domenica 7 giugno 2020

Michael Jackson - Smile NOTE..

..pensieri felici..a volte offuscati ma sempre leali e dipinti di arcobaleno..

"..sono nato quasi per caso..
ho vissuto spesso avvolto dal dolore
quello intenso del cuore
che si manifesta in ogni secondo del tempo..
ho combattuto per non essere sopraffatto da pregiudizi
e per condividere
la mia diversità
nel percepire il respiro del Mondo..
vivo intensamente la mia anima libera
affinchè il mio cuore
sia sempre battito d'amore..
e viver
per essere parte dell'abbraccio
dell'altrui cuore.."
è uno dei tanti pensieri racchiusi nel mio diario
emozioni di penna..si..
ma soprattutto di cuore...
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 OPINIONISTI: J. Vogel - C. Thomson - Syl Mortilla - D. Shields - Dancing with The ElephantI


SEGUE PARTE 1....

J.VOGEL

CONTINUA.....


L'Abuso Culturale di Michael Jackson - di Joseph Vogel"Sono io il mostro che avevi immaginato?"


In queste ultime settimane, abbiamo ripetutamente sentito puntualizzare: non è Michael Jackson che è sotto processo, ma il Dott. Conrad Murray. Noi naturalmente, conosciamo la realtà. Questo è il "Processo per la morte di Michael Jackson." Lui come sempre è l'evento principale, lo spettacolo allettante. E' Michael Jackson che è sotto il microscopio come noi, indaghiamo, ancora una volta, attraverso la sua casa, la sua cartella clinica, il suo corpo. E mentre il vasto pubblico è molto più comprensivo ora che Jackson è morto, rispetto al passato, lui è ancora soggetto a minuziosi indagini e giudizi senza fine.

Che cosa importa tutto ciò, ora che l'uomo stesso non può sentire l'abuso? Alla persona media dovrebbe importare se una "celebrità" come Jackson è trattata con indifferenza o insensibilità? Progetti come "Voices", la cui serie "Words and Violance" evidenziano la direzione preoccupante della nostra dissertazione sociale, dice di sì. Le parole contano. Non importa la questione dell'obiettivo. Le parole, come abbiamo visto con la recente attenzione sul bullismo giovanile e i suicidi, possono condurre a devastanti tragiche fini.

Le parole possono anche essere utilizzate per ispirare e guarire.






Michael Jackson lo sapeva bene. Nel 1988 fece amicizia con Ryan White malato di AIDS, un giovane ragazzo espulso dalla sua scuola in Kokomo, Indiana, e causa di implacabili aggressioni verbali e minacce di violenza. Jackson, disse che R.White lo faceva sentire normale. "Michael non si curava della razza, del colore della pelle, dell'handicap o della malattia", ha ricordato la madre di Ryan White, Jeanne. "[Lui] ha effettivamente amato tutti i bambini".

White è uno delle migliaia “outsiders” di cui Jackson si prese cura, aiutò e trattò con gentilezza. Lui s'identificò con loro. Comprese il loro dolore e la solitudine. Provava empatia per la loro lotta di vivere in un mondo che ha rifiutato di accettarli per quello che erano, a causa della malattia, dell'aspetto fisico, della razza, dell'orientamento sessuale o per altre ragioni.

Fin da ragazzo, Jackson era dotato di questa sensibilità. Ascoltate la canzone "Ben". C'è un'autentica sofferenza e compassione nel modo d'esprimersi di Jackson ("Non vedono te come ti vedo io / vorrei che essi tentassero"). La canzone può essere considerata come una delle prime asserzioni artistiche di Jackson in favore degli emarginati e incompresi. A questa ne seguirono molte altre.

Il ruolo "outsider" di Jackson può essere iniziato nell'infanzia (poiché non c'è mai stato un periodo in cui Jackson si sentisse "normale" e mai un momento che sia stato percepito come tale). Eppure l'intensità e l'ostilità causata dalla sua differenza sono cresciute col passare del tempo. Nel saggio del 1996, "The Celebrity Freak: Michael Jackson Grotesque Glory", David Yuan ha sostenuto che Michael Jackson era definito il "freak" del nostro tempo. Nessun'altra figura pubblica nel mondo evocava lo stesso livello di ridicolo, di giudizio e d'iper-interrogazione. Già nel 1985, Jackson era stato etichettato come "Wacko Jacko" dai tabloid, un termine che ha sempre disprezzato. Dalla stampa, è stato spesso descritto come "bizzarro", "strano" e "eccentrico". Effettivamente, c'era poco che lui avesse detto o fatto dalla metà degli anni '80 in avanti che non è stato descritto in questi termini da parte dei media.

Jackson è stato deriso incessantemente per la sua malattia della pelle, la vitiligine, che la maggior parte della gente non credeva fosse vera fino a quando è stato confermata definitivamente dalla sua autopsia. E' stato deriso per il suo amore per gli animali, per il suo amore per i bambini, per il suo amore per il pianeta. E' stato deriso per i suoi matrimoni, per i suoi tre figli, per la sua casa di Neverland. E' stato deriso per la sua sessualità, la sua voce, il suo comportamento fanciullesco. Nemmeno le notizie sulle recensioni della sua musica non hanno potuto resistere a riempire la maggior parte dello spazio con pseudo-psicoanalisi e aggressioni personali. E lecito dubitare che questo trattamento da parte dei media e della cultura nel suo insieme fosse abusivo?








Certamente la vittima di questi attacchi disumanizzanti si è sentito così. Ascoltate le parole delle sue canzoni. In "Tabloid Junkie", lui descrive i mass media come "parassiti" che succhiano la sua vita, drogando / distraendo il pubblico con una dose costante di sensazionalismo. In "Stranger in Moscow" è un artista in esilio, consumato ed estraniato dal suo paese natio. "Stavo vagando sotto la pioggia", canta nel ruolo di solitario vagabondo, "Maschera della vita / Sentimento folle".

In "Scream" è così stanco di essere maltrattato, che supplica: "Oh, fratello per favore abbi pietà perché non ce la faccio più." La canzone, serve anche comunque, come veicolo di forza e risoluzione ("Kickin 'me down / I Got To Get up "). Michael e la sorella Janet sferrano un contraccolpo feroce a un sistema che giustamente vedono come corrotto e ingiusto. "Stai svendendo anime", canta Janet in un verso, "devo diventare più forte." E' una canzone provocatoria sulla sopportazione della crudeltà, anche quando il dolore e l'indignazione sono così profondi che possono essere espressi soltanto in un grido gutturale.

