Viviamo in un tempo in cui l’apparenza inganna più della realtà.
Essere gentili viene spesso scambiato per debolezza.
Chi sorride viene giudicato superficiale.
Chi è educato viene preso per fesso.
la gentilezza non è ingenuità, è scelta.
Essere allegri non vuol dire non avere dolori, vuol dire saperli affrontare con dignità.
Essere educati non è essere deboli, è avere la forza di non scendere al livello di chi non conosce il rispetto.
Non cambiare per colpa degli altri.
Continua a essere gentile, allegro, educato.
Perché i valori veri non passano mai di moda.
E chi li possiede… vale sempre più di chi li deride.
SINNER E ALCARAZ, STRADE DIVERSE SULL’ERBA: PRONTI A RIVEDERSI A WIMBLEDON!
Dopo la storica finale del Roland Garros, Sinner e Alcaraz si separano: Jannik difenderà il titolo a Halle , mentre Carlos cerca riscatto al Queen’s Club .
torneranno a incrociarsi solo se entrambi raggiungeranno la finale di Wimbledon il 13 luglio.
Tutta l’Italia pronta a tifare Sinner anche sull’erba!
grazie a Marco Beltrami..
Fanpage..
intervista integrale
da leggere fino in fondo..
e comunque grazie a Giovanni Spassiani che in un precedente
post ha illustrato e sintetizzato
tale intervista..
Paolo Canè: “Chi dice che è stato Sinner a perdere contro Alcaraz non capisce niente di tennis”
Paolo Cané ai microfoni di Fanpage ha parlato della rivalità tra Sinner e Alcaraz, della finale epica del Roland Garros, soffermandosi anche su altri temi. Non mancano considerazioni anche sul pubblico francese che si è schierato dalla parte dello spagnolo.
L’ex tennista italiano, bandiera della Coppa Davis, maestro e voce di Eurosport, non vede più distanze significative tra l’azzurro e lo spagnolo, nemmeno sulla terra rossa, superficie tradizionalmente meno favorevole a Sinner. Un divario che, invece, resta netto rispetto agli altri big del circuito.
Cané ha analizzato l’ultimo atto dello Slam con la sua proverbiale schiettezza, soffermandosi sulla crescita esponenziale di Jannik, sui tratti più impressionanti di entrambi i protagonisti, sul pubblico che ha apertamente tifato per Alcaraz e sulle critiche mosse ai colleghi telecronisti. Con la sua sagacia e senza peli sulla lingua, Cané è andato dritto al punto, in modo appassionato.
Paolo partiamo dalla fine, prova a raccontarci le tue emozioni di fronte alla finale tra Sinner e Alcaraz.
"È stato un incontro di un’intensità impressionante. Nemmeno se l’avessimo scritto prima, avremmo potuto immaginare una finale così: quasi cinque ore e venti minuti di battaglia. Un’intensità pazzesca. Peccato, certo, perché alla fine è mancato un punto. Facile dirlo, ma è così. Merito anche dell’altro, sia chiaro. Due campioni che se le sono date di santa ragione: niente contatto fisico, ma è sembrato un match di pesi massimi, colpi su colpi fino all’ultimo round. Sinner è stato straordinario ad arrivare fin lì, ma Alcaraz è stato altrettanto bravo ad annullare i match point e poi a vincere. Una sfida memorabile".
La cosa impressionante è che Sinner e Alcaraz hanno quasi trasformato la terra in cemento. Jannik ha ridotto e non poco il gap su questa superficie con Carlos, non credi?
"La cosa importante da sottolineare è che quel gap che sembrava esserci sulla terra tra Alcaraz e Sinner oggi non c’è più. E parliamo della superficie che dovrebbe teoricamente favorire di più Alcaraz. Un altro punto fondamentale è che ci sono loro due e poi il vuoto. A quel livello, per come colpiscono la palla, non ce n’è per nessuno. Nessun altro riesce a tenere quel ritmo. Quando si affrontano, sembra che giochino un altro sport. Poi certo, ci sono giocatori interessanti: Musetti che varia molto ed è bellissimo da vedere, Draper che è un giocatore molto veloce e lo stesso Djokovic che ha detto che contro Sinner non riusciva mai a colpire in tempo, era sempre in ritardo. Ha anche aggiunto: ‘Se voleva, poteva persino scherzarmi'".
Certo che il divario con gli altri big del circuito sembra impressionante.
"Non sembra, è così. Dietro di loro c’è il vuoto. E non è solo una questione di talento, è anche una questione di fiducia e di gioco. Oggi, chiunque li affronti viene frullato. Poi certo, può capitare la giornata storta, può arrivare uno che tira 15 ace a set ma sulla carta con questo livello non c’è partita. Il livello di gioco, la velocità della palla, l’intensità: gli altri semplicemente non riescono a reggere. E la cosa più clamorosa è che tutto questo l’hanno fatto per cinque ore. Cinque ore a quel ritmo lì. Impressionante".
Qual è l'aspetto che ti ha colpito di più di questa meravigliosa finale?
"Sono rimasto sorpreso dalla velocità con cui Sinner ha preso il controllo del match all'inizio. Non me l'aspettavo. È stato bravissimo a scappare via subito, soprattutto considerando il precedente dell'anno scorso. Sappiamo che Alcaraz, alla lunga, gioca l'ultima ora di partita con la stessa intensità dei primi dieci minuti. Ci ha messo un po' a carburare, ma Sinner è stato eccezionale nel non lasciarlo entrare in partita, togliendogli il tempo e mantenendo un livello di gioco altissimo. Ha sempre giocato di rischio, andando a cercare il punto, perché la forza di questi ragazzi è proprio questa: non aspettano l'errore dell'avversario, vanno a prendersi il punto. È il segreto di questo sport. Loro sono sempre a tutta, sempre in attacco. Sinner dà più continuità con meno errori, mentre Alcaraz può avere qualche passaggio a vuoto. Ma quando trova il ritmo giusto, diventa davvero pericoloso e sono ca..i".
Cosa rispondi a chi sostiene che è stato Sinner a perdere la partita?
"Ho letto critiche sugli errori di Sinner e Alcaraz, ma vogliamo parlare dei vincenti? E degli scambi a un livello altissimo? Quando giochi a quella velocità e con quella qualità, è normale che ci siano più errori. Uno poteva servire meglio, l'altro poteva fare qualcosa in più, ma la qualità del tennis che hanno offerto è stata semplicemente straordinaria, il massimo che si possa vedere. Chi dice che Sinner ‘ha perso' la partita non capisce nulla di tennis, è semplice. Non è gente che ha mai giocato, che non sa cosa significhi, come dice Sinner, stare in campo davanti a 15.000 persone".
Ridurre infatti questo spettacolo meraviglioso a questo è davvero improprio, anche perché nessuno gioca come loro.
"Devi dare qualità su ogni punto, ogni game, ogni set, per cinque ore. In questo match non ho visto passaggi a vuoto, nemmeno per un istante, in cinque ore e venti minuti! Di solito, in una partita a cinque set, qualcuno molla un game o un set, ma loro no. Dall’inizio alla fine hanno mantenuto un’intensità e una qualità pazzesche. A mio avviso, al giorno d’oggi, solo Sinner e Alcaraz possono giocare a queste velocità e con questa costanza. Altri possono fare cinque set, ma non con questa intensità continua, senza cali. Loro due sono su un altro livello, punto".
