PARTE PRIMA
su di loro si potrebbero scrivero libri..
a Robert Plant gli è stato chiesto più volte se era nelle sue intenzioni..ma ha sempre detto di no..."ci sono cose molto private che vorrei tenere per me..ma che se non le scrivo non completerebbero la storia..la vita sia quella del gruppo, sia quella privata di noi tutti...
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Il Dirigibile dei Led Zeppelin e i Simboli del Primo Album
Led Zeppelin
Led Zeppelin (1969)
Copertina Originale: Jimmy Page, George Hardie
Etichetta: Atlantic
Genere: hard rock/blues rock
Questo è il primo simbolo. Il primo capitolo di una serie. Ci ritorneremo. Intanto, c’è da saltare a bordo di un dirigibile…
Il dirigibile dei Led Zeppelin inizia a volare il 12 gennaio 1969.
Nessuno sa chi sono o che musica fanno, ma questo simbolo li seguirà da Led Zeppelin, il primo album, all’ultimo. La sua Coda.
Uno dei simboli dei Led Zeppelin, il dirigibile, è lo specchio della loro storia. Forse la band avrà fatto questo pensiero, quando tutto era ormai finito.
Dal giorno della pubblicazione del primo album, per Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones è stato un volo straordinario tra i gruppi rock celebri della storia, fino a quando è durato.
Il dirigibile: la copertina
La celeberrima copertina di Led Zeppelin è una foto in bianco e nero del disastro del dirigibile LZ 129 Hindenburg, che prese improvvisamente fuoco in volo il 6 maggio 1937.
Lo zeppelin fu disintegrato in mezzo minuto. Morirono 35 persone. La vera causa dell’incendio non fu mai chiarita.
La copertina è realizzata da George Hardie, grafico e illustratore, da quel momento fedele collaboratore per le copertine dei Led Zeppelin.
Utilizza la tecnica della mezzatinta, grazie all’inchiostro di una speciale penna che rendeva la foto simile a una radiografia.
Usa la foto originale nei primi secondi del disastro, con il dirigibile in fiamme ma ancora visibile.
Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin e ideatore della cover, voleva raffigurare il preciso momento dell’esplosione.
Il retro della copertina è una foto della band scattata da Chris Dreja, ex bassista negli Yardbirds, che aveva appena abbandonato il basso per iniziare la carriera di fotografo.
Il dirigibile in fiamme diventa il primo simbolo della band. É un’immagine adatta a loro: forte, aggressiva, energica.
Forse Page la vuole per comunicare la potenza del gruppo, la loro mancanza di paura, al punto di rischiare di esplodere in volo. La band è appena nata, nessuno li conosce.
Questa immagine di copertina, la prima, anche profetica per come finirà la storia dei Led Zeppelin solo dodici anni dopo.
Ma ora il volo dei Led Zeppelin è iniziato. Godiamocelo.
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Grattacapi
Prima di questa foto la band sceglie il nome zeppelin, ma non aveva considerato la contessa Eva von Zeppelin.
La nipote di Ferdinand von Zeppelin, ideatore del dirigibile, è offesa, disonorata per l’uso del nome di famiglia.
La contessa spara due cartucce.
Nel 1969 cerca di bloccare un’apparizione dei Led Zeppelin nelle televisioni danesi; nel 28 febbraio 1970, i Led Zeppelin sono a Copenhagen per un concerto, e minaccerà di far cancellare lo spettacolo.
La signora forse non li ascoltava, e non aveva ancora visto la loro prima copertina. Sapeva solo che si facevano chiamare “gli zeppelin del rock”.
Moto saggiamente la band invita la contessa nel loro backstage. Dimostrano buone maniere e sperano almeno di addolcirla, l’incontro è cordiale e tutto sembra sistemato, gli Zeppelin possono essere gli Zeppelin.
Ma, appunto, non ha ancora visto la cover. Ed è la quiete prima della tempesta.
La contessa fa per andarsene quando per caso vede Led Zeppelin con la foto del disastro dell’Hindenburg. Immagino che la sua reazione sia molto simile a quella della foto, fuoco e fiamme.
Jimmy Page, come dirà in un’intervista anni dopo, correrà a nascondersi.
Per quel concerto a Copenhagen, i Led Zeppelin sono costretti a cambiare il nome del gruppo in The Nobs.
Con o senza il nulla osta di tutte le famiglie Zeppelin del mondo, la strada per la celebrità è libera e all’orizzonte c’è una sola scritta: Led Zeppelin.
Led Zeppelin: l’origine del nome
Il significato del nome Led Zeppelin viene fuori in una conversazione tra un gruppo di amici mica da ridere.
Succede che un giorno Jimmy Page, Jeff Beck, Keith Moon e John Entwistle stanno parlando della possibilità di creare un super gruppo tra loro quattro.
Una miscela esplosiva: due musicisti degli Yardbirds e due membri degli Who.
Per Keith Moon sarebbe stata una combinazione troppo pericolosa, e il suo sincero commento è: “It would probably go over like a lead balloon…” (andrebbe avanti come un pallone di piombo….) ed Entwistle aggiunse: “…a lead zeppelin!” (uno zeppelin di piombo!).
Jimmy Page ricorderà quel nome. Gli piacerà moltissimo.
Una band non ancora nata e già con il suo nome ufficiale.
Page decide, assieme al geniale Peter Grant, di cambiare Lead in Led perché sia più facile da ricordare, evitando errori di pronuncia.
Led Zeppelin: il primo album
I Led Zeppelin non fanno gavetta. Non faticano a farsi notare e a trovare il proprio pubblico.
Il loro primo album è un successo travolgente e immediato, come se il dirigibile fosse decollato da un punto altissimo, forse troppo alto.
La critica non è così impressionata, forse perché i ragazzi erano troppo innovativi ed esplosivi, troppo eccentrici. Erano tutto quello che in quell’epoca non c’era, a parte i Rolling Stones.
Ma non importa cosa facessero gli Zeppelin: i critici non avranno mai parole dolci per loro.
Il successo di critica arriverà solo quando sarà impossibile non applaudire.
I Led Zeppelin usano i simboli per farsi conoscere, essere credibili e affermare i loro principi.
Uno dei principi?
Il rifiuto dei nomi e di ogni etichetta. La cosa importante era la musica.
Le case discografiche
Rifiutano le etichette non per modo di dire.
I Led Zeppelin non hanno quasi mai avuto bisogno di una casa discografica. Nella convivenza con l’Atlantic Records, dal 1969 al 1973, la band ha dettato le regole.
L’album di esordio è prodotto da Jimmy Page e preregistrato dalla band in Scandinavia prima di firmare con la Atlantic un contratto che dà loro una libertà artistica senza precedenti per un gruppo appena nato.
Che ci fa la band, in Scandinavia?
In quel periodo non sono ancora i Led Zeppelin ma si fanno chiamare The New Yardbirds.
Jimmy Page è obbligato da contratto a una serie di concerti in Scandinavia con i suoi Yardbirds.
Lui era l’unico superstite assieme al bassista Chris Dreja.
Per prima cosa, i due cercano un cantante.
La prima scelta è Terry Reid, che declina e consegna l’invito a un certo Robert Plant, cantante della Band of Joy.
Plant accetta e si porta dietro anche il batterista della sua band, John Bonham. “Suona la batteria come una bestia”, disse.
Dopo l’abbandono di Chris Dreja, il bassista John Paul Jones è l’ultimo a entrare nei New Yardbirds.
Durante il tour scandinavo i quattro si conoscono l’eccezionale alchimia che c’era tra loro.
Ne capiscono il potenziale infinito, di suoni, influenze e innovazioni che sono ancora nelle loro teste e nelle loro mani. Una potenza durata poco più di un decennio.
In poche settimane le canzoni di Led Zeppelin sono pronte e la formazione diventa ufficiale.
Page, Plant, Jones e Bonham entrano in studio con le bobine di nastro già registrate.
Il disco è completo in circa trenta ore di lavoro, compresa la preregistrazione.
Costo: 1.782 sterline. Uno dei dischi con il più grande ritorno all’investimento della storia della musica.
All’inizio degli anni 70, quindi dopo poco più di due anni, l’album aveva già venduto tre milioni e mezzo di copie.
Gli Zeppelin restano con la Atlantic fino al 1973 con Houses Of The Holy.
Poi la band crea la Swan Song Records, per essere veramente libera da catene.
Non che prima fosse molto diverso: era come se il gruppo e l’etichetta fossero separati in casa.
Le versioni del vinile
All’inizio, il vinile di Led Zeppelin è distribuito con il nome della band e il logo Atlantic Records in rosso.
Poco dopo il colore diventa turchese, ma solo per un paio di settimane.
Alla fine del 1968 è scelto l’arancione come colore definitivo, ma i fortunati in possesso delle poche copie del vinile con le scritte in turchese ci sono, lo so che ci sono.
A chiunque, lì fuori, in possesso della versione di Led Zeppelin in turchese: avete tra le mani uno dei vinili da collezione più rari e costosi della storia.
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No Bonham, no Zeppelin
Lo zeppelin Hindenburg era unico, e fu l’ultimo dirigibile a trasportare passeggeri.
Volò 63 volte in appena un anno di vita, dal primo volo del 4 marzo 1936 fino all’incendio del 1937 che lo distrusse in mezzo giro di orologio.
I Led Zeppelin erano quattro, loro quattro. Robert Plant, Jimmy Page, John Bonham e John Paul Jones.
Bonham muore, dopo l’ennesimo eccesso alcolico (forse quaranta dosi di vodka, anche se non esistono conferme), il 25 settembre 1980. I Led Zeppelin scompaiono nel nulla.
Spesso le band si riuniscono, cambiano pelle, rinascono, si fermano, ci pensano, ritornano. Non per i Led Zeppelin.
La loro band poteva continuare solo con loro quattro.
La fine dei Led Zeppelin come uno dei gruppi rock più famosi e innovativi avviene a una velocità disarmante. Se fai la proporzione con tutto il tempo a disposizione, si tratta di un minuto, o di mezzo minuto.
E se non assomiglia alla storia dell’Hindenburg, è uno scherzo del destino che ci va comunque molto vicino.
All’inizio dicevamo simboli dei Led Zeppelin, al plurale. Il dirigibile è uno dei più famosi e più comunicativi, ma è solo uno dei tanti.
Ce ne sono molti altri, in tutte le loro copertine, elencarli tutti ora sarebbe difficile. Alcuni sono più oscuri, misteriosi e compaiono dopo.
Sicuramente non prima di Led Zeppelin II.
Led Zeppelin II
Led Zeppelin (1969)
Copertina Originale: David Juniper
Etichetta: Atlantic
Genere: hard rock/blues rock
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RACKLIST LED ZEPPELIN II:
TESTI E TRADUZIONI DEI BRANI
SIDE A
A1 – Whole Lotta Love
A2 – What Is And What Should Never Be
A3 – The Lemon Song
A4 – Thank You
SIDE B
B1 – Heartbreaker
B2 – Living Loving Maid (She’s Just a Woman)
B3 – Ramble On
B4 – Moby Dick
B5 – Bring It On Home
Come il primo album è senza titolo, per andare contro al conformismo delle case discografiche, il secondo si chiama semplicemente “II”.
È il disco dei Led Zeppelin con le canzoni più spinte. È un album molto diretto e senza simboli, perché i simboli, quelli che metteranno i quattro ragazzi ancora più in discussione e che faranno credere a una maledizione nei loro confronti, verranno fuori pochi mesi dopo.
Led Zeppelin II, per il colore della sua copertina e il gruppo di persone con il dirigibile sullo sfondo, è chiamato il bombardiere marrone dai fans.
Bombardiere? Cioè un aereo come quelli dei primi anni del Novecento? Esattamente.
La copertina di Led Zeppelin II
Anche Neil Armstrong in questa istantanea?
Così voleva, e inizialmente credeva, David Juniper, autore della copertina di Led Zeppelin II.
Il secondo volo del dirigibile parte il 22 ottobre 1969, a soli nove mesi di distanza da Led Zeppelin. Armstrong era da poco tornato dalla straordinaria missione Apollo 11. Come periodo, una sua partecipazione ci poteva stare benissimo.
Ma non fu così, purtroppo per Juniper. A causa di un errore, nella copertina è incluso Frank Borman, un altro astronauta, assieme alla band e al resto del gruppo.
Il gruppo, nella foto originale, è la Jagdgeschwader 1, nota come The Flying Circus, un’unità tedesca della Prima Guerra Mondiale capitanata da Manfred von Richthofen, il celebre Barone Rosso.
Nella foto originale, datata 23 Aprile 1917, von Richthofen è seduto all’interno del bombardiere tedesco che lascia il posto al dirigibile nella copertina di Led Zeppelin II. La persona seduta a terra è suo fratello, Lothar von Richthofen, che Juniper fa diventare John Paul Jones. Sopra il bassista dei Led Zeppelin ci sono Jimmy Page e Robert Plant, vicini e inseparabili. John Bonham è in piedi, alla sinistra di Plant. Alla sua destra troviamo Frank Borman nel posto in cui, nella convinzione di David Juniper, doveva esserci Neil Armstrong.
Alla destra di Borman c’è l’attrice Glynis John, inclusa per prendere in giro scherzosamente il tecnico del suono dell’album, Glyn Johns.
Completano il gruppo il mitico Peter Grant, manager degli Zeppelin e Richard Cole, il tour manager. Il cantante blues gospel Blind Willie Nelson. Un’amica e collega di Andy Warhol che molti identificano in Mary Woronov.
I volti di Grant, Cole, Blind Willie Nelson e la Woronov sono alterati con occhiali e barba e per questo non sono facilmente distinguibili.
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Gli Zeppelin alla conquista degli States
L’immagine all’interno della copertina doveva raffigurare i Led Zeppelin a bordo di un dirigibile che sorvola la Statua della Libertà.
All’ultimo Page cambia idea e chiede a Juniper un effetto diverso rispetto alla vera copertina. Pensa allora di creare la psichedelica immagine di uno Zeppelin colpito da alcuni riflettori.
In effetti, la band, per Led Zeppelin II, aveva semplicemente chiesto a Juniper un’idea interessante.
C’è da credere che siano rimasti soddisfatti.
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I: la partenza, II: l’accelerazione
Con Led Zeppelin II il dirigibile accelera verso la leggenda.
Siamo a gennaio del 1969. Gli Zeppelin sono appena usciti con il loro primo album. Non sono consapevoli del successo che stanno per conoscere perché letteralmente non hanno il tempo di comprendere cosa sta accadendo.
L’Atlantic Records preme per l’immediato back-to-back. Le vendite sono grandiose e si vuole sfruttare la scia del successo con un tour negli Stati Uniti e in Europa, oltre al secondo album in uscita dopo l’estate. Lo slogan per pubblicizzare il disco è Led Zeppelin II Now Flying e Led Zeppelin – The Only Way To Fly. “Fate pure tutti gli slogan che volete, tanto lo produco io assieme a Peter (Grant)” deve aver pensato Jimmy Page.
Piuttosto, trovare il tempo per farlo? Non ce n’era. Ma non c’erano neanche scuse. I Led Zeppelin dovevano dimostrare di essere davvero una band sensazionale, trovando il modo di fare tour e album assieme. E di farlo anche bene.
Per i Led Zeppelin, che avevano la fila di scettici e critici anche non di professione fuori dalla porta, uscire con il secondo album così in fretta poteva essere molto pericoloso.
La critica li aspettava al varco. La casa discografica (c’è da crederlo) anche.
Il particolare “makin’ of” Led Zeppelin II
I brani sono registrati nel corso dei tour e durante gli spostamenti da una città all’altra. Tutti in giorni diversi e registrati in studi diversi. Londra, Los Angeles, Memphis, New York e Vancouver. Molte delle musiche dell’album nascono durante gli infiniti (e improvvisati) assoli di Dazed And Confused durante i concerti.
Jimmy Page inventava un particolare riff, se lo teneva a mente e lo metteva su spartito dopo il concerto. Gli altri lo imitavano. John Paul Jones con l’assolo di basso in The Lemon Song. John Bonham concepì l’idea di Moby Dick da quelle dirompenti e assurde prove alla batteria.
Tutto faceva temere un flop per questo secondo album, dopo lo strepitoso successo di Led Zeppelin. Troppa fretta nel realizzarlo, troppa improvvisazione. Come potevano esserci passione e impegno?
Molti critici si aspettavano un secondo capitolo di minor successo, credendo che il primo album fosse un caso, un exploit tipico di tante band giovani. Un colpo di genio o di fortuna.
Ma la risposta dei fans porta i Led Zeppelin sul 2-0 nei confronti della critica. I fans si mangiarono Led Zeppelin II e lo spedirono in prima posizione nelle US chart e Uk chart, per la prima volta. Whole Lotta Love entrò alla numero 1 dei singoli più venduti, anche qui per la prima volta.
Com’era la storia del minor successo?
Ad ogni modo, la critica avrà modo di ricredersi quasi subito. Nonostante la diffidenza iniziale Led Zeppelin II è considerato uno degli album più influenti della storia. Alcuni critici lo vedono addirittura come il punto di inizio dell’hard rock.
Led Zeppelin e le canzoni hard/rock
È il disco più duro e potente di tutta la discografia dei Led Zeppelin, in questo periodo sempre più aggressivi nei confronti di critica e industria discografica.
Whole Lotta Love, con Plant che simula un orgasmo, e The Lemon Song sono brani dalle evidenti allusioni sessuali.
Le pacifiche What Is And What Should Never Be e Thank You sono eccezioni perché Heartbreaker, Ramble On e Living Lovin Maid (She’s Just a Woman) riportano il disco dentro l’hard rock.
Bring It On Home è un interessante pezzo blues e chiude l’album. Ma prima c’è Moby Dick, travolgente e spettacolare assolo combinato di batteria e chitarra, emblema dello stile Bonham e traccia più corta dell’album. Dal vivo poteva superare i tre quarti d’ora.
Nel 2014 è stato distribuito online il trailer della ristampa di Led Zeppelin II, con un brano inedito in aggiunta ai nove pezzi originali.
Non tutti i riff dei brani sono materiale originale dei Led Zeppelin. Alcuni sono presi da altri brani e riadattati, per questo motivo la band fu anche accusata di plagio.
Parliamo ancora di Whole Lotta Love, ripresa da You Need Love di Muddy Waters e The Lemon Song, arrangiata dal brano Killing Floor di Howlin’ Wolf. Ascoltate i brani in sequenza e vedrete che, forse, la critica stavolta aveva motivo di punzecchiare. Che fossero poco amati non c’è dubbio ma i Led Zeppelin amavano il rischio e la provocazione.
Dall’estate del 1968 ai primi mesi del 1970 il bilancio dei Led Zeppelin era: due album, quattro tour americani, quattro tour europei e non si sa quante tra interviste, apparizioni televisive e inviti vari in giro per il mondo.
Evidentemente i giovani Led Zeppelin non conoscevano la parola rifiatare. Era comprensibile: c’era molta fame e molta voglia di conquista nel mondo del rock.
Ma presto, in quell’inizio del 1970, il dirigibile dovrà spegnere i motori per un po’. Fermarsi per ritrovare ispirazione, lucidità e tranquillità.
Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones passando un po’ di tempo con le rispettive famiglie. Jimmy Page ampliando i propri interessi anche a cose molto lontane dalla musica.
Sarà in questo periodo che i Led Zeppelin conoscono una maturità che sarà alla base dell’uso dei simboli.
I tempi iniziano a essere maturi e saranno alla base di Led Zeppelin III.
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Led Zeppelin III
Led Zeppelin (1970)
Copertina Originale: Zacron
Etichetta: Atlantic
Genere: blues rock/folk rock
Sembra un fumetto. La copertina di Led Zeppelin III è opera di Zacron, al secolo Richard Drew, artista multimediale che Jimmy Page aveva conosciuto nel 1963.
Page aveva impiegato mesi per rintracciare l’amico. Si ricordava di lui dai tempi in cui si erano conosciuti al Kingston College Of Art di Londra. Quando ci riesce gli propone subito di ideare e realizzare la cover di III.
La prima stampa originale di III è unica, sia per la copertina che per il disco in vinile (eccome, se lo è). La cover, soprattutto, è innovativa e particolare anche per come è stata realizzata.
Come un cartone animato
È un dirigibile in viaggio, no?
Zacron voleva comunicare un senso di movimento alla copertina e questo doveva essere fatto in uno spazio ristretto, per la precisione in un quadrato di circa trenta centimetri. Come fare per creare movimento? Cercando di muovere la copertina, ovviamente.
Dietro alla parte frontale (con immagini di dirigibili, aerei, oggetti di aviazione e farfalle) c’era un disco di metallo con disegnata una multitudine di altri oggetti apparentemente casuali: statue, castelli, aerei antichi, altri dirigibili, pannocchie, auto e altri particolari curiosi. In mezzo a questi disegni spuntavano i volti dei componenti dei Led Zeppelin. Una persona vedeva queste immagini attraverso alcuni buchi nella cover; girando la cosiddetta round cover sottostante le immagini cambiavano e la copertina appariva diversa.
Errori e ritardi
Led Zeppelin III esce il 5 ottobre 1970, con due mesi di ritardo proprio per alcuni problemi a ultimare la copertina. Il risultato finale non soddisfa Jimmy Page, che nella sua mente aveva visto una cover diversa.
In Italia la prima tiratura del vinile è stampata con una cover provvisoria raffigurante i volti dei quattro Zeppelin. In basso a destra è posto questo comunicato da parte della casa discografica: “Questa busta realizzata per soddisfare le pressanti richeste di questo attesissimo nuovo disco potrà essere sostituita presso i rivenditori con la busta definitiva in corso di preparazione”.
Vi siete accorti dell’errore? Richeste invece di richieste. La busta provvisoria fu stampata così in fretta che nessuno si accorse dell’errore.
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È una copertina graficamente divertente e dallo stile diverso rispetto alle altre. Più semplice, bizzarra. Semplicità e tranquillità, sono questi gli ingredienti di III. E anche se questo disco per la prima volta ha qualcosa di oscuro nasce da un periodo di tranquillità. Per la prima volta.
III: un periodo di tranquillità che si sente tutto
I Led Zeppelin sono umani. Chi l’avrebbe mai detto?
Pochi, in quell’inizio del 1970.
Erano stati quindici mesi di lavoro intenso tra composizioni, registrazioni, concerti, tour, interviste e la passione per una vita al massimo e senza regole. Prima il magico esordio di Led Zeppelin, poi il secondo, devastante capitolo di Led Zeppelin II.
Nell’aprile del 1970 la band stacca la spina. L’allarme arriva dalla cancellazione di un concerto a Las Vegas, dovuto a un forte e improvviso abbassamento di voce di Robert Plant.
Anche Dio si riposò il settimo giorno.
I Led Zeppelin, che sono uomini con una riserva limitata di energia, si concedono due mesi di vacanza.
John Paul Jones e John Bonham la trascorrono con le rispettive famiglie. Jimmy Page e Robert Plant si rintanano a Bron-Yr-Aur, un cottage settecentesco isolato in mezzo ai monti e al verde della Snowdonia, in Galles.
Page e Plant a Bron-Yr-Aur
In questo luogo affascinante, che sembra uscito dal mondo dei sogni, possono ritrovare la pace e l’ispirazione. Il cottage di Bron-Yr-Aur non aveva energia elettrica e acqua corrente, Page e Plant passano così due settimane arrangiandosi con il poco che hanno, come se fossero tornati indietro di cinquant’anni.
Comunque, avevano un paio di cose fondamentali: due chitarre acustiche. Era chiaro che non avevano in mente solo di rilassarsi. È tempo di musica acustica, ragazzi. Che non pensiate che gli Zeppelin sono solo hard rock, chitarra elettrica e batteria devastante. Non pensatelo.
Durante il soggiorno a Bron-Yr-Aur compongono cinque brani.
Bron-Yr-Stomp e That’s The Way sono inclusi in Led Zeppelin III.
La splendida acustica di Bron-Yr-Aur e Down By The Seaside troveranno posto in Physical Graffiti del 1975.
Un brano, Poor Tom, resterà inedito fino all’uscita di Coda, album fatto di scarti di lusso quando i Led Zeppelin non esistevano più da un paio d’anni.
La band al completo si riunisce all’inizio di maggio e dopo pochi giorni scappa a Headley Grange, una vecchia casa immersa nella tranquillità di Hampshire. Come se avessero ancora bisogno di allontanarsi dal caos di Londra e dalla caotica vita degli ultimi due anni.
Insieme compongono Gallows Pole, Tangerine, Friends, Celebration Day e una delle poche eccezioni hard rock di III ma allo stesso tempo uno dei pezzi più famosi: Immigrant Song.
Page a Boleskine House
III non è solo rock e bella copertina. È anche l’inizio di qualcosa di oscuro ed enigmatico. Un qualcosa all’inizio incomprensibile ma che presto ha spostato le domande della critica dal rock e i concerti all’occultismo e ai simboli esoterici.
Parliamo dell’influenza di Aleister Crowley su diversi artisti rock anni 60 e 70, tra cui Jimmy Page.
Se non vi ricordate di lui, era un mago, simbolista, scrittore e il più famoso tra gli occultisti. Da lui ha preso ispirazione il satanismo e soprattutto l’esoterismo. Crowley appare anche nella copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band che fu, per questo, oggetto di polemiche e accuse nei confronti dei Beatles.
Jimmy Page non era solo un fan Aleister Crowley. La verità è che lo considerava un idolo.
Page collezionava oggetti e scritti appartenuti a Crowley, partecipava ad aste che mettevano in vendita le sue opere.
Nel 1971 acquista Boleskine House, una grande villa sulla riva orientale di Loch Ness, in Scozia. La casa è stata residenza di Crowley dal 1899 al 1918. Lì dentro il padrone di casa praticava buona parte dei suoi rituali e magia nera.
La villa ha una storia tetra e inquietante. È costruita a pochi passi da un cimitero in cui sorgeva una chiesa rasa al suolo da un incendio secoli prima, assieme a tutti i fedeli in preghiera. Una casa considerata sinistra e, secondo gli abitanti del luogo, maledetta.
Jimmy Page l’acquista, noncurante delle voci che gli consigliano di lasciar perdere. Semplicemente, pensa di trovare in quel luogo l’atmosfera perfetta con cui scrivere la musica dei Led Zeppelin.
Page vuole addirittura ristrutturare la villa, abbandonata a sé stessa dal 1920 (da quando Crowley ci abitava) e riportarla allo stato originale. Assume per questo il satanista Charles Pace e gli affida il compito di dipingere i muri delle stanze con simboli magici e di rituali. Jimmy Page aveva le idee chiare sulle sue passioni e interessi.
Ma facciamo un passo indietro. 1970. A partire da III il nome dei Led Zeppelin inizia ben presto a essere associato all’occultismo e alle pratiche esoteriche.
Perché proprio da Led Zeppelin III?
La risposta si trova nei solchi della prima stampa del vinile. Sono state incise due scritte, una per lato, nel vinile originale di III.
Nel lato A compare la scritta “So Mete Be It” in corsivo. Sul lato B del vinile c’è scritto “Do What Thou Wilt”.
Unendo le due frasi viene fuori uno dei motti del Thelema, la filosofia di Crowley: “Do What Thou Wilt/So Mete Be It”. Fai quello che vuoi, così potrai essere. Era un frase nascosta, volutamente incisa per lasciare un segno o un messaggio.
Solo la prima stampa ha le scritte incise sul vinile. Solo la prima stampa ha la round cover e due scritte volutamente incise per lasciare un messaggio nascosto. Queste due particolarità rendono questo vinile un rarissimo pezzo da collezione.
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La critica avrà cambiato idea?
Led Zeppelin III è accolto malissimo dalla critica, in modo ancora peggiore dei primi due capitoli. In questo caso gli Zeppelin sono definiti scialbi, scarichi, giù di tono. Accusati di professare l’hard rock prima per poi fare dietrofront con un rock acustico e più riflessivo. Un album debole da parte loro.