In molte canzoni, Jackson usa la sua musica come una chiamata di raduno in favore degli altri che sono stati maltrattati. In "They don’t care about us", si fa testimone per i diseredati del diritto di voto e gli umiliati. "Dimmi cosa ne è stato dei miei diritti", canta "Sono invisibile? Perché mi ignori?" "Little Susie" richiama l'attenzione sulla condizione difficile dei trascurati e abbandonati, raccontando la storia di una giovane ragazza i cui doni passano inosservati finché non viene trovata morta in fondo alle scale nella sua casa ("Lift her with care," Jackson canta: "Oh, the blood in her hair"). "Earth Song" offre un lamento epico in nome del pianeta e i suoi abitanti più vulnerabili (rappresentati da un grido appassionato del coro, "Cosa ci è successo!").
Con tali canzoni (come pureconlasua vitaepersona), Jackson si è trasformato inuna sorta di rappresentante globale "dell'altro".





I mass media, tuttavia, non hanno mai avuto molto riguardo per le diversità di Jackson, come hanno avuto poco riguardo per gli "altri", di cui lui ha parlato nelle sue canzoni. Piuttosto, hanno trovato un resoconto che era semplice e proficuo - Jackson come "freak" eccentrico, attaccandolo per quasi tre decenni, aumentando gradualmente la posta in gioco.

Forse la risposta più coercitiva di Jackson alla percezione pubblica l'ha evidenziata, nella sua trilogia di canzoni in stile "Gotico": "Ghosts", "Is It Scary", e "Threatened". E' qui che Jackson tiene uno specchio rivolto verso la società che lo disprezza e chiede di guardare il proprio riflesso grottesco. "Is it scary for you!" domanda. Le canzoni e le loro rappresentazioni visive, non solo sono acutamente consapevoli di sé, ma dimostrano una comprensione accorta delle forze malevoli che lo circondano e tormentano.

Nel cortometraggio, Ghosts, il sindaco di Normal Valley (una figura di autorità conservatrice ispirata, in parte, dal procuratore distrettuale di Santa Barbara, Tom Sneddon) schernisce il personaggio di Jackson: "Freaky boy! Freak! Circus freak !" In modo interessante, è lo stesso Jackson (travestito da Sindaco) che esprime queste parole, e si può sentire il modo in cui sono state interiorizzate. Sono insulti destinati a segnare, emarginare e umiliare (in ultima analisi, era lo scopo della caccia alle streghe del 1993 e 2005). Per il sindaco, la presenza di Jackson nella comunità è intollerabile. Jackson non ha fatto alcun male, è semplicemente che lui è diverso e la differenza è percepita come una minaccia.

In espressioni così artistiche, Jackson chiaramente riconosce quello che stanno facendogli. Lui è delineato da forze esterne. E' un fantasma immaginato nelle loro menti. Mentre canta in "Is It Scary", "E se vuoi vedere / stranezze eccentriche / sarò grottesco davanti ai tuoi occhi." Sarà grottesco, in altre parole, perché questo è ciò che la gente "vuole vedere". Ed è come sono stati condizionati a vedere. Più avanti nella canzone, anticipa le reazioni del suo pubblico, chiedendo: "Ti sto divertendo / o ti sto confondendo / Sono io il mostro che avevi immaginato?" E’ divenuto qualcosa meno dell'essere umano? Perché questo? E' il suo aspetto fisico? La sua identità ambigua? La sua storia di vita inusuale? Non c'è dubbio che Michael Jackson era diverso. La domanda è perché questa "differenza" ha esortato tale discredito e un abuso fervente.

Una delle qualità straordinarie della vita e del lavoro di Jackson, comunque, è che rifiuta di transigere alla sua "differenza". Non diventa mai "normale", come il termine è interpretato per esempio dal sindaco di Normal Valley. Lui non si conforma alle aspettative. Piuttosto, è fedele a se stesso e ostenta la sua unica e complessa identità, alla frustrazione di chi vorrebbe che si adattasse a codici più prevedibili. La sua diversità, come nota Susan Fast, era "impenetrabile, incontenibile, e ha generato enorme ansia. Michael, per favore puoi esser nero, o bianco, o gay o etero, il padre o la madre, padre biologico, non essere un bambino, così almeno sappiamo come convogliare le nostre liberali (in) tolleranze. Puoi cercare di non confondere tutti i codici simultaneamente".

Anche dopo più di due anni dalla sua tragica scomparsa, sembra, che molte persone non sappiano cosa fare di Michael Jackson. Egli si riduce, perciò, a facili etichette come "drogato" di farmaci. Un'immagine del suo corpo esamine è cinicamente ostentata sui siti di notizie. E' un comportamento crudele e ingiurioso mascherato come "normale". Jackson forse ha scelto proprio il medium del gotico per reagire. E' stato un espediente per capovolgere la situazione, per rappresentare simbolicamente il mondo come spesso lui lo percepiva: mostruoso e grottesco. Le sue "storie di orrore" certamente non avevano soltanto lo scopo di intrattenere.

"I Freaks sono nominati freak", ha osservato l'autore James Baldwin, e sono trattati principalmente in modo obbrobrioso. Sono gli esseri umani che evocano, dal profondo interiore, le paure e i desideri più reconditi". Nel caso di Jackson, "paure e desideri" erano molteplici, incluso la competizione, la sessualità, i soldi e il potere. Jackson quando divenne il magnete simbolico furono proiettate su di lui molte di queste ansie culturali, ma è stato anche una persona reale che cercava di vivere la sua vita. Verso la fine del brano di "Is It Scary", spiega, "Non sono quello che si cerca di me", prima di rivelare all'ascoltatore compassionevole: "Ma se sei venuto per vedere / la verità, la purezza / si trova qui dentro un cuore solitario".






Ironicamente, è nella "performance" della sua arte che troviamo "la verità e la purezza". Ciò è, dove esorcizza i suoi demoni, in cui è trasfusa la sua angoscia in energia creativa. Dove crollano le pareti e si toglie la maschera. Per il mondo esterno, può sembrare solo uno spettacolo, una caricatura, un capriccio, ma qui, finalmente, nella sua musica, mostra la sua anima. Lui è un essere umano.

