Pirata? Corsaro? Bucaniere?..
beh
Jonny potrebbe fare tutte e tre le parti!!
..poi ognuno di voi e di noi
si approprierà della nomenclatura più congeniale..
Pirati, corsari, bucanieri e filibustieri: i predoni del mare erano tutti temutissimi delinquenti, ma ognuno a modo suo.
Si fa presto a dire pirati... I delinquenti che infestarono il Mar dei Caraibi fra Cinquecento e Settecento non erano tutti uguali: pirati, corsari, bucanieri e filibustieri a ognuno le sue caratteristiche.
Chi erano i pirati?
Il termine pirata deriva dal verbo greco peirán ("assalire", ma anche "aggirare"). In origine indicava genericamente colui che (a titolo personale) compiva rapine in mare. Una legge inglese del XVI secolo estese tale dicitura anche a chi compiva "crimini e omicidi in porti, fiumi, insenature". Quindi, non solo agli assalti in mare aperto.
Mi manda il re: arrivano i corsari
Il termine indica quei capitani che, in accordo con alcuni sovrani europei, ricevettero "patenti di corsa". Con questi lasciapassare potevano attaccare liberamente le navi di altri Paesi devolvendo il grosso dei bottini ai sovrani stessi (gli atti di pirateria così autorizzati sono chiamati dagli storici "guerre di corsa").
Bucanieri: esperti di “barbecue”
In origine si chiamavano così gli europei che, nel '600, si dedicarono nei Caraibi alla caccia dei buoi selvatici e all'affumicatura delle loro carni. La parola barabicu (da cui barbacoa e poi barbecue) significava "luogo di origine del fuoco sacro" nella lingua degli indios Taino. Si trattava del buco scavato nel terreno, in cui si mettevano le braci per l'affumicatura.
Filibustieri, i “padroni” dei Caraibi
Il termine, spesso utilizzato come sinonimo di pirata e riferito alla pirateria caraibica, deriva dall'olandese vrijbuiter e dall'inglese freebooter, che tradotti alla lettera suonano come "libero cacciatore di bottini". Secondo altri potrebbe invece derivare dal nome dei velieri veloci con cui i pirati compivano le loro scorribande, i flyboat.
Pirata è il termine più generico di questo quartetto, e in effetti i pirati esistono da quando esistono le navi: ad esempio forse qualcuno si ricorderà di come il giovane Giulio Cesare sia stato rapito da pirati cilici, e del serio pericolo procurato attualmente dai pirati che battono le coste della Somalia. Se parliamo di pirati non parliamo solo di cappelli a tricorno e galeoni, insomma. Il greco peiratés deriva dal verbo peirân ‘tentare, assalire', a sua volta da pêira ‘tentativo‘, e ci dipinge l'assalto del pirata, e in genere la via del pirata, come una scommessa, un tentativo temerario lontano dai metodi sistematici del commercio e della produzione. Proprio per questa aura di criminalità rischiosa, indipendente e anarchica, che s'impossessa di ricchezze mobili lontano dalla solidità della terra, la figura del pirata di mare, con la sua inafferrabilità pericolosa, è stata estesa (anche impropriamente) ad altre forme di criminalità, dai pirati della strada ai pirati informatici.
Il corsaro non è un pirata, anzi è spesso nemico dei pirati. Egli si dedica alla razzia e depreda volentieri le navi che gli si parano davanti, ma non indiscriminatamente come fanno i pirati. Il corsaro ha un capo, e questo capo è un sovrano. Egli ha ricevuto un permesso regale che lo investe del suo compito, una ‘lettera patente di corsa‘, che lo legittima al saccheggio nei confronti dei nemici della corona. Non fa parte di una marina regolare, ma conduce come privato armatore la guerra di corsa, proprio correndo i mari in cerca di prede ammesse. Il più famoso è senz'altro Sir Francis Drake, corsaro di Elisabetta I Tudor, che razziando i galeoni spagnoli dalla fine degli anni '70 del Cinquecento le portò ricchezze sconfinate.
La storia del bucaniere inizia in una maniera diversa e molto curiosa: i bucanieri erano dei cacciatori di frodo dell'entroterra delle isole; dai nativi Arawak di Santo Domingo avevano imparato ad arrostire la carne su graticole di legno chiamate boucan, per cui loro divennero, in francese, boucanier (siamo nel Seicento). Peraltro tale usanza dominicana era nota in origine come barbicoa, da cui deriva il barbecue. Ma anche loro si affacciarono al mare, si confusero con gli altri saccheggiatori e confluirono in un'associazione particolare.
Nella storia della navigazione infatti si sono create delle imprecisioni linguistiche che hanno dato origine a dei fraintendimenti. Il termine Pirata indica l’attività di quei marinai che depredano o affondano le altre navi in alto mare, nei porti, sui fiumi. Oggigiono il termine viene ancora utilizzato per indicare chi compie crimini in mare verso altre imbarcazioni. Ogni pirata aveva una sua propria bandiera e tra questi è da conoscere sicuramente la storia del Pirata Barbanera.
Il Corsaro era una persona al servizio di un governo, cui cedeva parte degli utili, ottenendo in cambio lo status di combattente (lettera di corsa) e la bandiera, il che lo autorizzava a rapinare solo navi mercantili nemiche, e ad uccidere persone, ma solo in combattimento. La differenza fondamentale tra pirati e corsari è che nel momento della loro cattura i corsari venivano considerati prigionieri di guerra e i pirati giustiziati sommariamente.
Il termine Bucaniere deriva dal francese Boucanier e indicava cacciatori di frodo che affumicavano la carne su una graticola . Questo metodo era chiamato barbicoa, dal quale deriva barbecue ed era utilizzato da una tribù di Santo Domingo. In genere nel 17esimo secolo con il termine bucanieri venivano indicati i pirati della zona dei Caraibi: le loro basi erano Hispaniola, Tortuga e Port Royal.
La parola Filibustiere è collegata al francese flibustier, all’inglese filibuster, e allo spagnolo filibustero, e questi derivano dall’olandese vrijbuiter (simile all’inglese freebooter), indicando uno che fa liberamente bottino. All’ inizio del 17° secolo francesi e inglesi dell’isola di San Cristoforo (adesso nota come Saint Kitts), cacciati dagli spagnoli e sotto la guida di Pierre Belain d’Esnambuc, si rifugiarono sull’isola Tortuga, a nord di Haiti. Furono raggiunti da qualche centinaio di olandesi scacciati dagli spagnoli dall’isola Saint Croix e altri inglesi scacciati dall’isola di Nevis. Questi coloni divennero i primi filibustieri. I filibustieri furono attivi per circa un secolo attaccando mercantili spagnoli, in teoria a nome dei loro paesi d’origine. Ai filibustieri si unirono poi i bucanieri dell’isola di Santo Domingo. Sull’isola Tortuga arrivarono inoltre nuovi coloni.
I Barbareschi furono attivi contro possedimenti, beni e imbarcazioni dell’Europa cristiana a partire dal XVI secolo fino agli inizi del XIX secolo in tutto il Mediterraneo occidentale e lungo le coste atlantiche dell’Europa e dell’Africa. Loro basi di partenza furono le piazzeforti disseminate lungo le coste del Nordafrica (principalmente Tunisi, Tripoli, Algeri, Salé e altri porti del Marocco), in quelle zone che gli europei chiamavano “Barberia” o stati barbareschi. Essi arrivarono sino in Islanda e perfino in Groelandia. Nell’ultima fase della pirateria dei Caraibi compare il Jolly Roger il cui disegno è diverso da filibustiere a filibustiere.
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Pirati e corsari: qual è la differenza? E tra pirati, filibustieri e bucanieri? E ancora: chi erano i pirati e cosa facevano? cosa distingueva il corsaro dal pirata? che cos’è la “guerra di corsa”?
Chi è il pirata
Il pirata era ed è chi ruba e saccheggia per mare per motivi di tornaconto economico personale. La pirateria esisteva gà ai tempi della civiltà egizia e dell’antica Grecia.
Anche per l’antica Roma la pirateria fu un vero e proprio flagello. Si racconta che Pompeo (generale e politico romano vissuto nel I secolo a.C.), per ripulire il Mediterraneo dai pirati ebbe bisogno di molti anni e di una flotta di cinquecento navi. Per un approfondimento leggi I pirati in epoca romana.
Talvolta i pirati non si limitavano a depredare le navi, ma sbarcavano sulle coste, saccheggiavano i villaggi e facevano schiava la popolazione.
Una volta catturati i pirati potevano essere messi a morte da chiunque.
Pirati filibustieri e pirati bucanieri
Fra i pirati si distinsero i filibustieri e i bucanieri. I filibustieri erano i pirati dei Caraibi e delle coste dell’America meridionale. I bucanieri erano invece pirati, per lo più francesi, che intorno al 1600 si stabilirono nell’isola di Hispaniola, l’attuale Haiti, e Santo Domingo.
Chi è il corsaro
Ben diversa dal pirata è la figura del corsaro. Il corsaro attaccava le imbarcazioni, di regola, solo dietro autorizzazione del sovrano. Questi rilasciava a un privato armatore un documento, noto come lettera di corsa e rappresentanza. Questo documento dava la facoltà di abbordare e assaltare le navi da guerra, ma anche mercantili, per contrastare i commerci e i rifornimenti dello stato nemico.
Il capitano corsaro doveva tenere un giornale di bordo e consegnare le navi e le merci confiscate a una sorta di tribunale marittimo affinché le stimassero. Parte del bottino spettava al sovrano; il resto andava all’armatore della nave, al capitano e all’equipaggio.
