giovedì 15 giugno 2023

2.ROBERT PLANT IMMAGINI e clip EPOCA LED ZEPPELIN


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Le foto inedite di Robert Plant che suonava la chitarra Gibson Les Paul "Black Beauty" di Jimmy Page sono state pubblicate online
Ecco alcune rare foto mai viste dal soundcheck di Salt Lake City nel 1970 , per gentile concessione di Mark Miller. Credo che queste siano le prime foto di Robert con la Black Beauty Les Paul di Jimmy, che sarebbe stata rubata un paio di settimane dopo.
Led Zeppelin - Live in Salt Lake City, UT (May 26th, 1973)
0:00 Intro
1:21 Rock and Roll (cut)
5:08 Celebration Day
8:57 Black Dog
15:20 Over the Hills and Far Away
23:57 Georgia On My Mind
25:28 Misty Mountain Hop (cut)
30:23 Since I've Been Loving You
39:03 No Quarter (cut)
50:50 The Song Remains the Same
56:12 The Rain Song
1:05:29 Dazed and Confused (cut)
1:17:47 Stairway to Heaven
1:28:18 Heartbreaker (cut)
1:35:58 Whole Lotta Love
1:44:25 Communication Breakdown (cut)

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Oh, lascia che il sole picchi sul mio viso, con le stelle per riempire il mio sogno.
Sono un viaggiatore del tempo e dello spazio per essere dove sono stato.
Sedersi con gli anziani di una razza gentile questo mondo ha visto raramente.
Che parlano di giorni per i quali si siedono e aspettano
Quando tutto sarà rivelato.
Oh, let the sun beat down upon my face, with stars to fill my dream.
I am a traveler of both time and space to be where I have been.
To sit with elders of a gentle race this world has seldom seen.
Who talk of days for which they sit and wait
When all will be revealed.❤️



la prima foto
Hanno soggiornato alla Maison Dupy. Questa è una foto più recente dell'albego ma le finestre rimangono le stesse.e sono cerchiate in rosso..
New Orleans..albergo dove avevano preso le stanze Robert e i suoi compagni LED..e dove, arriva la triste notizia della morte del figlio di Robert Karac.Se la memoria funziona correttamente, nel libro di Richard Cole, a Robert è stato detto che sua moglie aveva chiamato quando avevano fatto il check-in e lui ha detto che l'avrebbe richiamata dalla sua stanza. Più tardi quello stesso giorno ha condiviso la tragica notizia. Quindi potrebbe essere che abbiano fatto il check-in, ha richiamato sua moglie ed è stato informato che Karac era crollato a casa (come riportato nel Dallas Morning News il 7/30/77). Potrebbe quindi essere andato in piscina per cercare di rilassarsi un po '. Il punto è che è rimasto lì solo un giorno, volando via la mattina dopo accompagnato da John Bonham e dall'assistente personale di Robert, Dennis Sheehan....la signorina della foto, parente di un fan..ha dichiarato che se ne sono andati tutti all'improvviso e poi ha saputo della morte del figlio di Robert...
la ragazza..che è una addetta e lavorava in quell'albergo gli chiede una foto..la ragazza è la moglie di un cugino di uni dei tanti fan zeppelin e posta questa foto in un forum di discussione...prendiamo il tutto con le dovute cautele..ma credo che sia plausibile e veritiera....il fan in questione risiede in Louisiana..
questo sotto è il link di questo forum di discussione..
dell'albergo ero a conoscenza, come anche di tutta la triste e drammatica vicenda..
ma della foto con la ragazza no...
Nel maggio 1977 la temperatura media alta a New Orleans, LA era di 30 ° C. Il giorno più caldo del maggio 1977 è stato il 31 maggio, quando la temperatura ha raggiunto i 35 ° C. Durante la notte la temperatura media in maggio è di 20 ° C e nel 1977 la temperatura media durante la notte è stata di 2,3 ° C più fresca con 20 ° C. In altre parole, è del tutto plausibile che Robert sarebbe andato alla piscina all'aperto luglio 1977
altre foto di quel periodo...
Accettando ciò per valore nominale come la verità, la data è fissata: martedì, 26 luglio 1977. Peter Grant ha tenuto una conferenza stampa lì (Maison Dupy) il giorno successivo per annunciare la cancellazione del prossimo concerto di sabato al Superdome, così come il spettacoli per Chicago e Buffalo. Le restanti date del tour sono state cancellate circa una settimana dopo.











 



