giovedì 12 settembre 2024

78.ROBERT PLANT LA Più GRANDE VOCE DEL ROCK E NON SOLO..(.INTERVISTE ..FOTO.. e CITAZIONI VARIE anni 70 80 90 anni 2000.) PISTOIA BLUES North Mississippi Allstars live @ Pistoia Blues Festival - Pistoia, 11 luglio 2014


 presenti. Tornati sul palco i tre ci inebriano con gli effluvi sudisti della strumentale ML, dove Cody imbraccia anch'egli una chitarra elettrica per incrociarla con quella del fratello e Malcom si siede alla batteria dividendosi tra basso, grancassa e rullante; per poi tuffarsi in un nuovo infuocato medley, intriso nel fango del Delta del Mississippi, tra Preachin' Blues, a firma Robert Johnson, e una Mississippi Boll Weevil di pattoniana memoria. Il marziale dipanarsi di Back Back Train è invece l'enfatico preambolo ad una nervosa, elettrica Goin' Down South, sfociante nel palpitare sincopato di JR, quasi a voler invocare i fantasmi di RL Burnside e Junior Kimbrough, ovunque essi siano. Sulle note della seconda assistiamo ad uno “scambio volante” di strumenti, tra Luther e Malcom, con quest'ultimo a prendersi anche il microfono in un'ipnotica, kimbroughiana All Night Long, prima di far ritorno al proprio “ruolo primario” in una micidiale Let My Babe Ride con la quale i tre salutano, dopo averci fatto rivivere la magica atmosfera che si respira ogni anno al North Mississippi Hill Country Picnic.

Un set adrenalinico dal notevole impatto, con un unico difetto, la durata alquanto risicata, che ha lasciato l'amaro in bocca in quei, purtroppo pochi, astanti accorsi per assistere al concerto dei terribili fratelli Dickinson. D'altra parte il piatto forte non è di provenienza statunitense ma bensì albionica, come ricordato da quella che sarà la copertina di Lullaby And...The Ceaseless Road, album di prossima pubblicazione del protagonista della serata, il cui artwork campeggia sul palco. E Robert Plant non si fa certo attendere e acclamato a gran voce fa il suo ingresso sulle note pizzicate della chitarra acustica di Liam Tyson, per ammutolire subito la piazza con una struggente, intensa versione di Babe I'm Gonna Leave You. É un uomo dal passato, musicale, leggendario quanto “ingombrante” il biondo crinito cantate inglese, ma questa sera ha dimostrato di saperlo esorcizzare con estrema classe, e con una voce alla quale il tempo ha sì limitato in parte l'estensione ma ha donato anche nuove, calde tonalità. Non solo un salto temporale, nel proprio passato sonoro, ma anche geografico quello compiuto stasera, con i Sensational Space Shifters come fedeli compagni di viaggio. Un viaggiare spazio-temporale che ha in più d'un occasione affiancato il vecchio Dirigibile, pur mantenendo inalterata la propria rotta verso nuovi, futuristici confini sonici. Un immaginifico itinerario che dall'Aberdeen di Bukka White e la Chicago di Willie Dixon, passando per la natìa Gran Bretagna, si è sporcato tanto con la polvere del deserto africano che con sintetici loop elettronici. A conferma di ciò basta osservare il trattamento riservato a Black Dog, trasformata in un melismatico declamare ancestrale, che il percuotere dei tamburi di Dave Smith e il pulsare del basso di Billy Fuller, con il riti (il violino ad una corda) e i vocalizzi di Juldeh Camara avvicinano alle sonorità desertiche dei Tinariwen. Sono proprio i “souvenir sonici” dei trascorsi di Plant in Mali ad emergere maggiormente tra le trame d'una amalgama musicale di difficile catalogazione. D'altra parte sarebbe castrante quanto inutile confinarlo entro rigidi steccati stilistici, bisogna solamente abbandonarsi al turbinio di suoni, antichi e moderni, sapientemente miscelati da uno sciamanico Plant e dai suoi “seguaci”. Come quelli innervanti l'evocativa Rainbow, primo estratto dal futuro Lullaby And...The Ceaseless Road, ed aperta dal battere collettivo dei bendir. Going To California, affidata al solo picking della chitarra di Tyson e al mandolino di Adams, mantiene intatto tutta la sua pastoralità folkie, mentre What Is And What Should Never Be ammalia con la sua sognante aura melodica prima di venire squarciata da un spigoloso rifferama pregno d'elettricità. E che dire di una Spoonful tra indiavolata possessione blues e gli algidi tocchi delle tastiere di John Baggott, o di una Fixin To Die prelevata dal songbook di Bukka White e trasformatasi in una sussultante country song futurista, con un infervorato Justin Adams che pare un Brian Setzer sotto anfetamina? Bisogna solo ascoltare in rispettoso silenzio e giovarsi di poter assistere a così tanta grazia interpretativa. Grazia che raggiunge il suo culmine nella rilettura di un altro tradizionale, Little Maggie, (anch'essa nella tracklist dell'album di prossima pubblicazione) capace d'unire ad un substrato melodico-ritmico figlio della grande Madre Africa, intessuto nuovamente dal riti e dal koloko, ai quali si aggiunge il banjo appalachiano di Tyson, il lirismo epico della tradizione musicale americana; così come in una stupefacente Whole Lotta Love, dal melmoso, lento incipit bluesato, prima di lasciare esplodere quel riff che ha marchiato a fuoco la storia del rock'n'roll, per poi omaggiare Elias Bates McDaniel, in arte Bo Diddley, con un'acida citazione di Who Do You Love, rimandante ai Quicksilver Messenger Service di Happy Trails.

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I sette abbandonano il palco tra gli applausi scroscianti, ma visto il rumoreggiare della folla non tardano a far ritorno in scena, per proporre un altro brano inedito, Pocketful Of Golden, avvolto, ancor una volta, da sensuali armonie africane, aumentando ancor di più la curiosità per il nuovo lavoro in studio. “Ed ora un'altra canzone per chiudere questa magnifica serata”, dice Plant, “una vecchia, vecchia canzone folk dalla zona di Pistoia”. Neanche il tempo di cercare di capire che razza di brano potrebbe essere che le note immortali di Rock And Roll mandano in delirio tutti i presenti (con tanto di reggiseno lanciato sul palco tra lo stupore dello stesso Plant), portando il Dirigibile a sorvolare per un'ultima volta sopra i cieli di un continente africano mai sembrato così vicino.