I risultati dicono che Sinner nelle ultime uscite ufficiali ha sempre perso con Alcaraz, perché? Può diventare un fatto mentale?
"Non vedo divari tra i due, anche sulla terra rossa. Il destino ha voluto che Sinner arrivasse a tre match point e che alla fine vincesse Alcaraz. Se Jannik avesse chiuso quel punto decisivo, avrebbe portato a casa lo Slam, e oggi si direbbe che ha superato Alcaraz, che è più forte anche sulla terra. Ma non è così: questi due giocano assolutamente alla pari. Non c’è una vera differenza tra loro. Sinner, come ha detto, dovrà trovare nuove strategie per il prossimo incontro, ma la qualità del tennis che hanno espresso entrambi in questa partita è stata eccezionale e di pari livello. Se dovessi scegliere uno, non potresti: sono sullo stesso piano."
Come mai il pubblico francese secondo te si è così palesemente schierato dalla parte di Alcaraz durante la finale?
"Credo che Sinner sia troppo educato, un campione che non esce mai dai binari. Fa sempre dichiarazioni impeccabili, misurate. Alcaraz, invece, è più simile a come siamo noi nella vita di tutti i giorni. Quando Sinner vince, dice che vuole stare con i genitori, festeggia mangiando una pizza. Alcaraz, invece, magari va in discoteca a stappare bottiglie. Le persone si rispecchiano in un giocatore in base al proprio carattere e al proprio modo di essere. Alcaraz, con quel lato un po’ più ‘fumantino’, mentre Sinner è più riservato, e questo non tutti lo capiscono".
Alcaraz può essere tacciato forse di esultanze un po' troppo eccessive, al netto della enorme correttezza e fair play?
"È stato bravissimo, correttissimo. Poi c’è il suo modo di fare, il suo carattere. Che significa? Perché uno non può esultare o aizzare il pubblico? Se si sente di farlo, lo fa: chiede supporto nei momenti difficili o cerca l’applauso della folla. È il suo carattere, gioca la sua partita così. Sinner, invece, non ne ha bisogno: vuole giocare la sua partita, e va rispettato per questo. Chi è meglio dei due? Ognuno fa ciò che sente. Quando giocano e offrono uno spettacolo del genere, sono due grandi campioni a cui dobbiamo solo dire grazie".
Tu sei uno stimato commentatore, quanto è difficile poi mantenere l'aplomb e ti hanno colpito le critiche aspre ai tuoi colleghi?
"Se uno è così bravo, allora prenda pure il mio posto o quello di altri: che venga messo alla prova, così vediamo. Perché è facile criticare. Ci sono migliaia di persone che potrebbero farlo. Ho letto anch’io certe cose, ma sinceramente… non mi fanno né caldo né freddo. Quando commento, lo faccio per quello che sento, cercando di dare un valore aggiunto a una partita di tennis: magari una definizione, un dettaglio tecnico. Ma il vero film lo fanno i giocatori. E questo è stato un film bellissimo, da raccontare. E poi, ognuno è libero di interpretare come vuole. Se uno non apprezza il commento, può abbassare il volume o cambiare canale. Non è certo un problema, oggi".
Siamo alle solite insomma, spesso i social diventano uno sfogatoio?
"Con i media, con Instagram, con Facebook, oggi è tutto facile. Ma se non ci fossero stati questi canali, certe cose non sarebbero nemmeno venute fuori. Perché oggi è tutto molto più complicato, e chi commenta dovrebbe essere consapevole del valore che ha e di quello che può davvero trasmettere su una partita. Se c’è gente che commenta da tanti anni, un motivo ci sarà: vuol dire che chi li sceglie li ritiene all’altezza, altrimenti non li chiamerebbero per certe partite. Poi ognuno può dire la sua, certo. Le critiche si possono anche ascoltare, c’è sempre da imparare, guai a non farlo, ma alla fine, su cento che criticano, probabilmente 99 hanno giocato a tennis una volta nella vita.
Tornando a Sinner, come pensi che ne esca da questa sfida soprattutto dopo i 3 match point?
"Lo vedremo nei prossimi tornei, come reagirà. Per un ragazzo di 23 anni, trovarsi con tre match point è una situazione nuova, qualcosa che non ha mai vissuto. Reagirà seguendo il suo istinto. Da come ha sempre parlato, da come ha gestito la sospensione di mesi, da come è tornato, ha sempre dimostrato grande forza mentale. Penso che questa esperienza lo renderà ancora più forte. Certo, gli gireranno le palle perché non sarà felice di aver perso. Ma è arrivato lì, capisci? È arrivato a quel punto, e questo è già un gran risultato".
Insomma secondo te chi esce più forte dei due da questo match?
"Tutti e due. Entrambi ne escono rafforzati. Sinner perché si è detto: ‘Sono arrivato a un punto dal vincere, su una superficie come la terra battuta dove, in teoria, poteva essere favorito Alcaraz, nonostante io abbia avuto i match point’. Alcaraz, invece, pensa: ‘Me la sono vista brutta, sono riuscito a reagire, ma ca..o, che rischi!’. Ha capito che Sinner è arrivato a un livello altissimo. Lo sanno, si rispettano molto. Combattono con le stesse armi, e per questo ogni loro incontro nei prossimi anni sarà una battaglia epica. Vedremo chi riuscirà a mettergli i bastoni tra le ruote e a impedire che arrivino sempre in fondo ai tornei."
poi parla di Musetti:
Senti Paolo e Musetti? Forse può
essere lui l'unico, con il suo tennis bello e vario, ad impensierire i due battistrada?
"Musetti è un ragazzo molto tranquillo, sta seguendo la strada giusta, sta ottenendo ottimi risultati. Quando si è ritirato ha fatto benissimo: se non sei al top, se non combatti ad armi pari contro Alcaraz, rischi solo di prendere gli schiaffi. Ha tenuto per due set, due set e mezzo, poi ha capito di non essere al 100% e ha deciso di fermarsi. Scelta giusta, anche per non compromettere il resto della stagione Sulla terra ha fatto ottimi risultati, adesso ha da difendere la finale al Queen’s e la semifinale a Wimbledon".
Anche se i riflettori sono spesso e volentieri su Sinner, anche Musetti dunque può regalarci grandi gioie?
"Deve continuare a giocare come sa, perché è in crescita, sta credendo sempre di più nei suoi mezzi. È un campione che sta venendo fuori, capisce tante cose e, poco alla volta, raccoglierà i frutti di tutto questo. È numero 6 al mondo: cosa vuoi di più, cosa deve fare ancora? (ride, ndr). Ha i suoi limiti come tutti, forse nei tre su cinque sulla terra fa un po’ più fatica, ma resta uno che gioca bene a tennis, offre spettacolo, è migliorato tanto. E finalmente abbiamo un giocatore vero, da tenere stretto. È italiano, e ce ne fossero altri tre o quattro come lui".
Non posso non chiederti qualcosa sulla cerimonia di Nadal, ti ho sentito molto emozionato.