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Neal Preston, ‘I was Led Zeppelin’s tour photographer. The dove landed on Robert’s hand. Nobody else could have pulled it off without looking pretentious’
Neal Preston, 'Ero il fotografo del tour dei Led Zeppelin. La colomba è atterrata sulla mano di Roberto. Nessun altro ce l'avrebbe fatta senza sembrare pretenzioso'
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"""𝙏𝒖𝙩𝒕𝙖𝒗𝙞𝒂, 𝙨𝒂𝙥𝒆𝙫𝒐 𝒄𝙝𝒆 𝒆𝙧𝒂 𝒖𝙣𝒂 𝒃𝙚𝒍𝙡𝒂 𝒇𝙤𝒕𝙤. 𝑪𝙤𝒏 𝒍𝙖 𝙘𝒐𝙡𝒐𝙢𝒃𝙖 𝙚 𝙡𝒂 𝑵𝙚𝒘𝙘𝒂𝙨𝒕𝙡𝒆 𝑩𝙧𝒐𝙬𝒏 𝑨𝙡𝒆 𝒄𝙝𝒆 𝒔𝙩𝒂 𝒃𝙚𝒗𝙚𝒏𝙙𝒐, 𝙚̀ 𝙘𝒐𝙨𝒊̀ 𝒊𝙣𝒈𝙡𝒆𝙨𝒆 𝒆 𝒄𝙤𝒔𝙞̀ 𝙍𝒐𝙗𝒆𝙧𝒕. 𝙉𝒆𝙨𝒔𝙪𝒏 𝒂𝙡𝒕𝙧𝒐 𝒂𝙫𝒓𝙚𝒃𝙗𝒆 𝒑𝙤𝒕𝙪𝒕𝙤 𝙛𝒂𝙧𝒄𝙚𝒍𝙖 𝙨𝒆𝙣𝒛𝙖 𝙨𝒆𝙢𝒃𝙧𝒂𝙧𝒆 𝒑𝙧𝒆𝙩𝒆𝙣𝒛𝙞𝒐𝙨𝒐. 𝙍𝒐𝙗𝒆𝙧𝒕 𝒆𝙧𝒂 𝒖𝙣 𝙧𝒂𝙜𝒂𝙯𝒛𝙤 𝙙𝒊 𝒄𝙖𝒎𝙥𝒂𝙜𝒏𝙖. 𝑬̀ 𝒄𝙧𝒆𝙨𝒄𝙞𝒖𝙩𝒐 𝒕𝙧𝒂 𝒈𝙡𝒊 𝒂𝙣𝒊𝙢𝒂𝙡𝒊 𝒆 𝒉𝙖 𝙡'𝙖𝒔𝙥𝒆𝙩𝒕𝙤 𝙙𝒊 𝒒𝙪𝒂𝙡𝒄𝙪𝒏𝙤 𝙘𝒉𝙚 𝙘𝒂𝙥𝒊𝙨𝒄𝙚 𝙡𝒂 𝒏𝙖𝒕𝙪𝒓𝙖. 𝑪𝙚𝒓𝙩𝒐, 𝙥𝒐𝙩𝒓𝙚𝒃𝙗𝒆 𝒂𝙫𝒆𝙧 𝙥𝒆𝙣𝒔𝙖𝒕𝙤: "𝘾𝒐𝙢𝒆 𝒄𝙖𝒛𝙯𝒐 𝒔𝙚𝒊 𝒇𝙞𝒏𝙞𝒕𝙤 𝙨𝒖𝙡𝒍𝙖 𝙢𝒊𝙖 𝙢𝒂𝙣𝒐?" 𝑴𝙖 𝙥𝒆𝙣𝒔𝙤 𝙘𝒉𝙚 𝙘𝒊 𝒔𝙞𝒂 𝒅𝙚𝒍𝙡'𝙖𝒍𝙩𝒓𝙤. 𝑬̀ 𝒖𝙣𝒐 𝒔𝙜𝒖𝙖𝒓𝙙𝒐 𝒅𝙞 𝙘𝒂𝙡𝒎𝙖, 𝒄𝙤𝒎𝙥𝒓𝙚𝒏𝙨𝒊𝙤𝒏𝙚 𝙚 𝙧𝒊𝙨𝒑𝙚𝒕𝙩𝒐. 𝙉𝒆 𝒆𝙧𝒐 𝒇𝙚𝒍𝙞𝒄𝙚, 𝒎𝙖 𝙨𝒂𝙞 𝙪𝒏𝙖 𝙘𝒐𝙨𝒂? 𝙎𝒆 𝒔𝙚𝒊 𝒖𝙣 𝙛𝒐𝙩𝒐𝙜𝒓𝙖𝒇𝙤 𝙥𝒓𝙤𝒇𝙚𝒔𝙨𝒊𝙤𝒏𝙞𝒔𝙩𝒂 𝒏𝙚𝒍 𝒎𝙞𝒐 𝒔𝙚𝒕𝙩𝒐𝙧𝒆 𝒆 𝒏𝙤𝒏 𝒓𝙞𝒆𝙨𝒄𝙞 𝙖 𝙤𝒕𝙩𝒆𝙣𝒆𝙧𝒆 𝒖𝙣𝒂 𝒃𝙚𝒍𝙡𝒂 𝒇𝙤𝒕𝙤 𝙙𝒊 𝑹𝙤𝒃𝙚𝒓𝙩 𝙋𝒍𝙖𝒏𝙩, 𝒑𝙧𝒐𝙗𝒂𝙗𝒊𝙡𝒎𝙚𝒏𝙩𝒆 𝒅𝙤𝒗𝙧𝒆𝙨𝒕𝙞 𝙡𝒂𝙨𝒄𝙞𝒂𝙧𝒆 𝒊𝙡 𝙩𝒖𝙤 𝙡𝒂𝙫𝒐𝙧𝒐 𝒆 𝒂𝙣𝒅𝙖𝒓𝙚 𝙖 𝙫𝒆𝙣𝒅𝙚𝒓𝙚 𝙘𝒊𝙖𝒎𝙗𝒆𝙡𝒍𝙚."""
Per quanto ne so, sono l'unica persona che sia mai stata il fotografo del tour dei Led Zeppelin . Avevo solo 22 anni e conoscevo un lavoro di prugne quando è atterrato sulle mie ginocchia. Le persone spesso chiedono quanto fosse selvaggio, ma io dico sempre la stessa cosa: "Se stai usando 'selvaggio' come metafora del sesso e della droga, allora era più selvaggio - molto più selvaggio - essere in viaggio con REO Speedwagon " . Non dimenticare che ero stato assunto per fare un lavoro. Non ero lì per sedermi a consumare cose innominabili e scopare tutto con una gonna.
Questa è stata scattata durante un concerto al Kezar Stadium di San Francisco. C'erano due gabbie dietro gli amplificatori sul palco, ciascuna contenente sei colombe bianche. Ad essere onesti, penso che probabilmente fossero solo piccioni bianchi, ma li chiamavamo colombe, quindi atteniamoci a quello. Ad ogni modo, Robert Plant è un vero hippy nel cuore, quindi l'idea era che alla fine di Stairway to Heaven , avremmo rilasciato le colombe e sarebbero volate in aria come omaggio alla pace e all'amore.
Ma quando le gabbie si sono aperte, gli uccelli sono volati fuori e uno ha fatto un passaggio basso sul pubblico, quindi deve aver preso una boccata troppo profonda dell'aria di San Francisco - ricorda, era il 1973 e c'era un'alta probabilità di essere dosato da qualche morto. Comunque, è tornato sul palco e Robert ha teso la mano. La colomba vi si è posata sopra, per puro caso: non era un uccello ammaestrato. Rimase lì per circa cinque secondi. Sono solo contento che non sia finito sulla mano di Jimmy Page o che gli sia successo qualcosa di brutto.
C'è un protocollo quando sei sul palco: non calpestare niente, non muovere niente, non inciampare in un cavo, non toccare la macchina del ghiaccio secco, non respirare su nessun fottuto strumento . Sei costantemente monitorato da una dozzina di paia di occhi altrimenti noti come i roadies. Quella fase è il loro stato nazionale, la loro Città del Vaticano. Senza di loro al mio fianco, non posso fare il mio lavoro, che sia per i Led Zeppelin o per i Led Zepaga nella tribute band.
Si trattava di trovarsi nel posto giusto al momento giusto con l'obiettivo giusto. È stato lo stesso con una foto che ho scattato a Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr : ho premuto il pulsante proprio mentre Frank stava prendendo in giro Dean. Ma non sai mai se hai scattato una foto iconica in quel momento. Hai bisogno del vantaggio del senno di poi, perché non si tratta di ciò che pensi sia iconico, si tratta di ciò che pensa il mondo.
Tuttavia, sapevo che era una bella foto. Con la colomba e la Newcastle Brown Ale che sta bevendo, è così inglese e così Robert. Nessun altro avrebbe potuto farcela senza sembrare pretenzioso. Robert era un ragazzo di campagna. È cresciuto tra gli animali e ha l'aspetto di qualcuno che capisce la natura. Certo, potrebbe aver pensato: "Come cazzo sei finito sulla mia mano?" Ma penso che ci sia dell'altro. È uno sguardo di calma, comprensione e rispetto. Ne ero felice, ma sai una cosa? Se sei un fotografo professionista nel mio settore e non riesci a ottenere una bella foto di Robert Plant, probabilmente dovresti lasciare il tuo lavoro e andare a vendere ciambelle.
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LA MUSICA È SEMPLICEMENTE LÀ PER PARLARE DI CIÒ DI CUI LA PAROLA NON PUÒ PARLARE.
IN QUESTO SENSO, LA MUSICA NON È DEL TUTTO UMANA.💖
Buongiorno splendente Zeppfamily
La musica è un fluido in divenire, un linguaggio evanescente; ascoltandola entriamo in un’altra vita e in un altro tempo. Siamo altrove.💞