Un’altra buona dose di critiche negative che non fa altro che aumentare il risentimento della band nei confronti dei critici musicali.
Sembrava non andasse bene nulla. Per i fans erano la band perfetta: sapevano scrivere musica, suonare, dal vivo erano devastanti e incarnavano alla perfezione l’idea di rock band con una vita al limite con droga, alcol e sesso.
Ma i Led Zeppelin volevano il disco perfetto. Quello che mettesse d’accordo tutti, anche quei delicati baronetti dei critici.
Dopo poche settimane dall’uscita di III i Led Zeppelin si ritirano a comporre nuovi brani da includere nel prossimo lavoro, senza concedere interviste e senza nemmeno un tour.
Si riuniscono per il loro album più famoso, l’album dei Led Zeppelin per eccellenza, il loro disco perfetto.
Un album con molti simboli e significati, frutto dell’avvicinamento di Page alla magia e all’esoterismo. Considerato da molte persone vicine agli Zeppelin, e si pensa anche da Plant, come l’inizio di una maledizione che portò alla band una serie di disgrazie e la definitiva scomparsa.
Ma queste sono solo voci, un classico nel mondo del rock.
La verità è che mancano pochissimi mesi all’uscita di Led Zeppelin IV.
Per un motivo o per l’altro, da quel momento il rock non sarà più lo stesso.
Led Zeppelin IV
Led Zeppelin (1971)
Copertina Originale: Sconosciuto
Etichetta: Atlantic
Genere: hard rock/folk rock
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Il quarto album del Dirigibile: anonimo capolavoro
La copertina di Led Zeppelin IV
Le rune: i quattro simboli dei Led Zeppelin
Jimmy Page: ZoSo
John Bonham: tre cerchi intrecciati
John Paul Jones: triquetra
Robert Plant: la piuma nel cerchio
Sandy Danny: il quinto simbolo
Un maledetto anno straordinario
…e alla fine succede davvero.
Forse è arrivato il capolavoro dei Led Zeppelin, l’album che può vantarsi di avere tra le sue fila uno dei pezzi rock più celebri della storia, o forse no, non è un capolavoro, è solo il loro quarto album, l’album che comunque fino a quel momento mette tutti d’accordo.
Come lo chiamiamo?
Domanda d’obbligo perché Led Zeppelin IV, ufficialmente senza titolo, è chiamato in vari modi:
ZoSo, Four Symbols, Untitled, Sticks, Runes, The Fourth Album, The Hermit, Led Zeppelin IV, oppure, se volete, semplicemente IV.
Noi staremo sul generico, lo chiameremo Led Zeppelin IV o IV, senza definirlo in alcun altro modo perché una definizione sicura non esiste.
É un album così misterioso e senza riferimenti (nonostante per qualcuno ZoSo fosse un logo) che ci vuole almeno il titolo per orientarci nella storia dei Led Zeppelin.
Che cos’è Led Zeppelin IV?
È il disco perfetto, uno dei punti più alti del Dirigibile e il più oscuro dei loro album.
Per molti critici, e i fan più impressionabili, è l’inizio della fine, anche se nel 1971 le cose vanno troppo bene perché qualcuno possa immaginarlo.
Nel quarto album la band elimina ogni elemento di marketing, scontrandosi frontalmente con Atlantic Records, e non lascia punti di riferimento.
Senza titolo, nome del gruppo, logo della casa discografica. La sua forma (doppio album? quadruplo EP? classico LP?) la sanno solo loro e Peter Grant, angelo custode del gruppo.
Led Zeppelin IV entrerà nella storia per tante cose ma non per i titoli e i nomi.
É come se la Coca Cola distribuisse bottiglie di liquido scuro senza l’inconfondibile confezione rossa con scritte bianche. Come se la Apple rinunciasse alla mela, o se Madonna pubblicasse un album senza nome e foto in copertina…
Come diavolo pretendete di vendere un disco in questo modo?
Come diavolo, giustamente, come diavolo.
Mettetevi comodi e guardate come.
L’Album Led Zeppelin IV: capolavoro senza nome
L’obiettivo dei Led Zeppelin nel 1971 è dimostrare di poter fare a meno di tutto per realizzare un album, zittendo i critici musicali che fino a quel momento li avevano snobbati, come minimo.
Il messaggio dei Led Zeppelin è: “i fans ci seguono solo per le canzoni”. In IV ne inseriscono otto:
Black Dog
una delle più celebri canzoni hard rock della storia, scritta quando un golden retreiver nero continuava a far visita alla band riunita a Headley Grange; senza sapere da dove venisse, il gruppo gli tributa il pezzo
Rock And Roll
dirompente tributo al rock, cavallo di battaglia di tutti i concerti seguenti
The Battle Of Evermore
cantata assieme a Sandy Denny, il primo e unico duetto di Robert Plant nella sua carriera con gli Zeppelin. Sandy Denny, cara amica del gruppo ed eccellente cantante, da qui a poco incontrerà un destino molto triste
Stairway To Heaven
nessun aggettivo disponibile per questa canzone, perché ogni termine sarebbe riduttivo. Forse la traccia rock più celebre da quando esistono le note musicali, il testo scritto in un giorno a Healdey Grange da Plant ma iniziata l’anno prima da lui e Page a Bron-Yr-Aur
Misty Mountain Hop
un altro brano che la band riproporrà sempre nei tour successivi di IV, anche quello “maledetto” di Phisical Graffiti del 1975; la canzone parla di un buffo incontro tra la band e la polizia, che li ferma dopo aver fumato marijuana
Four Sticks
l’unico brano di IV rimasto incolume dalla leggenda di IV, non è diventato un pezzo famoso come gli altri. La canzone è un bel tributo a John Bonham che suonava la batteria con due coppie di bacchette (four sticks)
Going To California
splendida acustica composta ancora una volta da Page-Plant, altra punta di diamante dei concerti che rendeva l’atmosfera del posto magica. Altro tributo del gruppo alla cantante Joni Mitchell
When The Levee Breaks
splendida chiusura dell’album e (almeno per il sottoscritto) il brano del disco che preferisco. La parte di batteria di Bonham è stata composta e registrata nell’ampio spazio sopra le scale del salone di Headley Grange, la cui acustica rendeva la batteria una bomba atomica
Ecco, dunque, come si presentano con il nuovo album: solo musica, nessuna etichetta e una strana copertina.
L’unica etichetta che non riusciranno mai a togliersi è la fama di cattivi ragazzi.
Poi ci saranno altre etichette, simili a ombre, che seguiranno la band da quest’anno fino a In Through The Out Door.
Dal 1968 il gruppo sembrava inarrestabile: con il primo capitolo e il successivo, dirompente Led Zeppelin II, i quattro mettono il turbo con IV e sorpassano i tre album precedenti per vendite toccando il tanto desiderato successo di critica.
A loro, dei critici, importa giusto fin là, ma senza Led Zeppelin IV tutto quello che avevano fatto sembrava non bastare.
Nei primi tre album i Led Zeppelin erano stati sottovalutati, criticati e massacrati dopo Led Zeppelin III. Con il terzo album acustico, folkloristico e rilassato, la band era stata definita “slogan promozionale del rock”.
Spinti da enormi stimoli, Page, Plant, Jones e Bonham si isolano a comporre il quarto capitolo nella casa rurale di Headley Grange, senza un tour e senza concedere nemmeno un’intervista.
La copertina di Led Zeppelin IV: un suicidio commerciale
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Così la definisce la casa discografica Atlantic Records, essere onnisciente convinto che sarebbe stata la fine del gruppo tre anni dopo il mostruoso esordio di Led Zeppelin.
La copertina è una vecchia parete rovinata, e la fotografia di un vecchio contadino con lunghi fasci di legname sulla schiena.
L’uomo è fermo in un prato, si sorregge con un bastone e rivolge il suo sguardo serio a a noi che guardiamo la copertina.
Quest’immagine è un autentico dipinto a olio acquistato poco tempo prima da Robert Plant in negozio di antiquariato a Reading, in Inghilterra. Autore e periodo del dipinto sono sconosciuti.
Plant aveva intuito che era l’immagine giusta per una copertina, senza sapere quando e come, ma sapendo istintivamente il perché.
Back cover
La back cover è un dettaglio del moderno quartiere di Ladywood, a Birmingham, e il nuovissimo (all’epoca) grattacielo Salisbury Tower.
Aprendo il vinile scopriamo che back e front si fondono in un’unica immagine.
Il primo significato della copertina di Led Zeppelin IV, se questo disco si può comprendere del tutto, è proprio il contrasto tra front cover e back cover.
In un’intervista del 1981, Jimmy Page spiegherà che la cover rappresenta la semplicità e l’armonia del passato rovinati da un presente distruttivo.
Il nuovo che ciclicamente prende il posto del vecchio fa parte della vita, quindi la più sofisticata delle copertine degli Zeppelin parla di un ciclo della vita. Il concetto di ciclo è fondamentale qui, tienilo a mente perché tornerà più avanti.
Secondo le parole di Page, la parete è proprio la casa del vecchio contadino. La casa è stata distrutta per mostrare i retroscena della realtà con grandi case in cemento e quartieri residenziali. La città sta invadendo la natura, una realtà negli anni ’70.
L’inevitabile avanzare della tecnologia e del progresso costringe il vecchio a convivere con i ghetti urbani.
Mentre si chiedono se Headley Grange riuscirà ad avere la stessa influenza di Bron-Yr-Aur, i Led Zeppelin ripensano alla quiete e al verde di quel cottage.
Headley Grange farà lo stesso e farà molto di più.
George Pickingill: un contadino sconosciuto?
Il vecchio potrebbe non essere una persona sconosciuta.
Molte persone che hanno studiato l’album, critici ed esperti di occultismo, pensano sia George Pickingill, un contadino inglese vissuto tra l’800 e il 900.
Sembra certo che Pickingill praticasse arti magiche e frequentasse l’idolo di Jimmy Page, l’esoterista Aleister Crowley, praticando con lui l’occultismo.
Ecco la costante di questa copertina. L’esoterismo, l’occultismo, i simboli sparsi un po’ ovunque.
Il primo simbolo è proprio il contadino, omaggio a George Pickingill da parte di Led Zeppelin sempre molto sensibili al tema della natura. Forse è una sua fotografia, sicuramente è tantissimo mistero.
E ora andiamo a scovare gli altri simboli di questo splendido album.
Dieci di Bastoni – Ten Of Wands
Il fascio di legname sulla schiena del contadino è collegato a una carta dei tarocchi, il dieci di bastoni (Ten Of Wands).
Anche il dieci di bastoni rappresenta la fine di un ciclo; di preciso significa il raggiungimento di un obiettivo dopo molto lavoro e grandi sforzi.
Dagli studi su questo segno sembra chiaro che raggiungere l’obiettivo comporta una grande responsabilità, un sacrificio forse troppo grande da sostenere.
Ogni carta dei tarocchi ha un insegnamento. Il dieci di bastoni è un avvertimento a guardare le mete raggiunte nella vita, pesando anche i nuovi doveri che questo comporta. Proprio come un ciclo: fisso un obiettivo – lo raggiungo – ho altre responsabilità per avercela fatta – fisso un nuovo obiettivo – e avanti come se non ci fosse un domani.
Il secondo significato di questa cover è proprio questo: gli uomini, negli anni, hanno raggiunto la vicinanza tra uomo e natura (front cover), il progresso è invece la nuova responsabilità per tutti noi (back cover).
Un avvertimento che troviamo anche nell’eremita, il terzo simbolo.
L’Eremita dei Led Zeppelin – The Hermit
L’eremita è uno dei simboli più famosi dei Led Zeppelin e compare per la prima volta in questa copertina.
Il vecchio, di bianco vestito e incappucciato, è in cima a un precipizio e ha in mano una lanterna, la luce della verità.
L’immagine interna della copertina è un disegno di Barrington Colpy intitolato View in Half of Varying Light.
L’eremita è un’altra carta dei tarocchi e indica ammonimento e riflessione prima di intraprendere una strada nuova e sconosciuta. I genitori direbbero “Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova.”
The Hermit ha due significati collegati:
Il primo è la necessità di allontanarsi dal caos delle città e delle persone per trovare la pace interiore. Proprio quello che aveva fatto la band con Led Zeppelin III, composto soprattutto a Bron-Yr-Aur
Il secondo significato è non restare isolati ma condividere la conoscenza con altre persone
In alcune versioni di IV vedrai il discepolo dell’Eremita, un ragazzo con i capelli lunghi ai piedi della collina che sta per raggiungere il suo maestro.
Page, nella stessa intervista del 1981, dichiara che la luce della verità serve per indicare al ragazzo la via giusta.
La metafora della copertina chiude il suo ciclo con un messaggio alle nuove generazioni. Attenti a cosa abbiamo ottenuto nel corso degli anni, entrando nel mondo del progresso industriale e tecnologico senza rovinare quanto di buono è stato fatto (il raccolto).
Pensando a questo concetto oggi, anni duemila inoltrati, verrebbe da chiedersi che cosa abbiamo sbagliato.
Nella lanterna c’è una stella a sei punte, la Stella di Salomone. La stella non è presente in tutte le copertine. È il simbolo esoterico dell’unione tra cielo e terra, tra mondo spirituale e materiale.
Il volto nascosto
C’è una cosa che appare in tutte le versioni, forse frutto di suggestione e speculazione su questa copertina, ma ci vuole uno specchio.
Posizionando la copertina interna accanto a uno specchio, in senso verticale, si forma un’immagine simile a un volto.
Molti pensano sia la faccia di un drago, un demone oppure un cane. Un black dog, magari?
Le Rune: i Quattro Simboli dei Led Zeppelin
Diciamolo onestamente. Ad Atlantic non importa un fico secco di tutti questi significati profondi e complesse simbologie.
Vogliono solo vendere. La casa discografica accetta con difficoltà una copertina così spoglia e apparentemente anonima. I Led Zeppelin sono una gallina dalle uova d’oro che deve avere massima visibilità.
Non intuendo un successo così incredibile ma accettando il simbolismo dei Led Zeppelin, Atlantic obbliga i quattro a scegliere un simbolo ciascuno da inserire nella cover.
Quattro simboli di cui nessuno ha chiarito il vero significato. Forse è il loro modo di essere o di concepire la musica, o forse è qualcosa di più profondo.
I quattro Zeppelin li hanno spiegati, interpretati, senza mai essere creduti del tutto.
Page e soci hanno sempre evitato le domande, e quando erano inevitabili sono stati bravi a schivare le risposte, facendo pensare a più interpretazioni e che ci fosse qualcosa di più sotto.
Cose che non si potevano dire perché avrebbero ristretto il cerchio intorno a loro, dimezzando il pubblico, facendo restare gli amanti delle arti occulte e allontanando chi poteva esserne spaventato.
O forse, mantenere il segreto era il loro modo per dire “non ci conoscerete mai del tutto”?
Non è dato a sapersi.
I Led Zeppelin e Aleister Crowley
I Led Zeppelin scelgono i simboli e alimentano il mistero; da questi segni iniziano le prime voci su un legame tra la band e Aleister Crowley.
Crowley vuol dire occultismo, esoterismo e magia nera.
Jimmy Page colleziona oggetti appartenuti a Crowley, legge e studia i suoi libri; un paio d’anni prima aveva acquistato la sua vecchia casa, Boleskine House, e l’aveva trasformata in una specie di tempio. Cercherà di prendersi anche l’Abbazia di Thelema, altra casa di Crowley in Sicilia, senza successo.
Le abitazioni di Aleister Crowley sono al centro del successivo Houses Of The Holy.
Nella nuova casa di Page, Crowley è praticamente ancora presente.
Il rapporto tra l’occulto e i Led Zeppelin sembra racchiuso in questi quattro simboli, sulla parte interna della copertina, vicino alla tracklist.
Tra non molto tempo qualcuno inizierà a collegare tutti i fatti che succederanno, pensando a una maledizione nei loro confronti.
Il simbolo di Jimmy Page
“ZoSo”
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Su questo simbolo è stato detto di tutto.
É indubbio che Page avesse gusti e passioni molto particolari.
La trasformazione di Boleskine House in qualcosa simile a un tempio satanista è un esempio di stranezza e stravaganza, mettiamola così, ma non sembra avere nulla a che vedere con il suo simbolo.
Va subito detto che ZoSo, contrariamente a quanto è stato detto e interpretato, non è ZoSo, perché non è una scritta. Il nostro cervello vede subito una parola e ci dice di leggerla, per comodità, ma per Jimmy Page non è una parola.
Le persone naturalmente la vedono come una parola, altri dicono addirittura sia il titolo del disco.
Sbagliato. Niente di più sbagliato da quello che Page vuole comunicare.
Jimmy Page disegna ZoSo di proprio pugno, come dirà in diverse interviste.
Solo lui sa il vero significato. Ci sono solo interpretazioni.
Il Gatto
Alcuni critici pensano sia l’immagine stilizzata di un gatto, con occhi, naso, baffi e bocca.
Il gatto è considerato una divinità dagli egizi, era temutissimo nel Medioevo per poi elevarsi nuovamente a ruolo di divinità al giorno d’oggi.
Si pensava fosse animale del demonio, delle streghe e portatore di eventi spiacevoli. Erano convinti facesse da collegamento tra gli uomini e l’energia oscura dell’universo.
Jimmy Page avrebbe disegnato un gatto proprio come simbolo del legame tra mondo umano e spirituale, come altri simboli della copertina.
Un sigillo antichissimo
Una buona parte dei studiosi non crede che Page abbia disegnato questo simbolo, o quanto meno non che l’abbia inventato lui.
L’origine della runa “ZoSo” risalirebbe a metà ‘500, contenuta nell’alfabeto magico e nella griglia di Cardano, metodo di scrittura di messaggi segreti inventato dall’alchimista e matematico Girolamo Cardano.
E ci sarebbe qualcosa in più.
Chi supporta questa tesi dice che ci vuole proprio questo preciso simbolo per stringere un patto con il diavolo attraverso un messaggio in codice.
Speculazioni?
Jimmy Page non risponderà mai alle domande sul significato del suo simbolo, avvolto nella nebbia fitta come altre cose di questa copertina.
Forse le risposte avrebbero messo fine alle voci su una loro maledizione, o forse no.
Il simbolo di John Bonham:
Tre cerchi intrecciati
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Tre cerchi uniti in più punti.
É un altro simbolo dell’unione tra uomo, donna e bambino. La prima interpretazione è che il batterista dei Led Zeppelin lo scelga come simbolo della famiglia, che lui ama profondamente.
Nel 1966 John era diventato padre di Jason. Lo sbalzo da sconosciuto e tranquillo ragazzo di periferia a superstar mondiale in due anni provoca in John uno shock che lo trasforma in un ragazzo aggressivo, con il gusto per gli eccessi e la distruzione.
Il suo stile dirompente alla batteria usciva anche nella vita normale.
Chi lo frequenta è a conoscenza dei cambiamenti d’umore di Bonzo, in particolare quando beve, dell’abitudine a sfasciare intere stanze d’albergo per non parlare delle risse.
Il suo simbolo è più concreto, sembra che a Bonham piaccia perché i tre cerchi somigliano a una batteria vista dall’alto; qualcuno pensa a un omaggio alla birra Ballantine, prendendo spunto dal logo.
Se questo simbolo non avesse niente a che fare con l’occulto, potrebbero essere tutte interpretazioni valide. Infatti non c’entra niente con il mondo dei significati nascosti, vero?
No, non proprio.
Questo simbolo è presente anche nel libro di Crowley il Tarocco dello Ierofante e nel Libro dei Segni di Rudolf Koch, un altro testo di rune. In tutti e due i libri è collegato alla Trinità.
Jimmy Page, nelle varie interviste rilasciate durante gli anni, lo collega a una runa.
Un altra parte di un puzzle a cui mancherà sempre l’ultimo pezzo.
Il simbolo di John Paul Jones:
La triquetra
Jones era un polistrumentista. Soprattutto bassista e tastierista, sicuramente il più versatile ed equilibrato del gruppo.
Lui sceglie una triquetra, simbolo composto da un cerchio e tre punte unite (le cosiddette mandorle mistiche). Come Bonham, anche John Paul Jones lo trova tra i 493 simboli contenuti nel Libro dei Segni di Rudolf Koch.
La figura è una runa di origini celtiche e vichinghe, composta solo da cerchi. Come dirà Page rappresenta tranquillità, saggezza, competenza e sicurezza, infatti è molto difficile da disegnare.
Anche la triquetra è un segno della Trinità e della fertilità femminile.
Il simbolo rappresenta bene la personalità di John, il più tranquillo dei Led Zeppelin.
Il simbolo di Robert Plant:
La piuma dentro un cerchio
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E arriviamo a Robert Plant e la sua piuma all’interno di un cerchio.
Robert era il membro dei Led Zeppelin che aveva contribuito in modo decisivo al successo perché, con Jimmy Page, è autore di gran parte delle canzoni.
Il primo significato della piuma in questa posizione è la scrittura, le parole che escono dalla sua voce e dalla sua penna, visto che lui è soprattutto autore dei testi.
Approfondendo il significato di questo simbolo si crede sia la piuma della dea Maat, divinità egizia simbolo di giustizia, armonia e verità.
Jimmy Page dirà che il simbolo, disegnato da Plant, esprime il coraggio ed è base di tutte le filosofie.
Ma anche in questo caso non manca il mistero e i riscontri più inquietanti.
Tra gli esperti è noto che la piuma inserita in un cerchio sia uno dei rituali di magia nera più usati, una specie di “cerchio del sortilegio” con cui uno stregone poteva vendere la propria anima al diavolo.
…cinque simboli
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C’è un quinto simbolo nella copertina di Led Zeppelin IV, più nascosto (un simbolo occulto e in più nascosto…e allora ditelo) e meno famoso.
È il simbolo di Sandy Denny, cantautrice folk-rock inglese e grande amica della band.
Sandy è nella storia perché prima e unica donna a duettare con Robert Plant in un brano dei Led Zeppelin, The Battle of Evermore, proprio in questo disco.
Il gruppo le rende omaggio e invece del banale asterisco utilizza questi tre triangoli capovolti e uniti in un vertice.
Neanche a dirlo che è una runa proveniente dal Libro dei Segni di Koch e richiama alla donna, alla fecondità femminile.
Come per gli altri simboli, anche in questo caso nessuno conosce il significato perché Koch non lo spiega e non lo fanno nemmeno i Led Zeppelin
Ovviamente.
Un maledetto anno straordinario
Per capire quanto poteva essere famosa la band inglese in questo periodo, questo articolo sulla vita dei Led Zeppelin fa sicuramente al caso tuo.
Ma torniamo a noi.
Con IV cambia il vento.
Non solo in bene, per la pazzesca popolarità, le vendite, i concerti e la sintonia come gruppo, ma anche in male.
Qualcosa che porterà alla fine del gruppo in meno di un decennio. Si pensa che questo qualcosa parta proprio da qui.
Molte persone che frequentano i Led Zeppelin pensano a una maledizione che li colpisce per essersi interessati all’occultismo e ai simboli magici. Page e Boleskine House, l’influenza della casa, le pratiche occulte del chitarrista dei Led Zeppelin a tutto il gruppo partendo da IV.
Chiariamo subito i dubbi.
Non ci sono e mai ci saranno prove concrete di una maledizione che ha colpito i Led Zeppelin.
Neanche dopo tutto quello che è stato dato per certo nel corso di oltre 45 anni partendo da ipotesi, suggestioni, credenze, cose dette e non dette dalla band.
Qualcosa inizia a cambiare, e possiamo chiamarla in vari modi.
Destino? Sfortuna? Colpa del loro stile di vita? Legge di compensazione?
Non lo sapremo mai. Comunque, la storia dei Led Zeppelin parla di tragici incidenti che iniziano a susseguirsi dalla seconda metà degli anni 70 a persone vicine a loro, forse troppi incidenti per una semplice casualità.
C’è chi non lo ha mai creduto, chi si è ricreduto e chi è sempre stato convinto.
Andiamo in ordine cronologico, partendo da uno tra i più convinti di questa maledizione, a detta di chi lo conosceva personalmente: Robert Plant.
I Led Zeppelin: bastava essere bravi, idoli e famosi?
5 agosto 1975: l’incidente a Robert Plant
Robert Plant e la moglie Maureen, con i figli Carmen e Karac e la figlia di Jimmy Page, Scarlet, subiscono un gravissimo incidente in macchina durante una vacanza nell’isola di Rodi.
Carmen e Karac se la cavano con qualche graffio mentre Scarlet è l’unica a uscire completamente illesa.
I danni gravi sono di Plant e soprattutto di Maureen, in fin di vita e portata d’urgenza in un ospedale in Inghilterra dove sarà salvata da una trasfusione.
Robert Plant ne esce malconcio fisicamente e traumatizzato nel morale; resta ingessato e su una sedia a rotelle per sei mesi.
Gli Zeppelin devono fermarsi, stravolgendo i piani per l’anno successivo. Il tour mondiale di fine agosto 1975 è annullato e la registrazione del nuovo disco, Presence, finisce in cantiere a tempo indeterminato.
In questo periodo di pausa forzata pubblicano un famoso e discusso album live: The Song Remains The Same.
Quando tutto è pronto per il tour mondiale cancellato nel 1975, una forte laringite colpisce Plant. Il tour slitta da febbraio ad aprile del 1977.
Periodo nero per Robert.
Plant dirà che l’incidente d’auto a Rodi fu per lui una sorta di punto di non ritorno. Non riuscirà più ad avere quella spensieratezza e il morale da “vado a conquistare il mondo e torno” che aveva di solito.
Purtroppo per lui non è ancora finita, ma andiamo con ordine.
14 maggio 1976: scompare uno Yardbird
Keith Relf, cantante e armonica negli Yardbirds oltre che grande amico degli Zeppelin, muore fulminato mentre suona la chitarra nel seminterrato di casa.
26 luglio 1977: muore Karac Plant
Sul tanto complicato tour americano dei Led Zeppelin, di tappa a New Orleans, si abbatte l’improvvisa morte di Karac, secondogenito di Plant, per un’infezione alle vie respiratorie.
Quel tour, già cancellato e posticipato, stava avendo grossi problemi di sicurezza. Tre date dove molte persone furono arrestate per rissa, tra cui John Bonham.
Alla notizia della morte del piccolo Karac il tour è immediatamente e definitivamente cancellato.
Plant cade in un lungo periodo di depressione, la band decide di prendere un periodo di pausa e ognuno si ritira con la propria famiglia.
I Led Zeppelin si ritroveranno solo alla fine del 1978, ma per loro il tempo è ormai agli sgoccioli.
3 settembre 1977: il team perde un pezzo
Keith Harwood, tecnico del suono e caro amico del gruppo che aveva collaborato per Houses Of The Holy, Physical Graffiti e Presence, muore in un incidente stradale mentre guida sotto gli effetti della droga.
21 aprile 1978: muore Sandy Danny
Anche Sandy Denny considera l’alcol un suo intimo amico.
L’amica dei Led Zeppelin cade dalle scale in un momento di ubriachezza una mattina di marzo del 1978, a casa dei genitori.
Dopo un mese di violenti mal di testa per la caduta, malori che non avevano preoccupato fino a quel momento, il 17 aprile Sandy perde conoscenza e viene ricoverata d’urgenza per emorragia cerebrale.
Muore il 21 aprile a 31 anni.
1979: Jimmy Page perde un amico
Phil Hale, pittore e amico di Jimmy Page, perde la vita in una delle ville del chitarrista per overdose di morfina, alcol e cocaina.
Hale era andato a dormire e non si risvegliò. Tempo dopo i Led Zeppelin rivivranno la stessa scena con qualcuno di ancora più importante. Page in seguito dirà di averlo visto “normale” quella sera, nel senso né più né meno sballato di altre volte.
25 settembre 1980: il dirigibile perde un pezzo
Infine, last but not least, il colpo di grazia.