La domanda è: Che cosa vediamo?

Fine



Joseph Vogel è l'autore di Man in the Music: The Creative Life and Work of Michael Jackson, pubblicato il, 1 novembre 2011.




Fonte:

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Traduzione



http://www.mjjforum.it/forum/labuso-culturale-di-michael-jackson-di-joseph-vogel-t20200.html

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..il mio abbraccio del cuore per te Emanuela Arezzi..grazie
per questa tua nota..e per il grande lavoro che hai fatto
anto
NEVER CAN'T SAY GOODBYE -di Katherine Jackson
10 giugno 2015 alle ore 21.54
NEVER CAN'T SAY GOODBYE
Katherine Jackson
Questo libro è dedicato alla memoria del mio amato figlio, Michael Jackson. Queste pagine contengono fotografie di famiglia tratte della nostra collezione privata,e sono illustrate con dei miei pensieri personali su Michael,dalla sua più tenera età fino ai fasti della sua straordinaria carriera.
Nel corso della vita di Michael, ho sempre tenuto per me le mie considerazioni circa mio figlio. Ora, dopo la sua morte,ho deciso di condividerle per 2 motivi:innanzi tutto,spero che questo libro metta in luce l'uomo che Michael era realmente, l'uomo che io ho sempre conosciuto. Condividere i miei ricordi con i fans di Michael è il mio modo per trasmettere il suo messaggio e la sua eredità in un modo che certamente lui avrebbe approvato. La mia speranza è che i fans conoscano il “vero” Michael, piuttosto che la persona che i media hanno sempre descritto. Coloro che conoscevano bene mio figlio affermano che Michael è stata la persona che egli avevano sempre desiderato conoscere, una delle migliori,egli amava tutti, era un buon padre e un ottimo figlio. Michael era generoso,gentile,premuroso,divertente,intelligente,caloroso ed estremamente umile
I suoi atti di bontà e generosità erano qualcosa di cui (i media) hanno appena accennato,ma in realtà egli è stato uno dei più grandi filantropi del nostro tempo. Ad un certo punto della sua vita, egli era attivo in 39 enti umanitari e Il Guinnes lo ha premiato per le sue donazioni nel mondo filantropico. Michael vedeva solo il buono nelle persone e si fidava di tutti, specialmente nella prima parte della sua carriera,e questo, talvolta, gli ha causato solo dolore perché infine veniva tradito. La maggior parte di quello che ho letto o che ho ascoltato su Michael nei mezzi di comunicazione non era la verità-mi riferisco in particolar modo alle accuse di pedofilia. Evan Chandler, il suo primo accusatore,si è recentemente suicidato. Anche se non so i motivi reali per cui l'ha fatto, voglio credere che sia stato per i rimorsi di coscienza,voglio credere che non sia stato più in grado di continuare a vivere tranquillamente dopo aver distrutto la vita e la carriera di un uomo innocente. Michael amava i bambini e ha sempre lavorato scrupolosamente e con passione per migliorare la vita dei bimbi meno fortunati..l'ultima cosa che avrebbe potuto fare era quella di danneggiare un bambino innocente. Il secondo motivo per cui ho scritto questo libro è perché voglio celebrare l'artista notevole che mio figlio Michael è stato, e riconoscere il contributo che in tutta la sua vita ha dato alla musica, all'arte, alla gente e al pianeta. Michael credeva veramente di poter guarire il mondo attraverso la musica. Amava stare sul palco e fare quello che amava fare, ed io sono felice che ha condiviso i suoi doni con i suoi fans che lui amava molto profondamente. Oltre le nostre difficoltà,la nostra famiglia ha amato Michael teneramente e ognuno di noi condivide un legame speciale con lui. Attraverso i nostri ricordi,il nostro amato Michael ci sarà per sempre
Ho sempre pensato che Michael avesse talento, ma non avevo idea che avrebbe raggiunto il livello di successo che ha ottenuto. Sia io che mio marito Joseph,siamo cresciuti con una grande passione per la musica. Da bambina, mi piaceva cantare con mia sorella e Joseph aveva formato una band con il fratello. Poco dopo esserci sposati, la nostra casa a Gary nell' Indiana, risuonava di country, blues e jazz, e tutti i nostri nove figli, si sono appassionati di musica. Michael è nato con il ritmo nel sangue,fin da bambino era evidente che amava la musica e la danza. Avevamo una lavatrice che faceva un rumore terribile quando faceva il risciacquo, Michael voleva essere seduto sulla lavatrice: aveva il biberon in bocca e ciucciava e quando c'era il risciacquo, lui danzava, danzava nel pannolone al ritmo della lavatrice. Ancora prima che cominciasse a dire le sue prime parole, lui rispondeva molto bene al suono, capimmo allora che la musica era in lui. La nostra, era una famiglia di musicisti, non era insolito trovare Joseph e me in giro per il paese a cantare, quando eravamo sposini,non ci davamo molti soldi però per esibirci. Ricordo quella volta che il nostro televisore si ruppe, non ci potevamo permettere di farlo riparare e così,incoraggiamo i ragazzi a cantare insieme a noi, musica popolare, artisti come i Temptations. A causa della passione musicale di Joseph e delle mie giornate passate a suonare il clarinetto nella banda della mia scuola, abbiamo sempre avuto strumenti musicali in giro per casa. I nostri ragazzi sono stati incoraggiati a sperimentare la musica fin da piccolissimi. La prima cosa che notai, fu il talento di Tito: prendeva di nascosto la chitarra di Joseph,mentre lui era al lavoro in acciaieria, poi i ragazzi se la prestavano fra di loro e intuitivamente impararono a comporre sia la musica che le parole. Non passò molto tempo prima che Joseph scoprì il talento dei suoi figli e decise di formare un trio con i nostri tre figli maggiori, , Tito, Jackie e Jermaine alla voce solista. Marlon e Michael divennero presto abbastanza grandi per unirsi a loro: Joseph ribattezzò i ragazzi con il nome di “Jackson Five” nel 1964. Dopo aver realizzato che i ragazzi aveva davvero un grosso talento e avrebbero potuto realizzare grandi cose,mio marito lasciò il suo lavoro in modo da potersi dedicare interamente alla