La guerra di corsa
La guerra di corsa (così erano chiamati gli assalti dei corsari) fu combattuta nel Mediterraneo a partire dal XII-XIII secolo, diventando un fattore costante in queste acque. Dal XIII secolo in poi si comincia ad avere notizia certa di corsari anche fuori dal Mediterraneo.
La guerra di corsa fu ufficialmente abolita dalla Dichiarazione di Parigi del 1856 firmata da Impero francese, Regno Unito, Regno di Sardegna, Impero d’Austria, Impero Ottomano, Impero Russo e Regno di Prussia.
Nonostante non fossero tra i firmatari, il Regno di Spagna e gli Stati Uniti d’America garantirono che avrebbero rispettato le disposizioni della Dichiarazione. Tuttavia, durante la Guerra di secessione americana, gli Stati confederati d’America fecero uso di corsari contro le navi dell’Unione.
Il corsaro se catturato era considerato a tutti gli effetti un prigioniero di guerra.
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“Lloyd, tu cosa pensi che siano i desideri?”
“Credo, sir, che siano buche su cui ci si costruisce la vita. Quando si riesce ad esaudirne uno, la buca si riempie e si può proseguire coi lavori”
“E quando non si esaudisce?”
“Alcuni scelgono di costruirci comunque sopra creando instabilità chiamate rimpianti. Altri ci girano intorno e passano oltre, sir”
“E noi?”
"Quelli che ogni tanto mi piace guardare al tramonto?”
“Esattamente quelli, sir. Esattamente quelli”
buongiorno anime belle
La vita è un grande teatro dove ognuno di noi è l’attore principale.
𝕷𝖊 𝖔𝖗𝖎𝖌𝖎𝖓𝖎 𝖉𝖊𝖑𝖑’𝖆𝖓𝖙𝖎𝖈𝖆 𝖋𝖔𝖗𝖒𝖚𝖑𝖆 𝖒𝖆𝖌𝖎𝖈𝖆 “𝖆𝖇𝖗𝖆𝖈𝖆𝖉𝖆𝖇𝖗𝖆“
𝕾𝖊𝖈𝖔𝖓𝖉𝖔 𝖑𝖆 𝖙𝖗𝖆𝖉𝖎𝖟𝖎𝖔𝖓𝖊 𝖇𝖎𝖇𝖑𝖎𝖈𝖆 𝖔𝖈𝖈𝖔𝖗𝖗𝖊𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊 𝖚𝖘𝖆𝖗𝖊, 𝖎𝖓𝖛𝖊𝖈𝖊 𝖉𝖎 𝖆𝖇𝖗𝖆𝖈𝖆𝖉𝖆𝖇𝖗𝖆, 𝖑𝖆 𝖑𝖔𝖈𝖚𝖟𝖎𝖔𝖓𝖊 𝖆𝖇𝖗𝖆-𝖐𝖆-𝖆𝖒𝖗𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖘𝖎𝖌𝖓𝖎𝖋𝖎𝖈𝖆 “𝖊̀ 𝖈𝖗𝖊𝖆𝖙𝖔 𝖒𝖊𝖓𝖙𝖗𝖊 𝖛𝖎𝖊𝖓𝖊 𝖉𝖊𝖙𝖙𝖔”.
..𝖑'𝖎𝖒𝖕𝖔𝖗𝖙𝖆𝖓𝖙𝖊 𝖊̀ 𝖆𝖛𝖊𝖗𝖊 𝖎𝖓 𝖓𝖔𝖎 𝖘𝖊𝖒𝖕𝖗𝖊 𝖖𝖚𝖊𝖘𝖙𝖆 𝖕𝖆𝖗𝖔𝖑𝖎𝖓𝖆 "𝖒𝖆𝖌𝖎𝖈𝖆"..𝖊̀
𝖎𝖑 𝖕𝖔𝖙𝖊𝖗𝖊 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖊 𝖕𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊, 𝖊̀ 𝖑𝖆 𝖑𝖊𝖌𝖌𝖊𝖗𝖊𝖟𝖟𝖆 𝖉𝖊𝖑 𝖉𝖊𝖘𝖎𝖉𝖊𝖗𝖎𝖔 𝖆𝖘𝖘𝖔𝖈𝖎𝖆𝖙𝖆 𝖆𝖑𝖑𝖆 𝖕𝖔𝖙𝖊𝖓𝖟𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖙𝖚𝖙𝖙𝖔 𝖊̀ 𝖕𝖔𝖘𝖘𝖎𝖇𝖎𝖑𝖊
𝕷𝖊𝖑𝖑𝖆
Le prime referenze della parola “abracadabra” sembrano risalire al II secolo a. C. Nel suo poema De Medicina Praecepta Saluberrima, conosciuto anche come Liber Medicinalis, lo studioso romano Quintus Serenus Sammonicus prescrive a chiunque sia affetto dalla febbre emitritica di indossare un amuleto contenente la parola abracadabra scritta a forma di cono rovesciato, ripetendola per undici volte con l’accortezza di levare ogni volta l’ultima lettera.
Anche se sappiamo che questo termine è usato sin dall’antichità e nel modo greco-romano, la sua etimologia e il suo significato restano, ahinoi, incerti ancora oggi nonostante numerosi studiosi abbiano tentato di penetrare i segreti della sua origine.
Le teorie sulle origini semitiche: una formula per benedire o per distruggere?
Secondo la teoria di alcuni studiosi, la parola “abracadabra” deriverebbe dall’ebraico ab ben ruach hakodesh, ovvero “Padre, Figlio e Ispirazione divina”, che non sarebbe da ricondurre come si pensa erroneamente alla santissima Trinità, in quanto rientrerebbe nella proibizione di idolatria per la religione ebraica, ma sarebbe da attribuire ad un’invocazione degli attributi divini.
Elhiu Katz, sociologo specializzato nelle ricerche sulla comunicazione, ipotizzava invece che l’origine della parola “abracadabra” potesse derivare dalla scrittura bustrofedica di arba (quattro), dâk (del verbo “rompere”) arba, componendo la seguente formula: “Il quattro (il Tetragramma YHWH) distrugge i quattro (elementi)”. Altre ipotesi menzionano una derivazione dall’aramaico ha-bĕrakāh dabĕrāh, “pronunciare la benedizione”, oppure da Abreq ad habra , “invia la tua folgore fino alla morte”.
Secondo la tradizione biblica occorrerebbe usare, invece di abracadabra, la locuzione abra-ka-amra che significa “è creato mentre viene detto”.
..l'importante è avere in noi sempre questa parolina "magica"..è
quel credere in se stessi che spesso ci sfugge..
il potere delle parole, è la leggerezza del desiderio associata alla potenza che tutto è possibile
Lella..
Avalon, l'isola delle mele, quel luogo misterioso a metà tra questo mondo e l'altro dove, secondo la leggenda, re Artù sarebbe immerso in un sonno tra la vita e la morte, nell'attesa di fare ritorno al suo regno, resta una delle suggestioni più belle della tradizione celtica.
Il melo è un albero liminale, che danza tra i confini di vita e morte, di sapienza e follia, proprio come Myrddin Wyllt, il Merlino gallese, la figura che ispirò quella del saggio mago e consigliere di Artù.
Myrddin era il consigliere di re Gwenndoleu, un sovrano storicamente esistito che, seguendo i suoi suggerimenti, intraprese una guerra che lo portò alla morte. Per questo Myrddin fuggì nel cuore della foresta di Caledonia, vivendo come un selvaggio e proferendo versi oracolari all'ombra di un melo.
Il melo si trova sempre sul limite: nel mito greco sorge in estremo occidente, là dove il giorno diventa notte, nel giardino delle Esperidi. Anche nella tradizione celtica esiste questo giardino: fu proprio lì, alla ricerca delle mele d'oro, che Lugh mandò i figli di Tuireann per espiare la colpa di aver ucciso suo padre, in un mito che ricorda le imprese del greco Eracle.
Anche agli albori del mondo, nel mito sumero, è proprio sotto il grande melo di Kaluba che Dumuzi venne preso dai demoni galla e condotto nell'oltretomba, dal quale potrà far ritorno per solo metà dell'anno, portando la primavera.
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Quanto può durare un amore impossibile?
Un amore impossibile,
che ha avuto anche solo
un istante di possibilità,
ma per qualche normalissimo e sadico
non può svolgersi, non può viversi,
un amore che è, ma non può esistere,
un amore che non ci sarà mai tempo
a scalfire, né abitudine a spegnere.
Il guaio, meraviglioso e terribile guaio,
è che basta anche solo un attimo
per creare un ricordo,
e ciò che sopravvive alla dimenticanza,
è destinato, o forse dovrei dire
condannato, all’eternità.
Un amore impossibile,
è possibile che resista a tutto,
anche ad altri amori,
perché lascia sempre intatto il desiderio
che brilla nel ricordo,
e nel ricordo si ama davvero,
forse anche di più.
Quanto può durare un impossibile?
Un vero amore impossibile, è per sempre.
Robert James Waller (I ponti di Madison County)
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.. C'è sempre, nella nostra vita, una misteriosa coerenza, un filo conduttore, una trama che qualcuno chiama vocazione, o chiamata, o addirittura destino. Che dobbiamo saper riconoscere e che dobbiamo avere il coraggio di non tradire se vogliamo restare noi stessi, e fare qualcosa che vale.
Storia Ancora una conferma: i vichinghi arrivarono in America prima di Colombo
I vichinghi utilizzavano legno canadese: è l'ennesima conferma della teoria secondo la quale raggiunsero l'America prima di Cristoforo Colombo.