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Robert Plant a New York, 1976.
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Steven Davis e Robert Plant..
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..Mi presento
"Mister Robert Plant"..




































..quando un ferma immagine
diventa una Opera d'Arte!!🥰














..Frank Melfi..sei incredibile!!!...e Robert divino..grazie...custodisco le tue foto come tesori da difendere da tutto e tutti..memorie e ricordi..attimi che nessuno ti toglierà e sempre ci onoreremo di questa meravigliosa arte..grazie ancora di cuore💞
Frank Melfi..you are incredible !!! ... and Robert divine..thank you ... this wonderful art .. thank you again from the heart💞



































































































Led Zeppelin soundcheck 14th March 1969, Uppsala University Hall, Sweden. Photo by Sture Carlsson-Foretagens Historia. From the official 50th anniversary book 'Led Zeppelin by Led Zeppelin'

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La Forum 1977

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le storie dietro una foto..miriadi di foto. perle rare

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Quanto adoro questi ragazzi che hanno fatto da colonna sonora alla mia vita lo so solo io. Con Robert ho avuto un "rapporto" conflittuale in quanto non capivo il suo voler distaccarsi dalla rockband leggendaria che lo ha portato alla gloria eterna. Col tempo aveva ragione lui. I Led Zeppelin sono stati stop. Lui voleva e vuole suonare la sua musica senza paragoni assurdi. Persona fantastica, l'hippy dei Led Zeppelin. Ha rifiutato non so quanto vil denaro per dischi o tour di Reunion. Grande amico di Bonzo. Una "scena" per capire la sua umiltà e la sua passione per la musica: Lenny kravitz (che adorava Plant e gli Zepp) che dice che non ha un gruppo spalla per il tour e lui "Qual'e' il problema ragazzo, vengo io!" ... Questo e' Robert. E la sua commozione ai Kennedy Honor's?! Va' be leggenda pura. Grazie di tutto!

ed io aggiungo..e con questa risposta Robert mette tutto e tutti al tappeto...è il più Grande in assoluto..❤️



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..il 20 agosto si avvicina...

