domenica 25 luglio 2021

3--"""DICONO E HANNO DETTO DI..ROBERT PLANT E LED ZEPPELIN.."(compreso episodio incidente Robert e famiglia in Grecia nel 1975)


 1 marzo 1973 - John Paul Jones a Copenhagen, Danimarca presso il famigerato ricevimento per la stampa in una galleria d'arte (Galerie Brich). “C'era un'attraente donna dai capelli scuri che andava in giro e John Paul Jones stava cercando di affascinarla. In quasi tutte le foto che ho scattato lui è proprio accanto a lei che la guarda con questi occhi sciocchi e mezzo ubriaco. Penso davvero che fosse, come si dice in danese, 'cottura su di lei'. Di recente ho scoperto che era la cognata del proprietario della Galleria. – Jorgen Angel


.giornata di ascolto..
della natura...
John Paul Jones , Jimmy Page e Robert Plant registrano all'aperto con lo Stones Mobile a Stargroves, 1972.
“Durante le sessioni abbiamo sperimentato la registrazione all'esterno sul prato per cercare di ottenere un ambiente acustico neutro privo di riverberi. Nella canzone "Black Country Woman" abbiamo seguito Jimmy e John Paul Jones che suonavano la chitarra acustica. Puoi sentire gli uccelli che cinguettano in sottofondo se ascolti attentamente... Questa foto di loro che provano la canzone era tipica dello spirito avventuroso della band.“ - Eddie Kramer

“ Non voleva che la nostra relazione diventasse troppo pubblica perché era sposato. È stato intervistato una volta e stavano facendo delle foto. Come al solito, ero lì, ma dovevo stare di lato. Mi ha preso la mano e se l'è messa sulla testa in modo che almeno una parte di me fosse nella foto".
—Michele Overman



Ho deciso di fare qualcosa per Robert: un gilet di feltro viola ricamato a mano. Ho messo le sue iniziali su ogni lato circondate da strass, e ho cucito ogni paillette uno per uno, poi ho ricamato Alice nel Paese delle Meraviglie con in mano una bottiglia con su un lato “DRINK ME”, che era il mio piccolo alter ego. Dall'altra parte c'era un leone, naturalmente. Sul retro ho ricamato il gatto del Cheshire in un albero di limoni - perché era appena uscito “The Lemon Song”. L'ho dato a te [Pamela Des Barres] per darlo a Robert perché stavi andando in tour con la band. Mi hai portato una lettera di Robert che diceva: " Cara Alice, la mia faccia è troppo segnata dal sorriso per dire molto. Scrivo dal mio posto tra i rami. " Ha continuato a dire quanto amava il giubbotto e lo ha firmato " Cheshire Cat.Ha indossato quel giubbotto ad ogni singolo concerto per l'intero tour. Penso che l'abbia indossato finché non gli è caduto dalla schiena.
- Michele Overma


