martedì 7 gennaio 2025

GOLDRAKE U e golddrake 1978


 


non vedo l'ora di vedere gli altri episodi!!!!❤
Ricordiamo che le puntate saranno poi disponibili in streaming anche su RaiPlay e che a seconda della risposta del pubblico, si decideranno le modalità di trasmissione del resto della serie, che ricordiamo essere di 13 episodi in totale.
Sono stati svelati anche i doppiatori italiani: actarus ha la voce di Federico Talocci, Koji/Alcor quella di Alessandro Campaiola mentre Sayaka quella di Valentina Mari.
Ieri sera sono andati in onda i primi quattro episodi della serie Goldrake U (in originale Grendinzer U), il recentissimo remake del celebre mecha che ha fatto quindi il suo ritorno, addirittura in prima serata su Rai 2.
In molti si sono chiesti come sarebbe andato in termini di audience televisivo. Ebbene secondo i dati auditel abbiamo saputo che questo anime ha superato il milione di spettatori raggiungendo il 5,05 % di share.
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Titolo italiano
Giapponese 「Kanji」 - Rōmaji - Traduzione letterale In onda
Giapponese Italiano
1 Il guardiano del pianeta blu
「砂漠に出会う二つの星」 - Sabaku ni deau futatsu no hoshi – "Due stelle si incontrano nel deserto" 6 luglio 2024[2]
6 gennaio 2025[14][15]
Nel deserto di sabbia rossa di Riad precipita una misteriosa nave spaziale. Il fenomeno viene notato dal Centro Ricerche sull'energia fotonica in Giappone e ad intervenire sono Sayaka Yumi e Alcor dalla filiale saudita della Fondazione Kabuto, che portano in salvo un ragazzo trovato privo di sensi nel luogo dell'impatto. Il ragazzo ha perso la memoria, perciò viene chiamato Actarus e ospitato da Alcor e Sayaka. Tre mesi dopo Actarus, vedendo Alcor andare in missione con il suo robot Mazinga Z, inizia a ricordare il suo passato: il suo vero nome è Duke Fleed ed è fuggito dal suo pianeta Fleed con un gigantesco robot umanoide chiamato Goldrake. Per non mettere a rischio anche il pianeta Terra e prima che l'alleanza del pianeta Vega possa impossessarsene, Actarus vuole andare a riprendere Goldrake per andarlo a distruggere lanciandolo contro il Sole. Alcor lo raggiunge nel deserto e vuole dissuaderlo dal compiere un gesto suicida, ma è costretto a intervenire contro una flotta di mini-dischi lanciati dalle forze di Vega. Nonostante l'avvertimento di Actarus sulla potenza degli attacchi di Vega, Alcor si lancia comunque all'attacco; dopo un primo successo contro i mini-dischi e un disco-mostro, però, Mazinga Z viene decapitato da altri due dischi-mostri piombati dall'alto, e solo con l'intervento di Actarus, a bordo del Goldrake nella sua vera identità di Duke Fleed, Alcor si salva e i due mostri vengono distrutti in un colpo solo dal robot alieno che dimostra la sua enorme superiorità sulle armi terrestri. Intanto, sul pianeta Vega, la principessa Teronna informa sua sorella Rubina del ritrovamento di Actarus e Goldrake sulla Terra.
2 L'attacco a Vega
「星の伝説」 - Hoshi no densetsu – "La leggenda delle stelle" 13 luglio 2024
6 gennaio 2025[14][15]
Actarus distrugge anche un altro mostro che aveva iniziato l'attacco su Riad ma poi ha un attacco di panico ricordandosi del suo passato e fugge con l'astronave di Goldrake, inseguito da Alcor. Intanto, sulla nave Vegastar, i comandanti Gandal e Hydargos contemplano il pianeta che ospita il loro nemico e vengono raggiunti da Cazador Zeola, uno dei Cavalieri Starker, che insulta Hydargos e si offre di eseguire il prossimo attacco alla Terra. Alcor e Actarus, precipitati su un'isola lontana, si confrontano e Alcor si riavvicina a Goldrake cercando di pilotarlo, ma il sistema di difesa del robot spara un laser contro il ragazzo ferendolo di striscio. Actarus effettua una trasfusione di sangue all'amico e poi gli racconta di quello che successe su Fleed: approfittando della sua assenza, i soldati dell'alleanza di Vega guidati da Cazador attaccarono il Palazzo Reale con l'obiettivo di impadronirsi di Goldrake, ma Duke Fleed prese il robot per cercare di fermare l'invasione. Saputo che i suoi genitori erano stati uccisi da Cazador, Duke perse il senno e tentò di ucciderlo ma provocò tremendi danni al Palazzo, alla città e uccise per sbaglio altri abitanti del Pianeta. Inutili furono i tentativi di Teronna e Rubina di far riprendere Duke, che fuggì dopo essersi reso conto del gesto compiuto e di aver causato apparentemente la morte di Rubina. Dopo il racconto, i due si avvicinano di nuovo al robot e questo emana una luce che li guida a una specie di tempio sull'isola, dove ci sono delle porte con delle iscrizioni in una lingua sconosciuta. I piloti vengono raggiunti da una ragazza, Venusia, che chiede ad Actarus se sia una persona buona o cattiva; nel primo caso, potrebbe rivelargli il segreto relativo al cammino bloccato e sposarlo (quest'ultima cosa non viene detta al giovane), altrimenti dovrebbe ucciderlo. Si scopre che i due sono sull'isola di Ogami in Giappone e con l'aiuto di Venusia, contattano il Centro Ricerche dopo tre giorni dalla loro scomparsa. In quel momento le forze di Vega, comandate da Cazador, attaccano Parigi per portare Actarus e Goldrake allo scoperto. Actarus intende combattere ma ha paura di non controllarsi; chiede quindi a Alcor di ucciderlo e questi gli fornisce un anello bomba controllato a distanza che farà esplodere se la situazione dovesse complicarsi. L'attacco alieno si sposta a Roma e Actarus e Cazador si fronteggiano sui loro robot in piazza San Pietro.
3 La furia del principe
「紅蓮の怒り」 - Guren no ikari – "Furia cremisi" 20 luglio 2024
6 gennaio 2025[14][15]
In un flashback viene spiegato chi sia l'alleanza di Vega e il fatto che governi un sistema di oltre duecento pianeti. Diretti anche verso il pianeta Fleed, furono bloccati per sette volte dalla potenza di Goldrake. I due pianeti stipularono allora un trattato di pace vista l'impossibilità di conquista diventando preziosi alleati (a condizione che il Goldrake rimanesse sempre su Fleed a disposizione dell'alleanza). A Roma, intanto, lo scontro tra Actarus e Cazador continua ma quest'ultimo si limita a scappare o a lasciare attaccare i dischi di supporto mandati dalla Vegastar; Goldrake però si libera facilmente dei dischi e dei mostri in poco tempo e senza riportare danni nonostante i pesanti attacchi combinati dei nemici. Gandal decide allora di usare il cannone della sua nave per colpire dall'orbita il campo di battaglia e distruggere tutto. Goldrake riesce a fare a pezzi lo Zeoladizer, robot di Cazador, e ferma in extremis la sua furia omicida verso il traditore, pregato anche da Alcor che sta per premere il pulsante di detonazione della mina contenuta nell'anello dato ad Actarus poco prima. Poi Actarus, avvertito da Alcor, riesce a fermare e distruggere all'ultimo secondo il cannone della Vegastar lanciando da terra un Maglio Perforante caricato al massimo. Goldrake viene quindi acclamato come eroe dai terrestri. Tornati alla base con Cazador prigioniero, Actarus fa la conoscenza del prof. Yumi, direttore del Centro Ricerche, e del prof. Procton, vicedirettore del Centro, collega di Yumi ed esperto in ricerche spaziali. Mentre Actarus viene sottoposto a delle analisi per sincerarsi che non sia portatore di virus alieni, Alcor e Sayaka raggiungono l'hangar in cui sono conservati i resti di Mazinga Z. Actarus li raggiunge e ringrazia ancora Alcor per avergli dato più fiducia in sé; rivela inoltre che Goldrake è così potente non perché sia frutto di tecnologia aliena, ma perché sembra che sia stato creato da una divinità. Cazador intanto contatta di nascosto la sua serva Naida e le chiede di venire sulla Terra per farsi liberare; viene poi interrogato da Alcor e Actarus rivelando che a volere Goldrake è nientemeno che Re Vega, sovrano del Pianeta e dell'alleanza omonimi. Actarus stenta a crederlo perché dice che Re Vega sia solo una semplice leggenda, dato che non si era fatto vivo da migliaia di anni. In ogni caso, mentre Alcor e Actarus parlano di questo, una navetta spaziale con all'interno Naida cade sulla Terra e Actarus riesce a salvarla.
4 La quiete dopo la tempesta[N 1]
「大空に輝く愛の花」 - Ozora ni kagayaku ai no hana – "Il fiore dell'amore che brilla nel cielo" 27 luglio 2024
6 gennaio 2025[14][15]
Actarus e Naida passano del tempo insieme sulla Terra e mentre l'uno le esprime i suoi tormenti passati, l'altra cerca di ucciderlo ma i due vengono interrotti da Venusia che poi incontra il resto del gruppo. Qui Actarus rivela a Naida della sua identità terrestre e di essere stato adottato dal dottor Procton e mentre la ragazza racconta di essere arrivata sulla Terra grazie all'aiuto di suo fratello Sirius, ha un indebolimento e viene portata a letto. Consapevoli che la ragazza non ha ancora ucciso Actarus perché l'incontro con il ragazzo ha interferito con il condizionamento mentale subito, Hydargos e Gandal ne alzano il livello e la ragazza ha delle visioni indotte di Goldrake che, nella sua furia, uccide Sirius. La ragazza allora si alza e cerca di raggiungere Actarus per compiere la missione, ma viene richiamata da Cazador ancora prigioniero; dato che il condizionamento mentale interferisce con la volontà della ragazza, questa afferma che libererà il suo padrone solo quando avrà ucciso il principe. Intanto, un disco-mostro circondato da mini-dischi si sta avvicinando alla Terra e, dati la velocità e la traiettoria, l'impatto provocato dall'atterraggio minaccia di distruggere una buona parte del Giappone. Actarus però è impossibilitato a raggiungere il suo robot perché è bloccato e trafitto ad un braccio da Naida. A nulla serve l'intervento di Alcor e Sayaka per disarmare o convincere la ragazza; questa rivela quello che ha visto nelle sue visioni indotte e vuole uccidersi con Actarus ma questo afferma che uccidersi non servirebbe a nulla: sarebbe meglio, per riparare alle sue azioni, lasciarlo vivere per proteggere la Terra e anche Naida potrebbe vivere sulla Terra in pace, mettendo da parte la vendetta. Le parole di Actarus e il suo affetto interferiscono fortemente con il lavaggio del cervello e questo causa un malfunzionamento nel dispositivo nascosto nella tiara di Naida, facendole recuperare il controllo di sé. Actarus però non può comunque pilotare Goldrake per il troppo sangue perduto, quindi è Naida che usa la sua navicella e si schianta contro la flotta di dischi, non prima di aver rivelato al giovane che Rubina è viva, detonando la bomba che voleva usare contro Actarus e lasciando straziato il principe.
La fuggitiva
「マリアが来た!」 - Maria ga kita! – "Arriva Maria!" 3 agosto 2024