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Robert Anthony Plant nasce a West Bromwich il 20 agosto 1948 ed è un cantante, musicista e compositore britannico, noto sopratutto per essere stato umo dei componenti dei Led Zeppelin. Nel 1968, contattato da Jimmy Page, entrò a far parte dei nascituri Led Zeppelin nel ruolo di voce solista e autore, contribuendo in maniera determinante alla nascita dell'hard rock e progressive rock, generi di cui il gruppo è comunemente ritenuto iniziatore, e rimanendovi fino allo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1980 a causa della morte del batterista John Bonham. Dal 1982, a dispetto dell'evidente abbassamento del suo timbro vocale, si è dedicato con alterne fortune alla carriera solista, riprendendo e ampliando molti dei temi costituenti la complessa alchimia musicale dei Led Zeppelin come il blues, il folk, la musica araba e le tematiche mitologiche, in particolar modo quelle celtiche. La sua ecletticità nel combinare vari generi musicali, il suo aspetto selvaggio, le pose sfrontate che assumeva sul palco e soprattutto il suo timbro vocale estremo, del tutto inedito per l'epoca, per la sua capacità di assumere sfumature assai delicate o livelli di inaudita aggressività, ne hanno fatto un modello per i cantanti hard rock e heavy metal che sarebbero venuti; esempi piuttosto evidenti sono Steven Tyler degli Aerosmith, Bon Scott degli AC/DC, Axl Rose dei Guns N' Roses, Freddie Mercury dei Queen, David Lee Roth dei Van Halen, Paul Stanley dei Kiss, Sammy Hagar dei Montrose, Rob Halford dei Judas Priest, Jack Russell dei Great White, Geddy Leedei Rush, David Coverdale degli Whitesnake e Jeff Keith dei Tesla così come moltissimi altri. È stato collocato al 15º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone;[6] nel 2009 è stato votato dagli ascoltatori di Planet Radio e dai lettori della rivista NME come Greatest voice in Rock. Identico responso ha dato il sondaggio condotto nel 2011 tra i lettori internazionali di Rolling Stone: per il pubblico, Robert Plant è il più grande cantante solista di tutti i tempi. Nato a West Bromwich da Robert C. e Annie Cane, il piccolo Robert crebbe ad Halesowen, nel Worcestershire, attualmente parte della conurbazione di Dudley, nel metropolitan borough di Birmingham, dove frequentò la scuola elementare King Edward VI. Ebbe un regolare curriculum scolastico fino alla prima adolescenza, quando rimase letteralmente folgorato dalla scoperta del blues e del rock and roll, generi a cui attinse avidamente sviluppando una devozione per Elvis Presley. La famiglia non approvava il fatto che Robert coltivasse così intensamente la sua passione per la musica, ma inizialmente non mosse particolari obiezioni; all'età di quindici anni suo padre, ingegnere, lo accompagnava spesso (seppur di malavoglia) al Seven Stars Blues Club di Stourbridge dove il figlio si esibiva con la Delta Blues Band e i Sounds of Blue, proponendo riletture di Muddy Waters e altri grandi classici del blues. La situazione si fece tesa quando, l'anno dopo, comunicò alla sua famiglia di voler abbandonare il tirocinio avviato solo due settimane prima presso uno studio contabile per inserirsi a tempo pieno nella scena blues delle Midlands. Lasciata la famiglia a soli diciassette anni, Robert incrementò considerevolmente la sua attività militando in un gran numero di gruppi di Birmingham tra cui i New Memphis Bluesbreakers e i Black Snake Moan (in onore del vecchio classico di Blind Lemon Jefferson) e consolidò le sue radici blues approfondendo la conoscenza del repertorio del grande Robert Johnson e di Willie Dixon Bukka White, Skip James, Jerry Miller e Sleepy John Estes; contemporaneamente iniziò a svolgere diversi lavori per mantenersi, tra cui spargere asfalto sulle strade come operaio della George Wimpey Limited. Durante la sua militanza nei The Crawling King Snakes, nel 1965, ebbe modo di stringere amicizia con un tanto gioviale quanto poderoso batterista suo coetaneo, John Bonham. Il legame con Bonham si rivelerà destinato a durare per ragioni di affinità tanto musicale quanto umana. Oltre all'esperienza nei Crawling King Snakes, Robert e John si ritrovarono assieme nella Band of Joy nel 1967, fondendo il loro amore per il blues con le nuove vibrazioni psichedeliche provenienti dalla West Coast californiana. La turbinosa serie di collaborazioni intraprese da Robert ebbe i primi sbocchi nel 1966, quando incise per la CBS il suo primo 45 giri come cantante del trio soul Listen, una cover di You Better Run degli Young Rascals che vedeva sul lato B un brano che lo vide coautore, Everybody's Gonna Say. Tra la fine del 1966 e il 1967 la CBS pubblicò, questa volta a suo unico nome, altri due 45 giri, Our Song/Laughin', Cryin', Laughin' e Long Time Coming/I've Got A Secret. Nonostante nessuno dei 45 giri dati alle stampe avesse riscosso il successo sperato, nell'ambiente musicale inglese il nome di Robert Plant iniziò a circolare e la reputazione della sua formidabile voce crebbe rapidamente; fu così che per un breve periodo Plant formò addirittura un duo con Alexis Korner, il primo bluesman inglese assieme a Cyril Davies. I due effettuarono diverse registrazioni assieme: l'unica pervenuta ad oggi è la facciata A di un 45 giri, un blues intitolato Operator. In quel periodo Plant iniziò anche a cantare in un gruppo chiamato Hobbstweedle, formazione folk rock che combinava elementi blues, psichedelici e tematiche connesse a Il Signore degli Anelli di Tolkien, opera di cui era grande appassionato. Nella prima metà del 1968 il chitarrista Jimmy Page era alla ricerca di una voce adeguata al sound che aveva in mente per il suo nuovo gruppo; il nome di Plant gli venne fatto dal cantante Terry Reid, inizialmente contattato da Page allo scopo, il quale gli parlò dell'impressionante carisma di questo cantante dalla voce blues ed estrema che aveva visto esibirsi in un locale di Birmingham assieme agli Hobbstweedle. Recatosi a Birmingham, Page ebbe modo di assistere alla performance di Plant e ne rimase assai impressionato: «Quando gli ho fatto il provino e l'ho sentito cantare ho immediatamente pensato che ci fosse qualcosa di storto nella sua personalità o che fosse impossibile lavorarci insieme, perché semplicemente non riuscivo a capire come mai, dopo che cantava ormai da tanti anni, come mi aveva detto, non fosse ancora diventato una celebrità.» Alla fine dell'esibizione Page avvicinò Plant e gli propose di raggiungerlo per qualche giorno nella sua abitazione galleggiante di Pangbourne, a Londra, per discutere di un progetto musicale completamente nuovo. I due passarono diversi giorni ascoltando pile di vecchi dischi blues e folk e confrontandosi senza sosta sul nuovo suono e sul nuovo impatto che il rock avrebbe dovuto avere negli anni settanta; le idee vennero messe in gioco da entrambi senza riserve e fu subito evidente che nel gruppo che stava nascendo vi era un'alchimia che andava molto al di là di una semplice visione comune delle cose. E' l'inizio della leggenda. https://youtu.be/ZnfgRfhdpeQ Nel corso di una recente intervista a Planet Rock, Plant ha parlato del suo passato con gli Zeppelin, che proprio quest’anno hanno festeggiato i cinquant’anni dal loro primo album in studio. “I miei pari stavano scrivendo pezzi importanti di cronaca sociale e io vagavo lungo i confini del Galles pensando a Gollum“. Plant fa riferimento al celebre personaggio de Il Signore degli Anelli nel noto pezzo Ramble on, contenuto nel secondo album dei Led Zeppelin. E anche in altri brani torna spesso sulle ambientazioni descritte nei romanzi di Tolkien, basti pensare a The Battle of Evermore, Misty Mountain Hop e Bron-Y- Aur-Stomp. “Mi è piaciuto quello che ho fatto, ma adesso lo guardo e dico , ‘Wooh, era un po’ incerto’“. E poi aggiunge “Però mi piace ‘Stairway to Heaven. Posso guardarla in modo più oggettivo. Non sempre riesco a capacitarmi di questo brano, ma è qualcosa di grandioso“.

Robert Anthony Plant nasce a West Bromwich il 20 agosto 1948 ed è un cantante, musicista e compositore britannico, noto sopratutto per essere stato umo dei componenti dei Led Zeppelin.
Nel 1968, contattato da Jimmy Page, entrò a far parte dei nascituri Led Zeppelin nel ruolo di voce solista e autore, contribuendo in maniera determinante alla nascita dell'hard rock e progressive rock, generi di cui il gruppo è comunemente ritenuto iniziatore, e rimanendovi fino allo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1980 a causa della morte del batterista John Bonham.

Dal 1982, a dispetto dell'evidente abbassamento del suo timbro vocale, si è dedicato con alterne fortune alla carriera solista, riprendendo e ampliando molti dei temi costituenti la complessa alchimia musicale dei Led Zeppelin come il blues, il folk, la musica araba e le tematiche mitologiche, in particolar modo quelle celtiche.

La sua ecletticità nel combinare vari generi musicali, il suo aspetto selvaggio, le pose sfrontate che assumeva sul palco e soprattutto il suo timbro vocale estremo, del tutto inedito per l'epoca, per la sua capacità di assumere sfumature assai delicate o livelli di inaudita aggressività, ne hanno fatto un modello per i cantanti hard rock e heavy metal che sarebbero venuti; esempi piuttosto evidenti sono Steven Tyler degli Aerosmith, Bon Scott degli AC/DC, Axl Rose dei Guns N' Roses, Freddie Mercury dei Queen, David Lee Roth dei Van Halen, Paul Stanley dei Kiss, Sammy Hagar dei Montrose, Rob Halford dei Judas Priest, Jack Russell dei Great White, Geddy Leedei Rush, David Coverdale degli Whitesnake e Jeff Keith dei Tesla così come moltissimi altri.