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https://youtu.be/Ny4rhQgCm0k

integro con un aneddoto raccontatomi dalla mia amica Stefy...

robert ha cercato di capire di chi era quel sensuale reggiseno...posso dire che si sono presentate in tre..

e Robert ha autografato i 3 reggiseni...beata te Stefy!!!!❤️

Robert Plant - Rock & Roll - Pistoia Blues 2014 Italy

I sette abbandonano il palco tra gli applausi scroscianti, ma visto il rumoreggiare della folla non tardano a far ritorno in scena, per proporre un altro brano inedito, Pocketful Of Golden, avvolto, ancor una volta, da sensuali armonie africane, aumentando ancor di più la curiosità per il nuovo lavoro in studio. “Ed ora un'altra canzone per chiudere questa magnifica serata”, dice Plant, “una vecchia, vecchia canzone folk dalla zona di Pistoia”. Neanche il tempo di cercare di capire che razza di brano potrebbe essere che le note immortali di Rock And Roll mandano in delirio tutti i presenti (con tanto di reggiseno lanciato sul palco tra lo stupore dello stesso Plant), portando il Dirigibile a sorvolare per un'ultima volta sopra i cieli di un continente africano mai sembrato così vicino.

Due concerti a dir poco magnifici quelli ai quali abbiamo avuto la fortuna di assistere stasera, con i North Mississippi Allstars a confermarsi a dir poco micidiali on stage, e un Robert Plant alla cui gigantesca statura artistica non resta che inchinarsi in segno di profondo rispetto.

alla cui gigantesca statura artistica non resta che inchinarsi in segno di profondo rispetto.

(La foto e il video di Robert Plant a Pistoia sono di Marco Poggio)

Due concerti a dir poco magnifici quelli ai quali abbiamo avuto la fortuna di assistere stasera, con i North Mississippi Allstars a confermarsi a dir poco micidiali on stage, e un Robert Plant alla cui gigantesca statura artistica non resta che inchinarsi in segno di profondo rispetto.

(La foto e il video di Robert Plant a Pistoia sono di Marco Poggio)
Articolo del 16/07/2014 - ©2002 - 2020 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati

https://youtu.be/PwvZGZ7soQE

La voce storica dei Led Zeppelin in concerto al 35°festival Blues, tra innovazione e storia del Rock.

Whole Lotta Love , just a masterpiece !!! Robert Plant & the Sensational Space Shifters + North Mississippi Alistars in Piazza Duomo Pistoia , Pistoia Blues Festival 2014

https://youtu.be/SaQojDf1Io0

https://youtu.be/Ny4rhQgCm0k

https://youtu.be/B26hoFydspQ

https://youtu.be/NxfH-vbE8hg

Robert Plant opens his set at Pistoia Blues with this one:Babe, I'm gonna leave you Robert Plant & the Sensational Space Shifters + North Mississippi Alistars in Piazza Duomo Pistoia , Pistoia Blues Festival 11 Luglio 2014

https://youtu.be/_St9wxqct4k

Robert Plant Super !!! Robert Plant & the Sensational Space Shifters + North Mississippi Alistars in Piazza Duomo Pistoia , Pistoia Blues Festival 11 Luglio 2014

https://youtu.be/iVo0b2ocq9I

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http://www.losthighways.it/2014/07/15/robert-plant-the-sensational-space-shifters-pistoia-blues/

Come un leone: Robert Plant & The Sensational Space Shifters @ Pistoia Blues Festival 2014