preparazione del gruppo. L'estensione vocale di Michael era in continua evoluzione,naturalmente andava verso quello che diventerà la firma del gruppo. A quel tempo, mio marito non era d'accordo che Michael diventasse la voce solista del gruppo, perché lo riteneva troppo piccolo per sostenere il centro della scena,ma alla fine lo convinsi affinché Michael affiancasse Jermaine. Sotto la direzione di Joseph,i ragazzi suonavano 3 volte la settimana in alcuni locali fra Gary e Chicago. Joseph era convinto che, una volta trovato il giusto contatto nel mondo dello spettacolo, i ragazzi avrebbero ottenuto il successo che si meritavano. Il gruppo, quindi, cominciò a farsi notare, e poco dopo, una delle maggiori etichette discografiche del nostro Paese, la Motown Records, si interessò a loro, ma Joseph, essendo un uomo d'affari molto scettico, voleva rinunciare all'accordo, ma quando i termini contrattuali furono vantaggiosi per la nostra famiglia,accettò l'offerta di collaborare con Bobby Taylor. A seguito di tale decisione, i ragazzi si sono trovati subito in studio per incidere il loro primo disco. Ci siamo trasferiti dall'Indiana in California nel 1968. Joseph e i ragazzi erano in tour per tutto il Paese ed io rimasi a casa con Janet,LaToya, Rebbie e Randy (Randy si unì alla band nel 1975).Una casa silenziosa era un cambiamento drastico per me ... Mi mancavano le cene con tutta la famiglia, un'usanza che avevamo tutte le sere prima dell'inizio della carriera dei ragazzi. Mi trovavo spesso a desiderare di poter tornare a Gary per poter passare di nuovo più tempo con i miei figli..non avevamo molti soldi, ma avevamo dell'altro. All'inizio della carriera dei ragazzi, avevamo ancora difficoltà a sbarcare il lunario, avevo l'hobby del cucito e così i primi costumi di scena dei ragazzi li cucivo e li disegnavo io,poi,appena abbiamo potuto permettercelo,abbiamo assunto Ruthie West per creare l'immagine giusta per Jackson Five, dovevano avere un'immagine pulita. Nel 1975, il gruppo lasciò la Motown e firmarono con la Epic Records (CBS) dove lavorarono con il duo
Gamble e Huff, ma quest'accordo prevedeva anche una variazione del nome, I Jackson Five divennero solo i Jackson. I ragazzi avevano solo tempo per le prove settimanali e la preparazioni di spettacoli e programmi televisivi, anche Janet, Rebbie e LaToya, apparvero nel varietà televisivo Jackson show. Dopo solo una stagione di questo programma televisivo, Joseph e i ragazzi
decisero che sarebbe stato meglio concentrare il loro tempo e le loro energie solo sulla musica e sulle tournée
Anche se la maggior parte della gente lo vedeva come musicalmente dotato e maturo della sua età, Michael è stato anche molto vivace come la maggior parte degli altri bambini. Una nostra vicina di casa,che periodicamente faceva da babysitter per lui, diceva spesso che c'era qualcosa di speciale in lui, “un certo non so che”.Sono stata particolarmente orgogliosa di vedere mio figlio raggiungere la celebrità così giovane,perché ha fatto cose che non ti aspetti che un bambino della sua età sappia fare; per esempio, a soli 6 anni, era in grado di creare velocemente una coreografia..era naturale per lui, sorprese tutti per la sua capacità di cantare in modo così armonico e intonato senza mai aver avuto nessuna formazione. Crescendo, Michael, ha passato molto tempo in studio di registrazione per studiare e migliorare la sua timbrica di vocale, era un perfezionista anche da giovane,passava ancora più ore in studio per seguire l'editing post-produzione,sapeva già come voleva che il suo disco “suonasse” e voleva comunicarlo alla produzione. Essendo sua madre, so che tutta quella pressione su Michael è stata prematura, e sono stata molto triste quando ho appreso che Michael è cresciuto rimpiangendo sempre la sua infanzia negata. Si sentiva come se avesse perso tutti quegli aspetti che non gli hanno consentito di crescere come un “bambino normale”. Egli è stato sempre molto appassionato della sua musica,anche allora. Era quello che amava fare e noi
lo abbiamo sostenuto. Michael sapeva che non avrebbe raggiunto la celebrità che ha ottenuto se non avesse lavorato duramente anche da bambino. E' sempre stato grato del suo successo, anche se si è lamentato dei sacrifici che ha dovuto affrontare, ma lui ha sempre creduto fortemente nel suo scopo: ispirare il mondo con la sua arte.
Una volta che la loro popolarità è cresciuta, i miei ragazzi hanno assunto una vita così frenetica che prevedeva regolari viaggi all'estero. Non potendo frequentare regolarmente la scuola, abbiamo assunto la signora Fines , un' insegnante privata che è andata in tour con la band. Michael amava molto la Geografia, ma era anche affascinato dall'Arte, dalla Storia e dalla Cultura. Mentre i suoi fratelli andavano in giro a divertirsi,Michael si avventurava in musei e gallerie, immergendosi
nella cultura delle città che hanno visitato. Sia la signora Fines che suo marito,un apprezzato pianista,instaurarono con Michael un rapporto così speciale, tanto che, quando il signor Fines morì, lasciò in eredità a Michael il suo pianoforte,Michael apprezzò molto quel dono e fu anche grazie a lui che Michael si appassionò di letteratura. Michael fin dalla giovane età è stato molto generoso,ma aveva anche spirito imprenditoriale:ogni volta che riceveva la sua paghetta settimanale,Michael spendeva tutto in caramelle,mise in piedi un piccolo negozio di caramelle nel retro della nostra casa,in modo da poter stare a debita distanza dai bambini del vicinato. Ho cercato di insegnare a Michael delle cose sul mondo attraverso i documentari,un giorno ne abbiamo visto uno che parlava dei bambini meno fortunati in Africa,lo stato delle loro vite ci portò entrambi alle lacrime,Michael, che allora aveva 14 anni, mi disse” Mamma,un giorno io farò qualche cosa per questo”.Diversi anni dopo lo ha fatto, Michael mi fece una sorpresa regalandomi un viaggio a New York e lì , all'aeroporto, aveva fatto riempire un hangar con scatole di cibo, vestiti e beni