Si sospettava da tempo, l'ultima conferma l'avevamo avuta da uno studio del 2021: non fu Cristoforo Colombo a scoprire per primo le Americhe, ma i vichinghi. Un nuovo studio pubblicato su Antiquity fornisce un'ulteriore prova a sostegno di questa tesi, secondo la quale i popoli della Groenlandia avrebbero raggiunto le coste orientali del Nuovo Mondo ben prima di Colombo. «Quanto scoperto sottolinea il fatto che i vichinghi groenlandesi avevano i mezzi, la conoscenza e le navi adeguate per attraversare lo stretto di Davis e approdare nella costa est del Nord America», commentano i ricercatori.
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Ai "pirati venuti dal freddo", i Vichinghi, è dedicata la copertina del numero 199 di Focus Storia, attualmente in edicola. © Focus Storia
LEGNO CANADESE. Lo studio si basa sull'analisi di alcuni resti di legno ritrovati in un sito vichingo della Groenlandia occidentale, occupato tra il 985 e il 1450 d.C. Guardando alla struttura cellulare del legno, gli studiosi hanno potuto constatare che alcuni degli alberi non erano nativi della Groenlandia e nemmeno dell'Europa settentrionale, come il pino di Banks, tipico delle Rocky Mountains canadesi.
Il clima artico e il territorio arido della Groenlandia la rendevano un territorio quasi privo delle risorse necessarie a una società medievale per prosperare: un testo norvegese del XIII secolo recitava "tutto ciò che è necessario per migliorare il territorio dev'essere acquistato all'estero, anche il ferro e il legno utilizzati nella costruzione delle case".
NON SOLO VICHINGHI. Da anni si rincorrono prove a sostegno di un arrivo dei vichinghi in America precedente a Colombo: alcuni testi italiani del XIV secolo parlavano dell'arrivo di norreni in un luogo chiamato Marckalada, che si pensava fosse in Canada. Ma la prova regina arrivò negli anni Sessanta del secolo scorso, quando gli archeologi dissotterrarono un villaggio vichingo nell'isola di Terranova risalente a circa 1.000 anni fa.
Vichinghi a parte, alcune teorie suggeriscono che altri raggiunsero l'America prima di Colombo: Saint Brendan ad esempio, un monaco irlandese del VI secolo, che si dice che arrivò in Nord America in una barca di legno vestito solo di pelle animale (ipotesi piuttosto improbabile, di cui non abbiamo alcuna prova); o Zheng He, un esplorare cinese che secondo Gavin Menzies, un ufficiale della marina britannica, raggiunse le coste americane 71 anni prima di Colombo (una teoria ampiamente criticata dagli storici, che sostengono non sia supportata da alcuna prova).
Una cosa è certa: che siano stati vichinghi, cinesi o irlandesi, ciò che ormai appare chiaro è che non fu Colombo a conquistare il Nuovo Mondo.
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Storia I Vichinghi non fuggirono dalla Groenlandia per il freddo
Forse i Vichinghi non lasciarono le loro terre a causa di temperature sempre più rigide: un nuovo studio, infatti, ribalta questa tesi.
Uno dei grandi misteri della storia del tardo Medioevo riguarda il motivo per cui i Vichinghi, dal 985 insediati lungo le coste della Groenlandia meridionale, abbandonarono le loro terre nel XV secolo. Finora, l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, sostiene che le popolazioni furono costrette a fuggire a causa delle temperature via via sempre più fredde, dovute all'incombere della Piccola Era Glaciale. Il freddo, quindi, avrebbe impedito alle colonie di ottenere sufficienti raccolti per il sostentamento.
SICCITÀ IN GROENLANDIA? Adesso, una ricerca, guidata dall'Università del Massachusetts Amherst (Usa) e pubblicata su Science Advances, ribalta totalmente questa vecchia ipotesi: i Vichinghi norvegesi scapparono a causa della siccità.
Quando i Vichinghi si stabilirono in Groenlandia ripulirono la terra dagli arbusti incrementando lo sviluppo dei grandi pascoli per il loro bestiame. Fu così che riuscirono a trovare un equilibrio con l'ambiente, tant'è che nell'area orientale dell'isola si insediarono permanentemente. Eppure, 400 anni dopo, ci fu un impoverimento della popolazione e un crollo demografico.
DUE ELEMENTI STUDIATI. Spiega il ricercatore Raymond Bradley: «Prima del nostro studio, i dati delle carote di ghiaccio utilizzati per ricostruire le temperature in Groenlandia, erano stati presi in siti che si trovavano oltre 1.000 chilometri a nord e oltre 2.000 metri di altitudine. Erano, pertanto, poco rappresentativi per studiare quel che avveniva sulle coste». Aggiunge il collega Boyang Zhao: «Invece il nostro studio, durato tre anni, si è svolto nel Lake 578, che era adiacente a una ex fattoria norvegese, e i dati raccolti ci hanno permesso di ricostruire la storia del clima degli ultimi 2.000 anni».
Con il materiale a disposizione i ricercatori americani hanno concentrato la loro attenzione su due elementi: un lipide che permette di ricostruire la temperatura nel corso del tempo, e il rivestimento ceroso che può essere indicatore della piovosità di una regione - si trova sulle foglie delle piante e determina la velocità con cui gli arbusti crescono in rapporto all'evaporazione dell'acqua dalle foglie stesse.
UN ALTRO CLIMA. «Quello che abbiamo scoperto - conclude Zhao - è che la temperatura, a quel tempo, non è particolarmente cambiata nella Groenlandia meridionale, ma è diventata costantemente più secca.» Va detto, infatti, che i Vichinghi dovevano svernare il bestiame con il foraggio immagazzinato durante l'estate e che, anche durante un'annata sufficientemente piovosa, arrivavano con così poco fieno al termine dell'inverno che gli animali erano estremamente deboli, ed erano portati sui campi quando la neve si stava sciogliendo.
Prolungate siccità, quindi, avrebbero alterato l'equilibrio quel tanto che bastava per rendere insostenibile l'insediamento dei Vichinghi. E secondo gli autori dello studio, questi dati non solo riscrivono una pagina di storia dell'uomo, ma anche l'andamento del clima di quel periodo.
Questa è la presunta storia, o leggenda, su Simonetta Cattaneo.......
Simonetta Vespucci, nata Cattaneo, ( Genova 28 gennaio (?) 1453, Piombino, 26 aprile 1476, fu una nobildonna italiana tra le più note del Rinascimento.
Venne amata da Giuliano de' Medici, e idolatrata da Sandro Botticelli, che ne fece la sua musa, rendendola eterna nei suoi più famosi dipinti.
La troviamo, infatti, nelle vesti di Venere, nella Nascita di Venere oppure una delle Tre Grazie (quella al centro) nell'allegoria della Primavera.
Fu musa ispiratrice anche per numerosi altri artisti, tra i quali Piero di Cosimo, che dipinse il suo ritratto, nella quale è raffigurata come la regina Cleopatra.
Simonetta nacque dai nobili genovesi Gaspare Cattaneo della Volta e Cattocchia Spinola il 28 gennaio 1453, membro dunque della nobile famiglia Cattaneo.
Era sposata con il banchiere Marco Vespucci, parente del famoso Amerigo.
Si sa che a 16 anni si si era già trasferita a Firenze,
la vita di Simonetta, purtroppo, fu una vera e propria meteora, perché il 26 aprile 1476 la giovane donna moriva di tisi, o peste, all età di soli 23 anni.
Non si conosce altro su di lei, tranne che era una donna di straordinaria bellezza ed è innegabile la somiglianza di Simonetta e le donne ritratte da Sandro Botticelli, il che ci fa domandare...c'era qualcosa tra i due?
Molti hanno ipotizzato, infatti, che fossero amanti o almeno che Botticelli fosse innamorato di lei.
La leggenda narra che Botticelli chiese di essere sepolto accanto a Simonetta, nella chiesa di Ognissanti, ma la verità è che la sua tomba di famiglia era già in Ognissanti, così come quella dei Vespucci, quindi era inevitabile che i due fossero sepolti nella stessa chiesa.
Certamente doveva ritenerla la più bella donna che avesse mai visto, tanto che continuò a dipingerla.
Ispirò anche la penna di Lorenzo il Magnifico, che scrisse quattro poesie per lei dopo la sua morte prematura.
Amore & Psiche, scultura realizzata da Cicero d’Avila (scultore contemporaneo) con marmo di Carrara.
La leggenda che ha ispirato quest’opera è narrata nelle Metamorfosi di Apuleio, uno dei più famosi romanzi dell’epoca classica (II secolo d.C.).
In questo testo si racconta la storia di Psiche (che significa anima) una giovane talmente bella da attirare su di sé l’invidia di Venere. Per questo motivo decise di inviare suo figlio Eros (o Amore) per farla innamorare dell’uomo più brutto e rozzo del mondo. Il giovane dio tuttavia commise un errore e, dopo essersi punto da solo con una delle sue frecce magiche, si innamorò perdutamente della fanciulla.
Preso dalla passione, Amore disobbedì alla madre e rinchiuse Psiche in un castello magico andando a farle visita ogni notte, ma facendole giurare di non guardarlo mai in volto. La ragazza, incuriosita dallo strano divieto e istigata dalle sorelle, ruppe il giuramento e spiò le sembianze del suo amante con una lampada ad olio. Amore, accortosi del tradimento, abbandonò la povera fanciulla alla più totale disperazione.