Se prima di un mistico venerdì 11 Luglio qualcuno, con sguardo serio ed entusiasata, ci avesse detto di aver sentito cantare Robert Plant accompagnato da un ritti (violino africano ad una corda), da un tamburo parlante e da un kologo (banjo africano), probabilmente avremmo storto il naso. Sbagliando, decisamente! Fortunatamente, però, proprio venerdì 11 Luglio a Pistoia abbiamo compreso e vissuto la bellezza di una contaminazione musicale profonda, energica ed elegante.
Questo è quanto, come noi, probabilmente hanno vissuto la maggior parte degli spettatori presenti in questa luminosa serata in Piazza Duomo, per il secondo appuntamento del Pistoia Blues 2014.
Il tratto di autostrada del Sole tra Bologna e Firenze non si smentisce mai, e così questa sera ci costringe al ritardo. Giungiamo nel centro della città quando ormai i North Mississippi Allstars hanno già concluso il loro set. Dai commenti del pubblico pare che la southern rock band di Hernando (Mississippi), fondata nel 1996 dai fratelli Dickinson, figli del leggendario Jim Dickinson, abbia offerto a tutti una performance di qualità. Peccato averli persi.
📷Alle 21.45 il pubblico è pronto ed è inutile dire che sono tutti lì per lui: Robert Plant, una semi-divintà del rock. Si spengono le luci nella piazza e si accendono sul palco. Dopo un’intro che svela già suoni inaspettati, compare Robert Plant e il pubblico non fa altro che accogliere la sua voce, la sua persona e tutta la storia che lui incarna.
Si parte subito con un brano dei Led Zeppelin (in realtà cover di Joan Baez), Se prima di un mistico venerdì 11 Luglio qualcuno, con sguardo serio ed entusiasata, ci avesse detto di aver sentito cantare Robert Plant accompagnato da un ritti (violino africano ad una corda), da un tamburo parlante e da un kologo (banjo africano), probabilmente avremmo storto il naso. Sbagliando, decisamente! Fortunatamente, però, proprio venerdì 11 Luglio a Pistoia abbiamo compreso e vissuto la bellezza di una contaminazione musicale profonda, energica ed elegante.
Questo è quanto, come noi, probabilmente hanno vissuto la maggior parte degli spettatori presenti in questa luminosa serata in Piazza Duomo, per il secondo appuntamento del Pistoia Blues 2014.
Il tratto di autostrada del Sole tra Bologna e Firenze non si smentisce mai, e così questa sera ci costringe al ritardo. Giungiamo nel centro della città quando ormai i North Mississippi Allstars hanno già concluso il loro set. Dai commenti del pubblico pare che la southern rock band di Hernando (Mississippi), fondata nel 1996 dai fratelli Dickinson, figli del leggendario Jim Dickinson, abbia offerto a tutti una performance di qualità. Peccato averli persi.
📷Alle 21.45 il pubblico è pronto ed è inutile dire che sono tutti lì per lui: Robert Plant, una semi-divintà del rock. Si spengono le luci nella piazza e si accendono sul palco. Dopo un’intro che svela già suoni inaspettati, compare Robert Plant e il pubblico non fa altro che accogliere la sua voce, la sua persona e tutta la storia che lui incarna.
Si parte subito con un brano dei Led Zeppelin (in realtà cover di Joan Baez), Babe I’m Gonna Leave You. Tanto entusiasmo e partecipazione e quando in coro tutti cantano i sette “Babe” l’atmosfera diventa incredibile e difficile da descrivere. A questo brano fanno seguito l’ipnotica . Tanto entusiasmo e partecipazione e quando in coro tutti cantano i sette “Babe” l’atmosfera diventa incredibile e difficile da descrivere. A questo brano fanno seguito l’ipnotica Tin Pan Valley, dall’album , dall’album Mighty ReArranger, e , e Spoonful. L’ingresso del musicista Juldeh Camara, dal Gambia, genera curiosità, tanto più quando vengono intonate le prime note di . L’ingresso del musicista Juldeh Camara, dal Gambia, genera curiosità, tanto più quando vengono intonate le prime note di Black Dog in una versione più lenta ma molto ritmata. Si continua poi con la delicata e colorata in una versione più lenta ma molto ritmata. Si continua poi con la delicata e colorata Rainbow (dall’album di prossima uscita (dall’album di prossima uscita Lullaby and… The Caeseless Roar) e la sempre commovente ) e la sempre commovente Going To California. Il banjo in . Il banjo in Little Maggie (anch’esso un nuovo brano) veste di country un suono moderno donando sfumature imprevedibili alle emozioni create in questo suggestivo ambiente che, dopo (anch’esso un nuovo brano) veste di country un suono moderno donando sfumature imprevedibili alle emozioni create in questo suggestivo ambiente che, dopo What Is e il capolavoro di blues americano e il capolavoro di blues americano Fixin’ To Die di Bukka White, si infuoca con di Bukka White, si infuoca con Whole lotta love.
La band esce dal palco per poi rientrare nuovamente e impreziosire la serata con gli ultimi due brani: .
La band esce dal palco per poi rientrare nuovamente e impreziosire la serata con gli ultimi due brani: Pocketful of Golden sempre dal nuovo album e sempre dal nuovo album e Rock & Roll; la serata non si poteva concludere in maniera migliore!
Ore 23.30; usciamo da Piazza Duomo decisamente cambiati: siamo esaltati, entusiasti e consapevoli che quello a cui abbiamo assistito non è stato, come molti potevano aspettarsi, il solito nostalgico rocker degli anni’70 che vuole far ricordare quanto erano “giganti” i suoi Led Zeppelin (il pensiero va a quelle macchiette dei Rolling Stones!), ma un artista di levatura indiscutibile, che è riuscito anche ora, a distanza di decenni dal periodo di maggior gloria, a creare una novità, una bella novità.
📷C’è verita nella voce di Robert Plant, così come nei capelli, nello sguardo e pure nella bruttissima maglietta bianca che accentua le forme di un corpo che ha ceduto agli anni. C’è verità in quella voglia di sperimentare, di farsi accompagnare da musicisti capaci di muoversi nell’hard rock dei magnifici anni ’70, nel country, nel blues, nel ritmo della musica africana, nei suoni elettronici.
È da concerti come questi che si impara l’amore per la musica. Probabilmente il ricordo più bello che avremo di questo concerto è una bambina caricata sulle spalle dal papà, proprio di fronte a noi. Muoveva le mani a ritmo, ogni tanto si tappava le orecchie, ma sorrideva e con quelle piccolissime dita faceva le corna verso il palco! Lunga vita a lei, che la bella musica l’accompagni sempre.

In collaborazione con Emanuele Gessi.

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https://concertionline.com/concerti-rock/robert-plant-live-at-pistoia-blues-2014/

Manca poco alle 22 quando sul palco di Piazza del Duomo, davanti a più di 4000 persone urlanti il suo nome, compare Robert Plant e, ve lo assicuro, per un appassionato di rock ci sono pochi miti paragonabili a lui che può capitare di vedere a pochi centimetri dalla faccia: la folta chioma c’è ancora, anche se ormai imbiancata e lo spirito è ancora quello dell’indomita icona rock.

L’apparizione avviene sulle struggenti note di “Babe, I’m gonna live you”, ballata di Joan Baez che già gli Zeppelin avevano fatto propria e che i Sensational Space Shifters rileggono con altrettanta intensità; scontato dire i brividi che corrono sulla pelle dei presenti quando Robert inizia a cantare e a far presente a tutti come, malgrado gli anni, la sua voce sia ancora straordinaria, modellata e raffinata dall’età, che al contrario non ne ha infiacchito il timbro inconfondibile, come confermano anche i nuovi brani, “Rainbow” e “Little Maggie”, che saranno contenuti nel nuovo disco di Plant con i Sensational Space Shifters in uscita a settembre: si tratta di pezzi con forti accenti psichedelici, rock e ballabili al punto giusto; brani in cui si nota come l’ottima band inglese si sia messa al servizio della straordinaria vocalità dell’ex leader dei Led Zeppelin, che ne esalta ogni nota, regalando a dei brani validi quel quid in più che ti fa dire “wow!” di fronte a ciò che stai ascoltando.

Ovviamente però la folla attende di cantare a squarciagola soprattutto i vecchi brani dei Led Zeppelin e così ecco che arriva “Black dog”, riarrangiata in chiave blues, mentre la splendida “The Enchanter” fa da preambolo per una “Going to California” che fa ancheggiare tutti.