Il 25 settembre 1980 John Bonham porterà a termine la sua ultima giornata di batteria e alcol. Beve prima delle prove, durante le sessioni e a una festa da Jimmy Page. Va a dormire ubriaco a casa di Page. La mattina dopo i compagni proveranno a svegliarlo inutilmente.
La stampa scriverà molte volte le parole “40 dosi di vodka” ma la notizia non sarà mai confermata.
Il dirigibile si componeva di quattro parti, saldamente collegate tra loro, imprescindibili, non sostituibili.
John Bonham non c’è più e con lui scompaiono nel nulla anche i Led Zeppelin, come una bolla di sapone.
Un mese più tardi Jimmy Page venderà Boleskine House, su suggerimento di Plant e Jones. Page dirà di aver sentito il bisogno di andarsene, come a scrollarsi di dosso qualcosa di spiacevole.
La casa resterà abbandonata per dieci anni.
I brutti episodi che hanno colpito il gruppo sono documentati, così come la passione di Page per l’occulto, al punto di coinvolgere i suoi compagni.
Resta da unire gli altri pezzi del puzzle. Le copertine degli Zeppelin successive a IV sembrano avere altri indizi e simboli.
A cominciare da Houses Of The Holy.
Fare due più due e parlare di una maledizione è semplice.
Forse così semplice che è meglio togliercelo dalla testa.
I Led Zeppelin sono 4 camaleonti: in quale disco il loro sound ti piace di più?
Led Zeppelin IV
Led Zeppelin II
Physical Graffiti
Led Zeppelin
Led Zeppelin III
Houses Of The Holy
In Through The Out Door
Presence
Houses Of The Holy
Led Zeppelin – 1973
Copertina Originale: Hipgnosis Studio (Aubrey Powell)
Pittura a mano: Phil Crennell
https://legendarycover.it/copertina-houses-of-the-holy-qua…/
https://legendarycover.it/i-led-zeppelin-headley-grange-ca…/
https://legendarycover.it/curiosita-album-led-zeppelin-iv/
DA DOVE DERIVA IL NOME LED ZEPPELIN? PERCHÈ LA BAND SI CHIAMA COSÌ
https://www.r3m.it/da-dove-deriva-il-nome-led-zeppelin-per…/
I grandi amanti della musica e del rock sanno perchè i Led Zeppelin si chiamino così, così come sanno che cosa sia uno Zeppelin. Insomma, potrebbe sembrare una storia nota di cui è inutile parlare ancora, ma non sempre è tutto così semplice: talvolta anche il nome di una band potrebbe non essere così scontato e, ovviamente, parliamo maggiormente a coloro che non conoscono il motivo per cui i Led Zeppelin si chiamano così. Dalla leggenda secondo cui è stato Keith Moon a coniare il nome della band fino al significato dello stesso, ecco da dove deriva il nome Led Zeppelin.
KEITH MOON HA SCELTO IL NOME DEI LED ZEPPELIN?
Prima di analizzare nel dettaglio perchè i Led Zeppelin si chiamino così, vale la pena considerare la leggenda secondo la quale sarebbe stato Keith Moon, l’incredibile e talentuosissimo batterista dei The Who, a scegliere il nome della formazione, almeno indirettamente. Fa sorridere pensare che proprio John Bonham, batterista dei Led Zeppelin, sarebbe stato con lui in una competizione ideale per quello che ancora oggi si fatica a definire il miglior batterista di sempre.
Tornando alla leggenda, c’è bisogno di un rimando storico al 1966, quando Keith Moon, John Entwistle, Jimmy Page, John Paul Jones e Jeff Beck avevano creato un pezzo insieme, Beck’s Bolero, che aveva così tanto convinto gli artisti che l’ipotesi di creare un supergruppo divenne concreta; ovviamente, Keith Moon suggerì che la band potesse prendere il nome di Led Zeppelin. Nonostante il progetto non prese mai piede, anni dopo Jimmy Page si ricordò delle parole del batterista e affermò, in merito: “Aveva qualcosa a che fare con l’espressione popolare “un cattivo scherzo sale come un palloncino di piombo”
CHE COSA SIGNIFICA LED ZEPPELIN?
A questo punto, è necessario approfondire il significato del nome Led Zeppelin, che nasce dalle affermazioni di Keith Moon e da un adeguamento fonetico che si basa su un doppio significato. Il batterista dei Who affermò che la band sarebbe potuta volare alta come un lead zeppelin, il che costituiva certamente un ossimoro: lead sta per piombo, mentre lo zeppelin era un tipo di dirigibile molto leggero.
Ovviamente, ciò stava a significare la natura di una formazione in grado di andare oltre le sue difficoltà strutturali, conquistando un grande trasporto mediatico e non solo. Insomma, sia per quanto riguarda il nome, sia per ciò che concerne la natura dello stesso, non si può dire che Keith Moon abbia sbagliato.
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https://www.r3m.it/robert-plant-come-stata-mia-vita-dopo-led-zeppelin/
ROBERT PLANT: “COM’È STATA LA MIA VITA DOPO I LED ZEPPELIN”
SEGUE SECONDA PARTE
https://www.facebook.com/notes/2897880090480001/
PARTE SECONDA
Robert Plant..Antonella Mei 13 febbraio · https://www.youtube.com/watch?v=6hBLHkmBKDg&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0YS22LZ3Ng37OpblcqVIIYt2f1aW2Z7ZA05s64Rfkey6zQkAQGePtxZTc i LED ZEPPELIN.
Scala per il Paradiso
C’è una signora sicura
Che tutto ciò che luccica è oro
E sta comprando una scala per il Paradiso.
Lei sa che quando ci arriva
Se i negozi sono tutti chiusi,
Con una parola può ottenere ciò per cui è venuta.
Ooh, ooh, e sta comprando una scala per il Paradiso.
C’è un segno nel muro
Ma lei vuole essere sicura
Perché sai, a volte le parole hanno due significati.
In un albero vicino al ruscello
C’è un uccello che canta.
Certe volte tutti i nostri pensieri ci mettono dubbi
Oh, mi viene da pensare…
Oh, mi viene da pensare.
C’è un sentimento che provo
Quando guardo a occidente,
E il mio spirito piange per andarsene.
Nei miei pensieri ho visto
Anelli di fumo attraverso gli alberi,
E le voci di coloro che stanno guardando.
Oh, mi viene da pensare
Oh, davvero mi viene da pensare.
E si sta sussurrando che presto
Se tutti lo decidiamo
Allora il pifferaio ci condurrà alla ragione*.
E un nuovo giorno vedrà l’alba
Per quelli che resteranno,
E le foreste echeggeranno di risate.
Se c’è un trambusto nella tua siepe
Non allarmarti ora,
Sono solo le pulizie di primavera della Regina di Maggio
Sì, ci sono due percorsi che puoi prendere
Ma a lungo termine
C’è ancora tempo per cambiare la strada in cui ti trovi.
E mi viene da pensare.
La tua testa sta ronzando e il ronzio non se ne andrà
Nel caso non lo sapessi,
Il pifferaio ti sta chiamando a seguirlo
Cara signora, riesci a sentire il vento soffiare
E sapevi
La tua scala giace sul vento che sussurra.
E mentre andiamo avanti per la nostra strada
La nostra ombra è più alta della nostra anima
Lì cammina una signora che tutti conosciamo,
Che brilla di luce bianca e vuole mostrare
Come tutto diventa d’oro
E se ascolti molto attentamente
La melodia finalmente arriverà a te
Quando tutti sono uno e uno è tutto
Per essere roccia e non rotolare.
E lei sta comprando una scala per il Paradiso.
*L’espressione “To call the tune” significa decidere come una cosa deve essere fatta. Deriva dal detto inglese “Who pays the piper call the tune”, cioè “chi paga decide”.
Significato di Stairway To Heaven
Questa è una libera interpretazione. Sono consapevole che ogni cosa che dirò potrà essere usata contro di me e così sia.
Il mio personale significato di Stairway To Heaven perché credo che ognuno di noi può solo interpretare uno dei brani più celebri e complessi che esistano.
Perché il vero significato, ovviamente, lo sanno solo loro. Loro due, Jimmy Page e Robert Plant, la scrissero nel 1970 e la piazzarono in mezzo a Untitled.
Troppi simbolismi, paralleli, parti dritte e rovesce perché questa canzone abbia un solo e unico significato.
Ma il bello della musica è che per capire una canzone si può provare a unire puntini tra il testo e la storia dell’artista (o gruppo) che l’ha scritta.
Io, nel mio piccolo, sono soddisfatto di aver trovato una tripla interpretazione a un brano che ho consumato negli anni per i troppi ascolti.
Tre, come la trinità. Tre livelli di profondità, in fondo all’infinito di una musica così melodica (prima volta che i Led Zeppelin si mostravano così melodici, e c’era motivo) che sembra messa lì apposta per non farci pensare alle parole. E a questo io credo veramente.
E chi mai ha fatto attenzione alle parole di Stairway To Heaven? Di certo non all’inizio.
Devi ascoltarla minimo cinquanta volte per superare la voce di Plant e lo strepitoso assolo finale di Page, per pensare seriamente che cosa ti stanno dicendo le parole.
E siccome qui i cinquanta ascolti li abbiamo superati da un pezzo, a un certo punto viene da chiedersi cosa vuol dire.
It makes me wonder.
Si può leggere il testo di Stairway To Heaven con un significato religioso, da un punto di vista più concreto (vita di tutti i giorni) e, infine, chiaramente, da una visione occulta. Oserei dire maligna viste le critiche negli anni al brano e all’album che lo contiene, Led Zeppelin IV.
Iniziamo. Prima le strofe, poi l’interpretazione.
Prima novità: gli Zeppelin parlano “a una donna”
There’s a lady who’s sure
All that glitters is gold
And she’s buying a stairway to Heaven
L’oro è ogni cosa preziosa e con un valore nella vita. La protagonista della storia sembra una ragazza in carne e ossa, o almeno una figura femminile personificata. Ma a questo punto del brano è una donna.
Questa è già una novità perché i “normali” Zeppelin di solito parlano in prima persona rivolti a un’ipotetico interlocutore femminile.
Stavolta la ragazza è la protagonista e crede che tutto ciò che brilla sia oro. La prima parte di Stairway To Heaven è molto legata al materialismo.
La donna cade nell’inganno più vecchio del mondo per cui “non tutto è oro ciò che luccica”, proverbio che mette in guardia sul fatto che alcune cose sembrano belle ma nascondono verità molto peggiori.
Le cose “luccicanti”, con un valore, possono essere X cose, con X che tende a infinito. Denaro, salute, famiglia, lavoro, altro: ogni cosa può essere vista come importante nella vita. Cose diverse, da persona a persona. La ragazza ha valori materiali, forse egoistici, e ha un fine, un concreto obiettivo da raggiungere comprando una “scala per il Paradiso”.
Questa frase è già una contraddizione in termini. Non si può comprare qualcosa di materiale per raggiungere la salvezza spirituale.
Questo se pensiamo al Paradiso come dimora del Creatore e degli angeli, cioè se diamo un senso biblico al brano.
Ma se ci togliamo gli occhiali da prete il paradiso potrebbe avere un senso più ampio e personale, l’Eden della ragazza, quel qualcosa responsabile della sua felicità. Tutto e ogni cosa. Non necessariamente la religione.
Prima interpretazione: religione
E sta comprando una scala per raggiungere quello “stato”, sta cercando il mezzo per arrivare al fine.
La scala è lo strumento metaforico con cui salirà nel suo personale Eldorado, per raccogliere l’oro che è tanto sicura di veder luccicare. Oppure è il mezzo che le aprirà le porte del Paradiso, quello vero, attraverso le buone azioni terrene che lei è sicura siano “luccicanti come l’oro”.
Il significato biblico di Stairway To Heaven, nella prima strofa, è legato alla credenza del mercato delle indulgenze, pratica molto diffusa nel Medioevo in cui il Papa si faceva pagare denaro in cambio della salvezza eterna. La religione protestante non credeva che una persona potesse guadagnarsi la salvezza nemmeno con le buone azioni, figuriamoci con il denaro, per cui le cosiddette azioni di valore erano finto oro luccicante.
When she gets there she knows
If the stores are all closed,
With a word she can get what she came from.
Quando raggiunge quel posto (there), ovunque esso sia, lei è sicura di ottenere ciò che vuole pronunciando una sola parola, come una formula magica, anche nel caso non sia riuscita a comprare la scala.
Ecco, quel “there” non è ancora il suo Paradiso (qualunque esso sia) ma è il momento prima di salire la scala. Lei vuole salire la scala. Lo sta facendo. Nel momento in cui è convinta di iniziare la scalata verso la sua salvezza, il suo regno dei Cieli.
Altrimenti il verso “if the stores are all closed”, l’eventualità che lei non sia riuscita a procurarsi la sua scala, non avrebbe senso di esistere.
La parola “Word” può essere detta in sostituzione di Dio (il Verbo), come spiegato in molti passi della Bibbia (“In the beginning was the Word, and the Word was with God, and the Word was God”) ma se ci pensi può riferirsi a chiunque sia il “Maestro”, la guida divina della ragazza.
Quindi, nel suo significato religioso, “with a word she can get what she came from” non sarebbe una parola da pronunciare come lasciapassare ma è un via libera solo con la fede in Dio, senza buone azioni, oggetti materiali (luccicanti di valore) o senza acquistare la scala perché “tutti i negozi sono chiusi”. Senza nessun mezzo. Solo la fede.
There’s a sign on the wall
But she wants to be sure
‘Cause you know sometimes words have two meanings.
Il segno nel muro può essere la direzione da seguire. Lei non è più sicura della strada da intraprendere e si trova di fronte a un bivio perché “a volte le parole hanno due significati”, e con questo verso i Led Zeppelin si riferiscono anche alla loro canzone.
In quel muro c’è scritto qualcosa di poco chiaro. La sua insicurezza può indicare la sua mancanza di spiritualità, a conferma del suo materialismo per cui “tutto ciò che luccica è oro”. L’assenza di spiritualità non le permette di vedere la direzione giusta nel bivio.
La vita è un continuo bivio, decisioni su decisioni da prendere e strade da seguire a seconda della nostra esperienza, capacità di valutazione e raziocinio.
E le indicazioni possono essere subito intuibili ma possono nascondere un altro significato, un insegnamento più importante, qualcosa di oscuro che diventa limpido solo quando sei del tutto sicuro.
Seconda interpretazione: divinità al contrario
Molti critici e fans vedono in questa strofa un chiaro riferimento a Jimmy Page e agli insegnamenti del “suo” idolo Aleister Crowley, che Page “seguiva” abitando le sue case, collezionando i suoi oggetti e studiando i suoi libri pieni di indicazioni chiare su come vivere.
Qui stiamo nuotando nel senso esoterico del brano.
La legge di Crowley era “Do what thou wilt shall be the whole of the Law” (“fai ciò che vuoi, è questa tutta la legge”).
Fai ciò che vuoi, soprattutto lasciati andare al piacere fisico e spirituale. Le sue parole esistono per nascondere gli insegnamenti occulti, mille volte più difficili da cogliere.
Se indossiamo gli occhiali biblici, comunque, anche questa frase può seguire il filo della riforma protestante. Così sarebbe il “muro” della chiesa di Wittenberg, dove Martin Lutero affisse le tesi che sconfessavano le indulgenze e si scagliavano contro il cattolicesimo. La ragazza, allora, vuole essere semplicemente sicura delle parole per non rischiare di interpretarle in modo sbagliato.
In a tree by the brook
There’s a singbird who sings
Sometimes all of our thoughts are misgiven.
Arrivati a questo punto Stairway To Heaven cambia. Il brano si rivolge direttamente a noi, amici ascoltatori, e la band inizia a parlare di sé stessa.
Terza interpretazione: la vita, un ciclo, come la cover di IV
Lo avevano iniziato prima di ascoltare il disco, con la copertina di Led Zeppelin IV, che com’è noto rappresenta un ciclo.
La band indica il ciclo con i simboli della cover: le immagini di front e back viste insieme, cioè il muro della casa del contadino (front) invaso dalla città (back); la natura sostituita dal cemento, il naturale ciclo della società capitalistica e materialista degli anni 70.
La copertina di IV è la reazione dei Led Zeppelin all’inevitabile corso della vita e all’inarrestabile avanzata del progresso, e nel testo di Stairway To Heaven lo confermano in modo più intimo con altri simbolismi.
Il materialismo della ragazza è il materialismo del gruppo e di tutta la società. Ma può essere che lei non sia una lei in carne e ossa ma solo una figura femminile personificata. Come la mente umana, per esempio. No? Mente è una parola femminile, sostituisci “mente” a “ragazza” e tutto prende una piega molto più intrigante.
Quindi potrebbe essere la mente, e non la ragazza, a essere sicura che tutto ciò che luccica è oro; è la mente a voler comprare un mezzo per raggiungere la salvezza, come una scala per il Paradiso; è la mente a non essere più sicura delle indicazioni e ad essere costretta a seguire i segni.
L’immagine disegnata dalla voce di Plant è un uccello che parla, con il suo canto, in un albero vicino a un ruscello.
In un’intervista, Robert Plant disse che buona parte del brano vuole avvicinare l’ascoltatore alla natura. L’amore del cantante degli Zeppelin per la natura è cosa nota (lui e Page compongono nel cottage di Bron-Yr-Aur tutto Led Zeppelin III e alcuni brani di Physical Graffiti).
A volte i nostri pensieri ci mettono dubbi, possiamo sbagliarci o come minimo avere il dubbio di essere nel giusto. È quello che, forse, l’uccello sta cercando di dire nella sua lingua.
Oh, it makes me wonder.
Oh, it makes me wonder.
Wonder. Chiedersi, ma in modo meravigliato e stupefatto, domandarsi qualcosa con soggezione, restando di stucco.
Plant, in prima persona, si chiede con stupore cosa può aver detto quell’uccello nel fiume.
There’s a feeling I get when I look to the west
And my spirit is crying for leaving.
Il “west”, l’ovest, dove il sole muore ogni giorno, può essere una metafora della morte.
Un sentimento di tristezza, l’anima che piange prima di “partire”, quando il nostro protagonista pensa alla morte, può essere collegato alla “scala verso il Cielo” su cui la mente, personificata dalla ragazza, si sta arrampicando.
In my thoughts I have seen rings of smoke through the trees
And the voices of those who stand looking.
I cerchi di fumo attraverso gli alberi sono il tentativo di comunicazione attraverso la fitta foresta della mente.
La mente è vista come una fitta foresta di pensieri cattivi e impuri, una foresta cresciuta in anni e anni di egoismo e materialismo; un cerchio di fumo esce dalla cima degli alberi e può voler dire tante cose.
Comunica la presenza di qualcuno, è un grido d’aiuto, come se fossero parole. Gli indiani comunicavano tra loro attraverso cerchi di fumo dagli alberi dov’erano accampati.
I cerchi di fumo possono essere la presenza del Signore, se ascoltiamo la canzone con una Bibbia in mano, o possono essere altri “maestri” se ne invertiamo il senso. Qualsiasi cosa possa dare sollievo e comunicare con l’esterno dalla fitta foresta della mente. Qualsiasi. Cosa.
Le voci sono le risposte ai segnali di fumo, in una mente intrisa di pensieri negativi ci sono sinapsi in corso, in un disperato tentativo di comunicazione.
And it’s whispered that soon
If we all call the tune
Then the piper will lead us to reason.
Come visto nella traduzione, il proverbio inglese “who pays the piper call the tune” è come il nostro “chi paga decide” (se esiste)
Vuol dire decidere le modalità di un’azione, per una persona che ne detiene il diritto perché ha pagato il prezzo.
“If we all call the tune”, se tutti paghiamo, contribuiamo, ci aiutiamo, allora decideremo e capiremo (reason) e arriveremo alla soluzione.
Il pifferaio, con la sua musica, sarà la guida che condurrà fuori dall’intricata foresta mentale in cui siamo intrappolati. Permetterà di avere tutto chiaro, di capire la direzione, il senso della vita, il modo di vivere.
Vivere nella libertà e nella luce, o fare del buio la propria ragione d’esistenza. Arrivati fin qui sono tutte risposte che dobbiamo accettare.
È plausibile è anche vedere in quel pifferaio un uomo calvo, inquietante, vestito con abiti strani e sgargianti, che all’anagrafe faceva Aleister Crowley.
And a new day will dawn
For those who stand long
And the forests will echo with laughter
Per quelli che resteranno (who stand long) e seguiranno la musica del pifferaio, ci sarà un nuovo giorno da vivere.
La foresta della loro mente sarà percorsa da risate. In natura esistono tanti tipi di risata. Serena, leggera, nervosa, sadica, isterica, e in questo caso non si le sensazioni evocate dalle risate non sono chiare.
If there’s a bustle in your hedgerow, don’t be alarmed now,
It’s just a spring clean for the May queen.
Ora batteria di John Bonham mette cinque o sei marce in più al brano, nello slancio della sua parte più ottimistica.
Questa parte sembra un consiglio o la presa di coscienza di una nuova visione. “Il trambusto nella tua siepe”, qualcosa che si muove dentro un cespuglio e non sappiamo che cos’è, evoca di nuovo una sensazione di novità, o allarme, nella mente della persona.
The May Queen è la Regina di Maggio, icona femminile molto amata in Inghilterra. È un simbolo della crescita e della rinascita della natura, ma estesa anche a una nuova crescita per la persona.
Le “pulizie della Regina di Maggio” è un reset del tuo vecchio modo di pensare e di ragionare, la May Queen sta sfoltendo la foresta della mente, la ripulisce dai cattivi pensieri.
Di nuovo, può essere il riferimento religioso dello Spirito Santo, che dà la sensazione, a chi l’ascolta (chi segue la musica del pifferaio), di essere scossi dall’interno, come qualcosa che si muove in una siepe.
“Yes, there are two paths you can go by, but in the long run
There’s still time to change the road you’re on.”
Le due strade sono la via del “bene” e quella del “male”, le due interpretazioni di Stairway To Heaven.
Una biblica e di Cristo, l’altra occulta e oscura. Diranno la via di Aleister Crowley, si spingeranno addirittura a Satana, ascoltando la canzone al contrario.
Questi due versi dicono che c’è sempre tempo di cambiare la direzione che hai intrapreso, leggendo le indicazioni nel muro a inizio brano (words have two meanings).
Non si può essere sicuri che in questi versi i Led Zeppelin si riferiscano a seguire la strada del bene o del male.
Your head is humming and it won’t go
In case you don’t know,
The pipers calling you to join him.
Mentre stai decidendo quale delle due strade seguire, potresti sentire tanta confusione in testa, come un ronzio (your head is humming), ronzio che non se ne andrà finché non prenderai una decisione.
Destra o sinistra del bivio, in ogni caso il pifferaio (il maestro) sta suonando perché tu lo segua.
Dear lady, can you hear the wind blow,
And did you know
Your stairway lies on the whispering wind.
Plant sta parlando con la sua anima, cioè a sé stesso, chiedendosi se riesce a sentire il vento, un’interferenza, un disturbo, una forza che lo soffia via allontanandolo dalla strada giusta.
Il vento che soffia e scuote la scala, dritta in piedi per guadagnare la salvezza.
Una scala rischia di cadere se spazzata via dal vento, e questo significa che il tragitto per salvarsi è complicato come salire una scala che balla per le folate di vento.
Dopo “whispering wind” Stairway To Heaven diventa improvvisamente hard rock.
In un paio di secondi c’è il passaggio dalle perplessità e i dubbi delle strofe precedenti all’inequivocabile certezza della verità, scandita dalla chitarra di Page che parla senza aver bisogno di parole e la velocità di Bonzo alla batteria.
Anche la voce di Plant grida, per la prima volta, con convinzione mentre dà una spiegazione che può deviare, ancora una volta, dalle precedenti parole di Stairway To Heaven.
And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul.
Le parole ritornano ad avere un vago significato negativo, quasi di sconforto.
Le persone, in generale (indicate con “noi”) che vivono a fatica, come andare per la strada boccheggiando, senza fiato, si portano dietro ombre più grandi dei lati comprensibili e facili delle loro anime.
È come se tutti avessimo dentro cose oscure, di sicuro più grandi della nostra stessa anima.
Le cose oscure possono essere i desideri fisici, materiali, i vizi, più grandi del bene, della volontà di essere giusti, della morale e del rispetto.
There walks a lady we all know
Who shines white light and wants to show
Lì (there), cioè nella vita, la strada che le persone camminano, c’è una donna che tutti conosciamo, una donna che può avere due significati.
Se la vediamo come l’anima, allora la sua luce (white light) mostrerà tutte le cose come fossero oro, cioè mostrerà tutto con una luce nuova, diversa e assolutamente di valore.
Ma la donna potrebbe essere una cosa negativa, se la intendiamo in senso letterale, perché la sua luce mostrerà, con l’inganno, che è tutto oro quel che luccica. Come in realtà non è.
Gli ultimi quattro versi sono l’invito ad ascoltare, attentamente, questa guida
And if you listen very hard
The tune will come to you at last.
Qualunque essa sia.
Occorre ascoltare bene perché prima o poi sentiremo la musica da seguire, per uscire dalla foresta ingarbugliata della nostra mente.
Arrivati a questo punto si può leggere tutto il testo su un piano divino o maligno.
When all are one and one is all
To be a rock and not to roll.
E questo avverrà, appunto, quando tutto sarà importante (all are one, cioè tutto sarà unico) e quando la realizzazione personale diventerà tutto (one is all).
Solo in questo modo potrai essere una roccia e fare in modo di non rotolare.
Nel finale della canzone troviamo un insegnamento di vita, una dritta positiva, anche se l’ultimissima frase finale stride perché è troppo chiaro il contrasto tra il fatto di comprare qualcosa che farà guadagnare la salvezza.
And she’s buying a Stairway To Heaven.
La scala per il paradiso non è in vendita.
https://legendarycover.it/…/led-zeppelin/stairway-to-heaven/
Stairway to heaven live! as seen on "The song remains the same". from the band's concert in Madison Square Garden new york city at 1973. all rights reserved ...
I Led Zeppelin sono considerati uno dei gruppi musicali rock più importanti e rappresentativi della Gran Bretagna. Questo gruppo sorto sul finire degli anni ’60 ha portato cambiamenti significativi e rivoluzionari nel genere rock degli anni ’70 risultando fra i pionieri a sperimentare l’hard rock. Il loro genere musicale, nato dall’unione di alcuni stili come il blues, il folk e il rock, è diventato subito un modello musicale di riferimento per tutti i gruppi dell’epoca e per quelli del futuro. Il gruppo nella sua versione definitiva era formato da quattro componenti: il cantante Robert Plant, il chitarrista Jimmy Page, il bassista e tastierista John Paul Jhones e il batterista e percussionista Henry Bonham. Durante la loro carriera musicale hanno ottenuto un grandissimo e importantissimo successo commerciale vendendo oltre 300 milioni di dischi e ottenendo 10 dischi d’oro, 90 dischi di platino e 4 dischi d diamante. Tra i brani più famosi ci sono: “Whole Lotta Love”, “Immigrant Song”, “Stairway to Heaven”. https://www.informarea.it/che-fine-hanno-fatto-i-led-zeppe…/
I Led Zeppelin sono considerati uno dei gruppi musicali rock più importanti e rappresentativi della Gran Bretagna. Questo gruppo sorto sul finire degli anni ’60 ha portato cambiamenti significativi e rivoluzionari nel genere rock degli anni ’70 risultando fra i pionieri a sperimentare l’hard rock.
Il loro genere musicale, nato dall’unione di alcuni stili come il blues, il folk e il rock, è diventato subito un modello musicale di riferimento per tutti i gruppi dell’epoca e per quelli del futuro. Il gruppo nella sua versione definitiva era formato da quattro componenti: il cantante Robert Plant, il chitarrista Jimmy Page, il bassista e tastierista John Paul Jhones e il batterista e percussionista Henry Bonham.