"Quello di Nadal è stato un vero premio alla carriera. Basta guardare solo i tornei che ha disputato al Roland Garros: quelli dicono già tutto. È stato emozionante e giusto rendergli omaggio, come con la mattonella dedicata sul campo. Ora vediamo se un giorno ne metteranno un’altra accanto. Forse io non ci sarò più, ma vedremo chi riuscirà a fare qualcosa di simile".
Chiudiamo con quelli che a tuo dire sono stati gli aspetti più belli e brutti del Roland Garros.
"È sempre uno Slam, e come sempre non sono mancati i colpi di scena. Ma in fondo si sapeva: sarebbero arrivati i più forti, quelli che stanno giocando meglio, che stanno bene fisicamente e che si sono preparati nel modo giusto. La conferma arriva da Sinner, che nonostante la pausa è tornato alla grande. Delusione? Ripensando alle partite che ho visto e commentato, direi di no. Mi dispiace però per la finale femminile: il vento ha condizionato troppo il match. Le giocatrici erano d’accordo nel chiudere il tetto, ma le regole non lo hanno permesso. Peccato, perché una finale rovinata così lascia l’amaro in bocca. Lo ha detto anche Sabalenka, che ha riconosciuto di non essere riuscita a esprimersi al meglio".
Jannik Sinner, l’eroe gentile del nostro tempo
In un mondo che spesso celebra l’eccesso, la rabbia, il rumore, Jannik Sinner è una nota diversa. Parliamo di un ragazzo discreto, forte, mai arrogante. A 23 anni, è il numero uno del tennis mondiale, eppure sembra ancora quel ragazzo della porta accanto che saluta con un sorriso, che ascolta prima di parlare, che non dimentica mai da dove viene. Il suo è un successo silenzioso e potente, costruito su lavoro, umiltà e rispetto. Per sé stesso e per gli altri.
«Vengo da una famiglia molto normale», dice. «Mio padre lavora ancora, come anche mia madre. Non mi hanno mai messo sotto pressione e mi hanno dato sempre la possibilità di scegliere. Auguro a tutti i bambini di avere le libertà che ho avuto io».
Parole semplici, quasi disarmanti, in un’epoca in cui l’ambizione sembra dover passare sempre per l’ossessione, il sacrificio per l’umiliazione, il successo per la sopraffazione.
Sinner invece rappresenta un’altra via: quella della solidità emotiva, della gentilezza come forza, della costanza come talento. Il suo talento non è solo nella racchetta, nel rovescio fulminante, nella capacità di reggere scambi estenuanti senza mai perdere lucidità. Il suo talento è umano. È nella capacità di restare calmo sotto pressione, di non rispondere mai alla provocazione, di consolare l’avversario anche subito dopo una vittoria.
A Parigi, pochi giorni fa, ha giocato con il pubblico contro. Fischiato, messo alla prova. Non si è scomposto. Ha continuato a lottare con eleganza, a testa alta, con grandissima determinazione, in un duello che sembrava non finire mai. E poi, alla fine, un gesto semplice ma eloquente: un abbraccio, un sorriso, una stretta di mano sincera. Non è retorica, è stile. Uno stile che non si insegna, ma che si respira da piccoli, tra i monti dell’Alto Adige, dove le parole pesano e il rispetto è la prima forma di educazione.
In un tempo dove troppi modelli pubblici urlano, si esibiscono, costruiscono la propria identità sull’aggressività e sulla trasgressione, Jannik Sinner emerge come un vero eroe moderno. Non ha bisogno di tatuaggi vistosi, di gesti plateali, di provocazioni. Conquista il mondo col suo silenzio, con il suo sguardo timido, con una dedizione che si riflette in ogni allenamento, in ogni match, in ogni conferenza stampa.
È il campione che si inchina all’avversario, che si allena anche quando potrebbe riposarsi, che parla sempre bene dei suoi colleghi. È un esempio raro e prezioso per i più giovani, in una società iperconnessa ma spesso disorientata, che ha bisogno più che mai di figure come lui. Figure che dimostrano che si può arrivare in cima restando fedeli a sé stessi, senza tradire i propri valori, senza dimenticare le radici. Capace di vincere anche quando perde.
Jannik Sinner non è solo il numero uno del tennis. È il numero uno di un’altra idea di successo. Più profonda. Più vera. E più profonda.
" Il mio cuore va a Jannik, che ha dimostrato grande classe nonostante la sconfitta."
- Rod Laver
Il messaggio social di Simone Vagnozzi a Jannik Sinner dopo la finale del Roland Garros..
L'allenatore del tennista azzurro su Instagram: «L'Italia è fiera di te. Essere al tuo fianco è una responsabilità che porto con fierezza»
Vagnozzi conosce bene il sacrificio quotidiano di Jannik..
«Chi ti vive tutti i giorni sa cosa c’è dietro ogni colpo, ogni scatto, ogni salto, ogni pugno - scrive su Instagram una dedizione totale. Ieri hai mostrato al mondo non solo il tuo tennis, ma anche un cuore e una resilienza da numero uno. Il Paese è fiero di te, e io lo sono ancora di più».
«Essere al tuo fianco non è solo un onore, ma una responsabilità che porto con fierezza.
Questa storica partita ti renderà ancora più forte. Grazie @janniksin. Congratulazioni a @carlitosalcarazz e a tutto il suo team».

A freddo.
La dico diritta.
Chi oggi critica Jannik Sinner non capisce nulla di tennis e dovrebbe stare lontano migliaia di chilometri da questo sport.
Lui invece cosa fa? Rientra dopo tre mesi di stop e in meno di un mese, come se nulla fosse, fa finale a Roma e arriva a tre Championship point a Parigi, contro un femomeno, sulla sua superficie sfavorevole.
Uno così, semplicemente, non è di questo mondo. Uno così andrebbe preso e studiato per capire di che materia è fatta la testa di un campione.
E invece c’è chi sta lì a ricordare che Sinner non ha mai vinto un match sopra le 4 ore di gioco, dimenticandosi di dire che lui, sopra le 4 ore, non ci arriva praticamente mai perché sono sempre o quasi mattanze con una rete in mezzo.
Addirittura “La Stampa” ieri, un minuto dopo la fine della partita, titolava: “Jannik Sinner PERDE il Roland Garros”. Non lo vince Carlos Alcaraz. Non - meglio ancora - “vince il tennis”. No, perde Sinner.
Come se qualcuno, dopo 5 ore e 29 minuti della finale Slam forse più bella della storia del gioco, sicuramente del Roland Garros, potesse essere associato alla parola sconfitta.
Di più, io nella “sconfitta” di ieri ci ho visto riflesse le vittorie di domani. Perché ieri Jannik ha dimostrato per la prima volta nella sua carriera di essere definitivamente competitivo per i big titles ovunque, e in qualunque condizione. E il primo ad averlo capito è Alcaraz, che sa di dover ancora alzare il livello.
Una partita memorabile si gioca in due. E Jannik per quasi tre ore l’ha giocata alla pari, anzi meglio. Poi Carlos si è messo in modalità God on e il resto l’hanno fatta una prima palla sotto il suo standard (unica pecca di una partita stellare) e una piccola sbavatura solo sul secondo dei tre famosi match point (sì, anche lui è umano).
Ma di cosa stiamo parlando?