I volti sono sorridenti, Robert dal palco arringa la folla, presenta i musicisti e conferma una volta di più quanto sia felice di essere a Pistoia, “una città in cui son venuto così spesso che non mi ricordo…credo sia la mia quarta volta al Pistoia Blues!”, dice divertito.

Poi, dopo una strepitosa “Spoonful”, nell’arrangiamento del bluesman Howlin’ Wolf, che la rende magica e ipnotica (con Plant ovviamente a suo agio nel ruolo dello sciamano blues), ecco che arriva il gran finale, con due regali che fanno sobbalzare il cuore a tutti i fan del rock: “Whole Lotta Love” e “Rock’n’roll”, che Plant introduce dicendo: “chiudiamo con un vecchio pezzo folk tipico di Pistoia”.

E poi bam! E’ il rock’n’roll, bellezza!

Inutile dire che sentire certi brani da quella voce, live, è un’emozione indescrivibile…e, davvero, il tempo pare essersi fermato: sì, Plant ha i capelli bianchi, qualche chilo messo su con gli anni…ma quella voce, quella voce ancora così pulita, eppure vissuta nel trascorrere degli ultimi 40 anni, non ha davvero spiegazione, se non la cura di un professionista straordinario.

Oppure sarà frutto di un patto col diavolo? Misteri degli Zeppelin…


NON È FACILE INVECCHIARE CON GARBO.
BISOGNA ACCERTARSI DELLA NUOVA CARNE, DI NUOVA PELLE,
DI NUOVI SOLCHI, DI NUOVI NEI.
BISOGNA LASCIARLA ANDARE VIA, LA GIOVINEZZA, SENZA
MORTIFICARLA IN UNA NUOVA ETÀ CHE NON LE APPARTIENE,
OCCORRE FAR LA PACE CON IL RESPIRO PIÙ CORTO, CON
LA LENTEZZA DELLA RIMESSA IN SESTO DOPO GLI STRAVIZI,
CON LE GIUNTURE, CON LE ARTERIE, COI CAPELLI BIANCHI ALL’IMPROVVISO,
CHE PRENDONO IL POSTO DEI GRILLI PER LA TESTA.
BISOGNA FARSI NUOVI ED AMARSI IN UNA NUOVA ERA,
REINVENTARSI, CONTINUARE AD ESSERE CURIOSI, RIDERE
E SPAZZOLARSI I DENTI PER FARLI BRILLARE COME MINUSCOLE
CARICHE DI POLVERE DA SPARO. BISOGNA COLTIVARE L’IRONIA,
RICORDARSI DI SBAGLIARE STRADA, SCEGLIERE CON CURA GLI ALTRI UMANI, ALLONTANARSI DAL SÉ, RITORNARCI, CANTARE, MALEDIRE I GURU,
CANZONARE I PAUROSI, STARE NUDI CON FIEREZZA.
INVECCHIARE COME SI FOSSE VINO, PROFUMANDO E FACENDO
GODERE IL PALATO, SENZA ABITUARLO AGLI SBADIGLI.
BISOGNA CAMMINARE DRITTI, SAPER PORTARE LE CATENE,
PARLARE IN ALTRE LINGUE, DETESTARSI CON PARSIMONIA.
NON È FACILE INVECCHIARE, MA L’ALTERNATIVA SAREBBE
STATA DI MORIRE ED IO HO ANCORA TANTE COSE DA IMPARARE.

❤


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https://geirmykl.wordpress.com/2017/10/15/article-about-robert-plant-led-zeppelin-from-sounds-june-26-1971/?fbclid=IwY2xjawGIKqtleHRuA2FlbQIxMAABHXYpPU-QbSt_9HK31t-C5-aFqyojNwGV1DQLiR5BUDZ_UyiTClVSHRl_ZA_aem_mq6uIvYOwLg68S2JEKbBbw

ARTICOLO SU Robert Plant (Led Zeppelin) DA SOUNDS, 26 GIUGNO 1971


Proprio quando pensavi che questo blog avrebbe seguito una formula prevedibile mentre aspettavi il prossimo articolo del 1976, improvvisamente scuotiamo un po' le cose spostandoci indietro nel tempo. E quale band migliore per rappresentare uno scossone di questo? Mai timorosi di sperimentare, i Led Zeppelin erano i maestri della sorpresa e Robert Plant ha portato questo elemento di sorpresa nella sua carriera da solista molti anni dopo.
Goditi questo fantastico articolo di 46 anni fa e meravigliati del fatto che Robert Plant abbia pubblicato il suo nuovo album "Carry Fire" solo due giorni fa. Lo sta ancora facendo, ha ancora fame di creare! Un vero musicista e una leggenda vivente.

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Robert Plant nel talk-in

"A volte vorrei essere stato Elvis... o Superman"

Di Steve Peacock

Siete appena usciti dagli studi. Stavate registrando per il quarto album?
Sì, è quella lunga e lunga cosa di mixare un sacco di tracce. L'intenzione originale era di fare un doppio album, e poi abbiamo pensato "beh, non questa volta" - ma poi abbiamo continuato a dire "non questa volta" dal secondo album. Jimmy (Page) ha portato tutto il materiale al Sunset Sound di Los Angeles con un produttore molto famoso che ha detto che era LO studio, e ha fatto i mix. Abbiamo finito di registrare a febbraio e l'idea era di mixarlo lì e farlo uscire a marzo. Ma ha riportato indietro i nastri e suonavano terribilmente, quindi abbiamo dovuto ricominciare a mixare tutto da capo. È una seccatura doverlo fare due volte, ma ora stiamo arrivando alla fine.

Quindi è fondamentalmente Jimmy che produce l'album?
Be', ne discutiamo tutti, ma quando si tratta di metterlo giù è di solito lui a farlo. Sarò lì il più spesso possibile perché so esattamente cosa voglio, ma so che se non ci sono allora ci conosciamo abbastanza bene da sapere esattamente cosa vogliamo entrambi. Ma per me è davvero una questione di conoscere le cose al momento. Posso andare lì e sedermi per dodici ore e suggerire cose, ma mi piace essere di qualche utilità pratica. Tuttavia sono solo tre anni che sono in grado di abituarmi agli studi di registrazione. Sono dolori di crescita che ho ora.