Nonostante la loro esitazione, non c'è canzone che abbia incoronato più rapidamente i Led Zeppelin come i re dell'heavy metal di " Immigrant Song ". Nota per l'empio lamento rock del cantante Robert Plant, la traccia è in realtà sostenuta da un bel lavoro dell'intera band. Jimmy Page è vivo ed elettrizzante sui suoi riff mentre il basso di John Paul Jones avanza come un treno a vapore. Ma forse la performance più insolitamente sottile viene da John Bonham.
Parlando con la stazione radio Q107 nel 2010, Plant ha condiviso il motivo per cui questa canzone significava così tanto per lui. Rivelando: “Penso che 'Immigrant Song' sia stato grandioso. Essendo stato in Islanda, dove l'abbiamo scritto, ho potuto capire esattamente come mi ha catturato musicalmente e anche l'agitazione della musica. È stato fluido, fresco.” Gran parte di quella morbidezza è stata messa in primo piano dallo stile di percussioni senza sforzo di John Bonham, qualcosa che può essere ascoltato più fedelmente nella traccia di batteria isolata qui sotto.
Tratto dal secondo disco della band, giustamente intitolato Led Zeppelin II, il brano è visto come uno dei momenti decisivi del gruppo nel diventare i grandi nomi che erano. Era anche una canzone che in qualche modo catturava la loro già fulminea ascesa alla ribalta. La band non sapeva che "Immigrant Song" sarebbe diventata per sempre un punto fermo del jukebox di ogni rock and roll bar. Nonostante le immagini nello sforzo, tutto è venuto da un luogo autentico.
Come disse Robert Plant a Chris Welch nel suo libro del 1994 Led Zeppelin, riflettendo sull'ormai iconico viaggio in Islanda, “Non eravamo pomposi… Venivamo dalla terra del ghiaccio e della neve. Siamo stati ospiti del governo islandese in missione culturale. Siamo stati invitati a suonare a un concerto a Reykjavik e il giorno prima del nostro arrivo tutti i dipendenti pubblici hanno scioperato e il concerto sarebbe stato annullato. L'università ha preparato una sala da concerto per noi, ed è stato fenomenale.
“La risposta dei ragazzi è stata notevole e ci siamo
divertiti
molto. "Immigrant Song" parlava di quel viaggio, ed era la traccia di apertura dell'album che doveva essere incredibilmente diversa". Dal punto di vista dei testi, la canzone è stata una partenza per la band, ma musicalmente è stato un marchio di fabbrica dei loro futuri colpi di martello universali.
Dave Grohl, frontman dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana, una volta scelse 'Immigrant Song' come una delle sue esibizioni preferite del talento di John Bonham , in particolare l'esibizione dal vivo al Madison Square Garden nel 1972. cancello", conferma Grohl. Nella traccia dal vivo, abbiamo un vero senso dell'impegno di Bonham nel mettere su uno spettacolo per i fan, “Sapete che le persone sarebbero rimaste a bocca aperta. Bonham lo sta davvero spingendo. O è ubriaco fradicio, o si sta solo divertendo un mondo".
C'è una buona ragione per la sua gioia; la canzone è perfettamente progettata per permettergli di tirare fuori il suo lavoro migliore. È qualcosa che puoi sentire più chiaramente nella batteria isolata qui sotto, che parla molto di John Bonham come probabilmente il più grande batterista di tutti i tempi.
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"Ehi avete visto chi c'è???"..
«Fin dal primo giorno, io e John dormivamo nella stessa camera, nonostante la nostra casa fosse piena di stanze. Era davvero bello poter chiacchierare di ciò che era successo nell’arco della giornata e di ciò che ci riservava il futuro. Inoltre, a volte io e John litigavamo e ci menavamo di brutto, e stando nella stessa stanza potevamo farlo direttamente lì, senza contare che almeno avevo un letto soffice su cui atterrare quando mi afferrava e mi lanciava in aria».
Mick Bonham.
“Noi non facciamo quello che fanno molti gruppi, registrare ogni strumento separatamente, penso che così si perda l’atmosfera della canzone”
Bonzo forever🌹
"La sua essenza stava in quello che non suonava, piuttosto che in quello che suonava. Era in quello che lasciava fuori"
(Robert Plant)💞
"Ci agganciavamo alla perfezione fin dalla prima battuta. Era fantastico. Il sogno di ogni bassista"
John Paul Jones)💞
"E' stato senz'altro il più grande batterista rock and roll mai vissuto. E tutto quello che abbiamo è merito suo, davvero"
(Jimmy Page)💞
"Giù le mani dal fatto che sia stato il più grande batterista rock di sempre"
Chad Smith, Red Hot Chili Peppers)
"E' stato il migliore"
(Charlie Watts, Rolling Stones)
"Il più grande batterista rock di tutti i tempi è stato John Bonham"
Roger Taylor, Queen)
"Suonava la batteria come qualcuno che non sapeva cosa sarebbe successo dopo, come se fosse in equilibrio sul bordo di un burrone. Da allora nessuno è più riuscito ad avvicinarsi a lui, e non credo che in futuro nessuno sarà mai capace di farlo. Sarà per sempre il più grande batterista di tutti i tempi"
Dave Grohl, Nirvana e Foo Fighters)
"Il rock and roll è morto nel giorno in cui è morto John Bonham"
(Billy Joel)
"John si è seduto dietro questa minuscola batteria, riuscendo a ottenere il suo suono da una grancassa da 18 pollici, da un rullante da 4 pollici e da due tom da 12 e 14 pollici. Ero quasi scioccato da come stava suonando e dal suond che era riuscito ad ottenere. Il sound dei Led Zeppelin usciva da questa piccola batteria"
(Dave Mattacks, batterista e produttore - Fairport Convention)
"Il fatto non è che Bonham picchi duro sulla batteria. E' che picchia bene"
(Bruce Wittet, Modern Drummer Magazine)
"Picchiare duro è una cosa che tutti i batteristi sono capaci di fare, o anche solo gli amanti della batteria. Quando vedi qualcuno che quasi distrugge la batteria a furia di picchiarci sopra - quando lo vedi per la prima volta di persona - è qualcosa di fantastico. Sebbene io abbia suonato sempre molto forte, dopo averlo visto ho iniziato a voler suonare ancora più forte: mi ha impressionato così tanto vederlo in azione"
(Cozy Powell - Jeff Beck Group, Rainbow, Whitesnake, Gary Moore, Black Sabbath
"La gente ancora oggi cerca di imitare i Led Zeppelin. Gli Stati Uniti sono pieni di batteristi che cercano di suonare come John Bonham"
(Roger Taylor, Queen)
"Aveva un'enorme pancia da birra. E suonava in modo incredibile, da non credere"
(Pete Townshend, Who)
"John Bonham è il dio del rock and roll, e i Led Zeppelin la migliore rock band di sempre"
(J. Mascis, Dinosaur Jr.)
"John Bonham è stato l'innovatore che oggi tutti imitiamo. (...) La sua finezza alla batteria è paragonabile a quella di Jeff Beck alla chitarra: era l'unico a poter fare quello che faceva"
(Joey Kramer, Aerosmith)
"Sarei stato felice di fargli da roadie. Era la forza dietro ai Led Zeppelin"
(Larry Muller Jr, U2)
"John Bonham suonava diritto al cuore. Il suo stile non era perfetto, ma quando attaccava un groove era così profondo da sembrare un battito cardiaco"
(Dave Grohl, Nirvana e Foo Fighters)
"John Bonham è stato il mio batterista preferito di sempre"
(Don Powell, Slade)
"Jimmy Page era un figo, ma non sarebbe riuscito a reggere un fraseggio senza John Bonham dietro di lui"
(Prince)
e questi solo alcuni pensieri