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Sul Pianeta Fleed, uno stormo di mini-dischi e un disco-mostro circondano un monastero con l'intento di imprigionare la principessa Maria Grace Fleed, sorella di Actarus, per i crimini commessi dal fratello. Tuttavia questa, grazie ai suoi poteri precognitivi, aveva previsto il tentativo e riesce a scappare dal pianeta a bordo dello stesso disco-mostro. Intanto sulla Terra, Actarus è ancora triste per la fine di Naida e gli altri cercano di tirarlo su di morale ma l'allarme di un disco-mostro in arrivo fa tornare in sé Actarus che decolla a bordo di Goldrake. Avvicinandosi al mostro, scopre che è quello pilotato da sua sorella e si ricongiunge a lei. Questa afferma fin da subito di non aver creduto alla distruzione di Fleed da parte di Actarus e si presenta al gruppo, ma attira le ire di Alcor per il suo comportamento altezzoso; questo la sfida in varie competizioni per dimostrare che i terrestri non sono meno evoluti degli extraterrestri. Maria, anche grazie ai suoi poteri, riesce a vincere contro Alcor ma, sfidata da Sayaka e Venusia in una competizione culinaria, ammette la superiorità del cibo terrestre su quello di Fleed. Intanto, mentre Procton e Yumi decidono di studiare i due robot alieni, l'alieno mutaforma Shula, comandante di Vega, nascosto sul disco-mostro usato da Maria, penetra nella cella di Cazador e lo libera, poi segue Actarus, Alcor e Sayaka che sono in giro a Gotemba con Maria per farle conoscere la Terra. Mentre la ragazza comincia ad apprezzare il pianeta e i suoi abitanti, arriva un altro disco-mostro che provoca dei terremoti in città. Actarus torna velocemente al centro mentre gli altri si occupano di aiutare i civili a raggiungere un luogo sicuro. Anche Maria fa la sua parte ma viene bloccata da Shula che aveva l'ordine di uccidere Actarus; ripiega quindi su Maria che però si dimostra una combattente formidabile, tenendo testa alle spade nemiche con un semplice ombrellone. Tuttavia, quando Shula si trasforma in un mostro per cercare di sconfiggere la principessa, viene schiacciato dal disco-mostro. Questo viene poi preso di peso dal sopraggiunto Goldrake e distrutto in aria. Intanto Venusia era rimasta al centro e intercetta la fuga di Cazador chiedendogli se anche lui possa pilotare Goldrake e se sia una persona buona o cattiva. Nello spazio, Rubina e Teronna si avvicinano alla Terra, desiderose di rivincita nei confronti di Actarus.
6 「二人の王女」 - Futari no ōjo – "Le due principesse" 10 agosto 2024
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Nello spazio, Teronna e Rubina discutono dei dettagli del loro intervento, con la prima che non vorrebbe che Rubina intervenisse nella faccenda. Rubina afferma di sapere della morte di Naida, "per opera di Actarus" e ha profondi dubbi sul perché il principe di Fleed abbia commesso così tante azioni sanguinose, quindi chiede alla sorella di poter stare al suo fianco nella faccenda quale capo delle operazioni. Intanto sulla Terra, le analisi sul Goldrake rivelano che dispone di una potenza elevatissima, paragonabile a quella di una stella, ma non si hanno dati ulteriori sulla sua composizione; le analisi proseguono per provare a migliorare i motori fotonici terrestri. Più tardi, Maria rivela ad Actarus di aver previsto il destino infausto di Naida e preannuncia che i Veghiani potrebbero attaccare presto. Nello spazio la Teronbarn, nave personale di Teronna, porta le due principesse al cospetto di Gandal e Hydargos: questi e i soldati rimangono sconcertati del fatto che Rubina sia ancora viva perché tutti la davano per morta. Quest'ultima proibisce alle forze di Vega di fare vittime tra i civili terrestri, in quanto il loro obiettivo è unicamente il recupero del Goldrake. Sulla Terra, Maria viene svegliata da una premonizione e avverte Actarus dell'attacco: la base rileva la Teronbarn diretta verso la città di Tromsø, in Norvegia. Dalla nave decolla Teronna a bordo dell'Aquadizer, suo mecha personale, e avverte gli abitanti di evacuare la città. Goldrake arriva e i due cominciano a combattere ma Actarus si trattiene e prova a convincere Teronna della verità sugli eventi passati: Cazador aveva ucciso i sovrani di Fleed e aveva provato a rubare Goldrake; Actarus aveva perso il senno e il robot, imbevuto di sentimenti negativi, era andato in berserk colpendo Rubina e devastando il pianeta Fleed per errore. Teronna comincia a credergli vedendo che Actarus non combatte seriamente e, anzi, ha la peggio nel duello. Tuttavia, sul più bello, l'intervento di un velivolo (il Delfino Spaziale) mozza un braccio all'Aquadizer e Teronna crede di essere stata imbrogliata nuovamente. Appare anche Rubina che si rivela ad Actarus e intima alla sorella di ritirarsi per il momento, lasciando sconcertato il principe.
7 「彼方より来たる」 - Kanata yori kitaru – "Proviene dall'aldilà" 17 agosto 2024
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Actarus e gli altri passano del tempo all'acquario di Enoshima per distrarsi dagli attacchi ma il giovane continua a pensare a Rubina che è ancora viva; racconta di lei a Alcor e Sayaka, ma viene interrotto dal prof. Procton che è andato sull'isola di Ogami con altri tecnici del laboratorio per analizzare le rovine trovate tempo prima. Maria, notando che lì con loro c'è anche Venusia, decide di andare sul posto sperando di poter essere d'aiuto. Poco dopo, in un hangar sull'isola, Cazador cerca di fuggire a bordo di uno dei tre velivoli che poi si rivelano essere i supporti (Spazers) per Goldrake. Venusia lo intercetta nuovamente; Cazador la attacca ma lei si rivela in grado di emanare un campo gravitazionale che chiama "Raggio antigravità" (in originale "Hanjuryoku storm"), e lo ferma. Gli chiede allora se voglia davvero diventare il pilota di Goldrake, in quanto solo le persone buone possono essere scelte dal Goldrake per esserne i piloti, e rivela di sapere queste cose perché è la sacerdotessa del santuario di Goldrake. Intanto nello spazio, Rubina e Teronna tornano sulla nave e fanno la conoscenza di Zuril, ministro della scienza del pianeta Vega, e della sua accompagnatrice, il comandante Mariene. Zuril era in incognito allo stesso acquario degli eroi e, analizzando la composizione di certi animali marini, rivela un disco-mostro capace di eliminare Goldrake e lo lancia sulla Terra. Goldrake interviene ed è subito trascinato in acqua; in questo ambiente, il mostro ha un enorme vantaggio. Intanto, Maria arriva all'isola e incontra Venusia; le due, insieme a Procton, vanno in un capanno dove la ragazza possiede molti libri contenenti informazioni sull'isola ma poi scompare e Maria la segue nel santuario. Attraversando un muro, Maria si ritrova nell'hangar e Venusia la indirizza verso un altro dei tre velivoli, la Trivella Spaziale per salvare Goldrake che viene danneggiato da un potente attacco sonico del mostro e non riesce a liberarsi. Cazador, a bordo del Delfino Spaziale, salva Actarus e lo stesso fa Maria, dicendo poi al fratello di combinare i due mecha e così i due riescono a distruggere il mostro. Intanto nello spazio, Rubina continua a pensare a come sia possibile che Actarus sia cambiato così tanto da quello che conosceva e matura la decisione di raggiungere nuovamente la Terra per incontrarsi e confrontarsi con lui.
8 「浅草の邂逅」 - Asakusa no kaigo – "Incontro ad Asakusa" 24 agosto 2024
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Al centro ricerche si sta ultimando un nuovo modello di Mazinga costruito sotto la supervisione del prof. Yumi e con l'aiuto delle ricerche sulla tecnologia fleediana. Intanto Sayaka e Maria fanno pratica con i propri veicoli di supporto per Goldrake, rispettivamente il Goldrake 2 e la Trivella Spaziale. Intanto a Baghdad, in Iraq, appare un disco-mostro che apparentemente non ha intenzioni ostili; Goldrake interviene e riesce a danneggiarlo ma questo gli riporta un messaggio di Rubina che vuole incontrare Actarus da sola. I comandanti di Vega non sanno del messaggio e decidono di pedinare la principessa; allo stesso modo, un insospettito Yumi chiede a Alcor e Sayaka di tenere d'occhio Actarus che non ha spiegato nulla del messaggio e si dirige ad Asakusa. Qui il giovane incontra Rubina e i due vengono visti da Hydargos. Alla base veghiana, Gandal e Zuril discutono sul fatto che non vogliono che la cattura di Goldrake sia merito dell'erede al trono di Vega e vedono questo contatto col nemico come un'occasione per provare a toglierla di mezzo. Actarus intanto riesce a spiegare quello che era successo dal suo punto di vista, anche se non ha modo di provare le sue parole; Rubina però decide di credergli ma viene interrotta da Teronna che è ancora determinata a sconfiggere il suo ex compagno d'armi. I tre vengono interrotti a loro volta da Hydargos e da soldati di Vega camuffati che cercano di ucciderli. Grazie anche all'intervento di Alcor e Sayaka, i soldati di Vega vengono sconfitti ma Teronna richiama un mini-disco per scappare insieme alla sorella e a Hydargos. Rubina dice ad Actarus che si sarebbero rivisti in seguito. Alcor però dice all'amico che non deve dimenticare di aver giurato di proteggere la Terra dagli invasori e che i sentimenti devono essere messi da parte.
9 「光を覆う闇」 - Hikari o ōu yami – "L'oscurità che copre la luce" 30 agosto 2024
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A seguito dell'incontro con Rubina, Actarus viene imprigionato dal prof. Yumi con il sospetto di essere stato convinto ad allearsi con il nemico. Alcor, Sayaka e Maria non sono d'accordo ma non riescono a convincere il professore; a Procton, che allo stesso modo fallisce nel convincerlo, Yumi confessa di avere timore che la morale del giovane alieno non sia completamente uguale a quella dei terrestri. Intanto, nello spazio, Teronna si allena senza posa per il suo prossimo scontro con Actarus ma non può fare a meno di ricordare i duelli amichevoli avuti in passato con lui. Incontrandosi con Rubina, le proibisce di rivedere il principe di Fleed, ma la principessa rimane ancora convinta della buona fede dell'amato e afferma che anche Teronna sia triste, sebbene non lo dia a vedere. Sull'isola di Ogami, Cazador continua ad allenarsi con il Delfino Spaziale e confessa a Venusia di avere quest'ossessione per Duke Fleed perché lo reputa molto superiore a se stesso, nonostante sul suo pianeta Cazador fosse un combattente eccezionale, e cerca per questo di soffiargli il Goldrake. Sulla nave Vegastar è stato appena ricostruito il super cannone distrutto da Goldrake qualche tempo prima (nell'episodio 3) che viene fatto sparare con una traiettoria molto diversa per avere un vantaggio sui nemici. Sebbene il Centro Ricerche alzi la sua barriera per difendersi, questa non regge il colpo e si trova sguarnita davanti ad un'invasione in massa delle forze di Vega. Sayaka e Maria escono a bordo dei mezzi di supporto, raggiunte poi da Cazador sul Delfino Spaziale, ma non possono fare molto da sole contro i dischi-mostro, tra cui uno che assorbe i colpi energetici. Intanto, i nemici capeggiati da Hydargos penetrano nella base e prendono in ostaggio il professor Yumi, anche se Alcor cerca di far fronte agli invasori da solo. Actarus è ancora in cella e, con le sue grida, richiama dei soldati che progettano di ucciderlo facendo esplodere la stanza ma il prof. Procton riesce a liberare il ragazzo che raggiunge Goldrake e decolla. Arrivato sul campo, viene intercettato da Teronna a bordo del suo Aquadizer e i due combattono all'arma bianca usando le loro astronavi come cavalcature. Actarus ancora non vuole combattere seriamente, quindi Teronna si lancia contro di lui e i due cadono malamente su un'isoletta. Cazador allora decide allontanarsi dal campo di battaglia e raggiungerli per vendicarsi finalmente di Duke Fleed.
