille parole. “Mi piace parlare con i fuoriclasse, capire come ragionano. Baggio, guardandomi, mi ha detto una sola cosa: Fallo stare bene”.
Sulla vicenda doping, Vagnozzi è netto: “È stato uno shock. Ma non abbiamo fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Ho detto a Jannik: dobbiamo andare in giro a testa alta”.
E parlando di giovani promesse, non si tira indietro anche con paragoni importanti “La voglia di vincere ce l’avevano i Big Three e ce l’ha Jannik, ma quella ce l’hanno tutti, li vedo quando si allenano. Non è detto però che arrivino i risultati. Ho visto giocatori fortissimi a 19 anni che a 25 sono esattamente allo stesso punto. Non sono migliorati. Zverev? Credo che vincerà almeno uno Slam. Dopo l’infortunio ha fatto più progressi che in tutto il periodo precedente”.
Infine, l’incontro con Roberto Baggio, un momento che vale più di mille parole. “Mi piace parlare con i fuoriclasse, capire come ragionano. Baggio, guardandomi, mi ha detto una sola cosa: Fallo stare bene”.
un ringraziamento alla giornalista Mecca..a repubblica e a
Ubitennis..che ha riportato tutto..
e soprattutto un grande grazie a Vagnozzi..





..e Vagno...parlò!!!..





SINNER, PARLA VAGNOZZI:
“NON AUGURO A NESSUNO DI VIVERE UNA SITUAZIONE DEL GENERE"
Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato una lunga intervista a Il Venerdì di Repubblica:
”Viviamo insieme 24 ore al giorno in certi periodi dell'anno, è normale che il rapporto vada oltre la professione. Ma serve equilibrio, è fondamentale non diventare troppo amici perché l'amicizia impedisce di prendere decisioni importanti ma necessarie. Si tratta di un compromesso dove non può prevalere l'aspetto tecnico, serve empatia, siamo persone.
La notizia della positività? È stata uno shock. Dopo aver ricostruito ciò che è accaduto ho detto a Jannik che dovevamo andare in giro a testa alta. Non aveva fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Non auguro a nessuno di vivere una situazione del genere.
Staccarci dal tennis per un po' di settimane non ci ha fatto male. Il circuito è una giostra che continua ad andare, ci sono poche pause. Quando sei in cima ti viene richiesto il 100 per cento ogni settimana. Il tennis è una metafora della vita. Richiede capacità di adattamento in circostanze sempre nuove. Palline, superfici, continenti diversi.
Noi non potevamo far altro che accettare quello che sarebbe arrivato, cercando di tirare fuori il meglio da questo stop".
Nessun commento:
Posta un commento