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LED Zeppelin
“Tra cinquant'anni, la gente ascolterà ancora i Led Zeppelin. Non si ricorderanno nemmeno di me".
Ahmet Ertegun

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Di solito suonavo cercando di seguire la batteria di John Bonham in maniera molto stretta,
suppongo che questo dipendesse dal mio background come musicista di studio.
Una buona session era quella in ui la sezione ritmica era molto compatta.
Nei Led Zeppelin dovevo ascoltare la cassa della batteria e stare molto attento in modo da non sovrastarla
o diminuire la sua efficacia. Volevo veramente che basso e batteria fossero una cosa sola,
questo è l'elemento cardine di una band. Era importante che il ritmo fosse solido,
in modo che Jimmy e Robert fossero più liberi di improvvisare e sperimentare.💞
🌹

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Di solito suonavo cercando di seguire la batteria di John Bonham in maniera molto stretta,
suppongo che questo dipendesse dal mio background come musicista di studio.
Una buona session era quella in ui la sezione ritmica era molto compatta.
Nei Led Zeppelin dovevo ascoltare la cassa della batteria e stare molto attento in modo da non sovrastarla
o diminuire la sua efficacia. Volevo veramente che basso e batteria fossero una cosa sola,
questo è l'elemento cardine di una band. Era importante che il ritmo fosse solido,
in modo che Jimmy e Robert fossero più liberi di improvvisare e sperimentare.💞
🌹


Il metodo Jonesy Rock Star™
..è un Grande!!!

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LED ZEPPELIN, LA STORIA DEL TRAGICO INCIDENTE DI ROBERT PLANT IN GRECIA

Il 4 agosto 1975 Robert Plant fu coinvolto in un tragico incidente mentre era in vacanza in Grecia aprendo un periodo difficile che culminò con la fine dei Led Zeppelin

Il 4 agosto del 1975 Robert Plant perdeva il controllo della sua auto mentre era in vacanza in Grecia. Un'incidente che segnò profondamente il cantante dei Led Zeppelin e che diede il via ad un periodo difficile per lui e per la band.

Il drammatico incidente di Robert Plant

Nell'estate del 1975 Robert Plant si trovava in vacanza in Grecia con la sua famiglia durante una pausa dal tour dei Led Zeppelin che, con la pubblicazione di "Physical Graffiti" , avevano raggiunto un successo sempre più grande.

In quel momento gli Zeppelin erano diventati lo stereotipo delle rockstar tra eccessi, jet privati e tour sold out in tutto il mondo ma l'imprevisto era dietro l'angolo.

Nel corso della sua vacanza nell'isola di Rodi, il 4 agosto 1975, Robert Plant venne coinvolto in un tragico incidente automobilistico quando perse il controllo dell'auto presa a noleggio schiantandosi.

Con lui a bordo c'erano sua moglie Maureen, i loro figli e Scarlet, la figlia di Jimmy Page immortalata nella canzone dei Rolling Stones.