Venere sottopose quindi Psiche a numerose e difficili prove per farla ricongiungere al suo amato. L’ultima prova fu di scendere sino agli inferi per chiedere a Proserpina, sposa di Ade, di darle una parte della sua bellezza. La dea consegnò a Psiche un’ampolla contenente un liquido soporifero che la fece cadere in un sonno profondo. Quando Amore venne a sapere delle crudeli prove che la sua amata aveva superato per lui, chiese a Zeus, il padre degli dei, di poterli riunire per sempre. Dopo tutte queste prove, i due innamorati furono finalmente liberi di amarsi, questa volta per l’eternità
I𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐥𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐫𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞,
𝐞̀ 𝐭𝐫𝐨𝐩𝐩𝐨 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐨, 𝐞̀ 𝐭𝐢𝐩𝐨 “𝐡𝐨 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐜'𝐞𝐫𝐢 𝐭𝐮”
𝐁𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐞 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐞
Mariana di John Everett Millais, 1851.
Quando fu esposta per la prima volta alla Royal Academy nel 1851, questa immagine era accompagnata dalle seguenti righe tratte da Mariana di Tennyson (1830):
Disse solo: "La mia vita è triste,
Disse: "Sono stanca, stanca,
vorrei essere morta!"
La poesia di Tennyson è stata ispirata dal personaggio di Mariana in Misura per misura di Shakespeare. Rifiutata dal fidanzato Angelo, dopo che la sua dote è andata persa in un naufragio, conduce un'esistenza solitaria in una grangia con fossato. È ancora innamorata di Angelo - ora deputato del duca di Vienna - e desidera ardentemente ricongiungersi con lui.
Nella foto le foglie autunnali sparse per terra scandiscono lo scorrere del tempo. Mariana ha lavorato a dei ricami e si ferma per allungare la schiena. Il suo desiderio per Angelo è suggerito dalla sua posa e dall'ago infilato ferocemente nel suo ricamo. Le vetrate colorate di fronte a lei mostrano l'Annunciazione, che contrappone l'appagamento della Vergine alla frustrazione e al desiderio di Mariana. Millais ha copiato la scena dalla finestra della cappella del Merton College di Oxford. Tuttavia, il disegno araldico sembra essere stato una sua invenzione. Il motto "In coelo quies" significa "In paradiso c'è riposo" e si riferisce chiaramente al desiderio di Mariana di essere morta. Il bucaneve simboleggia la "consolazione" ed è anche il fiore del compleanno del 20 gennaio, vigilia di Sant'Agnese, quando le ragazze mettono le erbe nelle loro scarpe e pregano Sant'Agnese di inviare loro una visione del loro futuro marito. Potrebbe anche riferirsi indirettamente al poema narrativo di John Keats The Eve of St Agnes, che, come Mariana di Tennyson, si occupa anch'esso del tema del desiderio. Il topo in primo piano a destra è il topo di Tennyson che 'Dietro il rivestimento in rovina strillava, | O dal crepaccio sbirciato in giro'. L'altare in miniatura sullo sfondo, decorato con un piccolo trittico e uno scrigno d'argento, potrebbe riferirsi all'altra poesia di Tennyson sullo stesso tema, Mariana in the South, in cui Mariana prega disperatamente la Vergine Maria. Il topo in primo piano a destra è il topo di Tennyson che 'Dietro il rivestimento in rovina strillava, | O dal crepaccio sbirciato in giro'. L'altare in miniatura sullo sfondo, decorato con un piccolo trittico e uno scrigno d'argento, potrebbe riferirsi all'altra poesia di Tennyson sullo stesso tema, Mariana in the South, in cui Mariana prega disperatamente la Vergine Maria. Il topo in primo piano a destra è il topo di Tennyson che 'Dietro il rivestimento in rovina strillava, | O dal crepaccio sbirciato in giro'. L'altare in miniatura sullo sfondo, decorato con un piccolo trittico e uno scrigno d'argento, potrebbe riferirsi all'altra poesia di Tennyson sullo stesso tema, Mariana in the South, in cui Mariana prega disperatamente la Vergine Maria.(cr: tate.org.uk)
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Le mamme che hanno figli con disturbo dello spettro autistico affrontano una strada unica nella loro esperienza di genitorialità. In questa festa della mamma, celebriamo il loro amore instancabile, la pazienza infinita e la dedizione straordinaria. Sono esempi di forza e sacrificio, meritevoli di ogni onore.
Queste donne coraggiose affrontano sfide uniche e straordinarie nella loro esperienza di genitorialità, dimostrando sempre un amore incondizionato.
ed un abbraccio anche per me..
non donatevi e donate abbracci solo domani..
dal cammino di una madre ha inizio la speranza per tutti..
ha bisogno di sapere che Lei non sarà mai sola...
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..la mia normalità è semplicità..
di essere folle..
un pò immersa nelle nuvole
ma da dove si parla e si ascolta
l'anima e cuore..
amo la mia follia..
"ciascuno di noi ogni tanto è un pò cretino,
imbecille, matto e a volte anche un pò stupidino..
diciamo che la persona normale è quella
che mescola in maniera ragionevole tutte queste componenti..
irriverenti e visionarie..
ideali che riempiono di coraggio le nostre azioni"
Lella..
Buongiorno anime belle
di essere folle..
un pò immersa nelle nuvole
ma da dove si parla e si ascolta
l'anima e cuore..
amo la mia follia..
"ciascuno di noi ogni tanto è un pò cretino,
imbecille, matto e a volte anche un pò stupidino..
diciamo che la persona normale è quella
che mescola in maniera ragionevole tutte queste componenti..
irriverenti e visionarie..
ideali che riempiono di coraggio le nostre azioni"
Lella..
Buongiorno anime belle
dedicata a tutte le Madri..
a te cara mamma..
ovunque tu sia..sei sempre in cammino e mi segui da lontano...
discreta..quasi timida..
Salute a te, l’anima vede:
Tu sei la grande, eccelsa porta,
verranno a aprirti presto.
Tu che il mio canto intendi sola:
in te si perde la mia parola
come nella foresta.
Sono venuto a compiere
la visione santa.
Dio mi guarda, mi abbacina…
Ma tu, tu sei la pianta.
Viaggiate
che sennò poi
diventate razzisti
e finite per credere
che la vostra pelle è l'unica
che la vostra lingua
è la più romantica
e che siete stati i primi
ad essere i primi
viaggiate
che se non viaggiate poi
non vi si fortificano i pensieri
non vi riempite di idee
vi nascono sogni con le gambe fragili
e poi finite per credere alle televisioni
e a quelli che inventano nemici
che calzano a pennello con i vostri incubi
per farvi vivere di terrore
senza più saluti
né grazie
né prego
né si figuri
viaggiate
che viaggiare insegna
a dare il buongiorno a tutti
a prescindere
da quale sole proveniamo,
viaggiate
che viaggiare insegna
a dare la buonanotte a tutti
a prescindere
dalle tenebre che ci portiamo dentro
viaggiate
che viaggiare insegna a resistere
a non dipendere ad accettare gli altri non solo per quello che sono ma anche per quello che non potranno mai essere, a conoscere di cosa siamo capaci a sentirsi parte di una famiglia
oltre frontiere, oltre confini,
oltre tradizioni e cultura,
viaggiare insegna a essere oltre
viaggiate
che sennò poi finite per credere
che siete fatti solo per un panorama
e invece dentro voi
esistono paesaggi meravigliosi
ancora da visitare.
..anticipo sempre..
perchè bisogna sempre..guardare oltre..
e quando si contlempano visioni di cuore..
il calendario non conta...
dedicato a chi ha sogni da amare e da donare..
guerriere coraggiose e portatrici di pace e di amore
dedicata a noi madri senza frontiere
a noi,
donne appassionate e fioriere di innumerevoli speranze,
calpestate spesso, osannate non sempre..
ma noi siamo gli orizzonti luminari e illuminanti
sempre in cerca di visioni del Mondo non sempre comprese..
madri eterne..donne di luce,..anime di vita..cuori in cammino...
Lella..
C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.
di Alda Merini
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Dal web!
Io non lo so cos’ha questa terra, per farsi amare così tanto.
Sarà che ce lo insegnavano da piccoli a tenerci stretti, gli uni con gli altri, a giocare insieme nei cortili, a non voltare mai le spalle al sole, a cadere bene, a non piangere quando ci si sbucciava le ginocchia.
Sarà che abbiamo imparato a fare da mangiare solo con l’acqua e un po’ di farina, che a chi verrebbe mai in mente, dico io, di tirarci fuori una piadina? Sarà che condiamo la tavola anche con le erbe che forano tanto e ti pungono le dita, che siamo cresciuti fra i filari dell’uva, i campi del grano, che abbiamo imparato a saltare i fossi, ad affilare una falce, ad avere sempre nostalgia di casa.
Sarà che ci hanno insegnato non a lottare, ma a resistere, ad andarcene ma mai a scappare, a pulirci il naso nella manica dei grembiuli, a dosare le provviste, a non buttare via niente, a conservare fotografie nella scatola dei biscotti.
Sarà che ci hanno insegnato a odiare poco ma di più a comprendere, a bestemmiare col vicino perché “delle volte ci vuole” ma poi prestargli la vanga che “non si dice di no a nessuno”.
Sarà che non siamo fatti di strade e di confini, perché noi abitiamo di qua o di là dal mare, di qua o di là dalla ferrovia, a levante o a ponente, della valle di sopra o di sotto, e che tanto si capisce da dove vieni “tè” con quell’accento.
Sarà che la le nostre mamme ce lo hanno sempre insegnato che non c’è niente che dura per sempre, che come ti ho fatto ti disfo; che basta un temporale per guastare una stagione, e che usi poca acqua la sfoglia viene dura.
Sarà che di schiaffi ne abbiamo presi, che ogni marachella ha ancora il segno della ciabatta sulle gambe, che li scapaccioni ci sono serviti a capire che avevamo anche una testa e che dovevamo imparare a usarla, a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare ogni strada.