DIFFICILE

I primi due album erano molto duri musicalmente, ma nel terzo c'era molta più roba acustica. Il nuovo segue quella direzione?
Non credo che ci sia qualcosa di prestabilito. Non ci inseriamo in uno schema e ci restiamo. La gente potrebbe volerlo, e altri potrebbero non volerlo, ma comunque cazzate. La maggior parte dell'atmosfera per questo nuovo album è nata in contesti che non avevamo mai incontrato prima: vivevamo in questa vecchia villa in rovina da qualche parte in campagna, non ricordo bene dove, e avevamo il camioncino mobile degli Stones, quindi l'atmosfera era... bang! così, e potevamo sentire i risultati immediatamente. Non c'era una grande scena nel tornare in studio e rifarlo perché avevamo tempo per sperimentare, specialmente con i suoni della batteria.
Abbiamo fatto questa cosa chiamata "When the Levee Breaks" che è un vecchio numero di Memphis Minnie, una cosa di Kansas Joe McCoy, e la batteria suonava in modo incredibile. C'era un segreto in cui ci siamo imbattuti, in realtà, che era solo un microfono, solo uno, e la rivelazione di scoprire che un microfono ne faceva più di circa 35 in uno studio ha creato davvero l'atmosfera; era entusiasmo. Tra tutti penso che ci siano circa tre o quattro cose tranquille... sono davvero migliorate molto - c'è una cosa chiamata "Stairway To Heaven" e una cosa chiamata "Going To California", ma ci sono anche delle belle cose forti, alcune davvero... non diciamo "pesanti", vero?

FIAMMA

Puoi dire pesante se vuoi.
Be', non so se lo facciamo. Ma è roba forte, ed è eccitante, e la fiamma sta davvero bruciando sempre più in alto. Ma probabilmente è meglio che restiamo fuori dai piedi e in silenzio, e poi quando uscirà l'album aspetteremo il torrente e la replica.

Pensi che quel genere di musica abbia successo in un album? Voglio dire, ovviamente fa salire la gente sul palco e ti fa provare quella sensazione, ma quando esce a freddo da un album pensi...
Sì, ma non è così semplice come uno, due, tre, quattro e via - non credo che sia mai stato così, perché "Communication Breakdown" all'inizio non era uno, due, tre, quattro e ci vediamo alla fine. Ci sono gruppi che lo fanno e che dovrebbero essere i nostri copisti e cose del genere, ma ascolti gruppi che sono "copisti" di te stesso e non succede niente. Voglio dire, avere persone che vengono e dicono che i Grand Funk sono i Led Zeppelin d'America e stanno davvero buttando giù gli Zeppelin dalla loro posizione - stai andando bene `per favore smettila, credo che tu abbia sbagliato'.

CALPESTARE

Ti piace davvero fare quelle cose acustiche?
A me sì, perché riesco a piazzare la chitarra in circa tre pezzi di questo album e significa molto per me essere coinvolto più che solo vocalmente, sapere di essere stato in grado di dare un contributo un po' di più. Ma possono essere così buone perché possono iniziare in un certo modo, e quando arrivi a farle sul palco sono quasi sempre come una cosa tipo stomp, e ti avvicina molto alla gente. Questo è tutto ciò che è veramente con noi, penso - solo dire bene, "Buonasera, e se non ridi e se non piangi, e se non urli, e se non ti lamenti, e se non discuti, allora non hai avuto il valore dei tuoi soldi". Non c'è storia.
Tutti si fissano con i critici e cose del genere, ma se lasciano che la gente faccia il suo dovere e lasciano che il pubblico paghi i suoi cinque scellini o sette e sei o quello che cerchiamo di mantenere e se ne escono dicendo qualcosa e ridendo, allora qualunque cosa sia, purché la gente ne ricavi qualcosa di positivo, allora abbiamo fatto il nostro lavoro.

Hai mai pensato di fare un album solista di roba che magari non esce con i Led Zeppelin, o sei soddisfatto dei Led Zeppelin come veicolo per tutto ciò che vuoi fare?
Può essere il veicolo per qualsiasi cosa che chiunque di noi voglia fare. John Paul si sta addentrando molto nella roba elettronica ora, il che all'inizio ho pensato fosse un po' duro. Ma ascoltandolo un po' di più e guardandolo un po' di più e conoscendolo molto di più... tutto si incastra. Non ci diamo sui nervi a vicenda, perché ogni volta che sentiamo di doverlo fare diciamo solo "Ci vediamo tra una settimana", quindi ogni volta che ci viene in mente una nuova idea viene masticata e masticata. Ecco perché la gente non può aspettarsi che ci atteniamo a "Whole Lotta Love" e cose del genere, perché qualcuno potrebbe arrivare a una prova o una sessione e dire "Che ne dici di questo?"
L'idea di un album solista viene ovviamente a tutti, ma il fatto è chi altro potrebbe suonarci a parte me? Ci sarebbero solo altre tre persone, ovvero Bonzo, Jonesy e Jimmy, perché sono i più abituati a quello che faccio, vocalmente e tutto il resto. Ho cantato con altre persone, persone che ho ammirato e cose del genere, ma c'è qualcosa che mi stimola quando noi (Led Zeppelin) facciamo qualcosa di buono e si trasforma in una cosa buona. Non intendo ripetere "Whole Lotta Love" ogni sera, ma potrebbe esserci una sezione nel mezzo che non è mai emersa prima, e a quel punto tutti si guardano intorno e dicono "Giusto", e partiamo da lì.