Siamo di fronte al manifestarsi di un prodigio, di un fenomeno generazionale come se ne vede - Big three a parte - uno, massimo due ogni vent’anni e c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di criticarlo perché non ha vinto, perché non esulta, perché “non ha grinta” (sì, ho sentito anche questa idiozia), addirittura perché ha “regalato” una palla ad Alcaraz, invece di applaudirne la enorme sportività (tra l’altro ieri più volte reciproca) di questo meraviglioso essere umano, molto prima del fenomeno.
Chi ama e conosce il tennis oggi lo ringrazia per averci dato insieme a Carlos la partita del secolo, del decennio, decidete voi.
Per le parole esemplari che ha speso dopo e la sua capacità inumana e al tempo stesso umanissima di saper perdere.
A uno come Jannik oggi, nella sconfitta, soprattutto oggi, dovremmo dire GRAZIE per la partita eroica che ha giocato, per come ha perso, senza tirare in ballo il pubblico, i francesi, la sfortuna, l’avversario, i telecronisti. Anche in questo l’Italia avrebbe tanto da imparare da uno come Jannik.
Perché è facile salire sul carro quando vince.
Molto più difficile starci oggi, composti e dignitosi come lui.
I campioni sono fatti così. Sforziamoci almeno di esserne degni.
Parole che condivido con punti e virgola grazie a Tosa Lorenzo
Il tennis di Jannik e la sua persona faranno si che i prossimi dieci anni non si focalizzeranno sugli scontri diretti fra loro. (Alcaraz).Jannik vede oltre e come ha detto lui..in quella partita non vedeva una finale ma vedeva un avversario da battere..siamo noi che vediamo questo dualismo..Alcatraz perderà delle partite e forse anche Jannik.. sicuramente loro due sono l'apice del tennis..x Alcaraz battere sinner è sempre priorità mentre x Jannik la priorità è vincere con chiunque..e lo farà anche contro Alcaraz..da un atleta che è stato fermo 3 mesi e ha raggiunto due finali dobbiamo solo onorarlo..lui ha sempre detto che le partite possono cambiare in un paio di minuti..quello che abbiamo visto è una battaglia epica ma noi siamo sempre quelli che riduciamo il tutto ad un semplice scontro.. è più bravo Alcaraz è più bravo sinner..il fatto è che Jannik rispetto ad anno scorso è arrivato ad avvantaggiarsi pur perdendo di Alcaraz e sugli altri x i punti. E che con la preparazione fisica di questi mesi sarà ancora più forte..non per dichiararsi più forte dello spagnolo ma per esserlo su tutti gli altri..ed un numero uno al mondo non si fa e non si diventa con gli scontri diretti ci si arriva battendo ogni avversario..e fino a prova contraria Jannik lo ha fatto
"Sono venuto qui senza pensare che fosse una finale. Si cerca solo di battere un avversario alla volta, e oggi era il turno di Carlos. Ho avuto molte opportunità, ma oggi ho vissuto il lato triste dello sport. Tuttavia, credo di essere cresciuto rispetto all’anno scorso e continuerò su questa strada".
"Ogni rivalità è diversa. Prima il gioco era meno fisico, ora la palla viaggia molto di più. Ho avuto la fortuna di affrontare Novak e Rafa, ma mai Roger in uno Slam. Carlos e gli altri sono avversari difficili come loro. È bello vedere che anche noi possiamo offrire un tennis di altissimo livello. Fa bene al nostro sport e al pubblico. Certo, sarei più felice con il trofeo, ma ormai non posso cambiare nulla".
le parole di Sinner in conferenza stampa: "Cosa mi aiuterà? La mia famiglia, le persone che mi conoscono. Siamo una famiglia molto semplice. Mio padre non era qui perché oggi lavorava (fa il cuoco, ndr). Nulla cambia in famiglia riguardo al nostro successo. È stato bello vedere mia madre qui".
https://www.facebook.com/enzo.mauri/videos/1074811484570929
Tifare è lecito, mancare di rispetto no.”
Panatta ha detto la sua non la stampa addetta,forse qualche giornalista,
La partita è stata giocata in una bolgia veramente infernale..arbitri e giudici di linea non all' altezza ..a Parigi si continua ad utilizzare i giudici di linea che continuano a sbagliare .
più volte è stato chiesto all' organizzazione di adeguarsi alle nuove regole,ma questa ha sempre risposto di no perché altrimenti verrebbe snaturata la vera essenza del Roland Garros . Adducendo che i loro giudici di linea sono i più bravi e se fossero eliminati non troverebbero più collocazione altrove..
E allora giù fischia,provocazioni continue senza che nessuno sia intervenuto
Poi siamo arrivati persino a prendere di mira la mamma di Jannik..con provocazioni insudite
Questa è una parte di quella marmaglia che non capisce il rispetto,il vero valore della condivisione, il messaggio che una rivalità sana porta benessere a tutti.. è un modo di agire che purtroppo.non riguarda solo il mondo del tennis e lo sport in generale.. più uno insulta più gli viene data la medaglia..
Bene ha fatto Panatta ad intervenire .
“Non sono gli spagnoli o Alcaraz il problema. Il vero disastro sono stati i francesi: pubblico, arbitri, cronisti
Jannik Sinner: Adriano Panatta voleva interrompere tutto al quinto set.
La partita di tennis più bella che abbia mai visto: Sinner e Alcaraz due fenomeni davvero speciali
La partita tra Sinner e Alcaraz ha emozionato anche Panatta, che ai microfoni della Rai ha fatto un'ammissione
"Ho assistito alla partita più bella che io abbia mai visto, sia dal vivo che in televisione"
"Questi sono due fenomeni, non ho altri aggettivi per esprimere quello che ho provato"
Jannik aveva la partita in mano, ma il tennis come ho sempre detto lo ha inventato il diavolo"
Sul 6-6 al quinto set io avrei detto: 'Basta, fermiamoci'"
"Mettiamo la seconda coppa e siete tutti e due vincitori del Roland Garros"
"Se lo meritavano entrambi, ma purtroppo nello sport questo non è possibile e la vittoria è andata allo spagnolo"
"Tecnicamente ho visto dei colpi che non pensavo potessero essere effettuati"
"Ed io ne avrò visti tanti di colpi nella mia vita"
Oggi ho assistito alla partita più bella che io abbia mai visto, sia dal vivo che in televisione. Si sono affrontati due grandissimi campioni, due fenomeni. Non ho altri aggettivi per esprimere quello che ho provato. Ho visto un tennis assolutamente stratosferico da parte di tutti e due. Jannik aveva la partita in mano, ma il tennis come ho sempre detto lo ha inventato il diavolo, che ci ha messo lo zampino per far recuperare Alcaraz. Poi dopo Sinner aveva anche recuperato nel quinto set e sono andati al tie-break“, racconta Adriano Panatta in un collegamento con la Rai durante la trasmissione DS Estate.
Sulla sportività di Sinner e Alcaraz e sulle possibili prospettive per Wimbledon: “Il fair play oggi si è visto in campo, e quando viene dai migliori due al mondo fa sempre piacere, questo è un valore aggiunto del nostro sport. Sono dei match alla pari, una volta vince uno e una volta vince l’altro.
Adesso vediamo a Wimbledon quello che riusciranno a fare, anche perché non vedo nessuno in grado di impensierirli e di evitare una nuova finale Sinner-Alcaraz tra un mese“.