10 「立ち上がるエックス」 - Tachiagaru ekkusu – "Rialzati X" 7 settembre 2024
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Mentre fuori dal Centro la battaglia imperversa, Alcor e il prof. Yumi cercano di raggiungere l'hangar per mettere in funzione il nuovo modello di Mazinga. Intanto, sull'isola sulla quale Actarus e Teronna si sono schiantati, il primo riprende conoscenza e raggiunge la sua ex-amica che è ancora svenuta. I due vengono raggiunti da Cazador che li attacca con il Delfino Spaziale, costringendo Actarus alla fuga con Teronna in braccio. Cazador allora riesce finalmente a entrare nell'abitacolo del Goldrake, sebbene Venusia provi inutilmente a fermarlo. Questa, compreso che Cazador è irrecuperabile si allontana smaterializzandosi. Rubina, intanto, raggiunge un mini-disco per arrivare sulla Terra e ricongiungersi con l'amato Duke e la sorella che si sono rifugiati in una grotta poco distante. Qui Teronna ricorda in sogno quando Duke le chiese il permesso per potersi sposare con Rubina ma si sveglia e si confronta con Actarus; i due vengono interrotti da Cazador che, a bordo di Goldrake, cerca di causare danni alla zona per scovare i due. Actarus e Teronna decidono di fare una tregua per uscire di lì. Intanto il Centro ricerche è stato riempito di guardie e anche l'hangar con il nuovo Mazinga è protetto. Attivando a distanza il robot, Alcor e Yumi riescono a distrarre le guardie abbastanza per permettere al ragazzo di metterle fuori combattimento; sebbene il nuovo Mazinga non sia efficiente al 100% decidono di usarlo comunque, ma vengono interrotti da Hydargos che spara al professore ferendolo prima di striscio e poi in maniera profonda al fianco. Tuttavia il nuovo modello di Mazinga, Mazinga X, è pronto per la battaglia e salva in extremis Sayaka colpita dal disco-mostro; quest'ultimo si rivela incapace di tenere testa all'enorme forza e alla velocità del nuovo robot e soccombe. Intanto Actarus e Teronna giocano d'astuzia e cercano di disorientare Goldrake; colpito da un'arma di Teronna e vedendo i due che collaborano, Cazador è preso da un attacco d'ira e manda il robot in berserk. Actarus, nonostante tutto, è deciso a salvarlo ma viene bloccato da Venusia che fa emergere un enorme cristallo dal suolo e poi esce da questo, bloccando il robot e forzando fuori dall'abitacolo Cazador. Actarus si avvicina a lui ma viene distratto dall'arrivo di Rubina; il Cavaliere Starker ribelle colpisce di sorpresa il principe alla guancia con un coltello ma Venusia crea una sorta di campo gravitazionale (simile a quello scaturito dal Raggio antigravità nell'episodio 3) che ingloba Cazador e lo elimina. Actarus, benché sollevato di vedere Rubina, è distrutto da questa tragica fine e anche Teronna non può fare a meno di smuoversi vedendo il suo avversario in questo stato.
11 「テロンナ」 - Teron'na – "Teronna" 13 settembre 2024
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Rubina dice ad Actarus di avere finalmente la conferma che non è cambiato e che presto si incontreranno per sposarsi, poi se ne va insieme a Teronna. Più tardi, sulla Teronbarn, Teronna dice alla sorella che anche lei si è convinta delle colpe di Cazador e che Duke Fleed è innocente, ma è nel loro interesse continuare a considerarlo nemico e prendersi il Goldrake. Rubina non accetta questa situazione e afferma che si incontrerà con Duke a costo di essere considerata una traditrice; Teronna alza la mano per colpirla ma si ferma e si allontana rimarcando alla sorella di non allontanarsi. Sulla Terra Alcor, Sayaka e Actarus sono accanto al letto del Prof. Yumi, ancora incosciente per le ferite; intanto Procton ha una discussione con le autorità del Giappone che vorrebbero sostituirsi a loro per gestire la guerra con i Veghiani ma Procton si oppone. Intanto, Rubina affida una sua lettera per Duke al suo nuovo servitore, il fleediano Eins. Questo viene intercettato da Teronna che lo costringe a dargli la lettera contenente il desiderio di Rubina di unirsi in matrimonio con il principe di Fleed quella stessa notte sulla Terra e cessare così le ostilità. Teronna rivela di essere gelosa sia della sorella che del suo ex-amico che preferisce Rubina a lei, tuttavia consente ad Eins di portare la lettera a Duke Fleed. Intanto, Zuril progetta di attaccare le maggiori capitali del Mondo ogni ventiquattro ore fin quando i terrestri non insorgeranno contro Duke Fleed e lo costringeranno a cedere il robot all'Alleanza di Vega: la prima città è Berlino e viene annunciato un attacco a Washington. Il gruppo di eroi discute su come eliminare la minaccia alla radice, progettando un attacco diretto alla base nemica, ma il problema è che Mazinga X non può oltrepassare in volo l'atmosfera. Arriva Venusia che afferma che questo è possibile: li porta sull'Isola di Ogami, sotto cui c'è un osservatorio spaziale completamente funzionante che potrà servire da nuova base delle operazioni; inoltre rivela che i tre moduli di supporto per Goldrake possono anche funzionare nello spazio e, combinandosi, possono portare Mazinga X nello spazio. Quella notte Actarus, che non ha rivelato niente del suo incontro con Rubina, la raggiunge sulla collina dove si erano visti l'ultima volta e i due pronunciano i loro voti nuziali, unendosi poi sia fisicamente che mentalmente[N 2]. Al termine del rito, sul dorso della mano di ognuno dei due compare un marchio che li identifica come uniti in matrimonio. Tuttavia, Rubina si rivela essere in realtà Teronna travestita: attraverso questo inganno e la prova delle nozze, Duke non avrebbe più credibilità davanti a Rubina.
12 「ルビーナ」 - Rubīna – "Rubina" 20 settembre 2024
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Dopo l'inganno ordito da Teronna, la principessa appare quasi soddisfatta dall'essersi unita con Duke Fleed il quale è però scosso fortemente da questa situazione. Intanto, il cannone della nave Vegastar attinge energia dal Sole per colpire le capitali del mondo: come promesso, Washington è la seconda città a cadere. Le autorità giapponesi discutono aspramente sul se e come consegnare Goldrake agli avversari ma il primo ministro non riesce a decidere. Zuril e Gandal ricevono una comunicazione dall'associazione HELL, un gruppo sovversivo, che richiede attrezzature adeguate per la cattura di Goldrake. All'Osservatorio Spaziale si concludono i preparativi di aggancio dei tre moduli di supporto a Mazinga X: con questa soluzione, i preparativi per la battaglia finale sono compiuti. Mentre Sayaka nutre sentimenti di vendetta contro i veghiani che hanno ferito il padre, Venusia esorta il gruppo a prepararsi perché anche l'opinione pubblica del pianeta sta andando contro Goldrake e non hanno più molto tempo prima del prossimo attacco alla Terra. Actarus però è ancora scosso dall'inganno di Teronna e non ha la concentrazione giusta, anche se Alcor capisce lo stato d'animo dell'amico e si offre di aiutarlo. Intanto, tramite un flashback, si scopre come Teronna abbia preso il posto di Rubina: questa era rimasta ferma nella sua decisione di incontrarsi con Duke Fleed e Teronna, per proteggerla, la tramortisce per poi prendere le sue sembianze[N 3] e sposarsi con il principe di Fleed. Rubina si risveglia in una capsula medica e scopre l'atroce verità per poi schiaffeggiare la sorella e scappare in camera. Intanto, sulla Terra, Goldrake, Mazinga X e i tre Spacers partono in direzione della Luna. Durante lo scontro con i minidischi e i dischi-mostro, Actarus riceve una comunicazione da parte di Rubina che vuole incontrarlo in un insediamento sulla superficie del satellite; Alcor lo sprona ad andare per mettere in chiaro le cose ma nel mentre viene sorpreso dal nuovo mostro di Vega, King Gori, e comincia a combattere con lui. Actarus raggiunge Rubina e Teronna; qui afferma di aver effettivamente sposato Teronna (data l'impossibilità di capire la sostituzione) e che, sebbene ami Rubina, non può abbandonare Teronna nel suo stato. I tre però vengono sorpresi da Hydargos e da un manipolo di soldati che sparano a Duke Fleed, però Rubina prende il colpo al posto suo. I tre scappano con l'intenzione di arrivare alla Teronbarn per curare Rubina ma è inutile: finiscono in un giardino artificiale e la principessa, ormai morente, fa ammettere alla sorella che aveva dei sentimenti sopiti per Duke Fleed e glielo affida prima di esalare l'ultimo respiro.
13 「美しきこの地球のために」 - Utsukushiki kono chikyū no tame ni – "Per questa bellissima Terra" 27 settembre 2024
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I minidischi comandati da Hydargos continuano ad attaccare l'insediamento lunare nel quale ci sono ancora Duke, Teronna e Rubina ormai defunta ma dal fumo delle esplosioni esce il Goldrake e Duke, levitando, si ricongiunge ad esso. Spinto da una furia cieca, Actarus innesca il berserk del robot che fa piazza pulita dei minidischi e distrugge anche il mostro pilotato da Hydargos, uccidendo il comandante nel mentre. Sulla Vegastar, Mazinga X e King Gori stanno ancora combattendo ma vengono interrotti dall'arrivo di Goldrake che blocca l'attacco del mostro con una sola mano e lo respinge per poi eliminarlo inglobandolo in un campo gravitazionale. Inoltre, si occupa di distruggere il resto delle truppe con facilità; la Vegastar prova a colpire il robot con un colpo del suo cannone ma questo assorbe l'energia potenziandosi ulteriormente e rispedendo il colpo all'astronave nemica che precipita sulla Luna. Tutte le truppe cercano di fuggire ma Goldrake non glielo permette. I suoi amici capiscono finalmente che Goldrake è in berserk e cercano di fermarlo; lo raggiungono sulla Terra dove la sola presenza del robot sta causando dei cataclismi naturali. Mazinga X comincia a combattere contro il robot di Fleed ma non può molto; viene aiutato anche dagli Spacers, che si agganciano a lui per tenerlo fermo, e da Teronna. Alcor avvicinandosi a sufficienza ad Actarus, viene trasportato nell'abitacolo del Goldrake e risveglia Duke Fleed dallo stato di trance affermando che non avrebbe voluto premere il comando di detonazione dell'anello. Un risavito Goldrake e Mazinga X si lanciano nuovamente nello spazio per fermare la Vegastar, che sta cercando di lanciarsi sulla Terra, e riescono a distruggerla. Tornati sulla Terra, il corpo di Rubina viene attirato dal Goldrake e svanisce apparentemente all'interno di questo. Actarus chiede a Teronna se voglia rimanere con lui sulla Terra ma afferma che non è ancora pronta per farlo e lascia la Terra. In una scena dopo i titoli di coda, viene rivelato l'aspetto deforme di Re Vega, ancora ossessionato dall'avere Goldrake.
https://www.raiplay.it/video/2025/01/Goldrake-U-E1---Il-guardiano-del-Pianeta-Blu-077de1b7-fd41-496a-883c-49dfa8fdd7a4.html
https://www.raiplay.it/video/2025/01/Goldrake-U-E2---Lattacco-a-Vega-3ed486c9-6492-4f23-86a5-0613979948dc.html
https://www.raiplay.it/video/2025/01/Goldrake-U-E3-La-furia-del-principe-e5b96e8a-efc7-4c86-a0c3-c7dc4bcbedcf.html
https://www.raiplay.it/video/2025/01/Goldrake-U-E4-La-quiete-dopo-la-tempesta-de88db6b-739c-4643-95dc-4019c10f63c3.html