Tendi a fare cose come "Whole Lotta Love" molto spesso. È perché ti piace davvero o perché senti che te lo aspetti?
Beh, è ​​previsto, non è vero? Ma non è solo "Whole Lotta Love" perché dura sul palco forse quattro minuti, e per il resto, la costruzione che arriva in diverse parti in quei quattro minuti, la estende a una cosa da dieci minuti. Ma in quei dieci minuti, ci sono parti in cui il pubblico è in piedi e applaude, ci sono parti in cui forse staranno in silenzio, e ci sono parti in cui urlano a squarciagola. È così che è iniziato tutto, con cose come "Dazed And Confused" e "How Many More Times" - quando abbiamo registrato "How Many More Times" non sapevamo cosa avremmo fatto; conoscevamo il riff di base, ma non sapevamo che "The Hunter" sarebbe entrato, o "Rosie" - arrivano la sera, o arrivano durante la sessione.
Penso che sia per questo che stiamo ancora insieme e non ci lamentiamo l'un l'altro o cose del genere, perché sappiamo che ovunque sia, anche se è in Islanda, se all'improvviso ci imbattiamo in qualcosa... puoi sentirlo arrivare da dietro, il basso e la batteria si uniscono all'improvviso ed è come una grande stretta di mano tra i due e partono, e Jimmy e io restiamo a fare qualcos'altro. È come un bel puzzle. Ecco perché un album solista sarebbe inutile perché non ne metteresti insieme nemmeno la metà. Potresti portare tutti gli incredibili musicisti che ti piacciono, i Memphis Horns, chiunque, ma non otterresti un ronzio così forte. Io comunque non lo farei.

Non ti senti mai frenato da ciò che il tuo pubblico si aspetta, o pensi che ciò che vogliono è ciò che devi suonare?
Beh, non penso che ciò che vogliono sia ciò che dobbiamo suonare, perché non abbiamo dovuto suonare "Bron-Y-Aur Stomp" o "Friends" e cose del genere perché non ce lo aspettavamo, vero? E abbiamo ricevuto qualche critica per questo, anche se personalmente penso che quell'album (III) sia la cosa migliore che abbiamo fatto. Ma vedi, puoi arrabbiarti momentaneamente per le osservazioni, e probabilmente durante tutta questa intervista ti verrà da me, ma per tutte le persone che si sono lamentate e si sono prese la briga di scrivere sciocchezze ai giornali musicali, c'erano molte persone sorprese che ci fossimo presi così tanta briga per andare così lontano.

SCADENZA

Beh, certamente quando ho sentito che facevi cose del genere ho pensato bene, ora che si sono fatti un nome inizieranno a pensare a un ambito musicale più ampio.
È stato lì con James fin dall'inizio, perché in realtà era la sua concezione e rispetto alla mia le sue alternative erano numerose. Penso che probabilmente avrebbe potuto iniziare a fare qualcosa del genere, ma probabilmente non sarebbe stato così ampiamente accettato. È bello avere un pubblico e dire "Bene, vogliamo accontentare la gente" e ottenere il massimo da noi stessi, perché in realtà non c'è molto altro da cui trarre piacere a parte la musica e le arti in generale. Non puoi davvero presentarti un giorno e decidere di fare un album completamente acustico e scrivere dodici numeri acustici lunghi tre minuti. Ma non è che debba essere acustico... in questo nuovo album i numeri elettrici sono, ai miei occhi, molto meglio di quelli precedenti. Forse non sono così immediatamente commerciali, ma se li ascolti abbastanza a lungo penso che ci siano molto più pensiero e molta più maturità in loro.

MERCATO

Quanto i Led Zeppelin sono orientati al mercato commerciale nel loro complesso? Voglio dire, quanto questo entra nel tuo pensiero quando scrivi una canzone o fai un album o ti esibisci sul palco?
Beh, sono tre cose molto diverse. Scrivere una canzone, tutto ciò che è è che sei in un certo stato d'animo e qualcosa inizia a uscire. Potrebbe non raggiungere mai un pubblico e ci sono cose che non hanno raggiunto il pubblico. Se alla fine di una canzone è una benzina allora è sull'LP, e se è una benzina a cui vogliamo pensare un po' più a lungo allora non lo è, o forse non c'è spazio per essa nell'album. Scrivere una canzone è l'ultimo posto in cui inizierai a pensare a 2 x 20.000 persone al Madison Square Garden. Qual è stato il secondo?

Fare un album.
Fare un album è un caso di creazione della tua idea personale di cosa sia la perfezione a quel punto. Voglio dire, con il terzo album, ho versato un paio di lacrime perché ne ero così felice, ma molte persone non lo erano, quindi questa è una prova del suo budino.

FARSA

Non pensi consapevolmente ``non possiamo usarlo perché...''
Oh Cristo! Sarebbe inutile che io ti parlassi se fosse così, non è vero? Se fosse così, vorrei essere in prima pagina sul ——– ogni settimana (Robert ha menzionato il nome di un giornale di musica, ma, sempre fedeli all'etica giornalistica che ``cane non morde cane'', l'abbiamo omesso). Ho visto persone, bada bene, che si preoccupano della posizione delle loro chitarre prima di salire sul palco a "Top Of The Pops" - e c'è un'altra farsa. Bonzo e io ci siamo andati l'altra sera, e siamo entrati nel bar, e c'erano dei venditori di dischi ovunque. Non c'è stata conversazione - l'intera cosa puzzava. Temo che siamo diventati discutibili, perché più andava avanti più pensavo `perché?`, e `Quando parte il treno per Worcestershire?`, e `Comunque come sono entrato qui?`, e sono entrato perché ho detto che ero Mickey Most comunque, e loro non sapevano che non lo ero. Mi spareranno la prossima settimana. Ma tutta la faccenda ha rappresentato esattamente quello che stavi dicendo, a cosa pensiamo? E non ci pensiamo. Non puoi perché se lo facessimo, a quest'ora mi sarei già fatto qualcosa di veramente stupido. Questo è The Business.