di prima necessità in partenza per l'Africa..sono orgogliosa di sapere che mio figlio aveva dato seguito a quelle parole. La sua generosità non si è fermata lì,ha fatto anni di lavoro con i bambini disabili di tutti i ceti sociali,ha aiutato enti di beneficenza, a volte usciva la sera e regalava centinaia di dollari a tutti i senzatetto che incontrava. Ha speso molti meno soldi per sé, il suo obiettivo era aiutare la gente,voleva fare la differenza, voleva che il mondo cambiasse in meglio. Michael è stato molto generoso anche con la nostra famiglia,i miei figli spesso organizzano delle feste per me e una volta Michael ingaggiò Floyd Kramer, (che è il mio musicista preferito) per suonare per me. Un'altra volta, qualche giorno prima di una di queste feste, mi venne il sospetto che Michael stesse combinando qualcosa, perché mia figlia Janet venne da me e mi chiese :” Qual è il tuo colore preferito?” Alla festa Michael si presentò con un rotolo di nastro rosso e mi disse di seguire il nastro fino a dove mi avesse condotto...il nastro mi condusse al parcheggio dove c'era una bella, brillante e rossa Rolls Royce.
Non è un segreto l'adorazione che Michael nutriva per le stelle del cinema classico come Elizabeth
Taylor e Shirley Temple . Fece amicizia con quelli che lui amava e rispettava nel settore e, anche se erano di un'altra generazione,Michael si sentiva in grado di relazionarsi con i suoi mentori.. Fred Astaire, Gregory Peck e Yul Brinner,che sono stati anche i suoi amici più cari. Non potrò mai l'imbarazzo che provai la notte che conobbi Yul,era molto tardi ed io stavo già dormendo quando ho sentito bussare alla porta della mia camera da letto,Michael entrò seguito da Yul e mi trovarono a letto con il mio berretto di lana. Non era insolito per Michael intrattenere i suoi ospiti nella nostra casa, ancora oggi la nostra casa è come un paradiso per i parenti e per gli amici, abbiamo ancora l'usanza di stare tutti insieme. Michael ha avuto un legame molto stretto anche con i suoi fratelli, si trovava molto bene con Marlon perché erano più vicini come età, con Jermaine perché si è occupato di lui, e con Tito perché era il preferito di tutti i ragazzi. Michael è stato molto vicino anche alle sorelle. Lui e LaToya erano inseparabili,hanno condiviso anche un appartamento a New York nel 1978,durante le riprese di “The Wiz”,LaToya ha anche lavorato come corista per lui ed è apparsa nei video "Say, Say, Say" e "The Way You Make Me Feel".Per Janet è sempre stato il fratello ideale,era più grande di lei e adorava la sua musica,Michael è stato il mentore di Janet per tutta la sua carriera. Michael e Janet si adoravano,semplicemente. Encino,in California è la nostra casa fin dal 1971,negli anni '80 abbiamo cercato di venderla per trasferirci ad Hollywood,ma dopo mesi di ricerca,non riuscimmo a trovare un luogo adatto e così rinunciammo,Michael ci suggerì di abbattere la nostra vecchia casa e di costruire la mia casa da sogno a destra della proprietà di Encino. Nella nostra nuova casa, Michael fece costruire 10 camere da letto,un negozio di caramelle,una piscina e un bel gazebo. Costruì anche,sopra il garage, uno studio d'incisione per lui dove potersi allenare. In quello studio sono nate “Don't Stop 'Till You Get Enough", “Billie Jean” e “Beat it”. Michael ha vissuto con noi fino alla prima metà della sua età adulta,negli anni '90, decise di trasferirsi al Neverland Ranch. Michael,grazie alle sue tournée, ha imparato molto sulle altre culture, quando tornava a casa dopo mesi di tour,era sempre entusiasta di raccontarmi le sue esperienze all'estero. Mi ricordo una storia in particolare,avvenuta in Australia durante un tour dei Jackson Five nel 1974: i ragazzi erano in un piccolo paese per promuovere il loro disco,e dovevano visitare una scuola per incontrare i bambini e rispondere alle loro domande. Joseph,notò che vi erano un gruppo di bambini aborigeni,accorsi all'evento nella speranza di poter vedere i Jackson, in quel periodo,vista la separazione culturale che c'era, agli aborigeni non era consentito incontrare le band e posare per le foto. Mio marito Joseph,ha cercato di trasmettere ai nostri figli i valori culturali, fin dalla più giovane età,in modo di educarli al rispetto e alla stima per tutti i popoli. Quel giorno,Joseph insistette con gli organizzatori affinché quei bambini aborigeni potessero fare le foto con i ragazzi. E' stato grazie a questi episodi che i miei ragazzi sono cresciuti sensibili alle questioni razziali. Diversi anni dopo, Michael ritornò in Australia e andò nella città dove avvenne questo episodio, e rimase addolorato e colpito dal fatto che non era cambiato niente, lui voleva fare qualcosa per migliorare la situazione,sperava di rincontrare quella tribù per poter fare qualcosa.
Nel frattempo, il resto della famiglia ha cominciato a interessarsi al mondo dello spettacolo e con entusiasmo si è sempre prodigato per aiutare i ragazzi, Janet, LaToya,Randy e Rebbie a preparare le loro performance, dedicando loro il suo tempo.
I suoi fans e i suoi coetanei lo incoronarono Re del Pop,un'icona, una leggenda,ma io,come è giusto che sia, non l'ho mai visto come una grande stella,io sempre e solo visto Michael Jackson,mio figlio,non mi accorgevo della sua fama. Me ne resi conto a Liverpool il 29 agosto, giorno del suo compleanno. Tutto lo stadio era adornato di palloncini e di striscioni con su scritto “Buon compleanno,Michael” L'arena ha intonato canti e si sentivano le urla eccitate di almeno 70.000 fans e fuori dallo stadio ce ne saranno stati altri 30.000che aspettavano solo che lui passasse da lì. Sono rimasta sorpresa e stupita dalla folla di persone che erano lì solo per mio figlio,e mi ha davvero impressionato. E in qualche modo, nonostante tutto questo, Michael è rimasto con i piedi per terra. Non vi è dubbio che mio figlio ha compiuto grandi cose nella sua vita e ha cercato di farne ancora di più grandi. Era ambizioso, era un sognatore. Ricordo alcuni punti salienti della sua straordinaria carriera: nel 1983,dopo l'uscita di Off The wall, fu candidato ai Grammy ma non ottenne nessun riconoscimento,era deluso ma non si scoraggiò, mi disse: “ Mamma,l'anno prossimo dovranno modificare il risultato,dovranno prenderne atto” L'anno seguente,1984, Michael con l'album “Thriller” fu candidato a 12 Grammy Awards e ne ha portati a casa otto. Oggi,egli detiene ancora il record per il più grande numero di Grammy vinti da un artista in un solo anno. Quando Michael, ristrutturò la nostra casa ad Encino,fece costruire uno studio sopra il nostro garage e lo chiamò Jacksons Communications