Sinner: "Momento difficile, ma mi farò trovare pronto per la stagione sull'erba"
Sono una persona che si aspetta tanto da se stesso
“Non si vince una partita con fortuna o sfortuna, soprattutto negli Slam. Sono piccoli dettagli...
cerco sempre di vedere le cose positive, lavorando sulle negative.”
Qualche giorno di pausa per riprendere con nuove energie..
in poche parole resettare..
ripartire a pieno ritmo ,sempre quando si comincia qualcosa di nuovo..
Halle e Wimbledon..
intervista microfoni Super tennis..
Ammirazione— Il lato triste dello sport, come lo ha definito a caldo, ma Sinner è sempre stato capace di risollevarsi dalle sconfitte, traendone linfa per migliorare fino all’approdo al numero uno del mondo. Un concetto ribadito anche da coach Vagnozzi in un toccante messaggio che gli ha dedicato su Instagram: "Sono queste le partite che ti forgiano, che definiscono chi sei. Chi ti vive tutti i giorni sa cosa c’è dietro ogni colpo, ogni scatto, ogni salto, ogni pugno: una dedizione totale. In finale hai mostrato al mondo non solo il tuo tennis, ma anche un cuore e una resilienza da numero uno. Il Paese è fiero di te, e io lo sono ancora di più. Questa storica partita ti renderà ancora più forte". “Vagno”, come lo chiamano nel team, in questi giorni avrà un ruolo fondamentale nella gestione psicologica del momento insieme a Darren Cahill, che adesso potrebbe decidere di rimanere insieme all’allievo fino a Wimbledon senza concedersi una piccola vacanza prima di Londra. Tutti insieme per andare oltre le avversità, come è sempre successo in particolare durante il terribile caso Clostebol. Strategie di cui hanno parlato, malgrado il clima non certamente festoso, già nella cena di domenica sera e fissate nel consueto approccio: l’antidoto alla sconfitta sarà il lavoro.
Semplice Unico ed Inimitabile!!!
Alcaraz e tt il pubblico francese dovrebbero solo che imparare ma sono un gregge di pecoroni ignoranti!!!
L'equipe ha sintetizzato così in prima pagina: "5 ore e 29 minuti di leggenda".
E' arrivato a un punto dal battere una delle migliori versioni di Carlos Alcaraz viste sulla terra battuta. Ha perso la finale più lunga nella storia del Roland Garros, che il quotidiano francese L'equipe ha sintetizzato così in prima pagina: "5 ore e 29 minuti di leggenda".
Una sconfitta così è dura da digerire, ha ammesso Sinner in conferenza stampa. Ma, come ha scritto il suo coach Simone Vagnozzi in un bel messaggio sui suoi profili social, "sono queste le partite che ti forgiano, che definiscono chi sei. Chi ti vive tutti i giorni sa cosa c’è dietro ogni colpo, ogni scatto, ogni salto, ogni pugno: una dedizione totale. Ieri hai mostrato al mondo non solo il tuo tennis, ma anche un cuore e una resilienza da numero uno. Il Paese è fiero di te, e io lo sono ancora di più. Essere al tuo fianco non è solo un onore, ma una responsabilità che porto con fierezza. Questa storica partita ti renderà ancora più forte".
e quell'abbraccio di Agassi dice tutto!!!
in queste ore jannik torna qualche giorno a casa dalla famiglia...
mamma è con lui...
Wimbledon è l’obiettivo del 2025. e ancora di più adesso vuole proprio vincerlo!!!
Sinner prepara la rivincita ad Alcaraz sull'erba
Jannik, che comunque vada è già sicuro di restare al numero 1 del mondo anche dopo Wimbledon, La mamma Siglinde ha sofferto per tutte le cinque ore e mezza di partita, e la sua cameretta di Sesto è il posto dove Jannik ama rifugiarsi quando le cose non vanno per il verso giusto:
Il primo appuntamento sui prati sarà, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, l’Atp 500 di Halle in programma dal 16 al 22 giugno. Nel torneo che anche Roger Federer amava giocare per prepararsi allo Slam londinese, Jannik difende il titolo conquistato lo scorso anno in finale contro l’amico Hubi Hurkacz.
Una vittoria, quella del 2024, che lo aveva messo tra i favoriti per il titolo a Church Road. Sinner in quei giorni era nel pieno del processo per la positività al Clostebol, nessuno sapeva quello che il numero 1 al mondo stava passando e così, nel match contro Daniil Medvedev ai quarti di finale si era fermato dopo un malessere forse dovuto al grande stress che stava vivendo.
Quest’anno accanto a lui avrà ancora Simone Vagnozzi e Darren Cahill, che il numero 1 sta ancora cercando di convincere a restare in squadra. Saranno loro a tirarlo fuori dalle conseguenze di questa sconfitta trovando le parole giuste per riaccenderlo. Il modo migliore sarà rimettersi a giocare, accumulare altre partite, Sinner sarà uno dei due top 10 al via del torneo tedesco che si disputa dal 16 al 22 giugno.
Dopo Halle è prevista un’altra settimana senza tornei in cui si dedicherà alla preparazione dello Slam direttamente a Londra.
Sinner: "Roland Garros? Dipende da come la vedi"
"La settimana dopo Parigi è stata molto tranquilla - ha detto Sinner a Sky Sport - ho fatto una grigliata, ho giocato a ping pong con gli amici, proprio quello che mi serviva dopo un torneo importante e ora sono qua per una nuova sfida importante. Roland Garros, la osa più importante è far vedere che siamo atleti e diamo tutto, è stata una partita incredibile di altissimo livello, non è finita come volevo, succede anche ai migliori al mondo, dipende da come la si vede. O la vedi con i tre match point mancati, o la vedi come la miglior partita che ho giocato sulla terra, ho giocato più di 5 ore senza lamentarmi di niente. Succede".
"La settimana dopo Parigi è stata molto tranquilla - ha detto Sinner a Sky Sport - ho fatto una grigliata, ho giocato a ping pong con gli amici, proprio quello che mi serviva dopo un torneo importante e ora sono qua per una nuova sfida importante. Roland Garros, la osa più importante è far vedere che siamo atleti e diamo tutto, è stata una partita incredibile di altissimo livello, non è finita come volevo, succede anche ai migliori al mondo, dipende da come la si vede. O la vedi con i tre match point mancati, o la vedi come la miglior partita che ho giocato sulla terra, ho giocato più di 5 ore senza lamentarmi di niente. Succede".
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integrale:
"Credo che la finale del Roland Garros sia stato un segnale positivo per tutto il tennis. La cosa più importante è far crescere questo sport e far vedere che siamo atleti che danno tutto. Credo che sia stata una partita incredibile e di altissimo livello, non è finita come volevamo, succede", ha detto Sinner a Sky Sport.
È successo anche ai migliori al mondo di vivere dei momenti così, ma dipende sempre come ognuno riesce a reagire e a uscirne, anche da che prospettiva la si guarda", ha continuato l'azzurro, "i match point mancati oppure una partita dove ho raggiunto un livello che non avevo mai espresso su quella superficie. Mentalmente sono stato sul pezzo per cinque ore e mezza e non mi sono lamentato di niente".