Durante la loro carriera musicale hanno ottenuto un grandissimo e importantissimo successo commerciale vendendo oltre 300 milioni di dischi e ottenendo 10 dischi d’oro, 90 dischi di platino e 4 dischi d diamante.
Tra i brani più famosi ci sono: “Whole Lotta Love”, “Immigrant Song”, “Stairway to Heaven”.
https://www.informarea.it/che-fine-hanno-fatto-i-led-zeppe…/
Antonella Mei Ieri · https://www.youtube.com/watch?v=2cZ_EFAmj08&feature=share&fbclid=IwAR3eqpjmQpS7VTeSgm6vMhtmBuCQYoRJI4bn7fAMhpG1PwZb5-tGJGTpRB8
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Antonella Mei Ieri · https://www.blogdellamusica.eu/storia-dei-led-zeppelin/ Quando, nel gennaio 1969, l’americana Atlantic Records pubblicò l’omonimo esordio di un gruppo inglese chiamato Led Zeppelin, quasi nessuno ne aveva già sentito parlare. Eppure l’etichetta di Ahmet Ertegun non aveva esitato, pochi mesi prima, a metterli sotto contratto per l’inaudita somma di 200.000 dollari. Ritiratasi in uno studio preso in affitto a Londra a spese del chitarrista Jimmy Page, la band aveva registrato in 36 ore il primo album, il cui nastro aveva convinto i discografici americani a non lasciarsela sfuggire. Che cosa aveva colpito la Atlantic al punto da farla agire in un modo così inconsueto nel music business? Il primo fattore era Peter Grant, il vulcanico produttore esecutivo (in realtà molto di più: mentore, amico, protettore, promoter, …) della band nata nella mente di Jimmy Page. Il secondo era senz’altro quest’ultimo, già turnista in centinaia se non migliaia di registrazioni negli studi discografici di Londra e quindi terza personificazione di guitar hero negli Yardbirds, dopo Eric Clapton e Jeff Beck. Page, infatti, terminata l’avventura con gli Yardbirds aveva confidato a Grant di aver intenzione di creare un gruppo capace di coniugare luce e ombra, leggero e pesante, blues e avanguardia. Aveva bisogno dei musicisti giusti, però, ma grazie all’intuito, la conoscenza della scena musicale inglese e a un paio di circostanze fortunate li trovò in fretta: John Paul Jones, che era a sua volta un session man, molto ricercato per la sua abilità di suonare quasi ogni genere di strumento; Robert Plant, allora un giovane e misconosciuto cantante di provincia; e John Bonham, un batterista fin troppo rumoroso raccomandato da Plant. Si trovarono in una saletta prove di Gerrard St. per vedere se insieme avrebbero potuto funzionare. Page diede il la a Train Kept A-Rollin e … la stanza esplose! Led Zeppelin (I) è un disco fatto in gran parte di covers, ma ciò non impedisce ai quattro di apporre da subito il proprio marchio di fuoco sulla storia del rock. L’iniziale Good Times Bad Times apre il disco mettendo da subito in evidenza la fantasmagorica abilità percussionistica di John ‘Bonzo’ Bonham; Babe, I’m Gonna Leave You stravolge l’approccio liricheggiante di Joan Baez a favore di un taglio folk psichedelico e di un arrangiamento da marcia militare che esaltano il cinico romanticismo di Plant; Dazed and Confused inaugura il coté sperimentale di Page, che suona la chitarra elettrica con l’archetto e contribuisce in tal modo alle atmosfere dark e paranoidi del brano ispirato da Jake Holmes; Communication Breakdown, dal canto suo, inietta energia direttamente in vena, inaugurando l’hard rock e prefigurando il punk. Il seguente Led Zeppelin II, uscito nell’ottobre dello stesso 1969 e registrato in mille studi diversi durante le poche pause delle trionfali tournée nordamericane, conferma quanto lasciato intuire dall’album d’esordio: i Led Zeppelin non fanno rock, i Led Zeppelin sono il rock (Giovanni Giampaolo, cit.). La più grande rock band del mondo: Stairway to Heaven Led Zeppelin II - copertina disco Led Zeppelin II, il disco che contiene Stairway to Heaven Led Zeppelin II contiene, tanto per cominciare, uno dei più spettacolari rock anthems della storia: Whole Lotta Love. Aperto da un riff assassino, il pezzo si sviluppa intorno all’ugola scorticante di Robert ‘Percy’ Plant, che urla il suo desiderio sessuale per una donna dissoluta e infedele. L’amplesso è rievocato sia dall’audacia del testo – “I’m gonna give you every inch of my love” – che dalla chitarra di Page, prima inebriante grazie una serie di effetti sonori ipnotici e stranianti, poi icastica nel dettare una serie di assoli ravvicinati e urgenti come gli spasmi di un orgasmo. Ma è tutto il disco ad essere una bomba (in America lo chiamavano infatti Brown Bomber): da What is and What Should Never Be a Heartbreaker, da Ramble On a Bring it On Home l’album non concede pause, eccita ed affascina l’ascoltatore con la sua inimitabile miscela di blues e hard rock passati alla centrifuga Zeppelin. Ogni pezzo suona originale e magico, grazie alla perizia dei quattro musicisti ma anche per merito degli arrangiamenti raffinati dei brani e alla produzione spiazzante dei suoni. Se Led Zeppelin lavora di squadra, è giusto però segnalare la classe di John Paul Jones, che con le linee del suo basso è capace di firmare lo stile di un’intera canzone (Ramble On docet) e, soprattutto, il genio di Jimmy Page, responsabile del suono di questo e di tutti gli altri dischi prodotti dalla ditta Led Zeppelin. Le straordinarie qualità vocali di Percy e la potenza devastante del drumming di Bonzo possono venire apprezzate proprio grazie alle intuizioni in fase di registrazione e di missaggio di Pagey, al cui talento e alla cui passione si deve, inoltre, la superba qualità dei Remasters delle opere della band messi in circolo a partire dal 1990. Dopo il successo planetario di Led Zeppelin II, i quattro staccano per pochi mesi, quelli necessari a Plant e Page per comporre i pezzi acustici di Led Zeppelin III (ottobre 1970), il disco più ambizioso del loro catalogo, in cui l’ideale pageyano di una musica che riesca ad accostare Light and Shade trova la sua più compiuta realizzazione. L’album si apre con Immigrant Song, brano che qualche mese prima, sullo sfondo di un tramonto di fuoco, aveva annichilito i fans accorsi ad acclamarli al Festival di Bath. Sul medesimo lato del vinile trova posto Since I’ve Been Lovin’ You, un blues sanguinoso che contiene un sontuoso assolo della Gibson Les Paul di Jimmy Page, mentre la seconda facciata di apre con Gallows Pole, un traditional in cui i tamburi di Bonzo, la voce di Percy e il banjo di Pagey spingono il ritmo a cadenze sempre più veloci e mandano in estasi l’ammaliato ascoltatore. Parlando di estasi, tuttavia, entriamo in area Stairway to Heaven. Led Zeppelin: l’estetica del sublime Stairway to Heaven - Led Zeppelin Stairway to Heaven – Led Zeppelin Stairway to Heaven è la canzone più trasmessa nella storia della radio americana. Si tratta del brano-simbolo del quarto album di Led Zeppelin (1971), un’opera senza titolo e sulla cui copertina non figura nemmeno il nome del gruppo. Stairway deve il suo successo in parte alla cripticità del testo, di cui è protagonista una signora intenzionata a comprarsi una scalinata per il Paradiso. Lo deve però soprattutto all’interpretazione vocale di Robert Plant, capace di passare con disinvoltura dall’andamento da romanza medievale che caratterizza il primo movimento del pezzo fino ad arrivare, dopo ulteriori movimenti folk e progressive, allo stile proto-heavy metal della parte finale del brano. Lo deve, anche, al leggendario assolo di Jimmy Page, il quale, in una canzone il cui ritmo si fa via via più serrato mano a mano che il brano progredisce, prende a ripetere una sequenza di note la cui iterazione si spererebbe infinita proprio nel momento di massima velocità della composizione. Stairway to Heaven ci porta in un altro mondo, e la stessa cosa fanno The Battle of Evermore e When the Levee Breaks, dallo stesso album, No Quarter da Houses of the Holy, Kashmir da Physical Graffiti e Achilles Last Stand da Presence. Sono tutte canzoni che danno l’impressione di provenire da isole che galleggiano in galassie atemporali, in cui voce e suoni non siano decodificabili attraverso coordinate note e la cui esecuzione continui a riproporsi, in loop, anche dopo che per qualche minuto noi siamo riusciti a captarne il fluire. L’esito dell’ascolto, anzi degli ascolti senza fine che tali capolavori impongono a chi non sia privo di gusto è una sorta di commosso spaesamento, un’illusione di misura nel disordine, di piacere nel dispiacere. É infatti l’estetica del sublime, di ciò in confronto al quale tutto il resto è piccolo, a caratterizzare l’opera sempiterna di Led Zeppelin. di Tiberio Snaidero La filosofia dei Led Zeppelin
Antonella Mei Ieri · https://www.blogdellamusica.eu/storia-dei-led-zeppelin/ Quando, nel gennaio 1969, l’americana Atlantic Records pubblicò l’omonimo esordio di un gruppo inglese chiamato Led Zeppelin, quasi nessuno ne aveva già sentito parlare. Eppure l’etichetta di Ahmet Ertegun non aveva esitato, pochi mesi prima, a metterli sotto contratto per l’inaudita somma di 200.000 dollari. Ritiratasi in uno studio preso in affitto a Londra a spese del chitarrista Jimmy Page, la band aveva registrato in 36 ore il primo album, il cui nastro aveva convinto i discografici americani a non lasciarsela sfuggire. Che cosa aveva colpito la Atlantic al punto da farla agire in un modo così inconsueto nel music business? Il primo fattore era Peter Grant, il vulcanico produttore esecutivo (in realtà molto di più: mentore, amico, protettore, promoter, …) della band nata nella mente di Jimmy Page. Il secondo era senz’altro quest’ultimo, già turnista in centinaia se non migliaia di registrazioni negli studi discografici di Londra e quindi terza personificazione di guitar hero negli Yardbirds, dopo Eric Clapton e Jeff Beck. Page, infatti, terminata l’avventura con gli Yardbirds aveva confidato a Grant di aver intenzione di creare un gruppo capace di coniugare luce e ombra, leggero e pesante, blues e avanguardia. Aveva bisogno dei musicisti giusti, però, ma grazie all’intuito, la conoscenza della scena musicale inglese e a un paio di circostanze fortunate li trovò in fretta: John Paul Jones, che era a sua volta un session man, molto ricercato per la sua abilità di suonare quasi ogni genere di strumento; Robert Plant, allora un giovane e misconosciuto cantante di provincia; e John Bonham, un batterista fin troppo rumoroso raccomandato da Plant. Si trovarono in una saletta prove di Gerrard St. per vedere se insieme avrebbero potuto funzionare. Page diede il la a Train Kept A-Rollin e … la stanza esplose! Led Zeppelin (I) è un disco fatto in gran parte di covers, ma ciò non impedisce ai quattro di apporre da subito il proprio marchio di fuoco sulla storia del rock. L’iniziale Good Times Bad Times apre il disco mettendo da subito in evidenza la fantasmagorica abilità percussionistica di John ‘Bonzo’ Bonham; Babe, I’m Gonna Leave You stravolge l’approccio liricheggiante di Joan Baez a favore di un taglio folk psichedelico e di un arrangiamento da marcia militare che esaltano il cinico romanticismo di Plant; Dazed and Confused inaugura il coté sperimentale di Page, che suona la chitarra elettrica con l’archetto e contribuisce in tal modo alle atmosfere dark e paranoidi del brano ispirato da Jake Holmes; Communication Breakdown, dal canto suo, inietta energia direttamente in vena, inaugurando l’hard rock e prefigurando il punk. Il seguente Led Zeppelin II, uscito nell’ottobre dello stesso 1969 e registrato in mille studi diversi durante le poche pause delle trionfali tournée nordamericane, conferma quanto lasciato intuire dall’album d’esordio: i Led Zeppelin non fanno rock, i Led Zeppelin sono il rock (Giovanni Giampaolo, cit.). La più grande rock band del mondo: Stairway to Heaven Led Zeppelin II - copertina disco Led Zeppelin II, il disco che contiene Stairway to Heaven Led Zeppelin II contiene, tanto per cominciare, uno dei più spettacolari rock anthems della storia: Whole Lotta Love. Aperto da un riff assassino, il pezzo si sviluppa intorno all’ugola scorticante di Robert ‘Percy’ Plant, che urla il suo desiderio sessuale per una donna dissoluta e infedele. L’amplesso è rievocato sia dall’audacia del testo – “I’m gonna give you every inch of my love” – che dalla chitarra di Page, prima inebriante grazie una serie di effetti sonori ipnotici e stranianti, poi icastica nel dettare una serie di assoli ravvicinati e urgenti come gli spasmi di un orgasmo. Ma è tutto il disco ad essere una bomba (in America lo chiamavano infatti Brown Bomber): da What is and What Should Never Be a Heartbreaker, da Ramble On a Bring it On Home l’album non concede pause, eccita ed affascina l’ascoltatore con la sua inimitabile miscela di blues e hard rock passati alla centrifuga Zeppelin. Ogni pezzo suona originale e magico, grazie alla perizia dei quattro musicisti ma anche per merito degli arrangiamenti raffinati dei brani e alla produzione spiazzante dei suoni. Se Led Zeppelin lavora di squadra, è giusto però segnalare la classe di John Paul Jones, che con le linee del suo basso è capace di firmare lo stile di un’intera canzone (Ramble On docet) e, soprattutto, il genio di Jimmy Page, responsabile del suono di questo e di tutti gli altri dischi prodotti dalla ditta Led Zeppelin. Le straordinarie qualità vocali di Percy e la potenza devastante del drumming di Bonzo possono venire apprezzate proprio grazie alle intuizioni in fase di registrazione e di missaggio di Pagey, al cui talento e alla cui passione si deve, inoltre, la superba qualità dei Remasters delle opere della band messi in circolo a partire dal 1990. Dopo il successo planetario di Led Zeppelin II, i quattro staccano per pochi mesi, quelli necessari a Plant e Page per comporre i pezzi acustici di Led Zeppelin III (ottobre 1970), il disco più ambizioso del loro catalogo, in cui l’ideale pageyano di una musica che riesca ad accostare Light and Shade trova la sua più compiuta realizzazione. L’album si apre con Immigrant Song, brano che qualche mese prima, sullo sfondo di un tramonto di fuoco, aveva annichilito i fans accorsi ad acclamarli al Festival di Bath. Sul medesimo lato del vinile trova posto Since I’ve Been Lovin’ You, un blues sanguinoso che contiene un sontuoso assolo della Gibson Les Paul di Jimmy Page, mentre la seconda facciata di apre con Gallows Pole, un traditional in cui i tamburi di Bonzo, la voce di Percy e il banjo di Pagey spingono il ritmo a cadenze sempre più veloci e mandano in estasi l’ammaliato ascoltatore. Parlando di estasi, tuttavia, entriamo in area Stairway to Heaven. Led Zeppelin: l’estetica del sublime Stairway to Heaven - Led Zeppelin Stairway to Heaven – Led Zeppelin Stairway to Heaven è la canzone più trasmessa nella storia della radio americana. Si tratta del brano-simbolo del quarto album di Led Zeppelin (1971), un’opera senza titolo e sulla cui copertina non figura nemmeno il nome del gruppo. Stairway deve il suo successo in parte alla cripticità del testo, di cui è protagonista una signora intenzionata a comprarsi una scalinata per il Paradiso. Lo deve però soprattutto all’interpretazione vocale di Robert Plant, capace di passare con disinvoltura dall’andamento da romanza medievale che caratterizza il primo movimento del pezzo fino ad arrivare, dopo ulteriori movimenti folk e progressive, allo stile proto-heavy metal della parte finale del brano. Lo deve, anche, al leggendario assolo di Jimmy Page, il quale, in una canzone il cui ritmo si fa via via più serrato mano a mano che il brano progredisce, prende a ripetere una sequenza di note la cui iterazione si spererebbe infinita proprio nel momento di massima velocità della composizione. Stairway to Heaven ci porta in un altro mondo, e la stessa cosa fanno The Battle of Evermore e When the Levee Breaks, dallo stesso album, No Quarter da Houses of the Holy, Kashmir da Physical Graffiti e Achilles Last Stand da Presence. Sono tutte canzoni che danno l’impressione di provenire da isole che galleggiano in galassie atemporali, in cui voce e suoni non siano decodificabili attraverso coordinate note e la cui esecuzione continui a riproporsi, in loop, anche dopo che per qualche minuto noi siamo riusciti a captarne il fluire. L’esito dell’ascolto, anzi degli ascolti senza fine che tali capolavori impongono a chi non sia privo di gusto è una sorta di commosso spaesamento, un’illusione di misura nel disordine, di piacere nel dispiacere. É infatti l’estetica del sublime, di ciò in confronto al quale tutto il resto è piccolo, a caratterizzare l’opera sempiterna di Led Zeppelin. di Tiberio Snaidero La filosofia dei Led Zeppelin
Ieri ·
https://www.youtube.com/watch?v=UbiuCoXD8L8
Antonella Mei Ieri · https://youtu.be/6xcOZghoZZY
Antonella Mei Ieri · https://youtu.be/zuXUhOQzprA
https://youtu.be/zuXUhOQzprA
SEGUE PARTE TERZA
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PARTE TERZA
Antonella Mei 23 h · https://youtu.be/HQmmM_qwG4k
Antonella Mei 4 h · https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Plant https://it.wikipedia.org/wiki/All_My_Love_(Led_Zeppelin)
Copyright Disclaimer Under Section 107 of the Copyright Act 1976, allowance is made for -fair use- for purposes such as criticism, comment, news reporting, teaching, scholarship, and research. Fair use is a use permitted by copyright statute that might otherwise be infringing. Non-profit, educational or personal use tips the balance in favor of fair use. http://www.ledzeppelin.com/ https://www.discogs.com/Led-Zeppelin-...
Led Zeppelin DVD II
https://www.youtube.com/watch?v=xhWolLo8i-4
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Led Zeppelin DVD I
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Led Zeppelin DVD I
https://www.youtube.com/watch?v=h9G3QeFPe8Y
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Song_Remains_the_Same_(film)
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Song_Remains_the_Same_(film)
Led Zeppelin: The Song Remains The Same (Konzert 1973, Film 1976) -
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01. (12:27) Rock and Roll 02. (16:14) Black Dog 03. (20:51) Since I've Been Loving You 04. (29:12) No Quarter 05. (41:36) The Song Remains the Same 06. (47:04) Rain Song 07. (55:57) Dazed and Confused - BEST of Jimmy Page, electric guitar!!! 08. (1:24:35) Stairway to Heaven 09. (1:35:31) Moby Dick - Mit dem unvergleichlichen Drum-Solo von John Bonham. 10. (1:50:08) Whole Lotta Love..
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Robert Plant compie oggi 71 anni
Robert Plant è nato il 20 agosto 1948. Annoverato tra le più grandi voci della musica Rock, è stato cantante e frontman dei Led Zeppelin e, dopo lo scioglimento del gruppo, ha intrapreso la propria carriera solista
Ritenuto uno dei più grandi cantanti nell’ambito della musica Rock, Robert Plant ha raggiunto fama e notorietà come frontman dei leggendari Led Zeppelin, grazie alla sua impressionante estensione vocale, alla sua energia e alla sua forte e magnetica presenza scenica. Oggi questa icona compie 71 anni e, nonostante il passare del tempo, continua a portare avanti i propri progetti solisti e un’intensa attività live attraverso la quale dimostra di mantenere una passione vera e viscerale per il blues e per il rock.
Robert Anthony Plant nasce il 20 agosto 1948 a West Bromwich, una delle città della contea delle West Midlands, in Inghilterra. Cresce a Kidderminster, nel Worcestershire, e i suoi studi scolastici procedono in maniera regolare fino all’adolescenza. Il giovanissimo Robert, si avvicina quindi al blues e al rock ‘n’ roll, generi musicali dai quali rimane fortemente colpito, al punto che, quando l’interesse per questi generi si trasforma in una vera e propria passione, egli decide di abbandonare il tirocinio da poco iniziato presso uno studio contabile per dedicarsi a tempo pieno alla musica.
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L’inizio della carriera e l’incontro con Jimmy Page
Per Robert, le prime attività in ambito musicale consistono nel cantare in diversi piccoli complessi della scena di Birmingham e nell’incidere una manciata di singoli. Nella seconda metà dei ’60s, forma la Band of Joy insieme all’amico John Bonham, e collabora con il musicista Alexis Korner, figura molto importante per quanto riguarda lo sviluppo del genere conosciuto come british blues.
La vera svolta avviene però verso la fine degli anni ’60. Nel 1968, infatti, il chitarrista Jimmy Page, già noto e famoso nell’ambito della scena Rock britannica (e non solo) anche e soprattutto come membro del gruppo The Yardbirds, è alla ricerca di un nuovo cantante. Quando assiste ad una esibizione del giovane Plant a Birmingham, Page rimane folgorato dalla voce e della presenza scenica di Robert e non riesce a spiegarsi come un cantante così dotato non sia ancora diventato una celebrità. In virtù di una forte condivisione di interessi e gusti musicali, Page e Plant iniziano a lavorare insieme e si esibiscono dal vivo in un tour in Scandinavia. In quelle date, la scaletta dei concerti comprende sia canzoni di successo del repertorio degli Yardbirds (come “For Your Love” e “Train Kept A-Rollin’ “) sia pezzi più recenti scritti da Page ed alcune cover. Reclutati il batterista John Bonham e il bassista e tastierista John Paul Jones e terminato il tour scandinavo, i tempi sono maturi per cambiare il nome della band e quindi per l’inizio della grandiosa carriera dei Led Zeppelin.
Cantante, compositore e frontman dei Led Zeppelin
Come componente dei Led Zeppelin, Robert Plant raggiunge, già dalla fine degli anni ’60 e ancora di più durante gli anni ’70, notevole fama e notorietà, in Patria, negli Stati Uniti e in molti altri Paesi, venendo da allora annoverato tra i più grandi cantanti della storia del Rock, e dimostrando inoltre di avere una spiccata creatività come compositore, specialmente come paroliere. Per quanto concerne i temi dei testi da lui scritti, Plant affianca ai classici stereotipi blues (quali sofferenze amorose ed eccessi), spesso recuperati e trattati abbondantemente da diverse rock band, tematiche filosofiche e spirituali. Frequenti nei suoi testi sono anche riferimenti alla mitologia scandinava, alla mitologia gallese e a J.R.R. Tolkien. Tra i più celebri brani dei Led Zeppelin cui Plant ha contribuito, rientrano sicuramente “Kashmir”, “Black Dog” e “Thank You”, ma la sua creatività è altresì presente in molte altre canzoni, come “The Rain Song”, “The Battle of Evermore”, “Going to California” e “Achilles Last Stand”.
Robert Plant negli anni ’70
Anche grazie agli splendidi duetti tra la voce di Plant e la chitarra di Page e alle infuocate performance in cui Robert mostra le sue innate doti di cantante e di frontman, i Led Zeppelin diventano rapidamente una delle migliori live band e i loro concerti fanno spesso il tutto esaurito. I dischi (sia quelli pubblicati dalla Atlantic Records sia quelli pubblicati dalla Swan Song Records) hanno un enorme successo e diventano ben presto autentiche pietre miliari del Rock. La band si scioglie nel 1980, a seguito della prematura scomparsa del batterista John Bonham.
La carriera solista, le collaborazioni e le reunion dei Led Zeppelin
Dopo lo scioglimento dei Led Zeppelin, Robert Plant, all’inizio degli anni ’80, intraprende la propria carriera solista, coltivata con una certa continuità nel tempo, con la pubblicazione di album registrati in studio e con una certa attenzione alla dimensione live, come dimostrato anche negli ultimi anni dai numerosi tour mondiali, accompagnato da musicisti di talento. L’esordio a proprio nome “Pictures at Eleven” (1982), è apprezzato dal pubblico e riscuote un buon successo, e sia il secondo lavoro “The Principle of Moments” (1983) sia il singolo che ne è tratto, bella ballata “Big Log”, raggiungono buone posizioni in classifica sia nella UK Albums Chart sia nella US Billboard. Agli anni ’80 risale anche “The Honeydrippers: Volume One”, disco inciso dall’omonimo gruppo, The Honeydrippers, formato da Plant, da Jimmy Page, e da altri musicisti, tra i quali il chitarrista Jeff Beck (negli anni ’60, membro degli Yardbirds insieme a Page, seppur per un breve periodo). Si tratta di un progetto voluto dal produttore discografico Ahmet Ertegün, co-fondatore della Atlantic Records, e il disco contiene infatti alcune delle sue canzoni preferite degli anni ’50.
Robert Plant in concerto negli anni ’80
Non mancano intanto alcune reunion dei Led Zeppelin, come quella del 1985 nell’ambito del Live Aid, con Phil Collins alla batteria, e quella del 1988 con Jason Bonham (figlio di John “Bonzo”) ai tamburi, in occasione del quarantesimo anniversario della Atlantic Records. Nel 1994, il cantante ricrea il sodalizio con Page, sodalizio che si concretizza in due album pubblicati sempre dalla Atlantic Records e seguiti dai rispettivi tour: il primo, il live “No Quarter” (1994), contiene pezzi più o meno noti dei Led Zeppelin, reinterpretati da Plant e Page insieme ad altri musicisti, ed è successivamente accompagnato dalla versione DVD, contenente un maggior numero di canzoni, un’intervista ed altro materiale; il secondo di questi due album, “Walking into Clarksdale” (1998), è invece inciso in studio ed è interamente composto da brani musicali nuovi.
Plant continua poi a realizzare lavori solisti, e particolarmente apprezzato è “Raising Sand” (2007), frutto della collaborazione con la cantante bluegrass-country e violinista statunitense Alison Krauss, e contenente canzoni scritte da diversi autori ed interpretate in chiave country rock o folk rock.
Sempre nel 2007, e precisamente il 10 dicembre, si tiene un grande evento presso la O2 Arena di Londra, per commemorare Ahmet Ertegün della Atlantic Records (all’epoca venuto a mancare da poco), e, in questo contesto, i Led Zeppelin si esibiscono dal vivo. Si tratta di una vera e propria reunion, con la partecipazione di Plant, Page e di John Paul Jones. Come in occasione della reunion del 1988, anche questa volta alla batteria vi è Jason Bonham. Durante questo concerto, i Led Zeppelin dimostrano di avere ancora una grande energia e mantengono alta la loro reputazione, e infatti l’esibizione ottiene recensioni dalla stampa specializzata. Anche il film e l’album relativi al live, pubblicati qualche anno più tardi, ricevono riscontri molto buoni anche da parte della critica.
Nel 2010, Plant rievoca il periodo pre-Led Zeppelin e il nome della band di cui faceva parte negli anni ’60 prima di diventare una leggenda, con la pubblicazione di un disco che porta proprio quel nome, “Band of Joy”, e che spazia tra rock, country rock e folk rock. Seguono, poi, rispettivamente nel 2014 e nel 2017, due album registrati insieme alla band The Sensational Space Shifters: “Lullaby and… The Ceaseless Roar” e “Carry Fire”.