Inc. (JCI). Lì,ha provato per ore e ore,Michael non faceva ginnastica tradizionale, lui ballava per ore ogni Domenica,poi nel tentativo di migliorare la sua resistenza vocale cominciò a ballare e cantare contemporaneamente,da solo in quello studio. Aveva il suo metodo,e credeva nel lavoro duro e costante. Il suo scopo era quello di presentare coreografie sempre più innovative e spettacolari per ogni singolo spettacolo che ha fatto. Michael è stato influenzato per quanto riguarda la danza dal grande Fred
Astaire e dal leggendario James Brown. Ha fatto riferimento alle icone del suo tempo, ma stava anche al passo con i tempi cercando talenti moderni con i quali collaborare. Unire il vecchio con il nuovo era la sua tecnica per creare sempre performance all'avanguardia. Il mio più fiero "Michael Moment" è la prima volta
ha fatto il moonwalk durante la sua performance da solista di "Billie Jean", il 25 marzo 1983, durante la celebrazione di Motown 25. Ha provato quei passi presso lo studio di JCI sopra il garage, ma li aveva mantenuti segreti. In effetti, ho visto il moonwalk,per la prima volta su quel palco, come tutti voi. Ho due canzoni di Michael che preferisco, "Man in the Mirror ", pubblicato nel 1988, e" Heart Song ", uscito nel 1995. Un altro dei miei preferiti era la hit dei Jackson Five "Man of War". Mi piaceva in particolare il testo della canzone, "Non andare in guerra non di più, la pace è quello che ci serve ".
Michael era affascinato dal teatro e ha cercato di incorporarne alcuni elementi nelle sue performance. Sapeva catturare e mantenere l'attenzione del pubblico in modo eccelso ,emulando la spettacolarità e l'eccellenza del suo mentore Fred Astaire. Voleva dare al pubblico tutto ciò di cui era capace e questo non si fermava solo alle sue prestazioni. Michael cominciò ad indossare un solo guanto di paillettes nella prima metà degli anni ottanta,pensava che sarebbe diventato di moda,ma fu solo quando ebbe l'incidente della Pepsi nel 1984 che divenne veramente famoso: Michael portava quel guanto mentre, trasportato in barella,salutava i suoi fans. Cominciò anche ad usare i fedora ed altri tipi di cappelli,dapprima solo come travestimento poi per proteggersi la testa dopo l'incidente ed anche questo che era un suo segno distintivo, è diventato di tendenza. Proprio come gli veniva naturale cantare e ballare,allo stesso modo era in grado di scrivere e comporre musica. In alcuni casi è stato capace di scrivere un intero brano durante la notte. Durante la notte, ho sentito spesso, provenire dalla sua camera da letto, Michael che canticchiava,perchè aveva avuto un'ispirazione e si era svegliato nel bel mezzo della notte. Michael ha composto la musica di
"Billy Jean" e "Don't Stop 'Till You Get Enough"(spesso produceva anche la sua musica).Le canzoni preferite di Michael erano "Heal The World" e "Will You Be There "perché poteva trasmettere i suoi messaggi di pace e buona volontà ai suoi fans. Queste canzoni sono state composte nello studio sopra il garage,con l'aiuto dei suoi fratelli alle percussioni. Nel 1982 ha composto “Muscles” per Diana Ross e nel 1984 ha scritto “Centipede” per sua sorella Rebbie. Nel 1985 insieme a Lionel Richie ha scritto “We are the world”.
Una delle scene del video “Say Say Say”,con Paul McCartney,la sua deliziosa moglie Linda e mia figlia LaToya è stata girata in un vecchio ranch nel 1983,diversi anni dopo Michael acquistò 2700 acri di quel terreno per trasformarlo in Neverland. Questa foto è stata scattata in una pausa pranzo di quel video,Michael è stato molto amico di Paul e Linda e spesso è stato ospite nella loro casa in Inghilterra. Michael diventò anche molto amico di Dick Gregory,che era un attore comico di Chicago attivista per i diritti civili. I due si conobbero sul set di “The Wiz” nel 1978 e Michael rimase molto colpito dalle conoscenze su nutrizione e salute di Dick,tanto da farlo diventare il suo consulente nutrizionale: dopo questo incontro,Michael abolì totalmente la carne rossa e si nutriva con pesce,pollo e verdura,incoraggiando tutta a famiglia a seguire il suo esempio e a mangiare sano. Dick ha continuato ad influenzare le abitudini alimentari di Michael per tutta la sua carriera fino a quando Michael è diventato totalmente vegetariano. Molti degli amici di Michael,gli hanno fatto visita durante i suoi concerti,Miko Brando addirittura lo accompagnò in tutto il tour. Sammy Davis Jr. è stato un caro amico e una fonte d'ispirazione per Michael,si conobbero a Lake Tahoe. Una sera,dopo un suo spettacolo, Michael stava ammirando l'orologio che Sammy portava al polso, e Sammy, essendo molto generoso, se lo tolse e lo regalò a mio figlio. Michael lo ha indossato per moltissimi anni,poi lo ha donato a me affinché lo conservassi come un ricordo caro. Michael non amava indossare dei gioielli,lo faceva raramente e a causa del suo buon cuore e degli insegnamenti di Sammy,non era insolito vederlo sfilarsi i suoi gioielli per regalarli ai fans.