È stato collocato al 15º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone;[6] nel 2009 è stato votato dagli ascoltatori di Planet Radio e dai lettori della rivista NME come Greatest voice in Rock.

Identico responso ha dato il sondaggio condotto nel 2011 tra i lettori internazionali di Rolling Stone: per il pubblico, Robert Plant è il più grande cantante solista di tutti i tempi.

Nato a West Bromwich da Robert C. e Annie Cane, il piccolo Robert crebbe ad Halesowen, nel Worcestershire, attualmente parte della conurbazione di Dudley, nel metropolitan borough di Birmingham, dove frequentò la scuola elementare King Edward VI.

Ebbe un regolare curriculum scolastico fino alla prima adolescenza, quando rimase letteralmente folgorato dalla scoperta del blues e del rock and roll, generi a cui attinse avidamente sviluppando una devozione per Elvis Presley.

La famiglia non approvava il fatto che Robert coltivasse così intensamente la sua passione per la musica, ma inizialmente non mosse particolari obiezioni; all'età di quindici anni suo padre, ingegnere, lo accompagnava spesso (seppur di malavoglia) al Seven Stars Blues Club di Stourbridge dove il figlio si esibiva con la Delta Blues Band e i Sounds of Blue, proponendo riletture di Muddy Waters e altri grandi classici del blues.

La situazione si fece tesa quando, l'anno dopo, comunicò alla sua famiglia di voler abbandonare il tirocinio avviato solo due settimane prima presso uno studio contabile per inserirsi a tempo pieno nella scena blues delle Midlands.

Lasciata la famiglia a soli diciassette anni, Robert incrementò considerevolmente la sua attività militando in un gran numero di gruppi di Birmingham tra cui i New Memphis Bluesbreakers e i Black Snake Moan (in onore del vecchio classico di Blind Lemon Jefferson) e consolidò le sue radici blues approfondendo la conoscenza del repertorio del grande Robert Johnson e di Willie Dixon Bukka White, Skip James, Jerry Miller e Sleepy John Estes; contemporaneamente iniziò a svolgere diversi lavori per mantenersi, tra cui spargere asfalto sulle strade come operaio della George Wimpey Limited. Durante la sua militanza nei The Crawling King Snakes, nel 1965, ebbe modo di stringere amicizia con un tanto gioviale quanto poderoso batterista suo coetaneo, John Bonham.

Il legame con Bonham si rivelerà destinato a durare per ragioni di affinità tanto musicale quanto umana. Oltre all'esperienza nei Crawling King Snakes, Robert e John si ritrovarono assieme nella Band of Joy nel 1967, fondendo il loro amore per il blues con le nuove vibrazioni psichedeliche provenienti dalla West Coast californiana.

La turbinosa serie di collaborazioni intraprese da Robert ebbe i primi sbocchi nel 1966, quando incise per la CBS il suo primo 45 giri come cantante del trio soul Listen, una cover di You Better Run degli Young Rascals che vedeva sul lato B un brano che lo vide coautore, Everybody's Gonna Say.

Tra la fine del 1966 e il 1967 la CBS pubblicò, questa volta a suo unico nome, altri due 45 giri, Our Song/Laughin', Cryin', Laughin' e Long Time Coming/I've Got A Secret.

Nonostante nessuno dei 45 giri dati alle stampe avesse riscosso il successo sperato, nell'ambiente musicale inglese il nome di Robert Plant iniziò a circolare e la reputazione della sua formidabile voce crebbe rapidamente; fu così che per un breve periodo Plant formò addirittura un duo con Alexis Korner, il primo bluesman inglese assieme a Cyril Davies. I due effettuarono diverse registrazioni assieme: l'unica pervenuta ad oggi è la facciata A di un 45 giri, un blues intitolato Operator.

In quel periodo Plant iniziò anche a cantare in un gruppo chiamato Hobbstweedle, formazione folk rock che combinava elementi blues, psichedelici e tematiche connesse a Il Signore degli Anelli di Tolkien, opera di cui era grande appassionato.

Nella prima metà del 1968 il chitarrista Jimmy Page era alla ricerca di una voce adeguata al sound che aveva in mente per il suo nuovo gruppo; il nome di Plant gli venne fatto dal cantante Terry Reid, inizialmente contattato da Page allo scopo, il quale gli parlò dell'impressionante carisma di questo cantante dalla voce blues ed estrema che aveva visto esibirsi in un locale di Birmingham assieme agli Hobbstweedle. Recatosi a Birmingham, Page ebbe modo di assistere alla performance di Plant e ne rimase assai impressionato:

«Quando gli ho fatto il provino e l'ho sentito cantare ho immediatamente pensato che ci fosse qualcosa di storto nella sua personalità o che fosse impossibile lavorarci insieme, perché semplicemente non riuscivo a capire come mai, dopo che cantava ormai da tanti anni, come mi aveva detto, non fosse ancora diventato una celebrità.»

Alla fine dell'esibizione Page avvicinò Plant e gli propose di raggiungerlo per qualche giorno nella sua abitazione galleggiante di Pangbourne, a Londra, per discutere di un progetto musicale completamente nuovo.

I due passarono diversi giorni ascoltando pile di vecchi dischi blues e folk e confrontandosi senza sosta sul nuovo suono e sul nuovo impatto che il rock avrebbe dovuto avere negli anni settanta; le idee vennero messe in gioco da entrambi senza riserve e fu subito evidente che nel gruppo che stava nascendo vi era un'alchimia che andava molto al di là di una semplice visione comune delle cose.

E' l'inizio della leggenda.
https://youtu.be/ZnfgRfhdpeQ
Nel corso di una recente intervista a Planet Rock, Plant ha parlato del suo passato con gli Zeppelin, che proprio quest’anno hanno festeggiato i cinquant’anni dal loro primo album in studio.

“I miei pari stavano scrivendo pezzi importanti di cronaca sociale e io vagavo lungo i confini del Galles pensando a Gollum“. Plant fa riferimento al celebre personaggio de Il Signore degli Anelli nel noto pezzo Ramble on, contenuto nel secondo album dei Led Zeppelin. E anche in altri brani torna spesso sulle ambientazioni descritte nei romanzi di Tolkien, basti pensare a The Battle of Evermore, Misty Mountain Hop e Bron-Y- Aur-Stomp.

“Mi è piaciuto quello che ho fatto, ma adesso lo guardo e dico , ‘Wooh, era un po’ incerto’“. E poi aggiunge “Però mi piace ‘Stairway to Heaven. Posso guardarla in modo più oggettivo. Non sempre riesco a capacitarmi di questo brano, ma è qualcosa di grandioso“.