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Antonella Mei 23 h · https://youtu.be/4BZD2sysLUU
23 h ·
23 h ·
Antonella Mei 23 h · https://youtu.be/0hdQi2_HzAc
Antonella Mei 23 h · https://youtu.be/mCFTkMWA0GQ
Antonella Mei 23 h · https://youtu.be/UYGOsb6LeXs
Robert Plant... con suo figlio... All My Love: il pianto di Robert Plant per la morte del figlio https://www.youtube.com/watch?v=jLgeT0C27iE Dovrei innamorarmi, il mio fuoco nella luce? Per inseguire una piuma nel vento Nel bagliore che tesse un manto di gioia Si sposta un thread che non ha fine Per molte ore e giorni che passano mai presto Le maree hanno causato l'oscuramento della fiamma Alla fine il braccio è dritto, la mano al telaio Questo deve finire o semplicemente iniziare? Tutto il mio amore, tutto il mio amore Oh tutto il mio amore per te adesso Tutto il mio amore, tutto il mio amore Oh tutto il mio amore per te adesso La tazza è sollevata, il brindisi è di nuovo fatto Una voce è chiara sopra il frastuono Orgogliosa parola ariana, la mia volontà di sostenere Per me, il tessuto ancora una volta a girare Tutto il mio amore, tutto il mio amore Oh tutto il mio amore per te adesso Tutto il mio amore, tutto il mio amore Sì, tutto il mio amore per te bambina La tua è la stoffa, la mia è la mano che cuce il tempo La sua è la forza che sta dentro Il nostro è il fuoco, tutto il calore che possiamo trovare È una piuma nel vento Tutto il mio amore, tutto il mio amore Oh tutto il mio amore per te adesso Tutto il mio amore, oh amore sì Tutto il mio amore per te adesso Tutto il mio amore, tutto il mio amore Tutto il mio amore, amore A volte, a volte A volte, a volte Hey, hey hey hey Hey, hey hey hey Oh sì, è tutto, tutto, tutto il mio amore Tutto il mio amore, tutto il mio amore per te adesso Tutto il mio amore, tutto il mio amore Tutto il mio amore, a te, a te, a te e sì Mi sento un po 'solo, solo in piedi In piedi In piedi da solo Mi sento solo un po 'solo https://youtu.be/z0DAnu5Sq6k Nel 1977, durante il tour americano dei Led Zeppelin, mentre la band si trovava a New Orleans in attesa di esibirsi al Superdrome di fronte ad ottantamila persone, Robert Plant venne chiamato al telefono dalla moglie Maureen, seriamente preoccupata a causa di un improvviso malore del piccolo Karac, figlio della coppia. Due ore dopo Plant venne informato della morte del figlio. Il tour viene inevitabilmente interrotto e i Led Zeppelin sono reduci da un periodo molto difficile della loro carriera: Jimmy Page è ormai completamente assuefatto all’ eroina, John Bonham ha seri problemi di alcolismo e Robert Plant ha recentemente perso suo figlio. Tocca quindi a John Paul Jones assumersi il ruolo di leader. Plant cominciò a valutare di lasciare il rock e la musica, forse in colpa per essere stato così lontano dai suoi cari in un momento talmente drammatico, ma dopo diversi mesi decide di non ignorare il dolore, né tantomeno il ricordo del figlio, ma tornare a suonare con i Led Zeppelin, per commemorarlo e superarlo al tempo stesso, conscio che l’amore e la vita, sarebbero stati la miglior cura per se stesso e per la band. A ottobre del 1978 i Led Zeppelin si spostarono a Stoccolma, a causa del loro esilio fiscale dal Regno Unito, per registrare i nuovi pezzi ai Polar Studios degli Abba. Il disco In Through the Out Door viene registrato in tre settimane, J.P. Jones testa tutte le possibilià del nuovo synth Yamaha. Uscì il 15 agosto 1979, differisce quasi totalmente da quanto gli Zeppelin hanno fatto nei loro lavori precedenti. Nello stesso anno Mureen e Robert Plant avranno un’altro figlio. La sesta traccia, All My Love, è una struggente e bella dedica di Plant al figlio scomparso. Venne registrata in un’unica sessione perchè gli fu impossibile emotivamente ripetere quelle parole in un’altra registrazione. Una canzone leggendaria e commovente; una canzone d’amore, ma non romantica, l’atto d’amore che Robert Plant volle dedicare al figlio. Dietro il testo di questa canzone c’è la figura affascinante della Dea gallese Arianrhod, che conduceva le anime dei trapassati nel suo castello situato nell’ Aurora Boreale, in mezzo al mare, al largo della costa gallese. Un anno dopo la storia dei Led Zeppelin si concluderà con la morte di John Bonham detto anche “Bonzo”, a cui seguiranno alcune brevi reunion con alla batteria il figlio Jason Bonham. Nel 2008, a seguito dell”incredibile richiesta di biglietti per l’esibizione di “Celebration Day” alla O2 arena di Londra (oltre 20 milioni di prenotazioni in circa 24 ore) la band è stata insignita del Guinness dei primati per la Maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo. Plant ha dichiarato in diverse interviste: “Abbiamo provato un pò di volte a riunirci, ma non funzionava mai, sembrava fosse tutto forzato, fatto di fretta. Il concerto all’O2 è stato fatto con questa consapevolezza. Abbiamo provato un sacco di volte con Jason in modo tale che lui si sentisse parte della band. Non credo ci uniremo ancora, perchè dobbiamo essere tutti d’accordo e dobbiamo esserlo per i giusti motivi. I Led Zeppelin erano una forza creativa che non si può creare con uno schiocco di dita. era la miscela di questi quattro musicisti, e ognuno di noi era importante per la band”. Il presidente Obama, il 2 dicembre 2012, nel corso della 35esima edizione dei Kennedy Center Honors, ha conferito ai Led Zeppelin il premio per il contributo da loro portato “alla vita culturale della nazione americana e del mondo”. Questa è una parte del testo di All My Love: Tutto il mio amore Tutto il mio amore per te adesso, per te adesso Dovrei smettere di amare? È la fine o è invece l’inizio? Ora il mio amore è tutto per te, bimbo Tua è la tela, mia la mano che cuce il tempo Lui ora è una piuma nel vento Mi ritrovo un pò solo, solo un pò solo. Buon ascolto. https://youtu.be/f_3s_oxwsbQ
Robert Plant...
con suo figlio...
All My Love: il pianto di Robert Plant per la morte del figlio
https://www.youtube.com/watch?v=jLgeT0C27iE
Dovrei innamorarmi, il mio fuoco nella luce?
Per inseguire una piuma nel vento
Nel bagliore
che tesse un manto di gioia
Si sposta un thread che non ha fine
Per molte ore
e giorni che passano mai presto
Le maree hanno causato l'oscuramento della fiamma
Alla fine il braccio è dritto,
la mano al telaio
Questo deve finire o semplicemente iniziare?
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Oh tutto il mio amore per te adesso
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Oh tutto il mio amore per te adesso
La tazza è sollevata, il brindisi è di nuovo fatto
Una voce è chiara sopra il frastuono
Orgogliosa parola ariana, la mia volontà di sostenere
Per me, il tessuto ancora una volta a girare
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Oh tutto il mio amore per te adesso
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Sì, tutto il mio amore per te bambina
La tua è la stoffa, la mia è la mano che cuce il tempo
La sua è la forza che sta dentro
Il nostro è il fuoco, tutto il calore che possiamo trovare
È una piuma nel vento
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Oh tutto il mio amore per te adesso
Tutto il mio amore, oh amore sì
Tutto il mio amore per te adesso
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Tutto il mio amore, amore
A volte, a volte
A volte, a volte
Hey, hey hey hey
Hey, hey hey hey
Oh sì, è tutto, tutto, tutto il mio amore
Tutto il mio amore, tutto il mio amore per te adesso
Tutto il mio amore, tutto il mio amore
Tutto il mio amore, a te, a te, a te e sì
Mi sento un po 'solo, solo in piedi
In piedi
In piedi da solo
Mi sento solo un po 'solo
https://youtu.be/z0DAnu5Sq6k
Nel 1977, durante il tour americano dei Led Zeppelin, mentre la band si trovava a New Orleans in attesa di esibirsi al Superdrome di fronte ad ottantamila persone, Robert Plant venne chiamato al telefono dalla moglie Maureen, seriamente preoccupata a causa di un improvviso malore del piccolo Karac, figlio della coppia. Due ore dopo Plant venne informato della morte del figlio. Il tour viene inevitabilmente interrotto e i Led Zeppelin sono reduci da un periodo molto difficile della loro carriera: Jimmy Page è ormai completamente assuefatto all’ eroina, John Bonham ha seri problemi di alcolismo e Robert Plant ha recentemente perso suo figlio. Tocca quindi a John Paul Jones assumersi il ruolo di leader. Plant cominciò a valutare di lasciare il rock e la musica, forse in colpa per essere stato così lontano dai suoi cari in un momento talmente drammatico, ma dopo diversi mesi decide di non ignorare il dolore, né tantomeno il ricordo del figlio, ma tornare a suonare con i Led Zeppelin, per commemorarlo e superarlo al tempo stesso, conscio che l’amore e la vita, sarebbero stati la miglior cura per se stesso e per la band.
A ottobre del 1978 i Led Zeppelin si spostarono a Stoccolma, a causa del loro esilio fiscale dal Regno Unito, per registrare i nuovi pezzi ai Polar Studios degli Abba. Il disco In Through the Out Door viene registrato in tre settimane, J.P. Jones testa tutte le possibilià del nuovo synth Yamaha. Uscì il 15 agosto 1979, differisce quasi totalmente da quanto gli Zeppelin hanno fatto nei loro lavori precedenti. Nello stesso anno Mureen e Robert Plant avranno un’altro figlio. La sesta traccia, All My Love, è una struggente e bella dedica di Plant al figlio scomparso. Venne registrata in un’unica sessione perchè gli fu impossibile emotivamente ripetere quelle parole in un’altra registrazione. Una canzone leggendaria e commovente; una canzone d’amore, ma non romantica, l’atto d’amore che Robert Plant volle dedicare al figlio. Dietro il testo di questa canzone c’è la figura affascinante della Dea gallese Arianrhod, che conduceva le anime dei trapassati nel suo castello situato nell’ Aurora Boreale, in mezzo al mare, al largo della costa gallese.
Un anno dopo la storia dei Led Zeppelin si concluderà con la morte di John Bonham detto anche “Bonzo”, a cui seguiranno alcune brevi reunion con alla batteria il figlio Jason Bonham. Nel 2008, a seguito dell”incredibile richiesta di biglietti per l’esibizione di “Celebration Day” alla O2 arena di Londra (oltre 20 milioni di prenotazioni in circa 24 ore) la band è stata insignita del Guinness dei primati per la Maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo.
Plant ha dichiarato in diverse interviste:
“Abbiamo provato un pò di volte a riunirci, ma non funzionava mai, sembrava fosse tutto forzato, fatto di fretta. Il concerto all’O2 è stato fatto con questa consapevolezza. Abbiamo provato un sacco di volte con Jason in modo tale che lui si sentisse parte della band. Non credo ci uniremo ancora, perchè dobbiamo essere tutti d’accordo e dobbiamo esserlo per i giusti motivi. I Led Zeppelin erano una forza creativa che non si può creare con uno schiocco di dita. era la miscela di questi quattro musicisti, e ognuno di noi era importante per la band”.
Il presidente Obama, il 2 dicembre 2012, nel corso della 35esima edizione dei Kennedy Center Honors, ha conferito ai Led Zeppelin il premio per il contributo da loro portato “alla vita culturale della nazione americana e del mondo”.
Questa è una parte del testo di All My Love:
Tutto il mio amore
Tutto il mio amore per te adesso, per te adesso
Dovrei smettere di amare?
È la fine o è invece l’inizio?
Ora il mio amore è tutto per te, bimbo
Tua è la tela, mia la mano che cuce il tempo
Lui ora è una piuma nel vento
Mi ritrovo un pò solo, solo un pò solo.
Buon ascolto.
https://youtu.be/f_3s_oxwsbQ
Antonella Mei 21 h · https://youtu.be/u1z4vkPWkLQ Thank You: la dichiarazione d’amore di Robert Plant alla moglie Nel mondo della musica esistono dichiarazioni d’amore spesso nascoste dietro personaggi e stili che non ci si aspetta. Quella che segue è firmata da Robert Plant dei Led Zeppelin, un uomo che ha dato più volte prova di una sensibilità emotiva fuori dal comune (come per All My Love, la canzone che fu scritta dopo la morte del figlio). Thank You, contenuta in Led Zeppelin II del 1969. Perché spesso il rock sa essere dolce e poetico molto più di quanto possiamo pensare. If the sun refused to shine I would still be loving you When mountains crumble to the sea There will still be you and me And so today, my world, it smiles Your hand in mine, we walk the miles Se il sole si rifiutasse di splendere Io ti amerei comunque. Quando le montagne crolleranno in mare Io e te ci saremo ancora E così oggi il mio mondo sorride, Le tue mani nelle mie, camminiamo insieme Che altro aggiungere a versi di tale intensità? I Led Zeppelin e Robert Plant sono noti ai più per ben altre composizioni e ben altri sound. Eppure Robert ci ha regalato questa perla, il suo primo testo scritto per il gruppo. Un omaggio alla moglie Maureen Wilson con cui avrà tre figli. Insieme attraverseranno dolori profondi come quando appunto uno dei figli, Karac, morirà all’età di cinque anni nel 1977. Un’unione speciale che si avverte in questa pacata e dolce dedica, impreziosita dalla sentita interpretazione dell’immenso Plant: Thank You. Il testo completo della canzone è qui sotto: Se il sole si rifiutasse di splendere Io ti amerei comunque. Quando le montagne crolleranno in mare Io e te ci saremo ancora Gentile donna, ti do tutto ciò che ho Gentile donna, niente di più Piccole gocce di pioggia Sospiri di dolore Lacrime d’amore persi nei giorni che furono Il mio amore è forte Con te niente è sbagliato Insieme andremo avanti finché moriamo Un’ispirazione, ecco cosa sei per me Un’ispirazione, guarda, vedi E così oggi il mio mondo sorride, Le tue mani nelle mie, camminiamo insieme Grazie a te sarà così Perché per me ci sei solo tu Felicità: mai più tristezza Felicità: ne sono grato Se il sole si rifiutasse di splendere Io ti amerei comunque. Quando le montagne crolleranno in mare Io e te ci saremo ancora Plant sposò la sua Muereen a soli 20 anni..divorziarono nel 1983
21 h ·
https://auralcrave.com/2020/06/09/perche-i-led-zeppelin-sono-la-piu-grande-rock-band-di-sempre/
Antonella Mei 19 h · https://www.youtube.com/watch?v=RlNhD0oS5pk
Antonella Mei 18 h · https://www.youtube.com/watch?v=6tlSx0jkuLM
Antonella Mei 4 h · il più grande batterista di tutti i tempi.. https://www.virginradio.it/news/rock-news/1265862/il-giorno-in-cui-i-led-zeppelin-tennero-il-loro-ultimo-concerto-con-john-bonham-la-storia.html se non fosse deceduto..probabilmente i LED avrebbero continuato a suonare fino all'ultimo respiro IL GIORNO IN CUI I LED ZEPPELIN TENNERO IL LORO ULTIMO CONCERTO CON JOHN BONHAM. LA STORIAIl 7 luglio 1980 a Berlino la band si esibì per l'ultima volta assieme a John "Bonzo" Bonham alla batteria https://youtu.be/LbWN6FGhn4I Il giorno in cui i Led Zeppelin tennero il loro ultimo concerto con John Bonham. La storia ROCK NEWSIL GIORNO IN CUI I LED ZEPPELIN TENNERO IL LORO ULTIMO CONCERTO CON JOHN BONHAM. LA STORIAIl 7 luglio 1980 a Berlino la band si esibì per l'ultima volta assieme a John "Bonzo" Bonham alla batteria Il 7 luglio 1980 i Led Zeppelin si esibirono all'Eissporthalle di Berlino come ultima data del loro Tour Europeo del 1980, prima della ripartenza programmata per gli Stati Uniti prevista per l'ottobre seguente. Ma come sappiamo la band non partì mai per quel tour Nord Americano, il 25 settembre John Bonham venne trovato senza vita a casa di Jimmy Page e con lui finì anche la storia del dirigibile. Ma come andò quell'inaspettato ultimo concerto? Nell'estate del 1980 i Led Zeppelin sapevano che avrebbero dovuto apportare alcune modifiche piuttosto radicali ai loro show e alla loro musica per evitare di essere etichettati come "vecchi dinosauri da un lontano passato". L'ascesa del punk e della New Wave aveva reso ormai obsoleti gli show da stadio e le vecchie manie di grandezza del rock and roll. Così durante quell'estate la band decise di partire per un breve tour europeo di sole 14 date tra giugno e luglio, cercando di scrollarsi di dosso quell'etichetta che sapeva così tanto di anni '70. Ufficiosamente lo chiamarono "Cut The Waffle" tour. Durante gli anni settanta molte parti dei loro show erano ormai diventati dei "riti" per i loro fan, dall'epico assolo di batteria in "Moby Dick" di John Bonham alla chitarra suonata con l'archetto di violino da Jimmy Page durante "Dazed and Confused", al bellissimo assolo di organo di John Paul Jones in "No Quarter". I Led Zeppelin tagliarono tutto e per il tour del 1980 asciugarono i loro spettacoli il più possibile, lasciando in scaletta tra le "irrinunciabili" solo "Stairway To Heaven", "Kashmir" e "Whole Lotta Love". Anche il palco venne radicalmente rivisto e spogliato da ogni orpello scenico. I video wall, i fumogeni, i laser, tutto venne lasciato negli anni settanta. Anche il look stesso della band subì un cambiamento drastico, perfino Robert Plant arrivò a tagliarsi i capelli: i Led Zeppelin, determinati ad avere un futuro roseo e potente, stavano cercando un modo per sopravvivere. Il loro ultimo show si svolse con molta semplicità, nessuno dei componenti della band avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe accaduto pochi mesi dopo. Ma le avvisaglie di un disastro improvviso c'erano tutte: Jimmy Page e John Bonham erano alle prese con due serie dipendenze, il primo dall'eroina e il secondo dall'alcool. Poche settimane prima del 7 luglio 1980, nello specifico il 27 giugno Norimberga, Bonham dopo sole tre canzoni venne portato di corsa in ospedale dopo aver subito quello che venne etichettato come "un'intossicazione alimentare", ma probabilmente si trattò di tutt'altro. Il resto del tour venne terminato senza incidenti, ma il problema con l'alcool del batterista era completamente fuori controllo. Morì il 25 settembre 1980 dopo aver bevuto circa 40 bicchieri di vodka in una sola notte. Si dice che quella sera la band voleva festeggiare l'imminente partenza per il nuovo tour americano. Durante quell'ultimo concerto del 7 luglio 1980 John Bonham regalò agli spettatori un'ultima inaspettata sopresa: un'esibizione impeccabile e una versione di Whole Lotta Love di circa 17 minuti. Ascolta qui la registrazione di quell'ultimo concerto dei Led Zeppelin: TRACKLIST Train Kept A-Rollin' Nobody's Fault But Mine Black Dog In the Evening The Rain Song Hot Dog All My Love Trampled Under Foot Since I've Been Loving You White Summer/Black Mountain Side Kashmir Stairway to Heaven Rock and Roll Whole Lotta love.. https://youtu.be/LbWN6FGhn4I
LED ZEPPELIN, ECCO QUALI ERANO I BATTERISTI PREFERITI DI JOHN BONHAMIl grande batterista oggi è una leggenda ed è fonte di ispirazione per tanti altri musicisti. Ecco le sue ispirazioni Oggi milioni di musicisti considerano John Bonham come il più grande batterista di tutti i tempi: come Jimi Hendrix è diventato il chitarrista per eccellenza, così il musicista dei Led Zeppelin è diventato il maggior esponente di tutti i batteristi della storia del rock. Che sia stato il migliore in assoluto forse è opinabile, ma di certo è stato uno dei più grandi e oggi è considerato una vera e propria leggenda della musica, oltre a essere fonte d’ispirazione per tanti musicisti di altre band. John Bonham nutriva una vera e propria passione per il suo strumento musicale: “Sono sempre stato ossessionato dalla batteria – spiegò in una vecchia intervista – mi affascina come nessun altro strumento”. Oggi lui è considerato come un esempio da seguire da tanti, ma in passato anche John Bonham aveva dei modelli ai quali si ispirava nella sua arte. Ecco quali sono, secondo Far Out Magazine, i 5 batteristi preferiti dal grande musicista dei Led Zeppelin. Led Zeppelin, ecco quali erano i batteristi preferiti di John Bonham ROCK NEWSLED ZEPPELIN, ECCO QUALI ERANO I BATTERISTI PREFERITI DI JOHN BONHAMIl grande batterista oggi è una leggenda ed è fonte di ispirazione per tanti altri musicisti. Ecco le sue ispirazioni Oggi milioni di musicisti considerano John Bonham come il più grande batterista di tutti i tempi: come Jimi Hendrix è diventato il chitarrista per eccellenza, così il musicista dei Led Zeppelin è diventato il maggior esponente di tutti i batteristi della storia del rock. Che sia stato il migliore in assoluto forse è opinabile, ma di certo è stato uno dei più grandi e oggi è considerato una vera e propria leggenda della musica, oltre a essere fonte d’ispirazione per tanti musicisti di altre band. John Bonham nutriva una vera e propria passione per il suo strumento musicale: “Sono sempre stato ossessionato dalla batteria – spiegò in una vecchia intervista – mi affascina come nessun altro strumento”. Oggi lui è considerato come un esempio da seguire da tanti, ma in passato anche John Bonham aveva dei modelli ai quali si ispirava nella sua arte. Ecco quali sono, secondo Far Out Magazine, i 5 batteristi preferiti dal grande musicista dei Led Zeppelin. 1 – Gene Krupa Tra le più grandi influenze musicali di John Bonham bisogna includere sicuramente Gene Krupa, grande compositore e batterista jazz, famoso per il suo stile energetico e la sua carismatica presenza scenica. Per Bonzo era davvero un mito. Secondo quanto raccontato dal fratello di John, Michael, il giovane Bonham restò particolarmente colpito dal biopic del 1956 intitolato The Benny Goodman Story, nel quale Krupa vestiva i panni del protagonista, il re dello swing. Dopo aver visto il film al cinema con il padre, Bonham disse addirittura: “Gene Krupa è Dio”. 2 – Ginger Baker The Graham Bond Organisation fu una delle band preferite di Bonzo durante gli anni della sua formazione musicale. Il batterista di questo gruppo era Ginger Baker, oggi considerato uno dei più grandi di tutti i tempi nella sua categoria. 3 – Buddy Rich Tra le influenze di Bonzo va ricordato anche il grande batterista jazz Buddy Rich, un musicista che divenne un modello non solo per il batterista dei Led Zeppelin, ma anche per tanti altri, come Ringo Starr e Keith Moon. Stilisticamente erano molto diversi, ma Bonham nutriva una profonda ammirazione per Rich, anche se la stima non era reciproca. Come tanti altri musicisti del suo genere musicale, infatti, Rich non apprezzava molto i colleghi del rock, considerati molto al di sotto del livello standard del jazz. 4 – Max Roach Max Roach è un altro dei batteristi dei quali John Bonham era fan. Non a caso lo citò spesso durante i concerti, dedicandogli anche dei tributi. Roach fu un precursore della musica bebop e lavorò con i più grandi musicisti jazz della sua epoca. Il fatto che Bonzo lo ammirasse è l’ennesima prova che la sua formazione musicale affonda le sue radici nel jazz più che in qualsiasi altro genere di musica. Il suo tecnico di sempre, Jeff Ocheltree, una volta spiegò: “John ascoltava Max Roach, Alphonse Mouzon, Elvis Jones e un sacco di batteristi fusion e jazz. C’è una cosa che mi infastidisce a proposito di John Bonham – disse – tutti pensano che lui fosse un batterista duro che picchiava forte sui suoi tamburi. In realtà, Bonham era appassionato di swing e suonava con molta tecnica”. Non a caso, con l’intenso assolo di batteria nel brano Moby Dick, John Bonham volle proprio rendere omaggio al grande Max Roach, ispirandosi al suo famoso pezzo The Drum Also Waltzes, del quale riprese anche alcune parti. 5 – Keith Moon Se i batteristi jazz hanno insegnato a John Bonham la tecnica, a insegnarli lo stile fu Keith Moon. Il musicista degli Who gli insegnò come dare brio alle sue performance. L’amore di Bonzo per questo grande artista nacque dopo averlo visto per la prima volta suonare in televisione; suo fratello Michael in seguito raccontò che quell’esibizione lo colpì profondamente. Keith Moon era diverso da qualsiasi altro batterista e Bonzo lo intuì subito: era potente e fiero, ma allo stesso tempo aveva un grande stile. Forse non lo ha influenzato come hanno fatto gli altri batteristi di questa lista, ma di certo John amava molto Moon. Il batterista degli Who, tra l’altro, si esibì anche insieme al collega e ai Led Zeppelin in una delle sue ultime apparizioni, un’esibizione che fu uno spettacolo straordinario. I due batteristi, purtroppo, sono morti giovani, sconfitti dai loro demoni; entrambi, però, oggi sono considerati due baluardi delle percussioni nella storia del rock. Insieme a Eric Clapton e Jack Bruce, Baker fondò i Cream, una band che aprì la strada a una nuova era della musica rock, della quale poi fecero parte gli stessi Led Zeppelin. Baker dava davvero il massimo durante i live e Bonham di certo si ispirò a lui nelle sue performance. I due per un periodo furono contemporanei e in tanti li misero a confronto; Ginger, però, non gradiva molto il paragone con Bonzo. Nella sua autobiografia intitolata Hellraiser: The Autobiography of the World’s Greatest Drummer, il batterista dei Cream scrisse: “John Bonham una volta fece una dichiarazione, nella quale affermò che c’erano solo due batteristi nella storia del rock ‘n’ roll inglese: lui stesso e Ginger Baker. La mia reazione di fronte a queste parole fu: ‘Piccolo bastardo insolente!’”. 1 – Gene Krupa Tra le più grandi influenze musicali di John Bonham bisogna includere sicuramente Gene Krupa, grande compositore e batterista jazz, famoso per il suo stile energetico e la sua carismatica presenza scenica. Per Bonzo era davvero un mito. Secondo quanto raccontato dal fratello di John, Michael, il giovane Bonham restò particolarmente colpito dal biopic del 1956 intitolato The Benny Goodman Story, nel quale Krupa vestiva i panni del protagonista, il re dello swing. Dopo aver visto il film al cinema con il padre, Bonham disse addirittura: “Gene Krupa è Dio”. https://youtu.be/GyM6-QibDFM
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https://www.elle.com/it/moda/tendenze/news/g954658/stile-country-rock-robert-plant-maureen-wilson-copia-look-collezioni-uomo-donna-autunno-inverno-2013-14-marc-jacobs-carven/
Il protagonista di questa storia d’amore è Robert Plant, voce stridula e seducente dei Led Zeppelin dal 1968 al 1980. Appena ventenne Mr Plant si affaccia a un mondo fatto di musica, tour, vizi e promesse d’amore. E proprio a novembre del 1968, infatti, prima di partire per l’assolata California Plant sposa Maureen Wilson la donna che lo aveva appena reso padre.
Inizia così la doppia vita del fascinoso cantante da un lato devoto padre di famiglia, dall’altro rockstar sensuale e avvenente sia sul palco sia nei backstage a contatto con le innumerevoli groupies. Ma, nonostante tutto, l’adorato frontman dei Led Zeppelin è sempre pronto a tornare dall’amata moglie in Galles alla quale dedica anche Tahnk You, il suo primo brano autografato che sembra una vera e propria dichiarazione d’amore e devozione per lei e per la vita coniugale. Messaggio opposto, tra l’altro, a quello di Whola Lotta Love, sempre nello stesso disco, che invece è il manifesto di una vita dedicata allo sbando dei piaceri carnali e passionali messi in scena ogni sera dopo i concerti.
Ma la coppia Plant/Wilson non cede e supera tutto anche i dissapori e i tradimenti più plateali. Probabilmente il segreto, come affermava lo stesso Robert Plant in un intervista al New Musical Express nel 1973, sta nel “tutelare moglie dagli eccessi e le sregolatezze della sua vita da musicista”.