Ho sempre detto a Michael: “ Più cose dai alla vita e più cose ottieni”..penso che queste parole sono state sempre con lui. Michael sapeva sempre cosa fare e cosa voleva ottenere. Egli credeva nel lavoro duro,nell'atteggiamento positivo e nella perseveranza. Non importa che cosa voleva fare nella sua carriera,lui non si accontentava di essere bravo,lui voleva essere il migliore. Ha lavorato con tenacia, molto tempo fino a quando non si sentiva soddisfatto del risultato...e non si fermava nemmeno allora..voleva ancora fare meglio. Michael spesso scriveva degli appunti su se stesso,ad esempio una volta scrisse una data sul suo specchio,come promemoria,in modo da vederla ogni giorno: quella era la data limite entro la quale il suo album doveva arrivare al top delle classifiche di vendita...attuava strategie per riuscire ad ottenere i suoi risultati e i suoi obiettivi, che erano sempre più alti e più ambiziosi,voleva superare se stesso..ha cercato di essere il migliore nel suo campo,spendeva tutto se stesso per realizzare il suo sogno.
Per esempio, prima del successo dell'album Thriller,si è sempre detto che l'intenzione di Michael era quella di creare il disco più venduto di tutti i tempi,era un visionario,ma lavorava duro per realizzare le sue intenzioni,chi ha lavorato con Michael vi può confermare che non si sarebbe mai accontentato di qualcosa che fosse meno della perfezione. Quando ha cominciato la sua carriera, a soli 7 anni, Michael ha cominciato ad imparare anche tutti i trucchi dell'industria musicale e dell'intrattenimento. Spesso ha usato le sue intuizioni per prendere decisioni commerciali e creative,che nel tempo si sono dimostrate essere molto redditizie. Crescendo, però, voleva dedicare meno tempo al lato commerciale del suo lavoro per dedicarsi solo alla sua arte, e quindi affidò i suoi affari ai suoi soci,Michael si fidava di loro,ma venne tradito, e nonostante ciò, non li denunciò, semplicemente perché questa non era la sua natura.
Quando Michael acquistò il catalogo dei Beatles,ricevette molti commenti negativi,alcuni dissero che non era stato un buon affare perché lo aveva strapagato,molto tempo prima che avesse dei figli suoi mi disse “ Mamma,la nostra famiglia non dovrà più preoccuparsi per i soldi ,grazie a questa decisione commerciale” Michael sapeva che il suo investimento sarebbe cresciuto,aveva ragione,lui sapeva sempre guardare avanti.
La maggior parte dei vestiti e costumi di Michael sono stati realizzati su misura. Egli aveva un proprio stile personale e ha lavorato a stretto contatto con gli stilisti per la realizzazione dei sui abiti di scena,alle volte disegnava i propri costumi da solo. Più volte gli è stato proposto di disegnare una propria line di abiti
personale stile e lavorato a stretto contatto,ma non aveva interesse per questo progetto. L'abbigliamento è stato una delle espressioni di Michael,il suo marchio distintivo era il “Rosso”,ma quando era dietro le quinte amava vestirsi in modo molto semplice e discreto, e nonostante ciò,molti fans hanno emulato il suo modo di vestirsi. Gli animali sono stati sempre numerosi nella nostra casa,Michael aveva una giraffa che aveva chiamato Jabar, come il giocatore di basket Karim Abdul Jabar, un lama di nome Lola,come l'attrice Lola Falana , un serpente di nome Muscles e due cervi che si chiamavano Prince e Princess,per tutti questi animali Michael aveva fatto costruire uno zoo, per tutti tranne che per uno. Per anni Michael aveva desiderato avere una scimmietta,naturalmente io mi ero rifiutata fino a quando un giorno portò a casa un cucciolo di scimpanzé che aveva chiamato Bubbles. Bubbles era diverso da tutti gli altri animali che avevamo avuto fino a quel momento,aveva un atteggiamento infantile e subito mi fece cenno con le braccia perché voleva che lo tenessi in braccio,la sua intelligenza era evidente e non sopportava i cani che avevamo in giro nella proprietà. Bubbles viveva e dormiva in camera di Michael ed era come un membro della famiglia per lui, non avreste detto nemmeno che dentro casa ci fosse uno zoo,dato che gli animali vivevano in condizioni igieniche perfette,uno staff di 200 persone si occupava della manutenzione dello zoo.
Se Michael fosse ancora vivo,so per certo che starebbe cercando di fare una nuova carriera come regista. Egli stava studiando segretamente con un Maestro nello Stato della California che si era anche offerto di dare lezioni di Regia a mio nipote Prince Michael Joseph Jackson. La maggior parte delle persone non conoscono l'origine dei nomi dei miei nipoti Prince Michael Joseph Jackson e Prince Michael Jackson (Blanket) e da dove in realtà essi derivino. Quando Michael era bambino ha trascorso molto tempo con suo nonno Prince,mio padre, in Indiana ed è questo il motivo per cui i suoi figli si chiamano così. Molto prima di Neverland, Michael costruì un piccolo negozio di caramelle nella nostra proprietà di Encino,che era sempre pieno di gelati e leccornie,tutti i suoi nipoti e i bambini del vicinato venivano a giocare e a mangiare gratis,ricordo che ero felice ma mi sentivo frustrata perchè Michael, essendo un mangiatore schizzinoso,ha sempre resistito alla tentazione di mangiare tutte quelle caramelle. Gli bastava vedere il sorriso sulle faccine di quei bimbi per essere felice. Anche quando era già un ragazzo,Michael passava i suoi momenti di svago giocando a nascondino con i suoi nipoti e i suoi cugini,sembra che in questo modo riuscisse a compensare l'infanzia che si sentiva non aver mai avuto. Michael è sempre stato un grande ammiratore di tutto quello che riguarda la fantasia e la meraviglia,ammirava gli spettacoli di magia e ha cercato di integrarne qualche elemento nei suoi show Era anche appassionato di cinema,preferiva i film di fantascienza e le favole.