https://www.animeunity.so/anime/5428-grendizer-u

Grendizer U

La serie parla della storia di Duke, erede al trono del pianeta morente di Fleed, che fugge sulla Terra dove incontra nuovi amici umani ed eroi di altre serie di robot. Quando il malvagio Vega attacca la Terra, Duke deve pilotare il Grendizer che ha rubato per proteggere il mondo e i suoi amici.
tutti e 13 episodi originali

https://www.animeunity.so/anime/5882-grendizer-u-ita
per ora solo 4 episodi

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DOCUMENTARIO ITALIANO GOLDRAKE ATLAS UFO ROBOT


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Goldrake 1978
https://ilsaggio73.altervista.org/Goldrake_bysaggio.htm
https://www.animeunity.so/anime/5158-ufo-robot-goldrake-ita

domenica 27 ottobre 2024

79.ROBERT PLANT LA Più GRANDE VOCE DEL ROCK E NON SOLO..(.INTERVISTE ..FOTO.. e CITAZIONI VARIE anni 70 80 90 anni 2000.


 Robert Plant si racconta dal backstage della Royal Albert Hall: “Con i Led Zeppelin un’esperienza mistica e non solo hard rock”..

https://www.liberta.it/.../robert-plant-si-racconta-dal.../
Il carisma di Robert Plant si diffonde immediatamente nei corridoi della Royal Albert Hall di Londra. Arriva in Rolls Royce, in un pomeriggio ventoso, e si dirige subito nei camerini. Abbraccia Roger Daltrey degli Who, che lo ha invitato per la serata conclusiva della triade di concerti benefici per il Teenage Cancer Trust, da lui organizzati.
Alto, una cascata di capelli grigi rinchiusi in una coda di cavallo selvaggia dalla quale i ricci tentano continuamente di scappare, e in completo classico scuro. Robert Plant si avvicina in modo affabile a tutti: orchestrali, ospiti, giornalisti. La sua voce oggi è profonda e penetrante, gli acuti striduli fanno parte del passato.
«Si sente abbastanza bene, lì in fondo?», grida al sound engineer in mezzo alla platea vuota, dopo una veloce prova dei Saving Grace, in cui le voci devono amalgamarsi perfettamente, come richiede la tradizione folk alla quale lui attinge da molti anni.
Quando, appena ventenne, accettò la proposta del chitarrista Jimmy Page di entrare in una band amava già il folk?
«Sono sempre stato un grande cultore di musica folk, e non solo britannica. E’ una passione che non mi ha mai abbandonato, mi ha permesso di mettermi in gioco come cantante utilizzando la mia voce in modi diversi, di crescere come interprete, di realizzare progetti che mi riempiono di soddisfazione».

I Led Zeppelin, però, hanno ridefinito l’hard rock e sono stati un riferimento per intere generazioni.
«Amavo anche la musica rock! Ero un tipico ragazzo inglese… però nella musica dei Led Zeppelin, nonostante l’impatto “forte” arrivasse al grande pubblico in modo viscerale, legato a certi stilemi tipici e di grande effetto, confluivano molti altri generi, tra i quali il blues, un altro dei miei primi amori».Ha suscitato un certo scalpore, tra i fan dei Led Zeppelin, una recente intervista in cui Pete Townshend ha sottolineato come lei all’inizio imitasse Roger Daltrey.
«Pete ha detto la verità! Ricordo perfettamente quando vidi per la prima volta gli Who in concerto. La grande energia e potenza di quel gruppo mi rapirono totalmente. Guardando il loro cantante e frontman, Roger Daltrey, pensai: “Quest’uomo è Dio!”. Sarebbe stato impossibile non prendere ispirazione da un simile performer».Tornando ai Led Zeppelin: in questi giorni, anche in Italia, “The sound remains the same” è nelle sale. Cosa ricorda di quel periodo? Come lo percepisce?
«E’ stato un periodo in cui tutto viaggiava velocemente: noi, il nostro stile di vita, quello della società in cui ci trovavamo, New York, la musica… ogni concerto era un’esperienza monumentale e spontanea, quasi mistica. E vivevamo la vita di tutti i giorni come su una giostra. Non ho certo rimpianti, tanto che abbiamo fatto delle reunion, come altri gruppi di quel periodo. Ma la musica ha un orizzonte infinito e come musicista la mia esplorazione è proseguita. Esemplare è Saving Grace: sarò lieto di tornare in Italia perché – e lo dico e lo penso – è un Paese meraviglioso in cui il pubblico è particolarmente sensibile, mi segue con affetto e ha saputo andare oltre alla mia storia con i Led Zeppelin».

di Eleonora Bagarotti
2024
https://www.liberta.it/rubriche-liberta/robert-plant-si-racconta-dal-backstage-della-royal-albert-hall-con-i-led-zeppelin-unesperienza-mistica-e-non-solo-hard-rock/?fbclid=IwY2xjawGLHApleHRuA2FlbQIxMAABHbqoCQuYQcIPSiqbIHcBCmRZ2t5PlCYqgwibe4K5fqJmSj_7A5y2ynmCYw_aem_a-a4dw11FqBunk5fry--Jw

martedì 15 ottobre 2024

The Cuckoo [01] - Robert Plant & Saving Grace with Suzi Dian @ Teatro Ve...

Robert Plant full concert (audio & videos) Firenze



Florence. Setlist (also a bit of Black Dog): The Cuckoo, Let the Four Winds Blow, Four Sticks, Gospel Plow, Orphan Girl, Win My Train Fare Home (If I Ever Get Lucky), Everybody's Song, The Rain Song, It's a Beautiful Day Today, As I Roved Out, For the Turnstiles, Angel Dance, Friends, Gallows Pole, And We Bid You Goodnight

giovedì 26 settembre 2024

68..LED ZEPPELIN..I PIU’ GRANDI DI TUTTI..UNICI..MITICI..INEGUAGLIABILI


 le storie dietro delle foto perle rare

Led Zeppelin - The Battle Of Evermore

https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

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https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

Led Zeppelin - The Battle of Evermore - Live 1971

https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

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https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

1977 The Battle of Evermore

https://youtu.be/baa9rlLAEvE

https://youtu.be/z4vNyrpQgNo

https://youtu.be/pt2NrvdIY9E

https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

Led Zeppelin - The Battle of Evermore - Live 1971

Led Zeppelin - The Battle Of Evermore Led Zeppelin e Sandy Denny

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Led Zeppelin - The Battle of Evermore - Live 1971

Led Zeppelin - The Battle Of Evermore Led Zeppelin e Sandy Denny

https://youtu.be/CTstnU30CWQ

The Battle of Evermore è una canzone del popolare gruppo rock Led Zeppelin, pubblicata nel 1971 e inclusa nell'album Led Zeppelin IV.

È una canzone suonata interamente da mandolino e chitarristi, scritta da Jimmy Page mentre suonava l'amico mandolino (e bassista dei Led Zeppelin) John Paul Jones.

The Battle of Evermore è l'unica canzone in cui i Led Zeppelin Robert Plant non è l'unico cantante: c'è infatti un duetto con Sandy Denny, cantante del gruppo folk Fairport Convention.

In live, The Battle of Evermore è stato presentato con la voce principale Plant, Jones alla seconda voce invece di Denny, e chitarra folk, mandolino e Page.

https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

I testi sono ricchi di riferimenti alle opere di Tolkien, di cui Plant era un grande fan: vengono citati personaggi come Frodo, Galadriel, Gandalf, Aragorn, tutti appartenenti alla saga de Il Signore degli Anelli, oltre a luoghi ed eventi come i Campi il Pelennor, la battaglia del Fosso di Helm e le Due Torri.

Led Zeppelin live in Seattle, 1977.

https://youtu.be/mkLM7qd8q5g

The Battle of Evermore è una canzone del popolare gruppo rock Led Zeppelin, pubblicata nel 1971 e inclusa nell'album Led Zeppelin IV.

È una canzone suonata interamente da mandolino e chitarristi, scritta da Jimmy Page mentre suonava l'amico mandolino (e bassista dei Led Zeppelin) John Paul Jones.

The Battle of Evermore è l'unica canzone in cui i Led Zeppelin Robert Plant non è l'unico cantante: c'è infatti un duetto con Sandy Denny, cantante del gruppo folk Fairport Convention.

In live, The Battle of Evermore è stato presentato con la voce principale Plant, Jones alla seconda voce invece di Denny, e chitarra folk, mandolino e Page.

https://youtu.be/kEDhXPxzzhc

I testi sono ricchi di riferimenti alle opere di Tolkien, di cui Plant era un grande fan: vengono citati personaggi come Frodo, Galadriel, Gandalf, Aragorn, tutti appartenenti alla saga de Il Signore degli Anelli, oltre a luoghi ed eventi come i Campi il Pelennor, la battaglia del Fosso di Helm e le Due Torri.

Led Zeppelin - The Battle Of Evermore -

"The Battle Of Evermore" dei Led Zeppelin fu pubblicato nel 1971 nel miglior album della band e anche in uno dei migliori album nella storia della musica, Led Zeppelin Vol.4

La canzone è stata composta dal chitarrista Jimmy Page mentre suonava il mandolino di John Paul Jones (bassista)

La canzone parla delle storie di Tolkien; Il Signore degli Anelli e Hobbit. All'epoca queste storie erano molto famose, soprattutto tra gli hippy.

Grazie al tema pacifista e persino ambientale della trama, gli hippy si sono identificati con il libro ”, afferma il giornalista Reinaldo José Lopes, direttore del sito web di Valinor, specializzato nel lavoro di Tolkien. C'è anche la leggenda secondo cui il cosiddetto pipeweed ("pipe weed") menzionato nel romanzo sarebbe un'analogia con la marijuana. Tolkien chiarì che l'erba era semplicemente una varietà di tabacco, ma questa analogia aiutò anche a rendere popolari i testi tra gli hippy. Formatisi nel 1968, all'apice di questo movimento di controcultura, i Led Zeppelin sono stati influenzati dal lavoro, al punto da utilizzare, in alcune lettere, riferimenti a personaggi e situazioni del libro.

L'intero testo descrive la battaglia dei Campi di Pelennor, che è nella terza parte del libro. Nell'estratto sopra, si crede che la Regina della Luce sia Éowyn, un'eroina che affronta il Re Magico, il servitore più potente di Sauron. Il Principe della Pace sarebbe il guerriero Aragorn, che dice addio a Éowyn per unirsi ai suoi compagni

https://youtu.be/z4vNyrpQgNo

Behind The Song: Led Zeppelin, "Battle Of Evermore"

https://americansongwriter.com/led-zeppelin-battle-of-evermore-behind-the-song/

Nella terza canzone dell'epica IV dei Led Zeppelin , Robert Plant introduce il suo personaggio di Queen of Light, che diventerà così centrale per la pièce de résistance dell'album , "Stairway To Heaven". Come "Stairway" e gran parte delle immagini degli Zeppelin, "Evermore" è influenzato dalla mitologia celtica e, secondo la biografia di Stephen Davis Hammer Of The Gods , anche da opere come White Goddess di Robert Graves e Magic Arts In Celtic Britain di Lewis Spence .

“Evermore” è ancora più direttamente ispirato alle guerre anglo-scozzesi del XV e XVI secolo, combattute per lo più lungo il confine dei due paesi, di cui Plant aveva letto prima di scrivere i testi. Anche se oggi i testi possono sembrare un po 'cliché, ricreano molto lo spazio nudo di una canzone di battaglia. La maggior parte degli appassionati di Zep conosce già la storia della creazione della canzone - un incidente casuale in cui il chitarrista Jimmy Page raccoglie il mandolino del bassista John Paul Jones nella casa di campagna in affitto della band, Headley Grange, nell'East Hampshire, in Inghilterra, durante la registrazione. sessioni per quello che sarebbe diventato il quarto album della band. Sandy Denny, l'ex cantante dei Fairport Convention, è stata invitata a interpretare il ruolo della Regina della Luce.