Sinner ha raccontato anche come ha gestito la delusione della sconfitta: "La settimana dopo Parigi è stata tranquilla, molto tranquilla. Sono andato a trovare i miei genitori, abbiamo fatto una grigliata, mi sono incontrato con i miei amici, abbiamo giocato un po a ping pong. Cose normali, proprio quello che mi serviva dopo un torneo stressante. A me piace trovarmi con molta tranquillità con le persone che mi conoscono, ho la fortuna di avere persone intorno a me che mi vogliono tanto bene, che sono oneste", ha concluso Jannik, focalizzato sul torneo che si appresta a cominciare: "Ora siamo qua ad Halle per un nuovo torneo. Ci saranno nuove sfide e anche nuove difficoltà, perché è una superficie totalmente diversa".
.. è successo qualcosa,
Nella mente e nel cuore di alcuni italiani..
Qualcosa che va al di là di una pallina e di una rete.
Finalmente,anche i più scettici e i meno interessati,oggi hanno scoperto l' empatia..hanno scoperto di sapersi emozionare..
Davanti ad uno schermo ,urlare e tifare..chi lo avevi descritto poco italiano adesso ha compreso quanto questo giovane uomo è capace di unire vite e mondi diversi..con quel filo di eccelsa umanità e valore indomito..
Da oggi credo,mia umile opinione, che in quelle persone dotate di poca obiettiva e sportività e particolare critica verso Jannik ,si sia incrinato qualcosa,nel senso positivo,e abbiano aperto soprattutto occhi e mente.. nonché abbiano senti in cuore loro un palpito di condivisione a cuore aperto..
Nella mente e nel cuore di alcuni italiani..
Qualcosa che va al di là di una pallina e di una rete.
Finalmente,anche i più scettici e i meno interessati,oggi hanno scoperto l' empatia..hanno scoperto di sapersi emozionare..
Davanti ad uno schermo ,urlare e tifare..chi lo avevi descritto poco italiano adesso ha compreso quanto questo giovane uomo è capace di unire vite e mondi diversi..con quel filo di eccelsa umanità e valore indomito..
Da oggi credo,mia umile opinione, che in quelle persone dotate di poca obiettiva e sportività e particolare critica verso Jannik ,si sia incrinato qualcosa,nel senso positivo,e abbiano aperto soprattutto occhi e mente.. nonché abbiano senti in cuore loro un palpito di condivisione a cuore aperto..
Massimo Gramellini, "Perché tifiamo Sinner") Anche se qualcuno si ostina a non considerarlo italiano (ma per i francesi lo è, perciò gli hanno tifato contro), proprio nel giorno in cui ha perso una finale già vinta Sinner è assurto a rito unificante del Paese, surclassando quello della Nazionale di calcio, che sopravvive solo nei maschi più attempati. Uno dei quali sarei io, eppure ho trascorso la domenica davanti al televisore per incoraggiare un tennista che non mi poteva sentire, che non conosco e di cui ho criticato alcune scelte. Mentre mi struggevo per lui, arrivando a maledire il suo avversario, quel torero che dopo ogni colpo vincente roteava il pugno per sollecitare l’ovazione della folla adorante, ecco, mentre retrocedevo all’infanzia e palpitavo per un rovescio a due mani come per il primo gelato sbrodolato sul bavaglino, mi domandavo: ma cos’è? Il transfert, dico, o come diavolo si chiama questa strana alchimia per cui un collega alla fine del primo game del primo set mi ha scritto: «E vai, che siamo già avanti 1 a 0!».
Il Caffè prosegue sul sito del Corriere

LA PAROLE DI BECKER: il migliore incontro che abbia mai visto, Per la prima volta nella mia vita, ho desiderato che finisse in pareggio
“Per Sinner questa partita è stata qualcosa di brutale,” ha detto il sei volte campione Slam.
“Perdere una finale di uno Slam con match point a favore, servendo addirittura per il titolo, è una delle esperienze più dure che un tennista possa vivere. Non credo ci sia nulla di peggio, ma può essere fiero di quello che ha mostrato. Ha lottato come un vero campione e ha giocato il miglior tennis della sua carriera su terra battuta. Sono certo che un’occasione così tornerà, magari la prossima volta con un epilogo diverso.”
Becker ha poi voluto sottolineare come una partita di questo livello possa nascere solo dall’eccellenza assoluta di entrambi i contendenti.
“Dobbiamo dire grazie a tutti e due. È stato quasi un miracolo che Carlos sia riuscito a vincere, perché Jannik aveva il match nelle sue mani e stava giocando un tennis quasi perfetto. Credo sia stato il miglior incontro che abbia mai visto dal vivo. Il livello espresso è stato irreale, da manuale del tennis. È una lezione per tutti i bambini che lo hanno guardato: l’atteggiamento, la correttezza, l’assenza totale di scuse, la capacità di trovare soluzioni per oltre cinque ore. Hanno colpito la palla in modo incredibile, si sono spinti oltre ogni limite. Per la prima volta nella mia vita, ho desiderato che finisse in pareggio.
proprio il padre Hanspeter è arrivato lunedì all’aeroporto di Bolzano ad attendere Jannik e Siglinde. Il jet privato è atterrato allo scalo di San Giacomo nel primo pomeriggio. Poco prima delle 16, Jannik ha attraversato la hall dell’aeroporto, tra la sorpresa dei presenti. «Non sapevamo che sarebbe arrivato: quando lo abbiamo visto, ci siamo avvicinati per chiedere di scattare un selfie con noi e lui ha subito acconsentito, dimostrandosi molto gentile e disponibile» racconta Davide Montibeller, giovane manager dei «Carrettai Fly», il bar ristorante inaugurato due anni fa all’interno dello scalo e subito diventato un apprezzato punto di ritrovo.
10 giugno..questa è la data che conta!!! Tutti e dico tutti devono scolpire bene nella mente questa data..
Ora Jannik si riposerà x consolidare la sua centralità..e poi saranno cavoli amari x tutti...
Penso che dopo quella finale molti suoi colleghi si sentiranno veramente ridimensionati..
jannik non farà sconti.. e' ancora più affamato..
La classe di Sinner nelle parole per il pubblico del Roland Garros che in finale ha tifato Alcaraz
Il numero uno al mondo, oltre a fare i complimenti sinceri all’avversario, concede anche un tocco di stile. Ha ringraziato il pubblico del Roland Garros nonostante abbia fatto il tifo per l’iberico: “Siete stati davvero eccezionali con me in queste due settimane”.
Jannik Sinner è distrutto dopo una finale durata quasi 5 ore e mezza. Ne è uscito ma a testa alta: la storia l'ha scritta assieme a Carlos Alcaraz ma il nome del vincitore è dello spagnolo. Al momento della premiazione del Roland Garros ha la faccia di chi, se potesse, eviterebbe quella passerella e filerebbe via subito negli spogliatoi. Non è mancanza di rispetto nei confronti dell'avversario ma trovare le parole in momenti del genere è davvero difficile. E lo dice subito: "È più facile giocare che parlare in questo momento…", è l'incipit della breve intervista a caldo nella quale, oltre a fare i complimenti sinceri all'avversario, concede anche un tocco di classe. Ha ringraziato il pubblico che, nonostante abbia fatto il tifo per l'iberico scandendo con boati i colpi più belli e decisivi, ha definito "straordinario" per la partecipazione e le attenzioni che gli hanno dedicato in queste due settimane. "Vi ringrazio, siete stati davvero eccezionali".