Se i ragazzi rimasero tutto illesi, sia Plant che Maureen riportarono delle gravissime lesioni. La moglie del cantante, in particolare, riportò lesioni e fratture quasi mortali e fu salvata solo grazie alla possibilità di Plant, che aveva messo da parte molti soldi per uso personale, di mettere in moto una macchina tale da soccorrere la compagna.

Grazie all'aiuto del tour manager della band, Plant riuscì infatti ad organizzare immediatamente i soccorsi facendo atterrare in Grecia un jet privato, con tanto di dottori a bordo, che trasportò Maureen nel Regno Unito dove fu ricoverata.

Pur non rischiando la vita come la moglie, anche Plant si infortunò seriamente riportando fratture al gomito e  alla caviglia che lo costrinsero su una sedia a rotelle per molti mesi. La riabilitazione era una cosa seria ed estremamente lunga, l'unica cosa da fare fu fermarsi.


Lo stravolgimento dei Led Zeppelin

E' così che i Led Zeppelin furono costretti a cancellare decine di date che avevano in programma tra America e Asia e stravolgere completamente i loro piani futuri.

Niente tour, tutto da rifare e l'unica cosa possibile era cercare di completare un nuovo album: Presence. Le condizioni di Plant, però, non aiutavano nemmeno in quel senso e i lenti tempi di recupero dall'incidente finirono per far proseguire a singhiozzo i lavori sul disco.

Lo stesso cantante dei Led Zeppelin fece una gran fatica a rimanere dello spirito adatto, ci metteva tutto l'entusiasmo possibile ma sentiva quasi di essere un corpo estraneo al resto dela band e le sue cattive condizioni di salute, unite a quelle di Maureen, stavano creando problemi anche in casa.

C'era una carriera al culmine e dei figli a cui badare e tutti stavano ancora scontando gli acciacchi di quella maledetta settimana di agosto in Grecia.

Per un paio di settimane i Led Zeppelin si trasferirono a Monaco di Baviera per registrare il loro settimo album e, anche questa volta, Plant rischiò di bloccare tutto.

Mentre Bonham, Jones e - soprattutto - Page si facevano in quattro per suonare e produrre l'album, Plant commise una leggerezza. Dimenticandosi per un secondo del suo brutto infortunio, il frontman dei Led Zeppelin fece un balzo dalla sedia per raggiungere il mixer e riascoltare una traccia ma la sua gamba crollò rovinosamente sotto di lui.

Plant finì a terra e fu subito ricoverato nuovamente in ospedale ma la band, in qualche modo, riuscì comunque a terminare le registrazioni di Presence con solo una settimana di ritardo sulla tabella di marcia.

Led Zeppelin, la storia del tragico incidente di Robert Plant in Grecia

Un periodo difficile

L'incidente di Rodi non solo provocò problemi fisici a Robert Plant ma ebbe anche un grosso impatto dal punto di vista mentale e, non ultimo, in qualche modo diede il via ad un periodo davvero difficile per il frontman dei Led Zeppelin.

A causa dell'infortunio la band non andò in tour nel 1976 e pensò di occupare il tempo lavorando al film concerto "The Song Remains The Same".

Nel 1977 i Led Zeppelin decisero che, finalmente, era giunto il momento di riabbracciare i fan e si imbarcarono in lungo tour negli Stati Uniti stabilendo anche un record di presenze con gli oltre 76.000 spettatori accorsi al Silverdome di Pontiac.

Ancora una volta, però, il destino era deciso a mettersi contro Plant e la band e il 30 luglio, prima dello show a New Orleans, il cantante subì il secondo e definitivo colpo. Appena arrivato in città, Robert Plant fu raggiunto da una chiamata che arrivata dall'Inhgilterra: suo figlio Karac, cinque anni, era appena morto per un'infezione allo stomaco.

Quel dramma gettò per l'ennesima volta un'ombra enorme sul futuro dei Led Zeppelin e Plant pensò di abbandonare per sempre la band. Non fu così e nel novembre del 1978 i Led Zeppelin si recarono ai leggendari Polar Studios di Stoccolma per registrare l'ultimo album della loro carriera, In Through The Out Door.

Dopo alcune date di warm up l'estate successiva, nell'agosto del 1979 i Led Zeppelin si esibirono per due concerti enormi a Knebworth Park, davanti a oltre 100.000 spettatori nella sola prima sera.

Nessuno poteva saperlo ma sarebbero stati gli ultimi show casalinghi della loro carriera. Nell'estate del 1980 la band suonò qualche data in Europa pianificando il  ritorno dall'altra parte dell'oceano.