Nella serie di libri Continuum 33 1/3 sui Led Zeppelin IV, l'autore Erik Davis dice che anche il genere gioca un ruolo nella canzone. Davis vede il principe della pace di Plant e la regina della luce di Denny come una vera dinamica maschile / femminile, mentre l'archetipo del rock and roll di Page e Plant e Mick Jagger e Keith Richards dei Rolling Stones rappresentavano l'androginia e la confusione di genere. Denny, d'altra parte, bilancia il maschile guerriero Plant. Racconta della battaglia imminente e esorta il principe all'azione con frasi come "Balla nella notte oscura, canta alla luce del mattino" e "getta il tuo aratro e la zappa, corri ora al mio arco". Significativamente per il suo coinvolgimento, Denny ha fatto irruzione nella "divisione di quattro" maschile di Zep che era il marchio di fabbrica della band - letteralmente. È stata insignita del simbolo di tre piramidi con il suo nome nei titoli di coda dell'album. Denny inoltre consolida la band sulla scena folk inglese contemporanea degli anni '60, da cui Zeppelin, e Page in particolare, furono molto influenzati. Gruppi come Fairport, Incredible String Band e Pentangle - con i suoi doppi chitarristi Bert Jansch e John Renbourn - hanno fornito molte delle prime ispirazioni per la concezione degli Zeppelin di Page.

- DAVIS INMAN

"Battle Of Evermore"

La Regina della Luce prese il suo arco e poi si voltò per andare
Il Principe della Pace abbracciò l'oscurità e camminò da sola nella notte
Oh, balla nella notte oscura, canta alla luce del mattino
Il Signore Oscuro cavalca in forze stanotte e il tempo lo dirà tutti noi
Oh, butta giù il tuo aratro e la tua zappa, corri ora al mio arco
Fianco a fianco aspettiamo la potenza, del più oscuro di tutti
sento i cavalli tuonare nella valle sottostante
Sto aspettando gli angeli di Avalon, aspettando il bagliore orientale
Le mele della valle custodiscono i semi della felicità
Il terreno è ricco di tenere cure, che non dimenticano, no, no
Danza nella notte oscura, canta alla luce del mattino
Le mele diventano marroni e nere , la faccia del tiranno è rossa
Oh, la guerra è il grido comune, prendi le tue spade e vola
Il cielo è pieno di buoni e cattivi, i mortali non lo sanno mai
Oh beh, la notte è lunga, le perle del tempo passano lente
Occhi stanchi sull'alba, in attesa dell'oriente bagliore
Il dolore della guerra non può superare il dolore delle conseguenze
I tamburi scuoteranno le mura del castello, gli Spettri dell'Anello cavalcano in nero, cavalcano
Canta mentre alzi l'arco, spara più dritto di prima
Nessun conforto ha il fuoco di notte che illumina il viso così freddo
Oh, balla nella notte oscura, canta alla luce del
mattinoLe rune magiche sono scritte in oro per riportare l'equilibrio, riportalo indietro
Alla fine il sole splende, le nuvole blu passano
Con le fiamme del drago dell'oscurità, la luce del sole acceca i suoi occhi

Scritto da Jimmy Page e Robert Plant..

Led zeppelin The battle of evermore (1971)

https://youtu.be/7_3yDImIQYU

Led Zeppelin - Ramble On..

Composto nel 1969 da Jimmy Page e Robert Plant, dei Led Zeppelin. I testi della canzone sono stati fortemente ispirati dall'opera Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien, inizialmente con riferimenti a capitoli e passaggi del libro e poi direttamente come Mordor e Gollum

https://youtu.be/cSLoXH9zG1w

https://youtu.be/VDn5Dq40oWs acustica..

Jimmy Page and Robert Plant July 22, 1995 NEC, Birmingham, UK

https://youtu.be/2X8fDaP7ylM

Led Zeppelin - Ramble On Live at the O2 Arena Reunion Concert

https://youtu.be/vdfWuIBYR6g

https://youtu.be/zg2njQzgMWg

"Scommetto che se adesso vi chiedessi di descrivere il significato e l’emozione che suscita il termine “ombra”, otterrei una moltitudine di descrizioni, ognuna delle quali dipenderà probabilmente dallo stato d’animo che abbiamo nel momento in cui siamo chiamati a pensarci! Eppure, si tratta un termine di uso comune entrato in moltissimi detti popolari! Probabilmente, la prima cosa a cui penseremmo è il buio. Il buio, in quanto opposto alla luce, porta con sé il senso di oscuro e la sensazione dell’ignoto. In effetti, in senso generale, l’ombra è una zona oscura su una superficie. Ma, in particolare, pensiamo quasi sempre all’ombra come alla proiezione del nostro corpo su un’area e nessuno si sognerebbe sostenere che esista la possibilità che un corpo possa essere separato dalla sua ombra. Ombra, corpo e fisicità sono cioè inscindibili. La prova di queste affermazioni sta nel fatto che, alla base di una moltitudine di credenze, i corpi privi di ombra siano in qualche modo legati all’aldilà, a figure infernali. Nel corso della storia molte figure sono state identificate come ombre: si tratta di quegli esseri che chiamiamo vampiri. Figure maligne, da incubo, divenute leggendarie. In definitiva, l’ombra evoca un contrasto ma allo stesso tempo un rapporto complementare tra luce e buio, tra chiaro e scuro. Ed è proprio questo rapporto di contrasto e complementarità il fattore che determina i diversi significati che diamo al termine. Ma stiamo attenti… perché da qui a poco i Led Zeppelin ci avvertiranno che “…You know, sometimes words have two meanings”.

L’incantevole e sbalorditiva “The Battle of Evermore” è il brano che precede, introducendo meravigliosamente, il maggior capolavoro musicale della storia del Rock. Sound acustico con uno dei testi più oscuri, articolati e controversi dell’intero repertorio dei Led Zeppelin! La musica domina come sempre… stavolta qualificata dal ritorno alla chitarra acustica di Page e da quello di Jones al mandolino che, proprio grazie al ritorno alle sonorità Folk e acustiche, ricreano idealmente un paesaggio incantato, favoloso, fiabesco e leggendario entro cui Robert Plant e Sandy Denny conducono soavemente il loro personalissimo e intimo dialogo. Percy è intento a formulare domande metaforiche a cui Sandy fornisce risposte enigmatiche, mentre il coro di entrambi ci scaraventa nell’esperienza intima e spirituale che il testo sottintende. La “battaglia dell’eternità” è inzuppata e ci inzuppa della netta sensazione di un’attesa senza fine, in un continuo alternarsi di luce e buio, morte e resurrezione, giorno e notte… bene e male! Innumerevoli le citazioni dell’amata letteratura di Tolkien, almeno quanti i riferimenti alle battaglie bibliche dell'Apocalisse e ad altre leggende. Ma il messaggio cardine, tutte le metafore e le allegorie del testo ruotano attorno all’idea della vittoria del bene sul male. Quindi della luce sull’ombra. “La regina della luce” che “prende il suo arco e si volta per andare”; “il principe della pace” che “abbraccia le tenebre e attraversa la notte da solo”, la gente che deve prepararsi ad affrontare qualcosa di terribile che sta per accadere “danzando nell'oscurità della notte, cantando con la luce del mattino”; e ancora “il malvagio Signore” che “cavalca in forze”, gli espliciti riferimenti a personaggi come Gandalf, Frodo, Aragorn, gli “spettri dell’anello” e tanti altri dell’opera Tolkien, oltre che al cristianesimo, hanno lasciato spazio alle più disparate interpretazioni. Proprio come quando siamo chiamati a descrivere il concetto di ombra! Per alcuni vi sarebbero tematiche sataniche (chi se lo sarebbe aspettato eh!), mentre per altri si tratta di un testo contro le guerre e per altri ancora di un’esperienza soggettiva. Leggendo il testo in strofe, invece che come un tutto unitario, l’aspetto introspettivo, spirituale e intimo appare sapientemente camuffato dal soggetto spirituale, puramente figurato, del testo. La luce, l’ombra... il bene e il male! Nell’esperienza introspettiva, intima, spirituale e individuale l’ombra è quanto rifiutiamo di noi stessi, quello che rimuoviamo, che non accettiamo perché non ammissibile dalla nostra coscienza! Sono i nostri sensi di colpa, quello di cui ci vergogniamo, gli aspetti infantili che tendiamo a proiettare sugli altri. È il lato profondo, infimo, primordiale e selvaggio della nostra personalità che ritroviamo nei sogni, nei miti, nelle favole. È il nostro lato negativo… “oscuro” che, in quanto tale, è contrapposto e allo stesso tempo complementare al nostro lato “luce”, nella persona che mostriamo agli altri negli sforzi teatrali delle relazioni nella vita quotidiana. Oscura e invisibile, l’ombra è reale e inseparabile dai nostri aspetti coscienti. In breve, in ognuno di noi convivono gli opposti luce e ombra, conscio e inconscio, femminile e maschile. E così come l’ombra appartiene alla luce, il bene appartiene al male, anche se non sono mai integrati tra loro, proprio come ne “Lo strano caso del Dr Jekyll e di Mr. Hyde”. Nel percorso di formazione della nostra identità è questa l’infinita battaglia che dovremo combattere, accettando di integrare la nostra ombra alla nostra luce, fino a integrare nella personalità anche quello che odiamo, non vogliamo vedere, e non vogliamo sapere di noi stessi. L’ombra è il lato negativo dell’essere umano e, in quanto appartenente all’umanità intera, essa è il “male”. Ma quando il bene avrà vinto sul male, il cielo si schiarirà e la luce del sole abbaglierà le tenebre! Il brano si conclude in un’orgia di suoni e nella melodia straripante dei due vocalist… “Bring it back … bring it back … bring it back… bring it back… bring it back”! Ma cosa? Chi?

Un pezzo davvero pazzesco… ricco di spunti individuali, pieno di domande senza risposte, soave, melodico, epico, disarmante… nella semplicità con cui possiamo cliccare sul tasto play e lasciarlo entrare senza fare resistenza! Buon viaggio a tutti!"

Tratto dal libro "Oltre il sound dei Led Zeppelin: la filosofia della più grande band di sempre"

, 2017Copyright ©Alex Andros

“The Battle of Evermore”

Written by Jimmy Page, Robert Plant

Copyright © Warner/Chappell Music, Inc.

Ramble On

“A differenza degli altri animali, incondizionatamente dominati dal così detto istinto di sopravvivenza, l’uomo ha forza e capacità per controllare questo impulso. La prova è che siamo in grado di determinare persino la volontà di vivere. Possiamo deliberatamente mettere fine alla nostra vita, quando le condizioni in cui viviamo ci sembrano intollerabili, così come siamo capaci di morire per una causa in cui crediamo o di commettere suicidio. Vivere è, in definitiva, il risultato di una scelta. Lo stesso vale del desiderio o, se preferite, del bisogno di vivere assecondando deliberatamente i propri desideri, i propri sogni! L’esistenza di uomini che hanno vissuto tutta la vita inseguendo ostinatamente i propri sogni, che hanno raggiunto i più grandi traguardi, è la prova che vivere una vita comune non è l’inevitabile risultato di una volontà suprema, quanto piuttosto il risultato di una scelta umana. “Ramble On” è la memorabile ballata che ci accompagna, prendendoci per mano, in un viaggio… intrapreso a seguito di una scelta. La scelta di girovagare per il mondo alla ricerca di una donna; alla ricerca della regina dei nostri sogni. È “la luna d’autunno a illuminare il sentiero”, mentre sentiamo l’odore della pioggia, la notte è piena di mistero e ci fa paura. Ma Robert è ostinato e non si fa intimidire! No… lui deve “cercare una ragazza”; lui deve trovare la “regina dei suoi sogni”. Determinato e incrollabile, prosegue ostinatamente, tenacemente e instancabilmente nel suo “vagabondaggio”, continua a “cantare la sua canzone” … non può farne a meno; non può fermarsi perché deve cercare e trovare la sua regina. Ha deciso così e lo farà! La ballata è perfetta! È di Bonham l’apertura, con un sound secco ma leggero, insieme all’acustica di Page. Il basso di Jones s’inserisce, subito dopo, scolpendo una melodia dolce, malinconica, rilassata. La morbida voce di Plant sussurra per trascinarci sinuosamente dentro il suo viaggio mistico. Poi, improvvisamente, il pezzo s’infiamma e Page può spaziare felicemente insieme a Plant fino a che entrambi deflagrano con violenza. Intanto Bonham e Jones danno la potenza necessaria con la loro ritmica. Lo show si ripete… fino a quando testo e musica sfumano alla conclusione… “Got to keep searching for my baby, I can’t find my bluebird!”.