IMPRESSIONARE

E quando sei sul palco e ci sono tutte queste persone che sono venute a vedere i Led Zeppelin che conoscono; non ti senti mai tentato di scioccarli e fare qualcosa di completamente inaspettato da parte tua? O è molto importante per te suonare per il tuo pubblico, suonare per quello che vogliono?
Non credo che tu possa decidere quando salire sul palco. Voglio dire, non puoi negare che quando sei in una posizione per impressionare allora dai loro tutto quello che hai - tutto, tutto quello che hai. Ma l'umore cambia così spesso nel giro di tre ore - ti senti distrutto in un posto o forse ti gira la testa in tondo - ma c'è una parte, cinque minuti dopo mentre si sta sviluppando in cui all'improvviso ti ritrovi coinvolto, e ci vai su e te ne vai da qualche parte.
È solo un caso di luci e ombre in realtà, e il pubblico è lì come un telo nero per le tue luci e ombre in modo che possano o eccitarsi o accontentarsi. Non c'è premeditazione, c'è il fatto che "Whole Lotta Love" arriverà da qualche parte verso la fine della serata, ma non altrimenti.

Sì, ma elimineresti "Whole Lotta Love", per esempio?
No. Perché molte persone sono venute perché gli piace, e non hanno avuto il tempo di ascoltare "Friends" e "Celebration Day"... ma "Whole Lotta Love" deve esserci per coinvolgere tutti. Ah, questa è un'affermazione avventata. Per coinvolgere le persone che non sarebbero venute solo per ascoltare le altre cose.

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VICHINGO?

Pensi che facendo "Whole Lotta Love" puoi portare le persone a cose a cui forse non avrebbero pensato?
Per dare loro la possibilità di ascoltare cose che noi riteniamo valga la pena di ascoltare, al contrario del semplice cliché... quello che è diventato il nostro inno nazionale. Ma non dimenticare che nell'ultimo anno agli occhi della stampa sono passato da una fottuta entità preraffaellita a un guerriero vichingo o qualcosa del genere, quindi sarebbe davvero bello che smettessero di pensare a tutto questo e ascoltassero semplicemente cose a cui prima non avrebbero pensato due volte. Sono molto più irremovibile ora quando canto cose come "That's The Way" di quanto non lo fossi mai stato quando l'ho registrata, e ho visto persone eccitarsi per il fatto che sottolineo le parti che ritengo abbiano bisogno di essere enfatizzate, e sento che torna.
Ma poi lo sento tornare da "Whole Lotta Love" perché è un climax, non è il miglior climax che il gruppo avrà mai, ma è bello vedere persone che raggiungono l'orgasmo in ogni modo possibile intorno a te. Davvero, quando le persone pagano, e non puoi davvero dire che possono farla franca senza pagare, dovrebbero essere in grado di avere ogni aspetto, ogni stato d'animo, ogni angolazione, per tre ore TU. Non "come ti sembra?"

Ci sono momenti in cui il tuo spettacolo, il modo in cui ti muovi, sembra un po' forzato, tutta quella roba con i supporti per microfono. Ammetto che ora non è più così tanto, ma ai primi tempi, come quel primo tour con i Liverpool Scene e Bloodwyn Pig...
Sì, beh, quello è stato il primo che abbiamo mai fatto. A quel punto ero un cantante, punto e basta. Cosa potevo fare quando avevo tre persone intorno a me che ci davano dentro? Mi sono emozionato, e quando ti ecciti puoi girare e girare in tondo, voglio dire, sono corso dietro agli amplificatori e mi sono appoggiato agli amplificatori e ne ho fatto saltare uno perché era così bello, ma non puoi andare in giro e avere un piccolo manuale di pose originali quando ti stai emozionando. Se non mi emozionassi, lascerei il gruppo domani. Quindi in realtà queste cose premeditate sono solo... beh, so dannatamente bene che non lo sono (premeditate) e non credo nemmeno che sembrino così. È solo un'altra estensione di questa cosa vocale-pensiero-movimento-pubblico, è il contatto supremo. Abbiamo perso molto nel corso degli anni nel contattarci l'un l'altro, raggiungendoci l'un l'altro attraverso mezzi diversi dalla parola, e non è una pagina di un libro di erotismo quando ballo in giro, è solo `Beh, fantastico!`

STRETTA

Cosa provi ora a cantare un testo come "Squeeze my lemon `till the juice runs down my leg"?
Penso che un tempo fosse poesia. Nel suo contesto originale, quell'album di Robert Johnson, "Travellin` Riverside Blues" - stavo ascoltando l'album l'altra sera e mi sentivo così orgoglioso di possederlo, e quel verso "squeeze my lemon `till the juice runs down my leg" era semplicemente indicativo di quella persona, Robert Johnson. Quando lo abbiamo registrato era a Los Angeles ed era un periodo in cui c'era molto looning - e c'era molto looning in corso - ed era uno di quegli stati d'animo in cui entri quando tutto è roseo e splendente, e quindi un testo come quello arriva all'improvviso. È preso in prestito, lo ammetto, ma perché no? Mi piacerebbe davvero pensare che qualcuno che ha sentito questo e poi ha visto qualche critico intelligente scrivere di Plant che vive alle spalle del di gran lunga superiore Robert Johnson, o qualsiasi cosa abbiano da dire per mantenere il loro lavoro, andrebbe ad ascoltare Robert Johnson come risultato. Ma vorrei averlo scritto io, davvero. A volte vorrei essere stato Elvis... o Superman, o quel tizio nei cartoni animati di San Francisco che finisce sempre in un vicolo con una tipa con le gambe in aria.
Ma Robert Johnson... solo lui, la simpatia tra chitarra e voce, tutta l'atmosfera di un disco che è stato fatto in qualche retrobottega - puoi farlo con John Lee Hooker e sono 40 minuti di noia per metà del tempo, a volte. Ma questa cosa di Robert Johnson è stata una dichiarazione completa e assoluta. È stato quasi l'innovatore del walking bass e di tutto quel genere di cose da cui sono cresciuti Tommy McClennan e Muddy Waters. Tommy McClennan in particolare è arrivato dopo e ha detto bene, ecco, questo è il blues personale definitivo. Ma "spremi il mio limone" - vorrei riuscire a pensare a qualcosa del genere io stesso. Ma non è bello farlo di questi tempi, te ne rendi conto, vero? Se fossi stato Elvis Presley avrei potuto fare qualcosa del genere, ma lui ha capito Arthur Crudup. Avrei potuto essere semplicemente un tizio alla Robert Johnson.