Sinner ha fatto 193 punti, Alcaraz 192. Non sono bastati. Nella testa dell'alto-atesino c'è una fase del match che proprio non può dimenticare e lo porta a dire: "Non dormirò molto bene questa notte… ma va bene così". In vantaggio per 2-1, sul 5-3 nel 4° set, è in vantaggio per 40-0 e ha ben tre match point a disposizione ma li fallisce. Ed è in quel preciso istante che l'inerzia dell'incontro s'è ribaltata: poteva azzannare Alcaraz e finirlo, non ce l'ha fatta. E ne ha subito il ritorno tremendo, lottando fino allo stremo delle forze nel super tie-break cedendo a un avversario che è stato micidiale in quel frangente.
Le prime parole a caldo sono per il murciano. Jannik è telegrafico, come sempre. "Congratulazioni Carlos, un'altra prestazione eccezionale e un'altra battaglia stupenda, complimenti a te e al tuo team. Sono felicissimo per voi, ve lo meritate". Poi si rivolge verso lo staff e le persone più care che lo ascoltano in tribuna. "Grazie al mio team, mi avete messo nella condizione di giocare una partita del genere – le parole di Sinner dedicate a chi gli è stato affianco in queste settimane -. Abbiamo dato il massimo e pochi mesi fa avremmo firmato per essere qui. È molto difficile però ora da digerire, ma va bene lo stesso. Grazie ai raccattapalle, fate un lavoro straordinario, grazie ai giudici di sedia, ai giudici di linea. Il Roland Garros è torneo fantastico, anche se al momento è molto, molto difficile per me".
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Courier: "Alcaraz-Sinner come Nadal-Federer, una rivalità perfetta"
L'ex n. 1 del mondo ha parlato prima della finale al Roland Garros: "È un contrasto di stili, Sinner è l'esempio di equilibrio, ciò che manca ad Alcaraz"
“Con Jannik e Carlos, abbiamo tutto quello che avremmo potuto sperare”, parola di un ex n. 1 come Jim Courier. Non è un caso, evidentemente, la scelta de l’Équipe di far tracciare all’americano un quadro di ciò che ci aspetta con Sinner e Alcaraz, i primi due giocatori del mondo, che si sfideranno per la prima volta in una finale Slam al Roland Garros.
D’altronde, Courier è uno che di quel torneo se ne intende, avendolo vinto per due volte consecutive tra il 1991 ed il 1992. “Borg-McEnroe, Agassi-Sampras, Evert-Navratilova, Federer-Nadal… tutte le grandi rivalità sono caratterizzate da contrasti di stile, ed è proprio il caso anche di questa, altrettanto marcata”, ha detto.
“Alcaraz è un brivido ad ogni partita. Spesso si fatica a credere a ciò che si sta vedendo. E poi, a volte, commette una serie di errori e il suo gioco si sgretola, è come un cardiofrequenzimetro, sale e scende. Imparerà dalle sconfitte difficili, come succede a tutti, e capirà che la sua mancanza di costanza può impedirgli di raggiungere certi obiettivi”.
Un equilibrio da trovare, per lo spagnolo, il quale può avere paradossalmente in Sinner il suo punto di riferimento. “Sinner è l’esempio perfetto. Nei giorni migliori – ha puntualizzato – il livello di Alcaraz è più alto, ma i suoi giorni peggiori sono di molto peggiori rispetto a quelli di Sinner”. Che ha gestito le difficolta dello scorso anno con “naturalezza”: “Ha avuto cose complicate da gestire, e questo gli ha portato anche problemi fisici. Ma quando questi non c’erano, è stato impressionante in campo”.
Diciannove anni fa, anche la rivalità tra Nadal e Federer ebbe la sua prima finale Slam al Roland Garros, dove si impose (come anche nel 2007, nel 2008 e nel 2011) lo spagnolo, vincitore di 14 Coppe dei Moschettieri. Un contrasto di stili che, sulla terra, ha quasi sempre premiato la regolarità, la forza fisica e le traiettorie arrotate dell’iberico. Si erano affrontati, infatti, anche l'anno prima, in semifinale, nel 2005, esattamente come 12 mesi fa è accaduto ai due rivali odierni.
Non saranno così marcate dal punto di vista tecnico, forse, le differenze, ma sono ben visibili ad un occhio allenato come quello di Courier: “Oggi è molto importante avere più opzioni. Quando si guarda Alcaraz affrontare Sinner, non gioca in modo lineare. Usa lo slice, la smorzata, traiettorie diverse per uscire da uno scambio che non riesce a vincere. Perché non può avere la meglio nella battaglia di dritti e rovesci esplosivi con Sinner, che è più alto di lui e più efficace in difesa grazie alla sua apertura alare. Anche se Alcaraz è il più veloce in campo, - ha concluso - avrà sempre difficoltà a sfondare Sinner con la sola potenza, deve quindi trovare risorse dentro sé stesso”.
Dei due predecessori, così come anche di Novak Djokovic, Sinner e Alcaraz sembrano aver raccolto il testimone in una prospettiva che va ben oltre le sfide in campo, e che attira l’interesse del mondo sul tennis e sulla sua parte più nobile: “Cinque anni fa, credo che avrei avuto un nodo alla gola chiedendomi dove sarebbe andato a finire il tennis, chi avrebbe colmato il vuoto dei Big 3. E poi è arrivato questo gruppo di giovani giocatori, e le preoccupazioni si sono dissolte molto rapidamente. Con Jannik e Carlos abbiamo tutto ciò che si potesse sperare: ragazzi in gamba, stili di gioco contrastanti e un dominio totale, visto che — alla fine di questo Roland Garros — avranno vinto gli ultimi sei tornei del Grande Slam”.
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DOPO LA FINALE
Ascoltate questa intervista di Cahill...e capirete una miriade di cose...
Cahill, che elogi a Sinner. E sulla finale di Parigi svela...
La Gazzetta Dello Sport
Ospite di "Served with Andy Roddick", Darren Cahill ha elogiato Jannik Sinner: dalle sue caratteristiche come tennista e uomo alla finale del Roland Garros persa contro Carlos Alcaraz
https://video.gazzetta.it/video-cahill-che-elogi-a-sinner-e-sulla-finale-di-parigi-svela/31d1f696-691b-4132-bc24-639955956xlk?fbclid=IwY2xjawK-fEtleHRuA2FlbQIxMABicmlkETFGQU8xYTVFOXdmRlp6YzYzAR7e0DCIv_tAv3o96zKFNVzKZdKDZ056eaY6PZqu0ajKxZyDzux2nB6nQWq8sg_aem_mBzkt_B5rlNe6zvktVfLQw
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https://www.ilmessaggero.it/AMP/sport/sinner_cosa_e_successo_spogliatoio_alcaraz_cahill_abbraccio_lacrime_finale_persa-8903769.html?fbclid=IwY2xjawK-fJxleHRuA2FlbQIxMABicmlkETFGQU8xYTVFOXdmRlp6YzYzAR67yXArDqXSDtFLy-yLZ2E3SP0SAUh2oMF6NyzyKss3BidHTA1pdTuEMvhojw_aem_CjopIidFLn1l-np1PBjr6Q
Sulla reazione dell'altoatesino: «Capisce l’importanza di giocare una partita di tennis rispetto alla vita reale»
Negli spogliatoi
Jannik Sinner è già andato mentalmente avanti, cominciando da Halle la sua stagione sull'erba per prepararsi a Wimbledon. Cahill, intervistato nel podcast "Served with Andy Roddick", ha raccontato gli attimi successivi a quella sconfitta: «Abbiamo parlato pochissimo.