Antonella Mei 21 h · https://www.luinonotizie.it/anniversario/2019/08/20/oggi-i-71-anni-di-robert-plant-voce-dei-led-zeppelin-e-simbolo-dellhard-rock/140484
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https://www.r3m.it/robert-plant-come-stata-mia-vita-dopo-led-zeppelin/
ROBERT PLANT: “COM’È STATA LA MIA VITA DOPO I LED ZEPPELIN”
Antonella Mei 18 h · https://www.youtube.com/watch?v=fpigDGf6vXM Led Zeppelin perform 'Black Dog' in front of a sold out crowd at the O2 arena for the Ahmet Ertegun Tribute Concert and concert film 'Celebration Day'
Antonella Mei 4 h · https://www.rockol.it/news-714531/led-zeppelin-il-mash-up-tra-kashmir-e-sober-che-piace-ai-tool-zober
Antonella Mei 4 h · Chi è Robert Plant, icona della musica rock Continua su: https://notiziemusica.it/robert-plant-la-carriera-e-la-vita-privata/curiosita/ https://notiziemusica.it/robert-plant-la-carriera-e-la-vita-privata/curiosita/
Chi è Robert Plant, icona della musica rock Continua su: https://notiziemusica.it/robert-plant-la-carriera-e-la-vita-privata/curiosita/ https://notiziemusica.it/robert-plant-la-carriera-e-la-vita-privata/curiosita/
SEGUE PARTE QUARTA
la mia anima rock ha preso il sopravvento siiiiiiiiiiiiiiii https://youtu.be/oxHoLtrGNCA in età più giovanile diciamo..correvano gli anni 75..ero giovanissima...sedicenne ho vinto anche una gara di rock and roll con questa canzone...campionati regionali.. da urlo li adoro i miei Zeppelin Led Zeppelin - Rock and Roll 1973 Live Video FULL HD
https://www.youtube.com/watch?v=IbW5K2F1N28
Led Zeplin: Rock And Roll (Live at Madison Square Garden, New York, 1973)."Rock and Roll" single by Led Zeppelin from the album Led Zeppelin IV. Released 8 November 1971. Click To Subscribe Now! https://www.youtube.com/OLDTAPES?sub_... Lyrcis: It's been a long time since I rock and rolled It's been a long time since I did the Stroll Oh let me get it back let me get it back Let me get it back baby where I come from It's been a long time been a long time Been a long lonely lonely lonely lonely lonely time Yes it has It's been a long time since the book of love I can't count the tears of a life with no love Carry me back carry me back Carry me back, baby, where I come from It's been a long time, been a long time Been a long lonely, lonely, lonely, lonely, lonely time Seems so long since we walked in the moonlight Making vows that just can't work right Open your arms, opens your arms Open your arms, baby, let my love come running in It's been a long time, been a long time Been a long lonely, lonely, lonely, lonely, lonely time Writer(s): Jimmy Page / Robert Plant / John Paul Jones / John Bonham
Led Zeppelin - Black Dog (Live at Madison Square Garden 1973) (Official Video)
https://www.youtube.com/watch?v=6tlSx0jkuLM
Watch Led Zeppelin perform their song 'Black Dog' live at Madison Square Garden in New York City in July 1973 from The Song Remains the Same. JUST RELEASED The Song Remains the Same has been reissued with audio remastered by Jimmy Page! Order your copy here https://lnk.to/TSRTS The title 'Black Dog' is a reference to a nameless black labrador retriever that wandered around the Headley Grange studios during recording. Subscribe to the channel! http://bit.ly/LedZeppelinYouTube The Official Led Zeppelin Playlists... The Music Videos http://bit.ly/ZeppelinMusicVideosLive Performances & TV Appearances http://bit.ly/ZeppelinLIVELed Zeppelin Off-Stage http://bit.ly/ZeppelinOffStageThe Zeppelin Rare Film Series http://bit.ly/ZeppelinRareFilmAlternative Mixes & Deep Cuts http://bit.ly/ZeppelinDeepCuts Stay Connected with Led Zeppelin... http://www.ledzeppelin.com http://www.facebook.com/ledzeppelin http://www.twitter.com/ledzeppelin https://www.instagram.com/ledzeppelin --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The Led Zeppelin channel is the band’s official YouTube home, featuring a catalog of live performances, official music videos, archival footage, and Zeppelin-Il canale dei Led Zeppelin è la home ufficiale di YouTube della band, con un catalogo di esibizioni dal vivo, video musicali ufficiali, filmati d'archivio e playlist approvate dagli Zeppelin. Iscriviti per entrare a far parte della community YouTube dei Led Zeppelin e ricontrolla per annunci di prodotti, aggiornamenti dalla band e molto altro! I Led Zeppelin si sono formati nel 1968 e sono diventati uno dei gruppi più influenti, innovativi e di successo nella musica moderna, avendo venduto oltre 300 milioni di album in tutto il mondo. La band è nata dalle ceneri degli Yardbirds, quando Jimmy Page ha portato John Bonham, John Paul Jones e Robert Plant in tour come The New Yardbirds. Nel 1969, i Led Zeppelin pubblicarono il loro debutto omonimo che fu prodotto da Page, così come tutti gli album successivi. Ha segnato l'inizio di un regno di 12 anni, durante i quali il gruppo è stato ampiamente considerato il gruppo rock più grande e innovativo del mondo. playlists. Subscribe to join the Led Zeppelin YouTube community and check back for product announcements, updates from the band, and more! Led Zeppelin formed in 1968 and went on to become one of the most influential, innovative, and successful groups in modern music, having sold more than 300 million albums worldwide. The band rose from the ashes of The Yardbirds, when Jimmy Page brought in John Bonham, John Paul Jones, and Robert Plant to tour as The New Yardbirds. In 1969, Led Zeppelin released its self-titled debut which was produced by Page, as were all the subsequent albums. It marked the beginning of a 12-year reign, during which the group was widely considered to be the biggest and most innovative rock band in the world.
Led Zeppelin - Dazed and Confused ( Song Remains the Same ) 1080p https://youtu.be/ZQgYn23Xvck Son: "Dad, why is sister named Rose?" Dad: "Because your mom love rose" Son: "Umm.. thank's, Dad" Dad: "You're welcome, Led Zeppelin - Dazed And Confused Live At Madison Square Garden 1973"
Led Zeppelin - Dazed and Confused ( Song Remains the Same ) 1080p
Son: "Dad, why is sister named Rose?"
Dad: "Because your mom love rose"
Son: "Umm.. thank's, Dad"
Dad: "You're welcome, Led Zeppelin - Dazed And Confused Live At Madison Square Garden 1973"
figlio: "Papà, perché la sorella si chiama Rose?"
Papà: "Perché l'amore di tua madre è aumentato"
Figlio: "Umm .. grazie, papà"
Papà: "Prego, Led Zeppelin - Stupito e confuso dal vivo al Madison Square Garden 1973"
https://youtu.be/6tlSx0jkuLM Led Zeppelin - Black Dog (Live at Madison Square Garden 1973)
.e pensare che aveva già subito l'operazione alle corde vocali per alcuni noduli!!!... la sua voce...è sempre lì...con qualche sfumatura più bassa..ma quella come chiamo io Dionisiaca... Jimmy sempre al suo fianco..ha assecondato la voce del suo fedele amico..chiamando la sua chitarra all'appello..facendola meno urlante più accarezzante ma sempre in un unico abbraccio vocale con Robert.. persino in Immigration song... timbro suadente e ben centrato sulle note medio-alte, e lui ha spinto al massimo. Un tenore sexy che si è espresso in tanti memorabili vocalizzi e acute sirene orgasmiche, live come in studio, ci basti pensare alla parte finale di Whole lotta love. Sedotti tutti e tutte. ""Voce squillante e cristallina, capace anche di essere grintosa e graffiante all’occorrenza. Tecnicamente legato al blues, un canto intenso ed emotivo, a tratti dolce ma sempre pronto a esplodere. In poco tempo è diventato un punto di riferimento per i cantanti che sarebbero venuti dopo. Nei live sempre generoso nel belting, anche fin troppo vista l’operazione alle corde vocali a cui è dovuto ricorrere nel ’74. Insieme agli innumerevoli potenti acuti al limite dello strillo, ripetuti di continuo in un’attività live frenetica, anche lo stile di vita nel primo periodo del successo planetario ha inciso negativamente sulla sua voce, che nei primi anni sembrava quasi non avere limiti per resistenza e altitudini. Tra i tanti vizi quello delle sigarette è durato decenni.""preso da un articolo Led Zeppelin Live Aid 1985 3 Stairway to Heaven Stereo https://youtu.be/CBk-iRihSUg
.e pensare che aveva già subito l'operazione alle corde vocali per alcuni noduli!!!...
la sua voce...è sempre lì...con qualche sfumatura più bassa..ma quella come chiamo io Dionisiaca...
Jimmy sempre al suo fianco..ha assecondato la voce del suo fedele amico..chiamando la sua chitarra all'appello..facendola meno urlante più accarezzante ma sempre in un unico abbraccio vocale con Robert..
persino in Immigration song...
timbro suadente e ben centrato sulle note medio-alte, e lui ha spinto al massimo. Un tenore sexy che si è espresso in tanti memorabili vocalizzi e acute sirene orgasmiche, live come in studio, ci basti pensare alla parte finale di Whole lotta love. Sedotti tutti e tutte.
""Voce squillante e cristallina, capace anche di essere grintosa e graffiante all’occorrenza. Tecnicamente legato al blues, un canto intenso ed emotivo, a tratti dolce ma sempre pronto a esplodere. In poco tempo è diventato un punto di riferimento per i cantanti che sarebbero venuti dopo. Nei live sempre generoso nel belting, anche fin troppo vista l’operazione alle corde vocali a cui è dovuto ricorrere nel ’74. Insieme agli innumerevoli potenti acuti al limite dello strillo, ripetuti di continuo in un’attività live frenetica, anche lo stile di vita nel primo periodo del successo planetario ha inciso negativamente sulla sua voce, che nei primi anni sembrava quasi non avere limiti per resistenza e altitudini. Tra i tanti vizi quello delle sigarette è durato decenni.""preso da un articolo
Led Zeppelin Live Aid 1985 3 Stairway to Heaven Stereo
All’indomani di Houses Of The Holy i Led Zeppelin si ritrovano a fronteggiare alcuni problemi che ne rallentano il tanto atteso ritorno. La temibile crisi artistica di John Paul Jones, intenzionato a lasciare la band per prendere il posto alla Winchester Cathedral, è seconda solo al dramma personale di Robert i cui noduli alle corde vocali lo costringeranno a sottoporsi a una delicata operazione chirurgica. Robert viene operato nel 1974, sebbene la sua voce rimarrà ancora potente e capace di arrivare fino al Vahallah verrà privata di quel formidabile tintinnante falsetto che aveva contraddistinto i primi cinque lavori della band. La generosità vocale del leader, la mancanza della corretta tecnica spesso colmata da deleterie tonalità alte e la chirurgia non all’avanguardia segneranno per sempre una fra le più belle e potenti voci del rock. Inoltre per quasi tutto il tour americano del 1975 il lungocrinito singer è pesantemente influenzato. Gli strascichi della vita on the road, l’aria climatizzata e il continuo cambio di condizioni climatiche lo vedranno spesso costretto a limitare le impennate vocali optando per un canto contenuto. La situazione diverrà così insostenibile che il medico di fiducia verrà licenziato e sostituito da un altro che gli imporrà uno stop categorico per recuperare la forma. Intanto dopo tre lunghi mesi d’incertezza la situazione si distende a favore della riconciliazione con il timido bassista. Il rientro di Jones permette al dirigibile di scrollarsi di dosso la polvere prendendo il volo verso l’opera più impegnativa e ambiziosa. Ma c’è ancora un altro scoglio da superare, le otto tracce del nuovo lavoro sono di gran lunga più lunghe della durata di un singolo album. Jimmy decide di inserire alcune outtake dagli album precedenti arrivando a licenziare un doppio LP. Per dirla con Page e Plant, per il sesto capitolo si decise di non eliminare brani che, normalmente, non avrebbero trovato posto su un singolo vinile. Il primo parto della Swan Song Records gioca sugli opposti, contiene i loro pezzi più lunghi (In My Time Of Dying) e quelli brevi (Bron-Yr-Aur), ballate contrapposte a pezzi iper-uranici, momenti delicati versus sonore mazzate arricchite d’atmosfere suggestive. Uscito leggermente in ritardo per la complessa lavorazione della particolare copertina che, sfilata, lascia scorrere i volti dando l’impressione di un andirivieni dentro il palazzo, il lavoro è licenziato il 23 febbraio del 1975. Physical Graffiti naviga fra vari stili musicali affondando le radici nella storia dei quattro cavalieri dell’hard rock. Ergendosi a punto di snodo di una carriera in assoluta ascesa, il sesto capitolo impone i Led Zeppelin come la più grande band del pianeta. Anche stavolta nessun dettaglio è lasciato al caso, la macchina infernale di Page e soci non sbaglia un colpo. Mutuata dalle liriche dei bluesman Sleepy John Estes (Drop Down Mama), Bukka White (Shake ‘Em On Down) e Blind Boy Fuller (I Want Some Of Your Pie), Custard Pie fa decollare il bombardiere attraverso la (pro)pulsione ritmica di Bonzo e le chitarre distorte di Page. La voce impastata di Plant supplica una delle sue amanti di concedergli “un pezzo della sua dolce torta”. L’assolo, ottenuto attraverso un sintetizzatore suonato da Page, si fonde al clavinet di Jonsy mentre l’armonica acida aggiunge un tocco caustico. Il brano non fu mai suonato per intero nei concerti ma incorporato in altre take. The Rover, originariamente uno strumentale acustico, diventa un brano elettrico dall’andamento pesante. Page trova il giusto effetto per le chitarre cesellando un grande assolo ma nel finale manca un bridge efficace, proprio come successe a The Ocean. In My Time Of Dying è un traditional blues torrido, già ripreso da Dylan, con undici minuti sospinti dalla pachidermica batteria di Bonham su cui volano gli incisivi accordi della chitarra in anticipo sul canto di Plant. Per il reverbero di cui è intrisa la batteria, il brano ricorda When The Levee Breaks. La chitarra è una Danelectro, Page sfoggia lezioni di raffinata tecnica slide un attimo prima che lo stop and go a cappella “Oh my Gina” richiami in causa il riff portante. Il fretless di Jonsy aggiunge ancora un pizzico di peperoncino a questa ricetta sapida e gustosa. Dal 1977 in poi, Plant mostrò una certa ritrosia nel cantare il brano per il suo contenuto fatale. La paura fu alimentata dall’incidente automobilistico a Rodi in cui il singer stava per perdere la vita insieme alla sua famiglia. Houses Of The Holy ha un riff obliquo, Robert canta divinamente un mid tempo vincente. L’atmosfera è funky ma il piglio smaccatamente pop, prodotto dall’ottimo songwriting di Page. Trampled Underfoot è la Terraplane Blues degli Zeppelin in omaggio a Robert Johnson ma ritmicamente vicina a Superstition di Stevie Wonder. Uno schiacciasassi dall’incredibile forza dettata dall’hammering di Jonsy e dal bridge geniale su cui plana il canto sofferente di Percy. Procedendo in modo massiccio, al pari di un instancabile rullo compressore, il brano produce una potente fluidità funky avvolta dal wah-wah. Dal vivo si prestava a diventare una sorta di scontro fra le algide dita di Jonsy e quelle lunghe e funamboliche di Page, impegnati in una battaglia titanica a quattro mani. Il sigillo del primo disco è affidato a Kashmir, capolavoro assoluto condotto dalla pesante batteria di Bonzo. Ispirata dai viaggi nel mondo arabo del 1972, la composizione mantiene un andamento ritmico ostinato, opposto alle chitarre in controtempo. I suoi otto minuti suscitano un ammaliante mistero arricchito dal pathos delle orchestrazioni di Jonsy, qui gigante assoluto. Contrariamente a quanto si possa supporre, nessuno dei quattro era mai stato nel Kashmir prima della sua stesura. L’ottimo lavoro degli arrangiamenti contribuisce alla riuscita di questo brano incentrato sull’idea del viaggio verso affascinanti lidi sconosciuti, capaci di creare una fascinosa ipnosi nel viaggiatore. Plant ebbe difficoltà a cantarla per la statura monumentale del brano, tanto maestoso da sopraffare il suo stesso creatore. Jones suonò singolarmente le varie sezioni degli archi permettendo così di leggerne tutti i dettagli. I riff orientali sono carichi di drammaticità e nel segmento finale la qualità del lavoro di Jones s’avvicina pericolosamente a quella trionfale di Page, già proiettato nell’empireo dai precedenti lavori. Per Michael Gira (Swans) Kashmir risulta incredibile per il sound della chitarra di Page, così poetico e pieno di anima. Gli Zeppelin avevano alzato il tiro, ancora una volta in modo del tutto personale e inarrivabile. In apertura del secondo disco, il sinistro effetto iniziale di In The Light è ottenuto dall’archetto di violino su chitarra acustica, Jones sermoneggia al sintetizzatore per una lunga introduzione che lascerà spazio alla voce incisa su più tonalità. Forte di toni drammatici simili a Kashmir, ma meno intensi nell’impatto emotivo, In The Light sfoggia una prima parte oscura e misteriosa mentre nel bridge tutta la conoscenza armonica di Jones sposa lo stile asciutto di Page. I riff variati nella tonalità, in scala ascendente, testimoniano il livello di finezza compositiva della band. Sul finale il giro armonico ripetuto ossessivamente smorza leggermente le aspettative per questa take che, con qualche variazione altra, avrebbe potuto essere una nuova Kashmir. Bron-Yr-Aur è un riempitivo di studio che vede Page al fingerpicking su acustica Martin, uno strumentale di due minuti recuperato dalle sessioni di Led Zeppelin III. Down By The Seaside piazza il pianoforte Jones in bellavista, l’effetto tremolo sulla chitarra e i repentini cambi di tempo modificano il brano salvandolo dall’anonimato. Il titolo è un omaggio a Down By The River di Neil Young. Ten Years Gone, lunga e nostalgica ballad di sei minuti in cui Plant ricorda malinconicamente la sua prima fiamma, sfrutta 14 chitarre in overdub necessarie per ottenere l’armonizzazione voluta da Page. Dal vivo il brano prevedeva una chitarra a triplo manico suonata da Jonsy. La melodia è power pop, la voce suadente s’increspa solo nella sezione centrale “Did you ever really need somebody, And really need ‘em bad, did you ever really want somebody, The best love you ever had” per poi tornare pacata nel tripudio finale di chitarre che lascia emotivamente provati. Night Flight è un brano diretto con la voce di Plant in vetta e un buon giro armonico. Ibrido fra hard rock e vena pop, non è mai diventato uno dei più amati dai fan e, come molti altri brani, non fu mai suonato dal vivo. The Wanton Song sfrutta la stessa spinta ritmica di Immigrant Song, uno tsunami di riff diretti e batteria schiacciasassi mentre il lascivo Plant si lamenta contro una donna che depreda il suo corpo lasciandolo solo e tremante nella fredda notte. Uno dei bridge più efficaci mai scritti da Jimmy, forte di un assolo di fine grana introdotto dal percussivo riff che si schianta sugli anticipi ritmici di Bonzo. Boogie With Stu proviene da un momento di relax durante le registrazioni del materiale per Led Zeppelin IV. Ian Stewart stava suonando un pianoforte scassato quando si ritrovò dentro una jam conclusasi con questo brano escluso dal quarto lavoro. Lo stile vocale ricorda Elvis nel canto e Oh My Head di Ritchie Evans nella melodia. Black Country Woman è introdotta dalle voci di Kramer e Plant che decidono se lasciare o meno il rumore del biplano in sottofondo: “Don’t want to get this zeppelin on“, “Nah, leave it yet”. Le chitarre acustiche sono raggiunte dalla batteria dopo il primo minuto, il basso fa da contrappunto alla voce arrochita di Plant che sembra sottoposta a una cura massiccia di whiskey e sigarette. Il tormentato Sick Again è una ballad dall’andamento pesante fatta di un muro di chitarre sabbiose e con Bonzo in cattedra. Le triplette iniziali sulla cassa richiamano Good Times Bad Times e il solito backward echo sulla chitarra fa il resto. Plant spinge di gola su liriche ambigue in cui l’età della ragazza oscilla fra i 12 o 13 anni, il lupo perde il pelo… Durante uno dei tour americani gli Zeppelin coronano uno dei loro sogni assistendo allo show di Elvis, idolo di Robert Plant. Dopo aver scoperto che la band inglese lo stava surclassando nelle vendite, il singer decide di invitarli nella sua tenuta. Durante il leggendario incontro Elvis e Bonzo discutono di automobili mentre John Paul Jones scambia un orologio di Paperino con quello di Presley, un Rolex di qualche decina di migliaia di dollari. Al momento di congedarsi, nel viale che li avrebbe separati, Elvis intona la prima strofa di Love Me, “Treat me like a fool”, incalzato da Percy con “Treat me mean and cool” per chiudere insieme con “But love me”. Prima di lasciarli andare Elvis chiede un autografo, apparentemente per la figlia Lise Marie. Physical Graffiti non è solo il successore di Houses Of The Holy ma la naturale evoluzione degli Zeppelin, figlia dei primi cinque capitoli. Sesto e immenso disco, minato da crisi esistenziali, droghe, incidenti e disgrazie, questo doppio rimane un bignami artistico eccellente, fatto di canzoni inarrivabili che testimoniano ancora una volta il loro stato di grazia compositiva. L’uscita zittisce tutti, compresa la tanto odiata critica musicale. La band dimostra di saper miscelare vari generi ottenendo un sisma della dodicesima scala Mercalli. Physical Graffiti rappresenta l’apice creativo di Jimmy Page e soci nell’esatta metà degli anni ‘70. Summa e sintesi dal suono aggressivo con John Bonham in stato di grazia assoluta, il doppio vinile mostra tutta la loro esperienza producendo rock blues psichedelico, intarsiato da John Paul Jones e urlato a gola rossa dal frontman, il cui vagito primordiale aveva da sempre sconvolto la mente di Page. Pietra angolare, dentro e fuori della band, il disco segna lo zenith degli Zeppelin anticipando l’inizio dell’inevitabile discesa di questo immarcescibile mito. Companion album. Brandy & Coke è Trampled Underfoot con meno addizioni chitarristiche. I mugugni di Plant sono in bella vista, la voce va in crack per la furia esecutiva mentre l’hammering di Jones è molto vicino alla versione definitiva. Una versione del tutto diversa di Sick Again, senza testo né overdub, mostra Jimmy Page impegnato al basso. I solidi pattern ritmici di Bonzo accompagnano il mago della sei corde mentre abbozza la struttura basica della melodia. La durata è nettamente inferiore dalla prescelta. In My Time Of Dying non contiene lavori di affinamento, durante l’assolo Page divaga e poi corregge il tiro di questo blues infernale che, seppur snello e alleggerito, risulta ancora potente e suggestivo. In Houses Of The Holy i cambiamenti emergono nel backing vocal e nell’introduzione di campanelli ritmici epurati in fase di rifinitura. Everybody Makes It Through è molto più che l’alternative take di In The Light. Una traccia molto diversa, meno pesante, con clavinet introduttivo e le singole note della chitarra di Page in contrappunto. Testo e strutture mutano significativamente, ma non nel bridge, risultando davvero un bel regalo. Boogie With Stu è rinforzata dal mandolino introduttivo mentre il missaggio stereofonico è diverso. Autore: Led Zeppelin Titolo Album: Physical Graffiti Anno: 1975 Casa Discografica: Swan Song Records Genere musicale: Hard Rock Voto: 10 Tipo: CD Sito web: http://www.www.ledzeppelin.com Membri band: Robert Plant – voce Jimmy Page – chitarra John Paul Jones – basso John Bonham – batteria, percussioni Tracklist: Disc 1: 1. Custard Pie 2. The Rover 3. In My Time Of Dying 4. Houses Of The Holy 5. Trampled Under Foot 6. Kashmir Disc 2: 1. In The Light 2. Bron-Yr-Aur 3. Down By The Seaside 4. Ten Years Gone 5. Night Flight 6. The Wanton Song 7. Boogie With Stu 8. Black Country Woman 9. Sick Again Companion Audio Disc 1. Brandy & Coke (Trampled Under Foot – Initial Rough Mix) 2. Sick Again (Early Version) 3. In My Time Of Dying (Initial Rough Mix) 4. Houses Of The Holy (Rough Mix With Overdubs) 5. Everybody Makes It Through (In The Light Early Version/In Transit) 6. Boogie With Stu (Sunset Sound Mix) 7. Driving Through Kashmir (Kashmir Rough Orchestra Mix)
https://youtu.be/I2iC_2BcQ4U tutto l’album
ROBERT PLANT: L’UGOLA DIONISIACA DELL’HARD ROCK
a quanto pare..Ugola Dionisiaca..non è solo una mia espressione..anche il giornalista la pensa uguale a me..
Dai Led Zeppelin alla carriera solista, la sua voce nel tempo
La natura lo ha aiutato donandogli buona estensione con un timbro suadente e ben centrato sulle note medio-alte, e lui ha spinto al massimo. Un tenore sexy che si è espresso in tanti memorabili vocalizzi e acute sirene orgasmiche, live come in studio, ci basti pensare alla parte finale di Whole lotta love. Sedotti tutti e tutte.
Voce squillante e cristallina, capace anche di essere grintosa e graffiante all’occorrenza. Tecnicamente legato al blues, un canto intenso ed emotivo, a tratti dolce ma sempre pronto a esplodere. In poco tempo è diventato un punto di riferimento per i cantanti che sarebbero venuti dopo. Nei live sempre generoso nel belting, anche fin troppo vista l’operazione alle corde vocali a cui è dovuto ricorrere nel ’74. Insieme agli innumerevoli potenti acuti al limite dello strillo, ripetuti di continuo in un’attività live frenetica, anche lo stile di vita nel primo periodo del successo planetario ha inciso negativamente sulla sua voce, che nei primi anni sembrava quasi non avere limiti per resistenza e altitudini. Tra i tanti vizi quello delle sigarette è durato decenni.
DaDa Phisycal Graffiti si nota un cambio nella sua vocalità, energica ma brunita usando tessiture più basse. A suo parere l’operazione per rimuovere i noduli ha avuto ripercussioni permanenti sulla qualità della sua voce e che se potesse tornare indietro non urlerebbe così tanto come nei concerti degli anni ’70. Nella sua carriera solista post zeppelin, ha abbracciato più generi. Rock meno hard, blues, un folk farcito di tematiche celtiche, musiche orientaleggianti, ma le fortune sono state alterne e l’abbassamento della sua voce da metà anni ’80 è diventato evidente.
Meno divinità e più umano negli ultimi tempi, ha sottolineato come non ci si possa aspettare da lui di cantare pezzi dei Led Zeppelin allo stesso modo di quarant’anni fa, ora deve adottare linee vocali e tonalità più consone alla sua età. “Non voglio urlare Immigrant Song ogni notte per il resto della mia vita – confessò Plant al The Guardian -, e non sono sicuro di poterlo fare”.
Dopo aver detto di no, nel 2014, a 500 milioni di sterline per la reunion dei Led Zeppelin, lo storico frontman della band rimane tuttora saldamente convinto della sua decisione. “Non puoi mai tornare indietro – ha dichiarato il cantante in una recente intervista -, è abbastanza difficile ripetere qualcosa che risale a un anno fa, figuriamoci una cosa che risale a 49 anni fa. Devo continuare ad andare avanti“.