Il 17 ottobre 1980 i Led Zeppelin sarebbero dovuti volare negli Stati Uniti per un nuovo tour, il primo da quello interrotto tragicamente dalla morte di Karac. Anche in questo caso, però, il destino ce la mise tutta per piazzare i bastoni tra le ruote e poche settimane prima, il 25 settembre del 1980John Bonham fu ritrovato privo di vita a soli 32 anni mettendo la parola fine, questa volta davvero, alla leggendaria storia dei Led Zeppelin.

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Led Zeppelin, dalla mitologia norrena all'incredibile l'influenza delle opere di Tolkien: come nacquero i testi di Robert Plant

ROCK NEWS

LED ZEPPELIN, DALLA MITOLOGIA NORRENA ALL'INCREDIBILE INFLUENZA DELLE OPERE DI TOLKIEN: COME NACQUERO I TESTI DI ROBERT PLANT

Fin da ragazzo il frontman inglese fu stregato dalla storia, dalla mitologia e dal Signore Degli Anelli di J.R.R.Tolkien

Robert Plant ha raccontato spesso le influenze musicali che hanno dato vita ai Led Zeppelin, spiegando che tutta la sua carriera di cantante e frontman nasce dalla fusione di due riferimenti principali, il blues di Willie Dixon e Robert Johnson e il rock’n’roll di Elvis Presley, il suo idolo da quando a 10 anni ascoltava le sue canzoni alla radio nella casa in cui è cresciuto a Halesowen nella Black Country inglese.

Plant ha anche rivelato la sua passione precoce per la storia e la letteratura: «Ero un ragazzino molto interessato alla sua collezione di francobolli e alla storia romana e britannica». Il cantante dei Led Zeppelin ha iniziato a scrivere testi solo a partire dal secondo album della band, Led Zeppelin II del 1969 e da allora ha riempito le canzoni di riferimenti alla mitologia vichinga (da Immigrant Song a  No Quarter fino a The Rain Song) e alla letteratura celtica, in particolare del Galles (nel 1973 inizia anche a prendere lezioni di gaelico) dove si trova il cottage di Bron-Y-Aur in cui si dice abbia composto insieme a Jimmy Page il brano più famoso, Stairway to Heaven, contribuendo a creare il mito della band più mistica e sovrumana del rock.

Un altro riferimento importante sono i libri dello scrittore J.R.R.Tolkien, autore di The Hobbit e della trilogia de Il Signore degli Anelli, capolavori di un genere unico che unisce a fantasy, mitologia e storia medievale, scritti tra il 1937 e il 1949. I libri di Tolkien, tradotti in 38 lingue, sono fin dagli anni ’50 un successo mondiale e un punto di riferimento della letteratura britannica (nell’Oxford Dictionary esiste anche il termine “Tolkeniano”) e si legano alla controcultura degli anni ’60 ispirando molte rock band. Robert Plant trova nei personaggi e nelle storie di Tolkien un connubio perfetto con l’atmosfera delle canzoni dei Led Zeppelin, capaci di trascinare l’ascoltatore in un mondo misterioso e affascinante.

L’esempio più importante è Ramble On da Led Zeppelin II, un brano che racconta l’inizio di un’avventura in una terra lontana con il suono della Les Paul di Jimmy Page e un sottofondo di percussioni di John Bonham. Robert Plant ha preso ispirazione da un capitolo del primo volume della Trilogia de Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello in cui il protagonista Frodo Baggins parte per il suo viaggio verso “le oscure profondità di Mordor” per cercare “la regina di tutti i miei sogni” e liberarla dalla minaccia di “Gollum e del signore del male”.

Nel corso degli anni, Robert Plant ha detto di sentirsi un po’imbarazzato dai testi che ha scritto da giovane, ma l’atmosfera di Ramble On non sarebbe la stessa senza il riferimento a Tolkien e l’immagine del viaggiatore solitario che vaga da un luogo all’altro, che richiama la tradizione blues e folk del “troubadour”, il cantastorie, rimane per sempre un simbolo della figura di cantautore di Robert Plant e della grandezza dei Led Zeppelin.

LED ZEPPELIN, DALLA MITOLOGIA NORRENA ALL'INCREDIBILE INFLUENZA DELLE OPERE DI TOLKIEN: COME NACQUERO I TESTI DI ROBERT PLANT

Fin da ragazzo il frontman inglese fu stregato dalla storia, dalla mitologia e dal Signore Degli Anelli di J.R.R.Tolkien


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