Sarà che abbiamo il mare vicino e i lividi vanno via prima con l’acqua salata, sarà che abbiamo sorrisi facili e camminiamo sul tempo del valzer, che per ballarlo bene non devi guardarti i piedi, ma abbracciare l’altro e guidarvi insieme.
Io non lo so cos’ha questa terra per farsi amare così tanto, so solo che così lo abbiamo imparato dai nostri padri, e così lo abbiamo insegnato ai nostri figli.
Ce la facciamo, perché non siamo mica soli. Ma va là, guarda quanti romagnoli!
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..c'è tanto in Emilia-Romagna..c'è tanto di tutto..soprattutto la voglia di fare , la passione e la speranza..
in questi giorni, dopo quello che è accaduto..da più parti si punta il dito sulle casse di espansione..si legge.." ma in Emilia ci sono e il Reno è ben salvaguardato, in Emilia qui ,,in Emilia là..
(ricordo un pò di geografia ,attraversa le province di Pistoia, Prato, Modena, Ferrara e Ravenna, oltre ai territori delle città metropolitane di Bologna e Firenze)ci sono 23 casse ma funzionanti 12 ..e si punta il dito sulla "romagna di Bonaccini"..ricordo a questi omini che la Regione si chiama Emilia-Romagna ed è del popolo emiliano romagnolo in primis e il Presidente Bonaccini è il Presidente di quella Regione..tutta..di quel popolo tutto e le opere si fanno per tutta una Regione non per una sola parte..ma ciò è duro da comprendere a questi"omini"..è più semplice semplificare, screditare che andare a conoscere le cose..
diceva qualcuno.."Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata" F. De la Rochefoucauld.
Il silenzio del Boss
di Massimo Gramellini
20 maggio 2023
L’altra sera, in quel di Ferrara, Bruce Springsteen è riuscito nell’impresa di cantare per tre ore accanto a una tragedia senza minimamente farvi cenno. Nemmeno uno straccio di saluto ai romagnoli che spalavano fango a poche decine di chilometri in linea d’aria dai suoi ringhiosi gorgheggi. Ce lo saremmo potuto aspettare da un rapper cinico o, all’opposto, da un poeta fuori dal mondo, non da un cantautore che ha sempre cavalcato l’impegno sociale e ha scritto decine di canzoni sui defraudati dal destino. Una parte di me continua a sperare che danzasse nell’oscurità, per citare un suo classico, e che lo abbiano catapultato su quel palco senza dirgli dov’era e che cosa stesse succedendo. Ma non è credibile che lui e il suo entourage non abbiano visto e saputo nulla, nemmeno delle polemiche sull’opportunità di suonare che avevano animato la vigilia. Per giustificarlo, l’organizzatore ha detto che «il concerto è strutturato in modo da non lasciare spazio ad altro che non sia la musica». Come se il vecchio Springsteen fosse ridotto alle dimensioni di un juke-box: una macchina programmata per cantare senza quelle pause che servono a un artista per rimettersi in connessione con l’uomo(continua)
.gli sciacalli sono duri a comprendere..
e sono veloci ad infangare e dire bugie..
Ferrara è Emilia Romagna come territorio ma nel profondo si sente secessionista..per fortuna i ferraresi non sono tutti come il loro sindaco..
e ricordo che il terremoto, del quale oggi ricorre l'undicesimo anniversario, ha compreso proprio quel territorio ferrarese e che quel presidente di regione che viene crocifisso da un leghista condoniabile, lo ha difeso e ricostruito ..quindi tacete
ROMAGNA
E dagli! Tutti quanti ce l'hanno con la Romagna
Che sembra essere la cava degli assassini.
Sono tutte calunnie di birichini
Divorati da una vergognosa invidia....
La Romagna di domani, oggi.
Bruce..per me questa volta hai "stonato"...
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Uomini che camminano lungo i binari della ferrovia / diretti da qualche parte dove non c’è ritorno / elicotteri della stradale spuntano dalla collina / una zuppa bollente sul fuoco sotto un ponte / la fila per un ricovero che fa il giro all’angolo / benvenuti nel sistema del nuovo mondo / famiglie che dormono nelle loro macchine nel Sud-Ovest / niente casa, niente lavoro, niente pace, niente riposo".
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si per me hai stonato..ripeto per me "hai stonato", altri forse non saranno daccordo ma le sensibilità di ognuno vanno rispettate..
Perché se davvero sei dalla parte degli ultimi, dei derelitti, dei disperati, non vai a fare il tuo show a Ferrara, a un pugno di chilometri _ stessa regione _ da chi è appena morto in un’alluvione di una gravità senza precedenti, in quella terra. Vite, famiglie, case distrutte. Il concerto non lo puoi annullare perché non c’è assicurazione? Il governo italiano, le autorità cittadine non te ne danno la possibilità? Lo annulli tu, i soldi ce li metti di tasca tua, ne hai tanti.
Non sò se questi soldi li userai per una donazione ,alla fine almeno lo spero..ma io avrei voluto da te l'annullamento del concerto..
tu sei il "boss" in tutto e non stai alle regole..quindi lo diventi tu il personaggio spinto (dal sistema impazzito dei live miliardari) a fare la cosa sbagliata, ma che si ferma in tempo. Che istintivamente rifiuta di aggiungere non violenza, ma semplicemente indifferenza, semplicemente un atto di schiavitù alla legge dello show business, nel mondo che lo circonda.
Con grande difficoltà e contro la tua stessa natura di performer inarrestabile e responsabile di quelli che lavorano con te eccetera eccetera, trascendi tu - mio amato, amatissimo Boss - le circostanze . E trovi la forza e la grazia di salvare te stesso e portare rispetto a quella parte di mondo, a quelle vite distrutte, che magari non tocchi.
E’ una parte di mondo che non tocchi dal palco di Ferrara però sta lì, pochi chilometri a sud, verso il mare, lo stesso cielo che vedi tu se alzi gli occhi, la stessa aria che respiri. La stessa terra.
Bruce non perdere altre occasioni..tu sei un uomo intelligente..sensibile..grande e sò che qualcosa ti è arrivato da questa giornata oramai trascorsa..
e sai cosa credo, e mi spiace scriverlo..se la tragedia di questi giorni in Romagna fosse capitata in una cittadina americana, tu non saresti salito su quel palco, perchè lo hai fatto in altre occasione, ma il giro convulso di promoter, di introiti a più livelli, ti hanno omologato ad un sistema che tu in vari modi ponevi in discussione.spero come scrivevo sopra ti sia arrivato qualcosa di vero, di autentico dalla serata di ieri sera, forse spente le luci hai parlato a te stesso..
Vergogna!!! e se fossi l'entourage di Bruce annullerei il tutto..
a me il Boss, Springsteen, piace moltissimo, ma mantenere il concerto previsto a Ferrara oggi, in una regione messa in ginocchio da un alluvione disastrosa con 13.000 sfollati, 50.000 senza elettricità, 9 morti, altri dispersi, linee stradali e ferroviarie interrotte, con la previsione di 50.000 persone in arrivo per il concerto mi sembra una follia.
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"Io non potevo tirar via i mobili dalle case, perché con la carrozzina sarebbe stato complicato. Ma avevo una pala in mano e mi sono messo a spalare". resterà come una delle fotografie simbolo del disastro che si è abbattuto sull'Emilia-Romagna: un uomo in carrozzina che, in mezzo a decine di altri volontari, aiuta a rimuovere acqua mista a fango dalle strade di Forlì. Quell'uomo è un atleta e campione paralimpico: si chiama Simone Baldini, detto "IronBaldo", 42 anni, romano di nascita trapiantato nella Repubblica di San Marino da diversi anni. Si trova in carrozzina da quando è adolescente, per colpa di un virus al midollo spinale. Una condizione che, racconta, non gli ha impedito di realizzare tanti sogni nella sua vita, e gli ha consentito di sentirsi utile, di restituire un po' dell'affetto e della vicinanza che ha ricevuto quando è stato male: “Sono andato a spalare fango nel quartiere Cava di Forlì, e sono pronto a rifarlo, tornerei molto volentieri: non posso farlo solo una volta e basta, mi sento in dovere di dare qualcosa in più".
L’articolo completo di Micol Lavinia Lundari Perini su Repubblica Bologna
Ti sei accorto di come è diventato là fuori?
Sono tutti lì a strepitare e urlare, l'uno contro l'altro.
Non c'è più nessuno educato.
"Joker"
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La lite nasce dalla molestia, dal sarcasmo, dalla inutile rispondenza sociale.
Il litigioso è nato per invischiare gli altri, per sentirli poveri e soli come lui, senza risorse, anemici del discorso piano, come alberi senza fronde e
prossimi a morire.
La persona litigiosa non chiede, comanda, chiama i più assurdi auguri del destino, va a vedere nelle pagine della tua storia se qualche avvenimento catastrofico le potrà giovare e lavare a sua volta, la sua nera infamia nella sua vecchia anima.
Perché chi litiga è vecchio come il mondo, e se anche non ha conosciuto Caino, ne conosce la fratellanza assurda.
( Alda Merini )
Servono le persone buone, quelle semplici che non vivono in competizione, ma in empatia...
( cit. )
Buongiorno anime belle
Nessuno può rubarti quello che sei, possono copiarti, possono imitarti, possono sentirsi simili a te, ma il tuo essere, la tua anima, il tuo cuore è unico perché ognuno di noi è un essere unico.♡
.a certi italiani va bene così!!..
meno diritti, tasse che non si devono pagare,
meno cultura
stipendi che non riescono a darti dignità..ma che importa..
abbiamo le televendite, i 5 minuti prima di Amadeus,
sfogliano le figurine dei nuovi conduttori..
bene la TV pubblica..i sinistrodi tutti fuori..
abbiamo i nostri telegiornali!!..