E cosa importa se, simpaticamente, negli ultimi anni con quella barbetta grigia e bianca assomiglia più a un barboncino che al sex symbol che è stato, rimarrà un’icona intramontabile del rock, e per noi Robert sarà sempre un ventenne scatenato, il vero bomber degli anni ’70.
https://youtu.be/14xHCzNYNL4 Page and Plant - Dancing Days - Dallas Texas (Mar 18th 1995)
https://youtu.be/r417TsvamXE Dancing Days 5/17/1995 HD
immy Page, Robert Plant - Babe I'm Gonna Leave You (Live) https://youtu.be/UNwp-zq_XGo
https://www.youtube.com/watch?v=UNwp-zq_XGo&list=RDUNwp-zq_XGo&start_radio=1&t=82
The Rain Song - Jimmy Page & Robert Plant https://youtu.be/BeDylD8dV7U?list=RDdLB6i-Sg0lA
1994
mi commuovo come allora..nel sentirli...
..sono unici e magici...
molti conoscono solo alcuni brani...
ma loro sono speciali..e ogni loro canzone è una magia pura..
Robert rischiava di non cantare più..e invece...
ancora oggi a 71 anni è lo stesso ragazzo magico di allora..
certo, si guarda dentro ..sà che ogni tempo ha la sia strada..
ma dopo quello che ha passato..il dolore., l'amore per la sua famiglia .l'amicizia con Bonzo, il batterista, l'amicizia con jimmy..lui è grato di essere quello che ancora si emoziona ad ascoltare la sua musica..il suo cuore..e sà che non sarebbe quello di oggi senza essere stato quello di ieri..
il passato deve esistere per vivere il presente e il futuro...
Grazie Robert Plant..grazie Led Zeppelin❤️
1994 mi commuovo come allora..nel sentirli... ..sono unici e magici... molti conoscono solo alcuni brani... ma loro sono speciali..e ogni loro canzone è una magia pura.. Robert rischiava di non cantare più..e invece... ancora oggi a 71 anni è lo stesso ragazzo magico di allora.. certo, si guarda dentro ..sà che ogni tempo ha la sia strada.. ma dopo quello che ha passato..il dolore., l'amore per la sua famiglia .l'amicizia con Bonzo, il batterista, l'amicizia con jimmy..lui è grato di essere quello che ancora si emoziona ad ascoltare la sua musica..il suo cuore..e sà che non sarebbe quello di oggi senza essere stato quello di ieri.. il passato deve esistere per vivere il presente e il futuro... Grazie Robert Plant..grazie Led Zeppelin❤️ https://youtu.be/Mvw--mNvPXQ
2012 mi commuovo come allora..nel sentirli... ..sono unici e magici... molti conoscono solo alcuni brani... ma loro sono speciali..e ogni loro canzone è una magia pura.. Robert rischiava di non cantare più..e invece... ancora oggi a 71 anni è lo stesso ragazzo magico di allora.. certo, si guarda dentro ..sà che ogni tempo ha la sia strada.. ma dopo quello che ha passato..il dolore., l'amore per la sua famiglia .l'amicizia con Bonzo, il batterista, l'amicizia con jimmy..lui è grato di essere quello che ancora si emoziona ad ascoltare la sua musica..il suo cuore..e sà che non sarebbe quello di oggi senza essere stato quello di ieri.. il passato deve esistere per vivere il presente e il futuro... Grazie Robert Plant..grazie Led Zeppelin❤️ https://youtu.be/fpigDGf6vXM Led Zeppelin perform 'Black Dog' in front of a sold out crowd at the O2 arena for the Ahmet Ertegun Tribute Concert and concert film 'Celebration Day'
https://youtu.be/Chpu7_d_MIs Despite doubts expressed by Jimmy Page about Led Zeppelin's future activities, Robert Plant announced that he will meet with other members of the group to discuss plans to mark the event. An official illustrated book, "Led Zeppelin Led Zeppelin", will be released in October while guitarist Jimmy Page has recently stated that another Led Zeppelin live album will arrive later this year, with additional "outs" during the next decade. Speaking to The Current Led Zep's projects to celebrate their half-century, the singer said, "We intend to get together and talk about it.In fact, it's very difficult to find things that do not. have not been heard yet, and it will not only be 50 years, but next year will be the 38th anniversary of John [Bonham, drums] 's death. Plant added that he would like to have more things to offer: "There will be the book of photographs and other things, but some of them will be particularly interesting, I think." Beyond that, musically, he There are songs lying around, but not an album or something like that, but there will be a party, I'm sure, and somehow we'll have champagne flowing! " The band has not played together for more than a decade, the last time being in December 2007 at the O2 Arena in London. The concert was part of Ahmet Ertegun's tribute and was recorded on the CD and DVD "Celebration Day" in 2012. The ensemble, which welcomed Jason Bonham as a replacement for his late father on drums, was the first concert bringing Page, Plant and John Paul Jones since the death of John Bonham in 1980. In October, Plant virtually extinguished any hope of a possible reformation of Led Zeppelin: "It's not always easy to look back, it's hard to remember things that happened last year. 49 years ago! I must keep moving forward! ", he told. Jimmy Page, Robert Plant and John Paul Jones collaborated directly on the development of this edition. The official accounts of the band made the announcement: the band responsible for "Stairway to heaven" will launch an illustrated book in 2018 celebrating half a century of the existence of the band. According to Rolling Stone, the publisher in charge is Reel Art Press, which will work with the 50 years of a group whose surviving members - Jimmy Page, Robert Plant and John Paul Jones - collaborated directly. But it will not be the only way to celebrate. In addition, guitarist Jimmy Page announced that he will release unreleased music: "There will be new Led Zeppelin products that people have not heard, that's for sure, because I'm working on that," said the producer of Page in conversation with the Academy of Achievement. Having just a couple of EPs has been enough for the young American band, Greta Van Fleet, to get the accolades of a rock legend like Robert Plant. "There's a Detroit band called Greta Van Fleet, they sound like Led Zeppelin I. They have a beautiful vocalist, I hate it!" Said Plant in reference to frontman Josh Kiszka. "He borrowed his voice from someone I know very well, but what are you going to do to him? At least it has some style, "the veteran added, according to the Loudwire site. Curiously, this band of twenty-somethings was also praised by the famous guitarist Joe Satriani a few months ago. 00:00 Trampled Under Foot 05:32 No Quater 11:58 Ramble On 19:41 Four Sticks 25:19 Black Country Woman 30:06 Wanton Song 33:50 That's The Way 39:57 We're Gonna Groove 44:45 Heartbreaker 49:15 Hey, Hey What Can I Do 52:50 Misty Mountain Hop 58:28 In the Evening 01:05:31 Thank You 01:10:36 The Battle of Evermore 01:16:49 Born Y Aur Stomp 01:21:40 Black Dog 01:26:22 Gallows Ple 01:31:57 In The Light 01:36:54 Watching You Watch full version of this show: https://youtu.be/3eL-LSiBYxs Robert Plant - Best Led Zeppelin cover versions for 50th anniversary of band (tribute concert) 2018
Despite doubts expressed by Jimmy Page about Led Zeppelin's future activities, Robert Plant announced that he will meet with other members of the group to discuss plans to mark the event.
An official illustrated book, "Led Zeppelin Led Zeppelin", will be released in October while guitarist Jimmy Page has recently stated that another Led Zeppelin live album will arrive later this year, with additional "outs" during the next decade.
Speaking to The Current Led Zep's projects to celebrate their half-century, the singer said, "We intend to get together and talk about it.In fact, it's very difficult to find things that do not. have not been heard yet, and it will not only be 50 years, but next year will be the 38th anniversary of John [Bonham, drums] 's death.
Plant added that he would like to have more things to offer: "There will be the book of photographs and other things, but some of them will be particularly interesting, I think." Beyond that, musically, he There are songs lying around, but not an album or something like that, but there will be a party, I'm sure, and somehow we'll have champagne flowing! "
The band has not played together for more than a decade, the last time being in December 2007 at the O2 Arena in London. The concert was part of Ahmet Ertegun's tribute and was recorded on the CD and DVD "Celebration Day" in 2012. The ensemble, which welcomed Jason Bonham as a replacement for his late father on drums, was the first concert bringing Page, Plant and John Paul Jones since the death of John Bonham in 1980.
In October, Plant virtually extinguished any hope of a possible reformation of Led Zeppelin: "It's not always easy to look back, it's hard to remember things that happened last year. 49 years ago! I must keep moving forward! ", he told.
Jimmy Page, Robert Plant and John Paul Jones collaborated directly on the development of this edition. The official accounts of the band made the announcement: the band responsible for "Stairway to heaven" will launch an illustrated book in 2018 celebrating half a century of the existence of the band.
According to Rolling Stone, the publisher in charge is Reel Art Press, which will work with the 50 years of a group whose surviving members - Jimmy Page, Robert Plant and John Paul Jones - collaborated directly.
But it will not be the only way to celebrate. In addition, guitarist Jimmy Page announced that he will release unreleased music: "There will be new Led Zeppelin products that people have not heard, that's for sure, because I'm working on that," said the producer of Page in conversation with the Academy of Achievement.
Having just a couple of EPs has been enough for the young American band, Greta Van Fleet, to get the accolades of a rock legend like Robert Plant. "There's a Detroit band called Greta Van Fleet, they sound like Led Zeppelin I. They have a beautiful vocalist, I hate it!" Said Plant in reference to frontman Josh Kiszka.
"He borrowed his voice from someone I know very well, but what are you going to do to him? At least it has some style, "the veteran added, according to the Loudwire site. Curiously, this band of twenty-somethings was also praised by the famous guitarist Joe Satriani a few months ago.
00:00 Trampled Under Foot
05:32 No Quater
11:58 Ramble On
19:41 Four Sticks
25:19 Black Country Woman
30:06 Wanton Song
33:50 That's The Way
39:57 We're Gonna Groove
44:45 Heartbreaker
49:15 Hey, Hey What Can I Do
52:50 Misty Mountain Hop
58:28 In the Evening
01:05:31 Thank You
01:10:36 The Battle of Evermore
01:16:49 Born Y Aur Stomp
01:21:40 Black Dog
01:26:22 Gallows Ple
01:31:57 In The Light
01:36:54 Watching You
Watch full version of this show: https://youtu.be/3eL-LSiBYxs
Robert Plant - Best Led Zeppelin cover versions for 50th anniversary of band (tribute concert) 2018
https://youtu.be/dLB6i-Sg0lA
Robert Plant and his fantastic band The Sensational Space Shifters put a new spin on the Led Zeppelin classic "Black Dog." https://youtu.be/oNglj6yHJso?list=RDdLB6i-Sg0lA
https://youtu.be/oNglj6yHJso?list=RDdLB6i-Sg0lA Robert Plant "Black Dog" on Austin City Limits
Robert Plant "I Just Wanna Make Love to You/Whole Lotta Love" on Austin City Limits https://youtu.be/fKcTC931aqE?list=RDdLB6i-Sg0lA
Robert Plant - The Lemon Song (Live at Rock Werchter 2016) Robert Plant - The Lemon Song (Live at Rock Werchter 2016) è immortale....la voce è mitica e magica ha subito , negli anni 70 anche una operazione alle corde vocali.. è incredibile..veramente incredibile a quasi 71 anni, (2020) https://youtu.be/c40OPkj1AYY?list=RDdLB6i-Sg0lA
Led Zeppelin - Black Dog (Live at Celebration Day) https://youtu.be/fpigDGf6vXM
Led Zeppelin perform 'Black Dog' in front of a sold out crowd at the O2 arena for the Ahmet Ertegun Tribute Concert and concert film 'Celebration Day'
https://youtu.be/Cy39fcBaFQ0?list=RDuMdVfYiyAG4
Whole Lotta Love (Live: O2 Arena, London - December 10, 2007)
Stairway to Heaven (Live: O2 Arena, London - December 10, 2007)
℗ 2012 Three P Films Limited under exclusive license to Atlantic Recording Corporation, a Warner Music Group Company. Drums: Jason Bonham Guitar: Jimmy Page Producer: Jimmy Page Mastering Engineer: John Davis Keyboards: John Paul Jones Electric Piano: John Paul Jones Synthesizer: John Paul Jones Vocals: Robert Plant Writer: Jimmy Page Writer: Robert Plant
tutto il concerto... Live at Celebration day 2007....
https://www.youtube.com/watch?v=RqIn1HHORCE
British singer and former vocalist of the British band Led Zeppelin Robert Plant performs during a concert at Alive Festival in Oeiras, outskirts of Lisbon on July 7, 2016.
The festival will run from July 7 to July 9, 2016. / AFP / PATRICIA DE MELO MOREIRA (Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)
Ritenuto uno dei più grandi cantanti nell’ambito della musica Rock, Robert Plant ha raggiunto fama e notorietà come frontman dei leggendari Led Zeppelin, grazie alla sua impressionante estensione vocale, alla sua energia e alla sua forte e magnetica presenza scenica. Oggi questa icona compie 71 anni e, nonostante il passare del tempo, continua a portare avanti i propri progetti solisti e un’intensa attività live attraverso la quale dimostra di mantenere una passione vera e viscerale per il blues e per il rock.
Robert Anthony Plant nasce il 20 agosto 1948 a West Bromwich, una delle città della contea delle West Midlands, in Inghilterra. Cresce a Kidderminster, nel Worcestershire, e i suoi studi scolastici procedono in maniera regolare fino all’adolescenza. Il giovanissimo Robert, si avvicina quindi al blues e al rock ‘n’ roll, generi musicali dai quali rimane fortemente colpito, al punto che, quando l’interesse per questi generi si trasforma in una vera e propria passione, egli decide di abbandonare il tirocinio da poco iniziato presso uno studio contabile per dedicarsi a tempo pieno alla musica.
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L’inizio della carriera e l’incontro con Jimmy Page
Per Robert, le prime attività in ambito musicale consistono nel cantare in diversi piccoli complessi della scena di Birmingham e nell’incidere una manciata di singoli. Nella seconda metà dei ’60s, forma la Band of Joy insieme all’amico John Bonham, e collabora con il musicista Alexis Korner, figura molto importante per quanto riguarda lo sviluppo del genere conosciuto come british blues.
La vera svolta avviene però verso la fine degli anni ’60. Nel 1968, infatti, il chitarrista Jimmy Page, già noto e famoso nell’ambito della scena Rock britannica (e non solo) anche e soprattutto come membro del gruppo The Yardbirds, è alla ricerca di un nuovo cantante. Quando assiste ad una esibizione del giovane Plant a Birmingham, Page rimane folgorato dalla voce e della presenza scenica di Robert e non riesce a spiegarsi come un cantante così dotato non sia ancora diventato una celebrità. In virtù di una forte condivisione di interessi e gusti musicali, Page e Plant iniziano a lavorare insieme e si esibiscono dal vivo in un tour in Scandinavia. In quelle date, la scaletta dei concerti comprende sia canzoni di successo del repertorio degli Yardbirds (come “For Your Love” e “Train Kept A-Rollin’ “) sia pezzi più recenti scritti da Page ed alcune cover. Reclutati il batterista John Bonham e il bassista e tastierista John Paul Jones e terminato il tour scandinavo, i tempi sono maturi per cambiare il nome della band e quindi per l’inizio della grandiosa carriera dei Led Zeppelin.
Cantante, compositore e frontman dei Led Zeppelin
Come componente dei Led Zeppelin, Robert Plant raggiunge, già dalla fine degli anni ’60 e ancora di più durante gli anni ’70, notevole fama e notorietà, in Patria, negli Stati Uniti e in molti altri Paesi, venendo da allora annoverato tra i più grandi cantanti della storia del Rock, e dimostrando inoltre di avere una spiccata creatività come compositore, specialmente come paroliere. Per quanto concerne i temi dei testi da lui scritti, Plant affianca ai classici stereotipi blues (quali sofferenze amorose ed eccessi), spesso recuperati e trattati abbondantemente da diverse rock band, tematiche filosofiche e spirituali. Frequenti nei suoi testi sono anche riferimenti alla mitologia scandinava, alla mitologia gallese e a J.R.R. Tolkien. Tra i più celebri brani dei Led Zeppelin cui Plant ha contribuito, rientrano sicuramente “Kashmir”, “Black Dog” e “Thank You”, ma la sua creatività è altresì presente in molte altre canzoni, come “The Rain Song”, “The Battle of Evermore”, “Going to California” e “Achilles Last Stand”.
Robert Plant negli anni ’70
Anche grazie agli splendidi duetti tra la voce di Plant e la chitarra di Page e alle infuocate performance in cui Robert mostra le sue innate doti di cantante e di frontman, i Led Zeppelin diventano rapidamente una delle migliori live band e i loro concerti fanno spesso il tutto esaurito. I dischi (sia quelli pubblicati dalla Atlantic Records sia quelli pubblicati dalla Swan Song Records) hanno un enorme successo e diventano ben presto autentiche pietre miliari del Rock. La band si scioglie nel 1980, a seguito della prematura scomparsa del batterista John Bonham.
La carriera solista, le collaborazioni e le reunion dei Led Zeppelin
Dopo lo scioglimento dei Led Zeppelin, Robert Plant, all’inizio degli anni ’80, intraprende la propria carriera solista, coltivata con una certa continuità nel tempo, con la pubblicazione di album registrati in studio e con una certa attenzione alla dimensione live, come dimostrato anche negli ultimi anni dai numerosi tour mondiali, accompagnato da musicisti di talento. L’esordio a proprio nome “Pictures at Eleven” (1982), è apprezzato dal pubblico e riscuote un buon successo, e sia il secondo lavoro “The Principle of Moments” (1983) sia il singolo che ne è tratto, bella ballata “Big Log”, raggiungono buone posizioni in classifica sia nella UK Albums Chart sia nella US Billboard. Agli anni ’80 risale anche “The Honeydrippers: Volume One”, disco inciso dall’omonimo gruppo, The Honeydrippers, formato da Plant, da Jimmy Page, e da altri musicisti, tra i quali il chitarrista Jeff Beck (negli anni ’60, membro degli Yardbirds insieme a Page, seppur per un breve periodo). Si tratta di un progetto voluto dal produttore discografico Ahmet Ertegün, co-fondatore della Atlantic Records, e il disco contiene infatti alcune delle sue canzoni preferite degli anni ’50.
Robert Plant in concerto negli anni ’80
Non mancano intanto alcune reunion dei Led Zeppelin, come quella del 1985 nell’ambito del Live Aid, con Phil Collins alla batteria, e quella del 1988 con Jason Bonham (figlio di John “Bonzo”) ai tamburi, in occasione del quarantesimo anniversario della Atlantic Records. Nel 1994, il cantante ricrea il sodalizio con Page, sodalizio che si concretizza in due album pubblicati sempre dalla Atlantic Records e seguiti dai rispettivi tour: il primo, il live “No Quarter” (1994), contiene pezzi più o meno noti dei Led Zeppelin, reinterpretati da Plant e Page insieme ad altri musicisti, ed è successivamente accompagnato dalla versione DVD, contenente un maggior numero di canzoni, un’intervista ed altro materiale; il secondo di questi due album, “Walking into Clarksdale” (1998), è invece inciso in studio ed è interamente composto da brani musicali nuovi.
Plant continua poi a realizzare lavori solisti, e particolarmente apprezzato è “Raising Sand” (2007), frutto della collaborazione con la cantante bluegrass-country e violinista statunitense Alison Krauss, e contenente canzoni scritte da diversi autori ed interpretate in chiave country rock o folk rock.
Sempre nel 2007, e precisamente il 10 dicembre, si tiene un grande evento presso la O2 Arena di Londra, per commemorare Ahmet Ertegün della Atlantic Records (all’epoca venuto a mancare da poco), e, in questo contesto, i Led Zeppelin si esibiscono dal vivo. Si tratta di una vera e propria reunion, con la partecipazione di Plant, Page e di John Paul Jones. Come in occasione della reunion del 1988, anche questa volta alla batteria vi è Jason Bonham. Durante questo concerto, i Led Zeppelin dimostrano di avere ancora una grande energia e mantengono alta la loro reputazione, e infatti l’esibizione ottiene recensioni dalla stampa specializzata. Anche il film e l’album relativi al live, pubblicati qualche anno più tardi, ricevono riscontri molto buoni anche da parte della critica.
Nel 2010, Plant rievoca il periodo pre-Led Zeppelin e il nome della band di cui faceva parte negli anni ’60 prima di diventare una leggenda, con la pubblicazione di un disco che porta proprio quel nome, “Band of Joy”, e che spazia tra rock, country rock e folk rock. Seguono, poi, rispettivamente nel 2014 e nel 2017, due album registrati insieme alla band The Sensational Space Shifters: “Lullaby and… The Ceaseless Roar” e “Carry Fire”.
https://www.periodicodaily.com/robert-plant-compie-oggi-71-anni/
Antonella Mei 3 h · Modificato · https://www.ondarock.it/rockedintorni/ledzeppelin.htm Led Zeppelin Rock'n'roll graffiti Oggi i figli dei fiori sono una razza estinta, ma i figli dei Led Zeppelin non si contano più. Gli ultimi sono stati forse quelli di Seattle, della generazione grunge dei Nirvana e dei Pearl Jam, che hanno aggiornato il loro hard-rock con un approccio punk iconoclasta e disperato, oppure i paladini dello stoner-rock, dai Kyuss in poi. Ma ai Led Zeppelin non servono eredi. Hanno già venduto 200 milioni di dischi. E sono ancora venerati da folle di vecchi e giovani appassionati. Un elisir di eterna giovinezza musicale: è questa la loro "scala per il paradiso".
ROBERT PLANT AVREBBE POTUTO SMETTERE DI CANTARE PER DIVENTARE UN INSEGNANTE. ECCO PERCHÉTra vicende personali e motivi di salute il leggendario frontman dei Led Zeppelin avrebbe potuto anche perdere la voce
Robert Plant, una delle voci più simboliche, potenti e riconoscibili di tutta la storia del rock. Un frontman leggendario che con le sue movenze sul palco con i Led Zeppelin e le sue espressioni vocali ha contribuito a creare un vero e proprio modello da emulare per tutte le generazioni future. Ma alcune vicende personali e di salute avrebbero potuto minare la longeva e bellissima carriera di uno degli artisti più prolifici e sperimentatori degli ultimi 50 anni.
C'è stato però un momento in cui il leggendario frontman prese seriamente in considerazione l'idea di lasciare la musica alle spalle e studiare per diventare un insegnante. Accadde nel 1977 quando suo figlio Karac morì all'età di cinque anni. Come disse in un'intervista rilasciata a Louder: "pensai alla mia vita di quel momento, e al fatto che probabilmente avessi dovuto mettere molto più del mio impegno nella vita delle persone che amavo e di cui avrei dovuto prendermi cura, di mia figlia e della mia famiglia in generale. Quindi sì, ero pronto a prenderla in mano". In un'altra intervista rilasciata successivamente a Rolling Stone dichiarò: "Persi il mio ragazzo. Non volevo più far parte dei Led Zeppelin. Volevo solo stare con la mia famiglia."
In quell'intervista Plant dichiarò che dolo una persona riuscì a convincerlo a restare nel mondo della musica e nei Led Zeppelin: il suo migliore amico John Bonham.
Quell'episodio del 1977 non fu l'unico che rischiò di allontanare Plant dalla musica e dai palchi più prestigiosi di tutto il mondo.
A metà degli anni '70 Plant si sottopose ad un intervento di rimozione di alcuni noduli alle corde vocali, pratica molto comune tra le grandi voci di quell'epoca. Questa operazione potrebbe porre fine alla carriera di un artista ma, come abbiamo avuto la fortuna di sentire con gli album successivi registrati dal frontman dopo l'operazione, le cose andarono tutto sommato bene. Fino agli anni '90 quando un medico, dopo una visita specialistica, disse a Plant che nel giro di pochi mesi avrebbe perso la capacità di cantare e probabilmente quella di parlare. Per fortuna si sbagliò ma tra il 1990 e il 1992 la carriera del cantante ebbe una breve pausa che gli servì a riposare le corde vocali e imparare nuove tecniche.
Dal 1993 la sua carriera risorse e dal 1994, dopo la reunion con Jimmy Page, la sua voce ebbe una vera e propria seconda vita, ritrovando addirittura la capacità e possibilità di rimettere mano alle leggendarie canzoni dei Led Zeppelin.
Whole Lotta Love (Live: O2 Arena, London - December 10, 2007)
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MITICI
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I Led Zeppelin una volta hanno pubblicato una canzone su K-Tel: il risultato è stato una delle grandi foto da star
È piuttosto la fotografia. Roberto Plant . Eric Clapton . Phil Lynott. Marco Knopfler. Membri della Bad Company e della Electric Light Orchestra . E si sono tutti riuniti per celebrare l'uscita di The Summit , una compilation pubblicata con la più famosa etichetta economica di tutte le economiche, la K-Tel.
Inoltre, sono tutti sull'album, inclusi i Led Zeppelin , una band il cui impegno a non dare tracce a compilation pubblicate da etichette discografiche diverse dalla loro è stato eguagliato solo dal loro rifiuto di pubblicare singoli nel Regno Unito.
Allora, qual è la storia dietro l'album?
Forse non sorprende che sia la beneficenza che ha portato le stelle a giocare. Più specificamente, è l'Anno internazionale del bambino dell'UNESCO, un'iniziativa istituita dal segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim all'inizio del 1979 per evidenziare i problemi affrontati dai bambini poveri di tutto il mondo: mancanza di istruzione, malnutrizione, senzatetto.
Waldheim ha anche offerto un supporto di alto profilo ai Concerts for the People of Kampuchea, una serie di spettacoli tenuti alla fine dello stesso anno con Queen , The Clash , The Pretenders, The Who , Elvis Costello e Wings, e il suo coinvolgimento con i reali del rock si è rivelato inestimabile. nell'attirare i grandi nomi alla compilation, con l'etichetta Swan Song dei Led Zeppelin che si occupava dell'organizzazione mentre K-Tel si occupava della produzione.
The Summit uscì nel gennaio successivo e includeva brani dei musicisti nella foto, oltre a Pink Floyd , Elton John , Supertramp , Yes, Gerry Rafferty e persino Cliff Richard (che ha donato il suo brano più rock, la grande Devil Woman ). Sei delle canzoni erano stati singoli nella Top 10 del Regno Unito.
L'uscita di The Summit è stata celebrata con un party di lancio a Londra il 16 gennaio, dove è stata scattata la straordinaria foto con tutte le star.
Ultima fila : Boz Burrel (Bad Company), Scott Gorham (Thin Lizzy), Eric Clapton, Robert Plant, Mik Kaminski (ELO), Pick Withers e John Illsley (Dire Straits), Brian Downey (Thin Lizzy), Mark e David Knopfler (Dire Straits).
Prima fila : Paul Rodgers, Simon Kirke e Mick Ralphs (Bad Company), Phil Lynott (Thin Lizzy).
Foto bonus: Phil Lynott, Robert Plant ed Eric Clapton in piedi alla fermata dell'autobus .
La tracklist di Summit
Electric Light Orchestra - Shine A Little Love
Wings - Jet
Gerry Rafferty - Baker Street
Dire Straits - Sultans Of Swing
Eric Clapton - Let It Grow
Elton John - Scusa sembra essere la parola più difficile
Cliff Richard - Devil Woman
Supertramp - Give A Little Bit
Thin Lizzy - Boys Are Back In Town
Sì - Don't Kill The Whale
Pink Floyd - Welcome To The Machine
Bad Company - Rock & Roll Fantasy
Led Zeppelin - Candy Store Rock
LED ZEPPELIN tante curiosità e leggende da sfatare
Led Zeppelin - For Badgeholders Only (Live At L.A Forum, 6.23.77)
For Badgeholders Only è una registrazione bootleg di un concerto rock della band inglese Led Zeppelin, eseguita il 23 giugno 1977 al Los Angeles Forum di Los Angeles, in California, uno spettacolo che arrivò alla fine del tour di concerti nordamericani della band del 1977.Date di registrazione: Los Angeles Forum, Inglewood, California, 23 giugno 1977
http://longliveledzeppelin.blogspot.com/2015/09/19770621-22-23-25-26-27-led-zeppelin.html
https://www.debaser.it/led-zeppelin/for-badgeholders-only-live-at-la-forum-62377/recensione
C'è chi dice che erano già finiti, e che non avevano piu' idee.... beh, io non definirei "Achilles Last Stand" una canzone priva di idee, anzi!