C'era delusione dopo che ci era andato così vicino. È rimasto negli spogliatoi per 15-20 minuti buoni». Il team gli ha subito fatto arrivare il suo supporto: «Ognuno si è avvicinato e gli ha dato un abbraccio. Gli abbiamo detto che eravamo davvero orgogliosi di lui e del suo impegno. Ma non era il momento giusto per fargli un discorso su cosa imparare da tutto questo. Bisognava mostrare un po’ di empatia per quello che stava passando: tristezza, qualche lacrima per tutti».
La reazione di Sinner
Secondo Cahill sarà una partita che resterà per sempre impressa nella memoria di Sinner: «Qualche ora più tardi non se ne era ancoa fatto una ragione e credo che non se la farà mai. Una partita così ti rimane dentro per sempre e cerchi di migliorare grazie a questa». Il tecnico sottolinea la capacità del tennista di dividere lo sport dalla vita personale: «Lui ha una grande capacità di mettere tutto in prospettiva. Capisce l’importanza di giocare una partita di tennis rispetto alla vita reale e sa che ci sono cose molto più importanti che accadono rispetto a vincere o perdere una partita. Da lì che nasce la sua consapevolezza. È stato deludente, ma si tratta solo di sport».
La sconfitta ha comunque maturato nella squadra ancora più rispetto nei confronti di Sinner: «Eravamo dannatamente orgogliosi di lui, a prescindere dal fatto che avesse vinto o perso quella partita. Quando mandi un giocatore in campo, l'unica cosa che chiedi è che dia tutto quello che hai. Quanto è stata bella, quanto bene hanno gareggiato quei due ragazzi, senza pause per andare in bagno, niente fisioterapisti, niente allenatori, niente lamentele, solo cinque ore e mezza di tennis brillante, tennis professionale e grande rispetto tra i due giocatori. Nutro ancora più rispetto per lui di quanto ne avessi prima»
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https://www.eurosport.it/tennis/sinner-la-rivelazione-di-coach-cahill-dopo-la-finale-persa-abbiamo-parlato-pochissimo-ma-eravamo-orgogliosi-di-lui.-nutro-ancora-piu-rispetto_sto23193219/story.shtml
Sinner, la rivelazione di coach Cahill: "Dopo la finale persa abbiamo parlato pochissimo, ma eravamo orgogliosi di lui. Nutro ancora più rispetto"
TENNIS - Il coach di Jannik Sinner, all'interno del podcast "Served with Andy Roddick", ha raccontato qualche retroscena avvenuto dopo la bruciante sconfitta del numero uno al mondo alla finale del Roland Garros. Tutto il team del fuoriclasse altoatesino ha mostrato il suo appoggio, a cominciare dallo stesso Cahill.
Con la partecipazione al torneo di Halle per l'inizio dello swing sull'erba in preparazione a Wimbledon (qui la DIRETTA SCRITTA del primo turno contro Hanfmann), comincia un nuovo capitolo della carriera di Jannik Sinner. Anche se la sconfitta in finale al Roland Garros rimane un ricordo ancora vivo. Ne ha parlato anche il suo coach Darren Cahill, che in un lungo intervento all'interno del podcast "Served with Andy Roddick", condotto dallo stesso ex numero 1 al mondo statunitense, ha svelato qualche retroscena riguardo al post-partita di quell'epica finale conquistata in rimonta da Carlos Alcaraz, dopo che il fuoriclasse azzurro aveva avuto tre match point a disposizione per intascarsi il suo primo Slam sulla terra battuta. "A dire il vero abbiamo parlato pochissimo, dopo che ci era andato così vicino - racconta Cahill - Chiaramente c'era delusione, è rimasto in spogliatoio per 15-20 minuti buoni. Ognuno del team si è avvicinato e gli ha dato un abbraccio. Gli abbiamo detto che eravamo davvero orgogliosi di lui e del suo impegno. Ma non era il momento giusto per fargli un discorso su cosa imparare da tutto questo. Supereremo la cosa. Bisognava mostrare un po’ di empatia per quello che stava passando: tristezza, qualche lacrima per tutti".
Quella stessa sera, qualche ora più tardi, non se ne era ancora fatto una ragione. E non se ne farà mai davvero una ragione. Credo che una partita così ti rimanga dentro per sempre e cerchi di migliorare grazie ad essa. Però lui ha una grande capacità di mettere tutto in prospettiva, capisce bene l’importanza di giocare una partita di tennis rispetto alla vita reale. E ci sono cose molto più importanti che accadono rispetto a vincere o perdere una partita di tennis. Penso che sia da lì che nasce la sua consapevolezza: sì, è stato deludente, ma si tratta solo di sport. È solo una partita di tennis. Vai là fuori, divertiti il più possibile e speriamo che la prossima volta potremo ribaltare la situazione. Cercheremo di migliorare da qui".
Sulle doti di Sinner
"Jannik è un bravo ragazzo. È giovane, ma ha una grande consapevolezza di sé. E questa è una cosa essenziale per un campione: saper gestire bene sia la vittoria che la sconfitta. Ha un’etica del lavoro straordinaria, resilienza, uno scopo ben definito. Ama il tennis, pensa di giocare fino ai 37–38 anni. Ha una prospettiva diversa: sa che la carriera può durare molto e investe per questo".
Cahill: "Orgogliosi di lui nonostante la sconfitta"
Per Darren Cahill dunque non c'è nessun rimpianto per il titolo sfumato: "Eravamo dannatamente orgogliosi di lui, a prescindere dal fatto che avesse vinto o perso quella partita. Ovviamente volevamo che la vincesse, eravamo dispiaciuti, ma quando mandi un giocatore in campo, l'unica cosa che chiedi è che dia tutto quello che hai. Questo è tutto ciò che conta per un allenatore, e lui ci ha dato molto di più. Quindi, quando guardi una partita di tennis, il modo in cui è stata giocata, quanto è stata bella, quanto bene hanno gareggiato quei due ragazzi, senza pause per andare in bagno, niente fisioterapisti, niente allenatori, niente lamentele, solo cinque ore e mezza di tennis brillante, tennis professionale e grande rispetto tra i due giocatori, non si può chiedere di meglio. A prescindere dal risultato, mi tolgo il cappello davanti a Carlos. Ma che ci crediate o no, ora che guardo Jannik dopo quella partita nella finale del Roland Garros nutro ancora più rispetto per lui di quanto ne avessi prima, ed è difficile dirlo perché lo conosco molto bene. Quindi, per me, quella è stata la lezione più importante da quella finale del Roland Garros".
a volte i colori sfumano
i chiari e scuri intensificano le emozioni..
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