Non fermatevi ragazzi… non rinunciate a prescindere. Se sono i nostri sogni allora sono alla nostra portata. In fondo… basta fare una scelta!

Tratto dal libro "Oltre il sound dei Led Zeppelin: la filosofia della più grande band di sempre"

, 2017Copyright ©Alex Andros

“Ramble On”

Written by Jimmy Page, Robert Plant

Copyright © Warner/Chappell Music, Inc.

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Tea For One

Presence

1976

Led Zeppelin

Composta da: Jimmy Page, Robert Plant...

https://youtu.be/4BOZxWJ-Io4

Jimmy Page e Robert Plant - Tea For One (live in Tokyo)

https://youtu.be/wGFCBAcipSU

https://youtu.be/c-PylmHxSTo

Come possono ventiquattr'ore Piccola, a volte sembrano scivolare nei giorni? Oh ventiquattr'ore Piccola, a volte sembrano scivolare nei giorni, sì Quando un minuto sembra durare una vita Oh baby quando mi sento così. Seduto a guardare l'orologio Oh il tempo è molto lento. Ho guardato per vedere le lancette muoversi Fino a che non riesco più a guardare. Come possono ventiquattr'ore Piccola, a volte sembrano scivolare nei giorni? Un minuto sembra durare una vita Piccola, quando mi sento così. Cantare una canzone per te Ricordo che dicevi sempre "Oh amore, questa è per noi due" Che poi alla fine sei tu. Come possono ventiquattr'ore Piccola, a volte sembrano scivolare nei giorni? Un minuto sembra durare una vita Oh piccola, quando mi sento cos?. Ci fu un tempo in cui Io spiccavo agli occhi degli altri uomini Ma ti ho lasciata per mia scelta, donna E adesso non riesco più a riaverti. Come possono ventiquattr'ore A volte sembrano scivolare nei giorni sì, bene? Bene, bene,bene, bene un minuto sembra durare una vita Piccola, quando mi sento così. Un minuto sembra durare una vita Oh piccola, quando mi sento così, quando mi sento così

“Ascoltando Tea for One, un osservatore superficiale potrebbe finire per ritenere il brano fin troppo simile alla monumentale e intramontabile “Since I’ve Been Loving You”, come fosse una sorta di disperato rewind! Spiacente contraddire, ma non è affatto così! […] È l’ennesimo sound senza tempo, intramontabile e praticamente impossibile da catalogare. L’emozione maestosamente evocata dal brano è tra le peggiori che si possano mai sperimentare: un lento e inesorabile consumo di uno dei tratti caratteristici dell’essere umano: la sua innata tendenza alla socialità. È il terrore della solitudine, con tutta l’agonia, la frustrazione, la depressione e l’abulia che comporta. […] Percy è maestoso… anzi no, è praticamente perfetto! Avrebbe potuto semplicemente assecondare con la sua voce struggente il ritmo del brano per renderlo epico ma… LUI è Robert Plant ragazzi! Nessun gemito… nessuna tonalità troppo alta! Usa la voce con un tono di rassegnazione apatica e, per esprimere la noia, l’apatia e la conseguente depressione, smorza le parole del testo fino a farci percepire una certa fatica nel pronunciarle, facendo emergere vera e propria indisposizione! Struggente al punto da farci vivere la sensazione che non ci sia più nessuna speranza di sopravvivenza… che la morte sia l’unico e il più desiderabile sfogo di quest’insopportabile agonia!”

Tratto dal libro "Oltre il sound dei Led Zeppelin: la filosofia della più grande band di sempre"

, 2017Copyright ©Alex Andros

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Led Zeppelin - Going to San Francisco segment. Going to San Francisco by Scott Mckenzie. From the The Mamas & the Papas, live in Earls court 1975. I gave it a bit of a remaster as it was a bootleg

https://youtu.be/wlqbAx2Rh88

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If You're Going to San Francisco Led Zeppelin 1973

https://youtu.be/Reug7HtU9Qg

https://youtu.be/Reug7HtU9Qg

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Led Zeppelin - If You're Going To San Francisco (2 Versions) + Download Link

https://youtu.be/WMFTw1m6UJo

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Led Zeppelin - Bring It On Home (Live at Royal Albert Hall 1970)

https://youtu.be/uX5yhpO52AA

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Led Zeppelin perform 'Rock And Roll' live at Knebworth in 1979

https://youtu.be/QM5NkLnVzVY

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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Led Zeppelin - Going to California - Live Earls Court 1975 (Full Performance)

https://youtu.be/rSfpwuUauwI

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When The Levee Breaks - Led Zeppelin live at Brussels (1/12/1975)

https://youtu.be/IasJ3oTSBNI

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https://youtu.be/HhGHbHJWXSY

https://youtu.be/SC98cVBJ784

Led Zeppelin - Live in Houston, TX - May 21, 1977 (

https://youtu.be/lv_RienN_64

Nel '77 decisero di aprire con The Song Remains the Same, che, se sia Percy che Jimmy stanno bene, è una delle migliori introduzioni di sempre! Quando escono le prime note è già un vero spasso! La qualità della tavola armonica ti aiuta ad ascoltare l'alambicco di Jonesy e la batteria di Bonzo, in cui entrambi sono i maghi dello spettacolo; Ti dirò, le uniche cose a cui ho prestato attenzione, soprattutto, in questo spettacolo sono stati quei due magnifici musicisti; A Sick Again Bonzo è una vera macchina, inoltre, il basso di Jonesy ha rimosso completamente la necessità di una chitarra ritmica! (Se mai ce ne fosse uno)

È solo durante Nobody's Fault But Percy's, noterai che Robert ha avuto alcuni piccoli problemi con la sua voce, ma sembrava averli superati entro la fine della performance

Sia Nobody's Fault But Mine che In My Time of Dying sono ora accreditati come "Blues act from the turn of the century, with a bit of Zepp on it", la definizione perfetta per queste due tracce; Su entrambi Bonzo è una vera macchina, se hai mai dubitato di lui, cosa che io dubito tu abbia mai fatto, ascolta quelle; In seguito una versione potente e sorprendente di SIBLY (da quando ho amato, faresti meglio a fare attenzione, più tardi lo chiamerò SIBLY tutto il tempo hahahaha)

Nonostante abbia brillato durante lo spettacolo fino ad ora, No Quarter è stato il tempo reale di Jonesy per farlo; 25 minuti di pura eccitazione, più una speciale jam blues della band (dopo questa lunga jam in realtà dimentichi quale canzone stavano suonando per primo)

Un punto di forza del '77 è che Percy sembrava sempre più rilassato e per niente preoccupato quando si esibiva, di solito divagando alcune battute e divagando alcuni discorsi divertenti (A questo spettacolo, la morte di suo figlio era a un mese di distanza: /); Se ascolti completamente questo, vedrai che da Ten Years Gone alla fine del set acustico menziona e scherza con Jonesy circa 7 volte

Dopo un breve discorso, viene riprodotta una bellissima versione di Ten Years Gone, e una molto speciale per me, dato che è la prima volta che sento la `` Turchia '' a tre manici di Jonesy (secondo Percy, è un tacchino , ascoltalo, si sta divertendo!)

Quindi, abbiamo il set acustico! È passato un po 'di tempo dall'ultima volta che non l'avevo ascoltato dal vivo, ma è sempre una grande parte dello spettacolo; The Battle of Evermore, con Jonesy che canta, non ha prezzo, Going to California non è come le versioni del '72, ma è comunque molto bello; C'è una presa in giro di Custard Pie di Jimmy e Robert prima di un cortometraggio Black Country Woman e un grande Bron-Y-Aur Stomp

Da quando ho avuto la spiacevole esperienza di ascoltare Tempe '77 sono stato traumatizzato con Achilles Last Stand suonato dal vivo, ma mentre lo ascoltavo il trauma scompare, e mi sono reso conto che Jimmy cullava! (Achille continuava a stare in piedi!)

Stairway, secondo lo stesso Percy, non aveva bisogno di presentazioni, e davvero no; Ha cantato molto bene e la strumentale è perfetta!

Per il bis più insolito che abbia mai sentito suonare i Led, una delle migliori versioni che ho sentito da un po 'di tempo di Rock And Roll, che non credo davvero dovrebbe essere suonato come bis, più come intro, e Trampled Sotto i piedi

Godere!

* Jonesy è la cosa principale a cui ho prestato attenzione in questo spettacolo, ecco perché l'immagine selezionata per il caricamento è sua, te lo meriti Jonesy!

* Dopo Sick Again Percy spiega il loro ritardo dicendo "Mi dispiace per il ritardo, ma c'era del cibo nel camerino"

da completare




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Il 10 giugno 2007, alle due e mezza di pomeriggio, i membri sopravvissuti dei Led Zeppelin, il chitarrista Jimmy Page, il cantante Robert Plant e il bassista John Paul Jones si ritrovano in una sala prove per suonare alcune canzoni. È la prima volta che si ritrovano nella stessa stanza con gli strumenti in mano, da quando nel 1995 hanno suonato quattro pezzi durante la cerimonia per la loro introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame. Questa volta la posta in gioco è più alta: devono scoprire se hanno la forza, l’empatia e il desiderio di esibirsi come Led Zeppelin nel loro primo vero concerto dalla morte del batterista John Bonham avvenuta nel 1980.

Il luogo delle prove, che si trova da qualche parte in Inghilterra, è segreto. Nelle interviste che hanno rilasciato per promuovere il concerto, un evento benefico che si svolgerà il 10 dicembre 2007 alla O2 Arena di Londra in onore di Ahmet Ertegun (cofondatore della Atlantic Records), Page, Plant e Jones hanno detto di non ricordarsi il giorno in cui si sono incontrati, cosa hanno suonato e nemmeno come è nata l’idea di riunire la band per rendere omaggio a Ertegun, amico e mentore della band nei loro anni con la Atlantic. Tutti e tre, però, d’accordo nel dire che suonare ancora insieme dopo così tanto tempo è stato un momento emozionante e molto importante. «È stato istantaneo», dice Page, che ha il mignolo sinistro steccato, conseguenza di una caduta che ha costretto la band a posticipare il concerto originariamente previsto per il 26 novembre: «Siamo arrivati tutti pieni di voglia di lavorare e di divertirci. È stata una delizia». Plant ricorda «tanti sorrisi» e mentre lo fa sorride anche lui: «È stato un momento catartico e terapeutico. Nessun peso, nessuna pressione». Jones afferma di non aver avuto «alcun dubbio. Qualcuno ha scelto una canzone, l’abbiamo fatta, funzionava». Il figlio di John Bonham, Jason, ricorda invece benissimo il giorno e l’ora in cui i Led Zeppelin sono tornati a esistere, perché lui era lì, seduto nel posto che una volta era di suo padre: «Loro forse non se lo ricordano, ma io sì. Avevo un nodo in gola». Jason ha 41 anni, due figli e suona con i Foreigner: «Non pensavo che avremmo trovato subito un suono. Mi dicevo: “Ci vorrà tempo”». Aveva torto. La band era immersa nella furia lenta e oscura di No Quarter dall’album Houses of the Holy del 1973: «Quando siamo arrivati al riff, ci siamo guardati tutti negli occhi. Era fantastico». Il pezzo successivo è stato la marcia della carovana nel deserto di Kashmir, da Physical Graffiti del 1975: «Poi ci siamo fermati e Jimmy ha detto: “Possiamo abbracciarci?” e Robert ha gridato: “Sì, figli del tuono!”». Alla fine della giornata, racconta Jason: «Mi hanno detto: “La prossima volta…”», si ferma e scoppia a ridere: «Ho pensato: “Ci sarà una prossima volta?”».

https://youtu.be/fpigDGf6vXM

Led Zeppelin - Black Dog (Live at Celebration Day) (

Robert Plant riflette, sorseggiando caffè nella suite di un hotel di Londra con vista su Hyde Park: «La cosa più difficile è stata riuscire ad arrivare tutti e quattro nella stessa sala prove senza che nessuno lo sapesse. Avremmo potuto crollare subito, al primo ostacolo. Sarebbe stato pericoloso avere intorno altre persone in preda al delirio per questo momento». È sempre stato questo, del resto, il piano della band. Quando Page ha formato i Led Zeppelin nel 1968, non voleva solo una band ma: «Una potenza, quattro musicisti virtuosi in grado di dare vita al quinto elemento».