..si fà una manifestazione..ma che vogliono questi "rossi" fanno sempre richieste ed è colpa loro se siamo arrivati a questo punto"
si credono di aver vinto ..ma noi siamo tornati,abbiamo finalmente ciò che ci spetta..
..mannaggia c'è tempesta fuori e che ci importa tanto poi costruiamo ponti sul mare e aspettiamo la prossima scossa ..o quella ondata che sommerge..
e se poi mi faccio male vado in Sicilia a curarmi, magari prendo il treno, sono così veloci;..e quando arrivo in 5 minuti sono in pronto soccorso..
certo..alcuni poi si lamenteranno..
"ha stata la sinistra..quella sporca cultura di sinistra..tanto sono tutti uguali
..loro ci hanno rovinato.."
certo..in alcuni casi si..
perchè avere il potere rende aridi
..ma molto furbi in alcuni casi..
si lamentano certi italiani..ma poi, sotto sotto, a loro poco importa ..ci si informa sullo studio WEB di turno .
lì si che ci dicono tutto!!
.quante belle notizie ,peccato che poi risultano effimere chimere e falsi.non sempre autografati..
mai mettere la firma, non si sa mai..
.non abbiamo bisogno di cultura,c'è il Grande fratello che ci insegna tutto..
sai lì arrivano in tanti come alla isola dei famosi..
sono i nostri vicini, i nostri amici..con loro non ci si annoia mai..
beh se questo è il pensiero medio di una parte di italiani..
allora capisco come questo voto, è ambito da questa destra..
le persone non si fanno ragionare, meglio promettergli il bengodi,anche se non esiste, tanto ci credono e sperano..e se poi non arriva, beh poca cosa, intanto glielo abbiamo promesso e per lungo tempo nessuno si accorge della truffa..
beh per me la speranza è ben altro e finchè la mia mente riesce ad essere lucida sò da quale parte stare
non certo "quella parte"
sarà molto lungo il cammino..ma che vuoi farci..provengo da una visione di vita e di società ben diversa e comune a molti..
io sono abituata a vivere una quotidianità fatta di cose reali, a volte crude , sofferte ma vere e mi rendo conto di quale sia la mia visione di futuro..forse ad altri invece piace iil più comodo,il tutto e subito , "prima io" gli altri si arrangino, anzi meglio se li prendiamo in giro,
diamo loro cose "luccicanti..effervescenti, tanto non spolverano in superficie,fa troppa fatica e se poi Uno pensa per te ancora meglio
,Lui si .. sà cosa è meglio..
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..su questo articolo ho commentato..
come in molti sapete avendone pienamente la facoltà..
in quanto madre di un ragazzo autistico..
𝓫𝓮𝓱
𝓺𝓾𝓪𝓵𝓬𝓾𝓷𝓸 𝓱𝓪 𝓿𝓸𝓵𝓾𝓽𝓸 𝓬𝓸𝓶𝓾𝓷𝓺𝓾𝓮 𝓭𝓲𝓼𝓽𝓲𝓷𝓰𝓾𝓮𝓻𝓼𝓲..𝓲𝓷 𝓹𝓮𝓰𝓰𝓲𝓸
𝓞𝓷𝓲𝓯𝓪𝓻𝓮𝓼 𝓥𝓬𝓬
𝓐𝓷𝓽𝓸𝓷𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓜𝓮𝓲 𝓶𝓪 𝓼𝓶𝓮𝓽𝓽𝓲𝓵𝓪. 𝓞𝓰𝓷𝓾𝓷𝓸 𝓱𝓪 𝓵𝓮 𝓼𝓾𝓮 𝓬𝓻𝓸𝓬𝓲. 𝓢𝓮 𝓱𝓪𝓲 𝓾𝓷 𝓯𝓲𝓰𝓵𝓲𝓸 𝓪𝓾𝓽𝓲𝓼𝓽𝓲𝓬𝓸 𝓭𝓲𝓼𝓹𝓲𝓪𝓬𝓮. 𝓣𝓾𝓽𝓽𝓪𝓿𝓲𝓪, 𝓷𝓸𝓷 𝓮̀ 𝓹𝓻𝓸𝓫𝓵𝓮𝓶𝓪 𝓭𝓪 𝓼𝓬𝓪𝓻𝓲𝓬𝓪𝓻𝓮 𝓼𝓾𝓰𝓵𝓲 𝓪𝓵𝓽𝓻𝓲. 𝓟𝓪𝓽𝓮𝓽𝓲𝓬𝓪 𝓮𝓰𝓸𝓬𝓮𝓷𝓽𝓻𝓲𝓬𝓪
per fortuna tantissime persone si sono sentite colpite nel profondo e posso dire ..c'è ancora speranza..e ringrazio costoro non per me, ma da parte di tante famiglie, che per varie situazioni, non riescono ad esprimere il loro stato d'animo, ho dato una mano a costoro..anche se solo con la mia umile ma meravigliosa esperienza
..il mio commento ..
𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐟𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐞 𝐥'𝐢𝐦𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐕𝐞 𝐥𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐚𝐮𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐢𝐧 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞..𝐧𝐨𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐚 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨..𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐬𝐢 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐚𝐫𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐚𝐦𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚..𝐨𝐩𝐩𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞..𝐠𝐫𝐢𝐝𝐚 𝐞 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐫𝐨𝐦𝐩𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐞..𝐬𝐢 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢, 𝐬𝐢 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐬𝐨𝐧𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞, 𝐬𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐪𝐮𝐢𝐥𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐥𝐨, 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐫 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐨 𝐜𝐚𝐥𝐦𝐚𝐧𝐨,𝐬𝐢 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐥𝐮𝐢 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐮𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐞 𝐥𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐚𝐢 𝐢𝐥 𝐬𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐚 𝐚 𝐝𝐨𝐫𝐦𝐢𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐢..𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥𝐮𝐢 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 , 𝐚𝐛𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐫 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐛𝐚𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐦𝐦𝐚..𝐬𝐢 𝐬𝐨𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐦𝐚𝐜𝐢..𝐬𝐢 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐚𝐫𝐞..𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐨𝐢 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚..𝐞̀ 𝐥'𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐨𝐥𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐫𝐞 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐫𝐞..𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐨𝐫𝐦𝐢𝐫𝐞..𝐩𝐨𝐢 𝐥𝐚 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐡𝐚 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐢𝐚 𝐚𝐝 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨, 𝐟𝐚̀ 𝐥𝐞 𝐥𝐚𝐯𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟓 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐚 ..𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟐 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐞 𝐬𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐫𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐞𝐫𝐢..𝐩𝐨𝐢 𝐦𝐚𝐠𝐚𝐫𝐢 𝐞𝐬𝐜𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚, 𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐚 𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 "𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐮𝐢"..𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐚 𝐯𝐨𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐭𝐞..𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚𝐭𝐞 𝐚 𝐝𝐨𝐜𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐯𝐢, 𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐜𝐢,, 𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐯𝐢 𝐮𝐧 𝐩𝐨̀ 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 "𝐦𝐞𝐫𝐚𝐯𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐬𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐢"..𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞
https://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2023/06/03/condomini-diffidano-la-famiglia-di-un-bimbo-autistico-troppe-urla_6f9b2e15-9ae2-4164-9252-2bec74bfd6cf.html?utm_source=hootsuite&utm_medium=&utm_term=&utm_content=&utm_campaign=
Condomini diffidano la famiglia di un bimbo autistico: 'troppe urla'
Il legale dei vicini di casa, 'è un disagio che perdura da anni, ma lo scopo è il dialogo'. I genitori: 'viviamo nell'angoscia'
Prima che fosse costruito il turistico Piazzale Michelangelo a Firenze, quella zona era una collina pittoresca e incontaminata. Era conosciuta come "Monte alle Croci" e offriva una vista panoramica sulla città di Firenze e sul fiume Arno.
"La massa, la gente
condannera' tutti i ribelli
tutti gli spiriti ribelli
dirà che sono dei distruttori
ma per creare bisogna distruggere
Se non si distruggono le menzogne
non si può far posto alla verità.
È naturale che la gente odi l'uomo di verità: egli è un disturbatore.
La verità è sempre in contrasto con i dogmi delle masse.
La verità è individuale ...e le masse non hanno alcun interesse per la verità.
Alle masse importano le consolazioni, le comodità ...
se in qualche modo le oltrepassi e
le superi non sarai mai perdonato."
OSHO
Il cuore guarisce quando capisce,
non quando dimentica.
Ed io non dimentico perché dimenticare è fuggire dalla mia storia.
E allora io resto.
Resto accanto alla mia sofferenza.
Il tempo che serve per farmi una carezza.
Perché ho imparato che alla fine non si muore.
No. Alla fine, si rinasce.
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Se ogni persona sulla Terra decidesse di dire la verità, nell'arco di ventiquattro ore non resterebbe in vita neppure un'amicizia. Se ogni persona, fosse sincera, del tutto esente da forme di gratificazione create apposta per compiacere gli altri, si avrebbero milioni di divorzi istantanei, le amicizie sarebbero un ricordo del passato, ogni famiglia andrebbe in frantumi.
Viviamo per avere il consenso altrui, sul consenso altrui costruiamo la nostra immagine, sull'approvazione altrui ci percepiamo come "qualcuno", perdendo intanto sempre più la connessione con ciò che realmente siamo, e portandoci appresso quel sacco osceno di falsi consensi reciproci che ogni tribù si confeziona, potremmo dire, per sentirsi migliore delle altre, e su cui i membri di ogni tribù (coppia, famiglia, amici, Stati) si costruiscono un'immagine che non mostri loro il vuoto che vedrebbero di fronte a uno specchio.
~Sigmund Freud.