Se c'è una cosa che so per certo è quanto Michael adorasse i suoi fans. Non dimenticherò mai gli anni del processo:ogni mattina lasciavamo il ranch con loro al seguito, si riunivano intorno al cancello e gli mostravano il loro supporto con striscioni, doni e preghiere. Michael ed io eravamo profondamente “toccati” nel vedere striscioni con su scritti versetti della Bibbia dedicati a lui,ed altri con parole d'amore e di incoraggiamento affinché rimanesse forte in questo suo momento così doloroso. I fans sono stati la forza di cui aveva bisogno. Ogni suo passo era seguito da flotte di ammiratori, la maggior parte delle persone sarebbero state infastidite,ma lui aveva dato una regola alle sue guardie del corpo :” Dovete essere sempre buoni con i fans!” Quando Michael viveva a casa con noi,c'erano sempre i fans davanti la porta di casa,alle volte trovavano anche il modo di entrare nel nostro cortile e addirittura dentro casa. Quando accadevano queste cose, Michael è stato sempre calmo, gentile e amorevole. E' stato sempre grato ai suoi fans e ha sempre ammesso che non sarebbe diventato chi era senza il supporto e l'amore dei suoi fans. Sono stata vicino a mio figlio tutta la vita. Il nostro legame è cresciuto quando i suoi fratelli lasciarono la nostra casa e si è rafforzato ancora di più durante gli avvenimenti degli anni '90. Sapevo che Michael aveva bisogno di me, così come ne aveva dei suoi fans, quindi non l'ho mai lasciato solo.
Fare musica è l'elemento che Michael sentiva più suo,ha preso tante decisioni dettate solo dall'intuito, aveva fiducia nelle sue capacità e veramente credeva in se stesso. Era veramente un grande pensatore,un sognatore e realmente credeva che finché avesse messo l'amore nelle sue opere non avrebbe fallito mai. Michael era una sorta di uomo “felice e fortunato”. Non ho mai insegnato a mio figlio ad essere umile:era naturale per lui. Ricordo una volta che gli dissi che sul palco aveva fatto un ottimo lavoro e nessuno avrebbe potuto essere migliore di lui, queste parole lo colpirono, ma la sua umiltà mi ha sempre stupito.
Michael ha vissuto davvero una vita straordinaria ed è sempre stato molto riconoscente per il fatto di aver potuto fare quello che amava fare attraverso la sua arte. Ma io credo ( e mio figlio sarebbe d'accordo) che ha pagato un prezzo molto alto. La sua fama è stata allo stesso tempo sia una benedizione che una maledizione. Io non so dire cosa si sarebbe potuto fare diversamente se si potesse tornare indietro, quello che so è che non avrei potuto desiderare un figlio migliore di Michael. Indipendentemente da quello che la gente può dire,Michael è stato uno straordinario essere umano, e un ottimo padre e uno straordinario figlio. Una persona che con le sue buone azioni cercava di ispirare gli altri attraverso il suo amore e la sua umanità. Il mondo, questo lo sapeva, ma poi gli voltarono le spalle. Mio figlio sapeva che i suoi fans sarebbero stati dalla sua parte fino alla fine,in cambio, ha dato loro, il suo amore e la speranza che il mondo possa cambiare in meglio anche attraverso la sua musica. Non credo che Michael avesse desiderato per lui una vita diversa. Perdere mio figlio è stato un dolore schiacciante che cerco di elaborare anche attraverso queste parole. Condivido i miei ricordi con i figli di Michael e con i suoi fans perchè desidero che tutti sappiano realmente cosa ha significato per me. A cinquant'anni si è veramente troppo giovani per morire,credo che comunque, nonostante le tribolazioni, Michael abbia vissuto la sua vita gioiosamente come si meritava e credo che mio figlio abbia adempito al suo scopo di vita.
Nota dell'editore:
Quando il 25 giugno 2009 abbiamo appreso della morte di Michael Jackson,non avremmo mai scommesso sul fatto che qualche mese più tardi avremmo conosciuto sua madre,né che ci avrebbe aperto le porte della sua casa (e del suo cuore) per raccontarci la storia della vita di suo figlio,eppure si è aperta a noi per la creazione di “I Never Can Say Goodbye- Katherine Jackson Story”. Come per molti altri,la morte del Re del Pop mi ha colpito come una frustata. Quando Vintage Pop Media Group ha acquisito 16000 tra foto,video e memorabilia personali di Michael Jackson,la prima domanda è stata :” Cosa ne facciamo di tutta questa roba di Michael Jackson?” La risposta è stata semplicemente di andare dalla sua famiglia con quello che avevamo e chiedere a Katherine se voleva condividere con noi la storia mai raccontata di Michael,dalla viva voce della donna che gli ha dato la vita. Il giorno che ci siamo conosciuti,Katherine ci ha invitato a casa sua ad Encino,in California Questo era il luogo che prima di Neverland Michael Jackson chiamava casa. Rinunciando alla vecchia abitudine di tenere i media al di là della collina,Katherine ci ha permesso di ascoltare la sua storia per creare una sorta di libro/album di famiglia per i fans. Un privilegio che non potevamo dare per scontato. Nella prima conversazione,Katherine è stata “politicamente corretta” forse dovuto al fatto che si sono sempre dovuti salvaguardare dai giornali scandalistici, lentamente,dopo un paio di settimane,ha cominciato ad abbassare la guardia e la conversazione è diventata sempre più intima e profonda. Ora che Katherine ha perso suo figlio, ha sentito la necessità di mettere le cose in chiaro. Questo libro è il suo dono per i figli di Michael e per i fans,il suo modo di portare avanti la Legacy di Michael in una maniera che nessun altro poteva fare. Il processo è stato molto intimo, abbiamo setacciato tutte le migliaia di foto della famiglia Jackson e infine ci ha raccontato tutte le sue storie su Michael come un fiume in piena,all'inizio timidamente e poi si è sbloccata senza censure raccontandoci storie private della sua vita e della sua famiglia. Rivivere quel giorno del 25 giugno,quando ha ricevuto la chiamata dell'ospedale ci ha portati entrambi fino alle lacrime. Seduta di fronte a noi c'era una madre come tutte le altre che ricordava il figlio scomparso...solo che quel figlio era uno dei più grandi entertainment di tutti i tempi. Eppure la matriarca di casa Jackson ricordando suo figlio non usava un tono solenne..era solamente dolce,normale!! Sebbene non avessi mai incontrato Michael Jackson,certamente ho acquisito informazioni preziose sull'uomo che era guardandolo attraverso gli occhi della donna che gli ha dato la vita. Ci auguriamo che questo libro possa diventare un omaggio alla straordinaria vita di Michael - il figlio,l'artista e l'uomo. Anche se adesso se ne è andato, MJ vivrà per sempre nei nostri cuori.
Sonia Lowe, direttore creativo
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