Nel 1977 i Led Zeppelin erano tutt'altro che finiti, e lo si capisce da molti fattori: ad esempio la loro ancora grande creatività (esempio già citato sopra), oppure l'enorme voglia di fare concerti, di far divertire quella gente in delirio... un esempio di questo? Il bootleg che sto per recensire!
Durante il tour del 1977, quello di promozione dell'album "Presence", il dirigibile attraversa le maggiori città americane come di consueto e fa tappa al Forum di Los Angeles, dove si esibirà per ben sei serate (il 21-22-23-25-26-27 giugno, tutte Sold Out!). Lo show in questione è del 23/6 e ci sono dei notevoli cambiamenti rispetto al precedente tour, ad esempio la tracklist, che è priva di "Dazed And Confused" e di "Whole Lotta Love", qui eseguita come bis al termine; a sostituire questi due brani, ci sono i nuovi pezzi tratti da "Presence", ovvero "Nobody's Fault But Mine" e "Achilles Last Stand". Avventuriamoci cosi all'ascolto!!
Si parte alla grande con una fulminea versione di "The Song Remains The Same", con cui Plant riscalda le corde vocali che saranno altissime già nel successivo medley "The Rover/Sick Again", pezzo tratto da "Graffiti", da segnalare per la prestazione eccellente di John Bonham. Proseguiamo con il primo brano da "Presence", "Nobody's Fault But Mine", e a dire il vero mi aspettavo qualcosa in piu perchè è piuttosto uguale a quello in studio; ecco che il pubblico inizia a scaldarsi quando Plant annuncia "Over the Hills And Far Away", pezzo eseguito molto raramente in questo tour, ma che qui vanta un'esecuzione che se non è perfetta, poco ci manca (gli acuti di Plant raggiungono livelli inverosimili!!). E' giunta quindi la volta del primo capolavoro del dirigibile... sto parlando di "No Quarter" accolta con un urlo pazzesco del pubblico, il quale applaude gli ottimi assoli di tastiera del grande John Paul Jones che trasporta gli altri membri della band in una lunghissima improvvisazione, che arriva a 31 minuti! (e siamo praticamente all'inizio...!!). La prima parte dello show si conclude con una lancinante esecuzione di "Since I've Been Loving You", dotata come al solito della sua particolare vena blues.
La seconda parte inizia con il celebre poker acustico di Page, che si sbizzarisce in largo e in lungo mentre Robert mette in mostra la sua ugola d'oro: il primo brano è "Ten Years Gone" lunga piu di dieci minuti, che confluisce prima in "Battle Of Evermore" e successivamente in "Going To California" accompagnate eccellentemente al livello ritmico da Jones e Bonham. Il seguente set parte con "Black Country Woman" brano qui, piuttosto funky che ricorda un po Trampled; proseguiamo con "Bron Y Aur Stomp", per poi tornare alle origini della band con il bellissimo medley "White Summer/ Black Mountain Side" e tra l'altro questo è uno dei pochi tour, a riproporre questi due brani che strumentalmente sono davvero entusiasmanti. Arriviamo allora al secondo capolavoro, e mi riferisco a "Kashmir", la quale va segnalata perchè, perlomeno nella mia versione, è allungata da un assolo di Page che è assente in "Graffiti"; per il resto è straordinaria, come sempre. Concludiamo la seconda fase dello show con un altro brano da Graffiti, il Funkeggiante "Trampled Underfoot".
Poi succede quello che non ti aspetti, quando Plant presenta al pubblico il grande batterista degli Who, Keith Moon e quindi ci ritroviamo su un unico palco due tra i migliori drummers mai esistiti. E allora cosa potranno mai suonare quei due se non "Moby Dick" in questo bootleg introdotta da "Out On The Titles": i due batteristi iniziano e concludono in perfetta sintonia un assolo che andrà avanti per più di 25 minuti, una cosa incredibile! A termine brano Moon abbandonerà il palco, ma annuncia di voler tornare per suonare i bis; e quindi tutto il palco è per Jimmy Page, che si lancia un estenuante assolo di chitarra contenente "Star Spangled Banner", di circa dieci minuti. E' giunto il momento di una pausa di qualche minuto, dove la folla si esalta come non mai, ma ecco tornare Plant sul palco ed annunciare un nuovo brano da "Presence", ovvero "Achilles Last Stand" dotato di una performance eccezionale ed inarrestabile dove Robert ci ricorda che L'Iliade è stata tramandata a lungo oralmente prima di essere trascritta in lingua originale.
E qui arriva il momento che tutto il Forum stava attendendo, la canzone per eccellenza, l'inno del rock in persona ma anche una delle più belle canzoni mai scritte: "Stairway To Heaven" è come al solito piacevolissima, tranne per il leggendario assolo di chitarra rovinato dalla (forse) troppa presenza delle tastiere che mi lascia un pò col muso. Questo sparisce quando per la secondo volta Plant fa venire sul palco Keith Moon, per i due bis che sono in questo caso "Whole Lotta Love" e "Rock And Roll" eseguite come un medley della durata complessiva di 7 minuti circa; sono due canzoni sempre ben accolte, ma è come se qui manchi qualcosa, ma forse è solo un'impressione personale.
"Grazie Los Angeles, è stato divertente. Buonanotte!" ...Con questa frase Plant chiude il concerto che è durato la bellezza di tre ore e un quarto, passate senza troppi rimpianti.
Concludo dicendo che è un bootleg fantastico, sarebbe da prendere solo per il fatto che su un solo palco ci sono due tra i più grandi batteristi di sempre, ma soprattutto per far cambiare idea a tutti coloro che considerano i Led Zeppelin finiti dopo "Graffiti"!!
Led Zeppelin Thursday, June 23, 1977 The Forum, Inglewood, California The Song Remains the Same The Rover/Sick Again Nobody's Fault But Mine Over The Hills and Far Away Since I've Been Loving You No Quarter Ten Years Gone The Battle Of Evermore Going to California Black Country Woman/Bron-Yr-Aur Stomp White Summer/Black Mountain Side Kashmir Trampled Under Foot Over the Top (guest starring Keith Moon) Harmonizer/Theremin/Pickup/Bow Solo Achilles' Last Stand Stairway to Heaven Whole Lotta Love/Rock and Roll (guest starring Keith Moon)
Led Zeppelin - For Badgeholders Only (Original Vinyl Rip)
Led Zeppelin - The Forum, Inglewood, CA - June 25th 1977 (Mike Millard "Unmarked" Audience Recording)
Led Zeppelin - The Forum, Inglewood, CA - June 25th 1977 (Mike Millard "Unmarked" Audience Recording)
Flac Separate Files | No CUE No Log | MD5 & ffp Checksum included | Artwork included | 1.08 Gb
Artist: Led Zeppelin
Date: 1977-06-25
Location: Inglewood, CA
Venue: The Forum
Source: Audience
Lineage: 1st gen cassettes(TDK SA 90)x3>Nakamichi 670 pitch & azimuth-adjusted playback deck>Nakamichi Outboard Dolby B Unit>Wavelab 96/24>Izotope 44.1/16>flac
Taping Gear: AKG mics, Nakamichi 550 cassette deck
Taped By: Mike Millard
Transferred By: JEMS
Setlist:
01. Intro
02. The Song Remains The Same
03. Sick Again
04. Nobody's Fault But Mine
05. In My Time Of Dying
06. Since I've Been Loving You
07. No Quarter
08. Ten Years Gone
09. The Battle Of Evermore
10. Going To California
11. Black Country Woman
12. Bron-Y-Aur Stomp
13. White Summer
14. Kashmir
15. Trampled Underfoot
16. Over The Top
17. Noise Solo
18. Achilles Last Stand
19. Stairway To Heaven
20. Whole Lotta Love
21. Communication Breakdown
Length: 210:43
Appunti:
Serie di nastri non contrassegnati precedentemente non in circolazione per questo spettacolo trasferiti con Dolby B come da note di Mike sulle etichette del nastro utilizzando un'unità Dolby B esterna regolabile. Questa è la prima volta (maggio 2010) che questi nastri sono mai stati digitalizzati. Il suono è completamente inalterato ad eccezione della correzione del tono durante la riproduzione e delle dissolvenze aggiunte per ciascuno dei lanci del nastro.
Led Zeppelin - Badgeholder's Only 1977/06/23 (Winston Remaster) HQ
Led Zeppelin - Badgeholder's Only 1977/06/23 (Winston Remaster) HQ
WINSTON NOTES:
Led Zeppelin
The Forum, Inglewood, California
June 23rd, 1977
Audience
Taper Mike Millard
Main – Lineage: Master>HiFi VHS>Remaster
First 4 Songs and Patching – EE Vinyl Transfer
Trampled Underfoot – 1st Gen Cassette>Flac>Remaster
Consent was given for all sources used – Thanks to those Guys !!
Title: Mike the Mike
Winstons Disclaimer: Remastering is just a Hobby.. take it and enjoy or just pass on it.
The choice is yours. This version is never meant to be definitive.
Sources Digitally Enhanced with Various Audio Programs.
Please Note: Major unfixable Millard Marking on Trampled Underfoot HiFi-VHS source 4 min channel drop
That is why Trampled Underfoot is from a different transfer
CD 1
01. The Song Remains the Same
02. Sick Again
03. Nobodys Fault But Mine
04. Over the Hills and Far Away
05. Since Ive Been Loving You
06. No Quarter
CD 2
01. Ten Years Gone
02. Battle of Evermore
03. Going to California
04. Black Country Woman
05. Bron-Y-Aur Stomp
06. White Summer
07. Black Mountainside
08. Kashmir
09. Trampled Underfoot
CD 3
01. Over the Top
02. Guitar Solo
03. Achilles Last Stand
04. Stairway to Heaven
05. Whole Lotta Love
06. Rock and Roll
Please Bootleggers DO NOT SELL IN ANY FORMAT – Keep it Free 📷
Please DO NOT mp3
Please DO ENJOY!!
*Artwork is Included
Winston Remasters
"Since I've Been Lovin' You" Led Zeppelin Live 6-23-1977
Dato che siamo in tema bootleg del tour del 1975, segnalo l’uscita dell’ultima “produzione” di WINSTON REMASTERS relativa alla seconda data di Los Angeles 1975. Siamo alla fine di un tour difficile: l’inverno del nord America ha colpito duro sui bronchi e sull’ugola di PLANT costretto a prestazioni ben sotto la media, PAGE che prima di partire s’ infortuna all’anulare della mano sinistra, il gruppo che inizia ad essere schiacciato dal peso di un successo troppo grande e a tratti esagerato, le sostanze chimiche sempre più pesanti, gli orizzonti che si fanno perduti…ma Los Angeles è Los Angeles, la casa dei LZ sul suolo americano, un amore nato all’istante, profondo, totalizzante, incomparabile e a Los Angeles il gruppo ha sempre regalato prestazioni brillanti, persino nei tour scalcinati del 1975 e 1977.
23, 25 e 27 marzo, tre date consecutive al Forum, o meglio The Forum!, per rinverdire ancora un volta la passione travolgente di una città per il suo gruppo preferito.
La registrazione di cui parliamo è una di quelle fatte dal leggendario taper MIKE MILLARD, ci cui abbiamo più volte accennato qui sul blog:
https://timtirelli.com/2013/11/17/bellarticolo-sul-leggendario-mike-millard-taper-extraordinaire/
… registrazione che è stata ripresa in mano da WINSTONB REMASTERS, un fan dotato di un’ottima predisposizione nel sistemare nel miglior modo possibile (e senza deturpare l’originale), le registrazioni dei concerti dei LZ. Nel giro degli appassionati quello di WINSTON è un nome noto, ed è bene ricordare che qui non si tratta di bootleg confezionati professionalmente da label specializzate contirature di 100/200 copie e venduti a prezzi esorbitanti (comunque non legali), qui il tutto viene messo gratuitamente a disposizioni dei fan, attraverso siti tracker che trattano solo questo tipo di registrazioni, registrazioni non illegali perché non pubblicate in forma ufficiale dai vari artisti e rivolte unicamente ai fan, quelli che non ne hanno abbastanza del materiale ufficiale pubblicato dal gruppo in questione, quelli che vogliono immergersi completamente nella magia dei concerti tenuti in epoche diverse, benché spesso la qualità audio sia lontana (o meglio diversa) dagli standard degli album dal vivo ufficiali.
Siamo nel 1975, la performance non può essree perfetta, ma come abbiamo appena scritto, Los Angeles è una panacea per i LED ZEPPELIN, lo senti sin da subito che le vibrazioni sono diverse, che l’umore è alto, che le prestazioni dei nostri, seppur piene di acciacchi, sono di un livello superiore. E’ una registrazione audience (presa dal pubblico con un registratore, seppur di qualità), dunque le magagne risultano meno evidenti, ma non è difficile capire che i ragazzi sono carichi. In TSRTS sembra di sentire i LZ al massimo delle loro potenzialità…
…in THE RAIN SONG c’è una risolutezza totale e NO QUARTER brilla di mistero come (quasi) sempre. Bellissimo l’interludio tra le strofe e l’assolo di chitarra, con un JOHN PAUL JONES (piano e pedaliera basso) e un JOHN BONHAM fantastici. L’assolo di PAGE è un pochino ingarbugliato, ma sembra superiore alla media di quelli del tour del 1975.
Ascoltare per intero una MOBY DICK di 23 minuti e passa non è automatico, ad ogni modo perlomeno l’inizio e il finale l’inizio e il finale non me li faccio mai mancare, stavolta sono entusiasmanti. DAZED AND CONFUSED svela che anche nel 1975 il gruppo era all’altezza dei fasti del tour del 1973. Oltre 40 (!) minuti turbolenti, pieni di sfuriate elettriche, scorribande ritmiche, suggestioni vocali piene di mistero. Quando si è fan in senso stretto (anzi sterttissimo) è facile lasciarsi prendere dalle iperbole, ma su questo blog sappiamo anche essere razionali, malgrado questo non posso fare altro che rimarcare che negli anni settanta nessun altro chitarrista Rock è mai riuscito a raggiunto il livelli interpretativi riguardo le improvvisazioni del PAGE di Dazed and Confused. Ogni volta rimango stupito.
Buono anche il finale del concerto con STAIRWAY, WHOLE LOTTA LOVE e BLACK. In quest’ultima PLANT dimentica il testo di una delle strofe mandando a ramengo il gruppo, ma è solo un momento, per lo più divertente.
Bel concerto, bella rimasterizzazione. da avere.
TEN YEARS GONE per il Page del 1977 non era un pezzo semplice da suonare, riassumere le sei chitarre della registrazione da studio con una Telecaster con lo stringbender era un compito troppo arduo per un chitarrista non più in controllo del proprio strumento, tuttavia questa è una delle migliori esibizioni di questa canzone
Led Zeppelin at the L.A. Forum - 06/23/1977 - Ten Years Gone - For Badge Holders Only
Led Zeppelin - Keith Moon On Stage (Los Angeles 1977) (Rare Film Series)
Rare film clips of Led Zeppelin performing in Los Angeles 6/23/1977. Keith Moon joins them onstage. (8mm film)
https://youtu.be/OB0UvPhY7m4 tutto il concerto
Led Zeppelin - Stairway to Heaven 1977 North American concert tour Los Angeles, California 23/6/1977
Mai sentita una STAIRWAY TO HEVEN così violenta e piena di furore. Mi riferisco alla seconda parte, quella dell’assolo di chitarra e della parte finale. BONHAM è in gran vena: improvvisa, non sta fermo un momento, butta la mano, rischia, e in buona sostanza spinge il gruppo verso l’estasi interpretativa.
LED ZEPPELIN tante curiosità e leggende da sfatare
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le storie dietro delle foto..perle rare
Led Zeppelin 1 ° tour negli Stati Uniti - N. Miami Beach 1969
Storia e fotografie di David E. LeVine
Ero un fotografo freelance di 20 anni che viveva a Miami. Il mio sogno era fare fotografie con effetti speciali.
L'unico mercato per questo lavoro, in questo momento, era copertine di album rock e poster. Fotografavo una band truffando la mia vita indietro nel tempo, sviluppavo il film quella notte e cercavo di rintracciare il gruppo per mostrare loro le riprese.
A quel tempo avevo anche un lavoro part-time. Lavoravo in un negozio di poster fotografici chiamato Blow-Up Miami (puoi immaginare di chiamare un'azienda che oggi?) Il proprietario e il suo manager erano canadesi. Durante l'attesa, l'azienda ha realizzato poster fotografici istantanei da 30 ″ x 40 ″. È stato un processo interessante utilizzando pellicole Polaroid Type 55 (pellicola in bianco e nero istantanea positiva / negativa 4 "x5") e stampe di stabilizzazione. Dovresti girare la pellicola, staccarla, risciacquare il negativo con solfuro di sodio e stampare il negativo mentre era ancora bagnato.
Bene, Blow-Up Miami è riuscito a ottenere una concessione in un nuovo rock club che aveva aperto un paio di miglia lungo la strada. Il club si chiamava Thee Image . Avevano una sala di meditazione e tutto il resto. Psichedelico !!! Lavorerei alla concessione con il capo. Fotografava persone, coppie o gruppi usando la pellicola istantanea. Mettevamo i negativi in un secchio di solfuro di sodio e io saltavo sulla mia motocicletta con il secchio, mi precipitavo al laboratorio in fondo alla strada e stampavo i poster. Quindi spedisci le stampe finite al club per la consegna ai clienti.
Comunque, è così che sono riuscito a essere a Thee Image la notte in cui hanno suonato i Led Zeppelin. La settimana prima avevo fotografato Frank Zappa e The Mothers of Invention . Due settimane dopo, avrei fotografato Jim Morrison al suo famigerato concerto di Miami al Dinner Key Auditorium e avrei testimoniato al suo processo .
Era sabato 15 febbraio 1969, la seconda notte di un concerto di due notti e l'ultima tappa del primo tour americano dei Led Zeppelin. Non avevo idea di chi fossero e non avevo mai sentito la loro musica. Riesci a immaginare il mio shock quando li ho sentiti suonare? Li ho visti dal vivo prima ancora di sentire il loro disco. Sono rimasto a bocca aperta.
Lista delle canzoni
Thee Image Club, North Miami Beach, Florida
14-15 febbraio (venerdì e sabato)
Ho ottenuto degli ottimi scatti. Il palco era piccolo, al piano terra con un'illuminazione decente. Dopo il set, gli Zeppelin hanno vagato per la concessione e ho scattato alcune foto lì, principalmente John Bonham. Era venuto da me e mi aveva detto che aveva la stessa macchina fotografica, una Minolta, e che stava costruendo una camera oscura a casa sua, in Inghilterra.
Quella sera tornai a casa e sviluppai il mio film. La mattina dopo, una domenica, sono andato nella loro stanza di motel e li ho svegliati per mostrare loro le foto. Li adoravano (tranne Robert Plant, pensava che i suoi zigomi fossero troppo grandi). Hanno ordinato un poster e alcuni 8x10.
Poco più di un anno dopo, ho avuto la fortuna di fotografarli di nuovo, il 10 aprile 1970 al Miami Beach Convention Center . A quel punto erano molto conosciuti. È stato un grande concerto. Sono riuscito a tornare sul palco. Ho lavorato come freelance per un giornale underground chiamato Daily Planet . Userei il loro nome per andare nel backstage. Ho parlato di nuovo con John Bonham e gli ho chiesto se si ricordava di me e se aveva costruito la sua camera oscura. Ancora una volta, ho ottenuto degli ottimi scatti, soprattutto di Page.
Tuttavia, non sarebbe stata l'ultima volta che li ho visti. Mi sono trasferito a Los Angeles nel settembre del 1972. Nel maggio del 1973, c'era una giovane coppia che faceva l'autostop. Ho dato loro un passaggio e ho fatto conversazione. Si scopre che il nome del giovane era David Levine (uguale al mio, ma con una "v" minuscola). Che coincidenza. Alloggiava all'Hyatt House (reso famoso nel film Almost Famous ). Mi ha invitato a venire a usare la piscina sul tetto.
Sono andato lì il giorno successivo per una nuotata. Chi si presenta in piscina tranne Jimmy Page e Robert Plant, così come i Bee Gees. C'erano groupie ovunque. La prossima cosa che sai, le ragazze vengono gettate in piscina, insieme ai mobili da piscina. Era selvaggio. Ogni volta che una ragazza usciva dalla piscina, indossava un capo di abbigliamento in meno. Ho sentito in seguito che Jimmy Page si è effettivamente ferito al dito e ha dovuto riprogrammare un concerto, al Forum. All'inizio ero sconvolto dal fatto che non avessi la mia macchina fotografica con me. Ma più tardi, ho capito che se avessi iniziato a scattare, probabilmente sarei finito in piscina, con la macchina fotografica e tutto il resto.
Quindi, questa è la storia di queste fotografie.
https://www.treeo.com/led-zeppelin-story/?fbclid=IwAR2ZUJAB6wvySAVemXgYePI7goZ-L3wT1MZkVhA_s0cOAiS8nUR4th0lCfE
1967, l'appena diciannovenne Robert Plant non è ancora il frontman della più grande rock band del pianeta, i Led Zeppelin, ma già si è fatto conoscere nelle strade e nei live club inglesi grazie alla sua militanza in varie formazioni come The Crawling King Snakes e Band Of Joy.
1967, in Italia al Festival di Sanremo ha grande successo Ornella Vanoni con la sua versione di "La Musica è Finita", brano di Umberto Bindi interpretato anche da Mina, Franco Califano (che ne condivide i credits) ed altri.
L'etichetta discografica CBS decide così di lanciare il brano anche fuori dall'Italia. Il singolo si intitola "Our Song" e indovinate chi viene scelto alla voce? Esatto, proprio il giovane, carismatico e vocalmente assai dotato Robert Plant!
Se non ne avete mai sentito parlare è perché, in realtà, il brano ebbe poco successo, tanto che si stima che in giro ce ne siano non più di qualche centinaio di copie in vinile 45 giri.
Non è però necessario munirsi di una pazienza da archeologi (senza contare il portafoglio...) per ascoltarlo, prima di tutto perché lo potete trovare nella raccolta Sixty Six To Timbuktu edita dalla Atlantic nel 2003, che ripercorre la carriera dell'artista sin dai primi passi.
E poi anche perché...
C’è stato un tempo speciale e impensabile. Un tempo dove Robert Plant cantava i nostri grandi cantautori. Prima dei Led Zeppelin, tentò la carriera solista e che fra i suoi primi singoli c’era la cover di un brano scritto da Franco Califano per la parte testuale e musicato da Umberto Bindi.
Sto parlando della canzone La musica è finita, pezzo scritto per Ornella Vanoni che ne fece un grande successo partecipando al Festival di Sanremo del 1967 in coppia con Mario Guarnero.
Nello stesso anno il diciannovenne Robert Plant è già una stella nascente del rock-blues inglese: ha militato in varie formazioni di Birmingham tra cui la Band Of Joy, dove ha conosciuto il talentoso batterista John Bonham, poi compagno di avventure negli Zeppelin. Venuta a conoscenza del successo italico del brano interpretato dalla Vanoni, la CBS decide di lanciarne una versione per il mercato anglofono affidandola proprio al giovane Robert. Nasce così Our Song.
Il 45 giri non ha successo e si dice che a oggi ne esistano sul mercato solo 800 copie. Una vera rarità dimenticata, almeno fino all’uscita di Sixty Six To Timbuktu, una doppia raccolta che tra le tante rarità della carriera solista di Plant contiene anche la dimenticata Our Song. Un brano che fa parte della storia della musica in quanto primo 45 giri pubblicato a nome Robert Plant.
Un prezioso documento che attesta le straordinarie doti vocali di Plant poco prima del successo mondiale e che rappresenta, inoltre, un’operazione controcorrente per un periodo storico in cui erano le nostre canzoni a essere copiate e tradotte.
Ma questo brano è anche una lezione di musica per imparare come sia possibile usare parole poetiche, semplici e funzionali alla melodia.
Appunti: Parigi (Olympia) 10-10-69
Appunti:
Parigi (Olympia) 10-10-69
Prima trasmissione alla radio francese, 2 novembre 1969 su Europe1 (programma Musicorama). Il nastro è stato riscoperto nel seminterrato della stazione radio nel 2007 e ritrasmesso il 7 dicembre 2007. Pubblicato ufficialmente nel 2014 nelle edizioni deluxe di "Led Zeppelin I", che includeva "Moby Dick" precedentemente non disponibile.
Estratto della rassegna stampa (traduzione francese) : Jimmy Page, tutto in rosa, chitarra sul fianco e capelli lunghi, Robert Plant, criniera di leone in camicia nera e pantaloni condivisi in prima linea. Più in basso, i tranquilli John Paul Jones e John Bonham ("Bonzo"), un ritmo infernale. Hanno cominciato con un titolo estratto dal loro primo LP, "Good Times Bad Times", ottimo lavoro di Bonzo alla batteria, tutto era soprattutto la fantastica voce di Robert, il pubblico ha applaudito calorosamente.
Quello che segue è l'avventura di tutti i gruppi. Lavoro, ripetizioni, primi concerti e partenza per gli USA e la gloria. I Led Zeppelin sono diventati molto veloci uno dei primissimi gruppi di heavy rock. Alla fine di "Good Times, Bad Times", siamo stati obbligati a concordare sulla veridicità della cosa.
Robert annuncia "I Can't Quit You Babe ...", che è straordinario, si alza nella stanza.
Poi, dal loro secondo album "The Only Way To Fly" (titolo promettente!), Ci suonano un fantastico "Heartbreaker". A sostegno, c'è innegabilmente qualcosa. Il potere del magnetismo di Robert ...
Poi è "You Shook Me". Robert qui suona l'armonica e, molto forte, in un altro modo. Grandi blues ben arrangiati.
Poi portiamo a Jimmy una nuova chitarra e una sedia ei suoi accoliti lasciano la scena. La dimostrazione nello stile "Suono rock, è vero, ma so anche come fare qualcos'altro".
Page e la sua chitarra sono diventati una cosa sola durante i cinque o sei minuti della canzone. Chi stava giocando? Chi era lo strumento e chi il musicista? O era il confine tra le dita agili e le note? Il gruppo è poi tornato sul palco, Robert ha sottolineato che Jimmy aveva appena interpretato "Black Mountain Side".
A seguire "Dazed and Confused", altro grande momento della serata in cui Robert ha modellato la sua voce sui suoni della chitarra, riproducendoli alla perfezione. Poi il maestro Page ha afferrato il suo arco ... I suoni che escono dall'amplificatore sono sorprendenti.
Lo spettacolo sembra non finire perché l'aria è immobile. Robert, simile a un giovane leone, occupa l'intero motivo della scena, l'altro è preso dal suo amico Jimmy. Conosco più di una ragazzina della stanza che avrebbe lasciato andare volentieri.
Bonzo ci servirà un assolo di super batteria. Questo è Moby Dick, dal loro secondo album. John Paul fa scorrere le dita a una velocità strabiliante sui tasti del suo basso.
Infine, Robert, esausto, sudato, si sente "Quante volte ancora". L'ultimo titolo, si rompono tutti, come mai avevo visto fare a un gruppo. Il sipario si chiude, i Led Zeppelin vanno nel backstage. I venti tempestosi stanno per passare nell'Olimpia.
Per la prima volta in Francia, una band di Heavy Music si è esibita lì e si spera che il successo di questa serata inciti gli organizzatori dello spettacolo a continuare questo tipo di concerto con altri gruppi e perché no, ancora una volta i Led Zeppelin.
Anche se Robert e Jimmy sono più evidenti, non tralasciare John Paul Jones, bassista con l'immaginazione inesauribile e la straordinaria qualità di John "Bonzo" Bonham. Insieme formano uno dei gruppi "Leader" della musica contemporanea e spero che per molto tempo si sentirà parlare del favoloso dirigibile. [- Jean Matrial / ottobre 1969]
https://youtu.be/v12inxfdSeQ
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