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L'Inno di Mameli, l'inno nazionale della Repubblica Italiana, è un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847,
Ogni volta che gioca la Nazionale (di calcio, rugby, pallavolo etc) ascoltiamo l'Inno d'Italia, l'Inno di Mameli, e magari ci devertiamo a vedere se i giocatori conoscono a memoria le sue parole. Ma qual è la sua origine e quale il significato delle strofe dell'inno di Mameli?
Dal 12 ottobre 1946, l’inno nazionale d’Italia è il Canto degli Italiani, scritto nell’autunno del 1847 dallo studente e patriota genovese Goffredo Mameli, e musicato a Torino da un altro genovese, Michele Novaro.
Nato in un clima di fervore patriottico che preludeva alla guerra contro l’Austria, l’inno presenta numerosi riferimenti storici del passato, che richiedono però una lettura attenta e circostanziata per una più corretta comprensione del testo. Ecco le nostre spiegazioni, strofa per strofa.
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano (253-183 a. C.), fu il generale e uomo politico romano vincitore dei Cartaginesi e di Annibale nel 202 a. C. a Zama (attuale Algeria); la battaglia decretò la fine della seconda guerra punica, con la schiacciante vittoria dei Romani. L’Italia, ormai pronta alla guerra d’indipendenza dall’Austria, si cinge figurativamente la testa dell’elmo di Scipione come richiamo metaforico alle gesta eroiche e valorose degli antichi Romani.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Si riferisce all’uso antico di tagliare i capelli alle schiave per distinguerle dalle donne libere; queste ultime, per sottolineare il loro stato, erano solite tenere i capelli lunghi. La dea Vittoria rappresentata come una donna dai lunghi capelli, dovrebbe quindi porgere la chioma perché le venga tagliata in segno di sottomissione a Roma: il senso della quartina è la certezza di Mameli che, in caso di insurrezione contro gli austriaci, la Vittoria non potrà che essere degli italiani perché è il destino che così vuole.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
La coorte era un’unità da combattimento dell’esercito romano, composta da 600 uomini: era la decima parte di una legione. “Stringiamci a coorte” vuole dunque essere un’esortazione a presentarsi senza indugio alle armi, a rimanere uniti e compatti, disposti a morire, per la liberazione dall’oppressore straniero.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Si tratta di un richiamo al desiderio di raccogliersi sotto un’unica bandiera: speranza (speme) di unità e di ideali condivisi per un’Italia, quella del 1848, ancora divisa in sette Stati (Regno delle due Sicilie, Stato Pontificio, Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, Regno Lombardo-Veneto, Ducato di Parma, Ducato di Modena).
Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Mameli era un mazziniano convinto e in questa strofa interpreta il disegno politico del fondatore della “Giovine Italia”: quello di arrivare, attraverso l’unione di tutti gli Stati italiani, alla realizzazione della repubblica. “Per Dio” è un francesismo (e non un’imprecazione), che significa “attraverso Dio”, “da Dio”, qui inteso come sostenitore dei popoli oppressi.
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
La battaglia di Legnano, del 1176, è quella in cui la Lega Lombarda, al comando di Alberto da Giussano, sconfisse Federico I di Svevia, il Barbarossa. A seguito della sconfitta l'imperatore, sceso in Italia per affermare la sua autorità, fu costretto a rinunciare alle sue pretese di supremazia; scese dunque a patti con le città lombarde, con cui stipulò una tregua di 6 anni, a cui seguì nel 1183 la pace di Costanza in cui dovette riconoscere le autonomie cittadine.
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
Si fa riferimento all’eroica difesa della Repubblica di Firenze che tra il 12 ottobre del 1529 e il 12 agosto del 1530 venne assediata dall’esercito imperiale di Carlo V d’Asburgo. Nel corso dell’assedio, il capitano Francesco Ferrucci venne ferito a morte, e finito da Fabrizio Maramaldo, un capitano di ventura al soldo dell’esercito imperiale, il cui nome è diventato sinonimo di “vile” e al quale Ferrucci rivolse le parole “Tu uccidi un uomo morto”. Il 12 agosto i fiorentini firmarono la resa che li sottometteva nuovamente ai Medici.
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il richiamo a tutte le genti d’Italia è al valore e al coraggio del leggendario Balilla, il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese: si tratta del soprannome del fanciullo, forse un certo Giambattista Perasso, che il 5 dicembre 1746 scagliò una pietra contro un ufficiale, dando l’avvio alla rivolta che portò alla liberazione della città
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
“Il suon d’ogni squilla” significa “il suono di ogni campana”. L’evento cui fa riferimento Mameli è quello dei “Vespri Siciliani”: nome dato al moto per cui la Sicilia insorse dopo 16 anni di dominio angioino (francese) e si diede agli aragonesi (spagnoli).
All’ora dei vespri del lunedì di Pasqua del 31 marzo 1282 tutte le campane si misero a suonare per sollecitare il popolo di Palermo all’insurrezione contro i francesi.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
L'Austria degli Asburgo (di cui l’aquila bicipite era il simbolo imperiale) era in declino (le spade vendute sono le truppe mercenarie di cui erano piene le file dell’esercito imperiale) e Mameli chiama un’ultima volta a raccolta le genti italiche per dare il colpo di grazia alla dominazione austriaca con un parallelismo con la Polonia. Tra il 1772 e il 1795, l’Impero austro-ungarico, assieme alla Russia (il “cosacco”) aveva invaso la Polonia. Ma il sangue dei due popoli oppressi, l’italiano e il polacco, può trasformarsi in veleno attraverso la sollevazione contro l’oppressore straniero.
1 giugno 2020
Attento a quello che bisbigli nel Bosco
Perché anche gli Alberi ascoltano...
Favole Sioux
Pietre:Bosco e Magia
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~Quanti anni hai?
Ho l'età in cui non mi preoccupa affatto se non piaccio agli altri... Ho l'età in cui sono gli altri che devono piacere a me!
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Ci sono persone che ti piacciono perché le stimi, altre perché sono intelligenti, altre perché sono belle.
Ci sono quelle di cui apprezzi l’ironia, la spontaneità, il coraggio.
Ci sono quelle che ti stupiscono con un gesto, quelle su cui puoi contare sempre, quelle che ti insegnano qualcosa.
Ci sono persone che ti piacciono per come si muovono, per il tono della voce, perché sanno raccontare le cose.
Ci sono esseri umani che ti fanno commuovere, che ti illuminano, che hanno il tuo stesso sangue.
Ci sono gli amici che scegli, quelli che ti deludono e perdoni, quelli grazie ai quali cambi, quelli per cui non cambi mai.
Ci sono persone che ti convincono, che ti sorprendono, che ti affascinano.
E poi ci sono le persone che senti.
E non necessariamente sono queste cose, forse ne sono alcune, a volte nessuna.
Magari non sono perfette, non sono infallibili e sbagliano tutto. Eppure sono le persone che senti.
Quelle che sembra che qualcuno vi abbia sintonizzato sulla stessa frequenza radio in un tempo in cui la radio non esisteva ancora."
Sono quelle persone che ti entrano dentro e non ti lasciano più..........
perchè amo il mio essere strega?..
confino il mio sentir nel volo di sospiiri sospesi
e in terre fiorite..
ma sbatter d'ali
confino in quel vortice che luce e buio si rincorrono
e non mi appartengo
sono l'altrui voglia di libertà
Lella...
dedicata a te Gianni D'Andria
Gianni D'Andria
il mio credo mi porta sempre a guardare là..oltre quel bellissimo orizzonte..
ma sò bene che quel pugno che senti nello stomaco..rimarrà e non ci sono cure..un dolore sordo che durerà..
quando poi hai dei figli speciali. li chiamano figli dellal luna..figli in blu .che hai preso per mano sin dalla nascita e sai che non potranno andare avanti da soli..beh dal dolore ti pieghi in due..
quando sai che sei l'unico punto di riferimento ..vorresti solo poter concludere quello che hai cominciato..e che qualcun altro prosegua la tua misssione...
vorresti in un attimo fermare il tuo tempo..ma non il loro tempo..
..quando io parlo di "l'oltre"
beh ecco che si manifesta
C’è una cosa che deve contenere la fotografia, l’umanità del momento.
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è una intenditrice!!!!...fantastica
.. LED ZEPPELIN fovever
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il mio credo mi porta sempre a guardare là..oltre quel bellissimo orizzonte..
ma sò bene che quel pugno che senti nello stomaco..rimarrà e non ci sono cure..un dolore sordo che durerà..
quando poi hai dei figli speciali. li chiamano figli dellal luna..figli in blu .che hai preso per mano sin dalla nascita e sai che non potranno andare avanti da soli..beh dal dolore ti pieghi in due..
quando sai che sei l'unico punto di riferimento ..vorresti solo poter concludere quello che hai cominciato..e che qualcun altro prosegua la tua misssione...
vorresti in un attimo fermare il tuo tempo..ma non il loro tempo..
ma sò bene che quel pugno che senti nello stomaco..rimarrà e non ci sono cure..un dolore sordo che durerà..
quando poi hai dei figli speciali. li chiamano figli dellal luna..figli in blu .che hai preso per mano sin dalla nascita e sai che non potranno andare avanti da soli..beh dal dolore ti pieghi in due..
quando sai che sei l'unico punto di riferimento ..vorresti solo poter concludere quello che hai cominciato..e che qualcun altro prosegua la tua misssione...
vorresti in un attimo fermare il tuo tempo..ma non il loro tempo..
Buon pomeriggio anime belle
"Oggi..domani niente tempo definito
il buongiorno deve essere e avere solo una nota..
la tenerezza e la meraviglia...
lella..
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Vieni,
ti presto le mie scarpe,
per farti immergere un po'
nelle stesse acque in cui mi sono trovata.