GLORIA

Cosa pensi che abbiano ottenuto i Led Zeppelin dopo tre anni di fenomenale successo in termini di celebrità, o come preferisci chiamarla - reazione del pubblico?
Beh, spero che ormai abbiamo fatto capire che niente è la norma, che niente deve essere uguale la prossima volta. Non ci siamo categorizzati. E non penso che ci siamo lanciati sul pubblico tanto quanto molte altre persone che dicono di non averlo fatto - non ci mettiamo sulla strada della gloria. Ma tre anni sono un lasso di tempo così breve per iniziare a fare una valutazione grandiosa. Abbiamo avuto l'opportunità di essere delle super-duper star incredibili, e avremmo potuto vivere di questo molto più di quanto abbiamo fatto, ma penso che sia solo una questione di trattenersi tutto il tempo perché se prendi le redini che ti vengono date, finisci per distruggerti - esagerando, giocando troppo, vivendo troppo, e scoprendo all'improvviso che le cose del tuo passato non si adattano affatto a quello che stai facendo ora. Perciò è molto meglio per me tornare a casa ed essere come sono stato per anni e anni e anni, poi creare un nuovo essere da me stesso...
Non mi sono posto nessun tipo di posizione, e non mi considero come questo o quello. È facile dire di no e di sì, ma penso che se continuo così il nostro successo durerà a lungo, almeno spero. Ma comunque, la nostra abilità aumenterà e questa è la cosa principale. Non perderò di vista la terraferma, non credo, anche se ho visto molte persone farlo.

UCCELLI DA GIARDINO

È vero che i Led Zeppelin furono originariamente formati da Jimmy, per fare soldi sul mercato rimasto aperto in America quando gli Yardbirds si sciolsero?
No, non proprio. Quello che accadde fu che Jimmy non voleva fare le valigie del tutto, ma Relfy e tutti gli altri sì, e le cose che facevano gli Yardbirds erano entusiasmanti: il fatto che fossero state trascurate in Inghilterra e che gli Yardbirds avessero trascurato anche l'Inghilterra era, tra l'altro. Gli Yardbirds non erano la cosa più importante in America, ma erano quasi gli innovatori di qualcosa che aveva un odore rinfrescante per il pubblico americano. Le idee che aveva Jimmy erano sue, alcune delle quali aveva tirato fuori dagli Yardbirds, altre no. Le sue idee erano fresche e mi entusiasmavano, e le idee che avevo avuto, a livello di testi, non dovevano coincidere con quello che stava facendo lui: avrebbero potuto essere totalmente diverse, e se lo fossero state, immagino che il gruppo sarebbe stato completamente diverso.
Ma ci siamo uniti e avevamo comunque gli stessi gusti e antipatie, e bla, bla, lo sai già perché l'hai letto un milione di volte. Ma il punto era che se quella fusione non fosse stata come è stata, saremmo potuti essere come chiunque altro, Edmundo Ross se vuoi. Non doveva essere come è andata a finire, perché non puoi dire a qualcuno come scrivere una canzone. Se fossi stato un tipo di persona diverso o se qualcun altro nel gruppo fosse stato solo un po' diverso, sarebbe stato un altro paio di maniche.

COPIE

Sì, ma ti avrebbero chiesto di unirti al gruppo in quel caso? O Jimmy voleva che quel genere di persone formassero una band che suonasse quel genere di musica?
Beh, non pensi che Jimmy mi abbia chiesto di unirmi al gruppo prima di avermi visto lavorare, vero? Voglio dire, non ha detto `Ti prendo, ora cosa puoi fare?`

Ovviamente no, ma il punto che sto cercando di sottolineare è che è una storia accettata che il gruppo si sia formato per questo motivo, per colmare il vuoto lasciato dagli Yardbirds, qualunque cosa sia diventata ora.
La gente lo ha detto, ed è stato detto dalle persone che dicono cose per noi, ma è qui che perdi l'artista o la persona che è direttamente coinvolta. Questo è stato il caso in quanto Jimmy voleva continuare come gli Yardbirds con una cosa potente. Le sue alternative erano fantastiche e so che a un certo punto probabilmente voleva fare qualcosa all'altro estremo della scala, cosa che probabilmente avrebbe fatto altrettanto bene. Ma non si trattava di colmare un vuoto: era il fatto che andai da Jimmy e per quello che aveva scritto e per quello che stava suonando il gruppo è venuto fuori come è venuto fuori.
Se fosse stato semplicemente un vuoto da colmare sarebbe stato facile prendere ogni cliché, tutto dagli Yardbirds, tutto da tutti gli altri che stavano svanendo o scherzando, e costruirci qualcosa sopra. Ho visto molti gruppi fare così, molti gruppi che dovrebbero essere copie dei Led Zeppelin, e puoi prendere così tanto, ma questo non ti rende originale. E penso che lo fossimo (originali), nonostante gli orientamenti che c'erano, e ci saremo sempre perché devo ascoltare i suoni e non posso evitarlo.
Ma non siamo stati creati principalmente per colmare quella lacuna. Sebbene fosse la mia prima possibilità di fare qualcosa di costruttivo con persone affermate, a parte Alexis (Korner) e gente del genere, non avrei potuto cambiare dopo tutti quegli anni di battaglie e di affermazioni di credere in quello che stavo facendo. Avevo i Band of Joy, e non riuscivamo a fare molti concerti nelle Midlands, e alla fine abbiamo fatto Middle Earth e cose del genere, quindi ero stato irremovibile per così tanto tempo sul fatto che sarebbe stato inutile per me fare qualsiasi cosa, accettare che mi venisse detto di fare qualsiasi cosa, solo per colmare quella lacuna.
È un punto sottile e mi ci vorrebbe molto tempo, e dovrei conoscerti da molto tempo, prima di poterlo spiegare nei minimi dettagli, ma è qualcosa che non deve essere semplicemente dichiarato come un fatto. Non è così semplice.

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Ho personalmente trascritto questo dal documento originale. Eventuali errori nel testo della rivista originale potrebbero non essere stati corretti per motivi di accuratezza. Se hai una pagina web relativa alla musica in cui questo si adatta, per favore crea un collegamento all'articolo. Con i crediti all'autore originale dell'articolo da parte di tutti noi appassionati di musica!


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