Solo un anno dopo, i Led Zeppelin erano la più grande band del mondo, pronti a dominare gli anni ’70, distruggere il pubblico e riempire gli stadi. La fine improvvisa della band dopo la sbornia fatale di John Bonham poco prima di iniziare un tour in Nord America nel 1980 ha fatto crescere costantemente l’attesa per una reunion. Tecnicamente il concerto alla O2 Arena Londra è molto di più. Il ricavato andrà all’Ahmet Ertegun Education Fund e gli altri che si esibiranno – l’ex cantante di Free e Bad Company Paul Rodgers, Pete Townshend, i Foreigner, l’ex bassista dei Rolling Stones Bill Wyman e Paolo Nutini – sono tutti artisti della Atlantic che, come gli Zeppelin, erano molto legati a Ertegun. Ma per i circa 20 milioni di fan che hanno cercato di comprare uno dei 18mila biglietti disponibili, la serata del 10 dicembre è la realizzazione di un sogno che sembrava impossibile: un concerto dei Led Zeppelin.

Jimmy Page, 63 anni e una tempesta di capelli bianchi lunghi fino alle spalle al posto della sua celebre chioma nerissima e lucente, dice di essere rimasto scioccato dall’isteria scatenata da questa reunion a sorpresa: «Non ce lo aspettavamo assolutamente». È sempre stato lui il guardiano dell’eredità della band, si è occupato personalmente di tutte le rimasterizzazioni e riedizioni del loro catalogo. Quando parla dei Led Zeppelin il suo sguardo è d’acciaio. Durante le prove, dice Jason: «Jimmy è sempre molto attento. È concentratissimo su quello che vuole ottenere».

«Quali sono le mie aspettative?», dice Page: «Una sola: se lo facciamo lo dobbiamo fare molto bene, visti i casini che abbiamo combinato in passato». Si riferisce alle mezze reunion del “Live Aid” nel 1985 e al miniconcerto del 1988 con Jason alla batteria per la celebrazione dei 40 anni della Atlantic. Jones si lamenta del fatto che «al “Live Aid” avevamo dei batteristi che non conoscevano le nostre canzoni», riferendosi a Phil Collins e Tony Thompson degli Chic, ma si prende anche la responsabilità del concerto del 1988: «L’ho dato per scontato, non ho fatto i compiti a casa». Questa volta, dice Page con decisione: «Dobbiamo essere preparati e impegnarci molto». L’organizzazione gli ha detto che il tempo a loro disposizione è un’ora, ma Page dice che dopo le prime prove in giugno e la seconda session a luglio è parso subito chiaro che non sarebbe abbastanza. Adesso, infatti, la scaletta dura «100 minuti, e non ci sono solo Whole Lotta Love, Dazed and Confused e No Quarter».

https://youtu.be/fpigDGf6vXM

La band ha passato il secondo e il terzo giorno di prove a lavorare su For Your Life, un pezzo mai fatto dal vivo estratto dall’album Presence del 1976: «Poi l’abbiamo scartata, ma questo per farti capire lo spirito con cui abbiamo affrontato la cosa», mi dice Plant. A 59 anni, con la barba grigia curata e un misto di biondo e argento nella lunga chioma, Robert Plant sembra la versione “anziano capotribù” del vichingo ventenne che è sbarcato in America per la prima volta nel 1968, ma anche seduto sul divano nell’ufficio del suo manager a Londra la sua voce e il suo atteggiamento così sicuro di sé lo fanno sembrare un conquistatore.

«All’inizio c’era molto rispetto reciproco, ma è svanito presto. John Paul ha cominciato ad alzare le sopracciglia come fa lui di solito, e ha tirato fuori il suo sorriso ironico. Sapevo che eravamo tornati al punto in cui ci siamo lasciati con In Through the Out Door del 1979», dice Plant. Poi si corregge: «No, siamo andati anche più indietro» John Paul Jones, 61 anni, parla con un melodioso tono sottovoce pieno di umorismo sagace (ha definito i suoi 12 anni nei Led Zeppelin come «il lavoro più stabile e lungo che abbia mai avuto»): «C’era un pezzo in cui non mi ricordavo cosa dovessi suonare, poi ho capito che era perché non l’avevamo mai fatto dal vivo». Fortunatamente Jason Bonham ha una conoscenza enciclopedica di tutti i bootleg dei concerti e degli outtakes in studio: «A volte ci domandiamo: “Cosa succede adesso?”, e lui risponde subito: “Nel 1971 avete fatto questo, nel 1973 in quello e quell’altro concerto invece avete fatto così». «Jason conosce le canzoni», dice Page, «ma soprattutto le capisce. Fa una gran differenza». «Questa è la seconda buona ragione per farlo, secondo me», dice Plant. «Quando era più giovane, Jason pensava che suonare nei Led Zeppelin gli spettasse di diritto». Jason ammette che i rapporti con Plant non sono stati facili «prima di diventare sobrio, quando bevevo troppo». «Adesso invece», continua Plant, «Jason sa che non solo è la persona giusta per suonare nella band, ma che con il suo entusiasmo e la sua abilità la sta anche cambiando». Molte cose sono cambiate del resto. Nel 2004 Jason Bonham è andato a seguire un festival bluegrass in North Carolina: «Ho incontrato una grande comunità di musicisti, tutti fan dei Led Zeppelin, e ho suonato con loro quella musica così antica». Recentemente ha prodotto un album per il quartetto bluegrass femminile Uncle Earl, e la sera prima di questa intervista le ha raggiunte in un club di Londra per suonare il mandolino. Plant fa dischi solisti dal 1982, esegue le sue versioni indiane e nordafricane di pezzi dei Led Zeppelin e ha avuto molto successo con l’album Raising Sands, un sublime disco di blues del Delta e gothic-country registrato in collaborazione con la cantante e violinista Alison Krauss. L’anno scorso, dopo le registrazioni di questo disco a Nashville, io stesso ho fatto a Plant la solita domanda sulla reunion: «Mi piacerebbe lavorare ancora con Page, a patto che non diventi una questione troppo importante e che sia una cosa vera», mi ha risposto. Glielo ricordo. Lui scrolla le spalle e non accetta il suggerimento implicito che questa reunion sia in effetti una questione molto importante: «No, non lo è», dice, «le prime prove sono state ottime». E per quanto riguarda il fatto che deve essere una cosa vera? «Quello che è successo in quella stanza, senza avere nessuno intorno, è stato in certi momenti buono come in passato. Prima non lo volevo fare, adesso invece non voglio fare altro. Che te ne pare?».

«Avevo un progetto in mente», dice Page a proposito di quell’estate del 1968 in cui ha formato i Led Zeppelin: «Cercavo un cantante simile a Steve Winwood o a Steve Marriott. Qualcuno che non avesse paura di farsi avanti, per questo volevo Terry Reid». Reid era un giovane e precoce cantante britannico soul, che passa alla storia per aver rifiutato l’offerta di Page e aver suggerito Robert Plant al suo posto, per poi proseguire la sua carriera nella scena delle band psichedeliche delle Midlands.

John Paul Jones, invece, conosce Page dai tempi in cui era uno dei più richiesti session man di Londra, e non vede l’ora di entrare nella sua nuova band. Ricorda di averlo sentito al telefono poco prima che Page andasse in un college di Birmingham a sentire Plant: «Mi ha detto: “Ti faccio sapere”, e quando è tornato mi ha detto: “È incredibile, ha una voce potentissima”».

Plant è fluido, intuitivo, e come Page è interessato alle possibilità espressive che si possono trovare dentro e fuori dalle progressioni di accordi blues: «L’idea era quella di espandere i confini», dice Page. L’esempio migliore secondo lui è Babe I’m Gonna Leave You da Led Zeppelin del 1969: «In origine è un pezzo folk», per l’esattezza una ballad che Page ha sentito in un disco di Joan Baez del 1962, «ma è pieno di colori, con quella chitarra ipnotica e increspata nelle strofe, e gli stacchi flamenco in mezzo. C’è la chitarra acustica, la pedal steel e tutti quegli elementi tipici di un suono potente e duro, ma estremamente sensibile».

https://youtu.be/9iGxjV2Sxbc

I Led Zeppelin raccontano il live del 2007 alla presentazione del DVD del live, uscito nel 2012

«Ho riascoltato le canzoni dopo molto tempo, le ho analizzate per capire il numero di battute tra le singole parti», dice Plant, «hanno una specie di combinazione chimica molto astuta che le fa andare a volte in una direzione, a volte in un’altra. In Nobody’s Fault But Mine è pungente, cattiva, ti fa digrignare i denti, In My Time of Dying è spettacolare e gigantesca: ogni tanto è più veloce e ogni tanto più lenta, va da una parte all’altra, si avvolge a spirale o sbanda di lato. E in mezzo a tutto questo ci sono io». «La mia prima idea», dice Plant a proposito della reunion, «era di rifare tutta la scaletta del concerto alla Royal Albert Hall (del 9 gennaio 1970, ndr), cominciando da We’re Gonna Groove». Attacca la prima strofa del classico di Ben E. King, originariamente registrato da King dal vivo all’Apollo Theater di New York nel 1963 per la Atlantic, e scelto dai Led Zeppelin come pezzo di apertura di quasi tutti i concerti del tour del 1960: «C’ero anche io quella sera alla Albert Hall, ma non mi ricordo niente di quello che è successo!», dice sorridendo: «Stavo volando in mezzo a una specie di grande tempesta». L’aura di invincibilità che circonda i Led Zeppelin comincia a vacillare nel 1975, quando Plant rimane ferito in un incidente d’auto in Grecia. Nell’estate del 1977 i Led Zeppelin cancellano le ultime settimane di un tour sold out in America per la morte improvvisa del figlio di Plant, Karac, a causa di un virus sconosciuto. In seguito, ci sono stati i due concerti all’aperto a Knebworth nel 1979 per promuovere In Through the Out Door, l’ultimo album dei Led Zeppelin, un breve tour europeo nel 1980 e poi più niente.

Page dice che non c’era modo di andare avanti dopo la morte di Bonham: «Ne abbiamo discusso, io e John pensavamo di fare un disco più potente, pieno di riff. Ogni album doveva essere un passo in avanti rispetto a quello precedente, anche se non era il nostro credo». In ogni caso, dice Page, la musica che i Led Zeppelin avrebbero fatto negli anni ’80 «non sarebbe certo stata più leggera».

Dopo lo scioglimento ognuno di loro ha fatto pezzi dei Led Zeppelin nei rispettivi lavori solisti, sotto varie forme. Page e Plant hanno collaborato nello speciale di MTV “Unledded” del 1994 e hanno trascorso gran parte degli anni ’90 in tour insieme: «Ma non erano i Led Zeppelin», insiste Page, «erano due membri dei Led Zeppelin». Jones non viene invitato a partecipare a “Unledded”, anzi scopre la sua esistenza solo quando vede lo show in televisione durante un tour in Germania. Oggi dice che l’ha superata: «È successo tanto tempo fa. L’anno prossimo saranno 40 anni da quando abbiamo iniziato a suonare insieme. È una cosa da non credere».