Vieni
in modo che tu percorra il sentiero della mia vita
e forse tu possa capire.
Vieni,
ti presto le mie scarpe,
vivi ciò che ho vissuto,
e dimmi se ti dà ancora fastidio il mio cammino.
Vieni,
mettiti le mie scarpe,
sentiti come mi sono sentita,
e poi dimmi se hai ancora voglia di giudicare.
Conosci solo una parte della storia
e giudichi solo quello che vedi
Vuoi sapere tutta la situazione?
Vieni,
mettiti le mie scarpe.
percorri il mio cammino
e poi dimmi se ti fanno male i piedi.
“Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti.”
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"Nulla è più memorabile di un odore
un profumo può essere inatteso,
momentaneo e sfuggevole
e tuttavia evocare una estate
della nostra infanzia
una merenda in un campo di grano..appena tagliato..
in riva al torrente noto..
un altro, una spiaggia al chiaro di luna.
un altro ancora
un pranzo di famiglia con una teglia di arrosto
e delle patate,
durante un pazzo agosto in qualsiasi città o paesello,
magari a casa di nonna..
io so solo che
gli odori e i profumi esplodono come fuochi d'artificio..
Lella..
Buongiorno anime belle..
Nothing is more memorable than a smell.
a scent can be unexpected,
momentary and elusive
and yet evoke a summer
of our childhood
on a mountain lake,
a snack in a wheat field...freshly cut....
by the creek known...
another, a moonlit beach.
yet another
a family lunch with a roast pan
and some potatoes,
during a crazy August in any city or town,
maybe at grandma's house...
I just know that
the smells and scents explode like fireworks....
Lella...
Good morning beautiful souls..
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“La musica è la più magica di tutte le arti. Il suo potere di trasformazione ha del miracoloso. La musica può ribaltare il nostro umore nel giro di qualche secondo, portandoci dall’infelicità alla gioia. Ci può mandare in trance per ore. Può aiutare il corpo a compiere atti di destrezza fisica che sarebbero inimmaginabili in sua assenza.”
“Non c'è cancello, nessuna serratura,
nessun bullone che potete regolare
sulla libertà della mia mente.”
Buongiorno anime belle
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Ci sono persone che ti piacciono perché le stimi, altre perché sono intelligenti, altre perché sono belle.
Ci sono quelle di cui apprezzi l’ironia, la spontaneità, il coraggio.
Ci sono quelle che ti stupiscono con un gesto, quelle su cui puoi contare sempre, quelle che ti insegnano qualcosa.
Ci sono persone che ti piacciono per come si muovono, per il tono della voce, perché sanno raccontare le cose.
Ci sono esseri umani che ti fanno commuovere, che ti illuminano, che hanno il tuo stesso sangue.
Ci sono gli amici che scegli, quelli che ti deludono e perdoni, quelli grazie ai quali cambi, quelli per cui non cambi mai.
Ci sono persone che ti convincono, che ti sorprendono, che ti affascinano.
E poi ci sono le persone che senti.
E non necessariamente sono queste cose, forse ne sono alcune, a volte nessuna.
Magari non sono perfette, non sono infallibili e sbagliano tutto. Eppure sono le persone che senti.
Quelle che sembra che qualcuno vi abbia sintonizzato sulla stessa frequenza radio in un tempo in cui la radio non esisteva ancora."
Sono quelle persone che ti entrano dentro e non ti lasciano più........
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Gli amici e coetanei del circolo Grassi, con i quali giocava da ragazzo, lo ricordano con affetto e parlano di quando, ormai famoso, si presentò con Clarissa Burt
PRATO. «No, è morto Cecco? Ma i funerali dove li fanno? Lo portano qui o resta a Roma?» C’è incredulità e sgomento per la morte di Francesco Nuti ma anche la voglia di dargli un ultimo saluto fra i vecchi amici di Narnali che lo hanno visto crescere, condividendo con lui i giochi per strada, dare i primi calci al pallone, poi fare i primi spettacoli alla Guido Monaco, nella Rivista del Buzzi ed infine spiccare il volo verso una carriera di attore e regista di grande successo.
Una carriera che lo ha visto spesso tornare per le vie di Narnali per ambientare alcune scene dei suoi film, «Te la ricordi quella in cui parla con Magnifico, in una scena di Madonna che silenzio c’è stasera, e c’è la battuta: nella vita o vai in Perù o sposti la chiesa o vinci al totocalcio? – racconta Fabrizio Cecchi che con Cecco, come lo chiama da sempre, ha fatto le scuole elementari e le medie – Beh, la scena si svolge davanti alla chiesa di Narnali».
Certo la notizia della morte di Francesco Nuti, che aveva 68 anni, è arrivata improvvisa in un pomeriggio di primo caldo in questo pazzo giugno, ma non proprio come un fulmine a ciel sereno. I suoi amici sapevano che era in gravi condizioni. Le ultime volte che lo hanno visto al circolo Arci Renzo Grassi era su una sedia a rotelle accompagnato dal badante. Poi il trasferimento a Roma con la figlia Ginevra e il ricovero in una clinica fino a ieri. Ma non è questo il “Cecco” che gli amici di Narnali vogliono ricordare. Meglio quello brillante e donnaiolo.
«Aveva una ventina di anni, era ai primi successi con gli spettacoli e aveva portato una ragazza a casa mentre i genitori non c’erano – continua Fabrizo Cecchi – All’improvviso tornarono e Cecco fece segno a suo padre che era n compagnia e di non far entrare la mamma. Ne nacque una scena comica per tutto il vicinato».
Ma al circolo Grassi ricordano anche quando, all’apice del successo, arrivava con attrici e modelle bellissime. «Clarissa Burt (che Nuti ebbe come attrice in Caruso Pascoski del 1988) quando entrò al suo fianco nel circolo ci lasciò tutti senza fiato – ricorda Alessandro Pugi – Ma anche se quando ha avuto successo ha un po’ diradato le sue visite, voglio ricordare lo spettacolo che fece proprio qui il 26 luglio del 2006 dal titolo “StarNuti stasera”, una serata straordinaria». E su una parete del circolo Grassi campeggia, incorniciato, proprio il manifesto di quell’evento. Così come sulla parete sopra la macchinetta del caffè, accanto alle bottiglie dei liquori, c’è una sua foto di calciatore autografata con un saluto al circolo e agli amici. Sì perché Francesco Nuti da ragazzo è stato anche un discreto giocatore di calcio. «Io l’ho incontrato la prima volta sui campi di calcio – racconta Bartolomeo Scrima – Avevamo sui tredici, quattordici anni, Io ero il capitano del Montale e lui il capitano dei Boys Agliana. Quando faceva i dribbling lo chiamavano Rivera. Poi l’ho incontrato e rivisto al circolo. So che lo volevano squadre di fuori perché ci sapeva fare, era la classica mezz’ala all’Antognoni. Ma a lui piaceva il teatro e così dopo poco ha lasciato il calcio». Ma c’era anche il biliardo oltre al calcio e c’è stato un periodo che spesso lo vedevano giocare nella sala del circolo, dove sono passati anche dei campioni del Mondo. «Tutte le esperienze che ha vissuto qui a Narnali le ha in parte trasportate nei suoi film – dice Maurizio Gori – Il Signor Quindicipalle ne è un esempio, e alcune scene anche di quel film le ha girate a Prato, nel Castello dell’Imperatore».
Un legame stretto quindi con Prato e con la sua Narnali. A ricordarlo con maggiore commozione è Mauro Baldi, storico gestore del circolo, che con lui aveva un rapporto personale diretto. «Francesco aveva una marcia in più, era esuberante, dalla battuta facile e lo abbiamo seguito sempre con grande orgoglio perché lui non si è mai dimenticato di Narnali». E poi spunta una foto storica che lo ritrae in bianco e nero mentre proprio lì, nel circolo, parla con un altro grande dello spettacolo: Roberto Benigni. Cecco non c’è più ma le puppe a pera, lo stambecco bianco e Paperino, radio e biliardo, il Perù, l'Africa, dammi un bacino, buongiorno una sega... resteranno per sempre.
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Eric Pearlman
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello che non dà troppo nell’occhio,
in fondo alla tavola,
più vicino ai camerieri che ai festeggiati.
Perché non so stare con le persone importanti.
Non sono capace a far festa come gli altri.
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello che nessuno chiede.
Giù, in fondo al bus sgangherato
che trasporta i pendolari della misericordia
ogni giorno
dal peccato al perdono.
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello in fondo alla fila.
Aspetterò il mio turno
e non protesterò se qualche prepotente
mi passerà davanti.
Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Per me sarà perfetto
perché sarai tu a sceglierlo.
Sarò a mio agio.
e non dovrò vergognarmi
di tutti i miei errori.
Sarà il mio posto.
Sarà il posto di quelli come me.
Di quelli che arrivano ultimi,
e quasi sempre in ritardo,
ma arrivano
cascasse il mondo.
Tienimi quel posto... Dio mio.
perchè gli ultimi saranno sempre Primi
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Il mondo si sta trasformando in una caverna proprio come quella di Platone: tutti guardano le immagini e credono che siano realtà.
(José Saramago)
solstizio d'estate
..adoro questi "profumi"
Lo scopo della vita è fare in modo che il tuo battito del cuore sia in sintonia con il battito dell’universo, per far corrispondere la tua natura con la Natura
“Non è giusto e mi dà un senso di angoscia per il nostro futuro vedere che chi difende i propri diritti viene pubblicamente sbeffeggiato.”
Nilde IOtti
buongiorno anime belle...
“Chi desidera vedere l'arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia.”
Buon pomeriggio anime belle..
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