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"Non è possibile suonare la chitarra come un tour de force come ho fatto con i Led Zeppelin. John Bonham, batterista fenomenale, giovane con la sua tecnica, ma pensi che avrebbe mai avuto l'opportunità di suonare in quel modo in un'altra band ? Certo che no ". ~ Jimmy Page

https://youtu.be/LFxOaDeJmXk

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..Robert ha pianto..la commozione ,ricordi, emozioni sempre presenti non possono essere celate..era come se tutto avesse un nuovo inizio per lui ma non solo..per noi che lo ascoltiamo con il cuore possiamo ben capire cosa tutto questo possa rappresentare per lui..e quel pianto è stato il suo modo di amare tutti quelli che hanno creduto nel suo e nel sogno di essere stati Grandi..essere stati LED..non un nome ma una Storia fatta da uomini a volte fragili a volte impetuosi, a volte coraggiosi a volte temerari.ma sempre grandi nel loro elargire sentimento..perchè la Musica, qualla Grande è sentimento che non muore mai, ma si rigenera e si definisce anche attraverso percorsi dolorosi..grazie ragazzi..grazie Robert per quelle lacrime..rendono onore e umiltà all'anima..

https://www.ilsussidiario.net/news/musica-e-concerti/2015/8/5/led-zeppelin-stairway-to-heaven-il-giorno-che-robert-plant-pianse-video/628598/

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L’arte non è espressione di noi stessi, l’arte non è l’espressione dell’artista. Certo, ci può essere chi si sforza come in un qualunque lavoro di creare qualcosa e di metterci tutto se stesso. L’arte, per quel che può significare questa parola così piena di vanità, è espressione di qualcosa d’altro oltre noi che ci attraversa a volte anche con violenza, dolore e sacrificio, chiedendo di essere espresso. E’ un urlo, un pianto, occhi rosse di lacrime, una preghiera. E la preghiera non è mai una nostra affermazione, ma una richiesta.

Tre uomini anziani, alla soglia dei loro 70 anni, siedono in una tribuna con i massimi onori. E’ il 2012, è la serata del Kennedy Center Honors. Al loro fianco il presidente degli Stati Uniti, al loro collo la massima onorificenza che quel paese può dare a chi si è reso meritevole grazie al suo lavoro (o arte se vogliamo).

I tre anziani signori aspettano di vedere l’ultima esibizione musicale in loro onore della serata, dopo altre esibizioni che li hanno già glorificati. Ma ecco che succederà l’impensabile, anche per loro, anche per tutti quelli che si erano esibiti convinti di aver già fatto del loro meglio, per tutti coloro che sono in quella sala.

Accadrà che qualcosa di più grande degli artisti che la eseguono, più grande degli autori (i tre anziani signori, ne manca uno, morto decenni fa, crollato sotto il peso di quel misterioso atto creativo che non tutti sono in grado di sopportare a lungo) in qualche modo si renderà tangibile e talmente affascinante da ridurre in lacrime almeno uno di loro.

Lui, il cantante, quarant’anni prima all’epoca di quel brano che fra poco verrà eseguito, era l’idolo assoluto, “il dio dorato” lo chiamavano. Aveva in mano le chiavi del mondo e anche del cielo. Adesso è un uomo vecchio, con tante rughe e lo sguardo stanco. Insieme agli altri aveva scritto quel brano, mettendoci lui le parti più importanti. La canzone si chiamava Stairway to Heaven, una scala verso il cielo. E anche se persone ottuse, incapaci di fronteggiare il mistero che dicevano di predicare tutti i gironi in chiesa avevano definito quella canzone un brano satanico, cioè l’espressione del male stesso, quella canzone sarebbe stata invece l’espressione tra le più lampanti del grido del cuore dell’uomo a Dio: “essere una pietra e non riuscire a rotolare”, mai definizione e giochetto di parole più brillante per scherzare con quella cosa misteriosa, il rock’n’roll che li aveva forgiati e definiti come persone (“to be a rock and not to roll”). E poi il desiderio di una scala per salire finalmente al senso e al significato di tutto.

Stasera la stanno per cantare le Heart, un duo femminile che fu la diretta discendenza di quei tre signori sopravvissuti, conosciuti anche come Led Zeppelin.

La cantante comincia a cantare con eleganza e sentimento e i tre non riescono a trattenere sorrisi e ghigni di soddisfazione. Ma soprattutto ascoltano sorpresi: ma davvero abbiamo scritto noi una canzone così bella? Non è possibile. Ecco che l’arte non è espressione di se stessi, ma avviene attraverso e nonostante noi. Solo gli umili possono capirli.

Poi alla batteria quel ragazzone grande e grosso che è proprio il figlio del loro batterista morto tanti anni fa e che insieme a loro tre l’aveva eseguita mirabilmente tante volte. E poi improvviso, scoperto dalle luci, un coro gospel che fa sobbalzare tutti sulle sedie. E l’orchestra di violini. Ma qui siamo davvero arrivati in cima a quelle scale, sembra dire Jimmy Page che ride e sorride, muove la testa a tempo, segue con attenzione il chitarrista che cerca – ovviamente non può riuscirci – di imitare il suo assolo.

Mentre quel coro gospel porta ognuna delle persone presenti a latitudini inimmaginabili, gli occhi del vecchio cantante si stanno riempiendo di lacrime. Non le può trattenere. Sta accadendo qualcosa in quel preciso momento lui può solo arrendersi al fatto che si impone. Gratitudine, rimpianti, meraviglia: ogni cosa in quelle lacrime. E’ giusto lasciarle andare, bisogna avere il cuore buono per reagire così.

Alla fine la musica finisce ma rimane nell’aria come una testimonianza, una preghiera per l’eternità, un monito e il figlio del batterista morto non trattiene neanche lui le lacrime: ho suonato come potevo quello che mio padre suonava tutte le sere, ma c’era anche lui qui stasera. Quel padre morto quando lui era solo un bambinetto, mai conosciuto veramente, ma così incredibilmente presente attraverso la musica. Si alza in piedi, indica i tre signori sul palco, si battee il petto dove c’è il cuore.

E’ stata davvero una salita verso il cielo, e ne è valsa la pena, ne bene e nel male. Siamo delle pietre incapaci di rotolare, ma se diciamo di sì, il mistero può passare ed esprimersi attraverso di noi.

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John Bonham performs with The New Yardbirds in Copenhagen, Sept. 7, 1968. CREDIT: © Jorgen Angel, www.angel.dk/Courtesy Reel Art Press..