«Non mi sorprende il fatto che oggi abbiamo ancora questa connessione», dice Page, «è sempre stato così: un attimo prima non c’è niente e un attimo dopo… Boom! La vera tragedia per me è se un giorno non fossi più capace di farlo. Essere in grado di venire qui e lavorare con gli altri è un dono, una cosa che rispetto e apprezzo moltissimo».

C’è solo una differenza tra questa e una vera reunion dei Led Zeppelin: manca Bonzo. Jason è molto schietto nel parlare di cosa voglia dire a livello emotivo essere il sostituto di suo padre, che veniva chiamato Bonzo o The Beast per il suo modo di suonare, ma anche per il suo modo di bere e per il suo comportamento animalesco fuori dal palco. Jason racconta che, dopo le prime prove, sua madre Pat gli ha chiesto come era andata: «E io non me la sono sentita di dire che era andata benissimo. Non volevo togliere niente a papà. Così ho risposto: “È andata bene, ma non come papà”».

«John aveva una tecnica favolosa», dice Page, «ma aveva anche una grande immaginazione. La struttura che ha tirato fuori in Good Times Bad Times nel primo album è una cosa che ancora oggi lascia perplessi molti batteristi. Nessun altro è in grado di farlo. Nessuno ha la stessa immaginazione».
«Io me ne sono accorto subito», dice Jones. La prima volta che hanno provato insieme nel 1968 sono partiti con una cover degli Yardbirds, The Train Kept a Rollin’. «In quanto bassista la mia prima preoccupazione era: “Com’è il batterista?” Se non siamo uniti, è inutile. Abbiamo iniziato a suonare e sembravamo due che avevano fatto venti tour insieme». L’edizione in dvd di The Song Remains the Same, un film che mette insieme in modo singolare immagini girate dal vivo al Madison Square Garden nel 1973 e alcune scene fantasy interpretate dalla band, mostra un John Bonham diverso dall’animale che ogni sera faceva per un quarto d’ora l’assolo di Moby Dick. Bonham guida un trattore nella sua fattoria, gioca a biliardo e bacia Pat, mentre camminano insieme lungo una strada di campagna. In una scena dal valore profetico, si vede Jason piccolissimo suonare la batteria sotto lo sguardo orgoglioso del padre che lo accompagna ai bongos. «Quello era il vero John Bonham», dice Jason, «era un padre di famiglia. In un paio di libri è stato descritto molto male, ma in realtà per lui la cosa più difficile era stare lontano da casa».

Jason ha visto suonare suo padre solo tre volte, ma è l’unico batterista oltre a lui ad aver suonato con i Led Zeppelin negli anni ’70. È successo durante il soundcheck di Knebworth, mentre John controllava l’impianto ascoltando dal prato. Jason aveva 13 anni: «Abbiamo suonato Trampled Under Foot, papà me l’aveva fatta provare per una settimana intera. Gli ho chiesto: “Sarà uguale al disco?”, e lui mi ha risposto: “No, l’assolo sarà più lungo. Aspetta il segnale di Jimmy. Quando alza la mano vuole dire che ha finito”». Durante una delle prove, Jason ha chiesto agli altri di fare un omaggio a John durante il concerto a Londra: «Mi hanno risposto: “Stai facendo un ottimo lavoro, non credi che lui vorrebbe che tu prendessi il merito che ti spetta, invece di fare un passo indietro e dire: eccolo, è tuo?”. Non è stato facile per me, voglio essere rispettoso al massimo. Non mi ha potuto dare gli ultimi 27 anni della sua vita, lasciate che sia io a ridarglieli per una notte». Gli altri non penseranno troppo al passato, almeno non pubblicamente. Robert Plant mostra tutta la sua serenità d’animo e fiducia in se stesso: «Lo faremo con lo spirito giusto, Ahmet guarderà giù e dirà: “Ciao ragazzi”. Bonzo sorriderà. Pat sarà molto felice. Jason si alzerà in piedi e griderà: “Yeah!”. Jimmy farà un inchino. Jones scrollerà le spalle come fa di solito. E io…», dice ritrovando il suo grido da Dio del rock, «io canterò: “baby, baby, baby!”».

https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/zeppelin-rinati-il-racconto-della-reunion-piu-attesa-della-storia-del-rock/342657/

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“Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve / dal sole di mezzanotte dove sgorgano le sorgenti calde / Il martello degli dèi spingerà le nostre navi a nuove terre / per combatter l’orda, cantando e urlando: Valhalla, sto arrivando!“.
...forse in una precedente vita..
vivevo fra cavalieri, dame..corti sassoni,bretoni,vichinghe..elfo o gnomo..maga o strega..
impugnavo vessilli o scudi
forse un guerriero forse un asceta..forse
il Dio del tuono e quello del cielo..
non sò..di sicuro però
qualcosa e qualcuno mi porta sempre là..
e mi trovo sempre a casa..

https://youtu.be/s85y2M615PA

https://youtu.be/Y2hZ6OytDxo

Led Zeppelin - Immigrant Song testo

Ah, ah,
Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Dal sole di mezzanotte dove soffiano le sorgenti termali.
Il martello degli dei guiderà le nostre navi verso nuove terre,
per combattere l'orda, cantando e gridando: Valhalla, sto arrivando!

Su noi spazziamo con la trebbiatura, il nostro unico obiettivo sarà la sponda occidentale.

Ah, ah,
Veniamo dalla terra del ghiaccio e della neve,
Dal sole di mezzanotte dove soffiano le sorgenti calde.
Quanto morbidi i tuoi campi così verdi, possono sussurrare storie di sangue,
di come abbiamo calmato le maree della guerra. Siamo i tuoi signori.

Su noi spazziamo con la trebbiatura, il nostro unico obiettivo sarà la sponda occidentale.

Quindi ora è meglio che ti fermi e ricostruisci tutte le tue rovine,
Perché la pace e la fiducia possono vincere la giornata nonostante tutte le tue sconfitte.

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Amici
(Page / Plant.)

Luce intensa quasi accecante, la notte nera brilla ancora,
posso ' Smettila, continua a salire, cercando quello che sapevo.

Aveva un amico, una volta mi ha detto: "Hai amore, non sei solo",
ora se n'è andata e mi ha lasciato a cercare solo quello che sapevo.

Mmm, ti sto dicendo ora, la cosa più grande che tu possa fare ora,
è scambiare un sorriso con qualcuno che è blu ora, è molto facile solo ... Ho

incontrato un uomo sul ciglio della strada che piange, senza un amico, non si può negare ,
Sei incompleto, non troveranno nulla alla ricerca di ciò che sapevi.

Quindi ogni volta che qualcuno ha bisogno di te, non deluderlo, anche se ti addolora,
Un giorno avrai bisogno di qualcuno come loro, alla ricerca di ciò che sapevi.

Mmm, ti sto dicendo ora, la cosa più grande che tu possa fare ora,
è scambiare un sorriso con qualcuno che è blu ora, è molto facile solo ...

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Dave Grohl racconta i Led Zeppelin: «Non facevano musica, ma esorcismi»

La scoperta dei dischi della band, lo stile di Jimmy Page, gli acidi e la spiritualità: il musicista di Nirvana e Foo Fighters racconta come, quando e perché è stato folgorato dalla band di ‘Black Dog’

Senza i Led Zeppelin non ci sarebbe stato il metal. E anche se ci fosse stato, avrebbe fatto schifo. Erano qualcosa di più di un gruppo rock, erano una combinazione perfetta di passione, mistero e talento. M’è sempre parso che fossero alla ricerca di qualcosa. Non erano mai paghi, cercavano di buttarsi in esperienze sempre nuove. Erano capaci di tutto e chissà dove sarebbero arrivati se John Bonham non fosse morto. Rappresentavano la fuga da un sacco di cose. In quel che facevano c’era un elemento fantasy, anzi era parte essenziale del loro carattere, di quel che li rendeva importanti. Senza i Led Zeppelin, fatico a immaginare tutta quella gente che va al cinema a vedere Il signore degli anelli.

Non erano amati dalla critica: troppo sperimentali, troppo estremi. Fra il ’69 e il ’70 girava un sacco di musica strana e loro era i più strani di tutti. Per me Jimmy Page era più strambo persino di Jimi Hendrix. Hendrix era un genio portentoso, Page un genio posseduto. I dischi e i concerti degli Zeppelin erano esorcismi. Hendrix, Jeff Beck ed Eric Clapton spaccavano i culi, ma Page stava a un altro livello, suonava in modo umano e imperfetto. Sembrava un vecchio bluesman che si è calato dell’acido. Ascolto i suoi assoli nei bootleg dei Led Zeppelin e mi ritrovo ora a ghignare e ora a versare lacrime. Sentite una versione a caso di Since I’ve Been Loving You e vi scoprirete a ridere e piangere nello stesso tempo. Per Page, la chitarra non è solo uno strumento. È un traduttore di emozioni.

Quando John Bonham suonava la batteria sembrava non sapesse che cosa sarebbe accaduto da un momento all’altro, pareva sempre sull’orlo di un precipizio. Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere e nessuno, credo, ci si avvicinerà mai. È e resterà il più grande batterista di tutti i tempi. Ho passato anni in camera mia – parlo davvero di anni – ad ascoltare le tracce di batteria di Bonham e a cercare di imitarne lo swing, il modo in cui restava indietro sul beat, la velocità, la potenza. Non volevo solo imparare a memoria quel che suonava. Volevo ereditare il suo istinto. Ho tatuaggi di Bonham ovunque: sui polsi, sulle braccia, sulle spalle. Me ne sono fatto uno a 15 anni: sono i tre cerchi che rappresentano il suo simbolo su Zeppelin IV e che erano riprodotti sulla sua grancassa.

Black Dog, da Zeppelin IV, rappresenta i Led Zeppelin al top della potenza rock, è l’esempio perfetto di quant’erano possenti. Non avevano bisogno di grandi distorsioni o di suonare velocemente: erano heavy e bastava. Avevano pure un lato sensibile, una cosa che la gente tende a non prendere in considerazione perché li vede come animali rock, ma Zeppelin III era pieno di momenti belli e delicati. È stata la colonna sonora ai giorni in cui stavo mollando la scuola. Lo ascoltavo ogni giorno sul mio Maggiolone e intanto riflettevo su quel che avrei fatto nella vita. Per un motivo o per l’altro, quel disco mi ha regalato un po’ di luce.

Li ho sentiti per la prima volta negli anni ’70 trasmessi da una radio AM. Era il periodo in cui Stairway to Heaven era popolarissima. Avevo 6 o 7 anni e stavo cominciando a sentire musica, ma solo con l’adolescenza sono arrivato ad ascoltare i primi due dei Led Zeppelin. Me li passarono dei fattoni. Ce n’erano in sacco nelle periferie in Virginia, col loro armamentario di muscle car, fusti di birra, Zeppelin, acidi, erba. Quando c’era uno di questi elementi, c’erano anche gli altri. A me però gli Zeppelin pareva avessero un che di spirituale. Frequentavo una scuola cattolica e stavo mettendo in dubbio l’esistenza di dio, però credevo nei Led Zeppelin. Avevo fede, ma non in senso cristiano: avevo fede nei Led Zeppelin in quanto entità spirituale. Mi fecero capire che la musica proviene da un altro luogo e che gli esseri umani la canalizzano. Quella musica non veniva da un songbook, non da un produttore e nemmeno da un insegnante. Veniva da quattro musicisti che la portavano in posti in cui non era mai stata. Avevo l’impressione che venisse da un altrove. Ecco perché i Led Zeppelin sono il più grande gruppo rock di sempre. Non poteva essere altrimenti.

https://www.rollingstone.it/musica/dave-grohl-racconta-i-led-zeppelin-non-facevano-musica-ma-esorcismi/529207/


GOLDRAKE U e golddrake 1978

  non vedo l'ora di vedere gli altri episodi!!!! Ricordiamo che le puntate saranno poi disponibili in streaming anche su RaiPlay e che a...