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https://youtu.be/-btiz_ZgdiA

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Fumogeni sui Led Zeppelin

By Gianni Lucini - 5 Luglio 2020

Il 5 luglio 1971 al Vigorelli di Milano è in programma un atteso concerto dei Led Zeppelin in occasione della tappa del Cantagiro. La polizia, drammatizzando un po’ le annunciate contestazioni contro il costo del biglietto, ha schierato oltre duemila agenti in assetto antisommossa nel perimetro esterno dell’impianto.

Modi spicci e brutali

I modi spicci e brutali con i quali hanno represso, fin dalle prime ore del pomeriggio, ogni accenno di protesta, hanno contribuito a creare un clima di nervosismo generale. Alle 22.40 i Led Zeppelin iniziano a suonare. Un centinaio di ragazzi senza biglietto trattenuti all’esterno inizia a urlare «PS-SS». Parte una carica violenta. I giovani si disperdono. Un gruppetto approfitta della confusione per sfondare un cancello incustodito. La polizia lancia verso di loro alcuni lacrimogeni che finiscono, ovviamente, dentro al Vigorelli. Il risultato è devastante. I diecimila spettatori, immersi nel fumo dei lacrimogeni, si ammassano verso il palco.

I Led Zeppelin s’arrendono

I Led Zeppelin sospendono il concerto e Robert Plant invita tutti alla calma. Si riprende con Since I’ been loving you, ma il fumo ha ormai raggiunto anche il palcoscenico. Robert Plant tossisce e Jimmy Page piange copiosamente. Altri dieci minuti di confusione poi la band attacca Whole lotta love, mentre dall’esterno la polizia lancia un’altra cascata di lacrimogeni sul lato destro della platea. La folla degli spettatori preme sempre di più verso il palco. Mentre parte l’assolo di batteria il palco piomba nel buio. Non arriva più energia elettrica. I Led Zeppelin si arrendono. Lasciano il palcoscenico mentre il pubblico cerca scampo verso il palco. La ressa è paurosa. Gli spettatori, soffocati dal fumo dei lacrimogeni, si accalcano verso le uscite. Presa tra due fuochi la polizia reagisce con veemenza. Gli scontri dureranno tutta la notte e si estenderanno ad altre zone della città. Nei giorni successivi Robert Plant, il cantante della band, accuserà di “barbarie” la polizia italiana, unica responsabile, a suo dire, degli incidenti.

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Led Zeppelin IV: alla ricerca dell’album perfetto

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L’otto novembre del 1971 usciva il quarto album dei Led Zeppelin: si tratta di un disco senza titolo, senza immagini della band e addirittura che non ne riporta neanche il nome; nemmeno i Beatles, col White Album di pochi anni prima, avevano osato tanto.

Headley Grange è una vecchia abitazione rurale, tipicamente inglese, immersa nel verde dell’East Hampshire, non troppo distante da Londra. Il cottage venne costruito nel 1795 a un costo stimato di circa 1.500 sterline, per le parrocchie di Headley, Bramshott e Kingsley, per proteggere i loro infermi, poveri anziani e bambini orfani o illegittimi. Dopo una storia ricca di peripezie – tra cui il saccheggio di una folla di rivoltosi nel 1830 – divenne negli anni sessanta un ostello per la gioventù, prima di essere destinata all’utilizzo che la fece entrare nella storia, ovvero come studio di registrazione per importanti gruppi rock. La quiete e la grande bellezza dei luoghi, le bislacche leggende di fantasmi, ma soprattutto l’incredibile acustica di alcune sue stanze, ne fecero un luogo di culto. Specie dopo che i Led Zeppelin vi registrarono il loro album perfetto, il quarto. Quello senza titolo.

Nel 1971 i Led Zeppelin erano reduci da un biennio senza precedenti; passarono dall’essere quattro ragazzotti di belle speranze ai numeri uno del panorama pop, riempiendo il vuoto lasciato dai disciolti Beatles. Jimmy Page, dopo anni come turnista, poteva finalmente assecondare il suo estro creativo e la sua voglia di sperimentare; Robert Plant, le cui urla dissennate non l’avevano reso una star nonostante la militanza in un gran numero di band, poteva fare quello che meglio gli riusciva: cantare e dimenare sul palco il proprio, sconfinato, ego; John Bonham, un semplice ragazzone di campagna destinato alla falegnameria, stava rivoluzionando il modo di suonare la batteria e, senza saperlo, aveva iniziato la sua discesa agli inferi; John Paul Jones era il più tranquillo, defilato ma fondamentale negli equilibri della band.

I Led Zeppelin avevano talmente successo dall’essere passati in un battito di ciglia da un primo album prodotto in economia a viaggiare su un jet privato con la loro effige. Ma il 1971 era anche il momento di riprendere fiato, rallentare sia nei ritmi di vita che in quelli musicali. Ed era il momento di inseguire il disco perfetto.

"Era giunto il momento di fermarci, di fare rifornimento e non perderci nel caos. Gli Zeppelin stavano diventando veramente grandi, e volevamo che il nostro viaggio proseguisse tranquillamente", ebbe a dire di quei giorni Jimmy Page.

Dopo l’accoppiata I e II, un hard blues accelerato e quasi senza soste che aveva dato la stura a una quantità di imitatori e un genere musicale nuovo, l’hard rock, già , un hard blues accelerato e quasi senza soste che aveva dato la stura a una quantità di imitatori e un genere musicale nuovo, l’hard rock, già Led Zeppelin III aveva mostrato segni di cambiamento. Page, gran burattinaio, pareva voler smussare gli angoli, attenuare il furore degli esordi in favore di una musica più matura. Più pensata.

Il quarto lavoro doveva essere perfetto, incentrato solo sulla musica, senza gli eccessi che già iniziavano a far storcere il naso a più d’uno.

La trovata del packaging senza nessun riferimento a band, autori o titoli, come potete immaginare, non faceva impazzire quelli dell’Atlantic, che temevano un colossale buco nell’acqua. A questo proposito è ancora Page a parlare: "Decidemmo che in copertina non ci sarebbe stata alcuna informazione. Nomi, titoli, e cose simili non significano nulla. Ciò che importava era la nostra musica."

La copertina ritrae un muro consumato dal tempo su cui è appesa una cornice. All’interno una fotografia ritrae un anziano contadino, piegato sotto il peso di una grossa fascina di legname. L’idea era quella di rappresentare lo scorrere del tempo. All’interno dell’LP spicca un oscuro disegno di Barrington Colby, che raffigura La copertina ritrae un muro consumato dal tempo su cui è appesa una cornice. All’interno una fotografia ritrae un anziano contadino, piegato sotto il peso di una grossa fascina di legname. L’idea era quella di rappresentare lo scorrere del tempo. All’interno dell’LP spicca un oscuro disegno di Barrington Colby, che raffigura l’Eremita, una carta dei tarocchi, e che ricorda vagamente alcune incisioni di Escher. (leggi l'articolo)

Per molto tempo è stata diffusa la credenza che il personaggio fosse ispirato a Il Signore Degli Anelli, libro amato da Plant e più volte citato dalla band. Unica firma dei quattro, i simboli che appaiono in calce, che tanto hanno fatto almanaccare ma che non sono altro che segni tratti da un antico libro di rune.

Siamo alla musica. Approcciarsi a un disco che, unanimemente, è ritenuto uno dei grandi capolavori del rock e che, nonostante i cupi vaticini dell’Atlantic, vendette tantissimo, può risultare non facile. O almeno approcciarsi in modo non superficiale. Prendiamo l’apertura del lavoro; Black Dog – che con Rock’n’roll fu l’unico singolo – può sembrare la summa dell’hard rock anni ’70. Riff fulminante con un tempo complesso – dovuto, si dice, a Jones – voce ululante di Plant e assolo di Page frutto di complicate operazioni di missaggio.

Il punto è proprio questo: eravamo nel 1971, gli anni ’70, come siamo abituati a considerarli, non esistevano; e così quel suono, allora del tutto nuovo. Il black dog del titolo era un era un labrador retriever nero che vagava per Headley Grange, mentre per il modo di cantare pare che Plant si fosse ispirato a Oh Well, un pezzo dei Fleetwood Mac che effettivamente ha qualche somiglianza nella struttura. Basterebbe già un pezzo così per schiudere le porte del mito all’intero disco, ma siamo solo all’inizio. Rock’n’roll è un genuino omaggio al rock degli anni ’50 e venne fuori del tutto spontaneamente, nel giro di un quarto d’ora, mentre la band non riusciva a venire a capo dell’arrangiamento di Four Sticks. Segue The Battle Of Evermore; non erano nuovi, i Led Zeppelin, a infilare momenti acustici tra una tirata hard e l’altra.

Tuttavia, questo pezzo risalta in modo particolare nella loro discografia. Prima di tutto è l’unico in cui non canta solo Robert Plant; ad accompagnarlo la divina Sandy Denny, cantante degli allora rispettatissimi Fairport Convention. Ed è proprio questa commistione di generi una delle chiavi di volta del mito degli Zeppelin. In quel periodo, col beat e il blues revival al tramonto, i generi che si dividevano la scena erano il folk revival e l’hard rock; o stavi da una parte o dall’altra. I Led Zeppelin no, loro potevano permettersi di frequentare da maestri tutti e due i versanti, e The Battle Of Evermore, col suo testo fantasy e il mandolino che detta le linee, ne è il perfetto esempio.

Siamo a metà disco e la band cala il capolavoro della carriera e non solo. Stairway To Heaven, un sontuoso brano che mischia folk e hard in modo inedito. Un’introduzione di chitarra che è divenuta talmente proverbiale da risultare quasi inflazionata e che è valsa un’accusa di plagio non del tutto infondata – da parte degli Spirit di Randy California. La canzone è assolutamente perfetta, dall’oscuro testo di Plant – che ha alimentato le consuete, bislacche, accuse di satanismo – al flauto suonato da Jones. A un certo punto le atmosfere bucoliche della 12 corde di Page lasciano il posto a una delicata elettrificazione, prima dell’esplosione hard del finale. L’assolo – suonato su una Telecaster del ’59, regalata a Page da Jeff Beck – è travolgente, tanto che alcune riviste di settore lo giudicheranno il migliore della storia del rock.

Riprendersi da Stairway To Heaven non è semplice, ed effettivamente il disco va avanti un po’ in calando, e non potrebbe essere altrimenti. Misty Mountain Hop è un hard rock dal riff micidiale e l’andamento funkeggiante; narra un incontro con la polizia dopo aver fumato dopo aver fumato marijuana in un parco e contiene di nuovo citazioni tolkeniane. Il lavoro di Page alla chitarra, sottovalutato a causa della grandezza degli altri pezzi, non è da meno che, per dire, in Black Dog. Four Sticks – in onore alle quattro bacchette che Bonham era in grado di impugnare contemporaneamente – propone un altro riff killer e un solo di sintetizzatore che emula la chitarra acustica. di sintetizzatore che emula la chitarra acustica. Going To California è di nuovo una bellissima carezza acustica, pare dedicata a Joni Mitchell, la profetessa del folk che sia Page che Plant stimavano tantissimo. La ritmica vede la chitarra di Page e il mandolino di Jones incrociarsi sapientemente.

A chiudere il lavoro il richiamo più evidente al blues delle origini, con When The Levee Breaks, accreditata a Memphis Minnie – a pararsi da accuse di plagio, che spesso piovevano sulla band – e lunga oltre sette minuti. Ma anche qui l’approccio è tutto nuovo; il blues c’è ma non è più derivativo come nei primi dischi. Bonham posiziona la sua potentissima batteria sotto una scalinata di Headley Grange, ottenendo un incredibile riverbero naturale. Non solo, gli strumenti, compresa l’armonica suonata da consumato bluesman da Plant, vengono rallentati per dare un tono ancora più pesante al minaccioso incedere del brano. Tutti tranne la voce di Robert Plant, che cerca l’ispirazione dalle parti del primo Elvis. Jimmy Page si cimenta con una misurata prestazione alla chitarra slide; quello che ne esce è l’ennesimo capolavoro di un disco perfetto, un pezzo che trascina il blues degli anni ’30 in piena era moderna. Una rivisitazione che non sarà più superata.

Insomma, Led Zeppelin IV è un disco che spesso fa ancora parlare più per motivi accessori alla musica: il satanismo di nastri ascoltati al contrario, le dimore infestate, la copertina criptica e priva di riferimenti. Noi vi consigliamo di ascoltarlo ancora una volta, con orecchi nuovi e concentrandovi solo sulla musica, splendida e mai più così ricca di trovate.

E di ascoltarlo nel giusto verso, of course.

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Los Angeles Led Zeppelin performed at the famed L.A. club Whiskey a Go Go on January 5, 1969. Opening act: Alice Cooper.CREDIT: Courtesy Reel Art..

LED ZEPPELIN 2 giugno 1973 Kezar Stadium, San Francisco
Davanti ad un pubblico di 50.000 persone al Kezar Stadium di San Francisco, dopo l'esibizione di Starway to Heaven, fu aperta una cesta di colombe.. Una fece il giro e si posò sulla mano di Robert Plant! 😍
Era il 2 giugno del 1973.
Pure le colombe si innamoravano di lui. 😁 😘❤️

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